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Lezione 6 La luce: direzione e qualità della luce
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Finalmente usciti dai sentieri tenebrosi della fotometria, il nostro cammino si fa più leggero e piacevole.
La direzione della luce
Una volta, quando il fotonegoziante consegnava la macchinetta ap pena acquistata al principiante
fotografo, gli raccomandava: “Scatta con il sole alle spalle”. Gli consigliava cioè di utilizzare una luce
fron tale perché è quella che presenta generalmente un minore contrasto e quindi facilita una corretta
esposizione.
Questo ai miei tempi, quando non tutti si potevano permettere un esposimetro esterno e nelle scatolette
delle pellicole c’era una tabella per le esposizioni dove si consigliavano le impostazioni per scatti in pieno
sole, all’ombra, con cielo nuvoloso.
Per direzione della luce intendo la posizione della sorgente luminosa in relazione a quella del soggetto e
della fotocamera. Poiché non pos siamo spostare il sole, dobbiamo accontentarci di spostare il
soggetto e noi stessi ed avremo il controllo di questo importante “strumento espressivo”.
Se lavoriamo in luce artificiale, possiamo posizionare come più ci piace anche la sorgente.
Anche se è vero che non possiamo spostare il sole, è pur vero che possiamo aspettare che raggiunga la
posizione migliore per la nostra foto. Quando si usavano le lastre di vetro (ho una custodia di mio padre
che contiene sei chassis), il fotografo poteva portarsene dietro poche ed ogni scatto era meditato. Ansel
Adams sostava più giorni in una zona per osservarne le condizioni di luce durante la giornata.
Individuata quella più adatta, vi tornava il giorno dopo all’ora giusta
Schemi della direzione dell’illuminazione
C
L L
3/4
3/4 F
Posizioni della sorgente rispetto all’asse soggettofotocamera nel piano orizzontale (angoli azimutali):
F = frontale; L = laterale; C = controluce; 3/4 = di tre quarti.
Z
45°
O
Posizioni della sorgente rispetto al piano verticale (angoli zenitali):
Z = allo zenit; O = sull’orizzonte;
45° = a 45°.
Scuola di Fotografia a cura di Enrico Maddalena
Lezione n. 6 la luce: direzione e qualità
A1
per scattare.
Rispetto all’asse soggettofotocamera, la sorgente di luce può assu mere infinite posizioni (e quindi la
luce può provenire da altrettanto infinite direzioni). Poiché non abbiamo tutto questo tempo, ridurre mo
l’infinito al finito e, per fare economia, esamineremo solo tre casi fondamentali, essendo tutte le altre
situazioni possibili intermedie a queste tre.
MaxArtis Scuola di Fotografia di Enrico Maddalena
ore 6:00
Luce frontale Luce laterale Controluce
ore 9:00
In basso, l’ingresso di casa fotografato a luglio in momenti diversi della giornata.
ore 12:00
ore 16:00
ore 20:00
ore 21:00
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MaxArtis Scuola di Fotografia di Enrico Maddalena
Luce frontale:
La sorgente luminosa si trova dietro al fotografo e colpisce in pieno il soggetto. Se è intensa è poco
adatta per i ritratti perché costringe a socchiudere gli occhi. Se poi è anche alta, crea delle brutte ombre
in corrispondenza degli occhi.
Le ombre, che si proiettano dalla parte opposta rispetto alla sorgente e quindi dietro il soggetto,
vengono da questo nascoste. Ne risulta una illuminazione piatta, che tende a far scomparire ogni
tridimen sionalità, ma ha il vantaggio di esaltare la resa delle superfici colorate che danno il massimo in
fatto di saturazione. Se la nostra intenzione è questa, allora ben venga una illuminazione frontale.
La luce frontale ha il vantaggio di esaltare la resa delle superfici colo rate che danno il massimo
in fatto di saturazione.
In questo corso, ove non specificato, le im magini sono mie.
L’immagine in alto a sinistra è di Fulvio Roiter, quella in alto a destra di James Nachtwey.
La luce frontale e quasi a picco (allo zenit), ben esprime il caldo opprimente di un meriggio siciliano e afghano rispettivamente.
Nell’immagine di Roiter, la posizione alta del sole riesce a modellare bene le rocce grazie alle ombre proprie e portate. Se fosse
stato meno alto, le ombre si sarebbero ridotte rendendo piatta l’immagine.
In basso a sinistra, una foto di Willy Ronis che ritrae un piccolo parigino con la baguette sottobraccio. Il sole è alto e la luce è
frontolaterale.
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Luce laterale:
La sorgente luminosa è alla destra o alla sinistra del fotografo ed illu mina lateralmente il soggetto. è un
tipo di illuminazione che rende bene i volumi esaltandone la tridimensionalità. Il soggetto è parzial mente
in luce e parzialmente in ombra. le ombre portate fuggono lateralmente.
Controluce:
Più difficile tecnicamente, a causa dei problemi di esposizione che comporta per i forti contrasti fra luce
ed ombra, è il controluce, vale a dire proprio il contrario della raccomandazione del fotonegoziante. Il
sole, anziché alle spalle, è davanti al fotografo (e di conseguenza, dietro al soggetto).
È però un tipo di illuminazione che può creare degli effetti fortemen te suggestivi. Nel ritratto, il
controluce “incendia” i capelli e fa risal tare il profilo del soggetto. Può essere però necessario far
emergere dall’ombra il volto, con un flash di schiarita o un pannello riflettente. Stesso effetto di
suggestiva luminosità si ha con soggetti non comple tamente opachi, come accade per il fogliame degli
alberi.
Lo sfondo scuro su cui il soggetto risalta più facilmente e la semplifi cazione dei dettagli che, affogando
nell’ombra tendono a scomparire a vantaggio delle forme e delle masse, possono contribuire all’effica
cia espressiva dell’immagine.
Ombra propria ed ombra portata:
L’ombra propria è sul soggetto ed è nella parte opposta alla sorgente e quindi ad essa nascosta.
L’ombra portata è quella che il soggetto, intercettando i raggi luminosi, proietta sull’ambiente.
ombra propria
ombra portata
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George HoyningenHuene. La luce pro viene da sinistra. Notate come rende pla sticamente le due figure, modellandone i volumi.
Un controluce pieno di atmosfera di Robert Doisneau.
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É?
Qualità della luce
Per quanto riguarda la qualità, la luce può essere direzionale o dif fusa.
Una luce direzionale, dura, tagliente, fornita da una sorgente in tensa e di superficie ridotta, crea ombre
nette e profonde, facendo risaltare ogni dettaglio, specie se radente sul soggetto. Può servire per
evidenziare la durezza di un volto scavato dalle rughe di un anziano, o per creare giochi e ritmi di luce ed
ombra che possono portare ad effetti grafici. Pur se le ombre nel mondo reale sono entità immateriali,
effimere (nessuno è mai inciampato su di un’ombra...) nell’immagine sono elementi compositivi
importanti ed hanno lo stesso peso strutturale e la stessa importanza degli oggetti che le pro ducono.
Esse possono costituire il soggetto stesso della fotografia.
Una luce morbida è una luce diffusa o riflessa da un’ampia super ficie. Modella delicatamente volti ed
oggetti. I piccoli difetti della pelle scompaiono, le rughe si attenuano, le ombre divengono tenui e
trasparenti. È più adatta a riprodurre un volto femminile e i bambi ni. In studio, la si può ottenere
rivolgendo la sorgente di luce, faretto o flash, verso la parete, il soffitto o un pannello riflettente.
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Le immagini di questa pagina: A lato in alto: Edward S. Curtis (la luce dura e direzionale rivela
tutte le rughe dell’anziana signora. In mezzo: Paul Strand (la luce morbida modella con
delicatezza il volto della ragazza). In basso a sinistra: Horst P. Horst (il volto della modella è in
ombra piena perché risalti solo l’abito in questa foto di moda). In baso al centro: Nick Knight (il
controluce è essenziale nel far risaltare il fumo della sigaretta). In basso a destra: Alfred Stieglitz
(il cielo coperto crea una illuminazione morbida vivacizzata dai riflessi della pioggia).
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