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1 Teoria

delle ombre

Chiostro dell’abbazia di Fontenay, in Borgogna (Francia).

Conoscenze Abilità

• Come si formano le ombre. • Saper rappresentare graficamente le ombre in


• Tipologie delle sorgenti luminose e delle ombre. proiezioni ortogonali, assonometria e prospettiva.
• Funzioni della rappresentazione delle ombre. • Applicare le ombre ad elementi architettonici.

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Luci e ombre La forma della
sorgente luminosa
La luce ci consente di identificare meglio gli oggetti nello spazio, poiché mediante
colori e ombre riusciamo a percepirne la consistenza, le dimensioni e la disposizio-
ne reciproca.
Nelle rappresentazioni grafiche (proiezioni ortogonali, assonometria e prospettiva)
l’ombra, generata dalla luce e dagli oggetti sui piani dell’ambiente circostante, forni-
sce un valido elemento di comprensione del disegno, accentuandone la chiarezza
e dando corpo e sostanza agli elementi volumetrici disegnati.
A tale scopo si è formulata una vera e propria teoria delle ombre. a. Luce puntiforme omnidi-
rezionale: una lampadina che
Le sorgenti luminose invia raggi in ogni direzione.
La luce può essere naturale (generata dal sole) o artificiale, quando è prodotta
da una candela, un fuoco o una lampada: ciò può creare interessanti effetti di pe-
nombra, controluce, riflessi, ben evidenziati dagli artisti nei loro quadri. Nella rap-
presentazione grafica è più opportuno considerare solo la collocazione e la forma
della sorgente luminosa.
Per quanto riguarda la collocazione consideriamo le seguenti tipologie:
a. sorgente posta all’infinito (per tutte le rappresentazioni grafiche);
b. sorgente luminosa a distanza finita (solo per la prospettiva). b. Luce spot, come quella di un
faretto, concentrata in una zona
Per quanto riguarda la sua forma, la sorgente luminosa si presenta con le seguenti
circoscritta (cono di luce).
modalità:
a. luce puntiforme omnidirezionale, come quella di una candela o di una lampa-
dina che inviano raggi in ogni direzione;
b. luce spot, concentrata in una zona circoscritta, crea un cono di luce, come quel-
lo di un faretto o di un flash fotografico;
c. luce parallela, generata da una sorgente posta idealmente all’infinito, come il
sole: crea ombre nette poiché i raggi si mantengono paralleli tra loro;
d. luce diffusa, come quando il sole è coperto dalle nuvole e le ombre sono più
c. Luce parallela, generata da
morbide; si verifica anche con una sorgente molto grande, come una lampada con
una sorgente posta all’infinito,
diffusore. come il sole; genera ombre net-
Per avere ombre nette, nel disegno consideriamo una luce puntiforme con te poiché i raggi sono paralleli
raggi luminosi rettilinei. tra loro.

La collocazione della sorgente luminosa


linea separatrice
a. Sorgente a distanza fini- d’ombra
ta, di dimensioni inferiori a
quelle del corpo illuminato d. Luce diffusa, come quando
I raggi luminosi sono diver- il sole è coperto dalle nuvole e
genti e l’ombra portata è più le ombre sono più morbide.
grande del corpo illuminato e
quindi dell’ombra propria.
ombra propria
b. Sorgente a distanza fini- ombra portata
ta, di dimensioni maggiori
di quelle del corpo illumi-
nato
I raggi luminosi sono conver-
genti e l’ombra portata è più
piccola del corpo illuminato e
quindi dell’ombra propria.

c. Sorgente a distanza
infinita
I raggi luminosi sono con-
siderati paralleli e l’ombra
propria e portata sono uguali
(es. luce solare). piano di proiezione
dell’ombra

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Perché disegnare le ombre
Disegnare il volume di un oggetto significa tracciare, sul foglio a due dimensioni, una serie di segni che lo rappre-
sentino e lo facciano percepire in tre dimensioni.
Risulta comunque difficoltoso rendere l’idea della terza dimensione tracciando il solo contorno lineare di un og-
getto, anche in assonometria o in prospettiva. È la luce che colpisce l’oggetto che lo rende “in rilievo”: spetta al
disegnatore, mediante tecniche varie, evidenziare gli effetti che questa produce.
Tra i vari metodi usati dagli artisti (chiaroscuro, tratteggio, puntinato, sfumato, ecc.) qui consideriamo quello più
legato alla geometria descrittiva, che determina le ombre mediante rigorose costruzioni geometriche.
Si ricorre spesso, ad esempio, all’impiego delle ombre nella rappresentazione architettonica, al fine di generare
una visione più vicina al reale, migliorando la qualità dell’immagine visiva. Il disegno acquista così più realismo,
più profondità, permettendo un maggior controllo dell’immagine stessa, sia nella fase di progetto di un edificio sia
in quella di analisi di un ambiente costruito.
Lo studio delle ombre è importante anche nella grafica, per migliorare la resa percettiva di scritte e logo.

Elementi caratteristici delle ombre


Gli elementi caratteristici per la determina-
zione dell’ombra sono i seguenti.

a. Una sorgente luminosa, posta general- sorgente Elemento ornamentale alla base di
mente a distanza infinita (come è consi- luminosa una scala rinascimentale.
derato il sole, dal punto di vista teorico),
che individua dei raggi luminosi consi-
derati come paralleli (al contrario la luce
inclinazione dei raggi luminosi
artificiale si considera a distanza finita e
con raggi divergenti a forma di cono).
Il raggio luminoso, considerato come separatrice
diagonale di un cubo, va scomposto nel- d’ombra
le sue proiezioni sul piano orizzontale
(direzione r’) e sul piano verticale (incli-
nazione r’’).
Direzione e inclinazione dei raggi sono ombra propria
infinitamente varie: spetta a noi scegliere
quelle più rispondenti alle esigenze della
rappresentazione.
ombra portata
b. Un oggetto, corpo solido opaco, posto
sotto i raggi luminosi, che evidenzierà
su di esso delle zone in luce e altre in
ombra propria, distinte da una linea di
confine, detta separatrice d’ombra.

c. Una o più superfici, dove si viene a


formare l’ombra portata, definita da
un contorno d’ombra e generata da un
oggetto posto sulla traiettoria dei raggi
luminosi, tra la sorgente e la superficie
predetta. Il contorno dell’ombra portata
da disegnare è costituito dalla proiezione
della linea separatrice sulla superficie.

d. Le tonalità dell’ombra naturale sono di-


verse: l’ombra portata, nella realtà, è
più scura rispetto a quella propria, che
presenta una tonalità di grigio più chiara.
Per esigenze di visualizzazione nel di-
segno si preferisce solitamente rappre-
sentare le ombre portate con una grada-
zione di grigio più scura rispetto a quella
delle ombre proprie.
direzione dell’ombra

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Tipologia delle ombre ombra autoportata
In relazione alla tipologia delle ombre, distinguiamo: ombra propria
1. ombre proprie, che si producono sui corpi nelle zone che
non ricevono la luce;
2. ombre portate, che il corpo proietta sul piano e nell’am-
biente circostante, interrompendo il flusso luminoso;
3. ombre autoportate, che il corpo proietta su se stesso: a
queste è dovuta, principalmente, la percezione del rilievo
volumetrico.
ombra portata

Dal raggio di luce all’ombra


La determinazione dell’ombra in proiezioni ortogona- tersecandosi, danno origine alla proiezione dell’ombra.
li costituisce un argomento specifico della geometria Nell’applicare le ombre ad oggetti rappresentati in pro-
descrittiva, ma è possibile semplificare il procedimento iezioni ortogonali si considerano quindi la sorgente
adottando alcune semplici considerazioni e regole pra- luminosa collocata all’infinito e l’inclinazione e la
tiche. direzione dei raggi luminosi entrambe a 45° rispetto
Il raggio luminoso r, viene considerato come la dia- ai piani di proiezione.
gonale di un cubo di riferimento ideale, da scomporre Lo sviluppo dell’ombra in proiezioni ortogonali, anche
nelle sue componenti r’ e r’’. per figure solide o elementi architettonici, può essere
La vera inclinazione del raggio luminoso non è di 45°, rappresentato scomponendo il problema, e studiando
bensì di 35°15’ 53’’: per convenzione si usa una squa- progressivamente l’ombra dei punti, delle linee, dei pia-
dra a 45° e si tracciano inclinazione e direzione che, in- ni e quindi dei solidi.

La scomposizione del raggio luminoso


Osserva i disegni di questa pagina: illustrano come avviene la scomposizione del raggio luminoso su P.O. e P.V.
delle proiezioni ortogonali.
rag
gio
lum
ino A"
so P.V.
rea
ra oiet

le
pr
gg ta

rib
io to

alt
ato
lu su
m lP

su
in .V

l P.
os .

V.
o

r" rag
gio P.V.
lum
ino
so
"

rea
' 53

le r"
35° 15

45°

L.T. r
45°
35° 15' 53"

45°

45°
r'
r'
P.O.
oso
lumin
raggio sul P.O.
ato
proiett

P.O.
A'
Nel modello 3D a lato, consideriamo un cubo ideale,
la cui diagonale rappresenta il raggio di luce: la sua
Nella rappresentazione bidimensionale delle proiezio- inclinazione reale è di 35° 15’ 53’’.
ni ortogonali sono evidenti le proiezioni della diagonale Se proiettiamo il raggio sul P.V. e sul P.O. otteniamo
sul P.V. (r”) e sul P.O. (r’) e la loro inclinazione di 45° due semirette inclinate di 45° rispetto alla L.T.
rispetto alla L.T. Con questo presupposto geometrico possiamo dise-
La vera inclinazione del raggio luminoso si ottiene ri- gnare l’ombra di qualsiasi punto con il semplice utilizzo
baltando sul PV la sua proiezione sul P.O. di una squadra a 45°.

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Ombre in proiezioni ortogonali
1. Ombra di un punto
Osserva il procedimento per la determinazione dell’ombra di un punto in proiezioni ortogonali. La costruzione delle
ombre di segmenti, rette, piani e figure solide avverrà esattamente con il medesimo procedimento, proiettando le
ombre di punti caratteristici delle varie figure (estremi di segmento e vertici di poligoni).

a. Ombra di un punto sul P.O.

Modello 3D.

A’’ A’’

A A r’’

1 1
2
r’ A0
A’ A’

1. Dato il punto A, lo proietto sul P.V. e sul P.O. nei punti 2. Il punto A0 è l’ombra del punto A: in questo caso l’om-
A’ e A”; Da A’ e A” traccio due semirette, r’ e r’’ inclinate bra cade sul P.O., poiché il punto A è più vicino al P.O.
a 45°. La r’’ interseca la L.T. nel punto 2, da cui mando
la parallela alla proiezione sul P.O., fino ad incontrare
la r’ nel punto A0.

P.V. Proiezioni ortogonali.


P.V.

A" A"

r"

LT LT 2
1 1
A0 A0
r'

A' A'

P.O. P.O.

Ribaltando il P.V. sul P.O., l’ombra di un punto A è il Laddove una proiezione interseca la L.T., si manda
punto A0, determinato dall’intersezione delle proiezioni una verticale fino ad intersecare l’altra e si trova A0. Nel
r’ e r’’ del raggio luminoso r, inclinate di 45°, che passa- punto (A0) si forma l’ombra virtuale del punto, quella
no rispettivamente per A’ e A’’, proiezioni del punto A. che si otterrebbe se il P.O. fosse trasparente.

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P.V. P.V.

A"
A"
r"
r"
(A0)
2A A0
1 LT 1
LT 0
45° 2
(A0)

r' r'

A' A'

P.O.
P.O.

b. Ombra di un punto sulla L.T. c. Ombra di un punto sul P.V.


In questo caso l’ombra del punto si proietta esattamente Osserva nel punto (Ao) la formazione dell’ombra virtuale,
sulla L.T., poiché il punto è equidistante dal P.O e dal P.V. quella che si otterrebbe se il P.V. fosse trasparente.

2. Ombra di un segmento
L’ombra di un segmento si determina unendo le proiezioni dei due estremi. Se l’ombra è “a cavallo” della L.T.
risulta costituita da due segmenti consecutivi, con direzione diversa, come puoi osservare dalle figure in 3D.

P.V. P.V.

A" A"

A0

B" B"
A0
B0
LT LT
C0
B0
A'≡B'

A'≡B'

P.O. P.O.

a. Ombra di un segmento perpendicolare al P.O., tutta b. Ombra di un segmento perpendicolare al P.O., a ca-
sul P.V. vallo della L.T.

P.V. P.V.

A"
A''≡B''

B"
LT LT
A0 B0

B' A0
B0
A'≡B'

P.O. A' P.O.

c. Ombra di un segmento perpendicolare al P.O., tutta d. Ombra di un segmento perpendicolare al P.V., tutta sul
sul P.O. P.O.

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3. Ombre di poligoni in proiezioni ortogonali
Eseguendo le proiezioni delle ombre dei singoli vertici, si possono applicare le ombre alle proiezioni ortogonali di
tutti i poligoni. Ecco alcuni esempi.

C'' E'' A'' D'' B'' C''' E'' D''

D0
F'' C''
C0
E0
C0
A'' B''
(C0) A'' E0 D0
A0 B0 B''
LT LT LT
A0 B0 D' F0 C0

E' C'
A0 B0
A' C' B'

A' B' F' E'≡A' D'≡B' C'

a. Ombra di un triangolo parallelo al P.V. b. Ombra di un pentagono parallelo al c. Ombra di un esagono parallelo al P.V.
L’ombra è a cavallo della L.T. P.O. L’ombra è tutta sul P.V. L’ombra è a cavallo della L.T.

Ombre del cerchio in proiezioni ortogonali


a. Ombra di un cerchio parallelo al P.V. b. Ombra di un cerchio parallelo al P.O.
L’ombra è a cavallo della L.T. L’ombra è tutta sul P.V.

A'' O'' B''

O0 B0
A0

A'' O'' B''

A0 O0 B0
L.T. L.T.

A' B'
O'
A' O' B'

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4. Ombre di solidi geometrici
Per rappresentare le ombre di figure solide in proiezioni Osserviamo, ad esempio, come si disegnano le ombre
ortogonali, si considerano i due piani principali (P.V. e di una piramide a base quadrata, appoggiata sul P.O. e
P.O.) e su di essi si mandano i raggi, inclinati di 45° e con la base ruotata rispetto al P.V.
passanti per i vertici del solido. Nella maggior parte dei Il procedimento si basa, principalmente sulla detrmina-
casi l’ombra si compone a cavallo della L.T. zione dell’ombra del vertice V della piramide.

V'' V''

ombra propria

(Vo) Vo (Vo)

L.T. L.T.
A' A'

ombra portata
B' B'

V' V'
D' D' ombra propria

C' C'

a. Date le proiezioni ortogonali sul P.O e sul P.V., a partire b. Dal punto 1 innalzo la perpendicolare fino al punto 3,
dal vertice V sul P.O. traccio una semiretta inclinata di ombra del vertice della piramide sul P.V.
45° che determina, sulla L.T., il punto 1. Dal vertice V’ Unisco (V) con A e C, determinando i punti 4 e 5 sulla
sul P.V. traccio una semiretta inclinata di 45°, che inter- L.T. Unisco i punti A, 4, 3, 5 e C, che determinano la
seca la LT nel punto 2. Dal punto 2 traccio la perpen- traccia dell’ombra portata sul P.O e sul P.V. Sulle facce
dicolare alla L.T, che incontra la semiretta da V in (V), della piramide non esposte alla luce si forma l’ombra
vertice virtuale dell’ombra sul P.O. propria.

Ombre di cono e cilindro


Anche per gli altri solidi geometrici si procede con la ricerca delle ombre dei punti e delle linee caratteristici (vertici,
spigoli, ecc.). Una linea poligonale spezzata disegnerà poi sui piani l’ombra portata dal solido.

L.T. L.T.

A 2
1 3

8 O 4
V

B 7 6 5

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5. Ombre di segmenti su solidi geometrici
A'' A''

a. Dato il segmento AB, perpendicolare al


P.O., ne devo tracciare l’ombra sulla pira- 2' 2'
mide. Dai punti A e A’ mando due semi-
rette inclinate a 45° verso la L.T. Sul P.O., 3
la semiretta interseca il lato di base della
piramide nel punto1 e lo spigolo nel punto L.T. B'' L.T. B''
2. Dai punti 1 e 2 invio le perpendicolari 1' 1'
verso il P.V., che intersecano base e spi-
golo rispettivamente in 1’ e 2’.

b. Dal punto 3, intersezione del segmento


1’-2’ con la semiretta da A’, traccio la ver-
ticale verso il P.O. che individua il punto 2 2
3’, determinando le ombre del segmento 3'
1 1
sulla piramide.

A' B' A' B'

6. Ombre di gruppi di solidi


Ombre di cono e parallelepipedo
V'' V''

(Vo) (Vo)

4 5 6

L.T. L.T.
3' 1' 2' 3' 1' 2'

6'

3 3
4'
1 1
5'
2 2

V' V'

a. Dati i due solidi, ne disegno le ombre sul P.O. come se b. Dai punti 4, 5, e 6, mando le perpendicolari verso il P.O.
fossero indipendenti l’uno dall’altro. Alcune parti di ombra che determinano l’ombra del cono sulla faccia superiore
non andranno poi disegnate. Dai punti 1, 2 e 3, intersezio- del parallelepipedo.
ni delle rette d’ombra del cono con il lato del parallelepi-
pedo, traccio le perpendicolari verso il P.V. determinando
i punti 1’, 2’, 3’ e (V°) vertice virtuale dell’ombra del cono
sul P.V.

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7. Ombre in architettura
Le ombre in architettura aiutano a leggere meglio gli spazi, i volumi e la collocazione degli oggetti in ambienti
interni ed esterni.
Alcune forme architettoniche sono assai semplici, assimilabili a solidi geometrici o aggregazioni di questi; altre
sono più complesse, con superfici curve o irregolari; altre ancora talmente complicate da richiedere l’utilizzo del
computer non solo per la progettazione ma anche, e soprattutto, per l’applicazione delle ombre.
In questa pagina puoi osservare la costruzione delle ombre applicate a due campate di un porticato rinascimenta-
le, rappresentato in proiezioni ortogonali.
La realizzazione del disegno richiede tempo e attenzione, ma non presenta soverchie difficoltà, se hai compreso
i princìpi geometrici illustrati nelle pagine precedenti.

Ombre di elementi ornamentali


architettonici
Anche per elementi architettonici ed og-
getti di uso comune resta invariato il pro-
cedimento per la determinazione delle
ombre in proiezioni ortogonali. Si deter-
minano le ombre dei punti caratteristici e
poi si raccordano con linee rette, spezza-
te o curve. In questa pagina, come esem-
pio, osserviamo la costruzione delle om-
bre di una nicchia con arco a tutto sesto,
in proiezioni ortogonali.

Ombra di lesena su muratura.


Nicchia nei giardini di Palazzo Farnese a
Caprarola.

Ombra in una nicchia ad arco a tutto sesto


a. Sul P.O., a partire dal punto 1, traccio una retta inclinata di b. L’ombra è determinata, sul P.O., dal triangolo ret-
45° fino ad incontrare il fondo della nicchia nel punto 1”. Al- tangolo a sinistra e, sul P.V., dalla fascia verticale e
trettanto per il punto medio O; Sul P.V., a partire dal punto dalla forma curva determinata dall’arco ottenuto con
1’, imposta dell’arco, traccio una retta inclinata a 45° fino centro O’’’ e raggio O’’’-1’’’.
ad incontrare la perpendicolare da 1’’ in 1’’’. Analogamente
per il centro O’ dell’arco, determinando O’’’;

P.V.
P.V.

1' O'
1' O'

1''' O''' 1''' O'''

1'' O'' 1'' O''

P.O. P.O.
1 O 1 O

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Ombra in nicchie di varia forma
In questa pagina osserviamo la simulazione tridimensionale e la corrispondente costruzione delle
ombre in proiezioni ortogonali di nicchie a varia forma: rettangolare, semicilindrica ed emisferica.

Nicchia rettangolare. Modello 3D. Nicchia semicilindrica. Modello 3D. Nicchia emisferica. Modello 3D.

M' N'
D'
1' 2' 3' 4' 5' C'

B'
4''' 5'
4'
A'
3'''
1' 2'''
1''' 3'

1''' 2'

1'

1 2 3
4
1'' 5
2''
1'' 3''

4''
1 AB C D M N
1 2 3 4 5

Nicchia rettangolare. Nicchia semicilindrica. Ombre in proiezioni Nicchia emisferica. Ombre in proiezioni
Ombre in proiezioni ortogonali. ortogonali. La curva è ottenuta per punti. ortogonali. La curva è ottenuta per punti.

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Ombre in assonometria
Per disegnare le ombre in assonometria consideriamo metà di una giornata estiva) e viceversa ombre lunghe
la sorgente luminosa a distanza infinita e fissiamo i due quando la sorgente di luce è bassa (come il sole al tra-
parametri fondamentali della luce: direzione e inclina- monto).
zione. Dato un solido in assonometria, procediamo per punti:
La direzione ci indica se la luce proviene da sinistra da ogni vertice (ad esempio A) manderemo una semi-
oppure da destra, o anche se è di fronte o alle spal- retta parallela all’inclinazione scelta e dalla proiezione
le dell’osservatore: l’ombra si disegnerà, ovviamente, sul piano dello stesso vertice (A’) una semiretta paral-
dalla parte opposta rispetto alla provenienza della luce. lela alla direzione stabilita. Il punto di intersezione di
L’inclinazione, invece, indica l’altezza della sorgente queste semirette rappresenta l’ombra del vertice Ao (si
rispetto al piano di appoggio: avremo ombre molto cor- legge A con zero, oppure A con o, iniziale di ombra).
te se la sorgente luminosa è molto alta (come il sole a
in
cl
in
az

r
io
ne

in
cl
in
az
r

io
ne
r' r'
direzione A0
direzione A'

a. Iniziamo col rappresentare un parallelepipedo in asso- b. Dal vertice A del parallelepipedo traccio una semiretta
nometria monometrica. Indico inclinazione (r) e dire- parallela all’inclinazione e dal punto A’, sua proiezio-
zione (r’) della luce, scelte a piacere: qui la luce viene ne sul piano d’appoggio, traccio una semiretta paral-
dall’alto e va da sinistra verso destra. lela alla direzione: la loro intersezione A0 è l’ombra
del vertice A.
in

in
cl

cl
in

in
az

az

r r
io

io
ne

ne

A A

r' A0 r' A0
direzione A' direzione A'

c. Eseguo la stessa operazione anche per gli altri vertici d. Ecco come appare il disegno sul foglio: l’area dell’om-
superiori: unisco i punti trovati, determinando l’ombra bra portata va colorata in grigio scuro, mentre l’om-
portata. La proiezione del vertice sinistro cade dentro bra propria (la faccia destra del solido) va in grigio
l’area dell’ombra e quindi non va considerata. chiaro. Le facce in luce vanno lasciate bianche.

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1. Ombre di una piramide quadrata in assonometria isometrica, cavaliera e monometrica.
Per determinare l’ombra, dal vertice V traccio la parallela all’inclinazione r; dalla sua proiezione V’ traccio la
parallela alla direzione r’: queste si intersecano nel punto Vo, ombra del vertice V. Unisco Vo con i vertici di base
della piramide, determinando la traccia dell’ombra portata. L’ombra propria è sulla faccia non illuminata.
Pur essendo uguali inclinazione (r) e direzione (r’), e a parità di dimensioni del solido, le ombre risultano assai
diverse: quale delle tre rappresentazioni, secondo te, è più efficace in questo caso?
V
V V

r
r
r

V' V0 V' Vo
V' V0
r'
r'

2. In questo caso, lo stesso prisma esagonale è disegnato in assonometria isometrica e cavaliera e i raggi lu-
minosi hanno la stessa inclinazione ma direzione opposta. Per i destrorsi è più naturale il caso in cui la luce
proviene da sinistra, quindi sembra più corretta la proiezione dell’ombra a destra del solido.

3. Ombra di un cono in assonometria isometrica


L’ombra propria è delimitata non dagli spigoli ma
da rette chiamate separatrici d’ombra. Per determi- r
nare la separatrice d’ombra si mandano da Vo le
tangenti alla base del cono.
linea
separatrice
d’ombra

Vo

r'

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ESERCIZI
1. Ombre di solidi geometrici in assonometria
Per rendere più espressivi i disegni geometrici con le ombre, puoi provare ad apporre sui solidi geometrici, o sugli
oggetti rappresentati, alcuni colori (due o tre al massimo) in varie gradazioni di luminosità per le ombre proprie,
portate od autoportate e per le parti in piena luce.
Puoi usare varie tecniche: matita morbida/dura, matite colorate, pantone o acquerello).
Importante è, infatti, non solo l’esattezza della costruzione geometrica ma anche la forza espressiva e comunica-
tiva del disegno, quando è da finalizzare per l’illustrazione di progetti, interventi di restauro o recupero, ecc.

Prisma esagonale in assonometria


isometrica. Luce da sinistra.

Cubo in assonometria monometrica.


Luce da destra.

Piramide a base quadrata in asso-


nometria monometrica.
Luce da sinistra.

Cono in assonometria monometrica.


Luce da sinistra.

Cilindro in assonometria N.B. Nel caso di cono e cilindro,


isometrica. Luce da sini- la linea separatrice d'ombra può
stra. essere sfumata e non definita.

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Ombre di solidi su solidi
Vediamo come si costruiscono le ombre in assonometria di una piramide su una scala a due gradini. Il procedi-
mento è analogo a quello del disegno dell’ombra dei singoli solidi. Quando però l’ombra di uno sormonta l’altro,
bisogna adattare geometricamente l’ombra alla superficie del secondo solido.

Modello 3D iniziale. a. Dati i due solidi, e fissate direzione e inclinazione


dell’ombra, costruisco l’ombra della piramide sull’alza-
ta del primo gradino della scala, come se non ci fosse
l’altro gradino.

b. Successivamente, proietto l’ombra sulla “pedata” c. Proietto poi l’ombra sull’alzata del secondo gradino,
del primo gradino, spostando il vertice virtuale spostando di nuovo il vertice virtuale della piramide.
della piramide.

d. Infine, proietto l’ombra sulla pedata del secondo Modello 3D conclusivo. Nel disegno non è stata considerata l'om-
gradino, spostando ancora il vertice virtuale della bra dei gradini.
piramide e completando l’ombra.

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ESERCIZI
1. Ombre di un gruppo di solidi in assonometria
Il procedimento è analogo al disegno dell’ombra dei singoli solidi. Quando però l’ombra di uno sormonta
l’altro, bisogna adattare geometricamente l’ombra alla superficie del secondo solido.

V
Ombre di cono e parallelepipedo
Disegno l’ombra del cono come se
il parallelepipedo non ci fosse (V01).
Poi, dove la proiezione dell’asse del
cono incontra la faccia del paralle-
lepipedo, traccio la verticale fino ad
r intersecare la retta di inclinazione
(V02). Da dove finisce la faccia del
parallelepipedo mando una paralle-
la alla direzione fino ad intersecare
l’inclinazione e ottengo V0. L’ombra
portata segue l’andamento della
(V02) faccia del parallelepipedo.

V0

V'
(V01)

r'

Ombre di una lastra rettangolare


appoggiata ad un prisma a cuneo
A Disegno l’ombra della lastra come
se il prisma non ci fosse, tenendo
conto che è inclinata. Prolungo A’-
r A0 fino ad intersecare la base del
prisma. Poiché il prisma è più basso
nella parte posteriore, l’ombra della
lastra “scivola” in pendenza, sulla
sua superficie.

A' A0

r'

16 Teoria delle ombre © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS

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ESERCIZI
2. Ombre di elementi architettonici in assonometria
Esegui la rappresentazione in assonometria di uno tra i seguenti modelli 3D.
Scegli liberamente le dimensioni e il metodo di rappresentazione (isometrica, cavaliera, monometrica), variando
anche la provenienza della luce.
Realizza poi le ombre e infine personalizza il modello proposto con alcuni particolari costruttivi, a tuo piacimento.

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Ombre in prospettiva
Regole pratiche per disegnare ombre prospettiche
Per rappresentare le ombre in prospettiva si seguono le stesse
regole usate per l’assonometria: le ombre proprie si determi-
nano proiettando i raggi di direzione tangenti alla figura, mentre
le ombre portate si trovano mediante l’intersezione del raggio
luminoso reale con la sua proiezione sul piano geometrale.
La sorgente di luce può essere naturale (ad esempio il sole)
e all’infinito, oppure artificiale (come una lampada) e posta
a distanza finita.
Nel primo caso i raggi di luce sono paralleli e quindi, in pro-
spettiva, convergono nello stesso punto di fuga posto sul-
la L.O.
Indichiamo inclinazione e direzione rispettivamente con r e r’.
Il punto di fuga dei raggi reali si indica con la lettera S, mentre
il punto di fuga della proiezione sul piano geometrale dei raggi Ombra prospettica dall’alto della Torre del Mangia e del
r’ si indica con la lettera S’. Palazzo Pubblico su Piazza del Campo a Siena.

La posizione della sorgente luminosa


In relazione all’effetto che vogliamo ottenere, collocheremo la posizione della sorgente di luce a nostro piacimento.
In generale, si possono presentare tre situazioni tipiche:
1. sorgente luminosa naturale posta al di là del quadro prospettico, più o meno di fronte all’osservatore;
2. sorgente luminosa naturale posta davanti al quadro prospettico, più o meno alle spalle dell’osservatore;
3. sorgente luminosa naturale posta ad un lato del quadro e di fianco all’osservatore.
Analizziamo singolarmente i tre casi, che presentano analogie ma anche sostanziali differenze, soprattutto negli
effetti.

1. Sorgente luminosa di fronte all’osservatore (effetto controluce)


Il raggio luminoso è inclinato sia rispetto al geometrale sia rispetto al quadro prospettico e quindi, nelle proiezioni,
si scompone in inclinazione r e direzione r’.

Q (quadro)
S
r
r

vista di fronte
LO S' PP

S LT
pp

r
PP
S'
PV
vista dall’alto

r'
pp LO≡LT
LO S≡S' PP≡pp
PS PV0 r'

LT

PV≡PS

T (geometrale) PV0

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a.

a. Data la prospettiva del parallelpipedo,


dal punto S, sorgente dei raggi di inclina-
zione, mando le semirette ai vertici della
faccia superiore.

F1 LO F2

A
B
D C

A'

B'
D'

C'
LT

b. Dal punto S’, proiezione di S su LO e sorgente dei


b. raggi di direzione, mando le semirette ai vertici della
base del parallelpipedo, che intersecano le precedenti
nei punti A0, B0, C0 e D0. D’, C’, B’, B0, C0, D0 sono i ver-
tici della poligonale che disegna l’ombra portata pro-
spettica del parallelepipedo.

F1 LO F2
S'

A
B
D C

A'
B'

D' A0

C' B0
LT

D0

C0

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2. Sorgente luminosa alle spalle dell’osservatore
Il raggio luminoso è inclinato sia rispetto al geometrale sia rispetto al quadro prospettico e quindi, nelle proiezioni,
si scompone in inclinazione r e direzione r’.

Q (quadro)
r

vista di fronte
r LO S' PP

LT
r pp
PP
S'
(S)
PV

pp

vista dall’alto
S' S
LO
r' PV LO≡LT
0
PS
S≡S' PP≡pp

LT S
PV0

PV≡PS

T (geometrale)
r'

LO S' F1 F2

A B
D
C
A0
A'
D0
D' B'
C0

C'

LT

Osservando gli schemi si deduce che:


- S (punto di fuga del raggio reale e sorgente dei raggi di inclina-
zione) è al di sotto della L.O. e sul lato opposto a dove sta il sole,
poiché la fonte di luce è dietro l’osservatore: qui il sole viene da
destra verso sinistra e dall’alto;
S - S’ (punto di fuga del raggio luminoso proiettato e sorgente dei
raggi di direzione) giace sempre sulla L.O.;
- l’ombra portata è determinata dall’intersezione dei raggi concor-
renti in S’ sul geometrale con quelli provenienti da S.

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3. Sorgente luminosa di fianco all’osservatore
Il raggio luminoso è inclinato rispetto al geometrale ma parallelo al quadro prospettico e quindi, nelle proiezioni, r’
si mantiene parallela al quadro.

Q (quadro)

vista di fronte
LO PP

LT
pp
r

PP

vista dall’alto
r'
PV
LO≡LT
LO
PP≡pp
pp PV0
r'
LT PS
PV≡PS PV0

T (geometrale)

Osservando gli schemi si deduce che:


- S’ (punto di fuga del raggio luminoso proiettato) è
all’infinito e r’ è parallela alla L.O.;
- S (punto di fuga del raggio reale) è all’infinito, sopra
la L.O.: nell’esempio il sole viene da sinistra verso
destra e dall’alto;
- l’ombra portata è determinata dall’intersezione dei
raggi reali, provenienti da S∞, con quelli paralleli,
proiettati sul geometrale.

La costruzione dell’ombra in questo caso è molto sem-


r plice, simile a quella che si usa per le assonometrie,
anche se non sempre efficace nella resa volumetrica.

A
B
D C

A' A0
LO
S' B' B0
D'
r'
C' C0

LT

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ESERCIZI
1. Ombre in prospettiva

N.B. Negli esercizi sulle ombre, per mag-


gior chiarezza si omette la costruzione
della prospettiva, da eseguirsi a cura dello
studente.

r’

b. Piramide a base quadrata e parallelepipedo


Sorgente luminosa alle spalle dell’osservatore, con direzione verso destra. L’ombra della piramide segue l’an-
damento della faccia del parallelepipedo.

c. Ombre prospettiche di una pensilina


Sorgente luminosa a fianco all’osservatore: il raggio luminoso è inclinato rispetto al geometrale ma parallelo al
quadro prospettico e quindi, nelle proiezioni, r’ si mantiene parallela al quadro.

22 Teoria delle ombre © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS

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ESERCIZI
2. Ombre di un prisma ottagonale e di un cono in prospettiva centrale
La sorgente di luce è di fronte all’osservatore:
inclinazione simile ma diversa direzione.
Ripeti l’esercizio in prospettiva accidentale.

r r

A'

L.O. S'
r'

r'

A V'

A0

L.T.
V0

3. Ombre di una piramide e


di un parallelepipedo
In questo caso l’ombra portata della
piramide segue l’andamento della
faccia del parallelepipedo. verso F1 V verso F2
Disegno l’ombra del vertice della
piramide come se il parallelepipedo r
non ci fosse (Vo1).
Poi, dove la proiezione del vertice
della piramide incontra la faccia del
parallelepipedo traccio la verticale V0
fin dove finisce la faccia del paralle-
lepipedo; da qui mando una paralle-
la alla direzione fino ad intersecare (V01)
l’inclinazione e ottengo Vo. V'
Ridisegna una situazione analoga,
con altri solidi, o con gli stessi solidi r'
ma variandone dimensioni o collo-
cazione.

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ESERCIZI
4. Riepilogo sulle applicazioni di ombre
Osserva i modelli tridimensionali di queste pagine, con relative simulazioni d’ombra.
Scegline uno e rappresentane le ombre secondo il sistema che ritieni più opportuno (proiezioni ortogonali, asso-
nometria, prospettiva) specificandone i motivi. Varia anche direzione e inclinazione della luce.
Puoi completare il disegno con l’uso del colore, per meglio evidenziare le ombre.

1. Cilindro, parallelepipedo.

2. Cilindro, tronco di piramide esagonale.

4. Edificio.

3. Piramide ottagonale, prisma esagonale.

5. Piramide quadrata su cubo.

6. Cono, piramide quadrata, parallelepipedo.

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