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DE MONARCHIA

È un trattato in prosa latina di argomento storico-politico, in tre libri, scritto da Dante probabilmente nel
1310-1313 in concomitanza con la discesa in Italia dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo (la datazione è
incerta: secondo alcuni studiosi potrebbe risalire a dopo il 1315). La Monarchia è l'unica opera in prosa e di
argomento teorico ad essere stata completata da Dante e in essa l'autore raccoglie la summa del suo pensiero
politico, con numerosi punti di contatto con la Commedia e in particolare con Purgatorio e Paradiso. La scrive
in latino, come il De vulgari eloquentia, perché intende rivolgersi a un pubblico di dotti non necessariamente
italiano e in quanto il tema affrontato è la necessità di una monarchia universale, che unifichi sotto il suo
dominio tutta l'Europa.

è un trattato di teoria politica, il cui intento principale consiste nella difesa delle posizioni dell’impero
contro le pretese, avanzate dalla Chiesa, di avere il controllo anche sulle questione temporali e terrene, non solo
di quelle spirituali. L’opera di Dante ha lo scopo di intervenire sulle questioni di attualità, infatti durante l’esilio
di Dante, il conflitto tra Chiesa e Impero è fortemente deteriorato.

Lo scontro tra papato e impero aveva radici antiche che risalivano fino all'XI secolo, e aveva visto una
nuova recrudescenza nella prima metà del Duecento con la salita al trono imperiale di Federico II di Svevia che,
regnando sul meridione d'Italia, aveva provato a riportare anche i comuni del centro-nord sotto il suo controllo.

A questo tentativo si erano opposti i pontefici che, a cominciare da Innocenzo III, volevano imporre la
teocrazia papale affermando così la supremazia della Chiesa su quella di tutti i sovrani temporali.

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