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Mostra “Arte Vera e Gentile

Ricami e merletti dalla collezione Antonia Suardi”

IL PROGETTO CONSERSERVATIVO DELLA RACCOLTA

La raccolta di Antonia Suardi è stata oggetto di un progetto conservativo durato circa tre anni di
lavoro, coordinato dal Museo del Tessuto e affidato al Laboratorio Tela di Penelope.

Il consistente patrimonio di ricami, merletti e manufatti confezionati – più di 1500 oggetti - ha


richiesto la messa a punto di un sistema di magazzinaggio in grado di garantire il livello
conservativo e storico della collezione, tenendo presente la conformazione e la tipologia.
E’ stata, quindi, effettuata una riflessione preliminare sull’opportunità di disporre i materiali nelle
migliori condizioni conservative per il magazzinaggio, lo studio e l’esposizione, scegliendo i sistemi
più opportuni anche per la disposizione all’interno del deposito del Museo.

L’intervento si è concentrato, quindi, su un nucleo consistente di merletti disposti in scatole e


ancorati a cartoncini colorati con spilli da sartoria: sei scatole contenti complessivamente 1.127
oggetti. La disposizione originaria presentava problematiche conservative dovute ad: acidità dei
supporti cartacei, ruggine presente sugli spilli, sovrapposizione dei materiali, eccessiva lunghezza
dei merletti rispetto al cartoncino, scatole di contenimento inappropriate.
Iniziando da ciascun contenitore, denominato dalla collezionista sulla base della tecnica e della
tipologia di merletti e di ricami conservati, è stata effettuata una campagna fotografica di
documentazione per mantenere inalterate le disposizioni assegnate a ciascun oggetto ancorato a
pannello. Si è proceduto successivamente alla rimozione dei manufatti dal vecchio supporto e
dagli spilli, congiuntamente alla predisposizione di pannelli di supporto preparati con materiali acid
free e rivestimento in panno di lana.
Ciascun oggetto è stato poi sottoposto a pulitura per aspirazione (in casi particolari per via umida),
parallelizzazione delle fibre, consolidamento e cartellinatura (cartellini acid free con grammatura
leggera e angoli smussati, ancorati all’oggetto tramite organzino di seta, preferibilmente, senza
cucitura). Nel caso di documenti cartacei allegati, come le note originali di Antonia Suardi, si è
preferito mantenere la coerenza fisica con l’oggetto. La cartellinatura antica, presente in alcuni
casi, è stata conservata separatamente, essendo di carta e metallo.

I numeri d’inventario sono stati assegnati tenendo presente, nella composizione della stringa, la
provenienza relativa alla scatola e alla disposizione interna ad essa. Segue successivamente la
sequenza di ciascun oggetto disposto a supporto in una quantità che varia da 3 a 6 elementi circa.
I pannelli quindi, divisi per scatole di provenienza, sono stati immagazzinati in apposite cassettiere,
ciascuno involto da carta acid free e separato, nella sovrapposizione, da piccoli tasselli onde
evitare lo schiacciamento delle opere.

Il progetto conservativo condotto dalle restauratrici tessili Licia Triolo, Rita Banci, Bellina Ramona e
Marina Zingarelli, diplomate all’OPD di Firenze Settore Tessili, ha permesso non solo il recupero
conservativo ma anche una nuova possibilità di studio e d’indagine della raccolta. Il Museo del
Tessuto presenta quindi una mostra che costituisce la prima occasione di visibilità di questo
importante nucleo finora mai studiato. Ulteriori progetti di ricerca e catalogazione consentiranno la
conoscenza di questi materiali così importante per lo studio del merletto e del ricamo italiano ed
internazionale.

Daniela Degl’Innocenti
Conservatrice del Museo del Tessuto

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