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METODI DI VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA NELL’ADULTO - MODULO 2

RIPASSARE DA MODULO 1:
• ANATOMIA DEL SNC E CIRCOLAZIONE CEREBRALE
• PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI E TRAUMA CRANICO
• NEUROPSICOLOGIA DELLE EMOZIONI

LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
• ASPETTI METODOLOGICI E PROCEDURALI DELLA VALUTAZIONE (LEZIONE)
assessment neuropsicologico è finalizzato a raccogliere informazioni su stati mentali, processi cognitivi e
conseguenti comportamenti
le finalità sono -formulare una diagnosi precoce e differenziale, -identificare precocemente la tipologia di
intervento più adatto, -valutare il livello di autonomia funzionale
mentre gli obiettivi specifici sono -individuare la presenza di specifici deficit cognitivi e comportamentali
(valutazione in negativo), -rilevare eventuali abilità residue e strategie di compenso e di adattamento
(valutazione in positivo), -valutare la disabilità e le limitazioni nella vita quotidiana (valutazione ecologica),
-monitorare l'eventuale incremento o decremento dei deficit nel tempo (follow up);
gli strumenti sono il colloquio, con caregiver e neuropsicologico, la somministrazione di test, attenta
osservazione e la restituzione tenendo conto anche di una valutazione affettivo-comportamentale, di una
valutazione funzionale
nel colloquio clinico indago l'orientamento, il linguaggio, le funzioni mnesiche, le funzioni attentive, le funzioni
prefrontali, le funzioni emotivo-relazionali, la consapevolezza e insight
la refertazione neuropsicologica contiene: -dati anagrafici, anamnesi personale e motivo della valutazione,
-descrizione qualitativa e quantitativa delle varie funzioni cognitive esaminate e delle alterazioni
comportamentali, -tabella con punteggi dei test somministrati, -conclusioni e diagnosi neuropsicologica
• IL PROTOCOLLO DIAGNOSTICO
• TEST DI SCREENING COGNITIVO (MMSE Mini Mental State Examination è uno strumento di
screening per la valutazione del deterioramento cognitivo (soprattutto alz) in cui si valuta -orientamento
temporale e spaziale, -capacità della MBT e memoria di fissazione, -memoria di lavoro, -linguaggio,
-capacità prassico costruttive E MOCA Montreal Cognitive Assessment è un test di screening che
valuta diversi domini cognitivi come -attenzione selettiva e concentrazione, -orientamento, -funzioni
esecutive, -memoria verbale, -linguaggio, -abilità visuo costruttive, -capacità di astrazione, -capacità di
calcolo mentale)
• I DISTURBI DELLA PERCEZIONE
• I DISTURBI DEL CAMPO VISIVO cecità monoculare (lesione nervo ottico), emianopsia bitemporale
eteronima (lesione chiasma ottico sagittale), emianopsia binasale eteronima (lesione chiasma ottico
laterale), emianopsia laterale omonima controlaterale (lesione tratto ottico, corpo genicolato o
radiazioni), DEL SISTEMA UDITIVO (disturbi sensoriali primari: -sordità ipsilesionale, -sordità parziale,
-sordità) E SOMATOSENSORIALE (agnosia tattile ossia disturbo del riconoscimento di oggetti
attraverso la modalità tattile e ci sono varie forme -anilognosia, -amorfognosia, -asimbolia tattile) E LE
AGNOSIE disfunzione cerebrale risultante in un disordine modalità specifico o sub-modalità specifico
di riconoscimento e o di identificazione dello stimolo; agnosia appercettiva (i dati sensoriali elementari
non possono essere sintetizzati e il paziente non può ricomporli in unità percettive che gli consentano
di riconoscere o identificare gli stimoli ed è una lesione posteriore destra/ agnosia appercettiva per la
forma con lesione occipito destra e sinistra/ agnosia appercettiva per gli oggetti con lesione parietale
destra); agnosia associativa (non può avvenire il confronto tra i dati in arrivo dall'esterno e la MLT ossia
il paziente vede qualcosa ma non sa identificare ed è una lesione dell'emisfero sinistro) si distinguono
= agnosia appercettiva a memoria ma non su copia, associativa no a memoria ma su copia (DA
MODULO 1)
Può esserci anche afasia ottica (il paziente non sa denominare un oggetto e neanche descriverne l'uso
però sa mimarlo) e l'anomia ottica (il soggetto non sa denominare ma riesce ad identificare l'oggetto e
descriverne il suo uso)
prosopagnosia
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI VISUOPERCETTIVI (DA MODULO 1)
• LA VALUTAZIONE DELLE AGNOSIE PER I COLORI (DA MODULO 1) disturbo di riconoscimento
dei colori con lesione posteriore inferiore emisfero sinistro ed i test possono essere: - visuo visiva,
-visuo verbale, -verbo visivo, -verbo verbale
• I DISTURBI DELLA PERCEZIONE SPAZIALE atassia ottica ossia deficit del movimento di
raggiungimento di uno stimolo visivo da parte dell'arto superiore e può commettere errori di pointing, di
reaching o di grasping ed è un disturbo che deriva da una lesione del lobo parietale posteriore
atassia ottica globale o dissociata ed è a livello delle coordinate egocentriche
Sindrome di Balint con 4 sintomi: -atassia ottica, -aprassia dello sguardo, -deficit di attenzione, -deficit
di valutazione delle distanze (MODULO 1)
• I DISTURBI DEL MOVIMENTO
• L’APRASSIA è un disturbo del movimento volontario, definito come incapacità di riprodurre, imitare o
riconoscere i gesti
presente nel 30-50% dei celebrolesi sinistri e presentano una dissociazione tra automatico e volontario
e i test per la diagnosi possono essere: -esecuzione di gesti intransitivi, -dimostrazione dell'uso di
oggetti comuni, -esecuzione di sequenze di azioni
i pazienti aprassici non sanno correggersi(DA MODULO 1)
• MODALITA’ DI VALUTAZIONE DELL’APRASSIA IDEATIVA (incapacità di rievocare il gesto e la
sequenza di movimenti adeguati a compierlo, ossia il paziente non sa cosa fare/ lesione del giro
sovramarginale) E IDEOMOTORIA (incapacità di tradurre la sequenza motoria corretta, che il soggetto
conosce, nel programma motorio da implementare nei singoli gruppi muscolari quindi il paziente sa
cosa deve fare ma non come farlo/lesione fascicolo arcuato) (MODULO 1 E LIBRO MAZZUCCHI
CAP. 12)
• L’APRASSIA COSTRUTTIVA
• DEFINIZIONE E DISORDINI OSSERVABILI è un disturbo della capacità di esecuzione di disegni o di
costruzione di figure utilizzando dei moduli ossia si ha una difficoltà ad effettuare operazioni di analisi
delle relazioni spaziali tra elementi e disturbo della pianificazione e nel monitoraggio dell'azione
motoria necessaria alla riproduzione del modello
disordini osservabili come linee irregolari, semplificazione disegno, articolazione spaziale elementi,
rotazione di disegno, diagramma esploso, closing in, agganciamento allo stimolo
si può notare anche con gli elementi programmazione: - i soggetti con lesione emisferica sinistra
riescono ad usufruire degli elementi di programmazione; - i soggetti con lesione parieto occipitale ha
un deficit nei processi di analisi-sintesi delle relazioni spaziali (forma spazio agnosica) e non usufuisce
degli elementi di programmazione; - i soggetti con lesione frontale presentano disordini di
programmazione (forma aprassico ideativa) ed usufruisce degli elementi di programmazione (DA
MODULO 1)
• TEST DI COPIA DI DISEGNI (MODULO 1 E LIBRO MAZZUCCHI CAP. 13)
• I DISTURBI DELL’ATTENZIONE
• PECULIARITA’ DEI PROCESSI ATTENTIVI (DA MODULO 1)
L'attenzione è una funzione cognitiva di base che filtra e organizza le informazioni allo scopo di
emettere una risposta adeguata. I processi attentivi possono essere di tipo automatico e di tipo
volontario. L'attenzione non rappresenta un fenomeno unitario
• MODELLO MULTICOMPONENZIALE DELL’ATTENZIONE (DA MODULO 1)
La velocità ideomotoria (livello di preparazione fisiologica a ricevere le stimolazioni, ci permette di
rispondere più o meno adeguatamente e velocemente. Emisfero destro e frontale);
Attenzione sostenuta (capacità di mantenere l'attenzione nel tempo. Emisfero destro);
Attenzione selettiva (capacità di fissare l'attenzione sull'informazione appropriata e contrastare la
distrazione. Emisfero sinistro frontale)(modello di Posner);
Attenzione divisa (capacità di prestare attenzione a due o più attività contemporaneamente. Emisfero
destro frontale)(compiti di dual task e compiti di swicing);
Attenzione alternata (capacità di spostare rapidamente l'attenzione da una attività/informazione ad
un'altra. Emisfero destro prefrontale)
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI ATTENTIVI (LEZIONE)
TR dare una risposta il più velocemente possibile oppure dare il maggior numero di risposte nell'unità
di tempo (utilizzato per velocità ideomotoria)
MATRICI ATTENTIVE compito di visual search che consente la capacità di selezione di una situazione
di ricerca visiva (attenzione selettiva)
TRAIL MAKING TEST consente di valutare, oltre alla capacità di esplorazione visuospaziale,
l'attenzione alternata e la capacità di inibire le sequenze automatiche
TEST DI STROOP consiste nel denominare il colore dell'inchiostro con cui è scritto il nome di un certo
colore, bisogna bloccare l'automatismo e cercare una risposta volontaria e quindi indice della difficoltà
di inibizione di una risposta automatica (attenzione selettiva)
• LA NEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE
• CARATTERISTICHE CLINICHE DELLA NSU è una inabilità o una ridotta tendenza a rispondere a
stimoli provenienti dall'emispazio controlaterale e/o una marcata riduzione della capacità di esplorare
attivamente l'emispazio controlaterale e la lesione è tendenzialmente destra. Questa può essere
riscontrata nella quotidianità (deviazione ipsilesionale del corpo, comportamento bizzarro, urtare a
sinistra, ecc..), FENOMENI ASSOCIATI (allochiria, alloestesia, estinzione della doppia stimolazione
sensoriale simultanea, anosognosia, anosodiaforia, somatoparafrenia, misoplegia) E TEORIE
INTERPRETATIVE a) la NSU è legata ad un processo di amorfosintesi, ossia mancata integrazione
dei dati sensoriali e percettivi provenienti dallo spazio,
b) attenzionali = modello di Posner con difficoltà di disancoraggio; = modello di Heilman costituito da
un complesso circuito reticolo-talamico-cortico-limbico in ogni emisfero, mentre l'emisfero destro
dispone di una rete neurale in grado di cogliere l'intero spazio l'emisfero sinistro solo verso l'emispazio
destro; = modello di Kinsbourne con il vettore attenzionale
c) rappresentazionali = NSU rappresentazioni mentali
d) intenzionali = basate sulla distinzione tra forma premotoria (lesione antero frontale ed è un disturbo
dell'organizzazione della risposta motoria) e forma percettiva (lesione postero parietale e sono difetti
nella costruzione della rappresentazione dello spazio)
e) anisometria della rappresentazione spaziale, distorsione direzionale del medium rappresentativo e
quando il medium non tiene più il soggetto inizia ad omettere la sinistra
f) elaborazione implicita = disturbo dell'attenzione selettiva e della consapevolezza spaziale (DA
MODULO 1)
• TASSONOMIA (GUARDA TABELLE SLIDE!!) DELLE PRINCIPALI MANIFESTAZIONI CLINICHE
DELLA NSU, DEI DISORDINI ASSOCIATI E TIPICHE DISSOCIAZIONI (dissociazioni tra settori dello
spazio, NSU extrapersonale vs NSU rappresentazionale/ dissociazione tra sistemi di riferimento, NSU
egocentrico vs NSU allocentrico/ dissociazione tra compiti, test di barrage vs tast di copia di figure)
(LEZIONE)
• TEST PER LA VALUTAZIONE E TIPICI ERRORI DEL PZ CON NSU (LEZIONE):
BIT- BEHAVIORAL INATTENTION TEST batteria di test con prove convenzionali ( quali cancellazione
di linee, cancellazione di lettere, cancellazione di stelle, copia di figure e forme geometriche, bisezione
di linee, disegno spontaneo) e prove ecologico-comportamentali (quali descrizione di immagini,
composizione di un numero al telefono, lettura di un menù, lettura di un articolo, lettura e regolazione di
un orologio -digitale e analogico-, scelta di monete, copia di indirizzi e frasi, navigazione su mappa,
scelta di carte da gioco)
STRUMENTI PER VALUTARE LA NSU EXTRAPERSONALE test di denominazione di oggetti nella
stanza in cui osservo l'esplorazione ambientale
STRUMENTI PER VALUTARE LA NSU PERSONALE metodi clinici non standardizzati come
l'osservazione del comportamento del soggetto nel quotidiano e gli si chiede di compiere specifiche
azioni. Scala CBS (osservazioni strutturate del comportamento motorio e dell'uso dello spazio nella vita
quotidiana), FLUFF test (posizionamento di dischi nell'arto sinistro, e il soggetto ad occhi chiusi deve
toglierli) e il test per la valutazione dell'emisomatognosia
STRUMENTI PER VALUTARE LA NSU PERIPERSONALE:
• COMPITI CON COMPONENTE VISUO-MOTORIA:
• test di barrage osservo la modalità di esplorazione, l'accuratezza, la localizzazione
degli errori, i tipi di errori e la velocità ideomotoria (Albert/Diller/campanelle)
• disegno su copia consente di evidenziare la tendenza del paziente ad omettere o
ad alterare alcune parti o tutte le parti di sinistra del modello da copiare e si valuta il
ruolo dell'aprassia costruttiva
• bisezione di linee l'errore di bisezione può variare: -in relazione alla lunghezza delle
linee, -in relazione alla posizione delle linee rispetto al paziente
i soggetti con NSU tendono a spostare il centro soggettivo a destra del centro reale
• Landmark Task M è possibile distinguere la NSU premotoria (il soggetto indicherà la
destra sempre come la parte più lunga o più corta della linea) e la NSU percettiva (il
soggetto indicherà sempre la parte destra come la più lunga e la sinistra come la
parte più corta)
• COMPITI PERCETTIVI :
• descrizione di immagini
• lettura/scrittura di parole, non parole, frasi, brani
• giudizio di uguaglianza o riconoscimento di figure chimeriche
• conteggio di target
• Landmark Task V
STRUMENTI PER VALUTARE LA NSU RAPPRESENTAZIONALE:
• Disegno su comando verbale
• Disegno spontaneo
• Descrizione verbale di immagini mentali
• Localizzazione di citta’/stati su una mappa
LA VALUTAZIONE DELLA NSU SUBCLINICA (LEZIONE) se i test non evidenziano la
presenza di NSU è doveroso verificare che il NSU non sia presente a livello subclinico (ai test i soggetti
non falliscono ma va comunque trattato) e in genere questi soggetti presentano -una preferenza
spaziale destra in compiti di produzione di disegni spontanei o su copia e in prove di scrittura;
-aumentano la latenza di risposta (TR) per stimoli posti nell'emispazio sinistro rispetto a quello destro;
-estinzione alla doppia stimolazione simultanea. Le prove da utilizzare sono quelle di tempi di reazione
nel campo esteso ad esempio il PONG
LA VALUTAZIONE DELL’ESTINZIONE ALLA DOPPIA STIMOLAZIONE
SIMULTANEA VISIVA E TATTILE (LEZIONE) il soggetto è in grado di identificare uno stimolo
controlesionale se presentato isolatamente ma è incapace di identificare il medesimo stimolo se
presentato simultaneamente ad un altro ipsilesionale
• L’ANOSOGNOSIA
◦ LA VALUTAZIONE CLINICA DELL’ANOSOGNOSIA E DEI FENOMENI AD ESSA ASSOCIATI
(LEZIONE) assenza di consapevolezza dell'emiplegia con anosodiaforia e somatoparafrenia e la
valutazione clinica sono domande
• DISTURBI ASSOCIATI A LESIONE DEL LOBO FRONTALE
• I DISTURBI COGNITIVI ED EMOTIVO-COMPORTAMENTALI ASSOCIATI A LESIONE DEL
LOBO FRONTALE (DA MODULO 1)
Corteccia prefrontale laterale (LPFC) = è connessa con il talamo e altre regioni corticali ed
esercita un controllo sul processamento di informazioni somatosensoriali, uditive e visive; è
anche connessa con le aree motorie, la parte dorsale del giro del cingolo anteriore, gangli
della base e cervelletto esercitando così un controllo diretto sul comportamento motorio
rappresenta il principale substrato neurale delle funzioni esecutive (guidano i comportamenti
orientati ad uno scopo e ci consentono di interagire con il mondo esterno)
lesione della corteccia prefrontale laterale → sindrome frontale abulica
Corteccia orbito frontale (OFC) = è connessa con il sistema limbico, in particolare con
strutture sottocorticali implicate nei processi mnesici e nell'elaborazione dei segnali di rinforzo;
si occupa della regolazione delle emozioni, del comportamento e dell'interazione sociale e
guida le nostre scelte sulla base delle motivazioni, dei costi benefici
lesione della corteccia prefrontale orbitale e mediale → sindrome frontale disinibita
Corteccia cingolare anteriore
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI FRONTALI (LEZIONE E LIBRO MAZZUCCHI
CAP. 19):
• WISCONSING CARD SORTING TEST valuta: -capacità di astrazione,
-flessibilità nella scelta delle strategie nel problem solving, -sensibilità al
feedback proveniente al risultato della propria azione (controllo attentivo)
• TEST DI APPRENDIMENTO REVERSAL valuta il controllo attentivo e la
capacità di soppressione di risposte automatiche in un paradigma di tipo go
- no go e gli errori principali dei soggetti sono le perseverazioni e le
ecoprassie
• TORRE DI LONDRA valuta: -capacità di pianificare soluzioni efficaci,
-flessibilità cognitiva, -capacità di interiorizzare e rispettare le regole,
-velocità ideomotoria
• TEST DI ELITHORN valuta: -capacità di pianificazione spaziale, -capacità di
rispettare le regole, -flessibilità cognitiva, -attenzione selettiva visuospaziale
• TEST DELLE STIME COGNITIVE
• TEST DEI GIUDIZI VERBALI valuta le abilità verbali di critica logica e
giudizio che dipendono strettamente dal bagaglio di nozioni
precedentemente apprese (pensiero astratto)
• MATRICI PROGRESSIVE DI RAVEN valuta: -abilità di ragionamento logico
deduttivo, -analitiche visuospaziali indipendenti da nozioni precedentemente
apprese
• TEST DI WEIGL valuta: -capacità di pensiero categoriale astratto,
-flessibilità cognitiva nella risoluzione dei problemi, -consente di evidenziare
fenomeni di natura perseverativa (pensiero astratto)
• TEST DI FLUENZA FONEMICA
• FAB è uno strumento che valuta molteplici funzioni prefrontali quali:
-pensiero categoriale astratto, -flessibilità cognitiva, -programmazione
motoria, -controllo inibitorio, -fluenza fonemica
• I DISTURBI DELLA MEMORIA
• I DISTURBI DELLA MEMORIA (DA MODULO 1)
Disturbi MBT: - della MBT verbale (riduzione dello span verbale, lesione parietale sinistra); - della MBT
visuospaziale (riduzione dello span spaziale, lesione destra)
Disturbi MLT: - la sindrome amnesica (amnesia anterograda, retrograda, globale. Può essere dovuta
ad interventi chirurgici, episodi ischemici o ipossici, aneurismi cerebrali, tumori cerebrali, encefalite
virale, sindrome di Korsakoff); - amnesia anterograda pura (lesioni temporo mediali); - amnesia
anterograda e paramnesie (lesioni diencefaliche e sofferenza frontale).
Amnesia anterograda (deficit di apprendimento dopo l'evento patologico, deficit sia di natura verbale
che visuospaziale, dissociazione tra memoria per i fatti e memoria contestuale)
amnesia retrograda (rievocazione informazioni acquisite prima dell'evento patologico, in genere
associato a lesioni bilaterali che coinvolgono l'ippocampo, possibilità di gradiente temporale)
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI DELLA MEMORIA (LEZIONE E LIBRO
MAZZUCCHI CAP. 11):
• TEST DI CORSI misura span visuospaziale, il paziente deve toccare le stesse seguenze del
terapeuta che di volta in volta aumentano di difficoltà
• TEST DI RIPETIZIONE SERIALE DI PAROLE BISILLABICHE
• DIGIT SPAN span di numeri, viene valutato anche lo span inverso – loop fonologico
(span diretto: magazzino MBT passivo; span inverso: MBT attivo)
• CURVA DI POSIZIONE SERIALE test consiste in 10 liste di 12 parole ciascuna e se ne
richiede la rievocazione in qualsiasi ordine. Il soggetto in genere rievoca inizialmente gli ultimi
elementi della lista con notevole accuratezza, poi rievoca i primi elementi della lista con
minore precisione ed infine rievoca gli elementi intermedi con errori o omissioni. Per cui si
nota un effeto recency (tendenza a rievocare accuratamente gli ultimi elementi della lista -
MTB) e un effetto primacy (tendenza a rievocare i primi elementi della lista – MLT) e se tra la
presentazione e la rievocazione faccio svolgere un compito distraente l'effetto recency
scompare
• TEST DI APPRENDIMENTO SUPRASPAN VERBALE test di Buschke-Fuld in cui si richiede
l'apprendimento di una lista di 10 parole, dopo la prima lettura e la prima rievocazione
l'esaminatore ripete solo le parole della lista che sono state dimenticate mentre il soggetto
deve rievocarle tutte. Il test continua fino a quanto il soggetto non ripete due volte consecutive
tutte e 10 le parole (senza previa presentazione) oppure fino ad un massimo di 18 volte. 5
minuti dopo viene chiesta la rievocazione della lista come prova differita. In questo test è
possibile fare una distinzione tra numero di parole rievocate mediante la MBT e quelle
mediante la MLT (e queste ultime possono essere distinte in casuali, stabili e molto stabili)
• TEST DI APPRENDIMENTO SUPRASPAN SPAZIALE test di apprendimento supra-span
visuospaziale (no viene somministrato se paziente ha span 0, neglet o aprassia ideomotoria)
viene presentata una sequanza di 8 cubetti con il test di Corsi che il paziente deve riprodurre
fino ad un massimo di 18 prove; successivamente si richiede la prova differita
• TEST DI MAURI test di supra-span verbale che si compone di due liste di parole: una lista di
parole non correlate semanticamente (si possono vedere le strategie che usa il soggetto) e
una lista di parole semanticamente correlate. Le liste vengono presentate 5 volte e al termine
di ogni presentazione si richiedere la rievocazione di tutte le parole (rievocazione immediata –
ogni volta le parole vengono rilette tutte) dopo 15 minuti poi si chiede la rievocazione differita.
Dopo ulteriori 15 minuti viene effettuata una prova di riconoscimento E DELLE 15 PAROLE
DI REY molto simile al test di Mauri se non per la presenza di una sola lista di parole che
viene presentata per 5 volte e poi si chiede rievocazione immediata, rievocazione differita e
riconoscimento
• TEST DI MEMORIA DI PROSA valutiamo la capacità di comprensione di materiale verbale
semanticamente strutturato. Il soggetto deve essere in grado di estrapolare l'evento principale
e poi successivamente tutti gli altri elementi
• TEST DELLA FIGURA COMPLESSA DI REY indaga le capacità percettive, mnesiche e
visuo-costruttive. Si chiede al soggetto di copiare la figura su un foglio bianco invitandolo, ogni
30 secondi, a cambiare la penna e questa procedura consente di valutare qualitativamente le
strategie messe in atto. Dopo 20 minuti si chiede al soggetto di riprodurre nuovamente la
figura (non è possibile somministrarlo a soggetti con neglect o aprassia costruttiva)
• TEST DI MEMORIA INCIDENTALE semantica (animali/colore) o fonemica (animali/E)
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI DELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE
(PER EVENTI PUBBLICI si somministrano questionari in cui si valuta la conoscenza di aventi
passati relatici a eventi importanti, MEMORIA AUTOBIOGRAFICA si richiede un'associazione
tra una parola presentata dallo psicologo e un evento personale, oppure questionari
riguardanti ricordi e la loro vividezza, FLUENZA SEMANTICA si richiede di rievocare in 2
minuti il maggior numero di parole appartenenti ad una determinata categoria)
• TEST DI RIVERMEAD valutazione ecologica delle funzioni mnesiche e vi sono 11 subtest con
compiti di carattere ecologico: -associazione volto-nome, -riconoscimento di volti e oggetti
figurati, -orientamento spazio temporale, -apprendimento di materiale verbale
semanticamente strutturato, .memoria topografica, -memoria incidentale, -memoria
prospettica in modalità evento, -memoria prospettica in modalità tempo, -apprendimento
procedurale
• L’INVECCHIAMENTO COGNITIVO FISIOLOGICO (LEZIONE)
• PROVE BAC Benessere e Abilità Cognitive = è un test per la valutazione multidimensionale cognitiva
ed emotivo-motivazionale nell'età adulta e avanzata ed è suddiviso in tre sezioni: -prove AMA ossia
accertamento della memoria negli adulti, con prove per la valutazione della MBT, WM, della capacità
d'inibizione e questionari per la valutazione della memoria autobiografica, della sensibilità della
memoria e dei fallimenti cognitivi; -prove COMP ossia prove di comprensione del testo; -prove BEN-
SCC ossia valutazione del benessere psichico indagando sulle risorse
• IL MILD COGNITIVE IMPAIRMENT (LEZIONE) MCI declino cognitivo e funzionale oggettivo e soggettivo
maggiore rispetto a quello atteso per individui con pari età e scolarità, che non soddisfa però i criteri per una
diagnosi di demenza
i criteri per la diagnosi sono: -disturbi soggettivi di memoria nella vita quotidiana, -prestazione patologica per età
e scolarità in almeno uno dei test di memoria (memoria di prosa/apprendimento di coppia di parole/test di
ritenzione visiva di Benton), -non interferenza del disturbo sulle attività della vita lavorativa, sociale e quotidiana
del soggetto, -funzione intellettiva integra (documentata al subtest vocabolario della WAIS) e assenza di
demenza (punteggio MMSE ≥ 27), -assenza di malattie sistemiche e neurologiche in grado di provocare disturbi
della sfera cognitiva
• LA PSEUDODEMENZA (LEZIONE) la sintomatologia è sovrapponibile a quella di una demenza degenerativa
ma in realtà è secondaria a differenti disturbi psichiatrici tra i quali la depressione. Ha un esordio improvviso
acuto, un'evoluzione piuttosto rapida, precedenti psichiatrici e la depressione precede il deficit, il
comportamento appare in contrasto con il deficit cognitivo, frequenti risposte del tipo “non so”, elevato rischio di
suicidio, sonno disturbato e risveglio precoce, compromissione memoria recente e remota
• LE DEMENZE (LEZIONI)
• IL CONCETTO DI DEMENZA è una patologia, non la naturale conseguenza dell'invecchiamento, è
una sindrome clinica che può avere molteplici cause, caratterizzata da una perdita delle funzioni
cognitive, dalla presenza di problematiche affettive e comportamentali, di entità tale da interferire con
le usuali attività sociali, familiari, lavorative, emotive e comportamentali. Esistono varie forme di
patologie dementigena, che hanno profili clinici e neuropsicologici definiti, alle quali si applicano
differenti forme di intervento farmacologico e riabilitativo.
• IL PROCESSO DIAGNOSTICO E LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE nella diagnosi differenziale
appare: con esordio insidioso, evoluzione lenta, senza precedenti psichiatrici, il deficit cognitivo
precede la depressione, il soggetto minimizza, il comportamento è congruo rispetto al deficit cognitivo,
peggioramento notturno dei sintomi, risposte spesso approssimative, compromissione
dell'orientamento, prestazione patologica sia a prove di memoria sia a prove cognitive,
compromissione memoria recente, diminuzione dell'attenzione, scarsa performance alle prove di
aprassia costruttiva (closing in)
• CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZE (GUARDA TABELLE SLIDE!!)
• IN BASE ALL’ETA’ DI ESORDIO, ALL’EZIOLOGIA, ALLA PROGNOSI, ALLA SEDE
CEREBRALE
•DEMENZA DI ALZHEIMER:
• BASI ANATOMO FISIOLOGICHE
• CRITERI CLINICI PER LA DIAGNOSI
• ESORDIO E DECORSO TIPICO DELLA MALATTIA
• ASPETTI CLINICI E NEUROPSICOLOGICI
• DISTURBI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI
• DEMENZE VASCOLARI
• BASI ANATOMO FISIOLOGICHE
• CRITERI CLINICI PER LA DIAGNOSI
• ESORDIO E DECORSO TIPICO DELLA MALATTIA
• ASPETTI CLINICI E NEUROPSICOLOGICI
• DEMENZA FRONTOTEMPORALE
• BASI ANATOMO FISIOLOGICHE
• CRITERI CLINICI PER LA DIAGNOSI
• ESORDIO E DECORSO TIPICO DELLA MALATTIA
• ASPETTI CLINICI E NEUROPSICOLOGICI
• DEMENZA A CORPI DI LEWY
• BASI ANATOMO FISIOLOGICHE
• CRITERI CLINICI PER LA DIAGNOSI
• ESORDIO E DECORSO TIPICO DELLA MALATTIA
• ASPETTI CLINICI E NEUROPSICOLOGICI
• IL PROCESSO DIAGNOSTICO E LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE
• TEST PER LA VALUTAZIONE DEL DECADIMENTO COGNITIVO:
• MODA Milan Overall Dementia Assessment, strumento di screening cognitivo in caso di sospetta
demenza di alzheimer con prove di orientamento (temporale, spaziale, personale, familiare), di
autonomia funzionale (per caregiver) e testistica (apprendimento reversal, test attenzionale,
intelligenza verbale, raccontino, test di produzione di parole, test dei gettoni, agnosia digitale, aprassia
costruttiva, street's completion test)
• BDM Batteria per la valutazione del Deterioramento Mentale, per tutti i tipi di demenza con batterie di
test di materiale verbale (15 parole di Rey, fluidità verbale fonologica, costruzione di frasi) e di
materiale non verbale (matrici progressive colorate di Raven, memoria visiva immediata, copia di
disegni a mano libera e con elementi di programmazione)

LA RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA (LEZIONI E MANUALE MAZZUCCHI)


• LA PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO RIABILITATIVO: ASPETTI METODOLOGICI E PROCEDURALI,
STRUMENTI E TECNICHE raggiungimento del massimo grado di autonomia e di indipendenza possibile
attraverso il recupero e/o compensazione delle abilità cognitive e comportamentali compromesse
può essere intesa come: -possibilità di recupero delle funzioni cognitive deficitarie, -valorizzazione e
sfruttamento delle abilità residue, -presa di coscienza delle risorse cognitive possedute, delle modalità
attraverso cui migliorarle e generalizzarle, -riattivazione delle capacità di coping e di proiezione realistiche nel
futuro, -reinserimento del soggetto all'interno di un mondo sociale allargato
I modelli di intervento sono = a) di restituzione → promuovono l'induzione di processi di riorganizzazione
funzionale; b) di compenso → promuovono l'induzione di processi di compenso del deficit; c) olistici →
collocano al centro dell'intervento riabilitativo il paziente stesso
L'approccio olistico è mirato ad affrontare tutte le esigenze che emergono e prevede l'utilizzo di terapie
individuali e di gruppo mirate ad incrementare la consapevolezza dei deficit e delle capacità residue e a favorire
lo sviluppo di strategie di compenso
uno è il modello SOC = selezione → scelta degli obiettivi nei limiti posti dalle risorse biologiche e ambientali
disponibili; ottimizzazione → valorizzazione e sfruttamento delle abilità residue; compensazione → sviluppo di
adeguate strategie per sopperire alle perdite
Il progetto riabilitativo deve: a) fondarsi su di un substrato teorico definito (letteratura scientifica), b) fondarsi su
di un insieme di indici predittivi (profilo neuropsicologico, fase evolutiva della malattia e fattori neurologici,
quadro cognitivo premorboso, consapevolezza e motivazione del trattamento), c) prevedere obiettivi a breve e a
lungo termine (Specifici, Misurabili, Orientati all'azione, realistici, Temporali), d) prevedere una periodica
valutazione e verifica, e) essere individualizzato nella scelta delle tecniche e degli strumenti
Nella riabilitazione si possono seguire delle tecniche comportamentali quali il rinforzo, l'estinzione-punizione-
costo della risposta, il prompting (consiste nel fornire aiuti per avviare il comportamento richiesto) o il fading
(consiste nella progressiva diminuzione dell'aiuto al fine di promuovere l'autonomia del soggetto)
Per valutare l'efficacia dell'intervento riabilitativo utilizziamo il modello del Withdrawl Assessment (ABAB) che
prevede una fase di valutazione delle prestazioni del paziente: -ad un livello basale (A), -in seguito ad un ciclo di
trattamento (B), -dopo un periodo di sospensione (A), -dopo un secondo ciclo di trattamento (B) e in questo
modo è possibile determinare se il trattamento è determinante e duraturo (LEZIONE)
• ASPETTI ANATOMO-FISIOLOGICI DEL RECUPERO DOPO LESIONE CEREBRALE (LIBRO MAZZUCCHI
CAP. 1)
• LA RIABILITAZIONE DELL’AFASIA (I DIVERSI APPROCCI
a) scuola classica o approccio basato sulla stimolazione = l'afasia è un disturbo unico che può variare per
gravità ma non per tipo e le conoscenze non sono mai perse ma rese inaccessibili dal danno cerebrale.
Secondo i sostenitori dell'unitarietà del disturbo afasico due soggetti possono apparire diversi perchè possono
presentare disturbi associati o perchè la gravità è diversa ma il disturbo in sé è lo stesso; inoltre variabilità di
risposta e dissociazione automatico-volontaria sono da considerare dimostrazioni del fatto che il linguaggio non
è perso. L'intervento più coerente è quello di Schuell secondo cui la stimolazione deve essere: -uditiva,
-attentamente controllata per quanto riguarda lunghezza e complessità, -ripetuta
b) approccio behaviorista = la maggior parte dei pazienti afasici è in grado di apprendere materiale nuovo,
utilizzando strategie adeguate anche se l'apprendimento avviene in modo meno efficiente. Proprio per questo
vengono studiate delle tecniche di condizionamento operante e dell'istruzione programmata e le principali
tecniche sono il modellamento e il fading
c) approccio pragmatico = parte dalla critica alla scuola classica e afferma che il paziente afasico deve
comunicare e che comunicare è diverso da parlare. L'approccio più noto è il Promoting Aphasics
Communicative Effectiveness (PACE) che afferma che -la rieducazione deve mirare a dare al paziente le
strategie comunicative più efficaci, -in ogni momento della terapia deve esservi un passaggio di nuova
informazione tra terapista e paziente e i principi fondamentali sono il terapista e il paziente partecipano in ugual
misura, l'interazione terapeutica consiste in una scambio di nuova informazione, il paziente può scegliere
qualunque canale informativo, il feedback si basa sul successo del paziente nel comunicare il messaggio
d) approccio neurolinguistico = analizza i disturbi con l'obiettivo primario di stabilirne una tipologia linguistica e si
propone di giungere a una classificazione neurolinguistica. L'obiettivo del terapista è quello di individuare quale
problema linguistico presenta il paziente e costruire un programma riabilitativo mirato al superamento.
Possiamo includere la tecnica del deblocking che consiste nell'evocare la risposta richiesta in una modalità in
cui questa sia accessibile per sbloccare la modalità bloccata
e) approccio sovietico = Luria
f) scuola neoclassica = riconoscono due gruppi di afasici differenziabili in base al tipo di produzione orale ossia
gli afasici non fluenti (parlano poco, con difficoltà, frasi brevi) e gli afasici fluenti (al contrario). Il principio
basilare della riabilitazione resta quello della stimolazione
g) approccio cognitivo/neuropsicologia cognitiva = costituiscono dei modelli di funzionamento dei vari processi
cognitivi e il modello può essere utilizzato per individuare il luogo funzionale del danno cerebrale. I principi su
cui si basa sono quelli di modularità, universalità, trasparenza.
h) approccio psicosociale o approccio basato sulle conseguenze = la riabilitazione è andata indirizzandosi verso
l'ambiente esterno cercando di modificarlo per adattarlo alle esigenze della persona afasica rientrano in questo
approccio il Supporting Conversation for Adults with Aphasia e il Conversational Coaching che mirano
essenzialmente a insegnare delle strategie all'interlocutore sano più che a modificare il comportamento del
soggetto afasico
TRATTAMENTI AD ORIENTAMENTO PRAGMATICO-FUNZIONALE E CONVERSAZIONALE ci sono
trattamenti complementari e trattamenti sostitutivi.
Teoria “pragmatica” della comunicazione umana ossia di come il linguaggio e altre modalità comunicative
vengono usate in funzione del contesto con cui lo scambio comunicativo si verifica, tale dimensione concerne le
intenzioni comunicative e i conseguenti atti linguistici del parlare, gli assunti della conversazione, le informazioni
del locutore e ascoltatore che condividono e infine le regole della conversazione. E per studiare questi elementi,
vengono utilizzati dei protocolli pragmatici che permettono di descrivere in maniera appropriata i sintomi dei
pazienti afasici e definiva meglio gli obiettivi e il contenuto dell'intervento riabilitativo. L'approccio appena
descritto individua la dimensione pragmatico-contestuale della comunicazione come un insieme di aspetti
separati dei livelli fonologico, lessicale e sintattico.
Si deve a Sarno l'aver introdotto nella pratica clinica la distinzione tra competenza linguistica e competenza
comunicativa. Seguendo questa distinzione, alcuni autori osservano che molti pazienti afasici in situazioni
quotidiane sembrano comunicare meglio di quanto il loro deficit possa far prevedere pertanto si ipotizza che la
terapia riabilitativa dovrebbe stimolare le residue abilità comunicative con conseguente adattamento nel set
clinico.
Schlanger e Schlanger hanno introdotto nella terapia dell'afasia il set detto role-playing in cui il paziente riveste
di volta in volta un ruolo e il terapista in un altro: si creano in questo modo situazioni di scambio comunicativo
naturale in cui il compito del terapista è quello di stimolare nel paziente momenti comunicativi verbali e non
verbali adeguati al contesto, promuovendo e rinforzando le strategie comunicative efficaci del paziente. Il
trattamento role-playing era concepito come trattamento complementare alla stimolazione del linguaggio.
Aten, Caligiuri e Holland hanno descritto gli effetti di un trattamento funzionale: i pazienti furono addestrati
all'uso di strategie comunicative non verbali al fine di ottimizzare le residue capacità di linguaggio in situazioni di
vita quotidiana e durante il trattamento il terapista suggeriva la strategia non verbale più opportuna per
arricchire e complementare il messaggio verbale. Vengono poi valutati i pazienti con il test Communicative
Abilities in Daily Life, CADL: questo contiene item che valutano il paziente in situazioni di role-playing o che
richiedono la comprensione contestuale del linguaggio.
Questi dati costituiscono la prima prova sperimentale della validità dell'approccio funzionale nella terapia
dell'afasia.
Allo stesso tempo questo approccio è stato ripreso dalla Holland nella terapia denominata Conversational
coaching mirata alla stimolazione delle capacità informative del paziente.
Uso di sistemi di comunicazione alternativi al linguaggio = approccio condotto da Glass e Gazzaniga, per afasici
con fluenza verbale molto ridotta, per cui si lavorava sull'apprendimento da parte di questi pazienti di un codice
di comunicazione arbitrario. Esperienze analoghe hanno fatto uso anche dei cosiddetti carnets de
communication.
Terapia dei disturbi della sfera pragmatica = i più importanti sono il Pragmatic Protocol di Prutting e Kirchner e il
Profile of Communicative Appropriateness o PCA di Penn. Questi protocolli proponevano al clinico la
valutazione di comportamenti comunicativi come -responsività dell'interlocutore, -controllo del contenuto
semantico, -coesione tra le differenti unità informative del discorso, -fluenza verbale, -sensibilità socio-
linguistica, comunicazione non verbale.
Penn suggeriva inoltre che la valutazione del paziente doveva tenere conto di entrambi i livelli di analisi, sia
quello linguistico-formale sia quello comunicativo-funzionale e quindi un intervento doveva tenere conto delle
strategie di compenso mette in atto dal paziente e si potevano classificare mediante un'apposita tassonomia:
-strategie di semplificazione, -strategie di elaborazione, -ripetizione, -strategie per mantenere un livello di
fluenza costante, -strategie socio-linguistiche, -strategie non verbali, -strategie che affidavano un ruolo molto
attivo all'interlocutore. La struttura del trattamento prevede l'individuazione preliminare da parte del terapista del
deficit linguistico (sintassi), della dimensione funzionale d'interesse e della possibile strategia di compenso; da
questa analisi viene estrapolato il programma di trattamento.
Modelli della conversazione e parametri del set clinico delle terapie a orientamento pragmatico = modello della
cooperazione conversazionale messo a punto da Clark e Wilkes-Gibbs: il locutore seleziona le informazioni utili
per identificare il referente e produce il relativo messaggio verbale, l'ascoltatore può dichiararsi soddisfatto
ovvero inviare una risposta sulla quale il locutore riformula il messaggio o aggiunge nuove informazioni e tale
scambio continua. Un vantaggio di questo modello è il fatto che il giudizio viene effettuato on line direttamente
sulla risposta.
Un'interazione clinica basata su questi aspetti della conversazione naturale è stata realizzata da Davis e Wilcox
con la terapia Promoting Aphasics Communicative Effectiveness o PACE e vengono introdotte le seguenti
quattro regole: -partecipazione paritaria, -scambio di nuove informazioni, -multimodalità, -uso di feedback basati
sull'adeguatezza comunicati.
Si parte dal presupposto che il paziente afasico sia in grado di utilizzare la propria conoscenza delle regole della
conversazione e di inviare messaggi pertinenti attraverso varie modalità.
Modelli della conversazione e terapie a orientamento conversazionale orientate al partner = con l'espressione “a
orientamento conversazionale” si intende fare riferimento a tecniche che si rifanno esplicitamente ai modelli
della conversazione che prevedono una collaborazione attiva tra i partecipanti a uno scambio comunicativo. Il
meccanismo della cooperazione comunicativa è determinante ai fini di un'ottimale definizione del referente. Il
focus dell'intervento è rappresentato non più dal paziente e dal suo deficit ma dalla diade costituita dal paziente
e dal suo partner conversazionale abituale e dalle difficoltà che la diade può sperimentare nella comunicazione
quotidiana.
Questo aspetto ha trovato formulazioni più sistematiche in programmi come la Supported conversation di Kagan
e Gailey che si ispira a tre principi: -il trattamento fa riferimento ai miglioramenti spontanei della comunicazione
del paziente, -il terapista deve proporsi come momenti di counseling per i familiari, -la SC richiede al terapista di
concentrarsi non sui deficit ma sulle sue abilità residue.,
TRATTAMENTI PER GLI AFASICI GRAVI per la riabilitazione non ci si può aspettare una vera e propria
conversazione quindi a piccoli passi si cerca di:
-avvicendamento dei ruoli, alcuni afasici hanno scarsa iniziativa verbale e non intervengono attivamente nella
conversazione invece altri sono il contrario ma in entrambi i casi non si ha un avvicendamento normale. Il
terapista, per il primo caso, deve adottare strategie deiverse, dovrà coinvolgerlo con domande rilevanti in modo
da rendere evidente che si sta aspettando una risposta, sottolineare il comportamento giusto e correggere
successivamente se è sbagliata la risposta. Nel secondo caso, il comportamento del terapista sarà volto a porre
dei limiti, a far rispettare i tempi di comunicazione;
-intenzione comunicativa (atti linguistici), gli atti linguistici sono domande, comunicazione, richieste di azioni;
-contenuto proposizionale si riferisce a quanto esplicitamente detto e una buona regola con gli afasici gravi è
quella di premettere sempre la parte nota e aggiungere poi la parte nuova
-implicature conversazionali quando il paziente parla il terapista deve accettare tutto ciò che dice e tentare di
collegarlo all'argomento chiedendo sempre conferma della sua interpretazione) (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 2,
6, 7)
• LA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DELL’ATTENZIONE (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 10)
Trattamento diretto dei processi attenzionali:
Ben Yishay propone un intervento riabilitativo (ORM Orientation Remedial Module) che si basa sull'idea che un
recupero funzionale possa essere ottenuto sottoponendo i paziente a un insieme articolato di esercizi che
sottendono componenti diverse dei diversi processi attenzionali. Ed è un insieme di 5 procedure organizzate in
modo gerarchico: - si cerca di stimolare il livello di arousal e di responsività, - si richiede di ignorare stimoli
distrattori e di utilizzare alcuni indizi ambientali per determinare il tempo appropriato di risposte; - intende
esercitare il paziente a una scansione efficace del campo visivo per cercare stimoli target; - migliorare la
concentrazione del paziente attraverso stimoli interni; - integrazione dei diversi esercizi.
Sohlberg e Mateer (APT Attention Process Training) costruito secondo un approccio funzionale specifico e
comporta un trattamento modulare delle principali funzioni dell'attenzione. Ci sono due criteri essenziali: il
tempo di esecuzione deve ridursi del 35% prima che si possa passare al compito successivo e deve essere
raggiunta, ad ogni compito svolto, un'accuratezza dell'85%. Sono prese in considerazione l'attenzione
sostenuta, selettiva, alternata e divisa
Entrambi hanno come caratteristica quella di utilizzare un ampio spettro di compiti che in effetti intende coprire
tutta la gamma di processi attenzionali.
Sviluppo di strategie compensative:
adattare le proprie strategie tenendo conto delle sue ridotte capacità attenzionali
Fasotti (TPM Time Pressure Management) nel suo training il paziente, rendendosi conto delle sue limitate
capacità, apprenda a prendere tempo necessario per il compito che intende svolgere. I compiti possono essere
ordinati in modo gerarchico per livelli quale strategico, tattico e operazionale. Il paziente impara a costruire la
sua strategia e a gestire il tempo.
Levine (GMT Goal Management Training) con un intervento che propone di migliorare la capacità di pazienti
con traumi cranici nel mantenere le intenzioni in comportamenti rivolti verso uno scopo attraverso 5/6 stadi da
costruirsi (fermarsi, selezionare lo scopo, lista dei passi per raggiungere lo scopo,imparo i passi, agire e infine
verifica).
• LA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DELLA MEMORIA (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 11) pazienti con disturbi
mnesici parziali sono in grado di apprendere e adottare strategie di compenso e possono sperimentare nella
quotidianità ciò che è stato appreso, i pazienti invece con disturbi mnesici globali sono in grado di apprendere
informazioni nuove solo implicitamente e ne consegue quindi che la riabilitazione deve consistere
nell'addestramento dei familiari su come condizionare il paziente nello svolgimento delle attività quotidiane.
I metodi riabilitativi possono essere distinti, inizialmente, in esterni ed interni: i primi sono gli ausili che vengono
forniti al paziente dall'ambiente esterno e che servono da guida per un migliore orientamento spazio temporale,
i secondi invece sono strategie mentali, elaborate o applicate dal paziente per facilitare la memorizzazione.
Altre distinzione prevede metodi che sono intesi ad alleviare le difficoltà del paziente senza direttamente
intervenire sul funzionale (esterni) o metodi intesi a rieducare le capacità mnesiche stesse (interni).
Metodi aspecifici = non agiscono direttamente sulla funzione mnesica, ma su altre disfunzioni neuropsicologiche
che interferiscono con la funzione mnesica. Si utilizzano nelle fasi più precoci del disturbo. Un esempio sono
l'adattamento delle condizioni ambientali (organizzare un sistema informativo ambientale mediante segnali
significativi – amnesici gravi) o l'addestramento all'uso di ausili mnemonici esterni ed attivi (forniti da segnali
esterni ma attivi in quanto è necessario che il paziente diventi in grado di gestirli per recuperare una certa
autonomia, potrebbero essere definiti i comuni promemoria)
Tecniche di ricostruzione = mirano a ricostruire le abilità perdute tramite un allenamento continuo ed esempi
sono le mnemotecniche (metodi interni e attivi che il soggetto stesso dopo averle apprese applica
mentalmente), metodi computerizzati/virtual reality/stimolazione transcranica (strumenti integrati al trattamento,
no valenza scientifica ma la virtual reality può essere un buon ausilio come tecnica integrativa).
Tecniche di riorganizzazione = riorganizzazione delle capacità strategiche e sulla sostituzione di abilità perdute
con abilità conservate e possiamo trovare i metodi cognitivi (si basano sul potenziamento di fattori memorizzanti
residui e presuppongono la relativa integrità di altre sottocomponenti mnesiche e sono strategie che aiutano il
paziente a organizzare qualsiasi tipo di materiale/tecniche di compensazione,memoria prospettica e semantica,
o errorless learning) come PQRST che addestra progressivamente il soggetto ad analizzare le informazioni, a
porsi delle domande, a ordinare le informazioni in una sequenza logico-temporale o logico-sequenziale ed
identificare delle parole chiave o come il metodo della categorizzazione (ordinare informazioni in categorie) o
come l'errorless learning (condizionamento operante e abilità residue della memoria implicita) o spaced retrieval
Tecniche di compenso comportamentale = intese a favorire la programmazione e lo svolgimento delle singole
attività della vita secondo schemi e sequenze procedurali quanto più possibile strutturati e ripetitivi per favorire
l'apprendimento implicito e si avvolgono del supporto di ausili esterni.
Efficacia positiva ha il metodo errorless learning
• LA RIABILITAZIONE DELLE APRASSIE (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 12)
Rothi evidenziava vari tipi di approcci al paziente aprassico: una prima modalità di intervento consiste in un
semplice adattamento alle condizioni ambientali in cui il paziente vive. Il trattamento vero e proprio è invece
mirato a un intervento diretto sul comportamento deficitario e può essere differenziato in restitutivo o sostitutivo.
Il trattamento di tipo restitutivo = è quello finalizzato ad agire sulla funzione deficitaria in sé, ossia a recuperare
l'abilità di comprensione ed esecuzione del gesto. Il metodo si ispira ai modelli teorici della funzione oggetto del
trattamento. Ochipa propone un programma di trattamento finalizzato a ridurre gli errori più frequentemente
prodotti nel corso di un esercizio, la metodologia invece proposta da Pilgrim e Humphreys, secondo i principi
della conductive education, prevede che un'azione finalizzata a un determinato obiettivo sia scomposta in fasi e
un conduttore provveda a fornire al paziente istruzioni in maniera sincrona al tentativo di questi di eseguire
l'attività. Diversamente autori, quali Poizner, hanno dimostrato che i soggetti aprassici presentano anomalie a
livello di attributi spazio-temporali delle traiettorie nell'eseguire gesti usuali e i possibili esercizi saranno quindi
focalizzati ad orientare l'attenzione del soggetto verso le componenti articolari coinvolte nel movimento (può
esserci anche un passaggio intermedio nel quale il riabilitatore invita il paziente a chiudere gli occhi e fa
assumere a un segmento del suo corpo una posizione o un movimento e in base alle informazioni il soggetto
dovrà essere in grado di capire se la configurazione della catena articolare corrisponde o meno all'immagine
precedentemente selezionata). Butler propone una metodologia di intervento che si basa sulla stimolazione
tattile e cinestetica associata a una continua verbalizzazione delle varie fasi del movimento e a input visivi, con
la finalità di migliorare la performance del soggetto. Invece Goldenberg propone una possibile interpretazione
della correlazione tra le attività quotidiane e il disturbo aprassico, il paziente in questo caso presenterebbe due
tipi di problemi: da un lato la difficoltà nel rievocare le istruzioni per l'uso di un determinato oggetto (non è in
grado di eseguire correttamente attività consuete), dall'altro difficoltà del problem solving (difficoltà nel compiere
attività non abituali) e in questo caso i pazienti venivano sottoposti ad un trattamento definito errorless
completion
errorless learning e direct training (Poizner)
Il trattamento di tipo sostitutivo = è finalizzato a portare le funzioni risparmiate a vicariare la funzione coinvolta e
a trovare strategie di compenso (training strategico). Van Heugten guida il soggetto, mediante istruzioni,
assistenza diretta e feedback, a svolgere le attività target ponendo attenzione a tre principi -la corrette selezione
del piano d'azione e degli oggetti da utilizzare, -la corretta esecuzione dell'attività, -il monitoraggio finale.
La terapia occupazionale integrata con il training strategico è più efficace ai fini dell'autonomia del paziente
aprassico
• LA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI SPAZIALI (APRASSIA COSTRUTTIVA Angelini e Grossi hanno
elaborato una metodologia riabilitativa mirata a promuovere l'attivazione dei processi cognitivi necessari alla
soluzione di problemi costruttivi (un soggetto ha difficoltà nel manipolare mentalmente le informazioni spaziali) e
per compensare questi deficit si propone di potenziare le abilità di pensiero spaziale che consiste nella capacità
di eseguire operazioni spaziali complesse. Il trattamento si prefigge, innanzitutto, di rendere il paziente
consapevole della sua disabilità, stimolando un suo ruolo attivo nel rendere esplicite le sue scelte operative,
nell'indicarne la motivazione e prevederne l'effetto, e nel definire verbalmente le operazioni spaziali che compie.
Con la traduzione spazio-verbale diventa possibile guidare il paziente nell'operazione costruttiva attraverso le
sue stesse istruzioni. Questa terapia di chiama TeRaDiC (terapia razionale dei disturbi costruttivi) e si fonda
sull'attivazione di processi logici ed è proposta come problem solving al paziente e si articola in sei momenti
operativi: -scomposizione del compito in più tappe, -analisi ed elaborazione di ogni tappa, -formulazione di
procedure esecutive, -verifica delle procedure formulate, -esecuzione vera e propria, -ricerca di eventuali errori.
Le prove per l'esplorazione visiva utilizzano materiale verbale e non verbale, la sezione visuopercettiva
comprende diversi compiti e deve riconosce lo stimolo target tra diversi distrattori, la sezione per il pensiero
spaziale esplora la capacità di elaborare un piano operativo per il disegno e comprende altri compiti, la prova di
costruzione mentale esplora specificamente il versante esecutivo motorio e comprende semplici prove grafiche
a verificare le coordinate visuomotorie.
I limiti: -richiede una partecipazione attiva e continua, -si deve stabilire un intenso e prolungato scambio verbale,
-non praticabile con presenza di eminattenzione
E DISORIENTAMENTO TOPOGRAFICO (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 13) van der Linden e Seron sono partiti
dal modello di Byrne per orientamento sano (funzione di compasso, orientarsi a punti di riferimento esterno;
mappa, rappresentazione mentali dei posti; e il segnaposto, aggiorna la propria posizione sulla mappa) e hanno
elaborato una batteria di test che permette di verificare l'uso sia delle mappe a rete (consiste in punti di
riferimento ben conosciuti, detti nodi, legati tra loro da connessioni dirette) sia delle mappe vettoriali (codifica
invece le relazioni spaziali globali, prendendo in considerazione parametri quali posizione, direzione e distanza).
In particolare la strategia riabilitativa proposta per il trattamento del deficit selettivo dell'elaborazione delle
mappe vettoriali hanno lo scopo di insegnare al soggetto a costruire e utilizzare rappresentazioni interne di
questo tipo e l'obiettivo di massima consiste nel recupero della capacità di utilizzare le mappe vettoriali, tuttavia
in caso di insuccesso ci sono una serie di esercizi per potenziare l'impiego delle strategie alternative basate
sull'uso delle mappe a rete
• LA RIABILITAZIONE DELLA NEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 14, 15)
Nella progettazione dei training riabilitativi si sono seguiti alcuni criteri generali: -per favorire un'ampia
generalizzazione delle acquisizioni, il materiale stimolo usato e vario, -è stata usata una variazione lenta e
progressiva degli elementi del compito solo quando la prestazione nel compito precedente era divenuta stabile,
-si è fatto un uso estensivo di stimolazioni in diverse modalità sensoriali.
Lawson utilizza quello che viene definito approccio diretto, vale a dire un tentativo di far si che attraverso cues
(bordo sinistro risaltare da stimoli forti o richiamo semantico) il paziente superi la sua “ritrosia” a volgere la
propria attenzione nella direzione controlaterale.
Weinberg test con ancoraggio utilizzando la linea rossa laterale
Training di scanning visuospaziale = questa finalità si realizza chiedendo al soggetto di rispondere velocemente
a stimoli visivi presentati in un campo di stimolazione molto ampio, questo training si avvale di una procedura
computerizzata e gli stimoli sono dei numeri con livelli progressivi di difficoltà in 20 minuti per 18 sequenze (+ 2
di prova); i numeri vengono inizialmente presentati a destra e poi progressivamente ci si sposta sempre più
verso sinistra. (funziona maggiormente)
Trainign di lettura e copia = migliorare le capacità esplorative del paziente in compiti di tipo funzionale con
materiale semplice, chiaro e realistico proponendo prove con 10 livelli di progressione e per sollecitare
l'esplorazione completa dello stimolo viene usata una barra rossa di ancoraggio percettivo; all'inizio di ogni
seduta (10 minuti) i primi due stimoli appartenenti al livello di difficoltà precedente, vengono presentati senza
sollecitazioni verbali e senza ancoraggio visivo e questo permette di consolidare ulteriormente l'apprendimento.
Training di copia di disegni su matrici di punti = gli stimoli sono costituiti da due matrici di punti stampate a
destra e a sinistra di una linea verticale che divide a metà il foglio, sulla matrice stampata a sinistra alcuni punti
sono collegati da linee continue mentre l'altra contiene una serie di punti non collegati e sono presenti alcuni
ancoraggi visivi (anche a materiale non linguistico); materiale stimolo al centro e copia/modello a sinistra così il
paziente sposta l'attenzione
Trainign di descrizione di figure = il materiale utilizzato è costituito da figure scelte tra le Progressive Picture
Compositions di Byrne e il terapista pone queste figure davanti al soggetto chiedendo di descrivere e indicare
tutto quello che vede senza lasciare alcun particolare e inizialmente il terapeuta si limita a registrare e solo
quando il paziente ha terminato la sua descrizione il terapista può intervenire con delle sollecitazioni
Gli approcci riabilitativi della NSU possono essere divisi in due classi -che si basano su un riorientamento
volontario dell'attenzione verso lo spazio controlesionale e -che si basano su diversi tipi di stimolazione
sensoriale del lato affetto.
Trattamenti per eminattenzione e spazio extrapersonale
NSU l'ipotesi di quest'ultima, con le proprie tecniche, è che la NSU sia dovuta a una distorsione della
rappresentazione spaziale e i diversi tipi di stimolazione contribuiscono a ribilanciare le rappresentazioni e
quindi stimolazioni sensoriali.
Stimolazione vestibolare = Rubens con l'applicazione di acqua fredda nel canale uditivo esterno dell'orecchio
controlesionale con due conseguenze: -comparsa di un nistagmo con una fase lenta verso sinistra e -un
miglioramento transitorio della NSU per il lato sinistro dello spazio (agisce a livello centrale ma di breve durata)
Stimolazione optocinetica = Pizzamiglio ha notato che quando i pazienti con NSU eseguono un compito di
bisezione di linee mentre sullo sfondo una matrice di punti colorati si muove verso sinistra con una certa
velocità, si osserva un nistagmo optocinetico con la fase lenta verso sinistra e una riduzione del bias verso
destra
Stimolazione dei muscoli del collo = Karnath ha osservato che se il tronco del paziente è ruotato verso sinistra,
mentre gli occh e la testa rimangono fissi al centro, la prestazione del paziente migliora (funziona visti i
feedback propriocettivi)
Stimolazione propriocettiva = per bisezione delle linee minimi movimenti dell'indice della mano sinistra
nell'emispazio di sinistra determinano una riduzione della NSU questo significa che il movimento della mano
sinistra deve essere eseguito a sinistra. Si potrebbe inoltre ipotizzare che una ripetuta attivazione passiva
sull'arto si possa ottenere un miglioramento duraturo dei sintomi della NSU (difficile per emiplegia ma possibile)
Tecniche di eye patching e hemiblinding = sfrutta il principio della riduzione dell'input visivo proposta nella forma
dell'eye patching (occlusione monoculare) o dell'hemiblindign (occlusione di un emispazio). La prima tecnica si
basa sulla teoria che coprendo l'occhio ipsilesionale del paziente si riduce la quantità di informazioni dirette al
collicolo superiore controlesionale aumentando in questo modo l'efficacia del collicolo ipsilesionale nel fare
movimenti oculari nel campo visivo controlesionale. La seconda tecnica invece consisteva nell'oscuramento
della metà destra del campo visivo (bilaterale)
trattamento con lenti prismatiche = lenti prismatiche che deviano il campo visivo di 10° verso destra e il
trattamento consiste nel far eseguire ai pazienti un compito di pointing verso un target visivo che poteva essere
presentato a caso in una delle tre possibili posizioni. Nella fase di adattamento prismatico i pazienti eseguivano
il movimento di pointing con l'indice della mano destra, indossando un paio di lenti prismatiche e durante
l'esecuzione delle prime prove i soggetti rendendosi conto della discrepanza tra la posizione del proprio dito e la
posizione del target, nelle restanti prove tendevano a correggere la direzione del pointing deviando verso
sinistra. Dopo la rimozione delle lenti si chiedeva di eseguire lo stesso movimento con l'arto superiore coperto e
in questo caso i soggetti deviavano l'arto verso sinistra. Questo effetto è definito after-effect e ci sono dei
vantaggi: -è un miglioramento a lungo termine dopo un breve periodo di training e nelle situazioni ecologiche,
-non richiede l'orientamento volontario dell'attenzione verso il lato affetto, -non è invasiva e può esser fatta a
casa
extrapersonale che peripersonale
• LA RIABILITAZIONE DELLE FUNZIONI PREFRONTALI (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 19) la metodologia da
applicare potrà riguardare diversi ambiti
Rieducazione consapevolezza di sé = si cerca di lavorare sull'anosognosia su tre possibili livelli emergente,
dichiarativo, anticipatorio ma non solo il tutto va considerato e messo in relazione con le capacità di
metacognizione. Ci sono diverse metodologie: -educazione all'informazione, -feedback contestualizzato,
-intervento psicoterapeutico
Riabilitazione disturbi dell'utilizzo delle capacità neuropsicologiche = si basa sul trattamento delle capacità di
problem solving tenendo conto che gli errori possono manifestarsi sia a livello di giudizio anticipatorio della
situazione, sia di selezione della fase di avvio dell'azione, sia di combinazione, sia di mancata attenzione. In
questo caso l'intervento deve essere condotto secondo metodologie olistico integrate e Ben Yishay identifica 8
livelli progressivi del processo riabilitativo (-recupero consapevolezza; -superamento di una patologica
attivazione; -miglioramento funzioni attentive, -miglioramento del processo dell'informazione e della
comunicazione, -miglioramento memoria e apprendimento, -miglioramento capacità esecutive e problem
solving, -accettazione limiti, -capacità di interiore spiritualità)
Riabilitazione della comunicazione pragmatica = recupero della capacità di utilizzare in modo adeguato le
regole comunicativo-conversazionali e il rispetto del contesto (conversational coaching)
Metodi metacognitivi = incentrate sul preliminare vincolo del soggetto di operare, interiorizzare e applicare ed è
una metodologie dell'autocontrollo esempio sono il Goal Management Training, per la risoluzione dei problemi
che prevede 6 stadi operativi da porre in corretta sequenza, e il Self Instructional Training, per inibire le risposte
e/o i comportamenti inadeguati analizzando e ricapitolando attraverso la mediazione verbale l'azione da
compiere, interiorizzando e automonitorando l'azione, infine inibendo i comportamenti inappropriati
• LA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO CONSEGUENTI A DANNO
CEREBRALE ACQUISITO (LIBRO MAZZUCCHI CAP. 16)
approccio ambientale = l'ambiente in cui il soggetto vive deve essere considerato un vero e proprio strumento
terapeutico che facilita la collaborazione e la motivazione del paziente a partecipare con un ambiente
prevedibile, controllato e sicuro che favorisce l'interiorizzazione di regole e di routine comportamentali (esempio
è la musicoterapia)
terapia comportamentale BT = si pone come obiettivo primario la riduzione della frequenza e dell'intensità dei
comportamenti disfunzionali, attraverso un sistematico e pianificato studio delle cause che li favoriscono e degli
effetti che ne derivano. Le tecniche di Positive Behaviour Intervention (PBIS), con i principi del condizionamento
classico, intendono sostituire i comportamenti disadattivi con comportamenti nuovi e più adeguati mediante il
controllo degli eventi antecedenti modificando ambiente e comunicazione con il fading (diminuzione aiuti e
rinforzi), lo shaping (insegnare comportamenti complessi), l'erogazione di feedback, il prompting (aiuti),
chainging (insegnare sequenza di comportamenti) e il modelling (apprendere attraverso imitazione). Le
Contingency Management Procedures (CMP), con i principi del condizionamento operante, focalizzano
l'attenzione del soggetto sulle conseguenze positive o negative del proprio comportamento e prevedono il
rinforzo selettivo dei comportamenti desiderati e l'interruzione delle risposte non adattive con l'elogio verbale,
talken economy (premi), il time-out, l'estinzione (del premio), il costo della risposta
Terapia cognitivo-comportamentale CBT = si basa sulle teorie dell'information processing e si pone come
obiettivo quello di migliorare le conoscenze relative all'origine e alla natura dei disordini comportamentali,
favorendo le strategie di automonitoraggio e di coping attraverso l'instaurazione e il mantenimento di una buona
relazione terapeutica con il paziente. Scopo della terapia è aiutare il paziente a comprendere il legame tra
credenze, pensieri e comportamento, identificando le proprie distorsioni cognitive e facilitando la ricerca di
interpretazioni razionali (limiti disordini del linguaggio)
Approcci olistico-integrati = si propongono di facilitare lo sviluppo di comportamenti alternativi o compensatori e
sottolinea il ruolo terapeutico dell'ambiente nel facilitare la consapevolezza, il controllo emozionale e
l'accettazione di limitazioni residue e intanto il paziente acquisisce abilità e strategie che gli permettono di
gestire automaticamente le diverse difficoltà conseguenti al deficit.
Riabilitazione dei disturbi dell'attivazione e motivazione = il mutismo acinetico e l'abulia si manifestano spesso
nelle prime fasi del GCA come anche l'apatia. Nei casi con grave limitazione cognitiva, la più forte evidenza di
efficacia sono le tecniche ambientali e comportamentali (stimolazione multisensoriale, musicoterapia, goal
setting therapy) mentre i pazienti con limitazioni moderate ottengono dei miglioramenti attreverso tecniche
cognitive;
Riabilitazione del disturbo dell'inibizione e autoregolazione = l'approccio ambientale per agitazione e
aggressività si rivela particolarmente appropriato nelle prime fasi di recupero di GCA riducendo il minimo di
stimoli. Spesso il primo intervento consiste in un'interazione definita talking down che si concentra sugli stili
comunicativi tra il team e il paziente. Il BT si rivela particolarmente efficace nel trattamento di disturbi
dell'autocontrollo quali irritabilità e aggressività e gli interventi favoriscono l'interazione sociale (token economy
o self monitoring training. Anche il CBT ha un ruolo positivo nella riabilitazione riguardanti educazione e
informazione, migliorare la consapevolezza e poi mettere in pratica diverse strategie di gestione;
Riabilitazione dell'umore e d'ansia = la musicoterapia può contribuire al miglioramento della sintomatologia
depressiva e ansiosa. Con la BT si aumenta l'esposizione a eventi positivi e piacevoli. La CBT prevede che i
pazienti acquisiscano diverse abilità e stili di coping finalizzati al cambiamento dei propri pensieri e
comportamenti e prevede diversi passaggi -identificare i pensieri e le immagini che precedono e accompagnano
l'esperienza emotiva negativa, -prendere le distanze dalle proprie convinzioni, -mettere in discussione il valore
delle proprie credenze, -identificare i temi contenuti all'interno dei pensieri e delle immagini negative.
Inoltre per i disturbi d'ansia come l'OCD (disturbo ossessivo compulsivo) prevede l'applicazione di tecniche di
psicoterapia comportamentale quali l'esposizione, la prevenzione della risposta e la gestione dei pensieri
intrusivi negativi
• CARATTERISTICHE DELLA RIABILITAZIONE NEI TRAUMATIZZATI CRANICI (LIBRO MAZZUCCHI CAP.
17) per la programmazione del trattamento riabilitativo si tiene conto del punteggio raggiunto dal paziente nella
Level of Cognitive Function scale. Nel definire la programmazione riabilitativa si deve procedere in base alla
gravità clinica e alla fase evolutiva in cui si trova il traumatizzato cranico. Per ciascuna delle fasi il progetto
riabilitativo sarà diverso: l'intervento di tipo prettamente cognitivo è proponibile solo nelle fasi medio-avanzate
del decorso post traumatico (LCF da VI a VIII) mentre nelle fasi più precoci il tipo di intervento si prefigge
obiettivi legati al riorientamento nella realtà e al recupero dell'autonomia nella gestione di sé e dell'ambiente; se
il traumatizzato cranico si trova nella fase post traumatica precoce (LFC V) si può intervenire con modalità
aspecifiche; nella fase immediatamente successiva (LFC VI) che potremmo definire riorientamento il
traumatizzato cranico inizia ad avere una parziale consapevolezza della propria situazione; quando il
traumatizzato cranico raggiunge la fase successiva (LFC VII) la fase ciò in cui è già definibile il profilo dei
disturbi neuropsicologici è possibile intervenire sui disturbi stessi; in fase ancora più avanzata (LFC VIII) in cui il
paziente ha recuperato i livelli di elaborazione più semplici e le proprie capacità cognitive è solitamente
necessario intervenire sulla ricostruzione delle strategie operative; quando le capacità residue del traumatizzato
cranico non si dimostrano in alcun modo ulteriormente modificabili l'intervento riabilitativo sarà mirato alla
preparazione del reinserimento socio-lavorativo e per alcuni può dimostrarsi utile anche il supporto a lungo
termine.
Si deve adattare il trattamento ad obiettivi via via più ampi fino a quando appare evidente che si è raggiunto il
massimo livello di autonomia possibile in -attività personali, -attività domestiche, -attività della vita quotidiana,
-relazioni interpersonali e sociali, -attività lavorativa, -autoprogrammazione e autoesecuzione, programmazione
delle attività altrui
Le categorie metodologiche nell'ambito della riabilitazione possono essere classificate come: -struttutali, che
intervengono sul livello strutturale di una determinata funzione che risulta compromessa; -cognitiviste, che
intervengono su un passaggio o su una componente di un'ipotizzabile sequenza di elaborazione
dell'informazione; -comportamentistiche: che intervengono applicando tecniche in grado di modificare
comportamenti inadeguati nell'interazione ambientale e sociale; -occupazionali, che agiscono in modo ecologico
e quindi olistico attraverso il riadattamento a compiere le più comuni attività della vita quotidiana e procedure
sociali e lavorative
Traumatizzati cranici lievi TCL= mantiene consapevolezza di malattia e capacità di autocritica circa le difficoltà
cognitive ed è proprio questa consapevolezza la causa maggiore dei problemi creando una variabile alternanza
di stati d'animo; le linee guida del trattamento seguono: -informazione, -educazione, orientato verso il
comportamento corretto, -supporto psicoterapeutico, -terapia cognitiva, -incontri con familiari, -monitoraggio
Traumatizzati cranici gravi = è un trattamento olistico cioè inteso a gestire in maniere sistematica e integrata le
problematiche di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale e le difficoltà di inserimento sociale così da
stimolare da un lato il recupero di specifiche abilità e favorire il processo di accettazione, la riacquisizione
dell'autostima, la formulazione di aspettative realistiche per il futuro e il reinserimento socio-lavorativo. Il
programma è strutturato in tre fasi distinte: -fase di trattamento intensivo il cui scopo è quello di affrontare i
deficit cognitivi, comportamentali e psicoemotivi, -fase di preparazione al reinserimento lavorativo, -ricerca di un
lavoro
Metodologia riabilitativa di gruppo = è dimostrata indicata ed efficace e presenta i seguenti vantaggi: facilita la
presa di coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti, promuove interazioni che facilitano il superamento
dell'inerzia, della rigidità di pensiero e dell'ottundimento affettivo, promuovere il migliore autocontrollo della
disinibizione, dell'irritabilità e dell'aggressività, favorisce la verifica dell'adeguatezza del proprio comportamento,
facilita uno spirito di partecipazione e competizione, sollecita un atteggiamento più indipendente (pazienti con
disturbi di comportamento role play; con disturbi cognitivi per maggiore consapevolezza e motivazione)
Terapia occupazionale = supporta il paziente nel tradurre la capacità residue e i miglioramenti che via via
acquisisce in gesti e attività concrete per conseguire l'autonomia e possono essere classificati in restitutivi (si
propongono di migliorare l'efficienza delle persone nelle attività della vita quotidiana facendo uso di tecniche
riabilitative per le funzioni cognitive compromesse) o in compensatori (si fondano sul principio dell'imparare
facendo utilizzando le abilità residue del paziente per compensare i suoi deficit compenso che viene raggiunto
tramite l'insegnamento di strategie e tramite l'addestramento dell'utilizzo di ausili)
(tecnica terapia occupazionale: errorless learning)
Rienserimento lavorativo = a questa terapia appartiene anche la cosiddetta vocational rehabilitation (7 tappe
programmatiche: -definizione degli obiettivi e dei principi alla base della valutazione, -avvio del processo di
acquisizione delle informazioni, -valutazione della persona nella sua globalità, -valutazione dell'ambiente in cui
la persona verrà inserita, -valutazione delle competenze richieste per svolgere l'occupazione, -analisi e sintesi
dei risultati emersi da tutte le valutazioni effettuate, -sviluppo di raccomandazioni che derivano dalle suddette
valutazioni
supporto integrato (supporto eseguito da prima, in sede di terapia) e successivo (supporto eseguito quando il
paziente entra nell'ambito lavoratio)
Coinvolgimento dei familiari = importante informare su come interagire, su come comportarsi, e sostegno
• INTERVENTI PSICOLOGICI E FARMACOLOGICI NELLA DEMENZA PER IL PAZIENTE (LEZIONE E LIBRO
MAZZUCCHI CAP. 18)
Interventi riabilitativi multistrategici o aspecifici = a) terapia di orientamento alla realtà (ROT) che si pone come
obiettivo quello di riorientare il paziente rispetto a sé stesso, alla propria storia e all'ambiente circostante e si
pone come obiettivo il modificare comportamenti errati e di migliorare il livello di autostima del paziente facendo
sentire ancora partecipe di relazioni sociali significative e riducendo la tendenza all'isolamento. La ROT si
prefigge di rafforzare le informazioni di base del paziente rispetto alle coordinate spazio temporali e alla storia
personale. Può essere una ROT informale (prevede l'uso di facilitazioni temporo-spaziali nell'ambiente di vita
del soggetto e un processo di stimolazione continua che implica la partecipazione di operatori sanitari) o una
ROT formale (in sedute giornaliere di 45 minuti condotte in gruppi di persone omogenee per grado di
compromissione cognitiva durante le quali un operatore impiega una metodologia di stimolazione
standardizzata). b) terapia della reminescenza e terapia della rimotivazione con la reminescenza gli eventi
remoti rappresentano lo spunto per stimolare le risorse mnesiche residue e per recuperare le esperienze
emotivamente piacevoli e l'obiettivo della terapia è quello di favorire questo processo spontaneo e renderlo più
consapevole e deliberato per ridurre l'isolamento, migliorare il tono dell'umore e la qualità di vita e incrementare
la funzione cognitiva attraverso il recupero degli eventi; la rimotivazione è un intervento il cui scopo consiste
nella rivitalizzazione degli interessi per gli stimoli esterni, nell'indurre gli anziani a relazionarsi con altri e ad
affrontare e discutere. (successivamente tecnica delle tre R) c) training cognitivo si tratta di esercizi standard
riguardanti una o più aree cognitive quali la memoria, l'attenzione, il linguaggio e le funzioni esecutive, l'uso di
questi interventi si basa sul presupposto che l'esecuzione ripetitiva di esercizi possa aumentare o mantenere la
performance in quel campo specifico. d) terapia della validazione si fonda sul rapporto empatico tra operatore
sanitario e paziente tramite l'ascolto il terapista cerca di conoscere la visione della realtà del paziente al fine di
creare contatti relazionali ed emotivi significativi. e) terapia occupazionale tramite l'introduzione di attività e
occupazione diverse si propone di recuperare e potenziare le abilità cognitive e funzionali residue nonché di
favorire la socializzazione.
Interventi riabilitativi cognitivi specifici = a) interventi cognitivi diretti all'utilizzo di residue capacità di memoria a
lungo termine per la memoria dichiarativa interventi basati sui principi dell'apprendimento senza errori e prevede
che durante la fase di codifica il paziente si sforzi di memorizzare le informazioni commettendo il minor numero
possibile di errori, poi vi sono altre tecniche come lo space retrieval (rievocazione a intervalli di tempo crescenti)
il vanishing cues (suggerementi decrescenti) e il forward cueing (progressiva introduzione di facilitazioni); b) per
la memoria non dichiarativa c'è conservazione dell'apprendimento implicito e stimolazione memoria procedurale
ausili mnesici esterni consente di ridurre il carico di lavoro della memoria prospettica
Stimolazione cerebrale transcranica
• INTERVENTI PSICOLOGICI NELLA DEMENZA PER IL CAREGIVER: IL CAFFE’ ALZHEIMER (LEZIONE)
• LA STIMOLAZIONE MULTISENSORIALE NELLE DEMENZE: LA SNOEZELEN ROOM (LEZIONE)

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