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Arché

Arché significa “principio”, ma in più sensi. Risponde in primo luogo alla domanda:
«Da dove ha avuto origine tutto?», quindi è principio nel senso di origine e di causa.
Risponde però anche alla domanda: «Qual è il fondamento di tutte le cose?», o in altri
termini «quale ne è la sostanza?» Il principio è quindi la “stoffa” dell’universo, la
materia che forma le singole cose. Il concetto di arché intende risolvere infine un altro
problema: la realtà è molteplice, ma per essere compresa razionalmente deve essere
ricondotta ad un principio unitario, conoscendo il quale diventa possibile conoscerne la
struttura. L’arché esprime quindi anche la razionalità del reale, ciò che rende
conoscibile l’esistente. Ciò è vero anche riguardo a un’altra questione: nel mondo tutto
cambia, diviene, ma per conoscere razionalmente la realtà occorre presupporre una
continuità nel divenire, qualcosa che permanga sotto il cambiamento: l’arché è
immutabile. Queste ragioni spiegano perché la definizione dell’arché costituisca un
aspetto basilare delle prime filosofie: esso è il fondamento della realtà e al tempo stesso
ne costituisce la razionalità, rendendo così possibile la conoscenza scientifica.

Concetti correlati:

phýsis: natura. Il termine deriva da un verbo greco (phýo) che significa generare.
Proprio perché la natura è ciò che genera tutte le cose, ciò che ne è il fondamento e ciò a
cui tutte le cose tornano, si identifica col «principio».
monismo: il termine deriva dal greco mónos che significa solo, unico. Se il principio è
unico (come pensano i primi filosofi) e il principio non è solo ciò da cui tutto ha origine,
ma anche il «fondamento» di tutto, allora il mondo è un’unica realtà. Ecco, allora, il
concetto di «monismo», la concezione secondo la quale il mondo, in quanto
riconducibile a un unico principio, è una realtà unitaria.
ilozoismo: siamo in presenza di un termine che è composto da hýle (materia)
e zōé (vita). Considerato che la natura «genera» tutte le cose, ciò significa che è un
organismo «vivente»: da qui la concezione che più tardi sarà chiamata «ilozoismo»
(= materia vivente).
panteismo: la parola è una sintesi di due termini greci, cioè pân (= tutto) e theós (dio).
Se il principio è «unico» e, nello stesso tempo, «divino», allora «tutto è divino», la
concezione che sarà chiamata molto tempo dopo (dal 1709 in poi) «panteismo».
eterno: ciò che non ha limiti temporali, in altri termini ciò che né nasce né muore. Il
concetto di «principio» è strettamente correlato a quello di «eterno»: se il principio è ciò
da cui tutto ha origine e non è a sua volta derivato da altro, vuol dire che è «eterno».
divino: il concetto di «eterno», a sua volta, rinvia a quello di «divino». Sono i
«mortali», infatti, che muoiono (muoiono perché nascono, perché il loro destino è quello
di vivere un lasso di tempo), mentre il divino non è soggetto alla morsa del tempo in
quanto è da sempre e per sempre.

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