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1. INTRODUZIONE
Gli equivoci sono pericolosi. Sono degli inganni vestiti di innocenza, messi in piedi
inconsapevolmente. E nessuno ha degli impedimenti nel pensare quello che vuole e alcuni
campano grazie a quegli equivoci imbastiti di curiosità. Ciò che non si arriva a sapere diventa
smania di interesse.
Buongiorno, oggi vi presentiamo un romanzo piccolo e delicato che solo uno scrittore del calibro
di Andrea Vitali può regalarci, è stato pubblicato nel 1996.
In questo romanzo, lo scrittore crea una figura, quella della signorina Iole, questa donna nubile,
sulla quale a un certo punto convergono le fantasiose congetture degli altri impiegati comunali,
a partire da un equivoco scaturito dalla superficialità di Iride (una collega), assume toni
esilaranti… se non fosse che c’è di mezzo la sofferenza di una persona.
La crepuscolare Iole, dunque inizialmente si presta ad alimentare le fantasie di chi la circonda:
forse per vivere, surrogandola con la fantasia, l’unica, ultima possibile, storia d’amore della sua
esistenza solitaria e grigia.
2. AUTORE
3. TRAMA
In questo romanzo, ambientato nel paese di Bellano, viene narrato un periodo della vita di Iole,
zitella quasi quarantenne che lavora in comune. La sua vita è scandita da abitudini, dal suo
lavoro come impiegata comunale al caffelatte che beve tutte le sere prima di chiudere le
persiane al suono delle campane.
Iole è una zitella molto simpatica ma nasconde un segreto. Un malinteso che diventa quasi
reale.
Iride, collega di lavoro si “dimentica” casualmente di invitare Iole al matrimonio e quest’ultima
con classe le invia un libro (La Divina Commedia) come regalo firmando il biglietto con… Iole e
Dante! E da qui iniziano i malintesi. A causa della sua ignoranza, Iride inizia a mettere in
giro pettegolezzi sulla vita amorosa di Iole e a metterla ancor più in difficoltà in un
momento già triste della sua vita. Il romanzo termina con la zia di Iole, Ortensia, che una
volta arrivata a casa della nipote, morirà. Allora Iole racconterà al segretario l’inesistenza di
Dante e la sostituzione di esso con l’anziana zia.
4. PERSONAGGI
IOLE VERGARA: Zitella trentasettenne che lavora presso il comune di Bellano come
dattilografa. Una zitella che non presenta alcuna delle caratteristiche comunemente
associate a tale condizione: non è acida, non è invidiosa, né scortese o antisociale...
Non ha nessuno accanto. Vive sola, a parte qualche visita fuori programma della zia.
IRIDE: La collega prossima alle nozze, dalla lingua lunga e velenosa, capace di
passare in pochi giorni dall’essere troppo amichevole all’essere troppo orgogliosa e
superba.
Commento:
Un uomo che cerca di assumere un atteggiamento autoritario ma che spesso si trova ad
essere in imbarazzo a causa della sua prostata non curata che lo costringe a recarsi
ogni 10 minuti ai servizi. Proprio la sua malattia è il frutto dei pettegolezzi in ufficio di Iole
e Iride, le quali commentano spesso l’impazienza del segretario nell’attesa di correre al
bagno. Mi ha molto colpito questo personaggio secondario poiché malgrado tenti di
essere una persona così detta “di polso” alla fine si commuove pure lui davanti alle
difficoltà di Iole.
ZIA ORTENSIA: Zia acquisita di Iole, una vecchia amica della sua defunta madre, che
ogni tanto va a trovarla senza preavviso.
5. TEMI
SOLITUDINE
Il termine zitella, infatti, già da qualche decennio risulta desueto e cacofonico,
sostituito dal più modaiolo corrispettivo inglese single. Dietro alla parola zitella e
alle difficoltà emotive che ne seguono c’è un mondo di notevoli proporzioni di cui
bisogna tener conto.
Nel corso degli anni, generazioni di donne hanno rifiutato la definizione di “zitella”
perché produceva una risonanza negativa che parlava di solitudine ed
incapacità di soddisfare le aspettative sociali o famigliari. Oggi, però, il mondo
femminile dovrebbe essersi affrancato dai cosi detti modelli imposti e la vita di
coppia, come quella matrimoniale, dovrebbe essere una scelta e non una meta
prestabilita e necessaria. Del resto, meglio soli che male accompagnati.
6. CONCLUSIONI
Penso che Vitali sia riuscito a descrivere la quotidianità in modo perfetto, al punto che ti sembra
di vivere a Bellano insieme a tutti i suoi personaggi, ad affacciarti alla finestra e vedere il lago e
a riconoscere e riconoscerti in certi comportamenti del paese. I romanzi di Vitali fanno sentire il
lettore a proprio agio, come a casa, regalando pagine di storia recente vista dalla parte di chi
vive con semplicità, lasciando una scia di rimpianto leggero per quegli anni in cui tutto
sembrava una scoperta impensabile. L’indiscussa abilità dell’autore è quella di scandagliare
l’animo e mostrarne pregi e difetti con soavità e divertimento, lasciando la storia quasi
incompiuta. Come quasi sempre fa la vita.