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Stevanovic Alessandro 5telB

Elaborato sul romanzo decadente


Nel seguente tema andremo ad analizzare il
periodo del romanzo decadente, tramite 3
testi in particolare: Il triste destino di una
tartaruga estrapolato da Controcorrente, Il
ritratto di Dorian Gray di O. Wilde e Il piacere
di d’Annunzio.
Se parliamo di decadentismo uno dei massimi
esponenti che rappresentò questa corrente
letteraria fu Joris-Karl Huysmans.
Quest’ultimo scrisse quella che viene
considerata un po’ la bibbia del decadentismo
ovvero Controcorrente. Quest’opera ha solo un
personaggio e non ha finale e parla di
quest’uomo Jean Des Esseintes che cerca di
scappare dalla città per andare a vivere in
campagna, ecco appunto il motivo del nome
Controcorrente.
In un periodo in cui la gente fugge dalle
campagne il nostro protagonista farà il
contrario ma col tempo egli si renderà conto di
non essere in grado di vivere isolato dal
mondo e finirà per impazzire. Alla fine sotto
consiglio del medico fa ritorno in città
facendoci capire che non si può andare
controcorrente.
Noi dell’intera opera abbiamo analizzato un
passaggio in particolare, ovvero Il triste
destino di una tartaruga; il nostro protagonista
comincia ad abbellire la propria abitazione con
i colori più sgargianti e i materiali piu preziosi
ma non ne ha abbastanza allora decide di
prendere una tartaruga e posizionarla al
centro del salotto.
Vedendo che non abbelliva come egli pensava
decide di farla riempire delle pietre piu
preziose, allora Des Esseintes si ritenne
soddisfatto ma la tartaruga esageratamente
ricoperta di pietre preziose non riesce a
muoversi e finisce per morire.
Successivamente andremo ad analizzare Il
ritratto di Dorian Gray opera scritta da O.
Wilde e parla del concetto di eterna
giovinezza.
Basil Hallward è un giovane pittore benestante
entrato in amicizia con Dorian Gray un ragazzo
giovane, bellissimo, ricco e orfano. L’artista
rimasto catturato dalla bellezza del ragazzo
decise di immortalare essa in un dipinto.
Immediatamente fa la sua entrata in scena un
altro personaggio, il dandy lord Henry Wotton.
Durante una visita al pittore, l’uomo vede il
quadro di Dorian ed esorta Basil a esporre il
dipinto. Basil è geloso del suo lavoro e tiene
moltissimo al ragazzo: non esporrà il ritratto,
lo ritiene un suo tesoro personale ed è
disposto a cederlo solo al suo caro amico
Dorian Gray.
Immediatamente fa la sua entrata in scena un
altro personaggio, il dandy lord Henry Wotton.
Durante una visita al pittore, l’uomo vede il
quadro di Dorian ed esorta Basil a esporre il
dipinto. Basil è geloso del suo lavoro e tiene
moltissimo al ragazzo: non esporrà il ritratto,
lo ritiene un suo tesoro personale ed è
disposto a cederlo solo al suo caro amico
Dorian Gray.
Quest’ultimo vedendo il dipinto desidera che
sia esso ad invecchiare al posto suo e così fu.
Frequentando la realtà londinese il nostro
protagonista si imbatte in un’attrice di cui
s’innamora per le sue capacità recitative, Sybil
Vane, i suoi amici cercano di dissuaderlo ma
senza successo.
Una sera l’attrice recita in maniera pessima e
Dorian con l’unica certezza di amarla per la
recitazione la lascia e Sybil per la tristezza si
suicida, ma il protagonista non prova alcun
sentimento o rimpianto.
Passati diciotto anni Dorian Gray si dà alla bella
vita abusando di droghe e frequentando i
bordelli dei sobborghi di Londra.
Facendo una visita all’amico pittore vede il
dipinto sfigurato che rappresenta un vecchio
pieno di rughe e malformazione dovute ai
peccati commessi da Dorian, l’amico invoglia il
protagonista a redimersi ma quest’ultimo
rifiuta litigando con l'amico e uccidendolo.
Successivamente farà un’incontro particolare,
il fratello di Sybil, James che riconoscendolo
vuole ucciderlo ma Dorian riesce a dissuaderlo
dicendo che non può essere lui essendo
passati così tanti anni e senza essere
invecchiato di una virgola.
L’assassinio di Basil e l’incontro con James
tormentano Dorian fino a farlo impazzire, e
non vedendoci più decise di distruggere il
quadro. La distruzione del quadro porterà a
scambiare Dorian col dipinto, e quando verrà
trovato sarà nelle forme di un vecchio
malforme.
Questo macabro avvenimento nasconde un
messaggio più ampio: è l'apice del declino e
della corruzione di Dorian che arriva non solo a
compiere un gesto tanto crudele verso l'uomo
che più di ogni altro lo aveva caro, ma anche a
distruggere l'unico uomo che ancora
costituiva, per lui, la voce di una coscienza.
Il tema centrale del romanzo tocca una corda
costantemente viva nell’animo dell’uomo, e
quindi di ogni lettore che si sia imbattuto nella
lettura del romanzo di Wilde. Nessuno può
dirsi veramente indifferente allo scorrere del
tempo: in misura più o meno intensa l’uomo
ha cercato dall’alba dei tempi di lasciare un
segno del suo passaggio effimero nel mondo,
attraverso l’arte, attraverso imprese eroiche o
guerre, per poter morire sapendo di esserci
stato, di aver lasciato la sua impronta. Questo
sentimento è legato alla fugacità
dell’esistenza, alla consapevolezza di dover
invecchiare e morire.

L’ultimo elaborato che andremo ad analizzare


è estrapolato dal secondo capitolo Del piacere
di d’Annunzio e si intitola tutto impregnato
d’arte.
Il secondo capitolo del romanzo è incentrato
sulla descrizione del protagonista: la sua
educazione, la sua giovinezza. Proprio da
questo brano inoltre comprendiamo che
Andrea Sperelli è un esteta.
Infatti D’Annunzio utilizza espressioni che è
importante sottolineare perché racchiudono
quello che è il suo pensiero. Andrea Sperelli è
l’unico erede di una nobile famiglia. È un
gentiluomo, ma anche un artista. La sua
famiglia è una razza di intellettuali: ha sempre
lavorato con l’intelletto e non ha mai fatto
nulla di pratico nella vita. Si considera inoltre
un giovin signore. Ricorda non solo
l’espressione di Parini,
ma sicuramente è anche quello che
d’Annunzio voleva essere quando arriva a
Roma: partecipare alla high life e circondarsi di
bellezza. Andrea Sperelli è un esteta che ama
circondarsi di donne e di bellezza. La passione
per la bellezza è uno dei tratti dominanti della
figura di Andrea, una passione nata e nutrita
durante i viaggi fatti insieme al padre, grazie al
contatto diretto con quadri e sculture. L’altro
tratto distintivo è l’avidità di piaceri, di nuove
sensazioni, la curiosità per esperienze
eccentriche. Bisogna provare ogni cosa per
non avere rimpianti: questo è il motto di
vita di Andrea Sperelli.
Andrea inoltre venne educato dal padre: gli
trasmise l’amore per la bellezza, i piaceri,
l’arte. Ma l’insegnamento non prevedeva certo
etica e morale, completamente libero da
precettori fino alla sregolatezza e fondata su
un’esperienza diretta della vita. Ma la bellezza
e l’arte sono diventate per lui oggetto di culto
estremo: la bellezza è adorata come una
divinità e il piacere è diventato una
ricerca insaziabile, il che è indice di egoismo e
di mancanza di equilibrio.
Anche il disprezzo della morale comune, che in
sé denoterebbe capacità critica, è in lui
esasperato e perciò non costruttivo.
Come possiamo notare d'Annunzio predilige
più l'aspetto formale che il contenuto. I
romanzi di d'Annunzio infatti sono privi di
dinamismo: abbondano di descrizioni e di
scene.
lo stile è omogeneo, la lingua è molto raffinata.
La lingua e lo stile sono aderenti al
personaggio. D'Annunzio utilizza un lessico
colto e raffinato. Utilizza una lingua colta
perché più vicino al latino. La sintassi non è
molto complicata. L'amore per la lingua
raffinata impone anche di utilizzare parole
straniere quando non si trova un equivalente
italiano.

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