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Capitolo 5, Senofonte

Dalla generazione successiva a Tucidide, viene Senofonte, figura centrale dela vita intellettuale
greca della prima metà del IV secolo. La sua biografia avveturosa di permette di seguirlo nei suoi
viaggi tra Atene, Sparta e Impero Persiano, superando i limiti della polis e prefigurando scenari
tipici dell'età ellenistica.

La vita
Figlio di Grillo, nacque ad Atene tra il 430 e il 425, appena scoppiata la guerra del Peloponneso. La
sua data di nascita è discussa, e alcuni la vorrebbero anticipare al 440 cierca. È certo però che
Senofonte faceva parte di una famiglia abbiente e aristocratica che mal sopportava la democrazia. In
giovinezza fece parte degli allievi di Socrate, di cui seguì le lezioni, facendo così anche conoscrnza
con personaggi come Alcibiade e Crizia, i grandi protagonisti del governo dei trenta tiranni,
governatori dell'Atene sconfitta da Sparta. Terminata questa esperienza, Senofonte fece forse parte
di un gruppo di oligarchi che tennero in vita un'enclave antidemocratica a Elusi fino al 401.
Dopo la restaurazione democratica, il giovani accettò l'invito dell'amico Prosseno a unirsi alla
spedizione di Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse II.
Lo storico rimase in Asia Minore circa 70 anni, nonostante il fallimento di Ciro. Nel 399 i superstiti
si unirono al piccolo esercito spartano che combatteva per la difesa delle città greche d'Asia Minroe
contro i persiani, unendo il destino dello storico a quello del re spartano Agesilao, diventandone
ammiratore e amico, e arrivando a combattere con lui contro Atene, dopo essere tornato in Grecia
nel 394, a Coronea. Il bando perpetuo seguito alla condanna per reati di sangue commessi durante il
periodo dei trenta tiranni lo costrinse a vivere da esule "privilegiato", per oltre vent'anni, alla sua
tenuta a Scillunte in Elide, vicino a Olimpia, donatagli da Afesilao, si sposò ed ebbe due figli, Grillo
e Diodoro, che mandò a educare a Sparta.
Dopo la battaglia di Leuttra (371) e la perdita spartana dell'Elide, si spostò di nuovo. L'ultima fase
due asua vita è ignota, sicuramente si riavvicinò ad Atene, grazie anche all'alleanza antitebana
Atene-Sparta. Non sappiamo se vi tornò fisicamente, ma era certamente nei suoi pensieri. La morte
del figlio a Mantinea contribuì alla pacificazione e gli anni che seguirono furono proficui dal punto
di vista letterario, per poi vedere la morte di Senofonte attorno al 354 a Corinto secondo le trdizioni
o a Sillunte secondo alcune altre ipotesi.

Le opere:
L'Anàbasi: opera che narra della spedizione con Ciro, letteralmente significa "marcia verso
l'interno.
Eventi narrati:
– 1° libro: radunarsi dei mercenari, battaglia di Cunaxa, morte di Ciro nel duello col fratello
– 2° e 3° libro: 2° più breve, ritirata dei mercenari e morte degli ufficiali per il tradimento di
Tissafrene, satrapo del Gran Re, finendo in una situazione drammatica. A questo punto
Senofonte assume maggiore importanza nell'organizzazione, e dopo l'elezione di nuovi capi,
inizia una marcia lunga in pieno inverno attraverso le montagne dell'armenia.
– 4° libro: da una montagna vedono il mar nero, raggiungono Reapezunte, importante colonia,
e i lorcali non sempre sono amichevoli, di cui descrive gli strani costumi.
– 5° e 6° libro: morte dello spartano Chirosofo, Senofonte comandante supremo.
– 7° libro: passano l'inverno del 399 presso il re tracio Seute, poi vanno a Pergamo dove
raggiungeono l'esercito spartano di Tibrone, in procinto di combattere contro i satrapi
Tissafrene e Farnabazo.
Stile: narrazione intensa, partecipata e avvincente, fonda il genere della memorialistica di guerra.
Biografico e apologetico, dal III libro l'autore si impone come deus ex machina. Venne pubblicato
sotto lo pseudonimo di Temistogene di Atene (lo afferma nelle Elleniche). Probabilmente ha scritto
da una serie di appunti e diari vonservati. Ci da informazioni importanti a livello militare, di
rapporti socio-culturali e di rapporti coi persiani, e divenne il testo dell'antichità più letto.
Le Elleniche: opera più storica, divisa in 7 libri, copre 49 anni, dall'estate del 411 alla battaglia di
Mantinea nell'estate del 362. Non era un'opera unitaria, ma era divisa in 3 parti.
– 1° parte: continuazione di Tucidide, fino alla fine della guerra del Peloponneso. Ne copia
anche lo stile, in una narrazione che non avrebbe senso se non ripartisse da quel punto. Egli
però è più sbrigativo, e ciascun anno non occupa più del 20% dello spazio dedicato da
Tucidide
– 2° parte: inserto ricco di particolari sulla situazione ad Atene tra il 404 e il 401,
soffermandosi sul biennio 404/403, il periodo dei trenta tiranni, che vide al potere Crizia
fino alla sua morte. Narrazione informata, incentrata su tre grandi figure: Crizia, Teramene
(moderato) e l'eroe democratico Trasibulo
– 3° parte: narrazione dei primi 38 anni del IV secolo, ma non tramite una cera ricerca storica.
A parte il dato quantitativo, Senofonte non pone attenzione alla cronologia. Dando luogo a
discussioni per datare determinati episodi. Inoltre alcune dimenticanze sono inevitabili,
mentre altre clamorose, come la citazione solo nelle ultime pagine di Epaminonda e
Polepida, protagonisti dell'egemonia tebana, il primo non è nemmeno citato nella battaglia
di Leuttra, su cui si era costruita la sua fama; la lega navale ateniese non viene mai
nominata, come la fondazione di messene e Magolopoli dopo Leuttra. Sono state offerte
molte spiegazioni e gisutificazioni, ma sta di fatto che è facile notare come tutte nascano da
una inimicizia verso i tebani.
Stile: pare che più che una storia del mondo greco, avesse scritto un diasio, basato suoi suoi
spostamenti e sui fatto in cui è stato coinvolto o che avevano coinvolto gli amici che ospitava a
Scillunte, tessendo la sua tela di informazioni con pazienza ma senza pretesa di esaustività, con
numerosi discorsi diretti, piccoli aneddoti e una rielavorazione più o meno fittizia di discorsi
formali.
La visione non è però di ampio respiro, ma tende ad adottare una visione spartana, rimanendo legato
al passato, al bipolarismo Atene-Sparta in cui si è inserita Tebe. Lo storico Luraghi ha notato che,
poiché Senofonte sopravvisse 7-8 anni dopo Mantinea, e seppe delle conferenza di pace, terminare
la narrazione con la battaglia e non con la pace è soprprendente, e fa notare come voleva lasciare un
quadro aperto nella speranza di una ripresa spartana
Scopo: manca una visione globale, assieme ad una qualsiasi introduzione, è un continuum di episodi
che si susseguono, in una sorta di serbatoio di esempi, con una morale: gli umani devono
comportarsi bene, così come le comunità, egli esempi servono a mostrare le conseguenze dei
comportamenti scorretti. La convinzione dell'influenza degli dei attraverso un meccanismo di premi
e punizioni, o tramite la fortuna per puro capriccio, conclusione che però non porta ad un fatalismo
ma ad una profonda analisi degli errori.

Altre opere:
– Agesilao: encomio all'omonimo re, biografia laudatoria, con una scrittura elegrante e
ricercata, ma priva di critica
– Ciropedia: 8 libri, opera più voluminosa dello storico, narra della giovinezza ed eduvazione
di Ciro il Grande, fondatore dell'impero persiano. L'autore però non persuegue l'accuratezza,
persino inventando fatti e personaggi. Il risultato è una pseudo-biografia pedagogica (come
la definì Momigliano), in una sortea di romanza di formazione.
– La costituzione degli spartani: tratteggia nascita e sviluppo di Sparta, sottelineando gli
aspetti del sistema politico-militare ed educativo spartano, accennando infine alla decadenza
della città.
– Le entrate: breve scritto rivolto al migliroamento di Atene, segno di riavvicinamento morale,
testo non storiografico, contiene informazioni essenziali e dimostra l'apertura mentale di
Senofonte.
– Altre opere tdi taglio manualistico: Cinegetico, breve testo sulla caccia, e due brevi testi sul
cavallo, ovvero Comandante di Cavalleria e Trattato sulla Cavalleria.

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