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BILDUNGSROMAN COME FORMA SIMBOLICA

Mentre l’eroe dell’epica classica come Achille, Ettore o Ulisse è un adulto, nel mezzo della sua vita, con l’età
moderna diventa un giovane. Amleto ha trent’anni però il lettore contemporaneo sembra dimenticarlo
ringiovanendolo. Ciò è dovuto a Goethe che fissa nella gioventù la parte più significativa dove tutto è
possibile. Mentre prima del Settecento l’essere giovane non era caratteristica fondamentale dei
protagonisti (per l’Oreste di Eschilo è molto più importante essere figlio di Agamennone). Con Wilhlem
Meister la gioventù racchiude il senso della vita. Mentre prima la gioventù ricalca quella degli avi e conduce
ad un percorso prestabilito, con il crollo della società di status, le campagne si svuotano e le città crescono,
la gioventù diventa più problematica. L’apprendistato di Wilhelm non è cammino lento verso il lavoro ma
esplorazione del mondo sociale, la quale diventa fondamentale ora che la continuità di generazioni è
imprevedibile e alimenta quell’interiorità irrequieta ed insoddisfatta. MOBILITA ED INTERIORITÀ
riassumono questa nuova modernità. Con l’800 l’Europa entra nella modernità senza averne una cultura, il
Buildungsroman diventa forma prediletta per dare un senso alla nuova realtà. Affinchè mobilità ed
insoddisfazione della modernità che fanno sì che la gioventù assuma una formlessness, possa divenire una
forma, deve emergere una caratteristica diversa ossia che la gioventù non dura in eterno→dinamismo e
limite e irrequietezza e senso della fine devono in un certo senso conciliarsi. Si possono individuare due
principi organizzativi del testo, inversamente proporzionali:
➢ Principio della classificazione: prevale nel romanzo familiare della tradizione inglese, nella forma
classica del buidungsroman ove a dare senso agli eventi è il loro scopo in vista del finale. È il
modello del matrimonio come atto definitorio del nostro percorso. Ha come valore supremo la
felicità ma nel fare questo annulla la libertà. L’accento cade sul fatto che la gioventù conduce alla
stabilità della matirità a cui viene subordinata.
➢ Principio della trasformazione: da Balzac a Flaubert, ciò che conferisce senso al racconto è la sua
stessa narratività e il suo essere un processo open-ended. Modello dell’adulterio. Il fervore
balzachiano della mobilità finisce con il cancellare il senso stesso dell’identità individuale. L’accento
è posto sul dinamismo giovanile, la gioventù non si traduce nella maturità, perderebbe senso
Per quanto paradossale potrebbe essere, questa forma esiste in virtù del suo carattere contraddittorio
poiché è proprio la contraddizione tra valori opposti a caratterizzare la virtù e modernità. libertà, felicità e
identità e movimento devono coesistere tra loro e sono ugualmente importanti. Un tentativo concreto di
padroneggiare la contraddizione si vede in Faust dove tra le tante anime della modernità si pensa possibile
una sintesi. Ma è una sintesi che da un secolo e mezzo non è riuscita a dissipare il dubbio che la salvezza di
Faust si posticcia e che la sintesi sia un ideale non più perseguibile. Si organizza parallelamente con il
romanzo di formazione un’altra possibile soluzione ossia quella del compromesso, celebre tema
romanzesco. Questo fa si le preferenze di ogni cultura si mantengano senza divenire esclusive. Fu questo
compromesso che permise al romanzo di formazione di sopravvivere a lungo. Mentre l’ideale della sintesi
ha il proprio filosofo in Hegel, quella del compromesso non ce l’ha. La teoria di Lukacs cerca di colmare
entrambi i vuoti anche se la filosofia del compromesso fallisce poiché la realtà del compromesso mai si
presta alla formalizzazione concettuale. La centralità del romanzo di formazione suggerisce che le ideologie
dominanti del nostro mondo non sono sistemi intolleranti normativi bensì adattabili e deboli. Il romanzo di
formazione è anche la forma più contraddittoria del nostro tempo. Quando ci si chiede il motivo
dell’esistenza di interpretazioni freudiane del mito e della fiaba e non del romanzo, ci si risponde col fatto
che per la gioventù non esiste una solida analisi freudiana, la psicoanalisi trova la sua ragion d’essere nello
scomporre la psiche tra le sue forze opposte mentre il romanzo e la gioventù si pongono l’obiettivo di
amalgamare gli aspetti contraddittori della personalità individuale, la psicoanalisi tende a guardare oltre l’io
mentre il romanzo di formazione a costruirlo. Tale centralità dell’io si riallaccia al tema della socializzazione
che costringe ad interrogarsi riguardo la posizione del romanzo all’interno della normalità. Mentre gran
parte del 900 da Freud tende a definirla a partire dal suo contrario, dal patologico ed emarginato, se
escludiamo il romanzo di formazione della tradizione inglese dell’eroe insipido come Tom Jones, il romanzo
adotta una strategia diversa, guarda alla normalità dall’interno, interessante in quanto tale. L normalità
come negazione è tipica della narrativa di massa, il romanzo non esplora solitamente i confini spazio
temporali del mondo e si mantiene nel mezzo, nella vita quotidiana dove le diverse attività sociali
diventano dominio della personalità. Il romanzo di formazione cerca di evitare i momenti di rottura, Goethe
e Austen sembrano esorcizzare la doppia rivoluzione passando nel silenzio, gli eroi stendhaliani sono nati
tardi per vivere il venticinquennio rivoluzionario. Si tratta di un’elusione della tragedia, di tutto ciò che
potrebbe infrangere l’equilibrio dell’io e rendere impossibili i compromessi.

Capitolo 1
Sebbene con il tempo il termine buildunsroman sia diventato sempre più approssimativo, lo si può definire
una delle più armoniose soluzioni a un dilemma della civiltà borghese moderna ossia il conflitto tra l’ideale
dell’autodeterminazione e le esigenze della socializzazione, da due secoli ce civiltà occidentali hanno
riconosciuto al singolo il diritto di scegliere da sé la sua etica ed idea di felicità. Il primo problema consiste
nel dover conciliare la tensione all’individuabilità tipica della cultura dell’autodeterminazione, con la
tensione alla normalità della socializzazione. Un secondo problema si trova nella caratterizzazione
giusnaturalistica della società dove la socializzazione non deve rispettare solamente ciò che è legalmente
giusto ma anche ciò che appare culturalmente legittimo. Nel buildungsroman questo conflitto tra
autonomia e normalità, individualità e socializzazione non c’è poiché la formazione dell’individuo in sé,
focus che segue il romanzo, coincide per l’appunto con l’integrazione sociale dell’individuo. Si tratta di una
sintesi tra sviluppo dispiegato nella totale individualità ed educazione oggettiva.
ANELLO DELLA VITA
All’inizio e alla fine del romanzo il problema di Wilhelm è non riuscire a dare un nesso alle cose, a dare una
forma di anello alla sua vita che altrimenti gli risulta insensata. La natura ambivalente del termine
Zusammenhang suggerisce che un’esistenza è sensata se la concatenazione interna della temporalità
individuale è anche apertura all’esterno→diventa inimmaginabile che il processo di socializzazione possa
portare a crisi o sacrifici, autosviluppo ed integrazione sono processi complementari e convergenti il cui
punto di incontro è la maturità. Wilhelm insegna che bisogna indirizzare la trama della propria vita in modo
che ogni momento rinsaldi il proprio senso di appartenenza ad una più vasta comunità, altrimenti la vita
perde senso, diventa un seguirsi cronologico monotono privo di legami. La trama ad anello è una delle
innovazioni più importanti, nella missione teatrale la trama aveva un andamento molto più drammatico e
sorprendente e la figura del protagonista era più preminente, negli anni dell’apprendistato lo scorrere del
tempo si coagula in un grande continuum di profezie e ricordi mentre il rilievo crescente dei personaggi
secondari conferisce significato diverso alla centralità del protagonista. Nel quinto libro viene discussa
l’antitesi di dramma e romanzo: nel dramma il protagonista esaurisce in sé un universo di valori
paradigmatico infatti nella solitudine dell’eroe tragico il senso dell’esistenza fa un tutt’uno con il conflitto.
Nel romanzo di formazione questa equazione è impossibile poiché il senso risiede nella partecipazione al
tutto, non allo scontro. Goethe non riuscì mai a concludere infatti la missione teatrale. Il protagonista del
romanzo deve essere un personaggio plasmabile, non più in lite con il mondo e nemmeno solo, secondo
Shiller l’eroe del romanzo deve essere passivo o almeno non tanto attivo, in modo che la sua personalità
venga determinata dall’esterno, deve esser il personaggio più necessario ma non il più importante. La torre
(istituzioni sociali, esterno) esiste in funzione del protagonista perché lo plasma, ed è solo quando il
protagonista scopre ed accetta questa sua influenza che può assumere il pieno possesso della vita.
RETORICA DELLA FELICITA’
Come convincere l’individuo moderno a limitare la sua libertà? Nel matrimonio, quando due esseri umani si
attribuiscono un valore tale da scambiarsi gli anelli ed essere vincolati. Dal tardo Settecento il matrimonio
diventa un nuovo modello di contratto sociale, non è solo fondazione di un nucleo famigliare ma anche
patto tra individuo e mondo. Vi si contrappone la morte perché non si entra nella vita associata. Mentre per
Jefferson e Saint-Just la felicità è dinamica e deve essere inseguita anche a prezzo di rivoluzioni e guerre
che rappresentano l’apertura della società a infinite possibilità, per Goethe e Shiller, è il fine del divenire,
davanti a lei cadono le tensioni tra individuo e mondo perché la socializzazione si è compiuta
oggettivamente, è quindi un fine non un principio.
ANTI ROBINSON
Uno degli episodi più celebri è il discorso di Werner, alter ego di Wilhelm, che illustra all’amico fraterno i
meriti del commercio. Si tratta di un’esposizione dei principi borghesi, del calcolo razionale e della partita
doppia. Il meccanismo del mercato non viene esposto per i suoi meriti economici ma come sistema adatto
per scoprire i nessi che legalo le attività umane. Quando Wilhelm sta per lasciare la casa del padre e deve
decidere che senso dare alla propria esistenza, Werner gli propone una trama possibile che renda visibili i
rapporti sociali e indichi all’individuo che posto occupare. Wilhelm rifiuta questa visione e rifiuta l’eroe di
Goethe perché pensa che non sia attraverso il lavoro che avvenga la formazione, affermazione
sorprendente considerando l’etica capitalistica a cui siamo abituati. In un successivi discorso Werner spiega
perché la razionalità capitalistica non possa produrre un Buildung, e questo avviene perché il mercante
dovrà seguire il capitale e la sua continua crescita e mobilità non potendosi mai identificare in un luogo
fermo e sentirsi di appartenere, e come non potrà mai fermarsi nello spazio la sua vicenda non potrà mai
concludersi nel tempo, lo scoprì Defoe con Robinson. Al problema di come porre fine al romanzo, Defoe
trasforma il romanzo in un’allegoria abolendo anziché affrontandola, la tematica del tempo. Nel
buildungsroman è essenziale affinchè la buildung sia sensata che a un certo punto si concludi, quando la
gioventù trapassa in maturità e con lei si ferma il tempo narrativo. Come ribadisce Agnes Heller,
l’assestamento definitivo di un individuo e del suo rapporto con il mondo, della maturità come ultimo
approdo del racconto, è possibile pienamente solo nel mondo precapitalistico delle forme sociali chiuse
dove la felicità è il valore supremo, nei luoghi lontano dalle metropoli potrà placarsi l’irrequieta
provvisorietà giovanile.

II
Ricordando che la fine e inizio del romanzo sono decisivi alla narrazione ma la incorniciano, è evidente che
il fascino e fulcro del romanzo stia nel mezzo, dove si sviluppano e conciliano le tensioni di autonomia e
socializzazione, modernità e tradizione. Diventa significativa pertanto l’immagine del lavoro data da
Werner. A Werner i personaggi del Meister danno l’impressione di essere oziosi poiché lui è abituato ad
attività lavorative che devono portare al sacrificio, mentre la scommessa della Torre preannuncia un lavoro
che non sia finalizzato all’avere bensì all’essere quindi non è più capitalistico ma strumento di coesione
sociale. L’armonia che caratterizza il Maister deriva dal fatto che esso non obbedisce ad una logica
propriamente economica indifferente alle aspirazioni soggettive del singolo ma crea continuità tra interno
ed esterno. Un lavoro tale diventa arte perché non è capitalistico quindi non degrada la società ma nobilita
ed è formativo.
Per accedere all’universo dei valori del Buildungsroman bisogna tener conto che esso non si cura di uomini
straordinari ne di scopi mondiali, cerca di formare uomini felici e perfetti perché temperati, liberi dalla
disarmonica specializzazione che agli occhi di Wilhelm costituisce la maledizione del borghese. Per avere
una società socievole e spontaneamente coesa sono necessari il bello, il gioco e l’arte poiché anziché
affrontare direttamente le grandi potenze della vita associata, istituiscono una nuova area in queste
possono penetrare in maniera più attenuata. Questa zona è organizzata secondo i dettami della bellezza,
gioco e pervasa dalla felicità del singolo, il Buildungsroman è la sua esplicitazione narrativa. Ci si chiede
dove si trovi quest’area. Essa si trova nella vita quotidiana. Secondo Henry Lefebvre non esistono limiti a ciò
che può essere incorporato nella quotidianità ma è anche vero che se dobbiamo definire uno spazio di vita
bisogna definirne i confini. Si inserisce un nuovo elemento: ciò che caratterizza la vita quotidiana non è la
natura o quantità delle sue occupazioni ma il loro trattamento. Le attività si subordino alla costruzione del
mondo del soggetto e sono a servizio del singolo. Se l’impresa riesce, le intenzioni del singolo diventano
realizzabili e il monod acquista l’aspetto della familiarità. L’eroe del buoildungsroman non vuole lotta o
fatica ma sentirsi bene nel mondo coì com’è cercando la felicità.
Il senso della storia nel romanzo di formazione non ha come punto di riferimento il futuro della specie, si
manifesta entro i confini dell’esistenza individuale e comune, il romanzo si propone come cultura della vita
quotidiana. La felicità, dal mezzo per inserirsi in una totalità organica, si piega all’armonia estetica
individuale e da questo nasce il kitsch che addomestica l’esperienza estetica alla vita quotidiana.
L’individuo moderno non è qualcosa di unitario, nasce bensì da un’eterogeneità di occupazioni e squilibrio
che dovrà imparare a padroneggiare in modo armonico per divenire individuo nel senso proprio. Il conflitto
principale è rappresentato dal binomio di vita pubblica e vita intima. Cerca di ricostruire questo tentativo
Richard Sennett con Il declino dell’uomo pubblico. La sua soluzione è quella di far porre all’individuo la
domanda che valore ha x (evento determinato) per me? Questa soluzione diventa un po’ narcisistica e
irresponsabile poiché non si cura del significato oggettivo delle cose. Questo narcisismo non può essere
nato nel mondo degli ultimi due secoli dominati dagli ideali di autosacrificio e responsabilità. Bisogna
cercare un mondo di rapporti meno rigidi che diano più spazio alla manipolazione narcisista della realtà.
Questo mondo è quello della quotidianità in cui tutte le relazioni hanno valore solo in quanto
contribuiscono ad arrotondare la personalità individuale, caratteristica che lo distingue dagli altri ma che
non si esprime in un’attività singola e n nessuna occupazione per la sua multilateralità, rimane sempre
insoddisfatta. Per questo la personalità moderna si installa al centro della vita quotidiana, all’insegna di
quest’ultima si ricongiunge alla cultura del Bildung. Sembra quindi difficile poter racchiudere il proprio fine
e personalità in un’occupazione professionale, idea che accomuna Lukacs e Simmel. Max Weber ribadisce
infatti che chiunque si ingaggi in una professione moderna sarà costretto a rinunciare alla propria
personalità. Affinchè ciò non avvenga il Maister suggerisce di rivolgersi ad occupazioni più duttili ed
integrali con una vocazione pedagogica e di godimento estetico. Si potrebbero leggere così il personaggio
Wilhel ma anche Elizabeth Bennet, non fa nulla entrambi ma ciò vuol dire non affidare la propria
personalità ad una singola attività, cessano di essere definiti da un ruolo divenendo poli paradigmatici. Se
piegato al realismo del romanzo vuol dire non per forza rappresentare le cose in modo assolutamente
veritiero ma aver deciso un certo aspetto dell’esistenza più significativo degli altri. La trama è pur sempre
una successine diacronica di eventi, come conciliare quindi con le nostre metafore spaziali che trasmettono
un’idea di equilibrio con una dimensione temporale che implica il mutamento ed instabilità? Ossia come
conciliare la trama romanzesca , incerta con un ritmo famigliare e gradevole della quotidianità? Osservando
che nemmeno la quotidianità è così banale e ripetitiva, soprattutto quella moderna, non è uneventful,
narrativamente insignificante. L’intervento della personalità ha rotto la monotonia. Diventa una sorta di
terza diemnsione in cui nulla può essere dichiarato significativo o meno a priori, la prova che il protagonista
del Buildungsroman deve superare consiste nell’accettare il differimento dal senso ultimo della sua
esistenza. È il nuovo ideale pedagogico settecentesco che sostituisce l'ammirazione per la precocità
l'immagine di una crescita graduale. Affinché ciò possa realizzarsi bisogna imporre una disciplina
all'immaginazione la quale è all'origine dei due errori che possono sviare nel cammino verso la maturità.
Questi sono l'irrequietezza che rende l'uomo troppo errabondo e slegato dal suo ambiente e l'intensità che
lo spinge a vedere un eccesso di senso in ciò che lo circonda e legarvi si troppo a fondo e troppo presto.
Il linguaggio diventa strumento fondamentale della conversazione, Elizabeth e Darcy devono imparare e
parlarsi ed avere fiducia nel linguaggio, si tratta di un’istituzione sociale nel senso di socievole, se ci si
abbandona ad esso è possibile sia esprimere sé stessi che comprendere gli altri. Bisogna distinguere tra
conversazione (scambio di cortesie e scambio linguistico in ambiente domestico) e discussione, accanita
rumorosa partigiana. Come la vita quotidiana consiste nel tentativo di assimilare ogni tipo di esperienza
così la conversazione si propone come quella retorica che permette di parlare di tutto, il che non è facile
perché consiste comunque in un insieme di regole da rispettare. Il rischio del Buildungsroman è che le idee
si allontanino troppo dalla vita la quale con la sua vocazione antropocentrica e pratica va a subordinare a sé
la manifestazione del pensiero con l’arte della conversazione, e ne trae un linguaggio plastico e malleabile.
Il linguaggio e la retorica costituiscono il romanzo, genere che non ha voluto accentuare la propria
irriconducibilità al linguaggio comune e a contribuito a nobilitare e diffondere l’idea di normalità linguistica,
rendendo significativa quella forma di discorso volta a convertire il concreto in astratto e viceversa. Viene
escluso il linguaggio politico dei pamphlet rivoluzionari, dal freddo ed audace universalismo dei principi.
(trama paziente lenta vs strappo e ricominciamento). L’ostilità nei confronti dello stato lega il romanzo al
Buildingsideal. Humboldt nel suo saggio sui limiti dell’attività dello stato esprime la convinzione che lo
stato debba limitarsi a punire i reati e condurre guerre, il suo intervento nella vita sociale sarebbe ostile
all’armonica formazione dei singoli. Lo stato incarna una forma di coesione sociale meccanica e astratta,
estranea alle mille articolazioni della vita quotidiana. Il suo tendersi alla vita quotidiana si concluderebbe
con l’arbitrio e violenza, quando la società civile appare quale l’area dei vincoli spontanei, ove l’autorità
dominante è inavvertibile quando quella dello stato sarebbe capillare e preventiva di ogni tipo di infrazione,
utopica. Quest’aristocrazia utopica è quella della Torre che sebbene non sia male, se fosse realmente
esistita, l’Europa non avrebbe conosciuto l’illuminismo. Lo scopo della massoneria, scrive Lessing, è di
rendere più innocue possibili le conseguenze dei mali dello stato, su questa frase si può leggere il significato
del romanzo di formazione che nel suo valore simbolico deve amalgamare e filtrare le conseguenze dei
meccanismi sociali. La vita quotidiana affinché possa dare i suoi frutti, i rapporti sociali devono godere di un
certo equilibri, se questo salta non si avrà quotidianità né personalità né armonia né conversazione. La crisi
rivoluzionaria intacca la vita quotidiana anche sul piano percettivo. Il romanzo infatti si fonda sul
presupposto che i rapporti sociali siano rappresentati attraverso il filtro della personalizzazione, che è il
paradigma della famiglia Bennet, che legge il destino sociale secondo strategie matrimoniali. Non esistono
commercio o aristocrazia ma mercanti individuali, diversi e personalizzati e pertanto umanizzati, tollerabili
e bilanciati. La semplicità dell’astrazione è ciò da cui il romanzo intende distogliere il nostro sguardo. Se
esso tace di fronte alla rottura rivoluzionaria è perché questa rende visibile la sostanza astratta ed
unilaterale delle grandi forze su cui poggia la civiltà e che il romanzo cerca di esorcizzare con l’arte del
compromesso. A differenza di ciò che avverrà nel romanzo 800, in quello di formazione la fine e il fine
coincidono, il racconto si arresta non appena è giunto a compimento del progetto del protagonista con il
happy ending. Hegel in un testo della Fenomenologia dice che il tempo esiste soltanto in funzione di
condurre alla fine e di permettere l’epifania di un’essenza. Ossia si vuole dire che il senso non viene più
attribuito con un atto soggettivo e mutevole nel tempo, è divenuto ontologico racchiuso da stabili relazioni.
Nello scambio simbolico del Buildunsroman, se si vuol godere di un’assoluta libertà in un’area specifica
della propria esistenza, diventa necessario che anche in altri settori dell’agire sociale regni viceversa una
totale concordia. La vita quotidiana esige una stabilità dei rapporti sociali. Al suo interno tutto deve essere
personalizzato, al di fuori tutto ha una consistenza oggettiva. Il Buildungsroman fa si che il lettore
percepisca il testo attraverso gli occhi del protagonista, cosa logica considerando che la lettura si propone
di seguire il suo percorso di formazione, si identifica con lui e ne condivide la parzialità ed individualità. A un
certo punto desidera liberarsene perché quando si assume un punto di vista, si vuole innanzitutto vedere,
cosa che il protagonista non permette perché il suo punto di vista è troppo spesso erroneo. Mentre
inizialmente gli errori sono semplice frutto dell’ignoranza infantile, procedendo diventano errori di
pregiudizio. Nel cap 36 Elizabeth Bennet affibbia a se stessa una sequenza di attributi: ossia blind, partial e
prejudiced ossia cieca, settaria e prevenuta che indicano con concisione i due campi del pregiudizio: quello
della cecità di tipo gnoseologico (il pregiudizio appare come contrario della verità, a causa dello giudicare
prematuro→pride e prejudice prima si chiamava first impressions), il secondo campo è quello semantico,
che è in senso lato sociologico e dove il pregiudizio è partigianeria, parzialità. Il difetto del pregiudizio non è
la debolezza gnoseologica ma la forza disgregatrice dello spirito di parte. È necessario che il protagonista e
lettore si liberino del pregiudizio per poter aspirare ad un modello di socializzazione imperniata sulla
totalità organica. Il pregiudizio è il corpo narrativo in cui prende corpo la critica della società civile borghese
nella sua massima espressione culturale: la sfera dell’opinione pubblica. I protagonisti sono i più indicati per
produrre una storia ma i meno indicati a farla concludere. Dominano l’intreccio ma non hanno controllo
sulla fabula. In un tempo collegato alla Riv. Francese per ovviare a questo pericolo, il Buildungsroman opera
una netta divisione tra le due parti: a Wilhelm ed Elizabeth l’intreccio, alla Torre e a Darcy la fabula. In
conclusione per sopravvivere dovrà riconoscere la propria fatuità, all’esercizio critico e dinamico dovrà
subentrare la fiduciosa disponibilità dell’ascolto. Si crea la contrapposizione tra sospetto ed ascolto perché
mentre nel primo si guarda al mondo come ad un sistema conflittuale in cui essenziale è l’interpretazione,
nel secondo il mondo appare come il prodotto di un sistema di emanazione: per coglierne il significato
bisognerà lasciare che la sua essenza si manifesti da sé. Ogni intervento interpretativo rischia di
compromettere il senso cadendo nell’arbitrio e pregiudizio. Gli errori infatti nascono dal volersi porre senza
motivo in alterità al mondo. Nella storia del pensiero estetico ciò contro cui Billy elmo ed Elisabeth si
battono va sotto il nome di modo di rappresentazione simbolico. Da un lato l'allegoria ossia coesione
meccanica arbitraria sempre imperfetta e dall'altro il simbolo fluidità dei legami organici si in un mondo in
cui il senso vivente dell'autorità fa ancora un tutt'uno con la vita di ogni giorno. La costruzione simbolica
pone sempre il singolo momento dell’opera in connessione con gli altri. In tal modo è al tempo stesso
conservato nella sua singolarità e reso significativo. La perfetta traduzione in sede estetica del mondo può
essere trovata nel Buildungsroman: una totalità fitta di connessioni che permette all’individuo di rimanere
tale e insieme di acquistare senso. Distinzione tra simbolo e lirica può appartenere anche al romanzo.
Affinchè si giunga all’epifania del senso è necessario che qualcuno se ne faccia garante. Nelle ultime pagine
di orgoglio e preg. tutte le domande sono poste da un’unica voce e risposte da un’altra unica ed
onnipresente. Questo processo fa si che si superi non l’alienazione bensì l’interpretazione. Il senso che
illumina il finale del Buil. È un senso octroyee: largito benevolmente al suddito plasmabile, non strappato e
costruito a fatica dal libero cittadino. Considerando l'epoca in cui sono stati scritti il meister tra il 94 e il 96 e
orgoglio e pregiudizio nel 96 97 questo lungi dall'essere il compimento dei decenni illuministi e invece
l'estrema riformulazione di un'altra assai più modesta aspirazione settecentesca. L'aspirazione ha un
meccanismo di promozione sociale che sappia conciliare anziché estraniare le due principali classi
proprietarie dell'epoca. Ritrovata la concordia entro la classe dominante il romanzo di formazione racconta
come sarebbe potuta evitare la rivoluzione francese. Non è difatti un genere letterario che si dispiega in
Germania dove la rivoluzione non è alcuna possibilità bensì in Inghilterra. In Francia il modello socio
culturale del romanzo sarebbe apparso irreale infatti non vi mise radici. quando si dice che si sarebbe
potuta evitare la rivoluzione francese ci si chiede quale cultura poteva essere attratta da un esperimento
così fantascientifico. La cultura che vide nella rivoluzione segno di declino inarrestabile ossia quella della
grande Fondiaria riformatrice. I suoi lettori non devono essere coloro che non dubitano della supremazia
dei loro principi ma i lettori borghesi i quali vengono educati, convinti dell'assurdità dei suoi valori culturali
gli viene dimostrato quanto sia vantaggiosa la conciliazione sociale. E a lui che viene offerta l'appartenenza
felice a una totalità armonica ossia il senso in cambio della libertà. Lo scambio proposto che permette la
dolce insomma sensazione di appartenere a un sistema che pensa a tutto contro la possibilità di disporre
della vita a proprio rischio e pericolo è diventato familiare in seguito agli studi sulla cultura di massa. Vi
vediamo l'epilogo anti liberale della dialettica dell'illuminismo: la borghesia tradita da se stessa, tradita
perché restiamo convinti che in qualche tempo imprecisato devo aver conosciuto una fase eroica. Il
romanzo di formazione ci fa domandare se quella fase sia mai davvero esistita, se la sfera pubblica razziale
sia mai stato un'ideale così diffuso tra coloro che erano definiti liberi individui. Si era partiti dagli studio
borghese tra l'aspirazione dell'individuo alla propria autonomia e l'integrazione nel sistema sociale.
L'immagine della fuga dalla libertà costituisce la soluzione del dilemma infatti quando la logica
dell'integrazione sociale si presenta come un che di interiorizzato, un'aspirazione che l'individuo ha fatto
propria ciò vuol dire che la socializzazione non è più sentita come una necessità ma come opzione di valore,
è diventata legittima. La valorizzazione dell'esistente operata nel romanzo di formazione induce a svolgere
lo sguardo all'indietro la bildung si conclude all'insegna del ricordo della memoria volontaria, della
razionalizzazione del cammino percorso. In orgoglio e pregiudizio infatti l'incontro di Elisabeth e darsi e un
preludio al matrimonio. voi e l'autrice anziché motivare l'incontro con temporale improvviso non
sentimento di mrs3 gardiner descrive che i due si rivedono perché elisabet ritarda la partenza voltandosi
indietro per rivedere un ritratto di darsi e la sua casa. Diò che permette di riincontrarsi è dunque l’atto di
tornare sui propri passi e riesaminare ciò che appartiene al passato. Lukacks definisce il buildungsroman
quale una sintesi o compromesso ma poi questa definizione risulta esitante in quanto i principi contrastanti
del compromesso raggiungono un accordo ma senza perdere la loro diversità. È dopo aver connesso tutti i
principali episodi della sua vita ad altrettanti interventi della torre che Wilhelm comprende la direzione
della sua ricerca e riconosce lo scopo a cui essa da sempre tendeva. Nel buildungsroman pertanto si può
dire che il senso da attribuire alla vicenda è sempre ed intimamente collegato alla soluzione di un enigma.
Una narrazione sorretta dall’esistenza di un mistero e conclusa con la soluzione riporta in primo piano la
coppia fabula ed intreccio che nel corso del romanzo si separano per tornare a coincidere nel finale. Lo
scopo del buildungsroman è di acuire la discrepanza che nasce dalla particolare combattività politica della
società borghese che vede non coincidere i valori dell'etica dominante e della prassi dominante, di valori
professati che formano la nostra anima e valori operanti nella società, L'educazione di wilhelm ed Elizabeth
consiste nel riconoscere che la superiorità sociale fa un tutt uno con la superiorità morale. E il momento
magico del termine inglese improvement che per alcuni decenni coniuga l'idea di modernizzazione
economica con quella di miglioramento morale e relativa virtù. L’esistenza così breve di questo genere si
deve al fatto che poche opere si conformano pienamente ai suoi principi. La stessa Jane Austen dopo aver
scritto pide and prejudice fa ammettere ad un personaggio di mansfield park che esere
contemporaneamente honest and rich è impossibile. Forse poteva essere convincente a patto che
l'esperienza storica lo rendesse ancora concepibile ma il contesto storico culturale adeguato ebbe vita
molto breve infatti le principali scelte narrative di Goethe e Austin come la fisionomia sociale intellettuale
del protagonista, la provvisoria inadeguata centralità del suo punto di vista, del carattere totalizzante del
finale sono diramazioni del fatto che sia possibile evitare la rivoluzione francese o evitare che abbia effetti
irreversibili. Quando si capisce che le cose sarebbero andate diversamente il mondo si apre ha un conflitto
di valori incessante.

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