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LEGGI ANTISEMITICHE

Nel settembre del 1938 venivano promulgati i regi decreti che trasformavano
l'Italia in un Paese antisemita dove gli ebrei venivano esclusi da ogni settore
della società civile.
Il 5 settembre 1938, per decreto regio
firmato dal re Vittorio Emanuele III,
l'Italia fascista di Benito
Mussolini varava le leggi razziali (che
potrebbero benissimo essere chiamate
"razziste") con le quali il nostro Paese
escludeva gli ebrei da qualsiasi
servizio e attività pubblica.
Dal settembre del '38 infatti agli ebrei italiani - che erano circa 50.000
- venne impedito, tra le altre cose, di sposarsi con altri italiani, di lavorare in
uffici pubblici, banche o enti statali, di insegnare, di mandare i propri figli a
scuola e di avere alle proprie dipendenze personale non ebreo, i cosiddeti
ariani.
Di colpo, cittadini comuni che fino al giorno prima avevano vissuto
tranquillamente nella società civile venivano così dichiarati nemici
della razza superiore, cittadini di "serie B" che non erano graditi allo Stato e
che gli italiani "per bene" avrebbero dovuto evitare.

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