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RAPPORTO FEDERFARMA SULLA FARMACIA ITALIANA

Federfarma è la federazione nazionale dei titolari di farmacia italiana.

Include in questo rapporto anche una serie di aspetti che riguardano l’attuale emergenza covid.

La farmacia è un’impresa professionale a tutela della salute.

Nella prospettiva di Federfarma e di chi gestisce la federazione, la farmacia è un esercizio al dettaglio la cui
peculiarità è legata al fatto di essere un’impresa al dettaglio di tipo professionale dove il core della
distintività è la professionalità del farmacista.

In passato la farmacia non era ancora stata integrata nel sistema sanitario nazionale, il cui fine è proprio la
tutela della salute.

Il professor Borgonovi in un suo articolo scrisse: “La tutela della salute è il fine, l’azienda è il mezzo”.

Per sanità si intende un insieme di azioni volte a salvaguardare e a gestire le esigenze di salute della
collettività, il passaggio da sanità a salute è pieno di significati che implica spostare l’ottica dalle strutture al
fine.

Il mantenimento della struttura richiede gestione, attenzione e risorse.


La struttura finisce quindi per impegnarsi a gestire se stessa perdendo di vista
l’obiettivo per cui è stata creata.

I capitoli trattati riguardano:

 Il rapporto con il pubblico


 Accessibilità del servizio
 L’impresa farmacia Con questa nuova edizione della “Farmacia Italiana” si conferma la
 L’occupazione in farmacia volontà di Federfarma di migliorare la conoscenza, da parte delle
 Caratteristiche strutturali Istituzioni, della Politica, degli Stakeholder di settore, dell’opinione
 La situazione economica pubblica, delle attività svolte dalle farmacie a favore della collettività,
 La distribuzione del farmaco della situazione e delle prospettive di sviluppo del servizio
 La classificazione dei farmaci farmaceutico. Conoscere meglio la farmacia, infatti, significa poterla
 La distribuzione del farmaco SSN valorizzare, sfruttarne le potenzialità per andare incontro ai bisogni
 Impatto delle liberazioni della popolazione, ma anche comprenderne le difficoltà e creare
 La E-Pharmacy condizioni per favorirne lo sviluppo sempre nell’ottica di migliorare la
 Le prospettive future qualità della vita delle persone.
 Federfarma cos’è e cosa fa

Va considerato che, in questi anni, l’evoluzione del settore farmaceutico è stata influenzata da alcuni fattori
fondamentali:

• l’aumento dell’età media della popolazione, quindi l’invecchiamento della popolazione;


• il contenimento della spesa farmaceutica convenzionata;
• l’informatizzazione;
• le liberalizzazioni.
La popolazione invecchia e l’aspettativa di vita si è allungata rispetto al secolo scorso.

Ciò comporta l’aumento delle patologie cronico-degenerative e dei costi per il SSN (Sistema sanitario
nazionale), chiamato a fornire farmaci, prestazioni diagnostiche, ricoveri per periodi sempre più lunghi e
per malattie dalle quali non si guarisce, ma ci si deve curare per tutta la vita.

Da qui la necessità di individuare soluzioni che consentano di assistere i pazienti cronici, anziani e fragili sul
territorio e non in ospedale, sfruttando la rete dei professionisti territoriali, evitando di conseguenza, di
gravare sul SSN, preservando le, a volte, scarse risorse disponibili.

A tal proposito la normativa sui nuovi servizi in farmacia è finalizzata


a potenziare la funzione di presidio sanitario territoriale della farmacia,
supportando Asl e medici, per sgravare le strutture sanitarie pubbliche
da oneri economici ed organizzativi.

Il ricorso all’assistenza territoriale e domiciliare o addirittura ai servizi di ospedalizzazione domiciliare non è


una misura attuata a seguito della forte domanda da parte dei pazienti, ma dipende dall’elevata offerta,
perché è chiaro che questo tipo di soluzione è offerta dal sistema, non è domandata dal mercato.

Seppure il sistema sanitario si organizzasse adeguatamente per le erogazioni di prestazioni più intense a
livello territoriale e soprattutto domiciliare, il domicilio stesso, la famiglia stessa, il paziente stesso devono
essere ben predisposti ad accogliere questo tipo di proposta perché, trattandosi appunto di un sistema,
questo si compie col coinvolgimento di tutte le componenti.

Non è possibile considerare il paziente come una componente passiva del sistema; il paziente non subisce
la prestazione come accade tipicamente quando va in ospedale ove il paziente diventa un numero.

Da qui è facile comprendere come la gestione domiciliare non sia banale bensì complessa e probabilmente
una delle attività più complesse anche perché si sviluppa in un contesto fuori dal sistema sanitario, le cui
possibili interazioni tra paziente e ambiente familiare/sociale non possono esser controllate.

La farmacia, come presidio del territorio, assume un ruolo fondamentale perché è quell’anello logistico, di
servizio che è prontamente disponibile per la gestione attiva dell’assistenza a livello territoriale e
domiciliare.

Deve uscire fuori da questa limitata visione tradizionale il cui unico servizio è la dispensazione di farmaci, di
specialità medicinali.

In questi anni, sono state varate a livello nazionale diverse misure di contenimento della spesa
farmaceutica convenzionata (tagli dei prezzi, trattenute alle farmacie, diffusione dei medicinali
equivalenti), alle quali si sono aggiunti numerosi e variegati interventi adottati dalle singole Regioni.

La distribuzione diretta, in particolare, è uno degli interventi che ha escluso la farmacia


dal processo di distribuzione di molti medicinali, soprattutto quelli di nuova registrazione
ad alto costo, con una perdita sia economica che di ruolo e di “cultura”.

Ciò ha comportato disagi per il cittadino con livelli di assistenza non più uniformi ed una qualità più bassa
del servizio, infatti, la riduzione del servizio della farmacia immediatamente è una ricaduta negativa per il
cittadino che finisce per avere un servizio di più basso livello rispetto a quello che in potenzialità sarebbe
garantito dalla farmacia.
In questi anni il processo di informatizzazione della sanità ha compiuto importanti passi in avanti ma molto
lentamente. Grazie all’impegno delle farmacie e al fatto che la rete delle farmacie stesse è informatizzata
ormai da tempo, si sono potute introdurre nel settore grandi innovazioni.

Ad esempio, l’utilizzo della ricetta elettronica che ha raggiunto oggi oltre l’80% del totale delle ricette SSN a
livello nazionale.
L’informatizzazione è un grande valore aggiunto che la farmacia garantisce alla parte pubblica e che può
essere ulteriormente valorizzato per migliorare la qualità del servizio offerto alla popolazione e favorire il
corretto uso del farmaco.

Ad esempio, sul fronte delle applicazioni informatiche, l’utilizzo da parte delle farmacie di piattaforme web
per l’erogazione di farmaci in distribuzione per conto (WebDPC) e di presidi di assistenza integrativa
(WebCare) consente di monitorare e tenere sotto controllo la distribuzione dei vari prodotti erogati dal SSN,
garantendo trasparenza e riducendo gli sprechi.

Nell’ambito delle liberalizzazioni, numerosi cambiamenti hanno influenzato le attività delle farmacie
italiane. Ultimo intervento in ordine di tempo è la legge sulla Concorrenza del 2017.

Che ha previsto la possibilità per le società di capitali di essere titolari


di farmacia e di creare catene di farmacie.

Questa novità, in particolare, se non adeguatamente affrontata e monitorata, rischia di avere un impatto
rilevante sull’assetto del servizio farmaceutico, in quanto consente l’ingresso nel settore di grandi gruppi
commerciali e di farmacie modello drug-store che rischiano di mettere in crisi le farmacie indipendenti.

Il fatto di diventare rete potrebbe accentuare la natura più commerciale della farmacia,
il che comporterebbe una standardizzazione dell’impresa: ogni singola farmacia facente
parte della stessa rete offrirebbe la stessa tipologia di servizio, avrebbe la stessa
organizzazione strutturale e gestionale il che avrebbe una forte ripercussione sulla
prestazione professionale e personale tipica della farmacia quando è presidiata dal professionista.

Dal lato economico però, acquistare attrezzature per farmacie a succursali consente di abbattere
moltissimo i costi medi dell’equazione del profitto, garantendo una ricollocazione del guadagno e quindi
investendolo in risorse e innovazione, lo si può trattenere come margine oppure trasferirlo sul prezzo
ovvero applicare degli sconti.

Quando c'è stata la concentrazione della distribuzione a partire dagli anni ‘70, la prima cosa che facevano le
imprese a succursali era centralizzare gli acquisti, perché lo scopo dell’associazionismo, era soprattutto
quello di risparmiare sugli acquisti. Sul fronte delle vendite ognuno manteneva più o meno la propria
autonomia, ma le esigenze locali del mercato sono sempre differenziate, sono sempre uniche.

Quindi questo approccio di standardizzazione non è risultato più efficiente,


dovevano quindi garantire una minima differenziazione nell’assortimento e
nei servizi erogati, tra i diversi punti vendita che fanno parte di una stessa rete.

La liberalizzazione delle farmacie, quindi la creazione di queste grandi catene, potrebbe comunque portare
dei vantaggi sul territorio perché ovviamente una catena di farmacie presuppone che ci sia un capitale
maggiore e un capitale maggiore può dare maggiori servizi.
Molte catene non sono tutti punti vendita di proprietà di un'unica società ma possono essere:
 in parte diretti: quindi di proprietà,
 ed in parte affiliati: in cui l’affiliato è un imprenditore che decide di gestire un'attività imprenditoriale la
cui formula è già definita.

Il franchising è molto comune come strumento.

A fronte di queste tendenze in atto quali risposte possono venire dalla farmacia stessa per garantire la
sostenibilità del sistema sanitario?

Due sono le principali parole d’ordine: prevenzione e aderenza alla terapia.


La farmacia può dare un contributo notevole su questi fronti, come riconosciuto dal Piano nazionale della
cronicità che dedica un capitolo specifico al ruolo delle farmacie, con l’obiettivo di promuoverne il
coinvolgimento nelle attività di educazione sanitaria e prevenzione primaria e secondaria e per l’aderenza
alla terapia, secondo protocolli condivisi con specialisti e mmg.

Tale coinvolgimento è reso possibile dal fatto che le farmacie, grazie alla loro capillarità, rappresentano,
insieme ai medici di medicina generale, il primo punto di accesso al SSN sul territorio ed un punto di
riferimento per il malato cronico e per la sua famiglia.

Per quanto riguarda in particolare l’aderenza terapeutica, che oggi nei malati cronici si aggira mediamente
tra il 40 e il 50%, la farmacia può dare un contributo importante. È stato dimostrato che un intervento del
farmacista, basato su una verifica iniziale per accertarsi che il paziente abbia compreso quali e quanti
farmaci debba assumere e con quali tempi, seguita da un ulteriore momento di controllo sull’andamento
della terapia, incide positivamente sull’aderenza alla terapia.

 Il progetto I-Mur ha fatto emergere un aumento del 35% dell’aderenza dopo 3 mesi e del 40% dopo
6 mesi dall’avvio del percorso di monitoraggio a cura del farmacista.

È un progetto patrocinato dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani e condotto con la
Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent. È il primo studio randomizzato e clusterizzato
mai condotto nel setting della farmacia italiana, e ha valutato l’impatto dell’intervento del
farmacista a supporto dell’aderenza alla terapia sulla salute dei pazienti affetti da asma e sui costi
sanitari correlati.

Anche sul fronte della prevenzione, le farmacie possono dare un importante contributo.

 Campagna Dia Day basata sull’effettuazione di uno screening in farmacia per la prevenzione del
diabete che ha permesso a tantissimi cittadini (160.000 nel 2017 e 130.000 nel 2018) di effettuare
gratuitamente il test della glicemia in tutta Italia e di valutare il grado di rischio di sviluppare la
patologia.

Ovviamente, la farmacia è una struttura inserita in un sistema articolato, di cui fanno parte altri operatori,
oltre che parte di un sistema di 19.000 presidi che devono operare sempre più come un’unica grande rete,
con medesimi obiettivi, strumenti e regole. Inoltre, le farmacie devono integrarsi con le strutture sanitarie
pubbliche e operare sinergicamente con gli altri operatori del territorio per raggiungere l’obiettivo
fondamentale della corretta gestione della cronicità, della prevenzione e della promozione della salute.
L’obiettivo primario di questa edizione di “La farmacia italiana 2018” è proprio quello di valorizzare il
ruolo della farmacia, raccontando la complessità e la specificità della rete capillare delle 19.000 farmacie in
modo da farla diventare sempre più un sistema integrato nel SSN, al servizio dei cittadini e dell’intero
sistema Paese.

Quando si parla di farmacia si tende, a seconda del punto di vista, a far prevalere l’uno o l’altro degli aspetti
che ne caratterizzano la natura. In effetti, la farmacia è un presidio sanitario che svolge anche un’attività
commerciale.

Tale attività serve a garantire la sostenibilità della farmacia stessa.

Che, soprattutto negli ultimi anni, nonostante i tagli alla spesa farmaceutica SSN,
è riuscita a garantire un servizio efficiente e investire nell’erogazione di nuove prestazioni.

La farmacia va quindi considerata un’impresa professionale che opera a tutela della salute pubblica. Tale
è stata considerata dalla Corte costituzionale e dalla Corte di Giustizia Europea nelle varie sentenze
intervenute a ribadire la legittimità della normativa nazionale che regola il funzionamento del servizio
farmaceutico proprio in funzione dell’obiettivo prioritario di garantire il diritto alla salute.

Le regole e i controlli specifici, previsti dal Legislatore, sono finalizzati a garantire a tutti i cittadini un
agevole e sicuro accesso a un bene primario, qual è il farmaco, e differenziano la farmacia dagli esercizi
commerciali.
RAPPOTI CON IL PUBBLICO
Il cuore del ruolo è il rapporto col cittadino paziente.

 Contatti quotidiani
Sono circa 800.000 i cittadini che si recano ogni giorno in farmacia per consulenze sulla salute e 4
milioni le persone che entrano ogni giorno in una farmacia. Gli utenti giornalieri medi sono 230 ma
quelli che ogni giorno si servono di una farmacia mediamente sono 130.

 Farmacia a domicilio
Ogni mese circa 150 cittadini soli, impossibilitati a recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie, si
rivolgono al numero verde nazionale 800.189.521, gestito da Federfarma, per la consegna a domicilio
dei medicinali di cui hanno bisogno. La consegna è effettuata gratuitamente dalla farmacia più vicina
disponibile a svolgere il servizio.
Questo è tipicamente il classico servizio aggiunto che è stato previsto proprio dal sistema sanitario ed è
un possibile strumento di competitività tra farmacie.

 Farmacie notturne
Ogni notte sul territorio nazionale sono aperte 1.800 farmacie, 300 nelle città capoluogo di provincia e
1.500 sul territorio in aggiunta al quale alcune farmacie hanno adottato anche l’apertura H24.
Tramite un rapporto annuale, risalente sempre al 2018, è stato possibile stilare un elenco dei diversi servizi
che le farmacie offrono e analizzare quale, tra quelli elencati, vengono principalmente sfruttati dai pazienti.
L’analisi è stata effettuata su un campione di circa 1300 farmacie ed è emerso che, tra i servizi più diffusi,
troviamo:

La normativa sui nuovi


servizi in farmacia, varata
con il decreto legislativo
n. 153/2009 e con i
successivi decreti
attuativi, ha delineato un
nuovo modello di
farmacia che, oltre al
farmaco, assicura ai
cittadini una serie di
prestazioni aggiuntive nel
campo dei test diagnostici
di prima istanza, degli
screening di prevenzione,
della telemedicina, delle
prenotazioni per via
telematica di visite ed
esami.

Per consentire
l’erogazione di questi
servizi in regime di SSN è
necessario rinnovare la
convenzione farmaceutica
nazionale, cioè l’accordo
tra farmacie e
Regioni/Stato, che regola
il funzionamento del
servizio farmaceutico. La
convenzione, infatti, deve
stabilire le modalità di
svolgimento dei servizi.
Per ora, tali servizi sono erogati a macchia di leopardo sul territorio.

Accessibilità al servizio

l numero delle farmacie continua ad aumentare, il rapporto


effettivo farmacie-abitanti è superiore a quello previsto
dalla legge (oggi, una farmacia ogni 3.300 abitanti,
precedentemente una farmacia ogni 4.000 abitanti nei
centri con più di 12.500 abitanti e una ogni 5.000 abitanti
nei centri con meno di 12.500 abitanti). Questo perché le
farmacie sono presenti anche nei centri abitati con poche
centinaia di abitanti e perché le Regioni hanno sfruttato la
possibilità, prevista dalla legge, di aprire farmacie in zone
disagiate e mal collegate, indipendentemente dal numero di
abitanti.

Permettendo la nascita di un’importante realtà come quella


delle farmacie rurali.

Le farmacie rurali in Italia sono oltre 6.700, sono cioè farmacie situate in comuni o centri abitati con meno
di 5.000 abitanti.
Si tratta di farmacie che, per la loro funzione di presidio sanitario unico e indispensabile sul territorio e per
il fatto di operare in zone disagiate, rendono la prestazione di servizio del farmacista in termini di
competenze è più elevata.

Svolgono una funzione sociale oltre che socioassistenziale, in quanto rappresentano spesso l’unico presidio
sanitario esistente sul territorio, il farmacista rurale deve assicurare una disponibilità totale di giorno, notte
e nelle giornate festive.

Il farmacista rurale vive una situazione imprenditoriale caratterizzata da un forte impegno sotto il profilo
finanziario, in quanto le difficoltà di rifornimento impongono la necessità di dotare la farmacia di ingenti
scorte di medicinali per far fronte immediatamente alle richieste dei malati.

La realtà delle farmacie rurali è molto difficile perché sta diventando assai complicato e molto oneroso
riuscire a garantire il servizio farmaceutico, con gli adempimenti di legge previsti, compresi gli obblighi che
richiedono infrastrutture informatiche avanzata, come quelli in materia di ricetta elettronica, invio
telematico dei dati delle ricette, fatturazione elettronica.

IMPRESA FARMACIA: DITTA INDIVIDUALE O SOCIETA’?

Il 59% delle farmacie è gestito sotto forma di ditta individuale: il proprietario è un singolo farmacista. Il 41%
appartiene a società di farmacisti.

La situazione è destinata a cambiare profondamente a seguito dell’approvazione della legge annuale sulla
Concorrenza, che modifica la norma che consente solo a farmacisti di essere titolari di farmacia e permette
alle società di farmacisti di essere titolari di un massimo di 4 farmacie nella provincia in cui hanno sede
legale. La legge sulla Concorrenza introduce la possibilità per le società di capitale di essere titolari di
farmacia e consente la creazione di catene di farmacie.

Questo rapporto stilato da Federfarma rispecchia mediamente la realtà, ovviamente il tutto dipende dalla
capacità e dalla scelta di innovazione delle singole farmacie, sebbene la tipologia dei servizi forniti,
soprattutto quelli di base, vengano facilmente erogati ai pazienti.

Sicuramente la tipologia di erogazione del servizio è influenzata dalla localizzazione della farmacia, dal fatto
che possa trattarsi o meno di una farmacia indipendente o di una società di farmacie, dal tipo di richiesta e
quindi di necessità che i pazienti possono avere. La localizzazione non dipende solo dalla relazione, stabilita
per legge, tra farmacia-numero di abitanti, ma dipende dalla disposizione strategia dell’industria.

È chiaro che il flusso di clientela tipico di una zona commerciale, permette di creare il presupposto alla
farmacia di concepire l’offerta di assortimenti e di servizi mirata per quella clientela. Così come anche la
fidelizzazione dei clienti, influenza l’assortimenti e la scelta di determinati servizi che possono essere
erogati.

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