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ENCEFALO
Prosencefalo
Metencefalo
Mesencefalo
Mesencefalo
Mielencefalo
Romboencefalo
Diencefalo
Telencefailo
Tubo neurale
b
Figura 4.1 a, Formazione delle primitive vescicole encefaliche che daranno vita at diversi segmenti del Sistema nervoso centrale: rappresentazione
alatica.Le tre vescicole originano dall'estremità craniale del tubo neurale. b. Embrione umano di 5 setimane, ricostruzione tridimensionaledelle
sole vescicole encetaliche.
100 NEUROANATOMIA
Telencefalo
Prosencefalo
Diencefalo
Mesencefalo
ncefalo
Tronco
encefalico
Ponte
Bulbo
Cervelletto
Figura 4.2 - Configurazione esterna dell'encefalo. Sezione sagittale del tronco encefalico, del cervelletto e del diencefalo. II tronco encefalico, come
dice il suo nome, può essere paragonato a un fusto dell'encefalo che si dispone attornoa esso come una chioma.
tronco centrale dell'encefalo, che si dispone attorno a esso a incrociano sulla linea mediana. Questa regione prende il no
formare un'ampia chioma (Fig. 4.2). me di decussazione o decussatio delle piramidi (incrocia-
Il tronco encefalico forma una struttura grossolanamente mento).
cilindrica, adagiata con la sua superficie anteriore, o ventrale, Immediatamente a lato ci sono due strutture a tornld
sul clivo dell'osso occipitale e sul dorso della sella turcica è
grossolanamente di oliva: le olive bulbari. Il bulbo separalo
dell'osso sfenoide, dove raggiunge i processi clinoidei poste- dal ponte da un solco trasversale, il solco bulbopontino.
riori. Nella parte centrale del clivo prende rapporto con una uperiormente al bulbo, il tronco encefalico è costiu
formato
grossa arteria che deriva dalla fusione delle arterie vertebrali: dal ponte, che perche
l'arteria basilare. Posteriormente al tronco encefalico si trova
prende questa denominazione
bianca che
si di-
da una cospicua fascia di fibre di sostan nco
il cervelleto che occupa la maggior parte della loggia sotto del tro
spone a ponte, trasversalmente, su.questa regione solco per
tentoriale (Riquadro Setti e seni venosi della dura nmadre encefalico. Nella parte centrale del ponte troviamo il
intracranica). arterie
ll tronco encefalico ha una lunghezza di circa 8 cm e un arteria basilare, che origina dalla fusione delle
brali.
diametro di circa 2,5 cm nella parte centrale più larga, a livel- solco pon
Il mesencefalo è t r a m i t e il
lo del ponte (si veda oltre). E suddiviso in tre parti, che dal separato dal ponte di due
tomesencefalico ed è caratteri erizzato dalla presenza diver-
basso verso l'alto prendono il nome di: e
colonne: due strutture cilindriche:sporgenti in avanti
.bulbo o midollo allungato; olicere
genti verso l'alto e lateralmente, denominate pedune come
Fossa interpeduncolare-
N. oculomotore (1)- Peduncolo cerebrale
N. trocieare (V) -
Solco
N. trigemino (V) pontomesencefalico
- Ponte
Solco basilare
- N. intermedio
Solco bulbopontino N. vestibolococleare (VI)
N. abducente (V1)--
N. facciale (VI)
N. glossofaringeo (X).
Piramide bulbare
Eminenza mediale
Frenulo del velo midollare superiore
Velo midollare superiore
Locus caeruleus-
Peduncolo cerebellare superiore
Solco Solco limitante
mediano
Peduncolo cerebellare medio
posteriore
Peduncolo cerebellare inferiore
Fossa romboidea
Recesso laterale
del quarto ventricolo
Tela corioidea del quarto ventricolo, Collicolo facciale
sezionata
Nuclei vestibolari
(Ala bianca esterna)
Area postrema-
Trigono del n. ipoglosso
(Ala bianca interna)
Tubercolo trigeminale
Strie midollari del quarto venticolo
Tubercolocuneato (Strie acustiche)
Figura 4.4 Configurazione Trigono del n. vago
estena del tronco (Ala cinerea o giga)
co, visto
encefali Obex
posteriormente dopo Tubercol gracile
resezione dei
hellari
peduncoli cere Solco posterolaterale
destri e
asportazionne
del Solco intermedio posteriore
cervelletto e
visualizzazio
ne della fossa Solco mediano posteriore
romboidea.
102
NEUROANAT
co
bisogna dunque asportare il cervelletto, che risulta attac cavità del quarto ventricolo dalla superficie esterr
cato al tronco come uno zaino sulle spalle di una persona cordare che nel midollo spinale la cavità
tramite una serie di cinghie che lo centrale,
strutture del tronco
collegano a tutte e tre le dal canale centrale o ependimale, risulta
totalmente Circon.
COstituita
encefalico (bulbo, ponte e mesencetalo). data da strutture nervose che la
Tuttavia, la connessione principale del cervelletto è con il mantengono lontana dall,
ponte, con cui ha unorigine comune. Le
superficie nevrassiale esterna a contatto
con la
pia madre. Ia
duncoli cerebellari, tre cinghie sono i pe- tela corioidea risulta composta da cellule
equiparabili a quel
il cervelletto al tronco
paia pari e simmetriche che legano le del canale centrale o
ependimale del midollo spinale ed
encefalico, cosi distinti: essendo esterna viene rivestita dalla
due peduncoli cerebellari
superiori, che legano il cervel- vero dalla pia madre. L'insieme di
meninge più interna, o
letto al mesencefalo; queste due strutture, cioë
due peduncoli cerebellari medi, che dell'ependima e dela pia madre, prende il nome di tela
al ponte; legano il cervelletto corioidea (cfr. Fig. 4.5).
due peduncoli cerebellari In alcuni punti, come nei diversi
inferiori, che legano il cervel- ventricoli cerebrali (si
letto al bulbo. veda oltre), la tela corioidea è in
rapporto con i vasi
gni e l'epitelio che si trova in queste regioni della telasangui-
corio-
idea si differenzia in maniera
I peduncoli cerebellari più
grossi importanti sono i pe-
e particolare, costituendo
telio corioideo. Tale sistema vascolare insieme l'epi
duncoli cerebellari medi che uniscono il cervelletto al con l'epite
Per esaminare la ponte. lio corioideo forma strutture
superficie dorsale del tronco encefalico oc- particolari, dette plessi corioi
dei, i quali hanno una funzione molto
corre
dunque asportare il cervelletto sezionando i tre importante: produco-
coli bilaterali. Nella classica pedun- no il liquido cerebrospinale o cefalorachidiano
immagine di questa faccia del o liquor
tronco encefalico
appaiono cosii sei (tre simmetrici) pedunco- (Fig. 4.6).
li sezionati che contornano il
pavimento del quarto ventricolo. I capillari formano strutture glomerulari, simili a quel-
le che si trovano,
esempio, nei flocculi capillari dei glo-
per
meruli renali. L'endotelio del
Cenni di organogenesi capillare è fenestrato ede
provvisto di membrana basale. I capillari prendono intimo
Nella porzione di superficie rapporto con l'epitelio, che si differenzia e assume caratte
posteriore corrispondente al ristiche
bulbo e al ponte, la superficie dorsale del tronco
encefalico è rioideo.
morfologiche e funzionali proprie dell'epitelio co
caratterizzata dalla presenza di un'area infossata, a forma
di I
losanga, detta fossa romboidea o romboidale, da cui deriva il plessi corioidei producono liquido cerebrospinale
termine romboencefalo, che è la vescicola che diante processi sia di me
ultrafiltrazione sia di trasporto atno
mielencefalo e metencefalo dà origine al bulbo,dividendosi in
al ponte e al
I quarto
ventricolo, a forma di losanga, continua verso
cervelletto (cfr. Fig. 4.4). basso con il canale centrale del midollo spinale o canaie
Nella fossa romboidea si trova il solco limitante ependimale e verso
l'alto, tramite l'acquedotto del
corre ricordare, nel midollo
che, oc-
spinale in via di sviluppo separa
lo (di
Silvio), derivato dalla cavità della vescicola mesence
mesen
la lamina fondamentale, ventrale e motoria, da
quella alare, lica, con le cavità che si formano nel diencefalo (terzo ven
dorsale e sensitiva (Fig. 4.5). Durante lo
sviluppo della vesci- colo) e nel telencefalo (ventricoli laterali), sempre der
cola romboencefalica, lo sviluppo a tela della sua dalle primitive cavità
vescicolari. Tutte le cavità centru
dorsale implica un "movimento particolare" dellaregione più Vrassiali contengono liquido cerebrospinale e tuttil
parete del
tubo neurale. Infatti, il neuroectoderma della
porzione cen-
li cerebrali sono sede di plessi corioidei e quindi seaivrs
trale più dorsale della vescicola romboencefalica non duzione del
presen- Sario che
liquor. Per realizzare un plesso corioideo
ta lo sviluppo di neuroblasti, ma si la circostanza anatomica di stretto
espande a formare una to tra
avvenga rdp
semplice struttura epiteliale o tela ependimale. Ciò
determi- neuroectoderma e pia madre.
nacome unapertura a libro della vescicola
romboencefalicae liquor non è destinato a rimanere dentro il nevrast
le lamine che nel midollo ma deve uscire
spinale erano poste ventralmente e all'esterno per andare a riempire o d
spazio
Sviluppo trasversale
senza formazione di neuroblasti
Solco limitante
Cavità Lamina alare
ventricolare
Solco limitante
Ependima
Sostanza bianca
Lamina fondamentale
(o basale)
Sostanza bianca
Pia madre Spazio subaracnoideo
Lamina fondamentale Aracnoide
(o basale)
Atlante
Lamina basale
Solco limitante -
Dura madre
Mielencefalo
Lamina alare
Figura 4.5-a, Sviluppo del tubo neuraleallafine del periodosomitico tappresentazione schematica. Si osserva la comparsa del solco limitante che
separa la metà ventrale (lamina basale) dalla metà dorsale (lamina alare). b, Vescicola romboencefalica, sezione trasversale: rappresentazione schema-
tica. Si può osservare dorsalmente la rotazione lateroventrale delle lamine alari che si dispongono dorsolateralmente alle lamine basali. c, Embrione
allottava settimana di sviluppo, sezione passante per l'atlante dove è possibile osservare il mielencefalo (c, o Dr Mark Hill2019, UNSWEmbryologyhttps:/
embryology.med.unsw.edu.au).
Liquido
Ciglia cerebrospinale
Seno venoso
Microvilli
-
principalmente
dei plessi
a livello
corioidei (0,35 mL/min,
pari a S00 mL/die)
Vacio
dele ceile
endorelal
dracnoc
rabecte
Riossorbirmento: alivello
delle granulazioni PamaT
aracnoidee che riversano
l ioro contenuto
Spaz
nei seni verios
9
liquido cerebrospinaie
4. Encefalo 105
Figura46Sistemaliaquoralecon circolazione del liquido cerebrospinale, rappresentazione schematica la). In evidenza, gli spazi subaracnoidejiei
plessicoriovdei, che produconocirca500ml di liquido cerebrospinale al giorno,il cui volume complessivo in ogni momento è dicirca 150 ml. Ciòsignifica
che lintero volume del liquido cerebrospinale viene
rimpiazzato ogni otto ore. b-g, Produzione e riassorbimento del liquido cerebrospindie
mostata una sezione coronaedegli emisferi cerebrali. La regione riquadrata al centro è ingrandita in cper mostrare il plesso corioideo del ventricolola
terale, sededliproduzionedelliauido cerebrospinale.In dè mostrata lorganizzazione delle cellule epitelialicorioide,la cui superficie basolaterale èrivol
tanale
versoicaplarisottstant.ed eilustrato schematicamente l meccanismo di produzione per dialisi.Ine sonomostrati gli scambi tra liquido cerebrospi-
e sangue, attraverso le cellule dei
plessi corioidei e le cellule endoteliali, e tra liquido interstiziale e sangue, attraverso le cellule ed
cata anche
la barriera ematoencefalica. La regione riquadrata in alto è ingrandita in f per mostrare le granulazioni aracnoidee, sede diendotelial, e na
riassorbimento de
liquido cerebrospinale dallo spazio subaracnoideo al seno sagittale superiore. In si osservano le aracnoidee
te il mecanismo di riassorbimento con passaggi di liquido cerebrospinale attraverso vacuoli dellegranulazioni
ed è
illustrato
g cellule endoteliali o attraverso schematicamen
canali interceinuia.
regioni funzionali del tronco encefalico. La losanga del pavi- circondando il nucleo nel nervo abducente, per prendere poi
mento del quarto ventricolo viene divisa in due parti nel suo la direzione definitiva di uscita dal tronco encefalico.
diametro minore dalla presenza di strie denominate strie Oltre al collicolo facciale, nel triangolo pontino si trovano
acustiche, ma che in realtà non hanno nulla a che vedere con due fossette bluastre, in corrispondenza del solco limitante,
le vie acustiche. Esse sono dovute infatti alle fibre arcuate o che corrispondono a zone ricche di neuroni noradrenergici
arciformi esterne che appartengono a vie di comunicazione appartenenti a una particolare regione pontina detta locus
tra i nuclei basilari del ponte e il
pontocerebello o cerebroce- caeruleus, che, come si vedrà, appartiene alla formazione o
rebellum (9sCervelletto). sostanza reticolare del tronco encefalico (S Formazione
La parte inferiore (bulbare) della re-
losanga è caratterizza- ticolare).
ta da un rigonfiamento che prende il nome di ala bianca
interna (trigono del nervo ipoglosso). Essa si pone medial-
mente al solco limitante e all'ala bianca esterna (area vesti-
Tetto del quarto ventricolo
bolare), posta lateralmente al solco limitante. A livello del La regione che ricopre il quarto ventricolo è chiamata tet
solco limitante si trova l'ala cinerea (trigono del nervo va- todel quarto ventricolo (Fig. 4.7). Può essere
goo trigono vagale). Gli aggettivi "biancoe "cinereo" de- come una tenda canadese, di cui si
immaginata
rivano dal particolare colore di queste regioni e sono dovuti
può una distinguere parte
superiore (o anteriore) e una parte inferiore (o posteriore). Il
alla composizione del nevrasse, formato
prevalentemente tetto del quarto ventricolo è quindi formato da due
strutture
da sostanza bianca nelle ali bianche e
prevalentemente da velate molto sottili che prendono appunto il nome,
rispettiva-
sostanza grigia nell'ala cinerea. A ogni ala corrisponde una mente, di velo midollare superiore (o anteriore) e velo mi-
precisa localizzazione di nuclei dei nervi cranici ( Riqua- dollare inferiore (o posteriore),
dro Fossa romboidea). cervelletto nell'encefalo integro.
completamente nascoste dal
La parte superiore (pontina) presenta a considerare una I veli midollari prendono attacco lateralmente
sui margini
sporgenza rotondeggiante posta nella parte inferiore del leggermente sporgenti che delimitano sia inferiormente sia
triangolo, medialmente al solco limitante, detta collicolo fac-
ciale o del nervo facciale, perché dovuta a fibre di questo
superiormente la fossa romboidea, costituiti essenzialmente
dai margini mediali dei
nervo cranico che si
peduncoli cerebellari inferiori e
piegano a ginocchio in questo punto, superiori.
Solco calcarino
Lobo anteriore
del cervelletto
Fessura primaria
Arbor vitae
Ponte-
Corteccia cerebellare
Talamo, pulvinar
Tenia
Recesso soprapineale
dei talamno Ghiandola pineale
Metatalamo:
Corpo genicolato laterale
corpo genicolato mediale-
Collicolo inferiore
Collicolo superiore Frenulo del velo midollare
N. trocleare (IV)- Superiore
(Frenulo della valvola
di Vieussens)
Peduncolo cerebellare Punto di attacco
Supeniore, sezionato del velo
midollare superiore
(o valvola di Vieussens)
Figura 4.8- Mesencefalo, faccia dorsale. Si osservano principalmente i collicoli o tubercoli quadrigemini, la ghiandola pineale,
del nervo trocleare. Sui margini mediali dei peduncoli cerebellari superiori si attacca il velo midollare
o epifisi, e l'emergenza
superiore.
tà tra ponte e cervelletto. La struttura nevrassiale della quarto ventricolo appartiene al mesencefalo. Si pres strut-
Pulvinar
Corpo genicolato mediale.
N. trocleare (IV)-
Peduncolo cerebellare superiore
Obex
Oliva bulbare
N.accessorio (XI), radici craniche
Tubercolo gracile
Primo n. cervicale (C1)
radicole della radice anteriore
Tubercolo trigeminale
gina anche dai primi mielomeri cervicali. me a quest'ultimo occupa la loggia sottotentoriale del cranio.
Nella porzione L'arteria basilare si colloca anteriormente al ponte, su cui la-
pontina del tronco encefalico, sulla faccia laterale, si a
assiste scia un'impronta.
progressivo assottigliamento della struttura pontina, che
atinua senza limite netto nei peduncoli cerebellari medi. Per meglio comprendere questi rapporti topografici e, in
particolare, quelli relativi ai nervi cranici o encefalici, è im-
toprio in questo punto emerge il più grosso dei nervi cranl- portante ricordare alcuni dati basilari dell'osteologia crani
nervo trigemino), che viene convenzionalmente preso co- ca ( Riquadro Base cranica), la cui considerazione
E punto limite tra ponte e peduncoli cerebellari medi.
può
ASivello mesencefalico, la faccia laterale è semplicemente naturalmente essere omessa da chi li abbia di
per sé già
Dstituita dalla faccia laterale dei peduncoli cerebrali che pe chiari.
108
NEUROANATOM,
BASE CRANICA
Nell'insieme la base cranica (Fig. 4.10) forma una figura ovale tondi (visibili dall'alto come fessure perché orientati
suddivisa in tre parti che corrispondono alle tre fosse craniche an- mente), i forami ovali e i forami spinosi. Inoltre, sulla faccia Zontal
ant
teriore, media e posteriore. La fossa cranica anteriore è formata laterale della piramide dell'osso temporale, risultavisibilelo ha
dalle parti orbitarie dell'osso frontale, dalla lamina cribrosa dell'os- del canale del nervo facciale (o iato del canale del nervo arantus
so etmoide e dalle piccole ali dell'osso sfenoide con i processi cli- petroso). All'apice della piramide dell'osso temporale si trova
noidei anteriori. Nel suo insieme forma un piano appiattito su cui pertura interna del canale carotideo. ll forame lacero (anteriorel
è
poggiano i lobi frontali del telencefalo con la loro superficie infe- occupato da tessuto fibrocartilagineo.
si
riore.
La fossa cranica anteriore comunica con le cavità nasali tramite
Nella fossa cranica media insinuanoi poli temporali
riori) dei lobi temporali, che con la loro anatomia convessa si ada-
(oante.
i forellini della lamina cribrosa dell'osso etmoide o forami cribrosi. giano sulla concavità delle grandi ali dell'osso sfenoide. Nella pa
l cranica
limitetra fossa cranica anteriore e fossa cranica media è
lito principalmente dal margine posteriore delle piccole ali dell'os-
stabi te centrale della fossa media, sul
corpo dell'osso
poggia l'unica porzione esterna del diencefalo, principalmente
sfenoide,
so sfenoide. rappresentata dall'ipofisi.
La fossa cranica media risulta infossata in un piano più caudale La fossa cranica posteriore occupa un piano caudale rispetto
rispetto alla fossa cranica anteriore. Ë compresa tra il margine po- alla fossa cranica media. Quindi, le tre fosse craniche formano una
steriore della piccola ala dell'osso sfenoide, in avanti e superior sorta di tre gradoni discendenti dall'avanti all'indietro. La fossa
mente, eil margine superiore della parte petrosa o piramide cranica posteriore è ampia e compresa tra il margine superiore
dell'osso temporale, indietro e in basso. Ë costituita dalla grande della parte petrosa o piramide delle ossa temporali e la squama
ala dell'osso sfenoide, dalla porzione orizzontale (faccia cerebrale) occipitale. In essa si trovano il meato acustico interno, il forame
della parte squamosa dell'osso temporale e dalla faccia anteriore o lacero posteriore (in cui è compreso il forame giugulare), il forame
anterolaterale della parte petrosa o piramide dell'osso temporale. sopracondiloideo (canale del nervo ipoglosso) e il forame magno
Al centro si pone il corpo dell'osso sfenoide, sulla cui faccia supe o grande foro occipitale. La fossa cranica posteriore è suddivisa dal
riore si trova, anteriormente, la sella turcica con il solco prechia tentorio del cervelletto ( Riquadro Settiesenivenosidelladura
madre intracranica) in una porzione sottotentoriale e una sopra
smatico o solco del chiasma ottico e, posteriormente, il dorso della
sella con i processi clinoidei posteriori. Nella fossa cranica media si tentoriale. La porzione sottotentoriale contiene il tronco
co e il cervelletto. Sopra il tentorio del cervelletto poggia la super
encefal-
aprono le fessure orbitarie superiori (tra le grandi e le piccole ali
dell'osso sfenoide), i canali ottici (sul chiasma ottico), i forami ro ficie inferiore dei lobi occipitali e temporali del telencefalo.
Sutura sfenoparietale Fossa cranica media lato del canale del n. grande petroso
carotideo
Sutura sfenosquamosa- Apertura interna del canale
Solco per il seno petroso supenore
Forame rotondo
Processo linoideo posteriore
Processo clinoideo
anteriore Sincondrosi sfenoccipitale
Canale ottico -
Clivo
Sutura
sfenofrontale Forame magno
(Grande foro occipitae
Lamina cribrosa
dell'osso etmoide
Forame cieco
Solco per il seno
Cresta frontale- sagittale superiore
Sutura interna
frontoetmoidale C r e s t a ocCipitale internd
Forame lacero
Osso temporale Figura 4.10- Base cranica: faccia endocranica. Sono indicati i principali fori e alcuni particolari della morfologia
Osso etmoide tratteggiata delimita le fosse craniche.
4. Enccfalo 109
V.emissaria parietale
Vv. della falce del
(Vv. della falce cerebrale)
cervello sezionata
Falce del cervello
(Falce cerebrale)
V. meningea media destra Seno sagittale superiore
V.cerebrale media.
Superficiale Seno sagittale inferiore
Seno sfenoparietale destro
Seno retto
Plesso basilare -
Seno petroso
inferiore sinistro
V. oftalmica superiore
Tentorio del cervelletto
Senocavernoso sinistro V. emissaria occipitale,
V. angolare (del naso) sezionata
Figura
OSServar ormazioni della dura madre intracranica o encefalica. Sezlone sagittale del cranto. Demolito l'emicranio sinistro e asportato iencefalo, si
0
dicune formazioni durah e i loro rapporti con i seni venosi.
110
NEUROANATOMA
A. cerebrale anteriore destra
A Derncalosa A. comunicante anteriore
sinistre
A. oftalmica destra
A comunicante
Csteniore sinistra A cerebrale media destra
A meningea mec:a |
Mesencefalo
Sunstra
A cerebrae
postenore sinistra
Cervelletto
Tentorio
del cervelletto
Seno sagittale
Seno trasverso
Superiore
destro
Seno sigmoideo Falce del cervello
destro
(Falce cerebrale
sezionata
Seno sagittale
inferiore Seno retto
Seno intercavernoso
posteriore Seno petroso
interiore d e s t r o
A carotide
interna destra Plesso basilare
Seno trasverso
Seno intercavernoso
anteriore sinistro
Seno sigmoideo
A. carotide
interna Sinistra
Seno petroso
inferiore sinistro
so dei sen
d e l l a d u r a madre
Sinistrg
ie sche/natka
111
4. Encefalo
Fossa
Lamina cribrosa dell'osso etmoide
cranica
N. ottico () sinistro anteriore
Seno intercavernoso anteriore V.oftalmica superiore destra
A.oftalmica
Seno sfenoparietale destro
Seno petroso
Senosagittale inferiore inferiore destro
Altri seni venosi minori (Fig. 4.14) si trovano sul margine superio-
anteriori (piccola circonferenza). Dunque, i processi clinoidei re della parte petrosa o piramide dell'osso temporale e ai lati del
dell'osso sfenoide si formano durante i processi di ossificazione
per la trazione esercitata su di essi da queste strutture legamento- corpo dell'osso sfenoide. Quest'ultimo seno viene chiamato seno
se, cavernoso per la presenza di numerosi setti che ne sepimentano il
pofisi
Diaframma della sella
N. ottico(
A. oftalmica
Processo clinoideo anteriore
N. oculomotore ( l ) -
N. trocleare (V)
A. carotide interna-
N. abducente (VI)
Dura madre
N. oftalmico (V,)
Seno cavernoso
N. mascellare (V,)
Setto del seno sfenoidale Seno sfenoidale
Sella turcica
Osso sfenoide
Corteccia cerebrale
Aracnoide encefalica
Spazio subaracnoideo
Pia madre encefalica
A. cerebrale
V. cerebrale superiore
Sostanza bianca
lume e
costituisce anche una struttura molto particolare,
presenta l'unica struttura venosa dell'organismo che contiene perchérap- circolazione sanguigna. Le
granulazioni aracnoidee, chiamate an-
un'ar- che granulazioni di Pacchioni, si accrescono con l'età e
teria, l'arteria carotide interna (Fig. 4.15).
Inoltre, ben cinque impor arrivare a corrodere non solo la possono
tanti nervi
passanooall'interno del seno cavernoso (nervo abducen- re, ma anche il suo tetto, fino a
parete del seno sagittale superio
te) o sulla sua parete laterale (nervi oculomotore, raggiungere,
e mascellare)
trocleare, oftalmico della volta cranica. In improntandolo, l'osso
per raggiungere i rispettivi territori di distribuzione.
le superiore, che corrispondenza del solco per il seno sagitta-
Un'altra importante funzione dei seni della dura madre serve al suo
passaggio, sulla volta cranica, si tro
è quella vano infatti normalmente escavazioni
di riassorbire il liquido
cerebrospinale o cefalorachidiano o liquor, noidee esuberanti, dovute a granulazioni arac
prodotto dai plessi corioidei e contenuto dentro il sistema ventri- particolarmente evidenti nei
colare intranevrassiale. Dopo aver attraversato Le
granulazioni di Pacchioni vanno incontro soggetti anzianl.
del quarto ventricolo o forame di
l'apertura mediana anche a calcificazione con caratteristicamene
Magendie e le aperture laterali
del quarto ventricolo o forami di Luschka, a
l'invecchiamento.
livello della tela corio
idea del quarto ventricolo, il liquor
passa nello spazio subaracnoi-
deo dove svolge la sua più
importante funzione, che è quella di QUADRO RIASSUNTIVo
protezione meccanica del nevrasse. ll liquido cerebrospinale
continuamente prodotto dai plessi corioidei e quindi deve viene LiQuIDO CEREBROSPINALE
continuamente riassorbito. Le strutture di riassorbimento si essere I liquido cerebrospinale (cfr.
no
prevalentemente a livello del
trova- si forma a livello Fig. 4.6:
In tali
seno sagittale superiore. si trova dentro
dei
plessi corioidei;
sedi, l'aracnoide penetra conestroflessioni globose (gra- le cavità
nulazioni aracnoidee) all'interno del seno passa all'interno dello ventricolari;
venoso, in modo da con-
sentire un rapporto intimo tra lo spazio
subaracnoideo che contie ventricolo, attraverso spazio subaracnoideo a livello del quart
ne il liquor e il
sangue che scorre nel seno venoso (o forame di l'apertura mediana del quarto venri
verso le (Fig.4.16).
granulazioni aracnoidee il liquido viene riassorbito Attra- colo (o foramiMagendie) le
e
di Luschka); aperture
laterali del quarto ve
dalla e
riassorbito a livello
delle granulazioni aracnoidee (di Paccniojoni).
STRUTTURA INTERNA
altre parole, si
Nelmidollo spinale la sostanza potrebbe dire che i neuroni che go
no la
sostanza grigia del con
coinvolta nella formazione dei nervi grigia e in gran parte
è
midollo spinale sono
spinali splancnici. In mente relazione
in
con la funzionalità dei nervinali
e
splancnici. sp
113
4. Encefalo
Arco aortico-
Regione
Capsula OCCipitale
otica Notocorda Figura 4.17 a, Embrione
Capsula visione laterale e sezioneumano in
ottica frontale
attraverso gli archi branchiali
Dermatocranio- ofala
ringei. Nella regione cefalica, dove
Neurocranio- corda dorsale non arriva, la
segmen-
tazione metamerica differisce: non
Capsula olfattiva- è
presente il mesoderma intermedio
Arco ioideo né quello laterale e dal mesenchima
delle creste neurali e dei primi somi-
tomeri originano gli archi branchiali.
b. Architettura fondamentale del
cranio dei vertebrati. Gli elementi
Arco orale- derivati dalle creste neurali sono evi
Arco ioideo- denziati in giallo, quelli derivati dal
Fessure faringee Archi faringei Faringe mesoderma in rosa.
Nucleo motore
somatico somitico
Nucleo effettore Nucleo sensitivo
viscerale viscerale
Nucleo sensitivo
Solco limitante- somatico speciale
Territorio
somatosensitivo Nucleo sensitivo
somatico generale
Territorio
viscerosensitivo
Territorio
visceroeffettore
Flqura 4.18 Schema di sezione trasvers ale del bulbo, a livello medio o
superiore, in cui è ranici.
indicata la posizione reciproca dei nuclei dei ner
4. Encefalo 115
M. elevatore
della palpebra superiore
Ghiandola lacrimale
M. obliquo superiore
Congiuntiva
Tarso superiore -
N. ottico ()
Iride- Anello tendineo comune
(Anello di Zinn)
Pupilla
M. retto laterale -
M. retto inferiore
Tarsoinferiore.
Osso sfenoide
M. obliquo inferiore-
originano sia muscoli sia strutture di rivestimento super- ma nervoso autonomo o vegetativo. Si tratta dei muscoli
ficiale (cute e mucose). Da alcuni archi branchiali si svi- dell'iride dilatatore della pupilla e sfintere della pupilla e
luppano anche visceri (prevalentemente ghiandole). Cia- del muscolo ciliare o del corpo ciliare.
scuna di queste componenti è innervata dal nervo dell'ar- I muscoli estrinseci del bulbo oculare sono innervati da
co branchiale, che quindi deve essere misto. tre paia di nervi cranici:
I I l paio, nervo oculomotore, che innerva cinque muscoli
Nell'omologia con il midollo spinale, i nervi misti sono estrinseci: retto superiore, retto inferiore, retto mediale,
quelli che maggiormente assomigliano ai nervi spinali, per- obliquo inferiore ed elevatore della palpebra superiore;
ché, come i nervi spinali, si occupano di strutture diverse con IV paio, nervo trocleare, che innerva solo il muscolo
esigenze motorie, sensitive e viscerali. Invece, i nervi motori obliquo superiore o grande obliquo;
puri sonó una novità rispetto ai nervi spinali ea tale proposi- VI paio, nervo abducente, che innerva solo il muscolo
to occorre spendere ancora qualche parola nella loro defini- retto laterale.
zione preliminare.
L'occhio èuno dei recettori più importanti dell'organismo Questi nervi, insieme con il XII paio (nervo ipoglosso),
e ben quattro dei dodici nervi cranici sono dedicati a questor- che innerva i muscoli intrinseci ed estrinseci della lingua,
gano. Tre nervi cranici truncali (che emergono cioè dal tron sono nervi motori puri, cioè nervi motori somatici somiti-
co encefalico) sono coinvolti nell'innervazione dei suoi mu- ci, la cui origine reale (origine anatomica degli assoni dai ri-
Scoli intrinseci ed estrinseci. Il bulbo oculare ha ben sette spettivi pericarion) è nel nucleo motore somatico somiticoo
muscoli estrinseci che ne permettono i movimenti in corrispondente.
qualsiasi direzione dello spazio e, insieme con questi, da or- I nervi cranici (o encefalici) sono dodici paia. Pari e sim-
gine metrici, vengono indicati progressivamente con numeri roma-
a un
complesso che richiama l'organizzazione di una ni in base alla loro origine apparente (emergenza dalla
enartrosi (struttura articolare sferoidale che si muove allin super-
terno di una struttura concava corrispondente e che consente ficie del nevrasse) in senso anteroposteriore e rostrocaudale.
la massima Il Ie il II nervo cranico non sono nervi truncali, ma rien-
possibilità di movimento tra i due capi articolar1).
I muscoli estrinseci del bulbo oculare (Fig. 4.19) origi- trano nei
nervi cranici perché, asportando l'encefalo, appaio-
no come due nervi che originano dalla parte più anteriore
nano fuori del bulbo oculare, ma si portano a esso per con
Sentirne il movimento; sono muscoli striati e quindi posso- della base dell'encetalo. Poiché la numerazione dei nervi è
stata fatta partendo dalla parte anteriore verso quella
no essere
controllati dalla volontà. poste
muscoli intrinseci dell'occhio originano e terminano riore, a essi si assegnano i primi due numeri:
interno del bulbo oculare dove svolgono funzioni specifi- I paio: nervo olfattivo;
I I paio: nervo ottico.
ne sono muscoli lisci, quindi involontari, regolati dal siste-
116
NEUROANATON
Formano un cono muscolare perché convergono posterior- spicola ossea viene trasformata in anellin per la presenza
una cartilagine e il tendine si riflette d
mente all'apice della cavità orbitaria e divergono anteriormente portandosi oblin
portandosi nelle diverse parti del bulbo oculare (Fig. 4.20; cfr. Fig. mente dall'alto verso il bass0, mediolateralmente e
dall's
vanti all'indietro sul bulbo oculare. Quando il muscola
4.19). Si distinguono:
obli
quattro muscoli retti, muscoli fondamentali dell'occhio, di- quo superiore si contrae, il bulbo oculare ruota verso
sposti sopra, sotto, medialmente e lateralmente rispetto al bul- no e verso il basso; ester
bo oculare. Il loro tendine segue direttamente la direzione del muscolo obliquo inferiore (o muscolo piccolo obliquo). che
muscolo, per cui è facilmente intuibile la loro azione. Si tratta si trova sotto il bulbooculare e va a inserirsi
obliquamenteli
in
dei muscoli retto superiore, retto inferiore, retto mediale e maniera opposta rispetto al muscolo obliquo superiore. E
retto laterale; nico muscolo estrinseco del bulbo oculare che non origina
due muscoli obliqui, che hanno un'azione sul bulbo oculare dall'apice della cavità orbitaria, ma dalla base della stessa.
che è obliqua come piano di spostamento rispetto a quello de cioè dalla superficie superiore del corpo della mascella;
terminato dai muscoli retti, distinti in: muscolo elevatore della palpebra superiore (cfr. Fig.
che non si attacca al bulbo oculare come gli altri muscoli, mal
4.20),
muscolo obliquo superiore (o muscolo grande obliquo),
che decorre medialmente nella cavità orbitaria e ne rag- tarso (scheletro fibroso della palpebrale contenente le ghian
giunge la regione superomediale, dove è situata una spicola dole sebacee di Meibonio). Origina anch'esso dall'apice della
ossea che serve a far ruotare il tendine del muscolo. Questa cavità orbitaria.
M. M. orbicolare dell'occhio
Legamento palpebrale
mediale
Tarso superiore
Troclea
Legamento palpebrale del m. obliquo superiore
laterale
M. obliquo inferiore
M. retto laterale
M. retto mediale
M. elevatore
della palpebra superiore
M. obliquo superiore
M. obliquo inferiore
M. retto superiore
Anello tendineo
comune
(Anello di Zinn)
N. ottico () M. elevato e
della palpebra sugert*
G h i a n d o l a lacrim e
accessorna
Fornice congiuntivalesupe
elevatore
Tendine del m.
Cripte congiuntivali
Setto orbitario
Sclera
Tarso superiore
M. orbicolare dell'occhio-
Sacco congiuntivale
Ghiandole ciliari
Congiuntiva palpebrale
Ghiandole tarsali
Figura 4.20-a, Muscoli estrinseci del
bulbo ocula- dotto escretore
ree anello tendine0 comune. b, Ghiandola sebacea-
Palpebra superiore,
sezione sagittale. Nella ricostruzione schematica si
dimostrano i rapporti che
contraggono le varie for
mazioni connettivali, muscolari e
ghiandolari. b Cornea
Ciglia
4. Encefalo
117
N. olfattivo ():
bulbo olfattivo -
tratto olfattivo-
-N. ottico ()
Trigono olfattivo
Chiasma ottico -
Ipofisi
Polo temporale
Sostanza perforata
anteriore
Corpo mammillare
Tuber cinereum
Peduncolo
cerebrale
N. oculomotore (I)
N. trocleare (
N. trigemino ()
Ponte
N. abducente (VI)
Bulbo -
N. vestibolococleare (V)
Cervelletto
Polo occipitale
ventrale. La maggor parte dei hervi cranicl emerge dalla superficie ventrale
Fi t.21 Configurazione esterna dell'encefalo visto nella superficie
del
del tronco encefalico.
118
NEUROANATOMIIAA
VII paio (nervo facciale): origina nell'area
Lemergenza, od origine apparente, dei nervi cranici trun- o
cali.
partendo dall'alto, è la seguente: trolivare (come il V paio è un nervo motore ssetta r
p a i o (nervo oculomotore od oculomotore comune): Somatico
branchiale e ne condivide l'origine laterale) soma
origina cranialmente nel tronco encefalico alivello me- VIll paio (nervo vestibolococleare o
sencefalico. E un nervo motore somatico somitico e la sua unico nervo sensitivo del tronco encefalico, statoacustico)
origina late
unzione corrisponde quindi a quella propria delle fibre ralmente nel solco bulbopontino;
che formano la radice anteriore del nervo spinale (che si
Occupa di muscoli di origine somitica). Come la radice
IX paio (nervo glossofaringeo):
origina con alcune
cole lateralmente in alto nel bulbo, a livello della radi.
anteriore del nervo spinale, il nervo oculomotore dovreb- sezio
bulbare superiore;
be originare da una linea ideale
corrispondente al solco .Xpaio (nervo vago): origina a livello della sezione bulba
anterolaterale del midollo spinale. Invece, a causa della re media, sempre con radicole e
sempre dallo stesso solca
presenza del peduncolo cerebrale, la sua origine risulta da cui emerge il nervo glossofaringeo, il solco
spostata medialmente nella fossa interpeduncolare; terale o solco dei nervi misti;
posterola
IV paio (nervo trocleare):
emerge nella parte caudale del XI paio (nervo accessorio): ha unorigine complessa,
mesencefalo, a lato del frenulo del velo midollare supe- prendendo rapporto con il X paio lungo
il suo percorso
riore o valvola di Vieussens. E l'unico nervo cranico che ed essendo costituito da fibre che originano dalla
emerge posteriormente dal tronco encefalico ruotando- com
ponente bulbare e dai primi mielomeri cervicali. La ra-
gli intorno e passando lateralmente al peduncolo cerebra- dice spinale forma un tronco nervoso ascendente che
le per portarsi anteriormente. Passa nella
parete laterale entra nella cavità cranica attravers0 il forame
magno
del seno cavernoso ed entra nella cavità orbitaria tramite dell'osso occipitale e si riunisce alla componente bulbare
la fessura orbitaria superiore. Qui raggiunge il muscolo o radice cranica. Si forma cosi un ram0 unico che si uni-
obliquo superiore che innerva. Il nervo trocleare è più pic- sce al X paio per un breve percorso per poi distaccarsi e
colo rispetto al nervo oculomotore (mentre i nervi
spinali raggiungere in modo autonomo l'obiettivo periferico,
sono di grandezza
pressoché identica, i nervi cranici pos- costituito dai muscoli sternocleidomastoideo e trapezio.
sono variare le loro dimensioni secondo l'importanza Per questo percorso comune e per le sue dimensioni è
quantitativa del loro contenuto in fibre), innervando uno
solo dei muscoli estrinseci del bulbo oculare; stato considerato erroneamente come nervo accessorio
del nervo vago;
V paio
(nervo trigemino): tra i nervi cranici più grossi,
emerge nel punto di passaggio tra ponte e peduncolo ce-
XII paio (nervo ipoglosso): è un nervo motore puro so-
matico somitico originante dal solco anterolaterale, tra
rebellare medio (il rapporto tra queste due strutture è di piramide bulbare e oliva bulbare.
continuità: il fascio di fibre che forma il ponte continua e
si raggruppa posteriormente a formare il peduncolo cere-
bellare medio; in realtà non c'è nessuna separazione ana-
Sezioni del tronco encefalico
e organizzazione dei nuclei dei nervi cranici
tomica tra ponte e peduncolo cerebellare medio e l'emer-
genza del nervo trigemino costituisce il punto convenzio- La
nale di separazione tra queste due strutture);
grossa varietà funzionale dei nervi cranici corrisponde
a
una diversa organizzazione della sostanza grigia del tronco
VI paio (nervo abducente): nervo motore somatico somi- encefalico rispetto a quella del midollo spinale. I nucleiche s1
tico, origina, rispettando la linea di emergenza anterola- formano dalla lamina alare e dalla lamina fondamentale nou
terale, a livello del solco bulbopontino. Gli altri due ner-
vi che si occupano della muscolatura estrinseca dell'oc
Sono presenti a tutti i livelli del tronco encefalico,
derivanuo
ne quindi loro variabilità secondo il livello del tron
una
chio (III e IV paio) emergono molto più cranialmente ri
encetalico considerato. In altre parole, og?nisezione det
spetto al VI paio, quasi in prossimità della cavità orbitaria encefalico ha una composizione di nuclei di sostanza g
(occorre ricordare che il tronco encefalico è appoggiato che riflette le
sul clivo dell'osso occipitale e sul dorso della sela turcica
necessità funzionali proprie delle strta
nervate dal nervo
dell'osso sfenoide, arrivando quindi superiormente al pia originante da quella regione. grigia
Per capire perciò l'organizzazione della sostanza gossibile
no tangenziale passante per i processi clinoidei posteriori, della sostanza bianca del tronco encefalico non
a pochi millimetri dalla fessura orbitaria superiore, dal edollo
studiarne un'unica sezione ideale, come nel caso del m
canale ottico e quindi dalla cavità orbitaria). Questo nervo spinale, ma se ne devono studiare almeno otto
deve quindi compiere un tragitto molto più lungo per rag- t r e sezioni a livello del bulbo:
giungerela cavità e in
orbitaria decorre
questo percorso sezione bulbare inferiore;
sull'osso che costituisce la parte centrale della base crani- sezione bulbare media;
ca. Ne deriva che in caso di trauma della base cranica il sezione bulbare superiore;
nervo abducente può essere leso determinando uno stra- una sezione di passaggio tra bulbo e ponte:
bismo convergente dovuto alla paralisi del muscolo retto sezione bulbopontina;
laterale; due sezioni a
livello del ponte:
4. Encefalo 119
Midollo spinale Terzo inferiore del bulbo Terzo superiore del bulbo
Figura 4.22 Modificazione progressiva della disposizione della sostanza grigia in senso caudocraniale dal midollo spinale al bulbo.
sezione pontina inferiore o caudale; sumendo sempre più una disposizione ad arco che riflette la
-
sezione pontina superiore o craniale; presenza progressiva del quarto ventricolo, che porta poi alla
due sezioni a livello del mesencefalo: disposizione finale mediolaterale delle lamine e quindi alla
sezione mesencefalica inferiore; disposizione dei nuclei dei nervi cranici che si osserva nelle
sezione mesencefalica superiore. sezioni complete del tronco encefalico.
In termini didattici è possibile assegnare un nervo cranico
Le sezioni del tronco encefalico che vengono prese in esa- prevalente a ciascuna sezione del tronco encefalico. Per defini-
me possono essere definite complete o incomplete. Le sezioni zione, nessun nervo può essere in relazione con tutte e sei le
complete contengono l'intera gamma di nuclei che possono categorie di nuclei perché nessun nervo cranico è in grado di
derivare dalle lamine alare e fondamentale: nucleo motore innervare contemporaneamente la muscolatura somitica e
somatico branchiale, nucleo motore somatico somitico, nu- quella branchiale; quindi, per definizione, nessuna sezione del
cleo effettore viscerale, nucleo sensitivo viscerale, nucleo sen- tronco encefalico fa capo esclusivamente a un nervo cranico.
sitivo somatico speciale e nucleo sensitivo somatico generale.
Le sezioni incomplete sono quelle in cui mancano una o piu
Sezione bulbare media
categorie di nuclei. Il nervo di riferimento è il nervo vago.
Le sezioni complete comprendono:
sezione bulbare media; Sagoma La sagoma della sezione (Fig. 4.23; cfr. Fig. 4.22)
presenta anteriormente:
sezione bulbare superiore; la sporgenza della piramide bulbare;
sezione pontina inferiore;
la sporgenza dell'oliva bulbare;
sezione bulbopontina.
e posteriormente:
Le sezioni incomplete sono rappresentate da: il peduncolo cerebellare inferiore;
sezione bulbare inferiore; il pavimento del quarto ventricolo con il solco limitante.
sezione pontina superiore;
Sezione mesencefalica inferiore; Contiene nel terzo posteriore, a ridosso del quarto ventri-
Sezione mesencefalica superiore. colo, i nuclei dei nervi cranici (zona paleoencefalica), nel ter-
zo medio la formazione reticolare e nel terzo anteriore inuclei
A prescindere da quelli che sono i nuclei presenti in una propri del tronco encetalico (formazioni neoencefaliche).
determinata sezione, la posizione dei nuclei della stessa cate Il nervo prevalente della sezione bulbare media è il nervo
goria funzionale rimane pressoché sempre la stessa in rap vago.
porto con le lamine di origine e il solco limitante,
Nucleo motore somatico branchiale: nucleo ambiguo - Il
ezioni complete del tronco nucleo ambiguo (ctr. Fig. 4.23) tornisce tibre motorie per il
encefalico nervo vago che servono a innervare la muscolatura che
origi-
na dal IV arco branchiale. Si tratta delle muscolatura della
Einteressante notare che la disposizione della sostlanza
in senso faringe e della laringe, la cui innervazione è essenziale per la
Ergia del midollo spinale si modifica gradualmente deglutizione e la fonazione, che sono controllate da questi
aldocraniale (Fig. 4.22). Le corna posteriori divergono as
120
ROANATOMIA
Nucleo motore Nucleo effettore Nucleo sensitivo
somatico somitico Viscerale viscerale
Solco limitante Nucleo sensitivo
somatico speciale
Territorio
Somatosensitivo Nucleo sensitivo
somatico generale
Territorio
viscerosensitivo
Territorio
visceroeffettore
Territorio
Somatomotore Nucleo motore
somatico branchiale
più un muscolo deve compiere movimenti raffinati, quanto nervo vago, a cui fornisce
fibre autonomiche o vegetative pa*
tanto più ha bisogno di un numero elevato di complessi, rasimpatiche (Fig. 4.25). Costituisce la maggiore componen
neuroni colloca- te
ti nelnevrasse che lo regolano. Non è importante la parasimpatica cranica del sistema nervoso autonomo. A
del muscolo, ma la raffinatezza dei movimenti che grandezza
il muscolo
questo proposito occorre ricordare che il parasimpatico e
d
è in grado di fare, Viso in due componenti: la parte spinale nei mielomeri sacrar
dipendente dal rapporto tra fibre nervose e li $2, S3 e S4
fibre muscolari. Quanto più è raffinato il quella encefalica nel tronco encefalico.
movimento, tanto Tutti i
nuclei effettori viscerali del tronco encefalico
più si riduce il numero delle fibre muscolari innervate da una a
singola fibra nervosa (concetto di unità motoria). Il rapporto partengono al parasimpatico e questo nucleo (detto ancuc
di innervazione di
Sherrington definisce quindi capacità del
la nucleo motore dorsale del nervo vago) è il più imporaa
muscolo in termini di movimenti raffinati. fornisce fibre pregangliari per l'innervazione del cuore ie
Il nervo ipoglosso innerva la muscolatura polmoni e del sistema
intrinseca ed re
gastroenterico. Il nervo vago deve c
estrinseca della lingua per consentire i movimenti
raffinatis- percio in grado di
te deve raggiungere
tali amen
organie necessa
portarsi a una discreta distanza dalla testa.
Territorio
visceroeffettore
Territorio
somatomotore Nucleo motore
Somatico branchiale
Figura 4.24-Nucleo
motore somatico somitico.
121
4. Ecfalo
Territorio
viscerosensitivo
Territorio
visceroeffettore
Nucleo motore
Territorio somatico branchiale
somatomotore
Contiene neuroni sensitivi deputati alla ricezione di stimo- molto discriminativi (basti pensare a come sono selezionati i
li percepiti in periferia dal nervo vago (Fig. 4.26). I neuro- vini in base alle caratteristiche del gusto). I neuroni pseudou-
ni che percepiscono gli stimoli periferici sono di tipo pseu- nipolari che raccolgonotale sensibilità si trovano anch 'essi
nel ganglio nodoso.
dounipolare e risultano collocati nel ganglio inferiore o
nodoso del nervo vago. Questo ganglio si trova all'inizio
Nucleo sensitivo somatico speciale - Si riferisce alla sensibi-
del percorso extracranico del nervo vago sotto la base cra-
nica, a livello della parte anteriore del forame lacero poste lità auditiva e alla sensibilità vestibolare che non appartengo-
riore. Il ganglio nodoso ha una lunghezza di circa 10 mm. no al nervo vago. La descrizione dettagliata del nucleo sensi-
l prolungamento periferico di tali neuroni si porta alla tivo somatico speciale (Fig. 4.27) è fornita nell'ambito della
periferia per raccogliere stimoli che provengono dalla pa- trattazione della sezione bulbopontina ( $ Sezione bulbo:
rete dei visceri e danno percezioni coscienti (per esempio, pontina).
lo stato di riempimento gastrico) o per la recezione di sti-
Nucleo sensitivo somatico generale - A questo nucleo (Fig.
moli incoscienti destinati a produrre attività riflesse (per
4.28) giungono impulsi della sensibilità generale attraverso
esempio, la tosse o la regolazione del tono di contrazione fibre che appartengono a diversi nervi: trigemino, facciale,
dei muscoli lisci).
Una parte speciale del nucleo del tratto solitario (nucleo glossofaringeo e vago. Quindi anche il nervo vago invia im-
8ustativo) riceve impulsi dalle papille gustative della tonaca pulsi a questo nucleo. I neuroni vagali che raccolgono la sen-
mucosa della base della lingua e del palato molle. Tali impul- sibilità a livello periferico sono neuroni pseudounipolari lo-
Territorio.
viscerosensitivo
Territorio
VIsceroeftettore
Nucle0motere
somatic branhie
Territoriod
SomatoTmotore
Territorio
viscerosensitivo
Territorio
visceroeffettore
Nucleo motore
Territorio
somatomotore
somatico branchiale
calizzati nel ganglio superiore o giugulare del nervo vago, Il nucleo sensitivo somatico generale è definito da al
posto subito sopra il ganglio inferiore o nodoso del nervo Cuni nucleo della radice discendente (o nucleo spínale
vago. giugulare è più piccolo del ganglio nodoso e
Il ganglio
ha una lunghezza di circa 4 mm. Il del nervo trigemino). Questa definizione ha la sua razio-
prolungamento periferico nalità nel fatto che esso riceve soprattutto fibre dal nervo
dei neuroni sensitivi del ganglio giugulare raccoglie la sensi- trigemino. Va tuttavia ricordato che a esso mandano fibre
bilità generale dalla cute del padiglione auricolare, dalla to- diversi nervi cranici, tra cui il nervo vago, come appena
naca mucosa della
faringe e della laringe e dalle meningi. detto.
Nucleo motore
Nucleo effettore Nucleo sensitivo
somaticosomitico viscerale VIScerale
Nucleo sensitivo
Solco limitante somatico speciale
Territorio
somatosensitivo Nucleo sensitivo
somatico generale
Territorio
viscerosensitivo
Territorio
visceroeffettore
Territorio
Nucleo motore
Somatomotore
Somatico branchiale
i l nucleo motore nuclei di questa sezione che non sono in rappor"SOno in rapporto
nucleo sensitivo
somatico generale. solitario); r v o vesti
nucleo sensitivo somatico speciale (nuclei del ner
lococleare).
4. Encefalo 123
Ramo pilorico
del tronco vagale anteriore
Tronco celiaco
Ganglio mesenterico
Superiore
Vaghi destro
e
sinistro in
nervano il fegato. I rami
formano il plesso
recciandosi lesso
un plex
distinto in
epatico, esse
posteriore.
Al piess
epatico
A. epatica propria- epatico anteriore giurnge
nervo gastroepatico denva
vago inistro
Plesso biliare - Te dal nervo
originanti
dal e7
Cuni rami tHdtu
si portano
aile vie o
Plesso celiaco aestro
extraepatiche t o m .
Dotto coledoco- merntre zir
plesso biliare,
N. posteriore del dotto coledoco A. epatica comune mano il nervo postek
d o t t o coledoco
125
4. Encefalo
all'esofago, si disperde nella parete anteriore dello stomaco e manda periarteriosi delle arterie addominali per poi raggiungere i visce
alcune fibre nel piccolo omento. Queste raggiungono l'ilo epatico ri.I plessi periarteriosi addominali sono formati da fibre parasim-
innervando il fegato. II tronco vagale posteriore, che contiene preva- patiche pregangliari del nervo vago e da fibre simpatiche po
lentemente fibre del nervo vago destro, emerge posteriormente all'e- nella pare-
stgangliari. Il secondo neurone parasimpatico si trova
sofago e termina apparentemente nel ganglio celiaco (Fig. 4.31). te degli organi.
Nucleo
del n. ipoglosso
N. i p o g l o s s o (XII) -
riferica.
Ganglio cervicale superiore
Radici del plesso cervicale.
N. piccolo occipitale ramo anteriore:
del primo n. cervIcale (C1)
del secondo n. cervicale (c2)
N. grande auricolare
N. cervicale trasverso-
del terzn. cervicale (C3)
del quarto n. cervicale (C4)
N. per il m. trapezio-
Tronco
Tronco (primario) superiore-
-
A vertebrale
Tranco simpatico
Figura 4.33 Plesso cervicale, Nn. s o p r a c l a v i c o l a r i -
A. succlavia-
tronchi del plesso brachiale,
ansa cervicale e segmento N. toracodorsale.
cervicale del tronco simpat N. toracico lungo-
co, visione anteriore
126
NEUROANATOMIA
Sezione bulbare superiore Nucleo motore somatico somitico Corrisponde alla
superiore del nucleo del ervo ipoglosso descritto parte
Il nervo di riferimento è il ne bulbare media (cfr. Fig. 4.24). nella sez
nervo
glossofaringeo.
Sagoma Presenta le stesse caratteristiche descritte per la Nucleo effettore viscerale E
- molto più piccolo del sotto.
sagoma della sezione bulbare media (cfr. Fig. 4.18). stante nucleo cardiopneumoenterico, da cuiè
completamenta
separato, ed è il nucleo salivatorio inferiore (cfr. Fig. 4.2
Nucleo motore somatico branchiale È il
- nucleo ambiguo Questo nucleo innerva la ghiandola parotide, che è la
(cfr. Fig. 4.23) che nella parte inferiore è
più consistente e dola salivare maggiore più importante. Nel torace e ghian.
fornisce fibre al nervo vago, mentre in
quella superiore tor- me le fibre
nell'adda-
nisce fibre al nervo parasimpatiche pregangliari raggiungono il se-.
T neuroni motori
glossofaringeo. condo neurone a livello della parete degli
organi, mentre
(che sono sempre motoneuroni ae y nella testa esistono gangli specitici che
mandano i loro assoni tramite il nervo contengono il secondo
muscolatura del III arco branchiale. Dal glossofaringeo
alla neurone parasimpatico. E da notare che si descrive cosi
una
Il arco branchiale terza categoria di gangli (tinora sono stati trattati gangli sen-
origina un unico piccolo, ma importante, muscolo che è il
sitivi contenenti neuroni
muscolo stilofaringeo, uno dei tre muscoli che pseudounipolari e gangli del simpa-
originano dal
processo stiloideo o stiliano, che si stacca dalla faccia inferio-
tico contenenti neuroni multipolari
noradrenergici).
I gangli del
re
(superficie esocranica) della parte petrosa o piramide parasimpatico contengono dunque sempre il
secondo neurone della catena bineuronale
dell'osso temporale. Il muscolo
stilofaringeo è importante parasimpatica (co-
linergico) che innerva gli organi della testa (ghiandole salivari
perché è uno dei muscoli longitudinali della faringe: l'orga- maggiori e minori, ghiandola lacrimale, ghiandole nasalie
nizzazione della faringe prevede muscoli che si
dispongono
trasversalmente, i muscoli costrittori superiori, medi e infe- faringee e muscoli intrinseci dell'occhio). La fibra postganglia-
re che nasce dai neuroni di tali
riori, e muscoli che si dispongono gangli utilizza sempre un ramo
longitudinalmente. Questi
ultimi sono rappresentati da un muscolo
del nervo trigemino per
raggiungere l'obiettivo da innervare.
esterno (muscolo I nervo
stilofaringeo) e da un muscolo interno (muscolo palatofarin- glossofaringeo esce dal cranio attraverso la parte
anteriore del forame lacero
geo). Tutti i muscoli della faringe sono innervati dal nervo posteriore e, subito dopo essere
uscito, dà il nervo timpanico o ricorrente di
vago, tranne il muscolo stilofaringeo che è innervato dal ner- Jacobson (Fig
4.34), che torna indietro dentro il cranio, passando
vo
glossofaringeo. Questi muscoli permettono l'importante attraver
riflesso che determina la
SO una
piccola fessura che si trova sul pavimento della cavita
deglutizione. del timpano.
Finestra ovale
Ganglio genicolato
N . grande petroso
N. piccolo petroso
Ramo tubarico
N. stapedio Promontorio
M. stapedio
N. carotideotimpanico
Finestra rotonda
N. timpaniCo
Corda del timpano
N. facciale (VIl) -
A. carotide interna
V. giugulare interna -
Plesso carotideo
interno
Fiaura 4.34 Distribuzione dei ramí del
dell'orecchio medio.
plesso timpanico nella cavità del
timpano destra. La parte mediale della sagittale
cavit è vista in una
se
4. Encefalo
127
lI nervo timpanico entra nella cavità del timpano e inner Papilla vallata
va la tonaca mucosa ivi contenuta (è implicato soprattutto nel
trasporto dolorifico. perché questa mucosa si infiamma facil Papilla foliata
mente, soprattutto nei bambini, causando l'otite media che
produce un forte dolore).
Dopo aver formato un plesso a livello della cavità del tim-
pano,il nervo timpanico prosegue con un piccolo nervo chia-
mato nervo piccolo petroso superficiale, che
emerge dalla
faccia anteriore o anterolaterale della parte petrosa o
pirami-
de dell'osso temporale. Sulla faccia anterolaterale della
mide dell'osso temporale c'è lo hiatus del canale del nervopira-
Papilla filiforme
facciale, o iato del grande petroso superficiale, una pic-
nervo
cola fessura che è seguita da un
piccolo solco che va verso Papille
lavanti, il solco per il nervo grande vallate
nervo piccolo
petroso superficiale. Il
petroso superficiale decorre parallelamente al
nervo grande
petroso superficialee si porta verso il forame Papille
ovale, qualche volta attraversandolo, foliate
in una piccola fessura vicino al qualche volta passando
forame ovale, portandosi cosi
sotto la grande ala dell'osso
sfenoide e venendosi quindi a Papille
trovare nella fossa
infratemporale.
deo mediale o interno e il
Li, tra il muscolo pterigoi- filiformi
muscolo pterigoideo laterale o
esterno, c'è il nervo mandibolare, sulla cui superficie interna Papilla fungiforme
è attaccato un piccolo ganglio, il ganglio otico, dove Papille
termina
il nervo
piccolo petroso superficiale. Questo è il ganglio fungiformi
simpatico per l'innervazione della para
ghiandola parotide: qui
avvengono le sinapsi e originano le fibre
entrano nel nervo mandibolare (branca del postgangliari
che
all'interno della ghiandola passa proprio Figura 4.35 Distribuzione delle papille sulla superficie della
-
lingua e
Simpatica
che le
stimola la secrezione salivare, ma è da ricordare dono stimoli di natura meccanica; le altre
a rispon- e
ghiandole salivari ricevono anche fibre simpatiche che contengono anche calici gu-
stativi rispondendo, quindi, anche stimoli chimici. a
inibiscono la secrezione salivare.
Nucleo sensitivo viscerale: nucleo del tratto solitario
a
-
papille vallate o circumvallate del V le I gangli coinvolti nella recezione sensoriale del
Le
u r e più elaborate per la recezione gustativa. Il nucleo
linguale sono
glossofaringeo sono due, come per il nervo vago: il ganglio
nervo
128
NEUROANATO:
Nuclei mesencefalic
principale e spinale
del n. trigemino
N. piccolo petroso
Ganglio otico
N. auricolotemporale
Ghiandola parotide
A. linguale
Ganglio cervicale inferiore
A. carotide esterna -
Glomo carotideo
A. carotide comune
Figura 4.36 Connessioni dei gangli otico, sottomandibolare e sottolinguale: rappresentazione schematica. Nei tre gangli prendono arrestoo
parasimpatiche (verde) che hanno la loro origine nei nuclei salivatori superiore e inferiore (VIl e IX paio). Sono rappresentati anche il glomo carotideo
seno carotideo, formati rispettivamente da chemiocettori e pressocettori i cui impulsi sono trasmessi attraverso il nervo glossofaringeo.
questo nervo è l'unico nervo respirazione tranquilla avviene infatti in seguito ad al meta
esclusivamente da fibre che si occupano del trasporto di impulsi livello di CO, nel
sangue. Le lievi variazioni di CO, dovuatideo ard
sensitivi viscerali). bolismo cellulare vengono epite dal n e r v o del
seno o
carotideo arrivano al nucleo del tratto che manda impulsi al nucleo del tratto solitario, il quaenediano
Tramite il nervo del seno
la sopravvivenza
solitario impulsi che risultano fondamentali per ta, Invia impulsi ai neuroni localizzati nel nucleo cent qucleo
adattamenti respiratori e cardiocir del corno anteriore di sostanza rigia del midollo spin
(riflessi viscerali che mediano da cui orgin
Occorre rilevare che il glomo carotideo e il seno caroti- del nervo frenico), a livello dei mielomeri C3, C4 e C5. aa
colatori). e insi?ie
Infatti, l'arteria carotide
deo sono localizzati in regioni strategiche. nervo frenico, inducendo contrazione del diaframl
per la vascolarizzazione dell'en- zione.
interna è l'arteria più importante
4. Encefalo 129
Solco limitante-
Fascicolo longitudinale nediale
Peduncolo cerebellare medio -
Nucleo muconasolacrimale
Nucleo del tratto solitario
Tratto spinale del n. trigemino
4.40) formato da due nuclei più piccoli che innervano strut- II nucleo muconasolacrimale innerva le ghiandole nas
ture differenti
i l nucleo salivatorio superiore;
li, le ghiandole salivari minori (nel palato), le ghiandole arur
. i l nucleo lacrimale o muconasolacrimale.
gee (nell'orofaringe) e la ghiandola lacrimale.
Le fibre che partono da questo nucleo decorrono nel ne
facciale che abbandonano con un ramo collaterale, l
Il nucleo salivatorio
superiore innerva le ghiandole sali- u
vari maggiori sottomandibolare e
sottolinguale. Le fibre che grande petroso superficiale. Questo nervo raggiunge
sede
esocrani a.
me lacero anteriore e lo attravers Qui, in
originano dal nucleo salivatorio superiore passano nel nervo riceve fibre simpatiche dal plesso carotideo o pericaro
Solco limitante
Peduncolo cerebellare medio- Fascicolo longitudinale mediale
Nuclei vestibolari (VIl)- Nucleo del n. abducente (M
Nucleo cocleare dorsale(Vi
Nucleo salivatorio superiore
Nucleo muconasolacrimale
solitario
tratto
Nucleo del
trigemino
del n.
lratto spinale
Tratto spinotalamico- trigemine
spinale del
n.
Formazione reticolare
Solco basilare N. abducente (VI)
Figura 4.40- Nucleo
effettore viscerale.
4. Encefalo 131
Ramo cervicale
Figura 4,41-Decorso dei nervi facciale e intermedio e loro rami comunicanti conaltri nervi: rappresentazione schematica. La com-
ponente motoria somatica (in verde) appare nettamente predominante su quella effettrice viscerale e sensitiva viscerale specifica (in
golo), I nervo petroso superficiale esterno è un piccolo ramo comunicante con il plesso simpatico intorno all'arteria meningea media.
sezjonatoD
mascellare. ganglio pterlgopalatino e ganglio trigeminale, in una visione lateralo dells
Parete oo ervi olfattivo, nasali e palatini del nervo
della cavità nasale sinistra dopo asportazione della sua parete laterale.
e
132
NEUROANATOMIA
Bulbo olfattivo
Tratto olfattivo, sezionato
Filamenti olfattivi- N. ottico (1), sezionato
N. etmoidale anteriore:
rami nasali mediali -
Lamina orbitaria
ramo nasale esterno -
dell'osso etmoide
Cartilagine del setto nasale-
Palato duro
Labbro superiore
Figura 4.43- Sezione sagittale paramediana della cavità nasale sinistra, visione
liare, a sua volta ramo del nervo oftalmico (V,), fornisce rami nasali interni laterale sinistra. Il nervo etmoidale anteriore, ramo del
mediali, mentre rami nasali posteriori nervo nasoc
mascellare (V,). lI nervo nasopalatino, che origina dal superiori mediali sono forniti dal nervo
ganglio stenopalatino, innerva il terzo anteriore del
palato.
l ganglio
un ramo del pterigopalatino o sfenopalatino èconnesso
nervo co
cui decorrono le fibremascellare, il nervo infraorbitario, col
dola lacrimale. postgangliari che si portano alla gnian
Dal ganglio
ti dalle fibre sfenopalatino originano diversi nervi
postgangliari:
(nervi palatini), altri aleuni si portano verso costitu
il
medialmente vanno
ringe (nervi nasali e nervo nel
bass
naso e nella la
Uno di essi, il nervofaringeo).
setto nasale (Fig. nasopalatino di Scarpa,
raggiunge
centrale del palato,4.43),
"
lo
percorre
dove si trova il raggiungendo la regio
sandolo entra nel palato. I due terziforame incisivo, e attraver
innervati dai nervi palatini posteriori del palato sono
nervo nasopalatino di maggiori, il terzo anteriore
Scarpa (Fig. 4.44). da
prevalentemente Questi nervi sono
contengono anchecompostl da fibre del nervo
Nn. palatini minori fibre paras1impatiche trigemino, ma
nienti dal ganglio postgangliari
Ia ghiandola sfenopalatino
e
sono prove
Figura 4,44- Innervazione del palato. quindi nervi
lacrimale raggiunta attraverso un
e misti.
percorso
4. Encefalo 133
N. frontale Nucleo
di Edinger-Westphal
N. lacrimale
Radice lunga o sensitiva N. oculomotore
del ganglio ciliare
N. nasociliare
Ganglio ciliare
Ganglio trigeminale
Radice simpatica
del ganglio ciliare Nucleo sensitivo principale
del n. trigemino
Radice motoria o parasimpatica
del ganglio ciliare Nucleo salivatorio superiore
VII
Ramo zigomaticotemporale
del n. zigomatico Nucleo motore
del n. facciale
Ramo inferiore
del n. oculomotore Ganglio genicolato
Figura 4.45- Rappresentazione dell'unità funzionale lacrimale. llflusso di lacrime è modulato in via riflessa attraverso impulsi che dalla superficie
oculare e dalle vie nasali viaggiano nel nervo trigemino verso la sinapsi nel nucleo salivatorio superiore.
più complesso (Fig. 4.45): le fibre si portano dal ganglio sfe- I prolungamenti periferici dei neuroni sensitivi primari si
portano nel padiglione auricolare e nella lingua. Per raggiun-
nopalatino al nervo infraorbitario (ramo del nervo mascella-
re, seconda branca del nervo trigemino), poi seguono il ramo gere la lingua, utilizzano la corda del timpano e il nervo lin-
del infraorbitario che si porta alla guale. L'innervazione della lingua riguarda i calici gustativi
nervo regione zigomatica che si trovano anteriormente al solco terminale o V linguale.
(nervo zigomatico) e tramite il ramo comunicante lacrimale Il prolungamento centrale termina nella componente gustati-
del nervo zigomatico raggiungono il nervo lacrimale (ramo va del nucleo del tratto solitario (Fig. 4.46).
del nervo oftalmico, prima branca del nervo trigenmino) che
entra all'interno della ghiandola lacrimale. I neuroni che raccolgono gli stimoli sensitivi somatici dal
padiglione auricolare raggiungono con il loro prolungamento
Nucleo sensitivo viscerale: nucleo del tratto solitario - Co- centrale il nucleo sensitivo somatico generale.
me di regola, gli impulsi sensitivi viscerali vengono raccolti
Nucleo sensitivo somatico speciale - Si riferisce alla sensibi-
da neuroni pseudounipolari localizzati in un ganglio perife- lità auditiva e alla sensibilità vestibolare che non attengono al
rico sensitivo. In questo caso, il ganglio è dislocato in una
Sede molto nervo facciale. La descrizione dettagliata di questo nucleo
particolare (Ð Riquadro Decorso periterico ael
canale del (che comprende i nuclei cocleari e vestibolari, Fig. 4.47) è for-
Hervo facciale), alivello del ginocchio del
primo nita nella sezione bulbopontina (9$ Sezione bulbopontina).
nervo facciale: si tratta del ganglio genicolato.
- Fascicolo longitudinale mediale
Solco limitante-
Nucleo del n. abducente (VI)
Peduncolo cerebellare medio -
Nucleo cocleare dorsale (VIll)
Nuclei vestibolari (VI)
Nucleo salivatorio superiore-
Nucleo del tratto solitario
Nucleo muconasolacrimale Tratto spinale del n. trigemino
Nucleo spinale del n. trigemino
Tratto spinotalamico-
N. vestibolococleare (Vil)
Lemnisco mediale
Nuclei pontini laterali- N. facciale (VI)
viscerale.
Nucleo sensitivo
Figura 4.46-
134
Soico limitante
Fascicolo longitudinate mediale
Nucdeo del n.
SEUROASAT
Peduncolo cerebellare medio abducente Vi
Nuctei vestibolari (Vil) Nudeo cocdeare dorsale
Nucleo sairvatorio superiore
Trattospinotalamico
Lemnisco mediale
N. vestibolococieare Vi trigem
Nuclei pontini laterali
N. facciale V
Fibre corticospinali,
corticobulbari e corticopontine Nucleo del n.
facciale (Vi)
Nuclei pontini mediali Formazione reticolare
Solco basilare N. abducente (Vi)
il
FUNZIONI DEL NERVO
FACCIALE trigemino, nervo facciale inviai
il
Innervazione della muscolatura
mimica della faccia
prolungamenti centrali dei neuroni
glio genicolato ( Riquadro pseudounipolari ga
del
ne mimica,
masticazione e fonazione).
Innervazione parasimpatica
(funzio- Decorso
ciale) che raccolgono la sensibilità periferico del nervi
delle somatica generale anc
giori(ghiandola sottomandibolare e ghiandole salivari mag- del
padiglione auricolare (Fig. 448).
e delle ghiandola sottolinguale)
ghiandole salivari minori (ghiandole
ghiandole nasali, delle
la lacrimale.
palatine), delle
ghiandole faringee e della
Innervazione gustativa dei ghiando- DECORSO PERIFERIco DEL NERVO ABDUCENTE
due terzi anteriori della
Innervazione sensitiva generale nervo abducente emerge dal solco bulbopontino in und posiz
del
padiglione lingua. auricolare.
ne che
corrisponde nel midollo spinale al solco anterolateraled
emergono le fibre motorie
NuCLEI DEI NERVI punto di per la muscolatura
striatd (cfr. Fig..4.21
PONTINA INFERIORE NONCRANICI NELLA SEZIONE emergenza del nervo abducente dal
stante dall'obiettivo troncoe
CONNESSI da innervare Iscolo retto laterale estr Od
DEL NERVO FACCIALECON LE ATTIVITÀ bulbo oculare). Per (musce C o r e un
bo oculare il
muscolo retto (nucleo del nervo abdu-
laterale estrinseco
nell'orbita e
raggiungere muscolo
il
su che utilizza|
retto laterale. Ques
fungope
Nucleo sensitivo del bul- corso sulla base mi dela base
con le
attività vestibolo- conseguente
del muscolo
alla improvvisamente
lesione del nervo
a
ismo
Filamenti N. ottico ()
olfattivi (1)
N . oftalmico (V)
N. mascellare (V,)
N. mandibolare (V)
Ramo meningeo
A carotide interna- del n. mandiboBare
(N. meningeo medio o n. spinoso)
N. Oculomotore (l)
N. piccolo petroso
Ganglio trigeminale- (Radice parasimpatica
N. trocleare (V)- del ganglio otico)
N. abducente (VI) Nn. facciale (ViIl)
e vestibolococieare (Vil)
N. ipoglosso(XIl)-
Nn. glossofaringeo (X)
e vago (x
N. accessorio (X)
V. giugulare interna
Tentorio
del cervelletto
Falce del cervello-
Cresta verticale
Cresta trasversale
Area vestibolare inferiore
Ganglio genicolato -
M. tensore del
timpano-
Prominenza del canale
del n. facciale
Tuba uditiva
Staffa -
N. stapedio
V. giugulare interna -
Tegmen tympani
Testa del martello - Incudine
Processo breve
Processo anteriore
del martello
dell'incudine
Corda del timpano
A. timpanica Processo lungo
anteriore dell'incudine
Tendine Testa della staffa
del m. tensore
del timpano, N. facciale (VII),
sezionatoO
sezionato
Manico
del martello
Tuba uditiva
A. timpanica
Membrana posteriore
del timpano A. stilomastoidea,
sezionata
Tegmen tympani
Finestra ovale - Ganglio genicolato
N. grande petroso
N. piccolo petroso
Promontorio
Prominenza del canale
semicircolare laterale
M. tensore
del timpano
Eminenza piramidale-
Tuba uditiva
M. s t a p e d i o -
V giugulare interna
Seno del timpano
A. etmoidale
Parte petrosa o piramide dell'osso temporale
posteriore
piramide dell'osso temporale contiene alcu-
N. ottico ()
La parte petrosa o
Catena
degli ossicini dell'udito
N. vestibolococleare (VII):
- n. vestibolare
- n. cocleare
Membrana
del timpano
Dotto endolinfatico
S a c c o endolinfatico
Padiglione
auricolare Organo
vestibolococleare
Acquedotto
della coclea
Tuba uditiva
-Fessura petrosquamosa
Tegmen tympani
Solco per il seno Sonda nello iato del canale
petroso superiore del n. grande petroso
Solco per il n. grande petroso
Solco per il seno Sonda nello iato del canale
sigmoideo del n. piccolo petroso
Incisura trigeminale-
Figura 4.55 Osso temporale, faccia endocranica, visione da dietro; sono evidenti le facce superiore e posteriore della parte petrosa; sono evidenti gli
iati dei nervi grande petroso e piccolo petroso, in cui sono state inserite sonde.
La parte petrosa o piramide dell'osso temporale, vista dall'alto, La parete labirintica o mediale (cfr. Fig. 4.52 b) è costituita da
presenta due facce (Fig. 4.55): posteriore o posteromediale, in cui una struttura ossea sporgente detta promontorio, che presenta
è presente il meato acustico interno, e anteriore o anterolaterale, in superoposteriormente la finestra ovale e inferoanteriormente la
Cui si osservano lo hiatus del canale del nervo facciale o iato del finestra rotonda. La finestra ovale è aperta e immette diretta
canale del nervo grande petroso, il solco per il nervo grande petro- mente nella cavità dell'orecchio interno, che viene detta vestibolo;
so superficiale) e quello per il nervo piccolo petroso (superficiale), la finestra rotonda è invece chiusa dalla membrana secondaria del
e dove inoltre è spesso visibile la sporgenza del tegmen tympani. timpano.
l tetto (parete tegmentale o superiore) e il pavimento (pa-
Cavità del timpano Guardando l'osso temporale dall'esterno, si rete giugulare o inferiore) della cavità del timpano sono un po'
ricurvi per la presenza dei recessi epitimpanico e ipotimpanico.
O5serva un orifizio che rappresenta il foro di ingresso nel meato La parete mastoidea o posteriore è divisa in due parti:
acustico esterno o canale auditivo esterno.
trari sistema dell'orecchio è formato da tre porzioni: l a porzione più laterale presenta un foro per il passaggio della
corda del timpano (apertura timpanica del canalicolo della cor
orecchio esterno;
orecchio medio; da del timpano) e una piccola piramide (eminenza piramidale)
orecchio interno. che contiene un muscolo, il muscolo stapedio, il cui tendine
esce dall'apice della piramide e sporge all'interno della cavità
Lorecchio esterno è formato dal padiglione auricolare, una del timpano;
la porzione più mediale costituisce una porta di uscita dalla
Struttura a imbuto attraverso la quale le onde sonore sono convo- cavità del timpano, detta aditus ad antrum. L'antro mastoideo o
del meato acustico esterno. Risulta cosi costituito
giate all'interno
in parte dalla cartilagine elastica del padiglione auricolare, in parte antro timpanico è una regione cava che si trova all'interno del
processo mastoideo dell'osso temporale e immette nelle cellu
u
dalla struttura ossea del meato acustico esterno (cfr. Fig. 4.54), il
Tondo e chiuso dalla membrana del timpano, che rappresenta
le o cellette mastoidee. l processo mastoideo è un osso pneu-
lastruttura che chiude lateralmente la cavità del timpano. matico che contiene aria proveniente dalla cavità del timpano.
La cavità del timpano può essere immaginata come una cavita La parete carotidea o anteriore coincide con la parte finale,
Cubica, presentante dunque sei pareti. diretta alla cavità del timpano, della tuba uditiva o faringotim
La parete membranosa, detta anche parete laterale o ester- panica, una struttura cavitaria tubulare molto appiattita che met
d ctr. Fig. 4.52 a), è rappresentata dalla membrana del timpano,
te in comunicazione la cavità del timpano con la faringe. La tuba
tituita da tessuto connettivo ricco di fibre elastiche e fibre co
uditiva arriva, a partire dalla cavità del timpano, fino quasi all'apice
vestita esternamente dalla cute e internamente dalla
to tonaca mucosa. della piramide dell'osso temporale. Per raggiungere la faringe c'è
ancora uno spazio di circa 10-15 mm, in cui la parte ossea della
a cavità del timpano comunica con l'esterno mediante la tuba tuba uditiva viene prolungata da una struttura cartilaginea. Per-
v a faringotimpanica, attraverso la quale è possibile mante tanto, la tuba uditiva presenta una porzione ossea e una porzione
s t e s s a pressione atmosferica da entrambe le parti dela
brana del timpano. É esperienza comune come unimprovv cartilaginea.
La parte cartilaginea della tuba uditiva fa sporgere la tonaca
umento della pressione atmosferica, che può verificarsi per mucosa della parete laterale della faringe. Questa sporgenza della
p i o durante un atterraggio aereo, possa provocare unariau rinofaringe è detta torus tubarius, in corrispondenza del quale c'è
dell'udito conseguente alla tensione esercitata sulla mem abbondanza di tessuto linfatico che nel suo complesso costituisce
tuba
ud e timpano. La deglutizione, che agisce dilatando la la tonsilla tubarica.
fo in grado di ripristinare l'equilibrio della pressione atm0 L'angolo tra il tetto della cavità del timpano e il promontorio
D Sul due versanti della membrana del timpano e quina
della parete labirintica o mediale della cavità del timpano sporge
normalizzare l'udito.
140
NEUROANATOMIA
la staffa, la cui testa si articola con il
processo lenticolare
dell'incudine, mentre la base termina nella finestra ovale, che è
Martello però più grande della staffa. Un legamento della base della
Incudine staffa assicura la completa chiusura della finestra ovale.
Lamina spirale
ossea
Lamina spirale
OSsea
Elicotrema- Base
della coclea
Modiolo
Scala
Ganglio cocleare vestibolare
spirale Scala
nel canale spirale
timpanica
del modiolo
Lamina spirale
N cocleare
Ossea
Modiolo -
Meato acustico
ntermo
Cresta tràsversale
del foro tel mmeat
acustrco interno
Flgura 4.58-Seziane dellacoclea che illustra le modalità di terminazione Figura 4.59 Coclea del labirinto ossea dell'orex hio imtecno destro aper
del ta parziaimente. tù parete di essud 0Sseo compatto appare delimitats
nervo
y'ho di Cortcocleare la posizlone del ganglio cocleare
nel canale
o spirale (o gan-
dall'osso spugnoso della parte petrosa dell'osso temporale
spirale del modiole.
142 NEUROANATOMA
Scala vestibolare
coclea
Elicotrema- Apice della Parete vestibolare
(membrana
vestibolare)
Canali
longitudinali Membrana
del modiolo tectoria
Stria
vascolare
Legamento
spirale
Dotto cocleare
(Scala media)
Prominenza
spirale
Solco spirale
N. Cocleare
Base esterno
del modiolo
all'interno del modiolo Cellule acustiche
Base esterne
della coclea
Lamina basilare
gano
spirale
Cellula acustica
interna
Scala timpanica
dell'orecchio
Figura 4.60 -Struttura
interno. Nell'ingrandimento èillu-
delle tre Lamina spirale ossea:
la disposizione relativa Ganglio cocleare (o spirale) lamella timpanica
strata del-
Scale all'interno del canale spirale all'interno del canale spirale lamella vestibolare
e me-
la coclea: vestibolare, timpanica del modiolo
dia.
sono accompagnate
da tutta
Le cellule acustiche o capellute svolgono
delle cellule capellute
schematica che le sostengono e che
Una rappresentazione una serie di cellule particolari
Corti è riportata nelle immagini c e d della
dell'organo spirale di almeno due funzioni;
dal gruppointer
figura 4.61. esterno di cellule capellute
s e p a r a r e il gruppo
microvilli più lunghi la cui base è molto formano una specie di tunnel (galleria di Cor
Le stereociglia sono no; queste cellule
alla porzione apicale. Il fatto che le stereociglia fila interna da quelle
esterne;
piccola rispetto
porzione apicale più gran ti) che serve a separare la basale
abbiano una base piccola rispetto a una
delle cellule capellute da quella
isolare la parte apicale
più facilmente spostabili.
de serve a renderle molto con falangi o falangee
di Deiters).
filo sottilissimo, che a sua (cellule
Le stereociglia sono collegate da un
Cellula di sostegno
interna
Cellula acustica
esterna
Galleria esterna
Solco spirale
interno
Denti
acustici Solco spirale
Lembo spirale esterno
Lamina spirale
OSsea
lamella vestibolare
lamella timpanica
Stereociglia
Fibre del
n. cocleare
Stereociglia -
Epiteliocito falangeeo
esterno)
arustir
e
A
Organo spirale (di Corti): organizzazione strutturale (a) Dopo aspottazione della membrana tectorna si osservano ibi tre fie d. cehdas
d dkstetne e una fla di cellule acustiche interne, separate daila volta della galerati Loit io galleris interna) A pa alta ingramtiements i
dleorientamento delle cigla sulia cuticota delle celule acustche interne edesterne verse sona anche s struttura e organ szae
h i h e t e r n e e interne e delle tispettive cellule di sostegno id ed ej ib. e. RC Kesset. AH Kardo, Tihsue and ongany a test atas ot
tron
nicrostopy. WH frpeman and Co, t9/9).
a
144
NEUROANATOMIA
Neurone bipolare| Neurone pseudounipolare
-Dendriti
Dendriti
Prolungamento
periferico
che si dirige Pericarion
verso la cute
O un muScolo
(Corpo cellulare
O Soma)
Pericarion Prolungamento
unico biforcato
-(Corpo
O soma)
cellulare
Prolungamento
centrale
Assone
Terminazioni
assoniche
O Sinaptiche
Iperpolarizzazione A riposo modiolo) per raggiungere la base del modiolo nella lamina detta
Depolarizzazione tractusspiralis foraminosus (i forellini di questa lamina formano
una spirale
Figura 4.62 Meccanismo di trasduzione meccanoelettrica rispettando 'organizzazione spirale delle fibre). At
le attraver- traversato il tractus spiralis foraminosus le fibre
so
stereociglia, rappresentazione schematica. Si formano la com
e movimento effettuato dai tip link e dalle molle notino la disposizione
il ponente auditiva del nervo vestibolococleare o statoacustico.
dono ad aprire i canali ionici. d'apertura, che provve Lepitelio del legamento spirale produce un liquido simile à
Quando uno stereociglio viene
uno
stereociglio più alto, il tip link si allunga e apre un canalespinto verso quello intracellulare (ricco di potassio e
vicino più alto
permettendo l'ingresso di ioni potassio (K') e calcioionico del
fa. Nelle scale vestibolare e
povero di sodio): l'endolin
(Ca2"). timpanica è invece presente un
con le caratteristiche liquido
proprie di quello extracellulare (ricco di sodi0
e povero di
potassio): la perilinfa.
pseudounipolare. Da qui si staccano i due prolungamenti
periferico). (centrale
I neuroni Labirinto membranoso
bipolari connessi con
localizzati a livello della base dellal'organo spirale di Corti sono Nel resto del labirinto
loro lamina spirale ossea. Con il osseo è localizzato un labirinto
mem
prolungamento periferico vanno a raccogliere branoso, collegato con il dotto cocleare (Fig. 4.64) e
lo stimolo
principalmente a livello della fila prossimale delle cellule da una sottilissima membrana che delimitd
te mediante una sinapsi citoneurale. Il capellu- fologia del labirinto osseo. riproduce esattamente id
discende (spiralizzato prolungamento
perché origina da neuroni centrale Sula parete laterale del vestibolo
le nella coclea)
nell'asse centrale del modiolo disposti a spira- ture (Fig. 4.65)
sono presenti alcune intosd
(canale spirale del denominate:
recesso ellittico;
Dottoendolinfatico-
Saccoendolintatico- Dotto
cocleare
Dotto
reunientee
Anmpolla Imetnbranosa posteriore 4.64
Labirinto nme
Figura
branoso: iabirinti vest:ho1a
Cieco vestibolare Cocleare doorecro
destro, Visine
ialiaru*
4. Encefalo 145
Sacculo
Braccio membranoso
comune
Dotto
Cocleare
Dotto endolinfatico
Dotto
reunientee
Sacco endolinfatico
Cieco vestibolare -
Figura 4.65- Labirinto membranoso: labirinti vestibolare e cocleare dell'orecchio interno destro. Visione dal lato interno.
Labirinto osseo
Canale semicircolare
anteriore
Perilinfa
Labirinto
Canale semicircolare membranoso
laterale Endolinfa
Organo dell'udito:
labirinto cocleare
Finestra ovale
Finestra rotonda -
Tuba uditivaa
schematica all'interno di
una sezione dell'osso nporale. a, Medialmente alla cavità de
tempo
membranoso, fappresentazione
hpanini rinti osseo e in
in violetto la peniinta, g o i
e n d o a j . D, >ezione trasversale di un canale semicicola
ià labirinto
ha nestra
ro costituito da dotti contenenti liquido
the
i fluidi contenuti
146 NEUROANATTOMIA
Cupola ampollare
Ampolla Accelerazne
angolat
Vestibolo- Flusso
Labirinto dellendolinta
vestibolare
dotti
semmcircoilari
Cellule vestibolari,
ciliate
Cresta ampollare- - N. vestibolare
Figura 4.67-Creste ampollari dei dotti semicircolari, rappresentazione sche tica. II chinociglio e le stereociglia più alte sono rivolti verso il vestibolo
e quindi lo spostamento dell'endolinfa verso il
vestibolo determina la depolarizzazione.
147
A.68-Labirinto
vestibolare: macule
dell'utricolo del sacculo
Figurlrastruttura degli elementi sensoriali delle
macule dell'u-
e
Centriolo
Piastra
cuticolare
apicale
Utricolo
Terminazione
Macula dell'utricolo sinaptica afferente
(terminazione
assonale
N. vestibolare caliciforme)
Nucleo
Terminazioni
sinaptiche
efferenti
Macula
Cellula dell'utricolo
Cresta sensoriale
ampollaree
Cellula
Stereociglia Cupola di sostegno
ampollare
Cellula vestibolare
ciliata
Fibra nervosa Otoliti
Cellula vestibola afferente
di sostegno (dal n. ampollare)
Fibra nervosa
S i e efferente
Solco Fibra nervosa
ampollare efterente
Fibra nevosa
atterente
(dai n. utricolarel
Spazic perilinfatico
Ganglio vestibolare
(Ganglio di Scarpa)
N. vestibolare
N. cocleare
N. facciale (V)
N. sacculare
N. ampollare posteriore
Figura 4.69 Distribuzione dei nervi vestibolare e cocleare nel
-
lita per dimostrare i labirinti vestibolare e labirinto osseo destro. Visione dall'esterno.
cocleare. Parte del complesso osseo e stata
demo
afferenti provengono da neuroni localizzati in un
nucleo
superiore. ll fascio di fibre che collegapontino:
il nucleo olivare se e un movimento lineare stimola le macule vestibolari: se
nucleo all'organo questo é un movimento lineare sul piano orizzontale stimola
spirale
di Corti prende il nome di tratto la
ma
cleare o fascio di Rasmussen. olivoco cula dell'utricolo, se è un movimento lineare in senso
le stimola lamacula del sacculo; vertica
Recezione vestibolare- I recettori delle macule e delle
creste am-
se e un movimento rotatorio stimola una delle creste ampol
pollari sono attivati da spostamenti
della testa. Quando la testa lari, qualunque sia la
si rotazione.
sposta, muove ovviamente anche tutta la
ma il liquido endolinfatico si
componente ossea, Eda notare
sposta con un minimo di inerzia. Que- che tutti questi
movimenti inducono
iniziale. Una volta che il un'attivazio
sto fa si che ci sia una frazione di secondo in cui la
testa si muove
recettoriale solo nell'atto
ma il liquido endolinfatico rimane fermo. atto in modo
costante non movimentoe
Il liquido endolinfatico segue quindi lo
spostamento, ma solo possono riprendere solo in provoca più alcuno stimolo. Gl st
presenza di modifiche del movimeno
una frazione di secondo dopo che si è mossa la
testa. Questo siste- (accelerazione, decelerazione).
La
ma permette di flettere le
stereociglia, perché è come se si creasse maggior parte degli
un flusso che ha direzione inversa pale quelo di impulsi vestibolari ha come scopo
rispetto allo spostamento della nere organizzare attività riflesse che pi
testa. Quindi le stereociglia delle creste ampollari e delle macule 'equilibrio, che è fondamentale consentano di mdi
sono mosse dall'inerzia che ha il liquido endolinfatico
quando la
re
l'equilibrio significa anche per la
sopravvivenza. Mante
testa si muove e qualunque sia il tipo di movimento esso
tare i
pericoli o per fuggire. porsi nelle condizioni ideali per
mantenimento dell aibrio e
può es- difficile sopravvivere. Senza il
sere recepito perché: Per
questo la recezione
primitive tra gli esseri viventi equn
evocativestibolare etro più
ei riflessi
sono
primordial.
Sezione bulbopontina
Il nervo di riferimento è il nervo vestibolococleare o sta-
nucleo effettore viscerale;
toacustico.
nucleo sensitivo viscerale;
nucleo sensitivo
somatico
nucleo sensitivo somatico
Sagoma Dipende dal piano utilizzato: bulbare o pontino ( speciale;
Sezione bulbare superiore e $ Sezione pontina inferiore).
generale.
Nelle
Nucleo sensitivo somatico
figure 4.37 e 4.47 è rappresentato il piano pontino in- a speciale In realtà, è
formare ben sei diversi nuclei -
connessiorganizzato
feriore. che sono
paio dei nervi craniCi:
Nella sezione
bulbopontina è presente la serie stico. 1 nervo con l'V
dei nuclei dei nervi cranici truncali: completa Di questi sei
vestibolare e due alnuclei,
vestibolococleareo
appartengono alstatoacu
quattro
nucleo motore somatico branchiale: sistema acustiPengono sistema
Nel suo insieme, tico.
nucleo motore somatico somitico: questo
conmplesso
"onsiderato dedicato alla recez1one nucleare pud
essere
della
sensibilità somati
149
4. Encefalo
che corrisponde nel lollo spinale alla regione all organo spirale di
c aspeciale, loro prolungamento periferico si portano ai nuclei coclea-
corno posteriore di sostanza grigia. Corti, mentre con quello centrale dirigono
si
del collo del si
del tronco encetalico arrivano fibre pro- ri posteriore o dorsale e anteriore o ventrale. Ogni fibra
In guesta regione nucleo
connessi con la recezione vestibolare e con divide e si porta sia al nucleo cocleare dorsale sia al
enienti dai gangli
la revezione acustica. cocleare ventrale (Fig. 4.70).
Riguardo alla recezione acustica, il ganglio cocleare o spi La modalità di arrivo dell'informazione uditiva ai centri
all 'interno del modiolo, alla base della del tronco encefalico forma un sistema ridondante (ovvero,
rale di Corti si trova
lamina spirale ossea,
e contiene i neuroni bipolari che con il differenti vie in parallelo vengono coinvolte per trasportare lo
Radiazione acustica
fibre genicolotemporali)
Corpo genicolato
mediale
Collicolo inferiore-
Mesencefalo-
Lemnisco laterale -
-Ponte
e lateralmente al
che si dislocano medialmente
corno anterio-
bre proiettive). Bisogna precisare che i tratti vestibolospinali
redi sostanza grigia del midollo spinale, formando il sistema rappresentano solo una piccola porzione dei sistemi mediale
laterale.
mediale e il sistema e laterale.
l sistema mediale include tutti i fascicoli discendenti lo- I nuclei vestibolari devono garantire anche altri impor-
calizzati nel cordone anteriore di sostanza bianca del midol- tanti riflessi. In particolare, il riflesso oculocefalogiroo è
lo spinale e quindi medialmente al corno anteriore. I sistema quello che permette di mantenere lo sguardo fisso nel campo
lateral include tutti i fascicoli discendenti localizzati nel VISIVO anche quando si muove la testa (Fig. 4.72). E facile ca-
cordone laterale di sostanza bianca del midollo spinale e pire che questo riflesso è di fondamentale importanza nelle
quindi lateralmente al corno anteriore ( $ Telencefalo, $ Fi: reazioni di lotta e fuga e quindi nella sopravvivenza dell'indi-
Nucleo interstiziale
i Cajal
M. obliquo superiore
N. trocleare (IV)
N. abducente (V1)
Nuclei vestibolari
Nucleo del
n. abducente
(S, Superiore; M, mediale;
L, laterale; , inferiore)
Formazione reticolare.
parapontina N. vestibolare (VlI!)
152 NEUROANATOMIA
Sezioni incomplete del tronco encefalico
viduo. Si realizza mediante tra i nuclei oculo-
collegamenti
motori. i nuclei vestibolari e quelli che realizzano i movimen- Sezione pontina superiore
ti della testa, in particolare il nucleo del nervo accessorio che
Il nervo di riferimento è il nervo trigemino.
innerva il muscolo trapezio e il muscolo sternocleidomastoi-
deo. Questi collegamenti creano un fascicolo sia ascendente
sia discendente che ha fibre di diverso significato, ma che nel Sagoma È presente anteriormente il ponte e posteriormente
il pavimento del quarto ventricolo, che è delimitato dai
suo insieme serve al riflesso oculocefalogiro. Questo fascicolo pe
decorre nella parte centrale del tronco encefalico e per questo
duncoli cerebellari medi o da quelli superiori e in cui è pre
motivo è denominato fascicolo longitudinale mediale (cfr. sente il solco limitante (Fig. 4.73).
Fig. 4.72). Nuclei del nervo trigemino La sezione pontina superiore
Terzo e ultimo collegamento dei nuclei vestibolari è quello
con il telencefalo. La sensazione cosciente (percezione) del detta anche sezione del nervo trigemino poiché contiene il
nucleo principale del nervo trigemino.
movimento della testa nello spazio avviene soprattutto quan
do il movimento della testa è in accelerazione e decelerazione La maggior parte delle fibre del nervotrigeminoèrappre.
sentata da fibre sensitive che nascono nel più grande ganglio
ed è dovuta a impulsi vestibolari coscienti. Questi impulsi
sono trasmessi dai nuclei vestibolari al talamo (porzione ven- presente nella testa, il ganglio trigeminale (di Gasser), dislo-
cato in una fossetta della base cranica, il cavo trigeminale (di
trolaterale o laterale-ventrale nella regione mediale inferiore)
Meckel), sdoppiamento della dura madre in cui è contenuto il
e da qui alla corteccia celebrale specifica (S Corteccia gu-
ganglio. Questa fossetta si trova più precisamente all'apice
stativae corteccia vestibolare). della parte petrosa o piramide dell 'osso temporale. Il ganglio
trigeminale è a forma di semiluna e per questo è anche detto
ganglio semilunare (Fig. 4.74).
Dal ganglio trigeminale originano tre prolungamenti che
QUADRO RIASSUNTIVo
sono i rami o branche del nervo trigemino (Fig. 4.75):
PROIEZIONI DEI NUCLEI VESTIBOLARI
nervo oftalmico;
Rapporti con il cervelletto, che manda impulsi ai nuclei vestibo nervo mascellare;
lari, i quali, almeno in parte, inviano impulsi al cervelletto. La nervo mandibolare.
il cer
maggior parte degli impulsi vestibolari che raggiungono
velletto proviene direttamente dai neuroni gangliari, quindi dal
I prolungamenti centrali dei neuroni sensitivi pseudou
ganglio vestibolare di Scarpa.
Rapporti con il midollo spinale attraverso i tratti vestibolospinali.
nipolari del ganglio trigeminale formano la radice sensitiva
del nervo trigemino, che entra nel tronco encefalico a livello
Rapporti con il sistema del fascicolo longitudinale mediale per
l'attivazione del riflesso oculocefalogiro. del di passaggio tra ponte e peduncolo cerebellare me-
punto
V i e di impulsi vestibolari alla corteccia celebrale
trasporto degli dio.
per la sensazione vestibolare
cosciente. La radice motoria del nervo trigemino nasce dal nucleo
motore somatico branchiale del nervo trigemino (nucleo
mo-
Lemnisco mediale
Formazione reticolare-
Tratto piramidale-
N. oftalmico
corticonucleari -
Fibre corticospinali e
N. mascellare
Fibre corticopontine N. mandibolare
Corpo trapezoide -
Figura 4.73-Schema di sezionetrasversale superiore del ponte in cui è mostrata la posizione dei nuclei dei nervi cran
153
4. E n c e f a l o
N. mandibolare (V,)
Ramo meningeo
A. carotide interna del n. mandibolare
(N. meningeo medio o n. spinoso)
N. oculomotore ()
N. piccolo petroso
Ganglio trigeminale- - (Radice parasimpatica
del ganglio otico)
N.trocleare (IV)-
Nn. facciale (VIl)
N. abducente (VI)- e vestibolococleare (VIUI)
N. ipoglosso (XI)
-
Tentorio
del cervelletto
dell'osso temporale.
Figura 4.74- Ganglio trigeminale o semilunare (di Gasser) nel cavo trigeminale (di Meckel) all'apice della parte petrosa
Ganglio ciliare
N. mascellare (V,).
(sensitivo somatico)
N. alveolare inferiore
(sensitivo somatico)
omatica in rosso.
154
NEUROANATOMIA
N. OCulomotore (11)
Nucleo di Edinger-Westphal -
Nucleo
del n. oculomotore
Nucleo del n.
trodleare
N. trocleare (IV)
Nucleo mesencefalico Nucleo motore
del n. trigemino del n. trigemino
N.
trigemino (V)
-
dorsale- - inferiore
N. glossofaringeo ()
N. vago (X)
N. accessorio (XI)
Nucleo spinale
del n. trigemino
N. ipoglosso (XI)
Nucleo
del n. ipoglosso
Nucleo
del n. accessorio
Figura 4.76 Locallzzazione dei nuclei dei nervi cranici (in violai nuclei sensitivi
sensitivi specifici,
in rosso i nuclei motori somatici in somatici, in ozzurro il nucleo sensitivo viscerale, in i nucier
e verde i nuclei motori marrone
viscerali).
N. sopratrocleare (V,)-
N. sopraorbitario (V,) -
N. infraorbitario (V,)
N. auricolotemporale (V,)
N. mentoniero (V)
oura4.77Teritori cutanei di innervazione della testa, visione laterale sinistra. I nervo trigemino fornisce, con i suoi tre rami, tutta la faccia e la
eta anteriore del cranio. In gialo, in rosa e in azzurro sono indicate rispettivamente le aree fornite dai nervi oftalmico, mascellare e mandibolare. L'area
punteggiata della regione auricolare è innervata dai nervi facciale (VI), glossofaringeo(IX)e vago (X).
Cali, in particolare il ramo posteriore del secondo nervo cer- Il nucleo mesencefalico del nervo trigemino è l'unico
cale, il nervo grande occipitale o nervo di Arnold (Fig. nucleo contenuto all'interno del nevrasse formato da neuro
4.77). ni pseudounipolari, cioè da neuroni dello stesso tipo di
L4maggior parte di questo territorio (fatta eccezione per quelli che si trovano nei gangli sensitivi. Per tale motivo
padiglione auricolare, regione innervata anche da altri ner definito anche ganglio intranevrassiale; si pensa infatti che
sia un ganglio sensitivo dislocato nel nevrasse.
Cranici: i nervi facciale, vago e glossofaringeo) è innervata
dal nervo trigemino. I grossi neuroni pseudounipolari di questo ganglio invia-
racendo un paragone con il midollo spinale, il nucleo no il loro prolungamento periferico ai recettori propriocettivi
a l e del nervo trigemino corrisponde alla testa del dell'apparato della masticazione. Quindi tale prolungamento
periferico va soprattutto nel nervo mandibolare, che delle
noposteriore di sostanza grigia del midollo spinale,
tre branche del nervo trigemino è quello che si occupa delle
arrivavano i prolungamenti centrali dei neuroni strutture del'apparato della masticazione. Il prolungamento
eudounipolari localizzati nei gangli spinali. Questo nu- centrale di tali neuroni ha probabilmente due obiettivi:
a diverse caratteristiche anatomiche di somiglianza
Con il nucleo spinale del nervo trigemino o nucleo della radice
nalen0 posteriore di sostanza grigia del midollo spi- discendente (per la propriocezione incosciente: riflessi
tCompresa la presenza di un cappuccio di sostanza della masticazione);
gelatinosa. il nucleo principale del nervo trigemino (per la proprioce
nucleo principale (o pontino) del nervo trigemino si zione cosciente).
OCcupa della nsibilità tattile discriminativa e, probabil-
hrol della sensibilità propriocettiva cosciente. Riceve Dal nucleo principale e dal nucleo della radice discenden
PTolungamento centrale di neuroni pseuaou te originano vie ascendenti
destinate a raggiungere il talamo:
ati nel
tile ganglio trigemin ihilità tat-
che raccolgono la sensibilità i lemnischi trigeminali.
discrir
riminativa da della cute delle tona-
tutte le egioni e Il lemnisco che origina dal nucleo principale è dorsale e
fattileTmucose della testa che sono in grado di dare sensibilità
m u c o s a della
ha una componente crociata (controlaterale) e una compo-
Iiscriminativa
(come1
cavità orale). Ovviamente per esempio, la nente diretta (omolaterale).
tutti questi territori periferici sono II lemnisco che origina dal nucleo della radice discenden
raggiunti tramite il prolungaamento periferico dei neuroni componente crociata (controlatera-
è ventrale e ha solo una
unipolari, che utiliz i rami periferici del nervo trige-
mino. le) (Fig. 4.78).
156 NEUROANATOMIA
Area di ordine
superiore
Neurone sensitivo
quaternario
Neurone sensitivo
terziario
Talamo,
nucleo ventrale
posteromediale (VPM)
Lemniscotrigeminalee
ventrale
NC V
Mesencefalo - n . oftalmico
(peduncolicerebrali)
n mascellare
- n. mandibolare
Nucleodelmesencefalico
n. trigemino
Tatto, pressione
Dolore, temperatura
Formazione reticolare
del ponte
Neurone sensitivo
primario
Ponte
Nucleo motore
deln. trigemino NCVII
Propriocezione
NC X
Formazione reticolare
del bulbo
Nucleo spinale
del n. tigemino
Tratto posterolaterale
(di Lissauer)
Sostanza gelatinosa
(lamina 1)
davant
al processo pterigoideo dell'osso sfenoide, nella fossa pteld gee e salivari
minori del palato, che sono raggiunte attraverso ii
alatina. Quest'ultima nella sua porzione anternore
fessura orbitaria inferiore. presenta
tali zone.
rami del nervo mascellare diretti in
Si
mascellare penetra nella fessura orbitaria inferiore
e
Portovo
Sul solco infraorbitario della faccia orbitaria del corpo dela Nervo mandibolare
nla, proseguendo poi come nervo infraorbitario. Lungo Il nervo mandibolare si dirige in basso a partire dal ganglio tri-
caloso allinterno della fossa pterigopalatina o sfenopalatina si
Oega con il sfenopalatino. Da geminale. Fornisce un ramo meningeo subito sotto il forame ova-
ganglio pterigopalatino o le, il nervo spinoso, che decorre assieme all'arteria meningea me
est'ultime nascono i nervi balatini, due o tre (generalmente sfenoide.
un
nervo palatino maggiore e due nervi palatini minori), che si dia nel forame spinoso dell'osso
l nervo mandibolare è connesso sul suo lato interno con il gan-
9iore e nal asso e si impegnano nei forami palatino mag glio otico, ganglio parasimpatico per l'innervazione della ghian
palatini minori a livello della lamina orizzontale dell'osso
palatino. Una volta entratonel palato, il palatino maggiore
dola parotide.
nervo
Il nervo mandibolare è stato descritto tradizionalmente suddi-
rOcede verso l'avanti e innerva una parte del palato e la gengiva videndolo in un tronco anteriore, piccolo, e un tronco posterio
linguale.
Dalla
ersi superficie interna del ganglio sfenopalatino
nascono di- re,più grosso (Fig. riteneva
4.81). Si questa descrizione sem-
che
plificasse le cose, poiché si pensava che il tronco anteriore conte
mi che attraversano forame sfenopalatino
il nasopalatino
ed entrano nella
o nesse tutte le fibre motorle del nervo e quello posteriore tutte le
d
mi nasali posteriori cavità nasale.
Cavità t Alcuni si portano poi verso lavantd
fibre sensitive.
dietro
eriori laterali), altri v e r s o il
158
NEUROANATOMIA
-N. ottico ()
A. oftalmica
Ipofisi
-
N. oculomotore (I)
N. abducente (VI)
Seno N. oftalmico (V,)
cavernos0
N. mascellare (V)
Seno
sfenoidale Dura madre
N. mandibolare (V,)-
-N. spinoso
N.temporale profondo Corda del timpano
N. pterigoideo laterale A. meningea media
N. pterigoideo mediale
-N. auricolotemporale
N. buccale A. mascellare
N. linguale
Ganglio sottomandibolare
A. linguale
N. miloioideo
A. carotide esterna
Fossa incisiva-
N. nasopalatino
N.temporale profondo
medio
N. facciale (VI)
N. buccale - N. masseterino
N.
pterigoideo mediale -
N. inguale
N. alveolare inferiore
N. mentoniero
testà s e z i o n a t a a livello della fossa infratempo
npo-
Sinistra della
lgura
tale. 4.81 Decorso, del n e r v o
mandibolare, in una
visione laterale
distrio
stribuzione e rami
160
NEUROANATOMIA
N. linguale- V. linguale
Dotto sottomandibolare -
V. facciale, sezionata
A. facciale, sezionata
Ghiandola sottolinguale-
Ghiandola sottomandibolare
A. sottolinguale -
N. ipoglosso (XI)
Figura 4.82 -
lI nervo linguale, ramo del nervo mandibolare, si avvolge a spirale attorno al dotto sottomandibolare.
In realtà, il tronco anteriore, oltre a dare tutti i rami motori, II nervo linguale riceve un'anastomosi da un nervo in parte con-
quindi i nervi per i muscoli masticatori, il muscolo tensore del tenente fibre
velo palatino e il muscolo tensore del parasimpatiche e in parte sensitivo, la corda del tim
timpano (questi ultimi pano. Questo nervo trasporta fibre
delle ghiandole sottomandibolarepregangliari
due nervi, secondo alcuni, originerebbero direttamente dal tronco per l'innervazio0
ne
indiviso del nervo mandibolare), fornisce anche il nervo e
sottolinguale, ma é
anche
buccina- sensitivo in quanto contiene fibre
torio o nervo buccale, che penetra nella bocca sensitive provenienti dai calic
attraversando il gustativi dei due terzi anteriori della lingua (
muscolo buccinatore, muscolo mimico innervato dal nervo Riquadro Decorso
faccia-
le, e va a innervare la tonaca mucosa della
regione laterale della
periferico del nervo facciale).
lI nervo
bocca e una regione della cute della faccia. Un ulteriore linguale si avvolge a
dibolare (di Wharton) (Fig. 4.82).spirale
nervo sen- attorno il
dotto sottoman
sitivo origina posteriormente: il nervo
forma un piccolo anellino lungo il suo
auricolotemporale, che
nervo alveolare inferiore, prima di entrare nel canale mand
percorso che dà passaggio bolare, fornisce il nervo
all'arteria meningea media. Questo nervo contiene fibre miloioideo, che innerva il muscolo mio
parasim- ioideo e il ventre anteriore
patiche postgangliari per la ghiandola parotide che del muscolo digastrico (che
derivan
dal provengono dal primo arco
branchiale).
ganglio otico; si porta nella regione parotidea, davanti al padi vello della
Entra poi nel canale
mandibolare a
glione auricolare, innervandola. superficie interna del
della mandibola e
Due rami rami per i denti sino ai
ramo
dà tutt
principali originano dal tronco
posteriore del nervo divide infine in un ramo
canini compresi (rami dentali
inferion
mandibolare: il nervo lingu che si porta alla che fuoriesce dal forame
do la sensibilità generale, e il nervo lingua raccoglien- nnerva la cute del mento e
del labbro inferiore (nervo
mentoniero
alveolare inferiore, che tra- ro)e in menton
un ramo
sporta la sensibilità dell'arcata dentale inferiore (cfr. Fig. 4.81). incisivo che prosegue per
ti incisivi (cfr. Fig. 4.75). l'innervazione dei ot
Clava
Tubercolo cuneato Fascicolo gracile
Canale centrale Nucleo gracile
Tratto spinale Fascicolo cuneato
del n. trigemino (V)
Nucleo cuneato
Nucleo spinale
del n. trigemino (V) Fibre arcuate interne
Nucleo del n. ipoglosso Fascicolo longitudinale mediale
Tretto spinocerebellare posteriore
Nucleo del n. accessorio (XI)
Tratto spinotalamico laterale
Tratto spinocerebellare anteriore
Decussazione dei lemnischi mediali
Nucleo olivare
Lemnisco mediale accessorio mediale
Piramide bulbare
Figura4.83- Estremità caudale del bulbo, sezione trasversale. Dorsalmente è possibile evidenziare i fascicoli gracile e cuneato con i relativi nuclei, dai
quali si dipartono le fibre arcuate interne che vanno a formare il lemnisco mediale.
Nucleo motore somatico branchiale e nucleo sensitivo so- li sono per definizione nervi misti. Il nervo accessorio è inve-
matico generale Nella sezione bulbare inferiore sono pre- ce un nervo motore puro, privo della componente sensitiva.
Senti solamente due nuclei: uno motorio e uno sensitivo. Cor- Dal VI arco branchiale deriva parte della muscolatura del
rispondono alle estremità caudali dei nuclei che si trovano collo. Si tratta di una parte dei muscoli sternocleidomastoi-
nella sezione completa del bulbo (sezione bulbare superiore) deo e trapezio, che sono innervati anche dal plesso cervicale
esonoil nucleo to: soma branchiale e il nucleo e rappresentano quindi muscoli in parte di origine somitica e
sensitivo somatico generale. in parte di origine branchiale.
I nucleo motore somatico branchíale si occupa del VI ar La sezione bulbare inferiore è caratterizzata dalla presen-
co branchiale, che nell'uomo è in gran parte atrofizzato. Le za di altri tre importanti nuclei che appartengono alla cate-
tibre che originano dal nucleo motore somatico branchiale di goria dei nuclei propri del tronco encefalico: il nucleo gracile
questa sezione formano il nervo accessorio. (di Goll), il nucleo cuneato (di Burdach) e il nucleo cuneato
T nervi per le strutture che derivano dagli archi branchia- accessorio (O$ Nucleiproprideltronco encefalico).
N. trocleare (V)
Peduncolo cerebellare Eminenza mediale
Superiore, sezionato
Locus caeruleus
Colicolo facciale
prtezione posteriofe
aszione
1TAari e
dei pedunco
aportazione de Soico mediana
A , trangoio
si
posterore
Primo n. cervicale (C1).
suDero radicole della radice postenore
in
.nsbate, dei quan
162
NEUROANATOMIA
Regione sopraioidea
- - fossa retromandibolare
Figura 4.85 Regioni del collo: visione laterale destra. II muscolo sternocleidomastoideo divide la regione cervicale anteriore, o triangolo anteriore del
collo, con base in alto (mandibola) e apice in basso, da quella laterale, o
triangolo posteriore del collo, con base in basso (clavicola) e apice in alto. La
gione cervicale posteriore è compresa tra i margini anteriori dei due muscoli trapezi, che la
separano dai triangoli posteriori del collo. Il triangolo
re
re del collo è suddiviso in triangoli più piccoli: sottomandibolare,
sottomentoniero, carotideo e muscolare. Il triangolo anterio
nei triangoli occipitalee omoclavicolare. posteriore è diviso ulteriormente
FossA ROMBOIDEA
Dopo aver considerato la maggior parte delle strutture che ne triangolare mediale, detta ala bianca interna, che corrisponde al
determinano gli aspetti anatomici di superficie, è utile tornare sull'a- nucleo del nervo ipoglosso (per questo è detta anche trigono del
natomia della fossa romboidea, che caratterizza la parte centrale
della faccia posteriore del tronco encefalicoe costituisce il pavimen-
nervo ipoglosso). Lateralmente all'ala bianca interna,
una zona si-
mile, biancastra, che sconfina nella parte pontina, è detta ala
to del quarto ventricolo, e a cui si è accennato nello studio dell'ana bianca esterna (o area vestibolare) e corrisponde ai nuclei del
tomia macroscopica del tronco encefalico (cfr. Figg. 4.4 e 4.84). nervo vestibolococleare o statoacustico. Tra l'ala bianca interna e
La fossa romboidea è delimitata lateralmente dai margini di attac- l'ala bianca esterna è dislocata una regione grigiastra detta ala
co dei due veli midollari, superiore e inferiore, sui peduncoli cerebel- cinerea (trigono del nervo vago o vagale), che corrisponde ai nu-
lari. Una serie di strie divide la fossa romboidea in una regione ante- clei viscerali del nervo vago (nucleo motore dorsale o cardiopneu-
riore o superiore (pontina) e una regione posteriore o inferiore (bulba- moenterico e nucleo del tratto solitario).
re. Queste strie sono dette acustiche, per l'erronea convinzione, in Nella parte pontina spicca il rilievo dovuto al passaggio delle
passato, che fossero implicate in questa funzione, e sono dovute a fibre del nervo facciale dietro il nucleo del nervo abducente, il col
fasci di connessione tra i nuclei pontini eil cervelletto ( 5 Cervelletto) licolo facciale.
ll solco limitante divide le sporgenze dovute alle lamine fon- In una regione posta in corrispondenza del solco limitante
damentale (mediale) e alare (laterale) e permette di individuare la osserva una regione bluastra, detta locus caeruleus, che
corri
loro corrispondenza, rispettivamente, con alcuni nuclei motori e
alcuni nuclei sensitivi dei nervi cranici.
sponde a un nucleo particolare della sostanza o formazione reti-
colare, particolarmente ricco di noradrenalina e le cui cellule con-
Inferiormente (porzione bulbare) si trova una zona biancastra tengono un pigmento di colore grigio-azzurrognolo.
Ramodell'oculomotore
per il m. retto inferiore
(o fascio genicolato)
Fibre frontopontine
(o fascio di Arnold)
Fibre parasimpatiche
N. Oculomotore (1) pregangliari
gura .88- Schema di
sezlone trasversale superiore del mesencefalo in cui è mostrata la posizione del
nucie
165
4. Encefalo
il bulbo oculare tramite i nervi ciliari brevi. seci del bulbo oculare, assieme agli altri due nervi che si porta-
raggiungendo trocleare e abducente), e si divide in
Anche le altre fibre provenienti dal ganglio ciliare prose- no a questi muscoli (nervi
elevatore
decorso raggiungendo il bulbo oculare tramite i due rami principali, il ramo superiore per i muscoli
guono il loro della palpebra superiore, retto superiore e retto mediale e
nervi ciliari brevi. Questi ultimi dunque forniscono al bulbo il ramo inferiore peri muscoli obliquo inferiore e retto
infe-
oculare fibre postgangliari originate nei neuroni del ganglio
riore
ciliare e destinate ai muscoli intrinseci dell'occhio, fibre sim- Il ramoinferiore del nervo oculomotore contiene anche fibre
che
patiche postgangliari originate nel ganglio cervicaledilatatore
superio- parasimpatiche provenienti da nucleo di Edinger-Westphal
lasciano il nervo oculomotore formando la radice parasimpatica (o
re e destinate al muscolo intrinseco dell'occhio
radice breve) del ganglio ciliare (cfr. Fig. 4.45).
della pupilla, fibre sensitive originate nel ganglio trigeminale
(di Gasser) che raccolgono la sensibilità del bulbo oculare.
N. sopratrocleare
N. sopraorbitario
Troclea
del m. obliquo superiore
Ramozigomaticotemporale N. etmoidale anteriore
del n. zigomatico
Ramo superiore
del n. oculomotore
N. abducente (Vi) -
Ramo inferiore
del n. oculomotore
N. Zigomatico
N. masceilare (V)
processo clinoideo
posterinro
del
corispondenza superiore if gna
oculomotore ( ,fgiunto
in superiore si divide in due rami,
visione
anteriore. Il nervo esSura
livello della
orbitaria
stringendo
la pupilla.
pupilla, c'è se
poca luce si apre dilatando
adiacente (Fig. 4.90). Questo fa si che i raggi luminosi possano I
attraversare senza nessuna particolare interferenza tale struttura muscolo dilatatore della pupilla è costituito da fibre rag a
Coroide
N ottico (1I)-
Nasale A.ev, centrali della retina -
Macula lutea
Fovea centratis Temporale
Fiqura 4.91 Organizzazione
mostrato in azzurro. generale del bulbo oculare destro Lumere acqure
La cornea e
la sclera sono sezionato sul piano
mostrati in figura) si continue, I
tendini dei muscoli orizzontale: rappresentazione
inseriscon nella sclera. 5ono indicati l'asse ottico o estrinseci del bulbo oculare
(come i muscolischelnrale
rettO e rett
esterno del bulbo
oculare (rossol e
a
l'asse visivo {blu).
167
4. Encefalo
V. acquosa
Camera anteriore
Sperone sclerale
Reticolo trabecolare:
parte uveale -
Congiuntiva
parte sclerocorneale Grande cerchio arterioso
Iride - dell'iride
M. sfintere della pupilla - M. ciliare
Sclera
Camera posteriore
Angolo iridocorneale
Cristallino Parte ciliare della retina
Parte iridea della retina
Figura 4.92-Bulbo oculare: rappresentazione schematica di una sezione orizzontale della parte anteriore. Sono mostratela tonaca fibrosa, con la sclera,
la giunzione sclerocorneale e la cornea, la tonaca vascolare, con l'iride, il corpo ciliare e la coroide, e le camere anteriore e posteriore.
lI muscolo costrittore della pupilla è invece disposto a cir crementando il suo potere diottrico e permettendo la visione da
condare la pupilla formando uno sfintere che quando si contrae vicino.
L'occhio a riposo è infatti organizzato per vedere da lontano,
determina la costrizione della pupilla (miosi).
l muscolo sfintere o costrittore della pupilla è innervato dal onde consentire una migliore probabilità di sopravvivenza os-
parasimpatico, mentre il muscolo dilatatore della pupilla è inner- servando i pericoli da lontano. Per vedere da vicino è necessa-
vato dal simpatico. ria la contrazione del muscolo ciliare contenuto nel corpo cilia-
farmaci simpaticomimetici possono quindi determinare mi- re, che circonda il cristallino e quando si contrae riduce la ten-
sione della zonula ciliare, determinando il rilasciamento del
driasi, mentre i simpaticolitici provocano miosi.
Un tipico esempio di utilità diagnostica derivante dalla cristallino, che, come già detto, diventa più bombato. Il musco
difte- lo ciliare e il muscolo sfintere o costrittore della pupilla sono
rente innervazione di questi due muscoli è rappresentato dalla
Sindrome di Bernard-Horner, in cui lesioni del tronco simpatico
nella sua porzione cervicale, per esempio dovute a un tumore
livello Azione del parasimpatico Azione del simpatico
dell'apice del polmone, producono conseguenze visibili a
della pupilla.
in cui è evidente come l'a-
noitre si tratta di
zione del
un tipico esempio M. sfintere M. dilatatore
simpatico sia esattamente opposta a quella del
pdid della pupilla della pupilla
patico.
muscolo ciliare si chiama cosi perché è localizzato nella
egione dell'uvea che prende il nome di corpo ciliare. Questo e
dratterizzato nel suo versante posteriore da sporgenze fusate
e r i disposte a raggiera (Fig. 4.94), denominate processi
ariraiprocessi ciliari, nelle vallecole, originano fibre zonu-
Che formano il legamento sospensore del cristallino o zo
a ciliare (di Zinn) (Fig. 4.95). I processi ciliari sono regioni
a po Ciliare in cui si osserva la presenza di glomeruli capi Cristallino,
sezionato
Giunaion Cristallino
8clerocorneale
Limba clella tornea Corpo ciliare Scleta
Irde Sclera Coroide
Retina
Ora serrata
Orbicolo
Ciliare
Lorona cilhare
eprocessi
Ciart
Legamento
SOspensore di Znn
SClera (Zonula cilare)
Corona
Cristallino
Pupilla
ciliare
Orbicolo ciliare
rivestito dalla parte ciliare della retina
Parte ottica
della rotina Processi ciliari
Fibre zonulari
Iride
Pliche cillari
Cristallino
Corona ciliare
Ora serrata
Flgura 4.94 Strutturedella tonaca vascolare del bulbo oculare e del crlstallno, vist in una sezione frontale del bulbo oculare a,Sono state spor
tate la cornea (a sinistra) e metdà dell'iride (a destra). In tal modo sl mettono in rillevo la il suð a
pupilla, delimitata dall'iride (a sinistra), e il cristaino
parato sospensore (a destra). b, Segmento anteriore visto posteriormente.
Angolo iridocorneale-
M. sfintere della pupilla
tpitelio pigmentato
dell'inicde Sclera
M dilatatore della pupilla
Cristalline)
Legamento sospensore di znn
(2onula riliare)
Processi ciiani
Corpo cliare M CUiare (ru serra
Cornea
Margine ciliare dell'iride epitelio corneale
lamina limitante anterie
Spazi dell'angolo iridocorneale
-
(Membrana di Bowmar
della sclera Camera sostanza propria
Reticolotrabecolare anteriore -
lamina limitante poster
Congiuntiva bulbare (Membrana di Desceme
Epitelio congiuntivale
M. ciliare:
fibre radiali -
fibre longitudinali -
fibrecircolari-
Processi
Coroide
ciliari
Parte ciliare
della retina Legamento
Sospensore di Zinn
Zonula ciliare):
fibre zonulari -
Fascia del bulbo- spazi zonulari - Cristallino:
- capsula del cristallino
Sostanza propria - lamelle concentriche
della sclera nucleo del cristallino
-
Figura 4.96- Parte anteriore della tonaca vascolare del bulbo oculare: rappresentazione schematica.
innervati dal parasimpatico, che media quindi il riflesso di acco- Tonaca interna
modazione (miosi e aumento di curvatura del cristallino nella
VISione da vicino). Oltre l'età di 40 anni, il cristallino cominciaaa La terza tonaca del bulbo oculare è formata dalla retina, che
essere meno elastico: il riflesso di accomodazione diviene in- può essere considerata una vera porzione dell'encefalo migrata in
completo e si verifica la cosiddetta presbiopia fisiologica o da periferia e sarà quindi presa in considerazione più avanti ( S Te
invecchiamento. lencefalo -Cortecciavisiva).
Nuclei propri del tronco encefalico del bulbo (il tubercolo gracile o clava, situata medialmente, e
il tubercolo cuneato, posto lateralmente). Questi due nuclei
l tronco rappresentano la stazione di arrivo delle fibre spinobulbari
encefalico, oltre ai nuclei dei nervi cranici, con
ene altra sostanza grigia disposta a formare i nuclei propri e (via di trasporto della sensibilità tattile discriminativa e
la tormazione reticolare.
della sensibilità propriocettiva cosciente). Ai due nuclei ar-
nuclei propri del tronco encefalico sono prevalentemente rivano fibre da porzioni diverse del corpo: le fibre che
proven-
fanella parte anteriore del tronco encefalico (neoence gono dai mielomeri sotto T4-15 si portano al nucleo gracile,
VAn sono riportati i dati anatomici essenziali, riser- mentre quelle che originano dai mielomeri da T5 a CI vanno
tratela descrizione anatomofunzionale nell'ambito della nel nucleo cuneato. Quindi, l'organizzazione
somatotopica
azione delle grandi vie di trasporto degli impulsi motor dei nuclei gracile e cuneato rispecchia quella del cordone
po-
steriore di sostanza bianca del midollo spinale.
ilencefalo Sostanza bianca -Fibre proiettive), dato che
propri
in
del tronco encefalico sono
soprattutto impiea I neuroni di questi nuclei inviano il loro assone al dience-
queste vie ( $ Telencefalo). falo ($ Ialamo). Si forma quindi un fascicolo ascendente che
l a sezione bulbare inferiore sono stati già descritti tre prende il nome di lemnisco mediale, che è crociato e occupa
nu
44.97).
071nuclei gracile, cuneato e cuneato accessorio ig una
posizione centrale nel tronco encefalico (Fig. 4.98).
Il nucleo cuneato accessorio raccoglie le fibre della sen-
cleo gracile e il nucleo cuneato corrispondono a due
strutture
sibilità propriocettiva proveniente dal collo e dall'arto supe-
sporgen
che si trovano sulla superficie posteriore riore. Nei mielomeri di competenza (da CI a C7) di queste
70
ROANATOMMA
Lanale centrale Obex
Nucleo det n. ipoglosso
Nucleo gracile
Tratto spinale del n. tigemino
Nucleo cuneato accessorio
Peduncolo cerebellare inferiore Nucleo cuneato
con tratto spinocerebellare posteriore
Nucleo del tratto solitario
Nucleo spinale del n. trigemino
Tratto solitario
Nucleo ambiguo Tratto spinotalamico/spinoretcoie
Fibre arcuate interne
Nucleo motore dorsale del
Nucleo olivare inferiore ne
Fascicolo longitudinale mediae
Nucleo olivare accessorio mediale Tratto tettospinale
N. ipoglosso Piramide bulbare
Lemnisco mediale
Figura 4.97- Schema di sezione trasversale inferiore del bulbo, a livello dell'obex, in cui si evidenziano in
to accessorio. particolare i nuclei gracile, cuneato ecunee
Neurone sensitivo
secondario
Nucleo gracile
Nucleo cuneato
Lemnisco mediale
Localizzazione delle
SL
fibre originate ai vari livelli
Bulbo (C, cervicale; L, lombare,
S, sacrale; T, toracico)
Lemnisco mediale-
Fascicolo gracile -
Fascicolo cuneato-
Sensibilità epicritica
CoSCiente
(sensazione dimovinmento
Neurone degli arti)
sensitivo
primario
(fibre Aß)
ondarlo. rappressntazi)t
Figura 4.98 Sistema delle
Schematica. colonne dorsali/lemnisco medlale, neurone sensitivo primario e
neurone sensitivo :
neuro
4.Encealo
17
a174 grigia corrispondente all'oliva bulbare sia disposta
Peduncolo
in modo
festonato (Fig. Questo aspetto è tipico delle cerebellare
srutture neoencefaliche. Loliva bulbare svolge un ruolo im- inferiore
Collicolo
superiore
Nucleo rosso-
Collicolo
interiore
Complesso olivare
superiore
Nucleo del corpo
trapezoide
Complesso olivare inferiore
e nuclei olivari accessori
Nucleo cuneato
accessorio
Nucleo cuneato-
Nucleo gracile-
*******
******
*******.
*******'.
******.
:: .
.
.
Strato zonale
.
Strato grigio superticiale
-Strato delle fibre ottiche
Strato grigio medio
Figura 4.101-Citoarchitettonica (a destra) e mieloarchitettonica la sinistra) dei collicoli superiori (o tubercoli quadrigemeli oquadrigeminisupitre
n
ri.Neglistrati zonale, delle fibre ottiche, bianco centrale e bianco si
profondo osserva fibre sulle cellule; questi strati sono
delle
una predominanza
la sede dei principali contatti sinaptici tra i neuroni, che prevalgono invece negli altri tre strati (strati neuronali).
4. Emefalo
173
Nuclei reticolari del tronco encefalico (nella maggior parte): neuroni colinergici Neuroni isodendritici
Nuclei del rafe (in parte): neuroni serotoninergici
Neuroni allodendritici o idiodendritici
Nuclei B,-B,; neuroni serotoninergici
Nuclei A, A,; neuroni noradrenergici Neuroni piccoli
Nuclei A,-A neuroni dopaminergici Neuroni voluminosi
Figura4.102-Formazione reticolare del tronco encefalico. I nuclei della formazione reticolare formano inque colonne, di cui una impari mediana e due
pari e simmetriche.
Acquedotto
del mesencefalo Neuroni
Grigio
(di Silvio) periacqueduttale
I neuroni della formazione reticolare sono distinti, dal
punto di vista neurocitologico, in due tipi:
Collicolo superiore
- strato grigio superficiale neuroni isodendritici, cioè neuroni i cui dendriti sono
- strato delle fibre ottiche
tutti disposti sullo stesso piano, come in un ombrello
strato grigio medio
-
Neuroni
idiodendritici
Neuroni
allodendritici
Neuroni
isodendritici
Alruni nuclei della formazione reticolare, localizzati so- pulsi reticolospinali sono capaci di determinare la grande
del ponte, in corrispondenza della zona de- variabilità con cui si recepisce lo stesso tipo di stimolo.
rattutto a livello
nominata locus caeruleus, nel quadrante superiore del pavi Lo stato psichico influenza la via reticolospinale e in que-
ventricolo
e prossimità del solco limitan-
in sto modo un impulso dolorifico può avere grande effetto (sta
mento del quarto
te 5ono particolarmente ricchi di neuroni noradrenergici, il to psichico di relax)o non avere alcun effetto (stato psichico
cui neurotrasmettitore
è la noradrenalina. Costituiscono un
di stress). Anche altre regioni nevrassiali ricevono impulsi
dalla formazione reticolare in grado di modulare la ricezione
importante sistema neuronale proiezione diffusa, corticale
a
caeruleus deve tale denominazione al del-
e sottocorticale.
Il locus
sensitiva, come, per esempio, il talamo e le aree sensitive
lo costituiscono
fatto che i neuroni noradrenergici che con- la corteccia cerebrale.
bluastro.
tengono un pigmento
Sonno
Attivitàfunzionali La formazione reticolare svolge un ruolo fondamentale
nel ritmo circadiano più importante dell'organismo: il ritmo
La formazione reticolare partecipa a diverse attività fun- sonno-veglia (Fig. 4.105).
zionali: Il sonno è fondamentale per la sopravvivenza e la sua trat-
controllo somatomotore; tazione attiene ai trattati di fisiologia, però qui si può già an-
controllo somatosensitivo; ticipare che non è un evento neurofisiologico uniforme, ma
Sonno; caratterizzato da diverse fasi, tra le quali le più importanti
controllo visceroeffettore. sono rappresentate da:
sonno REM (rapid eye movements);
Controllo somatomotore
Sonno profondo.
Avviene tramite un'attività di modulazione dei motoneu-
roni del tronco encefalico e del midollo spinale, che può esse- ll sonno REM è la fase più importante del sonno perché è
re diretta o indiretta. prevalentemente durante tale fase che avviene il completo ri-
Per quanto riguarda l'attività modulatoria diretta, la lassamento muscolare e il recupero delle piene funzioni cere-
formazione reticolare che si occupa di inibire i motoneuroni brali. Esso è caratterizzato da rapidi movimenti oculari e da
spinali e dei nervi cranici è localizzata nei nuclei bulbari (gi- attività elettriche del ponte, del corpo genicolato laterale
gantocellulari). Le fibre reticolospinali che originano da que- (porzione del diencefalo implicata nelle vie visive) e della cor-
sti nuclei decorrono nel cordone laterale bilateralmente teccia occipitale (sede primaria della percezione visiva). Nel
(omo- e controlateralmente). suo insieme quindi questa fase è sintetizzata con la sigla PGO
I nuclei pontini (gigantocellulari) hanno invece un'azio (ponte, genicolato, occipitale).
ne facilitatoria. Il tratto
reticolospinale che origina da questi Durante il sonno REM si verifica in genere l'attività oniri-
nuclei decorre omolateralmente come tratto reticolospinale ca. II sonno REM per determinare un riposo completo deve
mediale durare complessivamente almeno due ore. Esso si inserisce
Le attività modulatorie indirette si esplicano grazie ai nel sonno profondo a intervalli irregolari che variano per cia-
numerosi collegamenti tra la formazione reticolare e diverse scun individuo (il che giustifica la variabile necessità del son-
strutture connesse con le attività motorie. In particolare, so- no nei diversi individui: coloro che concentrano il sonno
no presenti connessioni con il cervelletto (a doppio senso), il REM in poche ore hanno minore necessità di dormire, men-
rosso, la sostanza nucleo striato tre coloro che lo diluiscono in un tempo maggiore hanno
nucleo nera, il corpo
Che, direttamente, con la corteccia cerebrale.
o e an-
maggiore necessità di dormire per sentirsi riposati al risve-
Ach
Talamo, Monoamine
nuclei intralaminari
Ser Ser
Nucleo posteriore Nuclei cuneiforme Formazione reticolare
del rafe e subcuneiforme
Colonna mediana (nuclei del rafe)
Nucleo mediano
del rafe
Colonna mediale
Na
PGO Ach
Nucleo
reticolotegmentale Nuclei precerebellari
Nucleo Nucleo reticolare
del locus caeruleus pontino rostrale Colonna laterale
parte rostrale-.
parte caudale -
Nucleo reticolare
del tegmento del
Nucleo pontino ponte
del rafe
Sonno profondo (onde lente o SWS,
Area parvocellulare sincronizzazione ad alto voltaggio)
AREE CORTICALI
Corteccia orbitofrontale
Giro del cingolo
Area entorinale
Strutture limbiche
TALAMO
Nuclei mediali e nucei anteriori
IPOTALAM0
FASCI TEGMENTALI
INFORMAZIONI VISCERALI
FORMAZIONE RETICOLARE
Gruppi di neuroní? Inspirazione da bulbo
Nuclei del rafe Espirazione
Ritmo ventilatorio
e ponte
(Nucleo magno del rafe?)
Frequenza cardiaca
dal bulbo
Pressione arteriosa
COLONNA SIMPATICA
PARASIMPATICO TORACOLOMBARE
Figura 4.106 - Diagramma schematico CRANIALE (corno laterale)
del controllo visceroeffettore eserci- E PARASIMPATICO
tato dalla formazione reticolare.
SACRALE
sabile dello stato di veglia corticale. In altre parole, consente tre riparte l'attività dei neuroni della porzione mesencefa-
a tutta la corteccia cerebrale di svolgere le attività cerebrali lica, con il ritorno all'attività di veglia.
tipiche di un individuo sveglio. Oltre alla via attivatrice
ascendente, lo stato di veglia è rinforzato da impulsi retico La regolazione del ritmo circadiano sonn0-veglia è un ar-
gomento molto complesso. La ricerca neurobiologica recente
lari mesencefalici che inibiscono il nucleo reticolare del ta- ha enfatizzato l'intervento di numerose altre aree diencefali-
lamo. Quest'ultimo invia continui impulsi inibitori al nucleo
che (come, per esempio, Ilipotalamo) e telencefaliche, che in-
centromediano diencefalico contrastando la sua azione di sieme con queste formazioni del tronco encefalico concorro-
veglia.
Su questo sistema di no alla sua corretta effettuazione.
veglia, si inserisce in modo circadia-
nouna via serotoninergica ascendente, che origina dai nuclei Controllo visceroeffettore
ael bulbo e della regione inferiore del ponte, che determina
uninibizione del sistema attivatore ascendente responsabile I neuroni visceroeffettori del tronco enecefalico, del mi-
aela veglia, determinando il sonno profondo, nel quale si in- dollo spinale (del sistema simpatico, da C8 a L2, e di quello
Serisce poi con l'attività PGO il sonno REM. parasimpatico, da $2 a $4) ricevono fibre di controllo funzio-
nale che provengono dalla reticolare (Fig. 4.106).
formazione
Quindi, riassumendo, le due parti della formazione reti-
colare funzionano in modo A sua volta, la formazione reticolare riceve impulsi per il con-
opposto: trollo viscerale (fasci tegmentali) che originano a livello dien-
la porzione mesencefalicaattivando la corteccia cerebra- cefalico. Ciò evidenzia come l'autonomia bineuronale del si-
le e mantenendo lo stato di veglia, in modo da permettere
alla corteccia cerebrale di svolgere tutte le sue funzioni e stema nervoso autonomo in realtà non sia tale.
Soprattutto mantenere la coscienza;
l a porzione bulbare, con la sua attività serotoninergica, In sintesi, le vie reticolospinali si portano a tutte le porzio-
nibendo l'attività della porzione mesencefalica e inizian- ni della sostanza grigia del midollo spinale:
il sonno che .allacolonna posteriore, per modulare gli impulsi sensitivi;
do profondo, su cui si instaura l'attività
PGO .alla colonna intermedia, per modulare le attività vegetative;
aetermina i periodi REM. Alla fine del periodo di sonno
SI na l'inibizione dei neuroni della porzione bulbare, men- alla colonna anteriore, per modulare le attività motorie.
178 NEUROANATOMIA
4.107). Pesa circa 140 grammi nel maschio e 130 grammi nel
CERVELLETTO . la femmina (circa un decimo del cervello dell'adulto e un ven-
tesimo di quello del bambino) ed è attaccato anteriormente al
1l cervelletto è una delle cinque parti in cui si suddivide
tronco encefalico mediante tre paia di peduncoli, pari
e sim-
l'encefalo: tronco encefalico, cervelletto, diencefalo e due
emisferi cerebrali. E costituito da una massa semiovoidale metrici. Si trova dietro il tronco encefalico (Fig. 4.108), attac-
cato a questo come uno zaino, con le cinghie che sono rappre-
piuttosto voluminosa (circa 10 centimetri x 5 centimetri x 5 sentate dai peduncoli cerebellari. La "cinghia'" più volumino-
centimetri) che occupa la maggior parte della regione sotto-
sa è il peduncolo cerebellare medio.
tentoriale del cranio, nella fossa cranica posteriore (Fig.
Peduncolo cerebellare
Velo midollare superiore
superiore Peduncolo cerebellare
medio
Ponte
Peduncolo cerebellare
inferiore
Lobulo semilunare
Fessura orizzontale inferiore [H VII Ab]
- Lobulo gracile [H VI B]
Fessura prebiventrale
Figura 4.107- Tronco encefalico e cervelletto, visione anteriore. A sinistra, asportati il bulbo e il ponte, si osservano l'uvula e il nodulo, lobuli del verme
ri romanida laX per i lobuli del verme del cervelletto e ha indicato con l prefisso H (hemisphere) i loro corrispettivi emisferick.
a b
Figura 4.108 Poslzione e rapporti del cervelletto (evidenziato in rosso) nel contesto dell'encefalo: rappresentazione schematica. a Visione ante
con una sezione coronale degli emisferi cerebralt; b, visione laterale con una sezione sagittale del tronco encetalico., del cervelletto e del dieneetao
4. Encefalo 179
Lobulo quadrangolare
posteriore [H VI]
Fessura posteriore
superioree
Angolo pontocerebellare
Lobulosemilunare
superiore [H VII Aa] Ponte
Peduncolo cerebellare
medio
Fessura orizzontale.
Tonsilla cerebellare [H IX]
Lobulo semilunare
inferiore [H VII Ab]
Flocculo [HX]-
Oliva bulbare
Lobulo biventre [H VI]
esterna.
Visione laterale del cervelletto, configurazione
Figura 4.109
-
Lobulo
Lamina
Lamella
Figura4.112-Sezione del cervelletto e del tronco encefalico condotta a livello del recesso laterale del quarto ventricolo, che consente di apprezzarne la
conformazione interna; il piano di taglio passa per il più voluminoso dei nuclei intrinseci del cervelletto, il nucleo dentato. II mantello grigio superficiale
della corteccia cerebellare si dispone a ricoprire la sostanza bianca che forma il corpo midollare.
Se si esamina una sezione del cervelletto, risulta evidente formare la corteccia cerebellare, che si estende per tutta la
come tutte queste irregolarità di superficie abbiano come superficie molto amplificata dai solchi, e i nuclei del cervel-
unico scopo quello di estendere il più possibile la sostanza letto, disposti in maniera pari e simmetrica a partire dalla
grigia. Questa, infatti, diversamente da tutte le porzioni ne parte centrale della sostanza bianca del cervelletto (Fig.
vrassiali finora descritte, si trova nel cervelletto a rivestire la 4.113).
superficie, dove forma la corteccia cerebellare
Il termine corteccia si riferisce alla sostanza grigia ne- Nuclei del cervelletto
vrassiale disposta in superficie (come la corteccia dell'albero Sono rappresentati da:
sta in superficie, così la corteccia cerebellare riveste la super
ficie di tutte le lamelle cerebellari). nuclei del fastigio (o del tetto): si trovano in prossimità
Caratteristica generale di tutte le cortecce nevrassiali è la del tetto del quarto ventricolo;
oro organizzazione in strati (organizzazione laminare). Dal nucleo globoso (o interposito posteriore): detto cosi per-
ché costituito da due o più nuclei rotondeggianti;
tra
parte, nel cervelletto, la sostanza è
grigia anche presente
del cervel- nucleo emboliforme (o interposito anteriore): assomi-
Protondamente, nell'ambito della sostanza bianca
glia a un embolo (coagulo che si stacca dalla parete di un
letto: si tratta dei nuclei del cervelletto.
La sostanza grigia del cervelletto è quindi organizzata a vaso);
Terzo ventricolo
Tenia del talamo-
Trigono abenulare
Pulvinar
Recesso soprapineale
Collicolo superiore
Ghiandola pineale
Corpo genicolato mediale
Braccio del collicolo superiore
Corpo genicolato laterale
Peduncolo cerebrale Braccio del collicolo inferiore
Collicolofacciale
Nuclei vestibolari
(Ala bianca esterna)
ANATOMIA MICROSCOPICA:
cORTECCIA CEREBELLARE
ORGANIZZAZiONE NEURONALE
E SUA
Fibra parallela -
Dendriti
Circuito superficiale
(corteccia cerebellare)
Cellula di Golgi- Cellula inibitorio
di Purkinje
Assone
Cellula dei granuli
(Granulo)
Fibra rampicante-
Fibre muscoidi
Neuroni
dei nuclei
Figura 4.118 - Cellula di Purkinje: dal polo basale origina un unico assone che lascia la corteccia
nucleo del tronco encefalico. rvellet
cerebellare portandosi a un nucleo
ue
4. Encefalo 185
Fibre
parallele
Divisione a T
Cellula
di Purkinje
Assoni
Dendriti ad artiglio
.
Fibre
Neuroni rampicanti
spinocerebellari
e altri neuroni leuroni
eccitatori
precerebellari
Neuroni
inibitori
-Fibre muscoidi
Complesso olivare
inferiore
Figura 4.119 Organizzazione tridimensionale della corteccia cerebellare.
muscoidi, che generano attivazione delle cellule di Purkinje sovrastanti attraversoOgnilo
modulo,
di
composto da numerosi granuli, viene sollecitato da fibre
dnento trasversale). In questo modo, più moduli possono venire collegati tra loro sustratodistanzefibre parallele
di diversi che corre
millimetri. lungorampicanti
Le fibre le lamelle cerebellari (a orien.
attivano un piccoi
9ruppo di cellule di Purkinje (sei-sette) il cui albero dendritico è disposto trasversaimente ale Tlore paralele. Non sono rappresentate le
O g e dei canestri) del sistema di controllo delle vie afferente ed efferenti della corteccia cerebellare. cellule inibitorie
C.olula stellata
Cellula
dei granuli
ellula (Granulo)
Golgi
Glomerulo
Cellula Cellula
del canestro di Purkirye
Figura 4.120- Ruolo degli interneuroni inibitori nei circuiti corticali del cervelletto. a, La cellula di Golgi riceve sinapsi sia direttarmente daile fiore m
Scovdisia daigranuli. Inibisce i granuli tramite due circuiti: fibra muscoide-cellula di Golgi-granulo (inibizione a feedforword)e fibra muscoide-granul
celuladiGoflgi-granulo (inibizione a feedback). b, Gli interneuroni dello strato molecolare, le cellule stellate e le cellule dei canestri rcevono unapa daile
tibre parallele e inibiscono le cellule di Purkinje. II circuito da esse formato è quindi di inibizione a feedforward trecce rosse), Gli interneuroni inibitori tini
tano la diffusione e feccesso di segnali nel tempo (cellule di Golgi) e la diffusione verso altri moduli contigui (cellule stellate e cellule dei canestri
Stratomolecolare
Pertcarion dellecellulediPurkinje
SAtodel gránuii
Figura 4.121-Sezione del cervelletto a livellodellacorteccia.Colorazionecon ematosilina-eosina. La corteccia cerebellare mostra un aspeto moto
distintivo e uniforme in tutte lesezioni condotte attraversoi folia delcervelletto (colorazione con ematossilina-eosina). La caratteristica piu peculiare
della corteciacerebellareè data dallo stratodellecellule deigranuli, formato da numerose celule moltopiccole chiamate granuili. Ognigranulonapochi
e brevi dendriti che rimangono all'interno dello stratodeigranuli.Ogni assonedellecellule dei granuli proietta nello stratomolecolare e si biforca in due
fibre parallele chesiestendono parallelamenteallasselongitudinale di ogni folum. Sopra lo strato dei granuli si trovalostrato molecolare, formato quas
interamente dagli assonidelle celluledel granuli insieme con i dendriti delle cellule di Purkinje (e con un numero relativamente scarso di corpi celluiari
Al limite tra lostrato delle cellule dei granuli e lo stratomolecolare si trovano i corpi delle cellule di Purkinje, le unichecellule corticifughe delila cortecca
cerebellare. Gliassoni entrano 0 abbandonano la corteccia cerebellare attraverso lo strato di sostanza bianca sottostante (pge siu/School of Medicine
Anatomy/David King).
kinje sono separati tra loro da una precisa distanza che ripro- piano longitudinale, per cui si può dire che le cellule di Pur:
duce l'estensione dell'arborizzazione dendritica. Una precisa kinje formano file regolari sul piano longitudinale e che tal
distanza separa regolarmente le cellule di Purkinje anche sul file sono affiancate sul piano trasversale.
Cellula stellata 187
ibre parallele
Cellula a candelabro
Cellula del canestro Cellula di Golgi
Glomerulo cerebellare
Cellula di Purk1nje
Strato molecolare
Strato granulare
Sostanza bianca
del cervelletto
Fibra muscoide
Fibra rampicante
Cellula dei
granuli (Granulo)
Fibramultistratificata Cellula a spazzola unipolare
Figura 4.122 Rappresentazione schematica che illustra la struttura della corteccia
lecolare, strato delle cellule di cerebellare nella
Lugaro e a spazzola unipolari). Purkinje strato granulare) e sette tipi di neuroni (cellule di Purkinje, dei quale
e
possono essere distinti tre strati
granuli o granuli, dei canestri, stellate, (strato mo-
di Golgi, di
E da notare che
l'arborizzazione dendritica delle cellule di
Purkinje si dispone solo sul piano trasversale, offrendosi
quindi all'impatto con le fibre Lunghezza del fascio
parallele. Questa disposizione
architettonica è alla base dell'anatomia funzionale della cor- di fibre
parallele (3 mm)
teccia cerebellare e risulta ancora più facilmente comprensi-
bile in uno schema
che faccia vedere per trasparenza tale or-
ganizzazione dalla superficie della corteccia cerebellare (Fig.
4.123).
granuli formano un circuito funzionale con le cellule di
Purkinje. In particolare, gli impulsi afferenti al cervelletto Cellula
gungono agli artigli dei granuli eccitandoli. L'impulso
ner stellata
OSO passa quindi sulle fibre parallele che contattanoi den- Cellule
arti delle cellule di Purkinje sulle loro spine dendritiche. dei canestri
pulso si rende efficace solo quando il numero di granuli Cellula
di Purkinje
Yundi di fibre parallele attivato ètale da raggiungere une
SIone pari all'arborizzazione dendritica delle cellule a
Purkinje. Perimetro esagonale
la calcolato che su un'estensione dendritica di unacellu della regione
del
Purkinje
vi son0 circa 200.000 spine dendritiche. della cellula di Golgi
ne
distanza dei neuroni di Purkinje ella filiera è costante, lele e della disposizione delle cellule di Purkinje sui piani longitudinate
risulta una
una risposta
n efferente costituita da un treno di im- e trasversale.
188 NEUROANATOMIA
Fascio
di fibre parallele
Cellula
di Purkinje Figura 4.124- fascio di fibre parallele
eccitato dall'input delle fibre muscoidi
determina l'eccitazione della regione
centrale di cellule di Purkinje e l'inibizio-
ne delle cellule di Purkinje circostanti
conseguente all'eccitazione delle cellule
dei canestri.
corrispondente al tempo necessario per l'attivazione delle cel- presenti due tipi di neuroni:
lule di Purkinje poste in serie. cellule dei canestri;
Questa sincronizzazione degli impulsi mette ordine alle cellule stellate esterne.
attività elettriche che conducono in definitiva alla contrazio-
ne muscolare (sia volontaria sia riflessa) ed è proprio per Cellule dei canestri
tale motivo che la contrazione muscolare risulta coordinata
e precisa. Le cellule dei canestri sono neuroni di taglia intermedia
con un pirenoforo di circa 15 um. Come le cellule di Purkinje
Lesione del cervelletto
eigranuli, presentano un polo apicale e un polo basale. Dal
In caso di lesione cerebellare i movimenti volontari diven- polo apicale origina un folto sistema dendritico, che, come
tano scoordinati e imprecisi. La classica prova
che fa il
quello delle cellule di Purkinje, si dispone prevalentemente su
vedere se ci sono lesioni cerebellari consiste nel far
neurologo per un unico piano, ma che ha un'estensione
complessiva assai
chiudere occhi al
gli pazientechiedendogli di toccarsi la punta del
cerebellare generalmente minore. Dal polo basale si diparte un lungo assone che si d
naso (Fig. 4.125). II paziente con danno
sbaglia il punto d'arrivo, che raggiunge eventualmente con un spone nello stesso piano dell'arborizzazione dendritica, ma
allontanandosi alquanto in senso laterale. Da esso origina na
movimento scoordinato.
La
grado di coordinare un'attività motoria.
corti rami
collate cheassumono una disposizio- sincronizzato in
nella di-
di il del base anatomica di questa sincronizzazione risiede
ecina torma.di canestro, da cui deriva nome
ralizzata, a stanza costante esistente tra le cellule di Purkinje.
ne 4.118). sono
(ctr. Fig. altri neuroni della corteccia
cerebellare
neurone
Tutti gli due citotipi neu-
dunque complementari all'attività di questi
Cellule stellate
ronali.
nella parte profon-
stellate esterne) Le cellule dei o nestri si dispongono
stellate (dette anche cellule
so-
Le cellule loro arborizzazione dendriti-
da dello strato molecolare. La
dei canestri, ma di taglia più piccola. Il loro ma
n0 simili
a quelle
di circa 10 jum. Larborizzazione ca è nello stesso quella delle cellule di Purkinje,
piano di decorso
è perpendicolare al
diametro
pericarion ha
un
a quella delle cellule meno estesa; anch'essa dunque
meno pronunciata rispetto a contrarre sinapsi
dendritica,
dal polo apicale e dispone
si prevalente- delle fibre parallele ed esposta quindi i rami a
lateralmente e, tramite
dei canestri, origina Con esse. L'assone si porta
mente su un
u n i c o piano.
canestro, contrae sinapsi con
il cono di emergenza (parte
orizzontalmente sullo stesso piano di nelle
Lassone si dispone di Purkinje disposte
cellule dei canestri, ma iniziale) dell'assone delle cellule
dendriti, come quello delle la ramificazione
quello dei filiere accanto a quella dove si espande
è decisamente inferiore (cfr. Fig. 4.118). di filiere accanto a quella
dove
la sua estensione dendritica. Circa una decina
dei ca-
dendritica della cellula
ramificazione
si espande la cellula dei canestri.
Cellule di Golgi nestri viene contattata da una singola
canestri si
simile di cellule dei
voluminosi di tutta Naturalmente, un n u m e r o la
sono i neuroni più che contiene
Le cellule di Golgi connette con filiere dei lati opposti a quella
I| loro pirenoforo è rotondeggiante
e
cellula dei canestri. Questo
la corteccia cerebellare. 4.118). Dal ramificazione dendritica della
diametro di circa 40 jum (cfr. Fig. fenomeno dell'inibizione laterale,
presenta un arborizzazione dendritica che si dispositivo permette il inibizione funzionale
polo apicale origina una folta che consiste nel provocare
una totale
e sovrasta un pari
territorio ai lati della filiera
estende nei tre piani dello spazio dendriti- delle filiere di cellule di Purkinje poste
dalla ramificazione eccitatorio trasporta-
a circa tre volte quello occupato che si sta attivando. Infatti, l'impulso
basale origina un assone una filiera di cel-
ca delle cellule di Purkinje.
Dal polo to dalle fibre parallele, per poter
eccitare
in un territorio perineuronale su una quantità di
fibre
assai ramificato che rimane lule di Purkinje, deve espandersi
simile a quello occupato dalla all'estensione della ramificazione
dendritica
che si estende per uno spazio parallele pari
basale origina an- stesse fibre parallele attive-
ramificazione dendritica. Sempre dal polo delle cellule di Purkinje. Queste
che si distingue dagli essendo neuroni
che un unico dendrite (dendrite basale) nello ranno anche le
cellule dei canestri, che,
e si immette inibire l'attività elettrica delle
filiere
altri proprio per l'origine dal polo opposto inibitori, andranno a
cellule di Purkinje che è stata
strato dei granuli (cfr. Fig. 4.123).
poste ai lati della filiera di
La cellula di Golgi, rispetto alla
cellula di Purkinje, ha una inibizione laterale serve a impedire che il1
nella eccitata. Questa
disposizione polare identica. I
dendriti si dispongono
rumore di fondo delle
filiere accanto a quella che si sta ecci-
si
diversamente dalla cellula di Purkinje, "disturbi" l'attività elettrica della filiera
in questione
parte apicale, però, L'arborizzazione asso- tando
espandono in tutti i piani nelloestremamente
spazio.
complicata e si
(cfr. Fig. 4.124).
cellule stellate esterne) hanno una
nale della cellula di Golgi è Le cellule stellate (o
cellule dei canestri. Anch'esse
estende nello strato dei granuli (cfr. Fig. 4.120). funzione analoga a quella delle
fenomeno dell'inibizione laterale. Sono localiz-
cooperano al
molecolare, ma in una zona più superficiale
Circuito neuronale fondamentale zate nello strato
delle cellule
quella dei canestri (per questo motivo
le cellule dei rispetto a
nellindividuo adulto (fibre muscoidi) fann0 Sinapsi molecolare, e comprende uno spazio pari a circa tre volte
artiglio" dei granun. dendritica di una cellula di Pur-
endritica con i prolungamenti "ad quello della ramificazione
se eccitati in numero sufficiente,
attivano una dei dendriti di una singola
fl itimi,
Ed di cellule di Purkinje che inviano un treno d impuisi
kinje. Il territorio di espansione
190 NEUROANATOMIA
Rosetta Dendrite piuttosto voluminoso, che viene
rivestito da apposite cellule
de Tibra muscoide di cellula
Assone di Golgi della glia e che prende il nome di glomerulo cerebellare
(Fig. 4.126: cfr. Fig. 4.120 a).
In sintesi, si può dire che la corteccia cerebellare è orga
nizzata in modo omogeneo in tutte le diverse regioni del cer.
velletto e che risulta costituita da tre strati neuronali. Secon-
do alcuni autori, le cellule di Purkinje sono situate nella parte
Dendnti superficiale dello strato dei granuli e quindi tali autori consi
ceule
e granu Dendniti derano solo la presenza di due strati. L'attività corticale con-
di cellula
dei granuli siste essenzialmente nel creare treni di impulsi sincronizzati
in risposta agli stimoli afferenti che giungono tramite le fibre
Cacsula muscoidi. Gli impulsi sincronizzati derivano dal fatto che fi-
gliaie
liere di cellule di Purkinje vengono attivate contemporanea-
Assone
di cellula mente da gruppi di file parallele che devono essere attivati in
Fibra i Golgi
massa critica per poter eccitare la filiera. L'impulso
muscoide emergen
te dalla filiera risulta sincronizzato perché le cellule di Pur-
kinje sono distanziate le une dalle altre da uno spazio preciso
Figura 4.126 Glomerulo cerebellare: rappresentazione schematica.
e regolare. I treni di impulsi sincronizzati vengono portati ai
vari centri di controllo motorio direttamente dagli assoni
delle cellule di Purkinje o tramite i neuroni dei nuclei cere
cellula di Golgi ha forma grosso modo esagonale e non si bellari. Aree diverse del cervelletto controllano centri motori
interseca con quello delle cellule accanto. Questi dendriti, diversi, da qui la divisione del cervelletto in parti responsabi-
come tutti gli altri presenti nello strato molecolare, prendo- li di attività funzionali diverse.
no contatto con le fibre parallele e sono da esse eccitati. La
ramificazione assonale si estende per un territorio pari a SuDDIVISIONE FUNZIONALE
quello della ramificazione dendritica, ma nello strato dei
granuli. Anche il dendrite basale si estende nello strato dei Dal punto di vista funzionale il cervelletto può essere
schematicamente suddiviso in tre parti: vestibolocerebello
granuli.
e ce
Anche questi grossi neuroni sono eccitati dai granuli, ma, (vestibolocerebellum), spinocerebello (spinocerebellum)
se per eccitare un neurone di Purkinje, è necessario che sia rebrocerebello (cerebrocerebellum o pontocerebellum).
alle tre
attivato un numero di fibre parallele pari all'estensione den- Queste tre parti corrispondono grossolanamente
dritica della cellula di Purkinje, per eccitare un neurone di parti filogeneticamente distinte dell'archicerebello (archice
Golgi questo non basta. Infatti, sarà necessario eccitare un rebellum), paleocerebello (paleocerebellum) e neocerebello
numero di fibre parallele molto maggiore, pari all'estensione (neocerebellum) (Fig. 4.127).
coordinamen
dendritica di una cellula di Golgi. Questo avverrà in pratica l cervelletto è l"organo" responsabile del
solo dopo che sia stata eccitata una filiera di cellule di Pur- to delle attività motorie. La sua lesione non comporta dun
del loro
kinje. Quindi, la cellula di Golgi si eccita subito dopo che si è que perdita di specifiche attività motorie. ma perdita
eccitata una filiera di ecellule di Purkinje e può svolgere ora la coordinamento e della loro precisione esecutiva.
sua azione inibitrice sui granuli. Infatti, l'assone ramificato In particolare, il vestibolocerebello si ocupa del coordin
che si estende nello strato dei granuli fa sinapsi assodendriti- mento delle attività motorie connesse al mantenimento deie
ca con i dendriti ad artiglio dei granuli. La cellula di Golgi quilibrio del corpo e al movimento coordinato degli ocn
svolge dunque una funzione di interruttore negativo del cir- Lo spinocerebello si occupa del tono muscolare e del
cuito eccitatorio granuli-cellule di Purkinje. Il dendrite basa ordinamento dell'attività motoria durante l'esecuz10e
le probabilmente svolge un'azione di allerta per le cellule di movimenti.
Giolgi essendo attivato direttamente dalle fibre muscoidi che Il cerebrocerebello, "dialogando" con la corteccia cer
stanno attivando un circuito eccitatorio (granuli-cellule di le, coordina l'intenzione motoria e costituisce il centro
dritica coni dendriti ad artiglio della cellula dei rapporto con i centri decisionali superiori e, in pa
4 .Encefalo
interpositi ai sistemi
Zona intermedia anterioree discendenti lateral
della corteccia cerebellare, e posteriore
Pianificazione
a l l a corteccia motoria
regioni paravermiane Nucleo
dell'emisfero cerebellare (aree motorie I e lI motoria
dentato
Cerebrocerebello
Zona laterale
della corteccia cerebellare,
regioni laterali
dell'emisfero cerebellare
Ai nuclei vestibolari Equilibrio
Femovimenti
Spinocerebello- (sistemi oculari
discendenti mediali).
Vestibolocerebello
Afferenze spinali
e trigeminali
Suddivisioni fun-
Figura 4.127 del cer-
zionali e filogenetiche
velletto i nuclei, le efferenze
con
(a) e le afferenze (b): rappresenta
schematica. ll cervelletto
zione
mostrare i lo-
stato dispiegato per
bi altrimenti non visibili.
Spinocerebello
Vestibolocerebello zona la paravermiana. Le cellule
Comprende il
vermee
Corteccia visiva
Labirinto Cervelletto
vestibolare
e canali Lobo flocculonodulare
semicircolari
membranosi
Collicolo superiore
Corpo genicolato
laterale
Mesencefalo
Ponte
Nuclei pontini
Nucleo vestibolare
mediale
Nucleo vestibolare
laterale
Bulbo
Tratto vestibolospinale
laterale
Tratto vestibolospinale
mediale
Lamine VIll e IX -
Midollo spinale
Fiqura 4.128 Coordinamento da parte del cervelletto dell'attività motoria connessa con il mantenimento
dell'equilibrio.
(via piramidale o tratto corticospinale anteriore o diret-
controlaterale che invia collaterali al nucleo rosso ma-
to sistema mediale del controllo motorio spinale) (Fig. (partc
gnocellulare) raggiunge il talamo (area laterale ventr in
e
4.129).
termedia). Il talamo si connette con la che
La componente che si occupa del sistema appendicolare si occupa dell'attività corteccia motort
o laterale parte dalla regione paravermiana e coinvolgei nu- dei muscoli che si Ovano nelle appen
clei globoso (interposito posteriore) ed emboliforme (inter dici: quindi la via piramidale o tratto corticospinale tera-
Corteccia
Cortectia
Talamo
cerebrale Talamo cerebrale
Secondo incrociamento:
decussazione.
tegmentale ventrale Mesencefalo
(tratto rubrospinale)
Nucleo rosso
- Mesencefalo Primo incrociamento:
decussazione
del peduncolo cerebellare
Decussazione
superiore
del peduncolo.
cerebellare superiore Nucleo dentato
Nucleo emboliform
Nucleo emboliforme
Nucleo globoso
Verme- Nucleo globoso
Nucleo del fastigio
Tratto corticospinal
laterale
Formazione reticolare
Sensibilità
Emisfero
intermedio
speciTicne
e sensibilità Ponte
somatica Ponte
generale
della
taccia
Tratti reticolospinali
Bulbo
Nuclei vestibolari
Secondo incrociame=
Bulbo decussazione
Tratti delle piramidi
Tratti spinocerebellari (tratto corticospinale
spinocerebellari Tratti
vestibolospinali
Tratto
Input sensitivo
Input Tratto corticospinale somatico rubrospinale
sensitivo anteriore dagli arti
Somaticoo Midollo spinale
dalle parti|
Midollo spinale
assili
del corpo
cerebrale
coli cerebellari medi. E da notare che
utilizzano i pedpro
questi ultimi sonoi
voluminosi, contengono principalmente fibre afferenti al
velletto che dai nuclei
provengono basilari del ponte e Si
tano ai circuiti del cerebrocerebello, che costituisce por.
la parte più voluminosa del appunto
cervelletto. Lunica grossa ccce
zione a questa regola è rappresentata dal tratto
spinocerebel.
lare anteriore o ventrale che, pur
provenendo dal midollo
spinale, utilizza i peduncoli cerebellari superiori.
E da notare che i neuroni di Purkinje sono neuroni
GA
BAergici, quindi inibitori. Tutti gli impulsi ai nuclei cerebel.
lari sono di tipo inibitorio, ma vengono bilanciati da
Mesencefalo impulsi
eccitatori che provengono da collaterali delle fibre afferenti
Nucleo dentato- alle diverse porzioni del cervelletto.
Tratto
Emisfero corticopontino Atassia
aterale Daquanto detto sull'anatomia funzionale dello spinoce-
rebello e del cerebrocerebello risulta facilmente
com
prensibile come le lesioni di queste regioni del cervelletto scaturi
scano in alterazioni del tono muscolare e dei
Tratto riflessi tendinei, atas-
corticospinale sia (incoordinazione dei movimenti), principalmente dovuta ad
laterale
alterazioni della sincronizzazione, e alterazioni della velocità e
della forza di contrazione di muscoli
sinergici.
Latassia è una delle caratteristiche
Ponte
te delle alterazioni cerebellari e
principali della maggior par
può esprimersi in diverse forme
secondo le regioni corporee interessate.
Nuclei pontini Asinergia (incapacità dei
gruppi muscolari di funzionare in modo regolare secondo una de-
terminata sequenza temporale di contrazioni
funzionalmente effi
caci), scomposizione del movimento
(i movimenti complessi di
ventano una sequenza di
movimenti autonomi irregolari),
Bulbo dococinesia (incapacità di disdia-
rezione alterna, come la
eseguire sequenze motorie rapide a di
perdita del controllo dellapronosupinazione della mano), dismetra
5o
giusta misura del movimento o sorpas
della meta) e disturbi della parola sono i sintomi più frequent.
E da notare che le vie dello spinocerebello e del
bello
subiscono un cerebrocee
doppio incrociamento (delle vie in ascesa
renti alla corteccia e are
delle vie motorie in discesa efferenti
Midollo spinale Spinal), per cui, contrariamente a corticO
accade per i res
dell'organizzazione neuroanatomica,quanto
una lesione del
provocherà cerveue
sintomatologia prevalentemente omolateraie.
Figura 4.131 Coordinamento da parte del cervelletto
motoria e ruolo centrale nel circuito di delW'intenzione FiBRE RAMPICANTI
tori corticali. modulazione
degli impulsi mo-
E APPRENDIMENTO MOTORIO
Le fibre muscoidi non sono le uniche fibre
gli arti e le attività di fine destrezza.
La porzione corteccia cerebellare. Un
afferenti a
lare del nucleo rosso riverbera parvocellu- particolare tipo di fibra aie
il complesso o nucleo olivare
impulsi al cervelletto tramite raggiunge la corteccia cerebellare e contrae
rapporti s
I fasci di fibre afferenti ed
inferiore ipsilaterale
(Fig. 4.131). direttamente con idendriti delle
questo caso di fibra rampicantecellule di Purkinje
Sp
efferenti che collegano le in
se parti del
cervelletto con le altre strutture diver E da notare che il rapporto sinaptico(Fig. 4.132).
mano i
peduncoli cerebellari. La nevrassiali for- avviene nelle
ee
Telencefalo
-Prosencefalo
Diencetalo
Prosencefalo
Cellula di Purkinje Mesencefalo
Mesencefalo
Metencefalo
Tubo (Ponte
e cervelletto)
neurale
Fibra rampicante Romboencefalo Mielencefalo Romboencefalo
(Bulbo, midollo
allungato)
Telencefalo
Figura 4.132- La fibra rampicante,
nucleo
proveniente dal complesso o
olivare inferiore, contrae rapporto Diencefalo
cellula
sinaptico con i dendriti della
di Purkinje nelle aree di questi prive
di spine o spazi interspinosi. Mesencefalo
Ponte
DIENCEFALO .
di una porzione della
dallo sviluppo
diencefalo deriva posteriore,
o caudale,
p r o s e n c e f a l i c a . La porzione for-
Cla sviluppo semplice e
prosencefalica ha uno
ha u n o
cefalica,
sClcola anteriore, o
ma il diencefalo, mentre la parte formazioni
telencefali-
alle
d à origine
sviluppo complessooe
dallo sviluppo
di due estrofles-
man-
ultime derivano che
Queste telencefaliche)
simmetriche (vescicole impari
e
me
parie con una
piccola parte
connessione
2
a
b
di
diana. del tubo neurale: pas.
4.133 a,
Evolu~iene
dela parte Craniale vescicole b. Sviiug
Fiqura
struttura a
tie
vescicole
a
queila à cirnque
aliche la Cul superficie mediate si fonde per
saggio dalla
CENNI DI ORGANOGENESI delle
vescicole
telencefali
(2
Kon h
superticie lateraie detla
le uniche
strutture ne po
accollamento (1) e per addensarnent
cthe runge da p e r n a
di rotaztone.
telencefaliche s o n o
Vraescicole simmetrico trg vescicola
diencefatico,
modo pari e
SSaliche si sviluppano in
4.133 a).
196
NEUROANATOMIA
Istmo
Vescicole Lobo parietale
telencefaliche Insula
Lobotemporale
Lobo posteriore
Mesencefalo
dell'ipofisi
Cervelletto
Bulbo olfattivo
56 giorni b 82 giorni
ura
sul
a134 a Embrioneumano di 27 mm rappresentazione schematica. Sulla faccia inferiore della vescicola telencefalica si forma il bulbo ofattvo,
pavimento della vescicola diencefalica si osserva la formazione del lobo posteriore dell'ipofisi. La faccia dorsale della vescicola metencefalica,
dapprima
estremamente sotle,comincia aispessirsi formando il cervelletto. b. Embrione umano di 53 mm: rappresentazione schematica. Sula facca lateraledi
ciascun emisfero si osservanoi rigonfiamenti che corrispondono alla formazione dei lobi frontale, parietale occipitale e temporale. Nella parte inferiore,
fra i lobi temporale, parletale frontale si
e osserva una depressione dalla quale si formerà l'insula.
Vescicole
telencefaliche
Ventricolo
laterale
Lamina terminale
Fossa cerebrale laterale Forame interventricolare
(di Silvio) (di Monro)
Bulbo olfattivo Commessura bianca
anterioree
Chiasma ottico-
Ventricolo laterale
Solco ippocampale -
Corno frontale-
Trigono
Solco laterale Corno coilaterae
(Scissura di Silvio) OCcipitale Corpo calloso-
Lobo frontale- Setto pellucido-
Forame
Lobo dell'insula- interventricolare-
Lobo (di Monro)
Bulbo olfativo-
OcCipitale Commessura bianca
Corno tenporale- anteriore ienta
Lobo temporale
b Fessura corioidea-
Bulbo olfattivo -
Ipofisi Ipotalamo
Chiesma ottico-
N. ottico-
Processo Processo
infundibolare infundibolare
Cervello
Ectoderma
della cavità orale
Sacco adenoipofisanio
Eminenzamediana (o tasca di Rathke)
Parte
tuberale Fessura
Parte
tuberale
Parte
Parte nervosa
iermedia Parte
distale Parte
intermedia Parte distale
Seno
sfenoidale
da un solco che rappresenta in ultima analisi la prosecuzione all'adenoipofisi, posta anteriormente alla neuroipofisi (1g
rostrale del solco limitante, ma che qui prende il nome di 4.137 b).
solco ipotalamico, perché si trova sotto il talamo e sopra II neuroectoderma in tale sede
torna a essere in stretto
quella porzione della vescicola che forma l'ipotalamo (Fig. rapporto con l'ectoderma di rivestimento. La tasca di Rathke
4.137 a). che viene dallo stomodeo il diverticolo
La superficie inferiore del diencefalo è l'unica porzione co che ha direzione
raggiunge diencelal
opposta discendente e insieme formano
che rimane libera, visibile macroscopicamente quando si T'ipofisi. Lorganogenesi dell'ipofisi rende ragione del tat
asporta l'encefalo dalla scatola cranica. E compresa tra i trat- che si formi un'ipofisi intermedia
(parte intermedia dell ad
ti ottici e i peduncoli cerebrali che, insieme, delimitano una noipofisi) e che possano residuare piccole cavità (cisticne
losanga che contiene le strutture diencefaliche visibili sulla all interno dell'ipofisi che sono i residui della tasca
di Ratnkc
superficie inferiore del diencefalo. Tra queste spicca la pre- Nella parte dorsale del diencefalo si
senza di una grossa ghiandola, l'ipofisi, che si sviluppa da
sviluppa anche una
tra ghiandola endocrina, confermando la stretta relazione
due diverticoli: un diverticolo che scende dal pavimento del anatomotunzionale tra diencefalo e sistema endocrino.
diencefalo e che va a formare la neuroipofisi, posteriore, e Listofisiologia del tessuto endocrino e del tessuto nerv
un diverticolo ectodermico, o tasca di Rathke, che ascende fa intatti ritenere che questi due tessuti abbiano molte similt
dal sottostante stomodeo (bocca primitiva) dando origine rità tra loro: entrambi agiscono mediante la produzione u
4. Encefalo 199
aSOstanza, chiamata ormone nel sistema endocrino e neu- ente accollata alla parete laterale del dien-
ca che si è stret
rotrasmettitore nel sistema nervoso, che è destinata a tra- cefalo). Le fibre proiettive descritte sopra compiono una sud-
smettereprecisi
messaggi funzionali. Entrambi questi sistemi divisione di questa massa di sostanza grigia in una porzione
operano diante organuli di secrezione (granuli nel caso del
interna che rimane accollata alla vescicola diencefalica (desti
istema endocrino, vescicole nel caso del sistema nervoso). La nata a formare il nucleo caudato)e una grossa porzione ester-
modalità di secrezione in entrambi questi sistemi consiste
na che formerà il nucleo lenticolare e il claustro. Le fibre as
nella fusione della membrana del contenitore con la membra-
sociative all'interno della vescicola telencefalica compiono
na cellulare della cellula endocrina o del neurone a livello del
ulteriori suddivisioni.
bottone sinaptico. Ditferenze sostanziali tra questi due siste- I ventricoli telencefalici, pari e simmetrici, prendono il
mi consistono invece nel fatto che i neuroni trasmettono lo nome di ventricoli laterali. Essi derivano dalla cavità centra-
stimolo molto rapidamente, cioè in tempo reale, e molto spe- le delle vescicole telencefaliche e sono in comunicazione con
cificatamente sulla cellula bersaglio, cioè sulla cellula con cui il terzo ventricolo tramite i forami interventricolari (di Mon
contraggono rapporto sinaptico. Invece il sistema endocrino ro). A sua volta il terzo ventricolo comunica con il quarto ven
agisce più lentamente, tramite il trasporto sanguigno, e in tricolo tramite l'acquedotto del nmesencefalo (di Silvio).
modo meno specifico, Cioe l'ormone raggiunge tramite la via
ematica tutte le cellule bersaglio provviste di apposito recetto-
I ventricoli cerebrali riproducono esattamente la forma
della vescicola telencefalica, estendendosi in tutte le sue por-
ree che possono anche essere diffuse nell'organismo. zioni. La porzione più anteriore prende il nome di corno fron-
La commistione tra questi due sistemi, nervoso ed endo- tale, continuando posteriormente con una parte centrale o
crino, è chiaramente evidenziata dall'innervazione della
ghiandola surrenale. intermedia posta a livello del diencefalo, detta cella media. A
partire da questa, la porzione che sporge all'indietro prende
La ghiandola surrenale nella sua componente midollare il nome di
produce gli ormoni adrenalina e noradrenalina. La nora- corno occipitale, mentre quella che sporge
mente prende il nome di corno temporale.
inferior
drenalina è la stessa molecola prodotta dal neurone postgan- Anche nelle vescicole telencefaliche alcune zone del neuro
gliare della catena bineuronale del sistema simpatico. L'in- ectoderma danno luogo alla formazione di tele corioidee sulle
nervazione della midollare della ghiandola surrenale prevede quali poi si sviluppano i plessi corioidei. La zona di formazio-
che la fibra pregangliare del neurone ne della tela corioidea dei ventricoli laterali corrisponde alla
pregangliare (collocato
nel midollo spinale
il
a livello della colonna di
Coppo Terni a parte iniziale della superficie mediale della vescicola telence-
cui corrisponde nucleo intermediolaterale, nella sostanza falica che deborda dal limite di fusione con il diencefalo. E da
grigia della base del corno anteriore tra i neuromeri C8 e L2) notare che la zona della cella media
corrisponde alla parte più
arrivi direttamente sulle cellule endocrine della midollare a laterale della fessura cerebrale trasversa (di Bichat).
SIgnificare che tali cellule fungono da secondo neurone della
catena bineuronale. Lobiettivo dell'or mone e del neurotra-
ANATOMIA MACROSCOPICA E TOPOGRAFICA
Smettitore, che in questo caso coincidono, non è quindi un
organo specifico dell'organismo, ma tutto l'organismo laddo- Al fine di comprendere l'anatomia
macroscopica e topo-
ve
sono presenti i recettori a e ß per gli stimoli adrenergici. grafica delle diverse regioni del diencefalo, risulta utile osser
Un altro aspetto organogenetico importante che deve es- vare uno schema che raffiguri tali strutture
come se fossero
sere approfondito in questa sede perché riguarda sia il telen- inserite in due parallelepipedi separati tra loro da uno
che corrisponde alla cavità del terzo ventricolo
spazio
Cetalo sia il diencefalo è l'aspetto dell'anatomia delle vie
Come risulta evidente da questa
(Fig. 4.138).
proiettive. Infatti dalle vescicole telencefaliche, mentre si rappresentazione sche-
Sviluppano, originano fibre nervose destinate a strutture matica, le diverse porzioni che compongono il diencefalo
co-
runcali o sottotruncali. L'insieme di queste fibre decorre la- stituiscono le pareti laterali del terzo ventricolo, che è chiuso
in alto da una tela corioidea che si inserisce nello
eraimente alla vescicola diencefalica per raggrupparsi in
spigolo su-
8rosse strutture anatomiche che costituiscono la parte ante periore e interno del parallelepipedo. Questo spigolo corri-
1Ore del mesencefalo ovvero i peduncoli cerebrali. Questa sponde a una struttura di sostanza bianca allungata che pren-
egione di transito delle fibre nervose dal telencefalo al me- de il nome di abenula o stria midollare, che è sottile
nella
encefalo vaacostituire anche una porzione di sostanza bian parte anteriore e si ispessisce nella parte posteriore, fino a
costituire regione grossolanamente triangolare che pren-
una
del telencefalo accollata alla parete laterale del diencetalo,
denominata capsula interna. de il nome di trigono abenulare o dell'abenula. I
due
la so- abenulari continuano verso la parete mediale da dove trigoni
aitro aspetto importante riguarda il fatto che vesci- struttura sporge
clgrigia che si sviluppa dal neuroectoderma della
una posteriore a forma di pigna detta appunto
telencefalica può essere suddivisa in due grandi catego- ghiandola pineale. L'insieme di abenule, trigoni abenulari e
a corteccia cerebrale (che riveste la superficie della mag ghiandola pineale costituisce lepitalamo, cioè la struttura
5Parte della vescicola telencefalica libera) e la sostanza posta più superiormente nel diencetalo. Lä nomenclatura del-
si sviluppa le strutture diencefaliche fa riterimento infatti alla
da lnata a formare i nuclei della base (che telencetali- più grossa e centrale del diencelalo che èil
struttura
d p a r t e di neuroectoderma della vescicola talamo, che quin-
200
EUROANATOMIA
Anteriore Il pavimento del diencefalo è costituito dalla converen
Tela corioidea verso il basso dei due parallelepipedi e quindi dall'unione dei
del terzo ventricolo due ipotalami medialmente.
Abenula- Quindi il talamo risulta collocato nella parte centrale del
Trigono diencefalo, rappresentandone la struttura più voluminosa. e
abenulare
Epitalamo dal punto di vista topografico risulta essere in contato con il
terzo ventricolo medialmente, con l'ipotalamo e il subtalamo
Ghiandola Solco inferiormente, con il metatalamo posteriormente, con I'epita:
pineale- potalamico
Epifisi) Talamo lamo superomedialmente e con le strutture telencefaliche la
teralmente e superiormente. In particolare, in considerazione
Metatalamo
di quello che è stato detto riguardo allo sviluppo delle vesci.
Subtalamo
Posteriore cole telencefaliche e del conseguente rapporto che esse assu-
lpotalamo mono con la vescicola diencefalica, risulta chiaro che la su
Eminenza mediana perficie superiore del talamo presenta una superficie extra
ventricolare che va dall'abenula o stria midollare sino al solco
Figura 4.138 Rappresentazione geometrizzata del diencefalo. Le corioideo del talamo. Tale porzione costituisce sui due lati
strutture diencefaliche sono racchiuse in due parallelepipedi, destro e si-
nistro, separati da uno spazio corrispondente alla cavità del terzo ventri
parte del pavimento della fessura cerebrale trasversa (di Bi
colo. chat). Il solco corioideo è il punto di attacco inferiore della
tela corioidea della cella media dei ventricoli laterali. Il punto
di attacco superiore della stessa tela corioidea èè rappresentato
di risulta localizzata inferiormente all'epitalamo. Sulla super- dal fornice (vedi oltre).
ficie mediale del diencefalo è ben visibile un solco che separa Lateralmente al solco corioideo del talamo, è presente
il talamo dal sottostante ipotalamo: il solco ipotalamico. Sot quella parte della faccia superiore del talamo che prende an-
to il solco ipotalamico vi sono due porzioni del diencefalo che che il nome di superficie ventricolare del talamo e che costi
si possono suddividere in una parte mediale e una parte late tuisce il pavimento della cella media e di parte del corno fron
rale. Le due porzioni nmediali costituiscono l'ipotalamo, men- tale dei ventricoli laterali. Ancora più lateralmente, la super
tre le due porzioni laterali costituiscono il subtalamo. La por- ficie superiore del talamo confina con il punto in cui esso e
zione sotto il talamo non è distribuita in modo omogeneo: fuso con il nucleo caudato del telencefalo (vedi oltre) e sullo
l'ipotalamo è maggiormente sviluppato nella parte anteriore, spigolo tra talamo e nucleo caudato è presente un fascio di
il subtalamo in quella posteriore (Fig. 4.139). sostanza bianca detto stria terminale. II solco di congiunzio-
Sempre posteriormente nel diencefalo, collocato in una
posizione a metà tra il talamo e le regioni poste sotto di esso,
ne tra talamo e nucleo caudato è il solco optostriato
(fig
4.140). Questi aspetti topografici risultano chiari soprattutto
si trova il cosiddetto metatalamo, che è costituito da due osservando il talamo in una visione dall'alto e posteriore.
strutture sporgenti dette corpi genicolati: il corpo genicolato La superficie laterale del talamo è in rapporto con tibre
laterale e il corpo genicolato mediale. proiettive del telencefalo che si raccolgono in questa regione
Metatalamo
Terzo ventricolo
Talamo
Epitalamo
Adhesio
interthalamica
Subtalamo-
Subtalamo
potalamo-
potalamo
Strie longitudinali
del corpo calloso
Corpo calloso
Setto pellucido
nucleo caudato
del
Corpo
Solco optostriato
Talamo -
Tenia corioidea
Pulvinar
Corpo genicolato:
Epifisi -
-mediale
laterale
Lamina quadrigemina
caudato è separato
del diencefalo in luce per mezzo di un'ampia demolizione del telencefalo. Il corpo del nucleo
Figura 4.140 Faccia dorsale
messa
Localizzazione delle
fibre orignate ai van ivelh
(C. cervicale; L lombare,
S, sacrale: T, toracico)
Nucleo laterale
ventrale posterolaterale
Figura4.141 Nuclei e laminemidollari deltalamo:rappresentazione schematica. a. Faccia superiore: b, sezione. La lamina midollare intema separa i
nucleimedalideltalamo da un gruppo nuclearelaterale,suddiviso asua volta nei nuclei dorsali e ventrall, e. incorispondenzadel polo anteriore,div
dendosi a ircoscrive i nucleianteriori. Nelsuo spessore sono compresi i nuclei intralaminari, mentre i nuclei della linea mediana si trovano lungo la
superticie del terzo ventricolo e nell'adhesio interthalamica.
Adhesio interthalamica
Corpo calloso:
ginocchiO
rostro
lalamo
Ghiandola pineale
Colonna del tornice
(Epifisi)
Commessura anteriore
Lamina terminale
203
la no
trigemino. Infatti, i nuclei del nervo trigemi-
inviano impulsi ascendenti
one posteriore slargat detta pulvinar, che è quella di- che originano sia dal nucleo
amente connessa con i corpi genicolati che nel loro insie- bulbare (nucleo
spinale del nervo trigemino) sia dal nucleo
me costituisco il metatalamo. Dal punto di vista della no- principale o pontino (nucleo principale del nervo
Queste vie ascendenti trigemino).
clatura, è da notare che i fisiologi preferiscono chiamare nali. Essi
sono denominate lemnischi
trigemi-
la orzione ventrale termedia con il nome di porzione ven- decorrono separati: il lemnisco
le origina dal nucleo bulbare, il lemnisco
trigeminale ventra-
trale laterale.
dal nucleo trigeminale dorsale
Lasostanza grigia nonè solo contenuta in queste varie pontino. Quest'ultimo è bilaterale, mentre l'altro e
norzioni del talamo, ma costituisce anche piccoli nuclei rag- omolaterale.
In una particolare
gruppati all'interno della lamina midollare: nuclei intrala- regione inferiore del nucleo arcuato
minari. In particolare, uno di essi, il nucleo centromediano, giungono gli impulsi vestibolari.
gruppo dei nuclei laterali ventrali (o ventrali laterali)
si trova in corrispondenza del nucleo arcuato, anzi il nucleo
anterioree intermedio (o laterale) è in relazione con attività
arcuato si chiama cosi in quanto compresso dal nucleo cen-
neuronali connesse con le attività motorie. La loro connes-
tromedian0. sione con la corteccia cerebrale è appunto con le aree motorie.
Un altro nucleo forma una specie di guscio esterno al ta- In particolare, queste regioni ricevono impulsi che provengo-
lamo ed è separato da esso da una lamina midollare esterna. no dal cervelletto (per il nucleo laterale ventrale intermedio)
Viene definito nucleo reticolare del talamo e presenta carat e dai nuclei della base (per il nucleo laterale ventrale anterio-
teristiche neuroarchitettoniche simili a quelle della formazio- re). L'insieme delle fibre che trasportano questi impulsi si
ne reticolare del tronco encefalico. raccoglie a tormare un importante fascio di fibre di sostanza
bianca che è detto fascicolo talamico.
Anatomia funzionale
Gruppo nucleare anteriore
Tutti i gruppi nucleari del talamo sono collegati in doppio
senso con diverse aree della corteccia cerebrale. Unica ecce- Igruppo anteriore dei nuclei talamici (nuclei anteriori del
zione è data dal nucleo reticolare del talamo, che è principal- talamo) è inserito in un circuito particolare, detto circuito di
Papez, che è implicato nei processi di memorizzazione (Fig.
mente collegato con i nuclei intralaminari.
4.143). Questi gruppi nucleari sono collegati con l'area 23 di
Brodmann della corteccia cerebrale, che si trova nella porzio-
Gruppo nucleare laterale ne anteriore del giroo circonvoluzione del cingolo (apparte
nente al lobo limbico, S Sistema limbico). Questa regione
Della porzione laterale del talamo si prendono in esame so0
laterale dor- del telencefalo è collegata a sua volta, tramite il fascio di fibre
la
l01gruppi ventrali e il pulvinar, poiché porzione associativo che percorre la profondità del lobo limbico,
a una
ie e ancora poco nota riguardo alle sue attività funzionali1.
regione denominata ippocampo (9$ Sistema limbico).
(nuclei
gruppo dei nuclei laterali ventrali posteriori riceve Dall'ippocampo origina un fascio di fibre che si raccoglie
regione triangolare
connesSione
di
bulbo. che loro volta ricevono impulsi midollo
a
tattili
spinale. psalterium
(commessura
del tornice o commissura archi
propriocettivi coscienti provenien dal che si por-
encefalico e accollato alla superficie
inferiore del
Gliiimpulsi che vengor dal tronco
dal nucleo
palliale).
Il corpo del
fornice è
esso nella parte
anteriore per
provenienti distacca da
nucleo arcuato sono impulsi rostrale calloso e si
del tratto particolare dalla
s u a porzione corpo
solitario e i e dai
tativo)
èil nucleo stativo (tramite il
lemnisco gus
204 NEUROANATOMIA
Fornice postcommessurale
Commessura anteriore -
Fascicolo mammillotalamico-
Corpo mammillare -
Ipotalamo
Corpo amigdaloideo (Amigdala)-
Corteccia entorinale
Ippocampo-
Fioura4.143 llcircuitodi Papez è uncircuito"chiuso" che connette il diencefalo alla corteccia cerebrale del girodel cingolo, attraverso un flusso di in-
formazionicontinuo. Leinformazioniche originanodall'ippocampo, per esempio, raggiungono i corpi mammillari dell'ipotalamo attraversoil fornice e da
uivengono trasmesseai nucleianteriori deltalamo(fascicolo mammillotalanmicoo di Vicqd'Azy); dai nuclei del talamo le informazioni vengono trasmes
se alirodel cingolo equindiritornanoall'ippocampo.Successivamentealla descrizione diPapez, Mc Lean, introducendo iltermine 'sistemalimbico
completò il circuito di Papez aggiungendo ulteriori stazioni sinaptiche (1952). Le informazioni sensoriali che provengono dalla corteccia associativa entra-
no nel circuito di Papez sia attraverso il giro del cingolo, sia attravers connessioni a doppia mandata con l'ippocampo; da qui vengono anche ritrasmesse
all'amigdala che proietta all'ipotalamo, il quale, a sua volta, proietta alla corteccia prefrontale. In definitiva, il circuito di Papez, ridisegnato da Mc Lean, e
un circuito attraverso il quale si coniuga la vita
vegetativa con la vita di relazione e quindi le emozioni assurgonoa dignità di coscienza e
motivazione per la scelta del programma motorio. fungono da
formare le colonne del fornice, che scendono inferiormente che la capacità dirievocare ricordi già acquisiti, cioè la
penetrando nel diencefalo e decorrendo nella parte centrale cità di andare capa-
a
recuperare i libri classificati all'interno della
dell'ipotalamo per terminare nei corpi mammillari dell'ipo- biblioteca, la cui localizzazione all'interno del cervello è an-
talamo. Questi sono a loro volta collegati con la parte anterio- cora sconosciuta, ma sembra
essere collocata in tutte le diver-
re del talamo mediante un fascio di fibre che decorrendo nel se parti della corteccia
la porzione intermedia dell'ipotalamo costituisce il fascicolo
cerebrale, in linea con il fatto che una
riduzione progressiva dei neuroni con l'età
mammillotalamico o fascio di Vicq d'Azir. Questo fascio zione progressiva della memoria.
porti a una ridu-
chiude quindi il circuito di Papez.
Durante l'apprendimento di una qualsiasi esperienza, le
informazioni girano in questo circuito e la sua integrità è ne- Gruppo nucleare mediale
cessaria per il processo di memorizzazione. Nel gruppo mediale dei
molto nuclei del talamo (nuclei median
La memoria èun fenomeno complesso,
reso possi-
bile non solo dalla memorizzazione ma anche dai processi
del talamo) è presente un nucleo particolare detto dorsome
diale (o
d'immagazzinamento delle informazioni memorizzate e dal Sono
mediodorsale)che di
rappresenta l'unica regionecu
conosciute alcune connessioni. In
reperimento delle stesse informazioni al momento opportu- e connesso in
particolare, quesi
no. Torna utile l'esempio della biblioteca, dove le informazio- nucleo doppio senso sia con l'ipotalamo si
con la corteccia
ni memorizzate possono essere paragonate ai libri collocati cerebrale. La corteccia cerebrale collegata co
sugli scaffali e il processo del ricordo a quello d'identificazio- questo nucleo appartiene a una regione particolare ae
frontale, detta corteccia
ne del libro esatto e il processo di memorizzazione a
quello prefrontale, corrispondente a
d'inserimento nello scattale giusto del libro/evento memoriz- aree 9, 10, 11 e 12 di
Brodmann. La regione prefrontaie
lobo frontale è tutta
zato.
essa
quell'area di questo lobo che non e
E da notare che nell'alcolism0 cronico e nella senescenza con attività motorie specifiche. Il significato dei co
gamenti del nucleo dorsomediale è dettagliato nella sezo ione
sihanno alterazioni specifiche del circuito di Papez, per cui il
concernente il sistema limbico
processo della memorizzazione è in queste condizioni più
Per terminare la
(Os Sistema limbie) taBa
difficile. D'altra parte, l'invecchiamento riduce di per sé an-
mo resta da
descrizione dei gruppi nucleari u
trattare la regione del pulvinar. In realta. ima
P
4 .Encefalo
205
orame interventricolare
Corpo del nucleo caudato
Colonne del fornice
Lamina affxa
Stria terminale Terzo ventricolo
Trigono abenulare -
Tenia corioidea
Pulvinar
Ghiandola pineale
Commessura posteriore - (tpiisi)
Braccio del collicolo superiore
Corpo genicolato laterale Collicolo superiore
Corpo genicolato mediale Braccio del collicolo inferiore
Collicolo inferiore
Peduncolo cerebrale
N. trocleare [IV-
N. ottico (l),
Chiasma ottico- sezionato
Tratto ottico
Tuber cinereum
Corpo mammillare
Fossa interpeduncolare
- N. trocleare (V)
N. trigemino (V):
radice motoria- Sostanza perforata
radice sensitiva -
posteriore
faccia
faco
anche
la
si osseve
serva
gura 4145
inferiore Mesencefalo,
del diencefalo faccia ventrale.
con il peduncolo Si osservano
ipofisario sezionato.
i peduncoli cerebrali e la fossa interpeduncolare. Superiormente,
4 Encefalo 207
Corpo calloso
Commessura anteriore
Fornice
Ipotalamo: Stria terminale
nucleo paraventricolare
nucleo dorsomediale
Talamo,
nuclei anteriori
nuclei preottici -
- Adhesio interthalamica
nucleo ventromediale
Fascicolo
mammillotalamico
nucleo sopraottico-
nucleo soprachiasmatico
-
-
Ipotalamo:
- nucleo ipotalamico laterale
nucleo arcuato (o
infundibolare) -
- nucleo posteriore
corpo mammillare
Bulboolfattivo
Chiasma ottico
Figura4.146-Rappresentazioneschematica della parete laterale del terzo ventricolo con le formazioni diencefaliche mediane. Un piano passante per la
colonna delfornice e i fascicolo mammillotalamico, formazioni di sostanza bianca che attraversano l'ipotalamo nella sua parte centrale, consentono di
dividere l'ipotalamo in una porzione laterale e una mediale.
I nuclei ipotalamici sono numerosi e dislocati sia nellarea Regione Area mediale Area laterale
mediale sia nell'area laterale (Tab. 4.1).
Molti di essi hanno ancora funzioni sconosciute per cui se Sopraottica Nucleo sopraottico Nucleo laterale
Nucleo paraventricolare Parte del nucleo
ne prendono in esame solo alcuni, quelli di cui
sono più note sopraottico
le funzioni. Dal punto di vista neurocitologico due nuclei si
distinguono da tutti gli altri per il loro contenuto rappresen- Tuberale Nucleo anteriore Nucleo laterale
Nucleo soprachiasmatico Nuclei tuberali laterali
tato da grossi neuroni: sono il nucleo sopraottico e il nucleo Nucleo dorsomediale
paraventricolare (Fig. 4.148). Nucleo ventromediale
Nucleo arCuato
infundibolare)
Nuclei sopraottico e paraventricolare
Mammillare Corpo mammillare Nucleo laterale
II nucleo sopraottico è disposto sia nella porzione media- Nucleo posteriore
le sia in quella laterale nella regione anteriore o sopraottica
Nucleo
Nucleo paraventricolare dorsomediale Nucleo ipotalamico laterale
dell'ipotalamo (parte anteriore, parte intermedia e parte posteriore)
Nucleo ventromediale
Nucleo preottico mediale dell'ipotalamo
Nucleo anteriore dell'ipotalamoo
(Nucleo retrochiasmatico) Corpo mammillare
Nuclei tuberali
- nucleo sopraottico
Ipotalamo posteriore
(o tuberale):
nuclei tuberali laterali
Chiasma ottico
Fascio Eminenza mediana
preotticoipofisario
Fascio
tuberoinfundibolare
Adenoipofisi:
parte tuberale-
parte intermedia- Neuroipofisi:
-infundibolo
parte distale -
- lobo nervoso
Sella turcica
dell'ipotalamo (o area ipotalamica anteriore). Il nucleo para- ti nella neuroipofisi. Le dimensioni di questi neuroni corri-
ventricolare è disposto nella porzione mediale, come dice il spondono a quelle dei neuroni magnocellulari dell'ipotalamo
nome, accanto al ventricolo del diencefalo, cioè al terzo ven- secondo la vecchia definizione.
tricolo, ed è anch'esso localizzato nella regione anteriore Tutti gli altri neuroni ipotalamici sono di dimensioni mol-
dell'ipotalamo o sopraottica. to
più ridotte che corrispondono a quelle dei neuroni parvo
Entrambi questi nuclei sono formati in buona parte da cellulari dell'ipotalamo secondo la vecchia denominazione.
cellule neuroendocrine, cioè da cellule a forma di neuroni, I neuroni magnocellulari del nucleo sopraottico produco-
ma con funzione di cellule endocrine. La struttura generale no l'ormone antidiuretico (antidiuretic hormone, ADH),
di queste cellule è quella propria dei neuroni (con pericarion, mentre i neuroni magnocellulari del nucleo paraventricolare
dendriti e assoni), ma la funzione è quella endocrina, poiché producono l'ormone ossitocina. Questi due ormoni agiscono
queste cellule hanno come obiettivo finale quello di secernere su organi a distanza: l'ADH prodotto dal nucleo sopraottico
all'interno del sangue veri e propri ormoni che agiscono su agisce sul rene determinando la quantità di acqua che deve
obiettivi a distanza. Infatti, il loro prolungamento assonale si essere riassorbita a livello del tubulo contorto distale e dei
estende nel peduncolo ipofisarioe termina nella neuroipofisi dotti collettori, mentre l'ossitocina provoca una contrazione
con terminazioni particolari (dette giunzioni neuroemali) della muscolatura liscia dell'utero al momento del parto e
che giungono a contatto direttamente con i capillari contenu- delle cellule mioepiteliali della
ghiandola mammaria durante
l'allattamento. L'ADH è anche detto vasopressina perché svol-
Neuroni ge anche un ruolo di stimolo sulla muscolatura liscia dei vasi,
anoressizzanti
aumentando la pressione arteriosa e
Terzo ventricolo
promuovendo la filtra-
zione glomerulare nei corpuscoli renali. Recentemente è stato
Nucleo identificato un ruolo dell'ossitocina nell'influenzare in senso
Area
paraventricolare
perifornicale
positivo i circuiti comportamentali del sistema limbico che
Nucieo Area ipotalamica garantiscono l'allevamento della prole e promuovono il com-
dorsomediale laterale portamento di cura parentale ( S potalamo - Funzioni).
Neuroni
Neuroni oressizzanti Nucleo arcuato
POMC/CART
aloetramite questa influenza l'attività del sistema ner- e contiene soprattutto vie
afterenti che nascono
salmente
l'attivita aeila
formazione reticolare;
ohmpatico, che a sua volta va a modulare a livello della
Sandola pineale ($ mammillare (tascicolo mammillotegmentale);
Ghiandola pineale). peduncolo
mediale del telencefalo o prosencefalico mediale
fascicolo
fuclei nasce a livello
del mesencefalo, è corto e pOco rappresen-
ventromedio e dorsomediale
tato nell'encefalo
umano, attraversa l'ipotalamo laterale
e
I nuclei della zione tuberale dell'ipotalamo, conosciuti alla regione settale (o area settale) sia
invia proiezioni sia
Come *CO Ventromediale e nucleo dorsomediale,
sem-
210 NEUROANATOMIA
Fiqura 4.151 Rappresentazione sche
matica che illustra la
conformazione del
sistema portale ipotalamoipofisario.
Vasi ipotalamici -
A. ipofisaria superiore -
Plesso capilare primario
del sistema portale
ipotalamoipofisario
Eminenza mediana
Neuroipofisi
Adenoipofisi (Lobo posteriore
(Lobo anteriore dell'ipofisi) dell'ipofisi)
Plessocapillare Sistema Sistema
Plesso capillare secondario parvocellulare Ipotalamo magnocellulare
del sistema portale-
della neuroipofisi
ipotalamoipofisario -Trabecola
Vv. ipofisarie tributarie
del seno cavernoso A. ipofisaria inferiore
Nucleo Nucleo
paraventricolare paraventricolare
Nucleo arcuato -
Nucleo
Arteria - sopraottico
N. otticO
Terminazioni nervose-
Sistema portale
ipotalamoipofisario
Cellule
secernenti ormoni
Neuroipofisi
(Lobo posteriore
dell'ipofisi)
Adenoipofisi
Figura 4.152 Schema delle connessioni ipotalamoipofi (Lobo anteriore - Arteria
Stria terminale
Afferenze dall'ippocampo
Via amigdalofugale
Fornice
Nucleo dorsomediale
del talano
Afferenze dall'amigdala
Area settale
e indicazione sche-
rappresentazione schematica che mostra parte dell'encefalo in sezione sagittale
Figura 4.153 Principali afferenze dell'ipotalamo:afferenze afferenze dall'amigdala passano attraverso la stria terminale,
altre se-
-
matica (linee blu) delle direzioni dalle quali queste provengono. Alcune
guono la via amigdalofugale.
striato. Il collegamento con l'amigdala è molto importante einfundibolare dell'ipotalamo, producono RH (releasing hor-
In esperimenti mones) che vengono immessi nel sistema portale ipofisario
per le risposte istintivo-comportamentali. secretoria dell'adenoipofisi.
animali da laboratorio si è provato che l'asportazione per la regolazione
negli
dell'amigdala determina risposte istintivo-comportamen- Neurosecrezione
tali rozze e grossolane. L'amigdala riceve impulsi da gran
hanno la ca-
parte della corteccia cerebrale. Tali impulsi Il nucleo sopraottico produce ADH o vasopressina,
men-
determinano
ratteristica di essere altamente elaborati e ossitocina. Si tratta
istintivo- tre il nucleo paraventricolare produce
una notevole influenza positiva sulle attività attività endocrina di secrezione
quindi di una vera e propria
Comportamentali (9 $ Sistemalimbico). che avviene materialmente a livello di quella regione definita
che deve essere in etfetti considerata una
neuroipofisi, ma
Recesso pineale-
Ghiandola pineale
Commessura posteriore- (Epifisi)
Collicolo superiore
Fascio
retino-ipotalamico
Acquedotto
del mesencefalo
Luce( Nucleo
Buio (+) soprachiasmatico
Ipotalamo
Occhio Nucleo
paraventricolare
Via
Nuclei Tronco
centrale (?) reticolari encefalico
Abenula
5-idrossitriptofano
ATP
NE S-idrossitriptamina
NE
NATntes
SintesiCAMP.
proteica
N-acetilserotonina
Serve
a na a c ruire il rapporto funzionale con qualsiasi struttu- calcio e si porta nell'interstizio, per cui, con l'andar del tem
accumula in questa sede.
po, il calcio si
ronale (Fig.4.156). Probabilmente l'ormone, tramite Le calcificazioni della ghiandola pineale rappresentano
4niCito, raggiunge l'organo bersaglio. un importante punto di repere in neuroradiologia, in quanto
Lagghiandola pineale va incontre progressiva calci-
a una
licazio con l'età. Questo embra essere dovuto al fatto che possono indicare, con una semplice radiografia del cranio,
eventuali spostamenti di strutture della linea mediana, che
Carianresponsabile del trasporto degli ormoni dal peri
possono avvenire, per esempio, in alcuni tipi di ernie cere
alla giunzione neuroemale (neuroepifisina), al
hento della secrezione ormonae si stacca dal>'ormone, lega il
mo-
brali.
214
NEUROANATOMIA
Solco sottoparietale
Giro del cingolo -
Corpo calloso:
Corpo calloso tronco
ginocchio splenio
rostro-
Solco calcarino
Ghiandola pineale
(Epifisi)
Colonna del fornice -
Talamo -
Terzo ventricolo:
tela corioidea -
plesso corioideo-
rivestite di le e i
trigoni abenulari rappresentano superiori. Le abenu
membrane
ritrasmissione di impulsi principalmente vie di
originati dalle aree olfattive della
corteccia cerebrale
Passaggio tanti per i riflessi (Fig. 4.157). Questi impulsi sono impor
la masticazione. olfattivi, come quelli della salivazione e del
di materiale
assunto o liberato
dal terminale
Figura 4.156-
dimale
Rappresentazione schematica di un tanicito, cellula
deputata al riassorbimento di 5ostanze, come ormoni o fattori epen- SuBTALAMO
trofici, presenti nel liquor. Dalla sua estremità basale si II
gamento attraverso il quale si stabilisce il
diparte un prolun- subtalamo è localizzato nella
(Fig. 4.158,; cfr. Fig. 4.139),porzione inferiore aC
roni.
rapporto funzionale con i neu- diencefalo
ralmente sotto il talamo eate
all'ipotalanmo. È sviluppato soprattutto nelta sud
4. Encealo
215
Stria terninale
Stria midollare del talamo
Fornice
Abenula
Tratto (Nuclei abenulari
mediale e laterale)
abenulointerpeduncolare. Epitalamo
(Fascicolo retroflesso) Ghiandola pineale
(Epifisi)
Nuclei settali Tratto abenulotettale
Corpo amigdaloideo
(Amigdala) Nucleo tegmentale
posterolaterale
Nucleo interpeduncolare
4.157- Rappresentazione schematica dell'encefalo in sezione sagittale che mostra le afferenze (in blu) e le eferenze (in rosso) dell'abenula, la
Figura
quale forma anche una stazione sinaptica intermedia per la trasmissione degli impulsi olfattivi afferenti.
Nucleo caudato
Lamina mnidollare esterna
Talamo
Capsula interna
Nucleo reticolare del talamo-
Zona incerta
Lamina midollare interna-
Globus pallidus
Fascicolo talamico laterale
Fascicolo lenticolare
Globus pallidus
Campo perizonale H- mediale
Campo perizonale H2
Ansa lenticolare
Sostanza nera -
(localizzata
, tanza nera
nurleo ventrale
laterale
216 NEUROANATOMIA
porzione posteriore, a differenza dell'ipotalamo che è invece spazio possibile. La necessità di aumentare la superficie degli
più sviluppato nella sua porzione anteriore. emisferi cerebrali deriva dal fatto che sulla superficie degli
ll subtalamo è caratterizzato dalla presenza di un nucleo, stessi emisferi è localizzata la sostanza grigia che in questo
il nucleo subtalamico, e da modo estende notevolmente il suo volume (analogamente a
importanti fasci di sostanza
bianca che lo attraversano. Tali fasci sono l'ansa lenticolare quanto avviene nel cervelletto).
e il fascicolo lenticolare.
Sia il nucleo subtalamico sia questi fasci che lo attraver- ANATOMIA MACROScOPICA
sano sono implicati nei circuiti di regolazione della cortec-
cia motoria, la cui descrizione è data nell'ambito della trat- In ciascun emisfero si possono descrivere tre superfici:
tazione del sistema extrapiramidale (9 S Vie una superficie mediale o mesiale, che è quella che guarda
extrapirami- Temisfero cerebrale controlaterale e aggetta nella fessura
dali).
interemisferica (Fig. 4.159);
una superficie inferiore che si appiattisce modellandosi
TELENCEFALO sulla superficie della base cranica su cui poggia (fossa cra-
nica anteriore, fossa cranica media e, posteriormente, fac-
Il telencefalo è l'unica parte del nevrasse che si sviluppa a cia superiore del tentorio del cervelletto) (Fig. 4.160);
partire da due vescicole che originano in maniera pari e sim- una terza superficie rivolta in alto e lateralmente, definita
metrica dalla struttura vescicolare centrale posta cranial superficie metopica (Fig. 4.161).
mente al diencefalo (cfr. Figg. 4.133 e 4.134).
Le scissure cerebrali dividono ampie aree degli emisferi
cerebrali in estese regioni dette lobi cerebrali.
ORGANOGENESI Il solco o scissura centrale (di Rolando) divide il lobo
Dalla vescicola centrale si espandono due strutture ovoi- frontale dal lobo parietale (cfr. Fig. 4.161).
dali che si sviluppano lateralmente in modo simmetrico (cfr. Il solco o scissura laterale (di Silvio) divide incompleta
mente il lobo temporale dal lobo frontale e dal lobo parietale.
Fig. 4.135). Ciascun ovoide rappresenta l'abbozzo della strut-
tura che formerà l'emisfero cerebrale. I due emisferi cerebra- Il solco o scissura parietoccipitale, che si estendesoprat
tutto sulla superficie mediale dell'emisfero cerebrale, divide il
li sono uniti tra loro da diverse strutture di connessione for-
mate da sostanza bianca e definite commessure (o commis- lobo occipitale dal lobo parietale.
sure) cerebrali. Ilobi occipitale, parietale e temporale sono cosi incomple
L'insieme dei due emisferi delle loro commessure forma
e tamente divisi tra loro.
il telencefalo. Ciascun emisfero cerebrale deriva dall'espan- Sulla superficie mediale e inferiore degli emisferi cerebra-
solchi
dell'emistero cerebrale nel minor gate dette giri o circonvoluzioni, separati tra loro d
estensione della superticie
4. Encefalo
217
Figura 4.159 - Faccia mediale dell'emisfero cerebrale destro. Si osservano i principali solchi e i principali giri.
Bulbo olfattivo
Giri orbitari- Solco olfattivo
Tratto olfattivo
Solchi orbitari -
Chiasma ottico
Giro fusiforme
Solco laterale
(Scissura di Silvio) giro occipitotemporale
mediale
- giro occipitotemporale
pofisi laterale
Solco calcarino
Giro frontale
interiore
parte opercolare -
parte triangolare-
parte orbitaria-
Figura 4.161 -Faccia superolaterale del'emisfero cerebrale sinistro, suddivisione territoriale nei diversi lobi. Si osservano i principali solchi ei prindr
pali giri.
che risultano meno profondi delle scissure, per cui all'interno ottiene principalmente con lo studio della citoarchitettonica
della corteccia cerebrale. Ulteriori dettagli sull'anatomia ma-
del lobo frontale e degli altri lobi si distinguono diversi tipi di
circonvoluzioni. Alcune particolari circonvoluzioni hanno croscopica degli emisferi cerebrali sono illustrati nelle figure
una morfologia peculiare per cui, più propriamente, si parla 4.160 e 4.161.
e st
di lobulo quando la struttura è più compatta e di giro quan-
Il peso dell'encefalo umano è circa 400 g alla nascita
do la circonvoluzione è molto piccola. triplica nei primi tre anni di vita. Il peso massimo viene rag
La dettagliata suddivisione degli emisferi cerebrali in lobi giunto all'età di 18 anni (circa 1400 g con variabili compres
e circonvoluzioni nasce dall'esigenza di comprendere le fun- tra 1100 e 1700 g) e resta invariato sino circa all'eta al
zioni attribuibili alle diverse porzioni dell'encefalo, ma ciò si anni, quando lentamente diminuisce.
Giro precentrale
Giro postcentrale
Insula:
-giri brevi
solco centrale
giri lunghi
ercoll.
Figura 4.162 l'intero tobo del'insula è messo allo scoperta sulla faccia laterale dell'emistfero cerebrale di destra dopo rimozione di tutt
4. Encefalo
219
Bulbo olfattivo
Giri orbitari-
Tratto olfattivo
Chiasma ottico.
Stria olfattiva laterale
Tuber cinereum
Giro
paraippocampale
Figura 4.163- Faccia inferiore degli emisferi cerebrali, dettaglio dove si evidenziano le strutture che costituiscono il lobo piriforme
CORTECCIA CEREBRALE massa di sostanza grigia che si dispone alla base degli emisfe-
ri cerebrali ed è suddivisa in diverse strutture dalla sostanza
bianca, che, contemporaneamente, si sviluppa all'interno
n ciascuna vescicola telencefalica il neuroectoderma si della vescicola telencefalica (Fig. 4.164). La corteccia cerebra-
uppa a formare la corteccia cerebrale, disposta sulla su-
Pcle dell emisfero cerebrale, e i nuclei della base, una l e risulta piuttosto estesa proprio a causa della presenza di
8
10
11
gi emisferi il v e n t r i c o l o
" rättaucleo cauda
indicate s o n o
Claustro (2). Altre
strutture
2020.
Anatomia
d umana sistematica e funzionale, Vol. 3, Edi.Ermes
NEUROANATOMIA
220
Corteccia omotipica
NEOCORTEX
(lsocortex)
Corteccia eterotipica
PALEOCORTEX
ALLOCORTEX
ARCHICORTEX
Strato I:
strato molecolare -
Fibre tangenziali,
(o plessiforme) stria dello strato molecolare
( o stria di Exner)
Strato II
strato dei granuli esterno Strato disfibroso
cellule piramidali) L
(odelle piccole Fibre tangenziali,
dei granuli esterno
Fstria dello strato
( o stria di Bechterew)
Strato I :
strato piramidale esterno
(o delle medie e grandi
cellule piramidali)
Strato soprastriato
Strato IV:
strato dei granuli interno Fibretangenziali,dei interno
stria dello strato granuli
(o stria di Baillarger esterna)
Strato interstriato
Strato V:
strato piramidale interno Fibre tangenziali,
(o delle cellule piramidali giganti stria dello strato piramidale interno
di Betz) (o stria di Baillarger interna)
Strato VI
strato multiforme
(o delle cellule poliformi Strato infrastriato
o fusiformi)
Cellula
a ciuffo assonale
Filtraggio
inibitorio
Selezione
eccitatoria
Cellula
del canestro piccola
Strato :
Cellula strato molecolare
a candelabro
Cellula
a doppio
pennacchio
Strato I:
strato dei granuli esterno
Cellule Strato l
stellate spinose strato piramidale esterno
Strato IV:
strato dei granuli interno
Strato V:
strato piramidale interno
Strato VI:
strato multiforme
Ratto
Toporagno Uomo
Nei primi anni del Novecento, Korbinian Brodmann, anato- sperimentali indicano che è presente una sua organizzazione
mista tedesco, studiò in maniera dettagliata le piccole variazioni verticale colonnare (cfr. Fig. 4.169).
di citoarchitettonica delle diverse porzioni della corteccia cerebra- Ai dati anatomici che riportano questa organizzazione
colonnare verticale (come la disposizione dei dendriti apicali
le, indicando 52 aree che furono da lui numerate con l'idea che a verticale
ciascuna di esse potesse essere attribuita una specifica funzione. delle cellule piramidali e la disposizione colonnare
delle fibre mieliniche già menzionate) si accompagnano
an-
In realtà non è sempre possibile attribuire una specifica
che dati sperimentali. Questi ultimi indicano come, per
funzione a ogni singola area, ma la sua numerazione è rima- di un
ancora oggi in uso, specie in clinica, per definire aree
del- esempio, l'introduzione con decorso perpendicolare
Sta
la corteccia cerebrale con ormai ben determinate funzioni.
elettrodo attraverso la corteccia somatosensitiva sia in grado
incontrano rispondono
Di seguito sono descritte solo le principali aree funzionali di verificare che tutte le cellule che si
di stimolo originato dalla stessa regione del
allo stesso tipo
motorie, sensitive e associative, ricordando anche la numera-
latenza simile.
Zione di Brodmann a ciascuna di esse riferita. corpo con una
Un altro dato sperimentale assai importante a tale riguar-
H. Hubel e Torsten N.
do è quello prodotto dai lavori di David
Anatomia funzionale Wiesel (premi Nobel per la fisiologia o la medicina nel 1981)
I dati sperimenta-
dell'at- sulla corteccia visiva di scimmia. principali
Ancora molto poco è noto circa la fine regolazione
numerosi dati li sono dettagliati nella didascalia della figura 4.171. In breve,
uvita funzionale della corteccia cerebrale, ma
Solco ippocampale
(vestigiale)
Alveus
Fimbria
Strati dell'ippocampo
Stratum oriens Solco
Strato piramidale- fimbriodentato
Strato radiato-
Strato molecolare
CA2
Solco ippocampale
Sottostrato lacunoso (superficiale)
CA3
Cavità residua -
CA4
CAI
--
Giro dentato
Strati del giro dentato: Subiculum
Strato granulare -
Strato multiforme-
Strato molecolare-
Presubiculum
Parasubiculum
O paraippocampae
Solco collaterale
Figura 4.207-Ippocampo, rappresentazione schematica di una sezione trasversale che mostra i diversi strati. CA, Corno d'Ammone (o ippocampo pro-
priamente detto). La regione IV (CA4) e il giro dentato costituiscono nel loro insieme la cosiddetta area dentata. Funzionalmente, le regioni ll (CA3) e V
talamo attraverso due sistemi: è la parte iniziale è incluso in un circuito più vasto impl
L'ipotalamo è collegato al co
innanzitutto è presente un collegamento tra il corpo mam- cato nel fenomeno della memorizzazione. Infatti, dalla
regio:
millare dell'ipotalamo e la regione anteriore del talamo. ne anteriore del talamo si
diparte un collegamento con
i
Questo collegamento, detto fascicolo mammillotalamico o giro del cingolo o circonvoluzione sopracallosa che appartie
fascio di Vicq d'Azir (S Talamo-Gruppo nucleareanterio- ne al lobo limbico(area 24 di Brodmann).
sembra essere estremamente
re), è inserito in un circuito che il circuito di
Da questa regione del giro del cingolo, tramite un fascicolo
di fibre associative
importante per i fenomeni di
memorizzazione, lunghe detto
cingolo, l'impulso passa al giro
Papez. L'altro è un tra
collegamento la regione mediale o
Circonvoluzione paraippocampale e, in particolare, alla regio
dell'ipotalamo e il nucleo dorsomediale (o mediodorsale) ne piu anteriore di essa, dove è localizzata una parte deltelence
alo con una forma particolare che prende il nome di corno
del talamo (vedi oltre).
cerebrali piuttosto d'Ammone. Questa regione è caratterizzata da una particolare
La memoria è un processo di attività
che prevede almeno due fasi: disposizione della sostanzagrigia,larchicortex (OS Telencela:
complesso
memorizzazione; lo-Organogenesi), e della sostanza bianca, le quali in sezione
archiviazione del pen- trasversale, nel loro insieme, ricordano la forma di un cavalluc
immagazzinamento del pensiero (0
"scheda memorizzata"di Cio
siero), che costituisce appunto la marino
La
e per
questo motivo viene anche detta ippocampo
un determinato evento. sostanza grigia dell'ippocampo che si porta in super
cie prende il nome di giro dentato ed è costituita da neuron
della memoria, a breve e che mandano i loro impulsi principalmente alle cellule pira"
Ci sono poi ulteriori suddivisioni
cui il fascicolo mammillotalami- midali del corno d'Ammone (Fig. 4.207).
lungo termine. Il circuito di
4. Encefalo
251
mente cambiata,
dicevano che
cosi decisamente che i suoi amici e conoscenti
non era "più Gage"".
Figura 4.208-Phineas Gage. a, Dagherrotipo di Phineas Gage raffigura
o con in mano la barra di ferro che lo feri. b, Ricostruzione d'epoca del'in-
iente. c, Cranio esposto al Warren Anatomical Museum di Boston (USA)
in the
a.Pgc Warren Anatomical Museum, Center for the History ofMedicine
dncis A. Countway Library of Medicine, Gift of Jack and Beverly Wilgus; c,
Gli assoni di queste cellule si raccolgono sulla superficie ciascuna subito al davanti del torame interventricolare di
Monro delimitandolo anteriormente.
el ippocampo che corrisponde al pavimento del corno tem- Le colonne del fornice si approfondano poi
porale dei ventricoli laterali ed è quindi rivestita esternamen nell'ipotalamo
per terminare prevalentemente nei rispettivi corpi mammil-
e dallo strato ependimale. Tali fibre prendono il nome di
alveus. lari. In questo modo, si chiude il circuito di
Papez (circuito
Le fibre dell'alveus si raccolgono poi in una struttura al- ippocampo-mammillo-talamo-limbico).
È importante sottolineare come la memorizzazione
ngata e piatta che prende il nome di fimbria. La fimbria a degli
eventi sia strettamente associata agli aspetti emotivi che l'e-
d Volta viene raccolta in strutture più cilindriche che for-
vento stesso provoca. Per immagazzinare le
n o la gamba del fornice. Quest'ultima converge con quel informazioni
nell'archiviodella memoria queste devono circolare nel
cntrolaterale formando il corpo del fornice che si dispone cir
l corpo calloso. Qui, poco prima di riunirsi, le due gam cuito di Papez (ctr. Fig. 4.143).
d ornice si scambiano numerose fibre formando un velo Dopo un certo numero di esperienze esse circolano auto-
bianca che unisce la alta delle gambe del maticamente. Per questo motivo risulta tacile comprendere
ftanza parte più la ripetizione dell'esperienza faciliti la sua
questa regione prende il nome di psalterium (o com- come
memorizza-
messura del fornice). zione. Dati clinici evidenziano come soggetti alcolisti che
pre-
ll sentano gravi alterazioni di questo circuito mostrino anche
LOPsalterium è quindi la commessura archipalliale.
d e l fornice portandosi in avanti si scinde nuovamene gravi disturbi di memorizzazione.
La localizzazione anatomica dell'archivio della memoria
t Strutture cilindriche, che divergono leggermente por non è ancora stata chiarita, ma sembra che counque siano
basso: sono le colonne del fornice, che si portano
NEUROANATOMIA
252
Nuclei anteriori
del talamo
Nuclei medial
del talamo
10 Fornice
Commessura
anteriore 11
Giro
paraterminale
Bulboolfattivo-
Stria terminale
Cellula olfattiva- ppocampo
Strie olfattive -
Giro paraippocampale
(Circonvoluzione dell'ippocampo)
Amigdala-
Corpo mammillare
Via temporoammonica
Area entorinale
connessa con il
dell'espressione emozionale, è fortemente telencefalo o prosencefalico mediale.
responsabili attraverso il fascicolo mediale del
o di comportamento
schemi di programmazione
negli
limbico (ORi-
dagli impulsi interni ed esterni del
sistema
appartenenti a cortecce di tutti i lobi cere-
implicati neuroni
lesione di aree selettive della cortec- quadro caso Phineas Gage). Molto semplicemente, si puó
brali, in quanto nessuna di un
della perdita della memoria, se dire che nelle aree prefrontali "risiede" la personalità
cia cerebrale è responsabile individuo, intesa come frutto di aspetti istintuali, in parte
costante perdita neuronale che
si ha con
non la progressiva e a se-
neuronale. geneticamente determinati, ma costantemente modulati
l'età o con le malattie che portano degenerazione
a
con il talamo coin-
guito di esperienze, apprendimento e contesto sociale. Una
Laltro sistema che collega l'ipotalamo recente osservazione fatta con studi di anatomia funzionae
mediale che è messa in re-
volge l'attività dell'ipotalamo piùdorsomediale mediodor- della corteccia cerebrale mediante PET (positron emission lo-
lazione con l'attività del nucleo (o
sale), collocato appunto nella porzione mediale del talamo. mography) ha evidenziato come ci siano differenze sostanzia
fondamentale per l'attivazione li tra l'attivitàcorticale di queste regioni in individui obesi
Questo circuito sembra essere
a
di neuroni della corteccia cerebrale
della regione cosiddetta magri, confermando che tali attività siano legate appunto
frontale (aree 9, 10, 11 e 12 di Brodmann), impulsi emotivo-istintuali.
prefrontale del lobo
del lobo frontale collocata al davanti La regione prefrontale è quindi fortemente conness
cioè di quella regione
delle aree implicate nelle attività motorie già descritte. Le con il sistema limbico
(Fig. 4.209), in particolare le aree 7
aree corticali pretrontali sono connesse appunto in doppio 10, 11e 12 di Brodmann. Le aree 9 e 10 sono responsabilia
senso conil nucleo dorsomediale o mediodorsale del talamo, cosiddetto tono affettivo che corrisponde alla particolare
che a sua volta è connesso con lipotalamo. Una delle situa- modalità con cui ciascun individuo perceps una partico-
zioni di patologie encefaliche da cui si sono dedotte informa- lare esperienza di vita. Le aree 11 e
spon
12 sono invece resp
zioni interessanti sulla normale fisiologia dell'encefalo ri- sabili della cosi detta
guarda proprio la corteccia cerebrale della regione prefronta Cioe la
espressione emotiva o eu ioni
modalità di risposta viscerale alle varie situaz
le del lobo frontale. emotive.
La normale attività della corteccia prefrontale risulta es- ri
Inine, altro importante aspetto del sistenma limb
senziale per il mantenimento dell'equilibrio tra la volontà guarda il circuito che determina l'attivazione del nucteu
dell'individuo e le attività emotivo-istintuali che derivano
Cumbens e dei nuclei settali (o dell'area settale) con o n s e
4. Encefalo 253
carotidi interne.
re nello spazio interemisferico incurvandosi poi all'indietro
al di sopra del corpo calloso. Le due arterie cerebrali anteriori
sono connesse tra loro dall'arteria comunicante anteriore.
ARTERIE CHE IRRORANO LENCEFALO L'arteria cerebrale media decorre lateralmente nel solco o
scissura laterale (di Silvio). I suoi rami collaterali penetrano
nella sostanza nervosa e vascolarizzano le strutture profonde
Le arterie carotidi interne portano una maggiore quantitáà
di sangue all'encefalo rispetto alle arterie vertebrali e pene del diencefalo e del telencefalo. Le arterie che da essa hanno
Irano all'interno del cranio attraverso apposito canale
un origine sono chiamate arterie striate laterali o lenticolo-
striate (o arterie centrali anterolaterali). I territori vascola-
all
scavato 'interno della parte petrosa piramide dell'osso
o
rizzati dall'arteria cerebrale anteriore e dall'arteria cerebrale
Temporale: il canale carotideo o carotico. All'interno di que-
media sono visualizzati nella figura 5.2.
sto canale l'arteria carotide interna compie una curvatura
Le due arterie vertebralidecorrono cranialmente lungoil
particolare andando a costituire il cosiddetto sifone caroti- bulbo e si fondono nel punto di giunzione tra bulbo e ponte per
deo.
costituire l'arteria basilare. Quest'ultima è disposta sulla linea
CAmersa dall'apice della parte petrosa, l'arteria carotide
mediana lungo la superficie ventrale del ponte, dove decorre in
erna si dispone all'interno di una struttura venosa che ta
un apposito solco (solco basilare) (Fig. 5.3; cfr. Fig. 5.1).
parte dei sistemi venosi encefalici o seni della dura madre ( Prima di congiungersi a formare l'arteria basilare, ciascu-
dp.4,5 Settieseni venosi della dura madreintracranica). In na arteria vertebrale fornisce tre rami: l'arteria spinale ante-
Particolare, questo seno venoso che contiene l'arteria caroride
riore, l'arteria spinale posteriore e l'arteria cerebellare
interna prende il nome di seno cavernoso ed è disposto a lato inferiore o infe posteriore (o posteriore inferiore).
corpo dellosso sfenoide. Larteria carotide interna,aeco Larteria spinale posteriore decorre lungo la superficie
lo
inSlla superficie laterale del corpo dell'osso sfenoide dorsolaterale del midollo spinale e vascolarizza il terzo poste-
n t a con un solco, detto appunto solco dell'arteria caro riore di un antimero spinale.
Ot na, e poi procede superiormente verso il chiasma L'arteria spinale anteriore si congiunge alla sua omologa
uscita
non appena
dal dnao origine all'arteria oftalmicaclinoideo del lato opposto spinale anteriore
formando una sola arteria
dell vernoso, a livello del processo anteriore che decorre caudalmente lungo la linea mediana ventrale del
cerebrali
arterie vascolarizzandoi due terzi anteriori del mi-
biforca infine nelle
1o1de. Sie poco midollo spinale,
media e anteriore prima della biforcazione fornisce in di
larter corioidea anterior el'arteria comunicante poste- dollo spinale. Queste arterie spinali sono grado fornire
dalle arterie vertebrali solo per la vasco-
riore (Fig. 5.). sangue proveniente
larizzazione dei primi segmenti cervicali del midollo spinale
A. cerebrale
anteriore sinistra
Bulboolfattivo- ipofisi
A. cerebrale
Tratto olfattivo- media sinistra
A. corioidea
Ottico (1) anteriore sinistra
A. vertebrale sinistra
A. spinale anteriore
A. cerebellare
inferiore posteriore
A. comunicante
anteriore
pofisi
N. ottico ()-
Infundibolo A. carotide
della neuroipofisi - interna sinistra
(Peduncolo ipofisario) A. corioidea
Giro paraippocampale -
anteriore
Tuber cinereum
N. oculomotore ( l ) -
A. comunicante
posteriore
O
A. cerebrale
posteriore
A. basilare
b
arie della base dell'encefalo. a, Sono stati asportati lemistero cerebellare sinistro e una parte del
re le arterie cerebrali media lobo temporale di sinistra per most
e
posteriore. AI mostra
lato sinistro deud igurd sonodcdre ie origini apparenti dei nervi cranici (encefalici). b. Faccia inferiore del
inrefalo La trazione in avanti dell'ipofisi il tuber Cinereum
erinundido0l0 e, quind, i rapporti della faccia
arterioso cerebrale. inferiore del diencefalo con il
circo
A. comunicante posteriore
A. cerebrale posteriore
A. cerebellare superiore
cerebellare inferiore anteriore
A. A. spinale posteriore
vertebrale
Rami midollari laterali dell'a.
A. vertebrale
A. basilare
A. cerebellare inferiore posteriore
Rami terminali.
dell'a. cerebrale anteriore
Rami terminali
dell'a. cerebrale posteriore
A. frontobasale laterale
(A. orbitofrontale laterale)
Ramo di divisione superiore
dell'a. cerebrale media
Ramo di divisione inferiore Ramo temporale posteriore
dell'a. cerebrale media dell'a. cerebrale media
A. cerebrale media -
A cerebrale anteriore,
parte precomunicante -
A. comunicante posteriore
N. Oculomotore ( )
A. cerebrale posteriore,
V. mesencefalica laterale parte postcomunicante
(segmento P2)
N. trocleare ()
A. cerebellare superiore
N. trigemino (V)-
A. basilare
V. petrosa
N. intermedio -
N.vestibolococleare (VII)
N. glossofaringeo (X) -
A. labirintica
N. vago (X)
A. cerebellare
N. accessorio (XI) - inferiore anteriore
N. ipoglosso (XII) -
Aa. vertebrali -
A. cerebellare
inferiore posteriore
A. spinale anteriore
A. spinale posteriore
tricoloe del
segmento centrale (parte centrale o cella
del ventricolo laterale.
media) ARTERIE CHE IRRORANO
L'arteria cerebrale posteriore è connessa nel suo IL MIDOLLO SPINALE
tratto con l'arteria carotide interna per
primo
mezzo dell'arteria co-
municante posteriore.
II midollo
Le anastomosi tra arterie vertebrali e arterie
carotidi in- spinale irrorato da un sistema di vasi
è
terne formano il circolo arterioso cerebrale o sangu
gniche prendono origine diversa secondo il loro livello (
Willis, attraverso il quale i due sistemi carotico poligono
di 5.5)
e vertebrale
Le arterie
sono
ampiamente interconnessi (Fig. 5.4). Il vertebrali e l'arteria
Willis consente, in linea teorica, una poligono di
normale perfusione
che
origina dal tronco tireocervicalecervicale ascendene
dell'encefalo anche in caso di occlusione di uno dei Scapolare dell'arteria suclaviao
o ramo
tireocet
stemi principali ed è sede di
due si- dall'arteria
tirode alta
riore, sono responsabili dell'irrorazione della
mazioni.
frequenti variazioni e malfor- del midolo
spinale, mentre le arterie intercostali ste
riori, lombari e
sacrali laterali p
sono responsabil e
5ascolrizu.
259
A. pericallosa
A. cerebrale anteriore destra
Sinistra
A. comunicante anteriore
A. comunicante
posteriore sinistra A. oftalmica destra
Aa. pontine sinistre
A. cerebellare
A. cerebrale media destra
superiore sinistra
A. carotide interna
A. meningea media destra
sinistra
A. labirintica
A. cerebellare (A. uditiva interna)
inferiore anteriore destra
sinistra
A. cerebellare
A. cerebrale inferiore posteriore
posteriore sinistra destra
A. basilare
Aa. vertebrali
A. spinale anteriore
d4Circolo arterioso cerebrale (circolo di Willis). a, Circolo arterioso cerebrale e rami intracranici dell'arteria
carotide interna, dell'arteria
CT rteria basilare. b, Immagine tridimensionale sul vivente, ottenuta da TC con la tecnica del 3D Volume Rendering (b, da G. Anastasi, E.
verte
dcchetti (eds), Anatomia Gaudio,
umana -
Qlsangue alle restanti porzioni del midollo spinale. decorrono in corrispondenza dei solchi posterolaterali del
este arterie
originano rami spinali (o arterie verte midollo spinale (Fig.5.6)
bromidollari che si dividono in arterie radicolari anteriori Le arterie vertebrali poco prima di formare l'arteria basi-
posterior che lare danno rami collaterali che si portano al tronco anasto-
raggiungono le superfici ventrale e dorsale
del midollo spinale.
motico anteriore e forniscono rami collaterali anche lungo il
Le arterie
ico
radicolari anterio confluiscono nel tratto ana- loro decorso cervicale (vedi sopra). Quindi il midollo spinale
in corris anteriore o arteria spinale anteriore, che decorre cervicale è di dipendenza, dal punto di vista della vascolariz
2 a della fessura mediana anteriore del midol- zazione arteriosa, dal sistema vertebrale. La restante parte di
Spinale
Le
o
solco spinale anteriore. midollo spinale dipende invece dalle arterie intercostali po
arterie radicolari posteriori si raccolgono invece for steriori, dalle arterie lombari e anche dalle arterie sacrali la-
mare i tro a
anastomotici posteriori o posterolaterali che terali (cfr. Fig. 5.5).
260 NEUROANATOMIA
A. cerebrale posteriore-
A. cerebellare superiore-
A. cerebelare inferiore
A. basilare-
posteriore
A. cerebellare inferiore
Aa. spinali posteriori
anteriore
A. cerebellare inferiore Aa. midollari segmentali
posteriore posteriori
A. spinale anteriore- A. vertebrale
A. vertebrale-
A. cervicale ascendente
Aa. midollari segmentali
anteriori A. cervicale profonda
A. cervicale ascendente -
A. succlavia
A. cervicale profonda
A. succlavia-
A. midollare segmentale
A. midollare segmentale posteriore
anteriore
A. intercostale posteriore
A. intercostale posteriore-
A. radicolare maggiore
o a. midollare segmentale- A. midollare segmentale
maggiore (di Adamkiewicz) posteriore
A. midollare segmentale A. intercostale posteriore
anteriore
A. intercostale posteriore-
A. midollare segmentale
anteriore
A. midollare segmentale
posteriore
A. lombare-
A. lombare
Figura 5.5 - Rappresentazione schematica delle arterie del midollo spinale. a, Visione anteriore. b, Visione posterioie.
s Vascolarizzazione
del sistema nervoso centrale
261
Radice posteriore
del n. spinale
Ganglio spinale
A. radicolare
posteriore
Corno anteriore
V. spinale anteriore
A. e v. radicolari
posteriori
A. e v. radicolari
anteriori
Plesso venoso piale
in una sezione
trasversa del
tachide dorsale. Rami segme
mentari spinali giungo
midollo spinale in sezione trasversale. Le a
del midollo spinalevascolare del
al midol ppresentazione del circolo arterioso diun neuromero
dove la sostanza grigia è più riccame
amente vascolarizizzata
àttraverso i forami intervertebrali.b, Organizzazione del midollo spinale,
all'interno
spinali ant e posteriori forniscono rami che
penetrano
d
Sostanza h i e
LCERVELLETTO.
Le arterie tre,
caudalmente rispetto
questo motivo,
all
arteria cerebellare superiore. Per
alcuni preferiscono classiticare le arterie
arteria cerebellare superiore, arteria c e .
che ascolarizzano il sono
cervelletto
del cervelletto in anteriore o
parie
ria
simmetriche: T'arteria cerebellare inferiore, I8 rebellare inferiore anteriore inferiore (o arteria
cerebellare inferiore posterio-
superiore. media) e arteria
la prinrebellare
cerebellare
media l'arter e cerebellare
O i g i n a dall'arteria vertebrale, mentre le aitt
262 NEUROANATOMIA
V. mesencefalica laterale
- ramo laterale
V. pontina laterale
N. OCulomotore (I)
A. basilare
Aa. pontine
N. facciale (VI)
-A. labirintica
N. vestibolococleare (VII
N. ipoglosso (XII)
N. intermedio
N. glossofaringeo (DX)
A. cerebellare inferiore posteriore
N. vago (X)
N. accessorio (XI)-
Aa. vertebrali
Figura 5.7-Vascolarizzazione delcervelletto.Si osservano Iarteria cerebellare inferiore posteriore, ramo delarteria vertebrale, e le arterie cerebellre
inferiore anteriore e cerebellare superiore, rami dell'arteria basilare.
re o posteriore inferiore (o arteria cerebellare inferiore) Questo seno risulta assai importante per il riassorbimento
(Fig.5.7; cfr. Fig. 5.1). del liquido
cerebrospinale o cefalorachidiano. Il riassorbi-
mento avviene tramite formazioni dell'aracnoide
particolari
dette granulazioni aracnoidee (di Pacchioni), che altrO non
VENE CEREBRALI Sono che estroflessioni dell'aracnoide all'interno del seno sa-
E SENI DELLA DURA MADRE gittale superiore, le quali consentono un particolare contatto
tra il liquido cerebrospinale e il sangue contenuto nel seno
II sangue venoso dell'encefalo viene raccolto da un siste- venoso ( Fig. 4.16).
ma di vene cerebrali che generalmente vengono suddivise in Legranulazioni aracnoidee possono svilupparsi durante
vene cerebrali superficiali e vene cerebrali profonde, le
tuttala vita e oltrepassare i limiti della parete superiore
quali sboccano nei seni venosi della dura madre e, in ultima seno venoso andando a
improntare la calotta cranica, sicche,
analisi, nella vena giugulare interna. esaminando la calotta cranica di un individuo adulto,
La principale caratteristica del sistema venoso dell'ence uentemente se ne
re
possono vedere le impronte in corrispon
falo è costituita dai seni venosi della dura madre, che rap- denza del seno
sagittale superiore.
presentano strutture vascolari ricavate da sdoppiamenti di Sul margine libero della falce cerebrale sagittale c'e il se
questa meninge, la dura madre, rivestite al loro interno da no
sagittale inferiore, che posteriormente si apre nel seno
endotelio. retto (Fig. 5.9).
Quest'ultimo corre lungo il punto di incontro
Questi seni venosi endocranici raccolgono il sangue refluo tra falce cerebrale e
tentorio del cervelletto ( Figg. 4.I
da encefalo, meningi e ossa craniche. Si può avere un'idea
della morfologia e delle localizzazioni dei principali seni ve-
4.14) e anteriormente riceve il seno sagittale inferioree ld
nosi della dura madre osservando la figura 5.8. grande vena cerebrale (di Galeno), che appartiene alle vene
cerebrali profonde.
In particolare, il seno sagittale superiore decorre lungo e p o i il seno trasverso, che origina dal confluented
il margine aderente della falce del cervello o cerebrale e po- Seni e decorre a o del
livello del margine aderente del tento
steriormente, a livello della protuberanza ocipitale interna, cervelletto, fino al punto in cui il tentorio del cervei
si allarga nel confluente dei seni. gunge il margine superiore della parte petrosa o P
de
263
centrale
5.Vascolarizzazione del sistema
nervoso
V. cerebrale media
Grande v. cerebrale
superficiale
(di Galeno), sezionata
Seno sfenoparietale
destro Seno retto
Seno intercavernoso
Seno petroso
posteriore superiore destro
Seno cavernoso
destro Seno occipitale
Seno sigmoideo
destro
Seno petroso
inferiore destro
Plesso
basilare
il forame prendono il nome di vene emissarie (Fig. 5.10; cfr. Fig. 5.9).
gione ricurva detta seno sigmoideo, che raggiunge Sono importanti per due ragioni:
nella vena giugulare
gugulare e immette il sangue venoso clinicamente possono essere vie di diffusione di infezioni
interna. Vi sono poi altri piccoli seni, come il seno occipitale,
ll seno petroso superiore e il seno petroso inferiore. all'interno della cavità cranica;
cavernoso, pari, situato
dal punto di vista evolutivo sembrano avere avuto una
Iimo importante seno è il seno alla sella turcica (O notevole importanza per l'encefalo umano, che è progre
neila fossa cranica media, lateralmente dito nel suo sviluppo proprio in seguito alla comparsa di
Figg.4.14e 4.15). queste connessioni tra circolazione interna ed esterna del
è attraversato da numerose
E cOsi chiamato perché il lume cranio, responsabile probabilmente di una modifica della
rabecole connettivali. Il cavernoso è
seno particolarmente
temperatura ambientale a cui funzionano i neuroni.
portante perché rappresenta un esempio unico in cui
un arteria decorre all'interno di una struttura venosa. Infatti
percorso dall'arteria carotide interna, circondata dal plesso Le vene cerebrali superficiali si trovano sulla superficie
degli emisferi e sboccano nel seno sagittale superiore, mentre
rotideo interno o pericarotico del simpatico strutture, ab-
e dal nervo
nel le vene cerebrali profonde, che drenano le strutture interne,
cente. E interessante notare che tutte queste
seno cavernoSO,
sboccano prevalentemente nel seno retto. Le vene cerebrali
sono contenute all'interno del
LIncui sono prive di valvole e sono interconnesse da numerose ana-
gono rivestite da endotelio, per impedire
esternamente
stomosi.
Tenomeni di coagulazione del sangue.
è dal Le vene cerebrali superficiali hanno una disposizione
o
AIro motivo di importanza del seno cavernoso dato
che nella sua parete laterale decorrono i nervi oculomo molto variabile e solamente alcune di esse sono relativamente
rocleare, oftalmico e mascellare, che si dispongono lun costanti (Fig. 5.11). In particolare sono descritte:
media
parete laterale rispettivamente dall'alto verso il
basso l a vena cerebrale superficiale, che decorre
riormente e inferiormente lungo il solco o scissura latera-
ante
Fig. 4.79). la circo- le di Silvio, drenando la maggior parte del sangue refluo
Seni della dura madre sono connessi anche con del lobo temporale verso il seno cavernoso;
O Venosa extracranica. Queste vene di comunicazione
264 NEUROANATOMIA
V. emissaria parietale
V. giugulare interna -
V. giugulare anteriore
Fiqura 5.9-I seni venosi della dura madre, visti in trasparenza attraverso lo scheletro del cranio: lato sinistro. Si noti la loro
confluenza nel bulbo supe
riore della vena giugulare. In superficie, evidenti alcune vene del circolo extracranico e le loro anastomosiconilcircolo intracranico.
la vena anastomotica superiore (di Trolard), che tipica- vene piccole di Galeno che decorrono a livello della stri
mente attraversa il lobo parietale e congiunge la vena ce- midollare del talamo, sopra il tetto del terzo
rebrale media superficiale con il seno sagittale superiore, Queste,
ventricolo.
a livello del forame interventricolare (di Monro
la vena anastomotica inferiore (di Labbé), che decorre raccolgono tre vene in un punto detto angolo venoso (utl
posteriormente e inferiormente attraverso il lobo tempo- lizzato dai
rale e congiunge la vena cerebrale media superficiale con
radiologi per individuare il forame interventr
colare di Monro). In questo punto, nella vena piccola udi
il seno trasverso. Galeno, confluiscono
l a vena anteriore del setto
Le vene cerebrali profonde (cfr. Fig. 5.11) comprendono:
pellucido, che decorre sul set
to pellucido;
la grande vena cerebrale (di Galeno), che è una corta ve-
na che si immette nella parte anteriore del seno retto nel
la vena talamostriata (od optostriata), che decorre net
solco talamostriato (od optostriato) tra il talamo e il nu
punto di confluenza tra il seno sagittale inferiore e il seno cleo caudato;
retto, emergendo dalla fessura cerebrale trasversa (di Bi la el
chat). All'interno della fessura di Bichat, raccoglie le due
vena corioidea, che è un importante ramo venosu
plesso corioideo del ventricolo laterale.
ael sistena nervoso centrale 265
EVascolarizzazione
Seno retto
V. oftalmica superiore Seno petroso inferiore
sinistro
Seno cavernoso sinistro -
V emissaria occipitale,
V. angolare (del naso)- sezionata
destro
Plesso pterigoideo Seno petroso superiore
Seno sigmoideo
V. labiale superiore-
Bulbo superiore
V. mascellare (V. mascellare interna)- della v. giugulare interna
V. temporale superficiale,
sezionataa
V. retromandibolare (V. facciale posteriore)- Ramo di divisione posteriore
V.labiale inferiore della v. retromandibolare
V. tiroidea media-
A. del solco
precentrale
A. prefrontale
Seno sagittale superiore
V.cerebrale media V. anastomotica inferiore
Superficiale (di Labbé)
Rami temporali anteriore,
medio e posteriore
dell'a. cerebrale media
Seno trasverso
V. petrosa
V. petrosa mediale
Seno petroso inferiore
V. pontina anteromediana
w. midollari trasverse
-
V spinale
Y
Plesso venoso vertebrale interno anteriore
V. spinale anteriore
V intervertebrale
V. dorsale
Figura 5.12- Rappresentazione, in una sezione trasversale del rachide dorsale, dei plessi venosi vertebrali interni. Questi, situati nello spazio peridura-
lee nell'endorachide, si estendono longitudinalmente dal forame
magno all'apice dell'osso sacro.
V. lombare
ascendente
V. intervertebrale
- ramo radicolare
Vertebra L4
Plesso venoso vertebraBe
esterno posteriore
(Plesso d1 Batson)
Figura 5.13 Rappresentazione dei plessi venosi vertebrali e della vena intervertebrale
268 NEUROANATOMIA
interna destra
V. cerebrale
Grande v. cerebrale
(V. di Galeno)
V. preculminare
V. intraculminare
V. cerebrale
anteriore
V. superiore
del cervelletto
Seno retto
N. ottico (11) -
Vv. retrotonsillari:
Seno petroso inferiore - superiore
- inferiore