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GINA MORANDINI
Insegnante - Project manager
Storica del tessuto della moda e del costume - Fiber Artista1

Docente innovativa e dinamica, project manager tenace e instancabile, ricercatrice appassionata,


fiber artista raffinata …questo e tanto altro ancora è Gina Morandini! Fortemente radicata nel suo
Friuli (nasce nel 1931 a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine) è sostenuta dal senso di
appartenenza alla sua famiglia d’origine a cui si sente profondamente legata: la madre, la sorella,
i fratelli che si erano trasferiti da giovani in Venezuela. Manifestando una personalità forte e vivace
come il connubio tra pianura e laguna, dai mille panorami, profumi e colori, della sua terra, si pone
fin da giovanissima come riferimento per la ricerca artistica e la didattica tessile. Laica, fiera del
suo impegno sul fronte dell’uguaglianza di genere, si è avvicina negli anni Ottanta alla meditazione
trascendentale supportata da incontri e letture consone alla introspezione personale, utili anche
ad affrontare la sua vita. Ha seguito corsi e percorsi impegnativi, giungendo anche in questo campo
"spirituale" a risultati eccezionali che le hanno permesso di essere di guida, supporto e aiuto a
molte persone, soprattutto giovani, e non solo donne, con problemi esistenziali2. Fig. 0

Poco più che ventenne apre a Udine un laboratorio di tessitura a mano, per tessuti il cui design
innovativo si deve anche all’attiva collaborazione instaurata con noti architetti locali, come: Nani
Valle, famosa per la sua concretezza sperimentale; Giorgia e Aldo Nicoletti, legati all’architettura
friulana; Franco Vattolo, collaboratore del noto architetto e accademico veneziano Carlo Scarpa.
(figg. 1, 2, 3 e 4).

LA SEZIONE “ARTE DEL TESSUTO, TAPPETO E ARAZZO”


DELLA SCUOLA D’ARTE DI UDINE
Il tessile, dalle infinite varianti e sfumature, ricco di rimandi sociali e culturali, fa parte del DNA di
Gina e chi meglio di lei, nell’anno scolastico 1959-1960, poteva intervenire nell’organizzazione
della Sezione “Arte del Tessuto, Tappeto e Arazzo” presso la Scuola d’Arte appena aperta a Udine,
in seguito riqualificata e diventata Istituto ed ora Liceo Artistico “Giovanni Sello”? Con passione,

1Per un bellissimo ritratto di Gina Morandini come fiber artista nel contesto della Fiber Art, una corrente artistica contemporanea,
nata in Europa fra anni Sessata e Settanta del Novecento, che accumula ricerche basate sulle pratiche e/o materiali tessili, assunti
nelle declinazioni materiche o nelle loro rappresentazioni concettuali, vedi: Renata Pompas, Fiber Art Italiana. Un intreccio virtuoso,
Gina Morandini, Arcane editrice, 2017, pp. 158-161.

2 Informazioni di Daniela Zanella.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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sensibilità e tenacia Gina diventa insegnante e contribuisce ad aprire un fruttuoso percorso di


educazione tessile, offrendo ai giovani una diversa ed ulteriore opportunità di crescita culturale e
formativa3. Qualcuno ricorda ancora il laboratorio di tessitura della Sezione, l’odore del legno e dei
filati, la frenesia del creare e del fare con gioia, le belle sciarpe di lana dai colori vivaci. Sui grandi
telai verticali ad alto liccio, le allieve (i maschi erano pochi) tessevano tappeti e arazzi guidate dalle
insegnanti che spesso si avvalevano del apporto creativo di altri docenti della Scuola, colleghi che
erano anche impegnati sul fronte artistico: Dino Basaldella, Nane Zavagno fig 4 e Gian Franco
Zanetti (Arti Plastiche), Albino Lucatello (Disegno Ornato), Mario Baldan (Disegno Ornato e di
Disegno Professione Tessile), Attiliana Argentieri Zanetti (Progettazione Tessile). Una Sezione,
quella del tessuto, guidata da donne, con una didattica proiettata verso il futuro e basata sulla
sperimentazione, la ricerca e lo studio di antiche e moderne produzioni tessili. Famoso il motto
dello storico gruppo Argentieri-Morandini-Romeo4: “La ricerca continua!!!”. Molti e interessanti
erano anche i percorsi didattici sviluppati nell’ambito del tessile storico, favoriti dalla presenza di
Attiliana Argentieri Zanetti, docente di “Progettazione Tessile” ed anche membro del CIETA (Centre
International d’Etude des Textiles Anciens di Lione, Francia)5. Risale all’inizio degli anni Ottanta il
progetto didattico sul Mobilificio Giovanni e Angelo Sello di Udine, un’azienda attiva dal 1868 al
1954, che ha segnato il design del Friuli tra Ottocento e Novecento, con sede nel Palazzo dove, per
volontà dei Sello, avrebbe trovato ubicazione la Scuola d’Arte6, La ricerca veniva fatta sul campo,
studiando i materiali storici ed intervistando familiari e amici dei Sello. La Signora Dorina Tonini
Sello (nel 1984, vedova di Angelo Sello) che fortunatamente, sebbene anziana, era una miniera
d’informazioni, amava molto parlare con le insegnanti e le studentesse del tessile: un’arte alla
quale anche lei dedicava molto tempo confezionando tende ed altri manufatti per la casa. La
Sezione “Arte del Tessuto, Tappeto e Arazzo”, prese in esame i tessili d’arredamento usati dal
Mobilificio (tessuti, tendaggi, tappeti) e realizzò il restauro di un tappeto (cm. 200 x 144, datato
1923) tessuto dalla Manifattura di Prato su cartone di Angelo Sello7.

In seguito, nel 1986, Gina coinvolse l’Istituto Sello nella preparazione della mostra “Tessuti e
Tessitura in Friuli dal XIII al XX secolo” (Udine, Museo della Città, Torre di Santa Maria) – di cui si
parlerà più approfonditamente qui di seguito - che stava organizzando con la collega Daniela
Zanella, allora docente di Lettere. Durante le ricerche, si trovò in mano un antico manoscritto,

3 C. Romeo, N. Ceccotti, T. Infanti, M. Mesaglio, G. Morandini, E. Plos, Dalla sezione Arte del Tessuto all’indirizzo Moda e Costume,
in Sello 1959-2009, pp. 192-217, FORUM Editrice Universitaria Udinese, Stampa Poligrafiche San Marco, Cormons (Gorizia) 2011.
4 Le prime due, maestre d’arte e di vita, la terza, la più giovane, le seguiva ed è grata ad entrambe per i loro insegnamenti.
5 Attiliana Argentieri Zanetti contribuì ad introdurre in Friuli una metodologia scientifica di studio e analisi dei tessili antichi; importanti

le sue ricerche, iniziate dopo il 1976, sul patrimonio storico tessile della Carnia e del Pordenonese.
6 L’edificio che ospita ora il Liceo Artistico “Giovanni Sello” è stato la sede del Mobilificio Sello; nel 1953, i fratelli Angelo e Antonino,

anche a nome del padre Giovanni Sello, donarono l’immobile al Comune di Udine con il vincolo che diventasse una scuola di arti e
mestieri.
7 AA.VV. I Sello “falegnami” in Udine, edizioni Arti Grafiche Friulane, 1983

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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sepolto nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli (Udine): si trattava del Libro di
tacamenti 8 con disegni per tessuto e note scritte per la predisposizione dei fili di ordito e di trama
a telaio, del tessitore Antonio Candotto d’Ampezzo (Carnia, 1791). L’occasione di avere in mano un
documento sconosciuto e così importante per la cultura tessile del Friuli indusse Gina a promuovere
un progetto scolastico di studio, elaborazione al computer e ricostruzione a telaio manuale dei
disegni per tessuto del Candotto, in cui coinvolse la collega Carmen Romeo ed i loro studenti. Il
progetto si concluse con la realizzazione di una pubblicazione unica nel suo genere, presentata nel
1991, anno in cui Gina andò in pensione9.

L'ASSOCIAZIONE “LE ARTI TESSILI”

Oltre all’impegno come insegnante, Gina non si è mai stancata di promuovere la cultura tessile sul
territorio, puntando sempre in alto. Come già è stato detto, nel 1986, su idea e insieme alla collega
Daniela Zanella, realizza la mostra “Tessuti e Tessitura in Friuli dal XIII al XX secolo”10, per la quale
viene assegnata dal Comune di Udine la prestigiosa sede del “Museo della Città”11. La mostra
s’inaugura nell’autunno del 1986 e per l’occasione viene pubblicato un importante studio sull’arte
tessile in Friuli dal Medioevo all’epoca contemporanea, a cura di Daniela Zanella e Gina Morandini
con i contributi di Tiziana Ribezzi, all’epoca conservatore dei Civici Musei di Udine, Doretta Davanzo
Poli e Gian Paolo Gri. Il percorso espositivo presentava per la prima volta un’esaustiva panoramica
della produzione tessile friulana, dove i manufatti erano illustrati da schede complete di note
storiche e tecniche. In quell’ambito vengono allestite anche una sezione didattica alla quale
contribuiscono insegnanti e allieve dell’Istituto d’Arte “Sello” (indirizzo di studi “Arte del Tessuto”)
ed una esposizione di opere tessili firmate da dodici artigiane-artiste presenti sul territorio friulano,
un gruppo allora significativo che è ancora oggi, in parte, un punto di riferimento anche fuori regione
per varie attività tessili, dalla didattica all’arte tessile all’alto artigianato. Si realizza così, come

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Il termine tacamenti deriva del verbo tacar, attaccare, legare fra loro licci e pedali del telaio, in modo tale da far sì che l’intreccio
tessile (armatura) possa determinare uno specifico disegno. Per il momento, il Libro del Candotto è il più antico di proprietà pubblica
conosciuto in Friuli; i manoscritti dei tessitori di professione, frutto di una cultura di mestiere che ha radici profonde in Friuli e di cui
si conservano molti esempi in Carnia, risalenti ai secoli XVIII e XIX, erano redatti per tramandare i tacamenti (disegni per tessuto).

9 Per leggere i numerosi disegni per tessuto presenti nel manoscritto è stato realizzato da Gianalberto Passoni (collaboratore
informatico del “Sello”) il software “Weave”; vedi: Tessitori di Carnia, Il sapere tecnico del Libro di Tacamenti di Antonio Candotto
(XVIII secolo), a cura di G. Morandini e C. Romeo, prefazione di Bruno Munari, saggi di G. Morandini e C. Romeo, Gian Paolo Gri,
Felice Manara, Evi Azzali, Editrice Goriziana, 1991.
10 Il catalogo illustrato Tessuti e tessitura in Friuli dal XIII al XX secolo, a cura di G. Morandini e D. Zanella, Giovanni Aviani editore,

Udine, 1986 (la copertina è stata firmata da un’altra docente del “Sello”, Alessandra d’Este) è un importante studio sull’arte tessile
in Friuli dal Medioevo all’epoca contemporanea con interventi dell’antropologo Gianpaolo Gri, la Storica del Tessuto e del Costume
Doretta Davanzo Poli e la Conservatrice Tiziana Ribezzi.
11 Nel 1986, in questo museo ubicato nella Torre di Santa Maria o Porta Torriani (ora chiuso in modo permanente), era esposta

parte dei materiali del “Museo delle Tradizioni Popolari” di Udine, in precedenza ospitato presso Palazzo Gorghi-Maniago ed in
seguito, dal 2010, con la nuova denominazione di “Museo Etnografico del Friuli”, nella più ampia e si spera definitiva sede di Palazzo
Giacomelli.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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scrive Gri: “una convergenza significativa fra la tradizione di studi più propriamente demologica e
quanti invece col telaio lavorano ancora e trasmettono tecniche di produzione del passato senza
rinunciare a tenere i piedi ben fermi nel gusto e nel mercato contemporaneo, sanno leggere i libri
dei tacamenti e armare un telaio a pedali come i tessitori del Settecento”. La mostra ha un notevole
successo di pubblico e viene presentata successivamente in Germania, Ucraina, Canada e
Argentina. Un anno dopo, nel 1987, Gina, con il fondamentale contributo di Daniela Zanella e
l’architetto Laura Santarossa, fonda l’Associazione “Le Arti Tessili, centro di attività culturali, studi,
informazione, sezioni: arazzo, tessuto moderno, abbigliamento popolare”. Gina viene scelta come
Presidente per la sua formazione specifica, accoglie l’incarico con responsabilità ed entusiasmo e,
a differenza di molti artisti, si concentra molto più sugli altri che su sé stessa, sa circondarsi di
persone, chiedere, ascoltare e raccogliere informazioni e collaborazioni. Sarà per questa sua
disponibilità a condividere conoscenze e obiettivi che nello storico Palazzo Frangipane (sec. XVII) di
Tarcento, divenuto sede dell’Associazione, si susseguiranno esposizioni ed incontri con personalità
del mondo dell’arte tessile internazionale, a cominciare, nel 1988, da “Dimensioni tessili”,
manifestazione internazionale d’arte tessile contemporanea realizzata in collaborazione
con Renate Maak, curatrice degli annuali Simposi Internazionale di Arte Tessile, tenuti a
Graz (Austria)12, che ha visto giungere per la prima volta in Friuli - Venezia Giulia opere di fiber art
da tutta Europa. In quel periodo, l’Associazione promuove mostre e attiva laboratori di grande
respiro internazionale, iniziative alle quali parteciparono esperti provenienti non solo da tutta Italia,
ma anche dall’Europa e da altri Paesi del mondo, che sono inedite per il Friuli (piciule patrie/piccolo
mondo) e scuotono una Regione di gente concreta, seria e laboriosa, ma generalmente diffidente
verso il nuovo. Le proposte dell’Associazione fanno difficoltà ad essere pienamente comprese,
anche se alla fine si fanno strada, hanno successo, crescono e vengono condivise da sempre più
persone. Nel 1990 si tiene al Palazzo Frangipane di Tarcento (Udine), sede dell’Associazione, lo
stage-workshop ”Colore”, diviso in due sessioni: la prima, tenuta dall’artista e designer austriaco
Jorrit Tornquist, la seconda, a cura delle esperte di colore e saggiste milanesi Renata Pompas e Lia
Luzzatto. A seguire, nel 1991, Elisabeth Griffin, artista canadese, tiene uno stage d’arte tessile ed
espone le sue opere nel Palazzo Frangipane di Tarcento (Udine).

Un anno dopo, nel 1992, il rapporto fra l’Associazione e le culture d’oltralpe si consolida
ulteriormente con la bellissima mostra Incontro con il Friuli – Moravia, la cultura popolare di una
regione d’Europa, allestita, come la precedente mostra, al Museo della Città, Torre di Santa Maria

12La partecipazione ai Simposi Internazionali di arte tessile organizzati a Graz (Austria) dal 1984 e l’amicizia con Renate Maak,
consolidarono in Gina Morandini la consapevolezza dell’importanza fondamentale di creare contatti e scambi che varcassero i
confini nazionali.

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di Udine, e curata da Daniela Zanella e Gina Morandini13. Si realizza così un “gemellaggio” nel
segno dell’arte tessile tra l’Associazione “Le Arti Tessili” di Tarcento (Udine, Italia) e il Moravské
Zemské Museum di Brno (Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca).

Nel 1994 l’Associazione deve essere trasferita, e viene ospitata a Montereale Valcellina
(Pordenone), presso il “Centro Culturale Menocchio”, Gina è sempre la Presidente, promuove e cura
il settore editoriale dell’Associazione con la collana I SUGHERI 14 e il Premio LA FILANDA15. Nel corso
degli anni l’Associazione è riuscita ad avere il sostegno e la collaborazione di enti, aziende e
associazioni e a realizzare diversi progetti e iniziative. Dal 1995, tra le tante iniziative la più
importante per qualità e risonanza internazionale è il “Premio Valcellina/Valcellina Award. Concorso
Internazionale di Arte Tessile Contemporanea” che Gina aveva ideato, sempre in comunione con
Daniela Zanella, fin dalla fondazione dell’Associazione16, molto orgogliosa di averlo riservato ai
giovani fiber artists under i 35 anni. Nel 1996, “Le Arti Tessili” organizzano a Gemona del Friuli, la
Settima Conferenza Annuale dell’Associazione Europea TEXERE17, portando nella bella località alle
pendici delle Alpi Giulie un centinaio di docenti, ricercatori, artisti provenienti da diversi Paesi
d’Europa.

La sede di Montereale Valcellina, condivisa con il “Centro Culturale Menocchio”, anche se contribuì
alla sua crescita, non era però l’ideale e fu così che, dopo svariate trattative, dal novembre 2011
“Le Arti Tessili” trasferisce la sua sede nella ristrutturata ex-latteria sociale di Maniago, messa a
disposizione dal Comune di Maniago (Pordenone). Dal 2012 Gina Morandini è, per sua volontà,
stata eletta Presidente Onoraria e la Presidenza è passata ad Annamaria Poggioli, che per le sue
qualità umane e il suo impegno professionale ed istituzionale rappresenta in modo eccellente
l’Associazione18. Il Direttivo dell’Associazione è sempre molto attivo e la nuova Presidente tiene
sempre alta l’immagine ed il livello culturale delle iniziative e ribadisce che: Il Premio Valcellina si
conferma la punta di iceberg dell’attività della nostra Associazione, in quanto la cultura del tessile

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Per la mostra viene pubblicato il catalogo: Moravia: la cultura popolare di una regione d'Europa, incontro con il Friuli, a cura di
Gian Paolo Gri, Gina Morandini e Daniela Zanella, Udine, Ed. Arti Grafiche Friulane, 1992.
14 Una serie di pubblicazioni su temi inconsueti, per esempio: del 2005, Il feltro. Tecniche fondamentali di lavorazione, di Nardo

Cristiana e del 2007, kumihimo intrecci della tradizione giapponese, di Giovanna Imperia.

15Ilpremio “La Filanda”, è stato istituito dall’Associazione “Le Arti Tessili” e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Maniago con
l’obiettivo di selezionare e pubblicare tesi di laurea a carattere storico, artistico o antropologico, relative alla cultura tessile.

16 Quello che avrebbe dovuto essere in origine Premio “CITTÀ DI GRADO”, si realizza per la prima volta nel 1996, ma, concepito a
Montereale Valcellina, diventa il primo Premio Nazionale d’Arte Tessile Valcellina.
.
17
La Conferenza fu curata da G. Morandini e C. Romeo; l’Associazione TEXERE (Textile Education and Research in Europe) si
occupava di educazione e formazione nell’ambito del tessile, il tema della Conferenza di Gemona del Friuli (17-21 aprile 1996)
era: “LIFELONG LEARNING. Textiles Heritage and Education”.
18 A. Poggioli riveste un ruolo importante all’interno della Commissione regionale per le Pari Opportunità e fa parte della FIDAPA

(federazione italiana donne arti professioni affari).

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si dispiega a pieno titolo in tutte le sue modalità e i suoi risvolti: è arte, artigianalità, manualità,
imprenditoria, educazione e formazione, e in particolare è socialità in un’ottica di
internazionalizzazione. Forte infatti di una storia lunga e di spessore, il Premio continua a tessere
relazioni attraverso scambi con esperienze artistiche da tutto il mondo. I giovani sono gli
interlocutori che ci stanno più a cuore, i veri depositari delle nostre iniziative, noi promotrici siamo
consapevoli di avere una precisa responsabilità: quella di mantenere alta la qualità del Premio e
di implementarne la diffusione e la conoscenza.

LA RICERCA STORICA

Gina Morandini si dedica per anni allo studio di antichi materiali tessili. Nel 1997, insieme alla
collega Carmen Romeo, partecipa al gruppo di lavoro19della Fondazione Museo Carnico delle Arti e
Tradizioni Popolari "M. Gortani" di Tolmezzo (Udine

), che grazie al suo Direttore di allora, Giorgio Ferigo, aderisce al programma comunitario europeo
d'azione in materia di beni culturali “Raffaello” con il progetto “Lino in rete. Le radici comuni dei
disegni dei tessuti di lino europei/Linen on net. The Common roots of the European linen patterns”.
I partners del Museo Carnico erano le seguenti rilevanti istituzioni: la Fedrika Wetterhoff Fondation
di Hämeenlinna (Finlandia), il Museo Etnografico Sloveno di Lubiana (Slovenia), SVEZIA…. Dopo il
Congresso e la mostra (Hämeenlinna 13-21 settembre 1998), venne pubblicato il volume che
documentava l’intero progetto con il testo in tre lingue: inglese, italiano e friulano20. Concluso il
progetto europeo, con lo sguardo rivolto oltralpe, ma col cuore nella sua Regione, Gina nel 1999,
insieme a Marta Mauro, storica dell’arte, conservatore e anima del Museo Etnografico comunale di
“Storia Contadina” di Fontanabona di Pagnacco (Udine)21, sostiene e favorisce in modo
determinante il lascito al Museo di Pagnacco di un telaio e di altri materiali del setificio Raiser
(Udine, 1840…)22 di Udine ed inoltre degli importanti campionari di tessuti e schede tecniche di
produzione del cotonificio Spezzotti (date…), garantendo così la valorizzazione, la conservazione e
la fruizione di storici, unici e importanti documenti, che testimoniano tappe fondamentali
dell’evoluzione dell’industria tessile del Novecento sul territorio friulano23. In quegli anni il Museo

19Composto da: Giorgio Ferigo, Gian Paolo Gri, Donatella Cozzi, Paolo Moro, Giobatta Marsilio, Gina Morandini e Carmen Romeo.
20G. Morandini e C. Romeo, An account of the most popular patterns of the Friuli textile tradition, in AA.VV., Linen on net. The
Common roots of the European linen patterns, a cura di Giorgio Ferigo e Paolo Moro, Tavagnacco, Udine 1999.

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Marta Mauro è stata conservatore fino al 2008, in seguito, il Museo di “Storia Contadina” è passato da una gestione
all’altra e dopo alterne vicende è stato purtroppo “chiuso per ristrutturazione”.
22
Fondata a Udine, nel 1840, la fabbrica di Velluti, Damaschi e Seterie di Domenico Raiser,
23
Gina Morandini, …..QUADERNI……Marta Mauro, Gina Morandini e Carmen Romeo La produzione tessile, in Spezzotti.
Una famiglia e un’azienda in Friuli fra Ottocento e Novecento, a cura di Liliana Cargnelutti, pp. 47-80, ed. Ribis, Udine
2010.

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di Pagnacco era un’importante punto di riferimento per curiosi, appassionati e studiosi delle
tradizioni popolari del Friuli. Marta Mauro, e la sua collaboratrice Chiara Braidot, organizzavano
allestimenti e curavano il bollettino dell’istituzione, l’inventario dei materiali storici, la biblioteca, i
cicli di conferenze, le mostre, i laboratori per i bambini, le visite scolastiche e la pubblicazione dei
“Quaderni” tematici del museo. Piccola, ma significativa, l’istituzione era sostenuta da due “maestri
e guide”: Novella Cantarutti, poetessa e studiosa della lingua friulana e Gian Paolo Gri, antropologo
e studioso del significato profondo delle tradizioni popolari. I tanti “amici del museo” davano il loro
contributo volontario alle attività.

La ricerca sul territorio prosegue anche in altri ambiti e nel 1999 Gina pubblica un interessante
saggio sull’industria Foramitti di Cividale del Friuli24, mentre nel 2002, viene coinvolta insieme a
Carmen Romeo nel progetto editoriale della Società Filologica Friulana, ideato e curato da Gian
Paolo Gri: “Modi di vestire, modi di essere. Abbigliamento popolare e costumi tradizionali del
Friuli”25. La necessità di approfondire e promuovere ricerche inedite nell’ambito della tecnologia
tessile e del costume tradizionale friulano26, induce le due studiose ad analizzare l’abbigliamento
come oggetto e quindi da ogni punto di vista: materiali, decori, accessori costruzione sartoriale degli
indumenti. Questi aspetti, generalmente poco indagati, sono fondamentali per capire l’insieme di
elementi che costituiscono un costume. Per l’occasione, nello stesso volume, Gina pubblicò anche
il saggio “Dalla collezione Bertarelli. Abbigliamento popolare in Friuli”: xxxxxxxxx, presentando i
figurini disegnanti da rivedere durante le inchieste Napoleoniche. Per concludere questa
panoramica sulle ricerche storiche di Gina, ricordiamo, del 2015, il suo intervento nella
pubblicazione “Fil e Gusiele, sarte e sartine nell’udinese dalla seconda metà del Novecento ad
oggi”, edizioni DARS (Donna Arte Ricerca Sperimentazione), a cura di Marina Giovanelli: un
contributo fondamentale per svelare una storia quasi sconosciuta.

LA FIBER ART
Dalla seconda metà degli anni Ottanta in Gina Morandini si fa sempre più strada la voglia di
dedicarsi alla creazione artistica che trova la sua naturale collocazione nel movimento
internazionale della Fiber Art, inizia così un percorso fruttuoso in questa corrente artistica con la
quale da allora si confronterà anche nei decenni successivi. Dopo una prima fase dedicata

24
Da fare
25 Attraverso l’abito. Modelli, tessuti, decori, accessori. Di G. Morandini, C. Romeo e L. C. Tommasi Crudeli, in Modi di vestire, modi
di essere. Abbigliamento popolare e costumi tradizionali del Friuli, a cura di G. P. Gri, pp. 49-155, Tavagnacco (Udine) 2003.
26 Per il saggio sono stati esaminati alcuni costumi tradizionali del Friuli (secc. XVIII e XIX) della Collezione “Gaetano Perusini”,
patrimonio del Museo Etnografico del Friuli di Udine; particolarmente interessante ed innovativo il contributo della sarta udinese L.
C. Tommasi Crudeli, Uno sviluppo modellistico a ritroso; di G. Morandini e C. Romeo, Le stoffe: aspetti tecnici e decorativi; Lettura
degli indumenti e degli accessori.

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all’approfondimento, quasi ossessivo, delle tecniche tessili tradizionali - che Gina è orgogliosa di
conoscere molto bene - la sua ispirazione vola verso nuove frontiere del linguaggio tessile dove, in
modo mai banale, s’intrecciano i suoi diversi interessi: tradizione e storia, letteratura, poesia,
archeologia, psicologia. I diagrammi dei tacamenti degli antichi tessitori della Carnia studiati per
anni insieme alle colleghe dell’Istituto d’Arte di Udine “Giovanni Sello”, sono riproposti in modo
inedito in una serie di serigrafie giocate insieme a fasci di filato e diventano simboli di un fare
antico, di un filo che non si deve spezzare, ma valorizzare e tramandare perché è ancora vivo e
parte della nostra storia. La pagina manoscritta di un tessitore anonimo (fig. 5) e i diagrammi
tecnici tessili di Antonio Candotto (tessitore carnico del Settecento) sono messi in primo piano e
rielaborati con interventi materici e cromatici (figg, 6 e 7). Nello stesso periodo, oltre che dalle
memorie scritte dei tessitori, Gina è attratta dagli schemi grafici degli antichi labirinti che rimandano
al mito miceneo del Minotauro e al filo di Arianna: un’eccezionale eredità che sprigiona energie
archetipiche (figg. 8 e 9). La ricerca di contenuti concettuali, la scoperta di nuovi linguaggi grafici e
l’esplorazione delle potenzialità di materiali e tecniche sono alla base dell’arte di Gina. Inoltre,
l’artista per soddisfare il suo messaggio comunicativo inventa soluzioni tecniche, passando dal
tradizionale piano tessile bidimensionale a quello tridimensionale e arrivando a tessiture off
loom/fuori dal telaio (intrecci realizzati senza l’uso del telaio)27. Le mani cercano filati dorati,
argentati oppure colorati (blu, rosso) ed anche nastri di acciaio armonico (figg. 10 , 11 e 12 ),
fettucce di plastica, fibre di vetro, ritagli di stoffe usate, logore e vissute…Gina non si ferma,
s’informa, si documenta, si guarda intorno e frequenta eventi nazionali ed internazionali (figg. 13,
14, 15, 16, 17 e 18).

Manifestazioni e mostre collettive

Forte delle esperienze internazionali e dei contatti maturati, nel 1988 Gina Morandini
collabora all’ideazione e alla realizzazione della grande rassegna promossa del
Comune di Vicenza: “Textilia: interpretazioni tessili e trame nell'arte. Primo confronto
europeo” (Vicenza, Basilica Palladiana)28 che celebra il glorioso varo in ambito
internazionale della neonata Associazione “Le Arti Tessili”. In quell’occasione Gina
partecipa anche come artista alla mostra Manualità e Percorsi Operativi. La
manifestazione sarà nodale per creare un vivace forum di dibattito sull’arte tessile in
Italia, alimentato dalla presenza dei più importanti esponenti della critica e dell’arte

27Off Loom. Fiber Art. Arte fuori dal telaio, a cura di Maura Picciau, catalogo della mostra, Corraini Edizioni, Mantova, 2015

28Catalogo, Textilia: interpretazioni tessili e trame nell'arte: primo confronto europeo, Vicenza, 29 ottobre -11 dicembre 1988,
Basilica Palladiana, a cura di Tersilla Giacobone Faravelli, Anty Pansera, Stocchiero editore, 1988.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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nazionali ed internazionali, fra i quali si consolidano relazioni professionali e spesso


anche di sincera. Il progetto rende tutti sempre più consapevoli della necessità del
confronto e dello scambio in ambito nazionale ed internazionale29. Gina rinforza i
suoi contatti con le artiste tessili: Lydia Predominato, Maria Lai, Luciana Gianello,
Renata Bonfanti, Wanda Casaril, Eva Basile, Mimmo Totaro, Sarah Seidmann,
Teodolinda Caorlin, Mario Tudor, Maria Teresa Onofri, e tanti altri. Negli anni Novanta
Gina si dedica intensamente alla ricerca artistica, maturando il suo linguaggio e
confrontandosi con progetti molto articolati che costruisce personalmente. Il suo
impegno come artista però lo alterna con quello di madre, insegnante, ricercatrice e
Presidente dell’Associazione “Le Arti Tessili” che, malgrado le difficoltà, stava
crescendo e si stava arricchendo di nuove risorse. Dal 2000 in poi, Gina Morandini
partecipa a vario titolo ad eventi, fra i quali qui di seguito, si segnalano i più rilevanti.

2000 – Roma, Off Loom, San Michele a Ripa ex. Carcere Minorile, Museo delle Arti e
Tradizioni Popolari.

2000, 2002 e 2004 - Chieri (Torino), Biennali Internazionali “Trame d’Autore”, Fiber
Art.

2003 - San Vito al Tagliamento (Udine), Rassegna Internazionale d’Arte


Contemporanea Hic et nunc (figg. 19, 20 e 21).

2003 – Prato, Manifestazione Internazionale Artists at work, New Technology in


Textile and Fiber Art, tenutasi al Museo del Tessuto di Prato in occasione della XII
Conferenza Internazionale dell’Associazione ETN (European Textile Network).
All’evento, dedicato alle nuove tecnologie e alle relazioni tra arte, moda, scienza,
industria e alla loro trasformazione nel corso degli ultimi venti anni per introduzione
del digitale, di fibre ottiche, e di stoffe hi-tech/intelligenti30, parteciparono 153
artisti, provenienti da 24 Paesi europei, fra i quali anche Gina Morandini.

2004 - Graz (Austria), 20° Simposio d’Arte Tessile Internazionale, NAHTSTELLE.

2005 - Foggia, Mostra TRAMaRte–Fiber Art e oltre, Museo Civico.

29 In Italia la Fiber Art e la cultura tessile sono ancora poco capite, studiate e valorizzate; basti pensare alla ricca offerta formativa
(corsi di laurea di Università e Accademie) e alle numerose rassegne organizzate in Europa e nel mondo e confrontarle con quello
che viene promosso in Italia.
30 Tessuti altamente tecnologici che cambiano colore, trattengono o disperdono il calore oppure possono produrre energia (Georgia

Institute of Technology-Georgia Tech) o incorporare biosensori per il rilevamento delle condizioni di salute (progetto Biotex,
coordinato da Jean Luprano, dello Swiss Centre for Electronics and Microtechnology-Csem).

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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2005 - Tournai (Belgio), Triennale Internazionale de la Tapisserie e des Arts du Tissu,


dove è stata componente della giuria e, tre anni dopo, vi è ritornata in qualità di
Presidente della nuova giuria per l’assegnazione dei premi.

2011 - Kaunas (Lituania), Conferenza internazionale dell’Associazione ETN


(European Textile Network), dove ha tenuto una relazione sul tema dei giovani e il
futuro della fiber art.

Mostre personali

Gina assorbe e rielabora i tanti stimoli che le vengono dati e realizza le seguenti due
importanti mostre personali.

2009 – Udine, Corpo in Figure, mostra multimediale, Galleria Artestudio Clocchiati,


L’approccio ben esprime la sua piena maturità artistica, nelle opere Gina indugia sul
particolare, a volte duro, crudo, quasi violento, come nei particolari anatomici dei corpi, per
poi lasciarsi andare nel segno, forte, raffinato o prezioso: un filo dorato (luce e ricchezza
interiore) o rosso (amore, passione, sangue) (figg 22, 23, 24, 25, 26 e 27).

2010 - Chieri (Torino), “Gina Morandini. L’arte dell’imperfezione. Segni, Simboli, Trame”,
Biennale Internazionale di Fiber Art, Imbiancheria del Vajro, mostra e catalogo a cura di
Silvana Nota31 . Le opere esposte offrivano un ampio panorama del percorso artistico di
Gina. L’esposizione si apriva con i suoi amati Labirinti-Le parole non dette (1994, 1995) e
con tre Scialli-Scultura (1997, 2001), dedicati all’universo femminile, simbolo della donna
che protegge, abbraccia, conforta, ma non solo: la necessaria fermezza richiesta dal ruolo è
espressa dalla rigidità della forma e del materiale. S’incontravano poi L’onda di luce-Le
parole del silenzio (2000), l’Abito Totem (2009) e l’installazione Le porte-Quale porta è la
mia (2000, 2003). Articolata e ricca di suggestioni, la mostra comprendeva anche i Libri
d’Artista del 2006-2009, una pubblicazione delle Edizioni Pulcinoelefante32. Dal fruttuoso
scambio fra tessitura e poesia erano scaturiti diciassette libretti (cm 13 x 19,5 x 1,5) ricchi
d’illustrazioni multi-materiche elaborate da Gina Morandini con tecniche libere e personali
su testi poetici di: Elisa Biagini, Scoglio; Vilia Candido, Meglanos; Aldina De Stefano,
Boscoveccho; Marina Giovanelli, Neve; Ambra Zorat, Il Sonno – sui Libri d’Artista si scriverà
più ampliamente qui di seguito – (figg. 28, 29, 30, 31, 32, e 33). Completava l’esposizione
di Chieri il ciclo il Corpo in figure-Ho un corpo sono un corpo (2009) e Il corpo ornato (2009),

31 “Gina Morandini. L’arte dell’imperfezione. Segni, Simboli, Trame”, catalogo della mostra, Imbiancheria del Vajro, Chieri, 22
maggio - 4 luglio 2010, a cura di Silvana Nota, casa Editrice Edito Il Tipografo, Riva presso Chieri (Torino), 2010.
32
Edizione limitata a 21 copie stampate dalla Casa Editrice Pulcinoelefante di Osnago (Lecco, Italy), in occasione della
manifestazione Pordenone legge 2006.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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quest’ultima un’installazione di video-immagini, “vetrini” di tessuto umano riprodotti in


stampa digitale con interventi di ricamo a mano. In questa personale, inoltre anche Uovo
Universale (2007), un’opera dove Gina esprimeva con forza il significato profondo del
rinnovarsi della vita (figg 34, e 35).

L’incontro con la Poesia

L’adesione al DARS (Donna Arte Ricerca Sperimentazione)33 e le collaborazioni con l’artista


Isabella Deganis e la scrittrice e poetessa Marina Giovanelli aprono a Gina immense, nuove
frontiere in cui si possono sincronizzare in modo armonico e perfetto immagini, suoni e
parole. A Gina, artista rigorosa, esigente, affascinata dalla parola dotta, ma anche
estremamente libera, è congeniale esprimersi per simboli e metafore che materializza
attraverso intrecci essenziali e sperimentazioni coraggiose. Qui di seguito sono elencate le
tappe principali del percorso di Gina fra le parole, dette, scritte e le emozioni.

2003 - Udine, La tela della madre immaginaria di Robin Morgan (estratto) – Circolo Culturale
Arci Pàbitelé – manifestazione multimediale (lettura, installazione e musica) - ideazione di
Marina Giovannelli e Gina Morandini.

2006 – Udine, Solitudini. Letteratura e Mostra Internazionale virtuale di Arti Visive, Circolo
Culturale Arci Pàbitelé34 (figg. 36 e37).

2009 – Udine, Mostra collettiva “Geometrie per il Corpo”, spazio “La Feltrinelli” Cuciture a
macchina e ricamo a mano, feltro industriale, filo, alluminio. Installazione composta da 15
fogli di cm 30x21 ognuno.

2010 – Udine, Mostra collettiva Libri d’Artista, “Il taglio e l’infinito”, opere create per le
poesie di Marina Giovanelli35 su materiali scrittori insoliti: sottili lastre di piombo, carta,
tessuti, sulle quali comunicare attraverso il linguaggio scritto e l’immagine. Spazio “La
Feltrinelli”.

(Figg. 28, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47 e 48).

33
Il DARS ha una lunga e importante storia, vantando fin dal 1979, il lavoro straordinario e innovativo di personalità illustri
come Elsa Buiese, Dora Bassi, Nevia Benes, Maria Teresa De Zorzi, promotrici di un autorevole protagonismo femminile nel
campo delle Lettere e delle Arti. Il gruppo, istituito ufficialmente nel 1985, rifondato nel 1999 da Isabella Deganis, che ne era
già Presidente dal 1991, ha ulteriormente ampliato la sua area di intervento, diventando anche editore di raffinati cataloghi e libri
d’arte, ricerca e poesia.
34 DARS, SOLITUDINI, mostra internazionale virtuale di arti visive, 27 dicembre 2006, catalogo.
35 Testi tratti dalla silloge inedita “Il taglio e l’infinito” di Marina Giovanelli, edizioni Adastra Cultura, 2010, introduzione di Lorenza

Magazzeni.

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2014 - Pordenone, presso ParCo2 Pordenone Arte Contemporanea, Gina Morandini


partecipa con l’opera NODO, alla Mostra collettiva Aspettando il Premio Valcellina 9°- Incroci
2_Fili e nodi, curata da: Chiara Tavella e Orietta Masin, esposizione curata da: Francesca
Agostinelli in collaborazione con: Circolo ARCI Cervignano, Ass. Culturale Medianaonis PN e
Ass. Le Arti Tessili Maniago PN.

I gioielli

Gina Morandini è un’artista impegnata che si concede però anche il piacere di confrontarsi
con l’accessorio moda più prezioso: il gioiello. Fra le “sfide” in questo particolare ambito,
nella descrizione del suo percorso artistico non si può tralasciare la collezione di orecchini,
collane, braccialetti presentata alla Mostra STARDUST cose preziose al femminile (10-21
novembre, 2006, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone), dove Gina
indugia sul particolare che non è mai frivolo, ma essenziale, simbolico, intrigante e svela la
sua femminilità, la sua sottile sensualità.

LUGLIO 2016
Gina Morandini ha realizzato eventi in grande stile, la sua scelta artistica non è mai stata casuale,
ma funzionale al concetto, all’idea creativa e alle storie che vuole svelare: racconti centrati su temi
supremi, quali il corpo (esterno, interno, ferito), le fasi della vita (nascita, comunione, matrimonio,
morte), il mistero (labirinti, porte, nodi, segni). Ama e percepisce il colore, cerca le tonalità ed i
contrasti più vari, ma rimane poi fedele alla gamma dei bianchi, grigi, blu indaco, neri di filati,
tessuti, metalli, materie plastiche, con cui crea superfici animate da un filo che diventa graffio,
segno pregno di significati, spesso rosso o dorato.

Gina Morandini non si è risparmiata, in perenne corsa ha speso le sue energie per la famiglia, i due
figli e i nipoti, il lavoro, gli amici e l’arte: di tutto questo parla sempre con entusiasmo, anche ora
che è costretta a vivere nel silenzio della malattia che l’ha colpita nel luglio del 2016. Accogliente
ed elegante, riceve con piacere le visite e il suo sguardo pungente si accende nel ricordo degli anni
dedicati a mostre e progetti e per il desiderio di ascoltare, raccogliere informazioni, regalare ancora
idee e consigli. Con Gina il dialogo rimane aperto, cresce, è piacevole e interessante, la sua
presenza rassicura ci accompagna nei labirinti e nel dolce mistero della vita: un enigma infinito e
senza soluzione né risposta che muta in una progressiva trasformazione, una porta da attraversare,
un corpo da esplorare, un nodo da sciogliere, un labirinto dove perdersi, ritrovarsi, crescere…fig. 56

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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Questo racconto sulla vita e le opere di Gina Morandini si conclude con una poesia che, anche se
non è stata scritta o ispirata da Gina, ne evoca l’essenza profonda.

FINAL di Marina Giovanelli36

Tre de lui, parco de li rosis, Grado, Tre luglio, parco delle rose, Grado,

ta la suta dombrena dei pins una donna serena

una femina a ricama nell’ombra salsa di pineta

cun mana lesieris ricama nuvole di filo

nulis blancis de fil le mani aguzze in quieto movimento

a no la stràvia nuia e nulla la distoglie

a la caressa l’aria affidata alla brezza che risale

ch’ve su dal mar al profumo sabbioso delle dune

svelta a tira su i pons dal ferro a volte cadono le maglie

che je cola dai fiers che lei recupera veloce

al pericul al ferma la trama a volte il tessuto si scompone

co’ no je ven la tela il pericolo ferma la trama

ma i desfas i deis l’intrigu ma le sue dita sciolgono la rete

i se slargia li mais si allenta il nesso

a se torna a partî. poi riprende più saldo.

Jó dis ‘signora, non è mai finita’ Dico ‘signora, non è mai finita’

E jet a rit ‘cara così è la vita’. Sorride ‘cara, così è la vita’.

Grado, avril - agost 2003 Grado, aprile – agosto 2003

36Poesia tratta da: Marina Giovannelli, Cjantada par la femena al telar-Cantata per la donna al telaio, Quaderni del Menocchio, il
gallo forcello 40, Rive d’Arcano (Udine), pp. 40-41, 2004.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020


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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Gina Morandini, Paolo Fenu, Renata Pompas e Daniela Zanella per l’affetto, il prezioso
aiuto ed i consigli che mi hanno dato per la stesura di questo articolo.

Carmen Romeo, Tavagnacco (Udine), luglio 2020

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