Nel seguente tema andremo ad analizzare il periodo del romanzo decadente, tramite 3 testi in particolare: Il triste destino di una tartaruga estrapolato da Controcorrente, Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde e Il piacere di d’Annunzio. Se parliamo di decadentismo uno dei massimi esponenti che rappresentò questa corrente letteraria fu Joris-Karl Huysmans. Quest’ultimo scrisse quella che viene considerata un po’ la bibbia del decadentismo ovvero Controcorrente. Quest’opera ha solo un personaggio e non ha finale e parla di quest’uomo Jean Des Esseintes che cerca di scappare dalla città per andare a vivere in campagna, ecco appunto il motivo del nome Controcorrente. In un periodo in cui la gente fugge dalle campagne il nostro protagonista farà il contrario ma col tempo egli si renderà conto di non essere in grado di vivere isolato dal mondo e finirà per impazzire. Alla fine sotto consiglio del medico fa ritorno in città facendoci capire che non si può andare controcorrente. Noi dell’intera opera abbiamo analizzato un passaggio in particolare, ovvero Il triste destino di una tartaruga; il nostro protagonista comincia ad abbellire la propria abitazione con i colori più sgargianti e i materiali piu preziosi ma non ne ha abbastanza allora decide di prendere una tartaruga e posizionarla al centro del salotto. Vedendo che non abbelliva come egli pensava decide di farla riempire delle pietre piu preziose, allora Des Esseintes si ritenne soddisfatto ma la tartaruga esageratamente ricoperta di pietre preziose non riesce a muoversi e finisce per morire. Successivamente andremo ad analizzare Il ritratto di Dorian Gray opera scritta da O. Wilde e parla del concetto di eterna giovinezza. Basil Hallward è un giovane pittore benestante entrato in amicizia con Dorian Gray un ragazzo giovane, bellissimo, ricco e orfano. L’artista rimasto catturato dalla bellezza del ragazzo decise di immortalare essa in un dipinto. Immediatamente fa la sua entrata in scena un altro personaggio, il dandy lord Henry Wotton. Durante una visita al pittore, l’uomo vede il quadro di Dorian ed esorta Basil a esporre il dipinto. Basil è geloso del suo lavoro e tiene moltissimo al ragazzo: non esporrà il ritratto, lo ritiene un suo tesoro personale ed è disposto a cederlo solo al suo caro amico Dorian Gray. Immediatamente fa la sua entrata in scena un altro personaggio, il dandy lord Henry Wotton. Durante una visita al pittore, l’uomo vede il quadro di Dorian ed esorta Basil a esporre il dipinto. Basil è geloso del suo lavoro e tiene moltissimo al ragazzo: non esporrà il ritratto, lo ritiene un suo tesoro personale ed è disposto a cederlo solo al suo caro amico Dorian Gray. Quest’ultimo vedendo il dipinto desidera che sia esso ad invecchiare al posto suo e così fu. Frequentando la realtà londinese il nostro protagonista si imbatte in un’attrice di cui s’innamora per le sue capacità recitative, Sybil Vane, i suoi amici cercano di dissuaderlo ma senza successo. Una sera l’attrice recita in maniera pessima e Dorian con l’unica certezza di amarla per la recitazione la lascia e Sybil per la tristezza si suicida, ma il protagonista non prova alcun sentimento o rimpianto. Passati diciotto anni Dorian Gray si dà alla bella vita abusando di droghe e frequentando i bordelli dei sobborghi di Londra. Facendo una visita all’amico pittore vede il dipinto sfigurato che rappresenta un vecchio pieno di rughe e malformazione dovute ai peccati commessi da Dorian, l’amico invoglia il protagonista a redimersi ma quest’ultimo rifiuta litigando con l'amico e uccidendolo. Successivamente farà un’incontro particolare, il fratello di Sybil, James che riconoscendolo vuole ucciderlo ma Dorian riesce a dissuaderlo dicendo che non può essere lui essendo passati così tanti anni e senza essere invecchiato di una virgola. L’assassinio di Basil e l’incontro con James tormentano Dorian fino a farlo impazzire, e non vedendoci più decise di distruggere il quadro. La distruzione del quadro porterà a scambiare Dorian col dipinto, e quando verrà trovato sarà nelle forme di un vecchio malforme. Questo macabro avvenimento nasconde un messaggio più ampio: è l'apice del declino e della corruzione di Dorian che arriva non solo a compiere un gesto tanto crudele verso l'uomo che più di ogni altro lo aveva caro, ma anche a distruggere l'unico uomo che ancora costituiva, per lui, la voce di una coscienza. Il tema centrale del romanzo tocca una corda costantemente viva nell’animo dell’uomo, e quindi di ogni lettore che si sia imbattuto nella lettura del romanzo di Wilde. Nessuno può dirsi veramente indifferente allo scorrere del tempo: in misura più o meno intensa l’uomo ha cercato dall’alba dei tempi di lasciare un segno del suo passaggio effimero nel mondo, attraverso l’arte, attraverso imprese eroiche o guerre, per poter morire sapendo di esserci stato, di aver lasciato la sua impronta. Questo sentimento è legato alla fugacità dell’esistenza, alla consapevolezza di dover invecchiare e morire.
L’ultimo elaborato che andremo ad analizzare
è estrapolato dal secondo capitolo Del piacere di d’Annunzio e si intitola tutto impregnato d’arte. Il secondo capitolo del romanzo è incentrato sulla descrizione del protagonista: la sua educazione, la sua giovinezza. Proprio da questo brano inoltre comprendiamo che Andrea Sperelli è un esteta. Infatti D’Annunzio utilizza espressioni che è importante sottolineare perché racchiudono quello che è il suo pensiero. Andrea Sperelli è l’unico erede di una nobile famiglia. È un gentiluomo, ma anche un artista. La sua famiglia è una razza di intellettuali: ha sempre lavorato con l’intelletto e non ha mai fatto nulla di pratico nella vita. Si considera inoltre un giovin signore. Ricorda non solo l’espressione di Parini, ma sicuramente è anche quello che d’Annunzio voleva essere quando arriva a Roma: partecipare alla high life e circondarsi di bellezza. Andrea Sperelli è un esteta che ama circondarsi di donne e di bellezza. La passione per la bellezza è uno dei tratti dominanti della figura di Andrea, una passione nata e nutrita durante i viaggi fatti insieme al padre, grazie al contatto diretto con quadri e sculture. L’altro tratto distintivo è l’avidità di piaceri, di nuove sensazioni, la curiosità per esperienze eccentriche. Bisogna provare ogni cosa per non avere rimpianti: questo è il motto di vita di Andrea Sperelli. Andrea inoltre venne educato dal padre: gli trasmise l’amore per la bellezza, i piaceri, l’arte. Ma l’insegnamento non prevedeva certo etica e morale, completamente libero da precettori fino alla sregolatezza e fondata su un’esperienza diretta della vita. Ma la bellezza e l’arte sono diventate per lui oggetto di culto estremo: la bellezza è adorata come una divinità e il piacere è diventato una ricerca insaziabile, il che è indice di egoismo e di mancanza di equilibrio. Anche il disprezzo della morale comune, che in sé denoterebbe capacità critica, è in lui esasperato e perciò non costruttivo. Come possiamo notare d'Annunzio predilige più l'aspetto formale che il contenuto. I romanzi di d'Annunzio infatti sono privi di dinamismo: abbondano di descrizioni e di scene. lo stile è omogeneo, la lingua è molto raffinata. La lingua e lo stile sono aderenti al personaggio. D'Annunzio utilizza un lessico colto e raffinato. Utilizza una lingua colta perché più vicino al latino. La sintassi non è molto complicata. L'amore per la lingua raffinata impone anche di utilizzare parole straniere quando non si trova un equivalente italiano.
3. Ventotto Epigrammi Di MARCO VALERIO MARZIALE (38 o 41- 104 d.C.) Scelti e Tradotti Da Mario Fresa _ L'Ombra Delle Parole Rivista Letteraria Internazionale