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P E R I P R O F E S S I O N I S T I E G L I A P P A S S I O N A T I
TENDENZE SPECIALE
A Firenze Nei vini rossi
sempre più locali vince il consumo
di fascia media localizzato
Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI
RISTORANTI
Foto ©Andrea Di Lorenzo
Krèsios, il “formicaio”
di Giuseppe Iannotti
EDITORIALE
C’è qualcosa
di nuovo nell’aria
Barbara Amati
amati@foodandbev.it i
M
ilano non è l’Italia, e ne siamo consapevoli. Però se volete andare a cena nei risto-
ranti più di tendenza, o comunque in quelli che hanno una clientela consolidata,
se non avete prenotato non riuscite a sedervi a un tavolo. Davanti ad alcuni,
poi, in zona semicentrale, le auto posteggiate in seconda fila consentono una viabilità al
centimetro. E, nel week end, davanti a certi locali-bar-pasticcerie-gelaterie, c’è la coda per
entrare e godersi una colazione golosa come si deve. Non saranno tempi forse troppo
allegri -a voler essere pessimisti il materiale non manca, tra bollette impossibili, turisti
che al momento non arrivano, smart working ancora molto diffuso e personale difficile
da trovare- ma sembra che le persone facciano tutte tappa al ristorante e nei locali per
il breakfast e l’aperitivo. E non solo i giovani, ma famiglie con bambini al seguito. Non si
cucina più a casa, si preferisce uscire, per una maggiore spensieratezza e libertà. E, poi,
spadroneggia il delivery, è tutto un incrociare biciclette e motorini con il loro bel carico
di cibi pronti. Questo nuovo modello di business è una delle eredità non negative della
pandemia: la nascita delle dark kitchen è un esempio di diversificazione impensabile fino
a un paio d’anni fa.
La diminuzione dei contagi porta con sé una leggera euforia che inizia ad avvertirsi
tutt’intorno: si respira un’aria nuova. E anche le fiere stanno per riaprire i battenti e acco-
gliere espositori e operatori, pure dall’estero, con le dovute cautele e, soprattutto, con
regole chiare riguardo green pass e quarantene. Diverse rassegne hanno spostato le date
a primavera avanzata, ma con il venir meno delle restrizioni sanitarie si svolgeranno Tirreno
Ct, Sigep, Sana Slow Wine Fair, Vinitaly (il Vinitaly Special Edition di ottobre ha riscosso un
ottimo successo) e si vedrà poi con quali risultati, ma crediamo che sia tempo di ripartire.
Un bel fermento si vede anche dall’andamento degli investimenti delle aziende in
pubblicità, in particolare quelle alimentari, che hanno invaso gli spazi televisivi, e anche
il mondo del vino si sta muovendo e sta investendo, escono le nuove annate e le nuove
etichette e si vuole dar loro visibilità. Nuovi prodotti entrano a fare parte dell’offerta dei
distributori e diventano attrazione anche per i locali. D’altra parte, alle redazioni non
arrivano altro che comunicati di bilanci in crescita e di fatturati da record: segno che si
Con il declinare è lavorato e si è guadagnato; certamente non tutti, ma molti nel settore food and beve-
rage. E le aziende italiane, oltre a fare gola ai giganti internazionali, stanno esse stesse
della pandemia si acquisendo imprese all’estero. C’è un bel movimento anche tra le catene, come Cirfood
avverte un certo e La Piadineria, e in brand come Old Wild West e Temakinho, o Roadhouse, che ha recen-
fermento, anche se, temente inaugurato il 200° locale: fra Italia ed estero in molti hanno in programma di
ampliarsi con diverse strutture. L’estero è anche terreno di conquista per altri nomi come
sicuramente, i problemi Poke House, catena italiana che ipotizza una settantina di aperture. I progetti riguardano
non mancano. Ma se anche l’alta ristorazione: a Tokyo è stata inaugurata la terza Gucci Osteria da Massimo
volete andare fuori a Bottura e la famiglia Cerea ha aperto New Wave by Da Vittorio, Art Museum Restaurant a
Shanghai, mentre Niko Romito ha avviato Il Ristorante al nuovissimo Bulgari Hotel Paris,
cena magari prenotate nella capitale francese. Certo, sono i grandi, i grandissimi, i tristellati: ma sono coloro
per tempo… che fanno da traino alla nostra cucina e al meglio del made in Italy.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
SOMMARIO
Direttore Responsabile
Barbara Amati - amati@foodandbev.it 3 EDITORIALE 50 DISTRIBUTORI
C’è qualcosa di nuovo nell’aria I vini premium e di nicchia di Sagna
Redazione
redazione@foodandbev.it
Barbara Amati Barbara Amati
58 SPECIALE
Blasetti, Roberto Bosi, James Bort,
Sophie Boursier, Brambilla&Serrani, Krèsios, il “formicaio” di Iannotti
Claudia Calegari, Paolo Castiglioni,
Barbara Amati
Stefano Delia, Andrea Di Lorenzo, Vini rossi, vince il consumo “locale”
Fanny Dussol, Davide Dutto, Foto
Clementina Palese
Ennevi, Alex Filz, Nicola Gnesi, Foto
Gnudi, Andrea Federici, Giuseppe
Ghedina, A. Ghirelli, Julie Lomont,
Matteo Lonati, Andrea Moretti,
Hannes Niederkofler, Paolo Pansini,
Sandra Pilacchi, Beatrice Pilotto, Dani
Porcaro, Ingrid Rasmussen, Max Rella,
Marco Parisi, Federica Santeusanio,
Andrea Savelli, Aurora Scotto di
Minico, Alberto Strada, Nao Tsuda,
Lido Vannucchi, Francesco Vaona,
Marco Varoli, Jacopo Ventura,
44 ABBINAMENTI
Gabriele Zanon
Da Aalto il gusto dello Champagne 70 FIRENZE
Responsabile Amministrativo Barbara Amati Crescono i locali di fascia media
e Commerciale Aldo Ballestra Marco Gemelli
ballestra@febeditoriale.com
Grafica e impaginazione
Gierre Print Service Srl
via Carlo Goldoni 1 - 20129 Milano
Stampa
Tiber Spa - via Volta 179
25124 Brescia
Editore
F&B Editoriale Srl - P.I. 05605300960
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
78 MARCHE 90 LOCALI
600 anni di Prosciutto di Carpegna
Gio Pirovano
A Siracusa il Barcollo di Martina
Manuela Caspani
140 FEBBRAIO-MARZO 2022
ANNO XVII
Mensile • Anno XVII • N°140 Febbraio-Marzo 2022
P E R I P R O F E S S I O N I S T I E G L I A P P A S S I O N A T I
TENDENZE SPECIALE
A Firenze Nei vini rossi
sempre più locali vince il consumo
di fascia media localizzato
Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI
Caffè e light lunch per Lino’s Coffee Il lusso del Dolomiti Lodge Alverà
Massimo Bargna Elena Bianco
RISTORANTI
Direttore Responsabile
Barbara Amati
Redazione
via Carlo Poerio 2
20129 Milano
82 PARIGI tel. 02.47787220
L’eleganza dell’Albar Le Pont Neuf
Giulia Marcucci
ATTUALITÀ
8 Uomini e Vigne
20 Novità da stappare
22 Food Valley
30 Lodge & Spa FOOD&BEVERAGE
32 Business News ONLINE
84 SFIZIOFOOD 94 Cultura e Gusto www.foodandbev.it
Il maiale trionfa in tavola 96 Verità nascoste Seguiteci su
Elena Bianco
RUBRICHE
6 Chez… chef
36 Mondo in pentola
88 Spiritbarman
98 Buona lettura
Food&Beverage
vi dà appuntamento
al 21 Aprile 2022
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
CHEZ…
Ci stupiscono,
ci emozionano,
ci fanno scoprire
sapori nuovi
e inaspettati,
dando vita ad
abbinamenti
creativi
o perfezionando
piatti della
tradizione; … Chef … Chef
ma gli chef cosa Antonio Biafora Valentino Cassanelli
mangiano? Hyle, San Giovanni in Fiore (Cs) Lux Lucis, Forte dei Marmi (Lu)
Che segreti A casa tua chi cucina? A casa tua chi cucina?
nascondono? Mia moglie, ma dalla nascita della piccola O cucino io o andiamo al ristorante
Quindici nel mio giorno libero cucino io Il tuo piatto preferito?
Il tuo piatto preferito? I Passatelli in brodo di gallina
domande Non esiste un piatto preferito, ma tante piccole La ricetta che ami di più cucinare?
per scoprire preparazioni che rievocano emozioni e ricordi Le mie
i “vizi privati” dei La ricetta che ami di più cucinare? Una cenetta in pace: cosa ti prepari?
Mi piace la semplicità I Passatelli in brodo di gallina
grandi cuochi Una cenetta in pace: cosa ti prepari? La ricetta per conquistare è...
Dipende dalla migliore materia prima che trovo La cucina è passionalità, per cui la ricetta passa
La ricetta per conquistare è... in secondo piano rispetto all’esecuzione
Essere se stessi La tua cucina in una parola...
La tua cucina in una parola... Libera espressione di cucina italiana
Personale Il piatto che ti ha sorpreso di più?
Il piatto che ti ha sorpreso di più? L’ultimo che ho inserito in carta e spero il primo
Fegato di vitello crudo con nocciole della prossima
di Diego Rossi Qual è il ristorante dove ti rifugi
Qual è il ristorante dove ti rifugi quando non vuoi cucinare?
quando non vuoi cucinare? Amo la spensieratezza de I Pagliai e la maestria di
Dai miei colleghi calabresi ovunque Carlo Cracco
Da quale collega vorresti andare a cena? Da quale collega vorresti andare a cena?
Non sono ancora stato da Davide Caranchini, Gianfranco Pascucci al Porticciolo
da Giacomo Sacchetto e da Alfio Ghezzi Per quale collega ti emozionerebbe cucinare?
Per quale collega ti emozionerebbe cucinare? È sempre un momento di scambio quando un
a cura di In realtà mi emoziona cucinare per chiunque collega viene al Lux Lucis
Carla Pacelli Con chi faresti uno scambio di ristoranti? Con chi faresti uno scambio di ristoranti?
Con Luca Abbruzzino, di cui mi fido ciecamente Nessuno
Per quale personaggio reale o di fantasia Per quale personaggio reale o di fantasia
ti piacerebbe cucinare? ti piacerebbe cucinare?
Per un personaggio politico importante Senza dubbio Artusi, per capirne di più
Se non avessi fatto il cuoco... Se non avessi fatto il cuoco...
Probabilmente il direttore d’albergo Non saprei, ho sempre amato la vita da cuoco
Hai un budget illimitato: un ristorante a... Hai un budget illimitato: un ristorante a...
Se è illimitato perché fermarsi a uno? A Londra, se penso a un ristorante incredibile
Il guanto della sfida a chi lo lanceresti? Il guanto della sfida a chi lo lanceresti?
A nessuno. Mi bastano quelle con me stesso Sempre a me stesso, come nella vita
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
UOMINI & VIGNE
ARTE
EVENTI La forza della vite
Il Lambrusco sposa ne Il Vigore di Ornellaia
le cucine etniche rnellaia svela Il Vigore, l’ultima
V
ersatile, ricco di sfaccettature, il Lambrusco getto che celebra ogni anno
ha dalla sua una grande facilità di beva. Sono il carattere di ogni stagione, dedica-
diverse le varietà di vitigno che hanno questo ta ad Ornellaia 2019. Il Vigore nasce
nome e che possono dar vita a vini dalle caratteristi- dalla creatività di Nathalie Djurberg
che organolettiche assai diverse tra loro date dalle e Hans Berg. Il Vigore è la forza della
condizioni pedoclimatiche e ampelografiche proprie crescita sana delle piante, è il carat-
di ogni territorio. I Lambruschi modenesi sono tere di un vino che cattura i sensi
rappresentati da quattro distinte Denominazioni: e proietta il gusto in un paesaggio
Lambrusco di Sorbara, Salamino di Santa Croce, naturale di energia, potenza, forza e vitalità. Il gusto e il cor-
Modena e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. po del vino lo trasportano in una dimensione dove il potere
Nella zona di Reggio Emilia le Denominazioni sono della natura è al centro dell’esperienza. L’ispirazione è stata
rappresentate dal Lambrusco Reggiano e dai Colli di l’annata 2019, caratterizzata da un clima molto variabile, con
Scandiano e Canossa. Vini che hanno tante anime alternanza di freddo e pioggia e lunghi periodi di siccità e
che sanno affascinare per la loro personalità. Tutti sono un caldo. Ne è risultato un vino di grande finezza e ricchezza aro-
buon accompagnamento a tavola e, come ha voluto dimostrare matica, potente, misterioso e intrigante, che al primo assaggio
il Consorzio tutela Lambrusco Doc, si sposano bene anche con non svela tutte le sue sfaccettature, ma avvolge il palato nella
le cucine etniche, da quella giapponese alla sudamericana, dalla curiosità di poterne cogliere le diverse sfumature. Dal 2019 il
peruviana alla cinese. Abbinamenti fuori dagli schemi tradizionali ricavato delle vendite è devoluto alla Fondazione Solomon R.
che sono stati protagonisti di un tour di sei cene in sei ristoranti Guggenheim a sostegno del programma Mind’s Eye.
etnici di diverse città, da Perugia a Torino, da Roma a Milano.
Ristoranti i cui chef hanno offerto interessanti proposte fusion
con contaminazioni differenti. Così la cucina asiatica prende il FIERE
meglio da Giappone, Cina e non solo, mentre la cucina suda-
mericana è influenzata da sentori orientali o contaminata da
prodotti italiani come, ad esempio, il Prosciutto di Modena, partner
Vinitaly, il Salone del vino
dell’iniziativa. Coinvolti dal Consorzio, Il vizio di Perugia dove lo
chef Marco Gargaglia ha spostato il Lambrusco di Sorbara a un
a Verona dal 10 al 13 aprile
piatto giapponese e il Koi Japanese Fusion Restaurant di Torino eronafiere conferma le date di Vinitaly che si svolgerà dal
dove è stato proposto il Lambrusco di Modena. Il Grasparossa
di Castelvetro è stato, invece, abbinato a una proposta dello
chef Roy Cacares del Carnal Morso Sabroso di Roma e il Lam-
V 10 al 13 aprile. Il Salone internazionale dei vini e dei distil-
lati, che giunge alla 54esima edizione, non sarà posticipato
(come è invece successo al Prowein di Düsseldorf) e i produttori e
brusco Salamino di Santa Croce si è confrontato con la cucina operatori tirano un sospiro di sollievo. A dare ulteriore conferma
peruviana del Pacifico di Milano. Sempre a Milano il Lambrusco del corretto svolgimento della rassegna è stato il riconoscimento
Reggiano ha accompagnato i piatti asiatici del Mu Fish Oriental dello status vaccinale del Paese di origine, integrato dal tampone
Taste, mentre la cucina del Gong Oriental Attitude si è abbinata in caso di difformità rispetto a quello italiano, che riapre le porte
al Lambrusco Colli di Scandiano e Canossa. alle migliaia di buyer e operatori esteri che scelgono le filiere
del made in Italy rappresentate da Veronafiere e, al contempo,
salvaguarda il business delle aziende espositrici. Veronafiere ha
messo in campo investimenti pro-
mozionali e di incoming anche nelle
aree obiettivo indicate dal Governo.
Soddisfatto il direttore generale di
Veronafiere, Giovanni Mantovani,
per il decreto Covid che consente
agli operatori extra Ue immunizzati
con vaccini non Ema di accedere in
sicurezza alle fiere italiane.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
COPPA DEL MONDO FRIULI
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
UOMINI & VIGNE
FRANCIACORTA RISULTATI
Mattia Vezzola 2021, un anno positivo
lascia Bellavista per Serena Wines 1881
“Q uarant’anni meravigliosi, in erena Wines 1881 supera i risultati
cui non solo abbiamo fatto
vini straordinari e creato un
brand riconosciuto a livello mondiale,
S del 2019 (81,6 milioni) con circa 84
milioni di euro di fatturato. L’azienda
vitivinicola di Conegliano (Tv) ha prodotto
ma abbiamo costruito una grande circa 375 mila ettolitri, in ripresa del 28%
azienda, con persone eccezionali al sul 2020, il che si traduce in circa 26 milioni
nostro fianco, supportati da un pro- di bottiglie da 0,75 litri, 7 milioni da 0,20
fondo rapporto di stima e di amicizia”. litri e oltre 550 mila fusti in acciaio. Oggi
Con queste parole Vittorio Moretti Serena Wines 1881, appartenente da
ha salutato Mattia Vezzola, l’enologo artefice del successo di cinque generazioni alla stessa famiglia,
Bellavista che a fine anno ha concluso la sua lunga esperien- si colloca per volume di produzione tra i
za in azienda, dalla prima vendemmia del 1981. Un grande primi dieci produttori del Prosecco Doc,
professionista, uno dei primi a capire le potenzialità della realizzando il 56% delle vendite sul mer-
Franciacorta e a intuire che la forza delle bollicine risiedeva nei cato nazionale, per il 94% nel canale horeca. Per l’estero, tra i
suoli, nei microclimi, nelle vigne di questa terra: “Bellavista gli progetti della società vi sono, in particolare, il consolidamento del
deve molto, ma anche tutta la Franciacorta”, rimarca il patron mercato americano e l’avvio di iniziative di espansione nel con-
del Gruppo Terra Moretti. Dal canto suo, Mattia Vezzola potrà tinente asiatico. Produttrice di vini spumanti e frizzanti, in primis
ora dedicarsi a tempo pieno alla propria azienda, Costaripa, Prosecco Doc e Prosecco Docg, l’azienda ha puntato anche sul
nata nel 1928 a Moniga del Garda, nel cuore della Valtenesi, Prosecco Rosé che, da solo, ha raggiunto in breve tempo un peso
e che festeggerà a breve 100 vendemmie. Qui indirizza tutta sui ricavi fra l’8% e il 9% (+25% la crescita stimata Oltreoceano). In
la sua esperienza alle uve groppello dando vita a vini rosati più, l’azienda vanta un’ampia proposta di vini fermi, come Pinot
che si distinguono per “gentilezza” e pregio. Grigio, Chardonnay e Sauvignon fra i bianchi, e Merlot, Cabernet
e Refosco tra i rossi. Nella foto, il Ceo Luca Serena.
INIZIATIVE
NOMINE
Al Relais San Maurizio
nasce il Wine Club Cambria presidente
alla passione per il vino del Relais San
del Consorzio Etna Doc
D Maurizio, 5 stelle lusso a Santo Stefano
Belbo (Cn), nasce il San Maurizio Wine
Club che offre una selezione di etichette di pregio. F
rancesco Cambria è il nuovo presidente del Consorzio
tutela vini Etna Doc. Amministratore della cantina Cottanera,
Cambria ha al fianco come vicepresidente Seby Costanzo
Quella del wine club è una cultura che ha iniziato dell’azienda Cantine di Nessuno. Il consiglio d’amministrazione
a diffondersi in California negli anni ’70 per creare ha inoltre confermato il direttore Maurizio Lunetta che ha già
e mantenere un legame tra produttori e clienti, ricoperto il ruolo negli ultimi due anni.
anche una volta rientrati a casa. Il progetto del Tra le priorità della nuova governance
Relais San Maurizio propone un wine club con una ci sarà il consolidamento del percorso
piattaforma online dove i soci possono contare su fin qui attuato nel rafforzare e tutelare
un servizio di wine concierge, a disposizione per la Denominazione, accrescere la soste-
consigli e suggerimenti su etichette e annate, una nibilità del territorio e rendere operati-
sezione Shop -un e-commerce con oltre duecento ve le scelte strategiche di indirizzo del
etichette- e una sezione Club, con la possibilità di abbonarsi a precedente consiglio. Tra gli obiettivi più
una delle due formule annuali (Enthusiast e Connoisseur) che importanti c’è anche quello di porre le
prevedono la spedizione di vino due volte l’anno direttamente basi per iniziare l’ambizioso percorso
a casa, in tutto il mondo, senza alcun costo aggiuntivo, benefit per il raggiungimento della Docg per i
esclusivi “a distanza” e in struttura con i produttori ospiti del vini che nascono alle pendici del Vulcano
progetto, meeting online di approfondimento, visite nelle cantine. più attivo d’Europa.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
UOMINI & VIGNE
CHAMPAGNE INAUGURAZIONI
Fusione fra Castelnau La nuova cantina
e Nicolas Feuillatte di Gerardo Cesari
rvc-Champagne Castelnau e Centre Vini-
C
erardo Cesari, la sto-
cole-Champagne Nicolas Feuillatte si sono
fusi dando il via a una delle più importanti
operazioni della Champagne. L’accordo porterà alla
G rica azienda verone-
se fondata nel 1936
e dal 2014 di proprietà del
creazione di una nuova cooperativa, la Terroirs et Gruppo Caviro, ha inaugurato
Vignerons de Champagne, con ricavi complessivi la nuova cantina di Fumane,
di quasi 290 milioni di euro per circa 20 milioni di nel cuore della Valpolicella
bottiglie. Ma l’obiettivo è arrivare entro cinque anni Classica. Dedicata all’ap-
a 300 milioni di fatturato e a 24 milioni di bottiglie, passimento, alla pigiatura e
con il 5% di quota di mercato a volume. Le due alla fermentazione dell’Amarone e del Ripasso, la struttura è
realtà francesi valgono 3 mila ettari di vigneti e 6 moderna ma rappresentativa della storicità dell’azienda che
mila viticoltori, che rappresentano quasi il 9% della vanta 85 anni si storia. Realizzata con un investimento di circa
Denominazione. “La creazione di questo nuovo 20 milioni di euro, consentirà di raggiungere un volume pro-
Gruppo riflette il continuo consolidamento di un numero sem- duttivo di 4 milioni di bottiglie l’anno. Nella prima fase è stato
pre maggiore di attori in Champagne, nonché la necessità di realizzato un fruttaio all’avanguardia con avanzate tecnologie
una ristrutturazione del modello cooperativo -spiega Véronique di controllo dell’umidità che incanalano l’aria naturale della
Blin, presidente di Nicolas Feuillatte- È una risposta alla spirale valle per massimizzare la qualità dell’appassimento delle uve.
discendente delle vendite osservata dall’ultima crisi in Champagne Al fruttaio sono state affiancate una cantina di vinificazione e
nel 2008, dove la Denominazione ha visto la perdita di 40 milioni una cantina di stoccaggio interrata in grado di ospitare fino
di bottiglie sul mercato francese”. Christophe Juarez, già Ceo di a cinque annate di Amarone. Completano la struttura un
Nicolas Feuillatte, è stato nominato Ceo del Gruppo. magazzino di imbottigliamento, due sale degustazione e un
negozio, arredato con gli elementi distintivi che richiamano
il territorio. In tutto l’azienda produce 3,5 milioni di bottiglie.
CONSORZI
L
-il 37% in più rispetto al triennio precedente-
con oltre un milione di Riserve (+108% sul 2020); in Chianti, è stato nominato presidente dell’Associazione
prezzo medio dello sfuso a +28% e giacenze in cantina del distretto rurale del Chianti. Fare sistema per attrarre
dell’imbottigliato ai minimi storici (-38% su dicembre investimenti e promuovere la qualità del territorio è il presupposto
2020). Il 2021 è stato un anno entusiasmante per le su cui si fonda il Distretto nato nel 2017, nell’area corrispon-
vendite di Brunello, ma anche del Rosso di Montalcino dente alla zona di produzione del vino
(+10% sul 2020, a 4,6 milioni di bottiglie), secondo Chianti Classico Gallo Nero. Coinvolte nel
l’analisi del Consorzio basata sui dati dell’ente cer- Distretto, le Amministrazioni comunali
tificatore Valoritalia relativi ai contrassegni di Stato. del territorio assieme al Consorzio Vino
“Si chiude un biennio d’oro per il mercato del nostro Chianti Classico, al Consorzio Olio Dop
vino di punta, con incrementi rispettivamente del Chianti Classico e alla Fondazione per la
12% e del 27% -spiega il presidente del Consorzio del vino Brunello tutela del territorio del Chianti Classico.
di Montalcino, Fabrizio Bindocci- Ora l’obiettivo è cementare il Obiettivo comune è favorire l’integra-
posizionamento conquistato. A fine febbraio saremo a New York zione economica e sociale, culturale e
con i nostri produttori per un’edizione statunitense di Benvenuto turistica, nel rispetto della conservazione
Brunello, mentre è allo studio un nuovo evento speciale dedicato e riproduzione degli equilibri naturali per
al Rosso di Montalcino, un prodotto che conferma sempre più arrivare a una programmazione condivisa
una propria identità e un potenziale importante”. degli interventi.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
PRODOTTI
U
n 2021 da incorniciare per Rinaldi1957: il differenzia dai vermouth in cui la pianta amaricante
fatturato ha superato i 20,8 milioni di euro è l’assenzio. Mia nonna Carlina, la prima alchimista
(+45%) e il brand principale del portafoglio, di famiglia, preparava una sorta di vermouth che
Don Papa ha superato nei volumi la Spagna. Inol- aromatizzava con erbe e spezie: aggiungeva delle
tre, l’azienda ha appena lanciato un nuovo Rum piante amare e lo chiamava a modo suo ‘vin amaricà’
Don Papa, più secco rispetto al precedente (vino con sentori amari). Da qui l’idea di riprendere
commercializzato con la nuova etichetta Don la creazione di quel particolare tipo di bevanda, un
Papa Baroko. Gabriele Rondani, direttore po’ amara e naturale, come tutti i prodotti di Liquori
marketing e Pr di Rinaldi1957 che lo distri- delle Sirene”. È costituito al 75% dal Trebbiano di
buisce, l’ha proposto in degustazione al The Lugana e al 25% dalle botaniche che provengono
Doping Club di Milano. “Don Papa è l’originale dalla zona del Monte Baldo, a ridosso del Lago di
Single Island Rum dalle Filippine, ispirato da Garda, come la viola del pensiero, l’anice e la menta.
Papa Isio, eroe rivoluzionario e sciamano dell’I- Altre piante vengono dal Sud Italia (come l’arancia
sola di Negros -ha ricordato Rondani- Maturato ai dolce) e da altre zone del mondo vocate per la loro
piedi del Monte Kanlaon, Don Papa matura in botti coltivazione, come il coriandolo e il pepe nero; ha
di quercia ex-Bourbon ed ex-Rioja per ottenere una gradazione di 17° alcol. È ideale bevuto da
profondità di sapori: al naso ha note fragranti di solo on the rocks, oppure in accompagnamento
scorza di agrumi, mango e nocciole arrostite e al a gin o mezcal, ma è perfetto in un Martini cocktail.
palato sentori importanti di frutta, crema di vaniglia Presentati dal bar manager di The Doping Bar,
e toffee; il finale regala rotondità grazie ai sentori di Alberto Corvi, gli abbinamenti food sono stati
quercia tostata delle botti. Come dicono a Negros, curati dallo chef resident Luigi Gagliardi che ha
è un rum che merita di essere degustato liscio”. proposto Ceviche di branzino, condito con yuzu,
Sono stati presentati al
Doping Club di Milano il Gabriele Rondani ha anche presentato un nuovo mela verde, sedano, sale, pepe, maracuja, lime e
nuovo Don Papa, Single prodotto di Liquori delle Sirene (azienda distribuita anellini di jalapeño abbinati all’Americano Sirene.
Island Rum prodotto nelle da Rinaldi1957), l’Americano Bianco Sirene, un ape- Il Mini-tacos farcito con gambero argentino reso
Filippine, e l’Americano croccante da un passaggio con cannello, guarnito
ritivo naturale che nasce dal blend tra i vini bianchi
Bianco di Liquori delle Sirene,
aperitivo naturale in cui è intorno al Lago di Garda e le singole macerazioni con salsa guacamole e petali di cipolla, ha accom-
protagonista la genziana. di diverse botaniche. “Quella del vino amaricato pagnato il cocktail Le Fleurs du Mal composto da
Sono stati accompagnati da (non il cocktail) è una usanza che ha radici lontane Rum Don Papa, Americano Rosso Sirene, Tè Jardin
deliziosi appetizer, come il Bleu, Granatina e cubetti di ghiaccio. Infine, Don
e si collega al Piemonte -ha spiegato Elisa Carta,
Ceviche di branzino,
il Mini-tacos farcito con titolare e creatrice di Liquori delle Sirene- La gen- Papa liscio è stato abbinato a un Tiramisù con
gambero argentino ziana caratterizza questa categoria di prodotto e lo un biscotto al cioccolato.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
VALDOBBIADENE
Un inedito Spumante
prodotto con uve
Pinot nero completa la
linea de Le Selezioni.
Dall’affinamento
prolungato, evoca lo
spettacolo di luce al
sorgere e al calar
del sole, quando le
colline sono avvolte
da nuance rosa
H
a un nome prezioso e fortemente evo- lenta rifermentazione in grandi recipienti chiusi a
cativo che richiama lo spettacolo onirico 14-15°C, con successiva sosta sui lieviti di almeno 6
di luce che avviene durante il sorgere e mesi. L’armonia che emerge dal tenue colore rosato
il calar del sole, quando le colline vengono avvol- e dal perlage fine trova conferma anche al palato,
te da tenui nuance rosa. È Enrosadira, l’inedito grazie a una cremosità avvolgente ed elegante.
Spumante Rosé Brut, 100% Pinot nero, che porta Nel solco dell’innovazione e dell’innata propensione
l’inconfondibile firma Ruggeri. Vinificato secondo di Ruggeri verso la longevità, anche Enrosadira si
la tradizione spumantistica di Valdobbiadene con presenta con tutte le qualità necessarie per vincere
il metodo Charmat, Enrosadira si intreccia con lo la sfida del tempo, mostrando negli anni inedite
storico Metodo Ruggeri, in cui sono protagonisti e piacevoli complessità. Inoltre, la sua spiccata
l’affinamento prolungato e l’eccellenza delle uve. personalità e l’elegante espressione lo rendono un
Ruggeri prosegue quindi la sua mission pionie- vino a tutto pasto particolarmente versatile negli
ristica e abbraccia nuovi orizzonti nelle bollicine abbinamenti: dagli spaghetti di grani antichi con
rosate. La casa spumantistica di Valdobbiadene pesto di zucca e mandorle fino alla tradizionale
allarga, infatti, i confini noti del perlage applicando parmigiana di melanzane, passando per un delicato
il Metodo Ruggeri alle uve Pinot nero in purezza: salmone in crosta ed erbe fini.
grazie al suo affinamento prolungato in autoclave Con Enrosadira, Ruggeri ha voluto fondere l’incanto
e alla successiva maturazione in bottiglia, Enrosa- e il mistero della luce, dei profumi e dei sapori donati
dira segna un nuovo traguardo nella storia della dalla natura all’arte spumantistica, inserendosi nel
cantina di Valdobbiadene e si aggiunge alla linea momento d’oro che stanno vivendo i rosati: nel
Prodotto con il metodo de Le Selezioni, ampliando la gamma d’eccellenza mondo, le bollicine rosé valgono circa il 4% della
Charmat che s’intreccia con offerta da Ruggeri. produzione totale di spumanti e il consumo di
lo storico Metodo Ruggeri, Il Metodo Ruggeri dona una struttura complessa vini rosati è passato da 2,2 miliardi del 2002 a 2,8
Enrosadira è uno spumante e virtuosa al vino, conferendo una sorprendente miliardi nel 2019. Non c’è dubbio che il futuro degli
che sosta sui lieviti almeno
sei mesi, dal colore rosato profondità. Enrosadira nasce dalla vinificazione spumanti rosé sia, davvero, roseo.
e dal perlage fine, dalla in purezza delle uve Pinot nero che rimangono Enrosadira, proposto nella classica elegante
cremosità avvolgente ed pochissime ore a contatto con le bucce prima della bottiglia Ruggeri, con etichetta e capsula rosa, è
elegante. Come è nella separazione del mosto e della fermentazione a una disponibile anche in un ricercato cofanetto nel wine
tradizione d’eccellenza
della prestigiosa cantina temperatura controllata di 20°C. In seguito, il vino shop della cantina a Valdobbiadene e nell’esclusivo
di Valdobbiadene base viene preparato per la presa di spuma e una Wine Club online (wineclub.ruggeri.it).
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
UOMINI & VIGNE
SICILIA PARTESA
Dolce&Gabbana veste Liq.ID, otto spirit
Tancredi di Donnafugata per la mixology
rtigianalità, creatività, eccellenza e inno-
A
pper spritz, gin, rum e vodka: Partesa, società specializzata
vazione si fondono nel rosso Tancredi
della siciliana Donnafugata, così come
negli abiti sartoriali della Maison Dolce&Gab-
U nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e forma-
zione per il canale horeca, riunisce e ridisegna i suoi spirit
private label nella nuova linea Liq.ID. Liq come Liquori -il mondo
bana. Il sodalizio tra queste due realtà è nato degli spirit protagonisti dell’arte della mixology- e ID come identità
con la “vestizione” da parte degli stilisti delle a rappresentare l’accurata selezione di Partesa,
edizioni limitate del Tancredi 2016 e 2017 e resa iconograficamente anche con il marchio
ora, con l’annata 2018, l’intera produzione del a forma di impronta digitale, sigillo di qualità e
rosso siciliano entra permanentemente a far promessa di unicità, impresso su ogni bottiglia.
parte della gamma di vini Dolce&Gabbana e Le otto referenze Liq.ID si caratterizzano per il
Donnafugata, insieme al rosato Rosa e alle nuovo design, moderno e colorato con le
ultime produzioni di pregio dell’Etna, il bianco etichette illustrate a mano. Del gruppo
Isolano e il rosso Cuordilava. Tancredi, nato fanno parte Upper Spritz al quale l’infusione
nel 1990 dall’unione all’epoca innovativa tra in erbe e radici conferisce unicità e facilità
un vitigno internazionale e un autoctono, il di miscelazione, Grayson’s Gin, London
cabernet sauvignon e il nero d’Avola, ha fatto scoprire l’eccellen- dry gin di scuola tradizionale Cabo Rojo,
za enologica siciliana a livello internazionale. Tancredi 2018 ha disponibile nelle varianti Carta Oro e Carta
colore rosso rubino intenso; conquista per il bouquet fruttato Plata, il rum caraibico di scuola spagnola,
di prugna e mirtilli arricchito da delicate note speziate. In bocca vodka Rajssa, dalla purezza sorprenden-
è pieno e avvolgente con un finale armonico e persistente; è un te, pulita al gusto e senza profumi nella
vino dal grande potenziale di invecchiamento. versione Pure Grain e nelle tre varianti
Fruit: Pesca, Fragola e Menta.
RESTYLING
MONTEPULCIANO
Bellussi rinnova In marzo l’Anteprima
le etichette Sculture del Vino Nobile
ellussi, la cantina di Valdobbiade-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
DISTRIBUZIONE
2021, un anno da record
per Pietro Pellegrini
ellegrini Spa chiude un 2021 da record
L’enogastronomia
P facendo registrare numeri in crescita in
termini di fatturato e di nuovi inserimenti
a catalogo. Dopo un 2020 chiuso in flessione
a portata di click
del 28%, l’azienda di Cisano Bergamasco ha
recuperato con un +58% rispetto al 2020 che
ha spinto il fatturato a 19,8 milioni di euro con
un +29% rispetto al dato pre pandemia. “Il 2021
ha visto un’estate in ripresa per l’horeca -spiega
Pietro Pellegrini, presidente di Pellegrini Spa- e
questo ci ha aiutato a risollevare l’anno dopo
www.
i vari periodi di lockdown, ma, a differenza
di quanto successo nel 2020, la ripresa si è
FOOD
protratta anche in autunno con la conseguenza che diversi
nostri prodotti, in particolare gli Champagne, si sono esauriti
già a ottobre, persino prima di quanto accadeva in periodo pre
Covid”. La crescita, che ha visto il numero di bottiglie vendute
AND
tornare a oltre un milione e mezzo, è stata trainata da una vera
e propria impennata nelle vendite, in particolare nella categoria
dei vini spumanti metodo tradizionale.
BEV
E con lo scopo di rafforzare ancora di più la propria offer-
ta, Pellegrini ha scelto di proporre nuove etichette inserendo
a catalogo produttori in linea con la filosofia che da sempre
contraddistingue l’azienda: ricerca costante di prodotti di alta
.it
qualità e di realtà che producono vini esclusivamente con uve
provenienti da vigneti di proprietà o condotti direttamente. Così,
ecco Tercic, a San Floriano del Collio: negli oltre nove ettari di
vigneti di proprietà, la famiglia Tercic produce sei tipologie di vino
bianco e un vino rosso, tutti fortemente identitari dello stile del
produttore e del territorio di provenienza. Dalla Champagne, e
precisamente dall’Aube, arriva Jean Velut, récoltant manipulant
di Montgueux; partendo dalla cuvée base, Première Temps,
sono necessari almeno 30 mesi di attesa, il doppio del minimo
previsto dal disciplinare dello Champagne. Domaine Gueguen
è, invece, nel cuore dello Chablis (Francia): 36 ettari vitati e vini
che sono pura espressione del territorio, frutto di un know-how
artigianale. A queste etichette se ne aggiungono altre provenienti
da aziende del Sudafrica: Mooiplaas Wine Estate e Rhebokskloof.
Situata sulle colline di Stellenbosch che si affacciano su Cape
Town, Mooiplaas è una riserva naturale privata con oltre 100
ettari di vigneti coltivati con metodi
tradizionali e tecniche artigianali dai
fratelli Roos. Rhebokskloof si trova,
invece, nella storica Paarl Valley, a
est di Cape Town: la winemaker
Rolanie Lotz lavora per esprimere
l’unicità del terroir, preservando
l’aroma e il carattere naturale frut-
tato dell’uva (pellegrini.net).
www.foodandbev.it
UOMINI & VIGNE
ABBINAMENTI EVENTI
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
DENOMINAZIONI
Prosecco Doc,
Conegliano
Valdobbiadene
Prosecco Docg e Asolo
Prosecco Doc hanno
registrato nel 2021
positive performance
di vendita. Puntando
su sostenibilità,
promozione e
spingendo sulla qualità
D
opo un 2020 in cui, anche grazie al successo valore di cui siamo fieri, frutto della sintonia rag-
immediato del Prosecco Rosé, è stata registra- giunta con i consumatori, in particolare rispetto ai
ta una crescita che portava la Denominazione valori come la sostenibilità della filiera produttiva
a varcare la soglia del mezzo miliardo di bottiglie, nel e la tutela dei territori”. Risultati positivi frutto del
2021 il Prosecco Doc, la Denominazione presieduta grande sforzo che la Denominazione ha affronta-
da Stefano Zanette, ha registrato un ulteriore balzo to nel difficile anno precedente per mantenere e
in avanti con una crescita del 25,4%, raggiungendo rinnovare le relazioni con il mercato che hanno
627,5 milioni le bottiglie di Prosecco Doc vendute comportato la ricerca di nuovi canali di vendita
di cui 71,5 milioni nella versione Prosecco Doc e di innovazioni nelle attività di comunicazione e
Rosé. Il dato più interessante è quello relativo alla promozione: per il mercato italiano risultano in
valorizzazione della singola bottiglia che all’export, crescita rispetto all’anno precedente le vendite
in dollari, ha superato il 4%. I pilastri sui quali si nella Grande distribuzione (+24% in volume e in
incentra la politica del Consorzio si fondano sulla valore tra ottobre 2020 e ottobre 2021), per quello
sostenibilità a 360° -da quella ambientale a quella estero si stimano incrementi in valore vicini al 30%.
economica e sociale- accompagnata dalla volontà Il 2021 è stato molto positivo anche per l’Asolo
di far sì che alla crescita in volume corrisponda una Prosecco che ha superato i 21 milioni di bottiglie.
crescita dei valori, e non solo in senso economico. Nel 2020 si era già affermato al quarto posto in Italia
Inoltre, la Denominazione ha conquistato i mercati fra le Denominazioni del settore spumantistico,
Il successo delle internazionali: nei primi tre trimestri del 2021 la confermando un trend positivo in costante crescita.
Denominazioni del Prosecco quota export ha incassato un lusinghiero +30%. “Il successo dell’Asolo Prosecco è intimamente
si spiega con il grande
sforzo effettuato dai Buone notizie arrivano anche dalla Denomina- legato alla sua origine -commenta il presidente
Consorzi di tutela e che zione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg del Consorzio, Ugo Zamperoni- Ci troviamo in un
vede oggi il consumatore per la quale il 2021 “ha rappresentato, come per territorio straordinario, dove la vegetazione, con i
riconoscere a questi vini tutta l’economia, un momento di transizione -spie- vigneti al limitare del bosco, è in perfetto equilibrio
valori come la sostenibilità
della filiera produttiva e la ga Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di con l’uomo e la sua storia. Il vino per noi è cultura:
salvaguardia dei territori. A Tutela- Per la Docg è stato un anno in cui siamo anche per questo abbiamo deciso di sostenere con
questo bisogna aggiungere riusciti a raggiungere grandi risultati quantitativi, una campagna la candidatura di Asolo a Capitale
la ricerca di nuovi canali superando i 100 milioni di bottiglie, ma il traguardo Italiana della Cultura 2024”. Inoltre, la città veneta
di vendita e innovazioni
nella comunicazione che tagliamo con maggior orgoglio è quello della è stata anche ufficialmente candidata nel 2020 a
e promozione qualità. Il consumatore continua a riconoscerci un Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
NOVITÀdaSTAPPARE
VENETO
LAGO DI GARDA Era Grande, Asolo Prosecco
Le declinazioni in rosa cremoso e armonico
di Pasini San Giovanni enuta Amadio si trova a Monfumo (Tv), nel cuore dei Colli
asini San Giovanni produce Valtènesi in rosa fin dall’i- T Asolani. La proprietà conta 20 ettari di terreno di cui 12
P
a vigneto in cui pratica una viticoltura sostenibile.
nizio dell’avventura vitivinicola avviata negli anni ’50 da Dalle uve del vigneto Era Grande, a 200 metri sul livello
Andrea Pasini a Raffa di Puegnago, sul Lago di Garda. del mare, nasce Asolo Prosecco Superiore Docg Extra
Produrre vino rosa in Valtènesi è una delle più immediate brut Era Grande, ottenuto dalle uve glera in purezza che
e precise indicazioni che fornisce il territorio: la preziosa provengono dalle vecchie viti di Monfumo allevate in pendii
delicatezza dell’uva autoctona groppello unita alla natu- soleggiati su suoli marnoso-argilloso, con substrato pro-
rale armonia ambientale che deriva dal microclima fondo ricco di minerali e sostanza organica. Il processo
gardesano, ha fin dall’Ottocento suggerito l’eleganza produttivo prevede vinificazione in bianco a tempera-
e la “sottrazione” come stile enologico della Valtènesi. tura controllata con pressatura soffice in assenza di
In Pasini San Giovanni per molti anni Il Chiaretto ha aria, fermentazione in serbatoi d’acciaio inossidabile
rappresentato la sola e più tradizionale interpretazio- a temperatura controllata, affinamento in serbatoi
ne del rosa in Valtènesi, fino a quando l’accresciuta d’acciaio per almeno quattro mesi con presa di spuma
esperienza come viticoltori e interpreti del territorio e metodo Martinotti in autoclave per circa 50 giorni e
la maggior conoscenza del vitigno hanno suggerito di la sosta sui lieviti: nasce così un vino dal colore giallo
esprimere il rosa anche con altri caratteri, come accade paglierino tenue con riflessi verdi e perlage fine e
con Rosagreen e Lettera C. Rosagreen è la visione più persistente. Al palato è fresco, sapido e cremoso,
essenziale e delicata del vitigno groppello, che racconta mentre al naso è armonico ed elegante con sentori
con linee pulite la gentilezza dell’uva della Valtènesi e la di mela gialla, pera e una delicata nota minerale.
fresca armonia mediterranea del suo microclima. Lettera C è il
vino della maturità aziendale, che apre a una visione più intima
e profonda del vino rosa, in cui la succosità e la beva tipiche del SPIRIT
Valtènesi si uniscono alla capacità del vino di elevarsi in bottiglia
con il trascorrere degli anni. Un percorso che arricchisce la finezza
e il dinamismo dei Valtènesi in rosa con una ampiezza aromatica
Bareksten, dalla Norvegia
e una persistenza gustativa che solo il tempo sa conferire al
vino. “Non solo il rosa sopporta bene qualche anno in bottiglia,
un London dry gin
come dimostrano Il Chiaretto e Rosagreen, ma anche il rosa da pirit & Colori, distributore di Reggio Emilia, porta in Italia
vigne vecchie si esprime nella sua forma migliore dopo un po’
di anni in bottiglia: ed ecco Lettera C 2019”, dice Paolo Pasini. Il
Chiaretto, Rosagreen e Lettera C raccontano compiutamente le
S Bareksten, il London Dry Gin più celebrato di Norve-
gia realizzato da uno dei distiller più famosi al mondo:
Stig Bareksten. La bottiglia nero opaco attraversata da alberi
ampie possibilità espressive della tradizione in rosa del Lago. Il contorti rappresenta la Norvegia e la sua foresta. Un mondo
Valtènesi può essere succoso e floreale, fresco e dinamico, pro- incontaminato che ha ispirato il suo creatore. È così
fondo e persistente, finissimo ed estremamente gastronomico. nato un gin senza compromessi, realizzato con 26
Che sia rosa è un “semplice” fatto di Dna territoriale, ma che sia botaniche, di cui 19 norvegesi, alcune delle quali
d’eccellenza è frutto della volontà di ricerca e sperimentazione selezionate e coltivate direttamente da Bareksten.
che da sempre definisce Pasini San Giovanni. Ogni fase della produzione si basa su materie prime
trattate e trasformate nella distilleria di proprietà,
la Det Norske Brenneri, come accade con la base
dell’alcol puro ottenuto dalle patate norvegesi.
Un processo virtuoso che conduce a un risul-
tato d’eccellenza, un gin (alcol 46% in volume)
morbido, estremamente piacevole al palato, dal
sapore fresco e netto di ginepro accompagna-
to da aromi floreali e fruttati. Proprietà grazie
alle quali Bareksten si presta molto bene alla
miscelazione, sia nei cocktail classici che per la
realizzazione di nuove creazioni.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
SARDEGNA
Perdixi 2019, un rosso profondo ed elegante
S
tefano Casadei, già proprietario della Tenuta Casadei, in Maremma, e di Castello del Trebbio in Chianti Rufina, nel 2000 dà vita,
insieme alla famiglia Olianas, a un’azienda vitivinicola, Olianas, appunto, basata sul desiderio condiviso di produrre vini di qualità
nel rispetto dell’ambiente e della natura. La cantina si trova a Gergei, nel cuore del Sarcidano, nella Sardegna incontaminata.
La proprietà si estende su 23 ettari, 19 dei quali a vigneto. A Olianas si producono vini con vitigni autoctoni sardi come cannonau,
vermentino, tintillu, nasco, bovale e carignano. Ed è proprio da questi due ultimi vitigni che nasce Perdixi, Isola dei Nuraghi Igt. Le
uve bovale, all’85%, sono allevate nel vigneto Anfiteatro, su terreni argillosi profondi e ben drenati, mentre il carignano nel vigneto
Ruina Figu su terreni molto calcarei con tessitura franco-argillosa. Entrambi apportano, con diverse sfumature, complessità e
struttura al vino che affina per l’80% in tonneaux e il 20% in barrique per 12/15 mesi a seconda dell’annata. Perdixi 2019 presenta
al naso un mix di frutti neri sotto spirito che si combina con una speziatura che ricorda liquirizia e bacca di vaniglia e una elegante
nota balsamica; ottima la vena acida, fitta e ben amalgamata la trama tannica. Ha una capacità di invecchiamento di oltre 10 anni.
TRENTINO DISTILLATI
Pinot Bianco Millesimato Sabatini Gin Barrel
di Cantina Pisoni fresco e minerale
l Pinot Bianco Millesimato è il sesto Trentodoc abatini Gin Barrel è un London Dry Gin affinato in botti di
O portanti aromi fruttati a intense note vegetali, fino alle complesse speziature. Raramente vinificato in purezza,
questo vitigno è invece il protagonista di Gallico Toscana Igt 2019, il nuovo Petit Verdot della Tenuta Campo al
Mare di Giovanni e Ambrogio Folonari Tenute a Castagneto Carducci, all’interno della Denominazione Bolgheri Doc.
Gallico è vinificato con una macerazione di circa trenta giorni per estrarre tutti gli aromi di frutta e verdura tipici del
vitigno. Dopo il primo travaso, prosegue l’affinamento in legni tostati -barrique e tonneau da 225 e 500 litri- per circa
un anno e mezzo. Gallico Toscana Igt 2019 è un vino originale, che esprime sentori di rabarbaro, tè essiccati, erbe
aromatiche, ma anche peperone e melanzana. In bocca si aprono gli aromi di pepe e cannella, con tannini setosi, evi-
denti ma mai astringenti. Il colore è un porpora intenso con riflessi violacei. Il nome Gallico è un omaggio alle origini
del vitigno, l’antica Gallia, patria dei grandi Bordeaux, ma anche al carattere rurale, ancestrale, bucolico di questo vino.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
FOODVALLEY
GELATERIE
Debutta Io sono Viva
di Viviana Varese PACKAGING
I
o sono Viva, dolci e gelati è la nuova gelateria
artigianale con pasticceria inaugurata, all’in- Le scelte green
terno del Mercato Comunale Isola, a Milano,
dalla chef e imprenditrice Viviana Varese. Io sono del Pastificio Felicetti
Viva, dolci e gelati, non è solo il nome della nuova
P
gelateria, ma un inno alla gioia, all’entusiasmo e er partecipare attivamente al processo di transizione eco-
alla condivisione. Lo spazio, di 24 metri quadrati, logica occorre “fare bene”, così come misurare gli effetti
è gestito da donne. La squadra, formata in collabora- del proprio operato e puntare al miglioramento continuo.
zione con Cadmi -Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate Con questa consapevolezza il Pastificio Felicetti di Predazzo (Tn)
di Milano- è stata formata dal personale del ristorante Viva non solo utilizza da tempo confezioni in carta al 100%, ma ha
Viviana Varese, di Eataly Smeraldo, a gestire un’ampia proposta anche commissionato una ricerca all’Università di Trento per
gastronomica, sia dolce sia salata. L’obiettivo del progetto è rispondere alla domanda: il packaging di carta è più sostenibile,
ridare dignità e indipendenza economica attraverso il lavoro. ma in quale misura? I ricercatori hanno certificato che il pacchetto
Per ogni chilo di gelato venduto, inoltre, verrà donato un euro di carta riduce in maniera consistente gli impatti ambientali: -30%
a Cadmi a sostegno dei suoi progetti. Le basi del gelato e della riscaldamento globale, -57% consumo di fonti non rinnovabili.
pasticceria sono prodotte da Viva Viviana Varese e il gelato è Ma il volume maggiore del materiale in fase di confezionamento
mantecato direttamente al punto vendita. All’apertura della comporta una minore velocità di avanzamento dell’impianto,
bottega del Mercato Comunale Isola, seguirà, in marzo, quella quindi consumi comunque elevati. Sono fondamentali anche le
di un’altra gelateria in via Kramer, sempre a Milano. Il progetto scelte in materia di energia come quelle compiute per il nuovo
continuerà a parlare il linguaggio dell’inclusività, integrazione stabilimento di Molina di Fiemme del Pastificio alimentato da un
sociale e integrazione delle donne nel mondo del lavoro. Valori impianto di cogenerazione che ne copre il fabbisogno.
che si ritrovano anche nel progetto estivo di Viviana Varese, W
Villadorata Country Restaurant, inaugurato lo scorso giugno a
Noto, e che riaprirà il prossimo 15 aprile. Il rispetto degli ingre- EVENTI
dienti, la sostenibilità, la valorizzazione di un territorio e della sua
biodiversità, sono i principi di quest’esperienza gastronomica.
D’altra parte, l’amore per la sua professione e il suo costante
Olio Officina Festival
impegno nel sociale si fondono nei progetti della chef. Da sem-
pre attivista a favore della comunità Lgbtq+ e, più in generale,
punta sulla bellezza
sostenitrice dell’inclusione sociale, sin dal suo esordio si è battuta l’olio della bellezza il tema portante
per affermare il ruolo delle donne che lavorano nell’ospitalità.
Testimonia il suo impegno il recente riconoscimento conferitole
da Champions of Change, la nuova iniziativa di 50 Best che nel
È dell’edizione numero 11 di Olio
Officina Festival. Ideato e diretto da
Luigi Caricato, l’happening internazionale
2021 l’ha scelta fra i tre “eroi non celebrati” nel mondo della dedicato all’olio extravergine di oliva e ai
ristorazione, che attraverso le loro azioni guidano un cambia- “condimenti per il palato e la mente” si
mento positivo all’interno della propria comunità. svolgerà dal 17 al 19 marzo al Palazzo
delle Stelline di Milano. Il programma,
in aggiornamento, è disponibile su olioofficina.com e prevede
oltre a una rassegna di oli internazionali, laboratori di assaggio e
incontri con i produttori, nonché un focus su cosmesi all’olio da
olive, economia, cucina, analisi sensoriale, scienze, design, arte,
letteratura, sempre con filo conduttore gli oli da olive, senza tuttavia
trascurare gli aceti e gli altri condimenti. “L’olio spremuto dalle
olive non può prescindere dalla bellezza -sostiene Luigi Caricato-
Immaginarlo solo come alimento, relegandolo negli stretti spazi
della cucina, non rende certo piena giustizia. È arrivato il tempo
di dare il giusto valore a un prodotto così speciale”.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
CINA ROMA
oke House investe in uno dei brand più importanti del- D nel centro storico di Perugia nei Giardini del Frontone,
dal 25 marzo al 3 aprile. Ogni visitatore, attraverso
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
FOODVALLEY
CHARITY
Cinquanta x Mille
con Marianna Vitale
i è svolto il 1° febbraio Cin-
PASTA
S quanta x Mille, il progetto di
solidarietà pensato e realizzato
dal cocktail bar Cinquanta-Spirito
Italiano di Pagani (Sa). Dopo la prima
Barilla propone Al Bronzo serata con lo chef napoletano Fran-
cesco Sodano, ai fornelli è arrivata
e la nuova visual identity Marianna Vitale, chef patron dello
stellato Sud Ristorante di Quarto
arilla lancia Al Bronzo, la nuova linea di pasta a “lavora- Flegreo, in provincia di Napoli: tra i
COMUNICAZIONE
CATENE
Mineracqua spiega
Hamerica’s, a Bologna le proprietà del Pet
la cucina Usa vegetale ineracqua comunica con la nuova
H
america’s, catena simbolo della più autentica cucina ame-
ricana di qualità con 27 insegne in Italia, apre a Bologna
il primo ristorante 100% plant based, sostituendo tutte
M campagna Davanti a me ho un
grande futuro con l’intento di fare
una corretta informazione in merito alle
le materie prime animali con quelle vegetali di Heura Foods. Il bottiglie in Pet spesso vittime di falsi miti.
ristorante, in pieno centro storico, sviluppato su oltre 250 metri L’obiettivo è porre l’accento sulle proprietà
quadrati con più di 80 posti, rappresenta il nuovo concept di chimico-fisiche e di sostenibilità di una risor-
Hamerica’s, introducendo un menu variegato e gustoso. Ben sa riciclabile al 100% e dal basso impatto
nove tipi differenti di hamburger da provare: dai grandi classici ambientale. Il pay off In una bottiglia di oggi,
dell’assortimento Hamerica’s, come il 212 c’è già la bottiglia di domani rispecchia la
burger, al Chicken Burger servito con mission che Mineracqua sostiene nella
l’aggiunta di bacon vegetale, al maestoso sensibilizzazione dell’uso del Pet. Fino a
Kickass, ricco di ingredienti. Ma l’offerta pochi anni fa una bottiglia di Pet veniva considerata un rifiuto, ma
non si ferma agli hamburger: nel menu oggi, grazie allo sviluppo e al perfezionamento delle tecniche di
sono infatti disponibili anche Tacos, riciclo, da una bottiglia esaurita ne nasce una nuova garantendo
Burritos e Caesar Salad fino ai Nuggets, così la purezza originaria dell’acqua minerale. Il sistema bottle
tutti piatti che verranno reinterpretati to bottle consente di partire da una bottiglia post-consumo per
grazie al pollo vegetale di Heura Foods. realizzarne un’altra nello stesso materiale riciclato.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
NESCAFÉ
Per essere sempre
Arriva il monorigine Perù connesso con il mondo
il caffè in grani per l’horeca dell’enogastronomia
on una storia di oltre ottant’anni, Nescafé
EVENTI ACQUA
La Burns Night porta Dolomia sfiora
la Scozia in tavola 100 milioni di bottiglie
l 25 gennaio l’Ambasciata Bri-
I
l 2021 chiude con segno
tannica di Roma e lo Scottish
Development International
hanno celebrato Robert Burns,
I positivo per Sorgente
Valcimoliana, azienda
che imbottiglia l’acqua oligo-
famoso poeta nazionale scozzese, minerale a marchio Dolomia
vissuto nel ’700, dedicandogli la che sgorga nel Parco Naturale
Burns Night, incentrata sulle eccel- Dolomiti Friulane, patrimonio
lenze della gastronomia scozzese. Unesco. I ricavi dell’esercizio
Cuore dell’evento il menu dello 2021 superano i 14 milioni
chef Giuseppe Di Iorio del risto- di euro ed evidenziano un incremento di circa il 25% rispetto
rante Aroma (una stella Michelin), affiancato da Dario Pizzetti, al precedente esercizio 2020. Il valore della produzione 2021
resident chef di Villa Wolkonsky. Protagonista è stato il salmo- per la prima volta supera i 15 milioni di euro in crescita di circa
ne, in tre varianti: salmone fresco dell’Atlantico; leggermente il 23% rispetto al 2020. Anche l’export registra dati in positivo e
affumicato con i trucioli di quercia ricavati da vecchie botti di segna un +51% sul 2020, con un’incidenza sul totale del 20%.
whisky; affumicato e marinato con sale, zucchero di canna, pepe Il numero di bottiglie vendute sfiora i 100 milioni: numeri e dati
e whisky. Altri protagonisti sono stati le capesante, gli scampi e che evidenziano un imprevisto e completo recupero rispetto al
le rane pescatrici. Per quanto riguarda il pairing, dopo un’entrée 2019. Nel 2021 sono stati realizzati alcuni ulteriori importanti
con un cocktail a base di gin Shetland Reel Rhubarb & Bramble investimenti, tra i quali si segnala l’installazione della terza linea
dell’omonima distilleria, i sei piatti principali dello chef Di Iorio di imbottigliamento per contenitori in Pet e l’implementazione
sono stati accompagnati dalle birre artigianali. con il vetro a perdere della nuova linea di imbottigliamento vetro
a rendere in funzione dal 2020. Complessivamente, nel 2021
sono stati investiti 3 milioni di euro, ma negli ultimi 6 anni gli
investimenti hanno superato i 20 milioni di euro.
ARTIGIANI
l luogo è sempre lo stesso, il polo fieristico di Carrara, le date D dedicata al Mantecado, Gusto
dell’Anno 2021, torna il vide-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
www.serena1881.it
FOODVALLEY
ROMA IGP
FIERE
VENEZIA
i
llycaffè conferma il proprio sostegno alla Biennale di Venezia
in occasione della 59a Esposizione Internazionale d’Arte dal ti-
tolo Il latte dei sogni, curata da Cecilia Alemani, che si svolgerà
D gianale e all’arte del
dolce, Sigep torna alla
Fiera di Rimini dal 12 al 16
dal 23 aprile al 27 novembre. In occasione della Biennale Arte marzo. Punto di riferimento
2022 una mostra ospitata nei Giardini Reali di Venezia riper- per le innovazioni dell’intero
correrà le tappe dei trent’anni delle illy Art Collection, le tazzine settore, da oltre 40 anni for-
che hanno trasformato un oggetto quotidiano in una tela bian- nisce una panoramica com-
ca sulla quale si sono cimentati artisti di fama internazionale. pleta di tutte le novità del
La collaborazione con l’Esposizione Internazionale d’Arte della mercato: materie prime e ingredienti, macchinari e attrezzature,
Biennale di Venezia si rinnova da 11edizioni, un sodalizio che ma anche arredamento, packaging e servizi. La manifestazione
per illycaffè rappresenta uno degli ap- è anche il punto di incontro per lo scambio di idee, tendenze
puntamenti più importanti nella ricerca e visioni presentate ogni anno dai più importanti esperti e
del bello, inteso come valorizzazione di opinion leader del settore, per disegnare il presente e il futuro
tutto ciò che fa bene alla cultura e all’a- del foodservice dolce. Nelle Arene tematiche si riaccenderanno
nima. Anche l’Esposizione Internazionale i riflettori su competizioni internazionali, dimostrazioni, talk
d’Arte sarà celebrata con la nuova illy show, workshop e incontri di formazione. Questa edizione
Art Collection disegnata sarà un’importante occasione per scoprire i nuovi scenari
da artisti selezionati fra legati al cambiamento epocale del fuori casa e come questa
quelli che espongono trasformazione rivoluzionerà il modo di fare business, sia delle
alla Biennale Arte 2022. aziende, che di tutti i professionisti che operano nel settore.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
BEVANDE
Quintessenza
della fanesitudine,
nasce per riscaldarsi
nelle mattine
gelide e diventa
poi un’alternativa
al classico caffè.
Tre strati tutti
da scoprire
N
on di solo di Carnevale, e nemmeno tradizionale marchigiano.
di brodetto, vive Fano. No, la deliziosa “Ben prima del ’45 qui c’era un ritrovo di lupi
cittadina marchigiana, una manciata di di mare, dove questo caffè si è sempre servito.
chilometri da Pesaro, vanta un altro testimonial Certo, era molto diverso da adesso -spiega ancora
illustre, le cui origini si perdono nelle brume Palazzini- Un tempo gli ingredienti infatti erano
taglienti dell’Adriatico. Lei, la moretta, aromatica mescolati insieme. Dagli anni ’50, grazie alla mac-
bevanda al caffè, nasce infatti quasi certamente china del caffè espresso, è possibile formare gli
negli ambienti del porto, quando Fano, a fine strati”. E, infatti, la Moretta, bellissima nel suo
’800, diventa una delle più fiorenti marinerie bicchierino da osteria (altro dato fortemente
della costa. E i pescatori nelle mattinate gelide indiziario sulla sua origine) si distribuisce in livelli
avevano bisogno di riscaldarsi. “Gli ingredienti tripartiti: dove la miscela alcolica zuccherina,
sono quelli che si trovavano sulle barche -racconta a base per l’appunto di brandy, anice, rum e
Stefania Palazzini, contitolare dello storico Caffè limone, riscaldata in precedenza, rimane chia-
del Porto-Oltre al caffè, c’era sempre il limone, ra e ben consistente sul fondo, mentre il caffè
diffuso per combattere lo scorbuto, e una serie espresso, denso e concentrato, non miscelandosi
di liquori come brandy, anice e rum. I pescatori con l’alcool vi si deposita sopra. A coronare il
per tenersi svegli e scaldarsi bevevano grandi tutto il terzo strato della crema, altro moderno
bicchieri di caffè, aggiungendo anche qualche dono della macchina da bar. Il risultato? “Una
liquore. Ma quando stavano per bevanda corroborante, che lascia
mare più giorni i prodotti finivano un buon sapore dolce in bocca,
La Moretta potrebbe
e dovevano a usare i residui di ciò molto più del caffè -chiarisce ancora
essere raccontata come un che era rimasto a bordo. Palazzini- Il segreto per farne una
semplice caffè corretto. Ma Da qui il mix base da cui è nata la perfetta? Le giuste proporzioni. Ma
sarebbe una definizione Moretta”. Un semplice caffè corretto, ognuno ha il suo”.
sbagliata e poco generosa
per una bevanda che ha
per giunta con scorza di limone? No, E il nome Moretta? Quasi di sicuro
dentro di sé tradizione, perché dentro questa bevanda mode- dall’etichetta delle bottiglie di rum,
lavoro e tanto profumo sta c’è tradizione, lavoro e profumo dove campeggiava una ragazza creola.
di mare. Proprio per di mare, quintessenza di una fanesi- “Metce un po’ de cla Mureta”, mettici
questo dal 2011 è
Prodotto agroalimentare
tudine irripetibile altrove: non a caso un po’ di quella Moretta, dicevano gli
tradizionale marchigiano dal 2011 è Prodotto agroalimentare avventori all’oste.
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LODGE& SPA
FRANCIA VENEZIA
Bulgari Hotel Parigi Hotel Gabrielli nel portfolio
con Niko Romito di Starhotels Collezione
stato inaugurato in Avenue Geor-
’ Hotel Gabrielli, albergo storico che risale al 1856, la cui pro-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
ALTO ADIGE DOLOMITI
Esperienza gourmet Le Suite Cocoon
al Naturhotel Leitlhof dell’Hotel Fanes
aper comunicare i sapori e i l Dolomiti Wellness Hotel Fanes vanta le nuove ed esclusive
D
esign hotel che ha concretizzato un progetto di sostenibilità ze, Francoforte, Amburgo, Monaco, Parigi, Vienna e
nel pieno rispetto della natura, Aqualux Hotel Spa Suite & Zurigo, apre a Dubai. Situato vicino al Dubai World trade
Terme Bardolino è una tra le location più conosciute della center e affacciato sulle Emirates Towers e sul Museum of
sponda orientale del Lago di Garda. La struttura di Bardolino (Vr) The Future, l’hotel è anche vicinissimo al Dubai internatio-
offre AquaExperience, otto piscine interne ed esterne -sei per adulti nal finance centre, a quindici minuti in auto dalla spiaggia
e due per bambini- con numerosi getti d’acqua, idromassaggi e di La Mer e a cinque minuti dal Dubai
aero massaggi. La Bio-Spa di Aqualux ha introdotto per uno dei Mall. Le 434 camere e suite presentano
suoi più recenti trattamenti di benessere sostenibili la zucca, che interni in stile beduino, glamping e far-
infonde allegria per il suo colore arancio vivo ed è un ottimo ali- mstay, mentre le suite dell’Artist Village
mento a livello nutrizionale, perfetta sono perfette per chi cerca più spazio.
per prendersi cura della bellezza della La suite Hakawati mostra il vero glamour
pelle. Rigorosamente selezionata di Dubai con doppia vasca, letto king size
tra quelle provenienti dalle aziende triplo -anche noto come Sheikh-size- un
agricole che non utilizzano fertiliz- tavolo da pranzo per dieci persone, due
zanti o pesticidi, è utilizzata per una bar, un angolo Dj, pista da ballo, caminet-
maschera a base di polpa di zucca to e vista sul Museum of The Future. La
finemente tritata, a cui vengono stanza comunica con altre due camere
aggiunti yogurt, miele e cannella. da letto tramite una scala segreta.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
BUSINESSNEWS
DENOMINAZIONI
PIEMONTE
Il Lugana cresce in Italia
L’Alta Langa Docg in volume e valore
oltre la pandemia n anno da ricordare, il 2021, soprattutto per quanto riguar-
A
lta Langa Docg supera la pandemia. Nel novità importante per un vino da sempre vocato all’export
2021 il metodo Classico tradizionale del (che pesa per il 70%), che invece quest’anno ha incassato grandi
Piemonte, esclusivamente millesimato, soddisfazioni proprio in patria. Il Lugana ha raggiunto la vetta
cioè che riporta sempre in etichetta l’anno del- della classifica delle tipologie che crescono maggiormente in Italia
la vendemmia, ha aumentato le vendite del 42% (secondo l’Iri, a volume, occupa il primo posto assoluto con un
rispetto ai valori pre-pandemia. E in marzo è pre- +46 %) e ha segnato un +49% a livello di vendite (fonte Coldiretti).
vista la nuova edizione de La Prima dell’Alta Langa Gli imbottigliamenti, secondo i dati di novembre 2021, hanno già
dove tutti i produttori e le loro cuvée si riuniranno superato i 26 milioni di bottiglie (a fronte
a Torino per un tasting riservato al trade dopo di 24.584.933 di bottiglie prodotte nel
le due edizioni ospitate nel Castello di Grinzane 2020), e si prevede che si raggiungeranno
Cavour e quella di Palazzo Serbelloni a Milano. Alta nel 2021 i 27 milioni, segnando un +12%.
Langa significa 50 aziende associate al Consorzio Anche il prezzo medio delle uve e dello
che producono 80 diverse etichette di Alta Langa sfuso riflette il momento d’oro e il reale
Docg; 90 viticoltori, circa 300 ettari di vigneto per 1/3 coltivati valore economico della Denominazione
a chardonnay, e per la parte restante a pinot nero. Per il 2022 Lugana con incrementi che, per l’uva, sono
gli ettari di vigneto si assesteranno a quota 350, per una pro- del 29%, mentre per il vino del 69% (dati
duzione attesa di oltre 3 milioni di bottiglie. Diverse le attività basati sul prezzo medio del 2020 e 2021,
svolte quest’anno dal Consorzio, una su tutte l’avvio del progetto Camera di Commercio di Brescia e Verona).
pilota di sensibilizzazione dei soci viticoltori per dedicare una Nella foto, Ettore Nicoletto, presidente
porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del del Consorzio.
tartufo ideato insieme al Centro nazionale studi tartufo. “Questi
alberi potranno essere curati direttamente dagli agricoltori, o
si potranno stabilire accordi con associazioni di trifolao che se STATI UNITI
ne occupino in modo da favorire buone pratiche di sviluppo
e mantenimento delle tartufaie sul territorio delle colline alte
di Langa”, spiega il presidente del Consorzio Alta Langa, Giulio
Santa Margherita
Bava. L’Alta Langa Docg è una Denominazione che vanta una acquisisce Roco Winery
lunga storia: fu il primo metodo Classico a essere prodotto in
S
Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” anta Margherita Usa ha
che sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco. È acquisito la maggioran-
prodotto con uve pinot nero e chardonnay, in purezza o insie- za di Roco Winery, in
me, in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o Oregon. La società acquisita
pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come produce una gamma completa
prevede il severo disciplinare: almeno trenta mesi. Nella foto in di vini: spumanti, bianchi da
basso, le vigne dell’azienda Enrico Serafino. uve chardonnay e rossi da uve
pinot noir. I vini Roco sono da
sempre molto apprezzati da
consumatori e critica. “Il vino dell’Oregon è fiorente. Sapevamo
di dover essere in prima linea in una delle regioni vinicole in più
rapida ascesa negli Stati Uniti per la nostra prima acquisizione a
livello internazionale -afferma Beniamino Garofalo, Amministratore
delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo (nella foto)- I valori di
Roco e di Santa Margherita sono armoniosamente allineati, come
il focus su terroir regionali e il rispetto per la terra”. “Il mercato
statunitense è molto dinamico e noi crediamo nella qualità dei
vini dell’Oregon, in particolare nella regione di Willamette Valley”,
spiega Gaetano Marzotto, presidente del Gruppo.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
BILANCI PIZZERIE
Record di fatturato Il Gruppo Gesa
per Mezzacorona compra Fra Diavolo
più che positivo il bilancio 2021
È
l Gruppo Gesa, proprietario dei brand
del Gruppo Mezzacorona: 197
milioni di euro di fatturato e 67,5
milioni di euro liquidati ai soci. I risultati
I Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Piz-
zeria Italiana Espressa, ha acquisito
la maggioranza della catena di pizzerie
sono stati eccellenti pur in un contesto Fra Diavolo. Fra Diavolo nasce nel 2018
generale complicato. Il bilancio evidenzia da un’idea di Mauro D’Errico e Gianluca
la forza del Gruppo sia dal punto di vista Lotta che hanno rilevato il marchio già
economico che finanziario. Molto impor- presente in Liguria da cinque anni. In
tante è stato anche l’ottenimento per il poco meno di tre anni sono stati aperti
sesto anno consecutivo della Certificazione della produzione dei otto punti vendita e il brand rientra nella prestigiosa classifica 50
soci secondo il Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Top Pizza, che vede Fra Diavolo posizionarsi tra le migliori venti
Integrata (Sqnpi) e, in stretto raccordo, della Certificazione dei pizzerie artigianali di tutto il mondo. “L’apertura del capitale servirà
vini, a conferma dei grandi risultati sulla strada della sostenibi- a raddoppiare il numero di punti vendita già nel 2022 e aprire la
lità ottenuti dal Gruppo Mezzacorona. Il fatturato consolidato, strada verso una crescita strutturale e uno sviluppo internazionale
nuovo record aziendale, è stato di 196.525.198 euro contro i del format”, dicono i due fondatori. In questo modo Gesa continua
193.597.747 euro del 2020 (+1,5%). L’utile netto di Gruppo è stato la strategia di crescita e diversificazione del Gruppo che 11 anni
di 3.207.135 euro rispetto ai 2.419.267 euro del 2020 (+32,5%). fa ha dato vita al concept Cioccolatitaliani aprendo 54 locali in
Le rese per ettaro hanno toccato i 18.799 euro di media. Il Italia e nel mondo. Dopo l’acquisizione di Bun Burgers, catena di
patrimonio netto consolidato ha raggiunto i 104.221.759 euro in hamburgherie di nuova generazione, avvenuta a luglio del 2021,
ulteriore rafforzamento rispetto ai 101.087.244 euro dell’ultimo Gesa ha concluso il 2021 entrando, insieme a Mir Capital, fondo
esercizio; questo dato evidenzia la grande solidità patrimoniale di investimento italo-russo, nel capitale di Fra Diavolo.
e finanziaria del Gruppo. Nella foto, il presidente Luca Rigotti, a
destra, e il direttore generale Francesco Giovannini.
COOPERATIVE
FONDI Un anno da primato
Hyle Capital Partners per Valpolicella Negrar
in Contri Spumanti
N
el 2020/21 la cantina Valpolicella
Negrar ha realizzato il miglior
H
yle Capital Partners con il fondo Finance for Food fatturato di sempre. Con un
One è entrata nel capitale della Contri Spumanti giro d’affari consolidato di 43.200.000
confermando la scelta degli investitori per le can- di euro, la cooperativa vinicola veneta
tine che non possiedono vigneti. Non si conosce l’entità ha registrato un +14% rispetto all’anno
della quota di controllo. L’azienda veneta ha un portafoglio precedente, grazie a nuovi mercati, Gdo
prodotti che va dagli sparkling ai vini fermi realizzati con e vendite online. Sono aumentati anche
vitigni provenienti da Puglia, Veneto, Emilia Romagna, gli ettari vitati bio, passati da 139 a 150
Sicilia, Sardegna e Abruzzo. Nel 2020 ha ottenuto ricavi tra certificati e in conversione, anche nella zona del Bardolino.
per 107 milioni (il 56% sui mercati esteri) con un Ebitda Inoltre, è in programma un nuovo investimento a San Pietro in
di 8,8 milioni e una Posizione finanziaria netta positiva Cariano: si tratta di uno stabilimento di cinquemila metri qua-
di tre milioni. Le bottiglie sono state 79 milioni per un drati per la messa a riposo di uve per l’Amarone e il Recioto. “Un
valore medio di 1,30 euro a bottiglia. Contri Spumanti investimento fatto per dare maggior valore al lavoro dei nostri
ha due stabilimenti a Cazzano di Tramigna, in provincia 244 soci e all’azienda -afferma Renzo Bighignoli, presidente di
di Verona, e a Campogalliano, in provincia di Modena. Cantina Valpolicella Negrar (nella foto)- Dai 4 mila quintali di
Il private equity punta a sostenere l’imprenditore nella uve messi in appassimento nel 1990, siamo arrivati nel 2021 a
crescita, con una spinta alla valorizzazione del prodotto metterne oltre 30 mila quintali. Numeri che parlano di come la
made in Italy sui mercati internazionali. Paolo Contri cantina sia diventata nel tempo un punto di riferimento nella
continuerà a guidare l’azienda. pratica di questa tecnica millenaria”.
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BUSINESSNEWS
OPERAZIONI FRANCIA
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402
Attrezzature e forniture per:
Alberghi, Ristoranti, Bar, Gelaterie, Pasticcerie,
Panifici, Pizzerie, Arredamento Contract
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MAIN SPONSOR
11 APRILE 2022
HOTEL CORALLO | RICCIONE
PARTNERS
Krèsios, il “formicaio”
di Giuseppe Iannotti
Barbara Amati
I
Il ristorante di Telese strionico, creativo, intelligente, entusiasta, bagaglio esperienziale internazionale, tecniche
infaticabile, ma anche puntiglioso, meticolo- e ricerca sperimentale, visioni avanguardiste e
Terme, due stelle so, cerebrale e istintivo: Giuseppe Iannotti è concetti di cucina stranieri, è quasi impossibile.
Michelin, si è imposto un vulcano di idee e progetti, instancabile, mai Iannotti, però, l’ha fatto. Con coraggio e testa
fermo, mai sazio. Lo scorso novembre il man- dura alla fine l’ha vinta, arrivando a proporre
all’attenzione per
cato ingegnere ha conquistato la seconda stella la sua cucina, che forse non è paragonabile a
la sua originalità. Michelin con il suo Krèsios, a Telese Terme (Bn), nessun’altra.
Oggi è un punto dopo la prima nel 2013, sempre riconferma- Classe 1982, Iannotti sta dietro ai fornelli da
ta. Se sono tanti i ristoranti stellati di altissimo quando di anni ne aveva solo 6. Laureando in
di riferimento livello in Campania, è pur vero che questi poco Ingegneria Informatica, ritorna al suo vero amore,
della gastronomia o nulla hanno in comune con il Krèsios. La tra- cucinare, compiendo una formazione da autodi-
campana della dizione gastronomica campana ha una forza datta, a parte uno stage formativo presso Alinea
e un’importanza a volte quasi schiacciante. La a Chicago, tre stelle Michelin. Dal 2007, prima
quale non rinnega stessa storia della cucina in questa regione è a Castelvenere e poi a Telese Terme, sempre
nulla. Ma lo chef estremamente ricca di leggende, di influenze nel beneventano, è a capo del Krèsios, punto
Iannotti ha scelto -francesi, spagnole, arabe…- di piatti e ricette di riferimento per la gastronomia d’eccellenza
di grande complessità e ricchezza. È difficile, a campana. Iannotti è il risultato di un insieme di
di perseguire tratti impossibile, sdoganarsi sia dalla tradizione, fattori determinanti, che vanno dal luogo in cui
una sua strada che dalle grandi, grandissime materie prime del vive e opera, il Sannio, con la provincia nascosta
territorio: probabilmente questa è la regione di Benevento, alla famiglia, in primis la mamma
mettendo a frutto un più ricca di prodotti eccezionali, non a caso i Elvira, vera ispiratrice di passione culinaria, e il
importante bagaglio latini parlavano di Campania felix. Se reinventare, papà Raffaele, che coltiva la terra intorno al risto-
di esperienze innovare, interpretare la tradizione per molti chef rante insieme all’altro figlio, Roberto. Un nucleo
campani è stato difficile ma anche importante, forte quello familiare, legato al territorio, che, con
partire da questa e aggiungere man mano un il tempo, si è allargato, fino a comprendere tutti
coloro che lavorano dentro e fuori il ristorante.
Iannotti lo chiama formicaio, perché ogni sing singola
formichina è lì per dare un contributo, per lavor lavorare
in sintonia
sinto con le altre: dal sous
s
chef Eugenio Vitagliano, vvero
braccio destro indispen-
indisp
accompagna
sabile, che accompa
lo chef ormai da a anni,
alla pastry chef Annam
Annamaria
Corrado, fino ad Alfredo
Alfre
Buonanno, sommelier
sommelie e
maître, ma anche amico am
e prova d’assaggio, co come
tutti gli altri ragazzi di bri-
gata di sala e di cucina
g cucina.
Il Sannio, tra campagne, ulivi
e vviti, a un’ora da Napo Napoli, è
un tterritorio poco conos conosciu-
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Food&Beverage
d&Beverage |febbraio-marz
|febbraio-marzo
zo 2022
Laureando in Ingegneria to, fuori dai classici circuiti turistici. Krèsios, che un viatico all’inatteso. Spazi interni moderni e
informatica, Giuseppe tradisce il ruolo che il vino ha dentro e fuori le minimali che si fondono con quell’esterno che
Iannotti ha scelto la cucina:
mura del locale, era infatti uno dei nomi di Bacco sa di origine e tradizione, luce che entra e che
la sua formazione è da
autodidatta. Istrionico, nell’antica Grecia, è un ristorante in una mas- esce come fosse un tutt’uno. Niente tovaglie sui
creativo, instancabile e seria, circondata da vigneti e dalla natura che tavoli, niente richiami al “ristorante” tout court.
puntiglioso, lo chef è un produce. I colori naturali del tufo e delle pietre Questo perché il Krèsios non è, per l’appunto, un
vulcano di idee e progetti. A
sinistra, Fermentazioni, da esterne contrastano con le trasparenze del vetro ristorante e basta, ma un luogo che racchiude
gustare in un boccone e i riflessi dell’acciaio subito lì, all’ingresso, come diverse entità e anime, a partire dal laboratorio di 왘
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
COVERSTORY
Iannotti è il risultato ricerca gastronomica, il IannottiLab, per arrivare che grazie alla profonda sintonia tra sala, cucina e
di un insieme di fattori al progetto di fish delivery d’autore, 8pus. Un tavoli, con ogni singolo ospite si crea un’empatia
determinanti, che vanno
dal territorio in cui vive e format di successo lanciato in piena pandemia, che ci porta prima a intuire e poi a capire se e
lavora, il Sannio, alla famiglia. a giugno 2020, quasi un’urgenza fisica, dettata quando egli desideri fermarsi o proseguire nella
Un nucleo forte che con il dall’impossibilità di movimento, una reazione degustazione”. Le portate sono dunque variabili,
tempo si è allargato fino a immediata, intelligente, che pochi hanno avuto perfette per ogni commensale, adeguate a rac-
comprendere tutti coloro
che lavorano dentro e fuori con tale prontezza. Un delivery incentrato su contare il pensiero che c’è dietro ogni piatto e la
il ristorante. Iannotti lo grandissime materie prime ittiche. mente che c’è dietro, non solo la cucina di chef
chiama “formicaio”, perché La seconda stella Michelin ha probabilmente Iannotti, ma anche la vita intera del Krèsios, che
ogni singola formichina è premiato non solo la cucina del Krèsios, ma l’in- è quella della sua sala, della brigata di cucina, del
lì per dare un contributo.
Sotto, l’indispensabile sous tero progetto che vi è dietro. Il perché in questo suo laboratorio, dell’orto, delle materie prime
chef Eugenio Vitagliano con momento storico, un tipo di cucina avanguardista, scelte ogni giorno, dei rapporti con i fornitori
il quale condivide l’idea di “spinta”, a tratti estrema, come quella di Iannotti che il tempo ha consolidato, delle famiglie di
una cucina avanguardista. sia stata premiata, non ha una risposta né sem- tutti coloro che al Krèsios “abitano”: le formichine,
A destra, il dolce Litchi e
Violetta, che rappresenta un plice, né, tantomeno, singola. Sono diverse le appunto. Un unico menu che spiega e dirige, ma
viaggio da Parigi a Madrid motivazioni, a partire da quella più ovvia: il locale non detta, piuttosto suggerisce, e rende il percor-
ha una cucina e una sala che abbondantemente so di degustazione un’esperienza auto-narrante,
meritano due stelle, e forse, se fino a oggi questo attraverso i piatti, certo, ma anche attraverso
riconoscimento non l’aveva ottenuto è perché il gli abbinamenti scelti e consigliati dal maître e
mondo italiano dell’alta cucina non era pronto. sommelier Alfredo Buonanno, attraverso i passi
La Michelin non ha portato a cambiamenti di e le mani di sala e cucina, quasi coreografie frutto
rotta, al contrario, come dice Giuseppe Iannotti: di anni di prove.
“Krèsios non cambia, ma si consolida”. Alfredo Buonanno accompagna le degustazioni
Questo anche a partire dalla scelta dei due dei piatti con abbinamenti spesso inusuali, a volte
blind menu: il Krèsios non ha mai offerto soluzioni spiazzanti, ma mai improvvisati. Il pairing varia
“confortevoli”. Oggi ancora di più, dopo avere spesso, a seconda della cantina e del gusto stesso
abbandonato i due storici, Mr. Pink e Mr. White, del sommelier che, conoscendo alla perfezione
per focalizzarsi su un unico menu la cucina dello chef, riesce a sviluppare
degustazione, Mr. Brown. “Mr. ogni volta percorsi degustativi
Brown è un percorso tai- che esaltano le creazioni
lor made per l’ospite, di Iannotti, fondamentali
che viene guidato per offrire un’esperienza
ma non costretto completa e unica. In tal
a seguire inte- modo anche il servi-
ramente -spie- zio delle bevande si
ga lo chef- Che inserisce in un’idea
significa? Significa di laboratorio collet-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
tivo, dove tutte le sperimentazioni fatte da quello
che è il IannottiLab vengono applicate anche ad
altri aspetti dell’accoglienza del ristorante, creando,
oltre che un incessante scambio di idee tra sala
e cucina, anche un circolo virtuoso nel suo team,
grazie al quale le tecniche e le esecuzioni vengono
non solo recepite al meglio da tutte le “formiche”
del Krèsios, ma hanno anche, intrinsecamente, la
potenzialità di essere replicate e di evolversi nel
tempo. “Il menu Mr. Brown è frutto una scelta
imprenditoriale e umana ben precisa, di una
gestione accurata e anti spreco del prodotto, di
una visione che da sempre ci contraddistingue
e che mai come in questo periodo è meglio in
sintonia con il vivere contemporaneo, che una
volta di più ci permette di poter affermare senza
tema di smentita che è l’etica quella che ci gui-
da e quella a cui guardiamo. Sempre -continua
Iannotti- E che ci detta le sue scelte, per ogni
aspetto del nostro lavoro, dal rapporto con i
nostri ragazzi a quello con i produttori con cui
abbiamo scelto di lavorare, fino a quello, ultimo,
con il nostro ospite, che sia qui perché ci conosce
o che sia qui per scoprire chi siamo”.
Tra i piatti, impossibile non citare Fermentazioni,
che dà inizio al menu, da gustare in un boccone.
Qui si tratta in verità di due tipi di fermentazioni:
quella lattica, data dal cetriolo e dall’albicocca, e La affiatata brigata del Krèsios:
quella acetica data dall’alga kombu e dalle caro- a destra, la pastry chef
te che fermentano grazie a una crusca di riso. Annamaria Corrado e, a sinistra,
in giacca e cravatta, il maître e
Dopodiché c’è una fermentazione ancora lattica, il sommelier Alfredo Buonanno.
daikon marinato sotto aceto e con succo di rapa Il locale non è solo un ristorante,
rossa. Molto fresco, di carattere, con la croccan- ma anche laboratorio di ricerca
tezza delle verdure che incontra la persistenza con il IannottiLab, e il fish
delivery 8pus. A sinistra, uno dei
data dalle fermentazioni. Altro signature, il Pollo piatti più sorprendenti, Pollo e
e patate, l’idea e il ricordo del pollo arrosto che patate: idea e ricordo del pollo
abbiamo amato tutti, che fa venire in mente i 왘 arrosto della domenica
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
COVERSTORY
Alfredo Buonanno, maître pranzi della domenica. In questo caso si tratta tipologia di stoviglie scelte per servire la Pastina:
e sommelier del Krèsios, di una chips preparata con del riso in cui poi il classico piatto utilizzato per i bambini, con i
ma anche amico e prova
d’assaggio, come tutti gli
viene frullata la pelle di pollo, quindi lasciata personaggi di Topolino o Minnie disegnati sul
altri ragazzi di sala e cucina. essiccare per circa una settima e poi cotta in fondo. Tra i dolci, Litchi e violetta, che “per me è
Accanto, le confezioni di forno, con aggiunta di rosmarino, timo, salvia ‘il dessert’. Non riesco a toglierlo dalla carta da
fish delivery d’autore 8pus, e aglio, il ricordo delle spezie del girarrosto. La almeno quattro anni, per un discorso di texture e
format di successo lanciato
in piena pandemia, a
patata invece viene soffiata grazie a due fritture tecniche. Rappresenta personalmente un viaggio
giugno 2020. Sotto, il piatto con temperature diverse, che le danno un effetto da Parigi a Madrid: acqua tonica e violetta per
che più di tutti è presente crunch e all’interno viene aggiunta una spuma Madrid, Champagne e litchi per Parigi”.
nell’immaginario collettivo, di patate. Lo Spaghetto allo scoglio, invece, è il In ogni piatto dello chef il legame con il territo-
la Pastina al formaggino,
che nasce come omaggio
mare all’ennesima potenza, la cui salsa è realiz- rio è vivo, così come la ricerca di materie prime
alla mozzarella di bufala, in zata con ben 50 diverse specie di pesce, di cui d’eccellenza reperibili in ogni luogo del mondo,
cui alla tecnica si aggiunge vengono utilizzate anche lische e teste, e concen- che danno vita a una cucina ricercata, che guarda
la parte ludica: è infatti trato di pomodoro. “Lo Spaghetto allo scoglio è avanti e che al contempo è saldamente radicata
servita nel classico piatto
utilizzato per i bambini,
sicuramente il piatto che più mi rappresenta sia in ciò che la tradizione ha da offrire. Una cuci-
con i personaggi di dal punto di vista tecnico che dal punto di vista na fatta di genialità incarnata in piatti semplici
Topolino o Minnie. emozionale. Il mare ti esplode letteralmente in e audaci. Una cucina che va di pari passo con
È, invece, offerto in una bocca nel cuore della campagna sannita. Qui si ricerca, sperimentazione, viaggi, studio, ideazione
divertente ranocchia
il Marshmallow al limone
lavora sull’estrazione e sulla concentrazione e costruzione di progetti. Per questo in
di pesci e crostacei, per ottenere una ogni piatto ideato dallo chef si
salsa liquida dal colore rosso ritrova tutto un bagaglio espe-
acceso, di grande sapidità, rienziale, tecnico, gastro-
in cui ultimare la cottura nomico e di vita vissuta,
-quasi risottata- degli spa- che si auto-racconta
ghetti, che così ne acqui- nella degustazione. Un
siscono colore, gusto e viaggio nel gusto che
iodio marino”. sorprende, diverte e a
Ma forse il piatto del tratti incanta, un percor-
Krèsios che più di tutti è so unico nel suo genere,
presente nell’immagina- indimenticabile.
rio collettivo, è la Pastina
al formaggino che, dice Iannotti,
Krèsios
“nasce come omaggio alla mozzarella
di bufala, ma in cui vado a prendere gli via San Giovanni 59
ingredienti con i quali la mozzarella è fatta 82037 Telese Terme (Bn)
(latte e panna) che cagliati in maniera dif- tel. +39 0824.940723
ferente danno vita a un formaggino”. Alla kresios.com
tecnica si aggiunge la parte ludica legata alla
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
COLLAVINI
RIBOLLA GIALLA
SPUMANTE BRUT
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Il palato protagonista
di Gustare lo Champagne
Barbara Amati
D
Con l’appuntamento al Comité Champagne vengono dati positivi Maison di Champagne) che, in un percorso iniziato
sulle spedizioni totali di Champagne che nel nel 2016, ha condotto alla scoperta delle sensazioni
dedicato al gusto 2021 ammontano a 322 milioni di bottiglie, in che può regalare lo Champagne attraverso i cinque
si chiude il progetto aumento del 32% rispetto al 2020. Il mercato fran- sensi. Dopo olfatto, udito, tatto e vista, l’ultima tappa
“Champagne cese è in crescita del 25% con quasi 142 milioni di ha visto protagonista il gusto, con cui si è concluso
bottiglie, tornando al livello del 2019; le esportazio- il progetto “Champagne e 5 sensi”.
e 5 sensi”. Il Bureau ni continuano a crescere con un nuovo record a Nel presentare “Gustare lo Champagne, gustare
italiano ha sfoggiato 180 milioni di bottiglie. Nel 2020 i professionisti del con lo Champagne”, da Aalto Restaurant di Milano, il
la creatività dello chef vino avevano ridotto le scorte di fronte all’incertez- direttore del Bureau Domenico Avolio ha sottolineato
za sulla durata della crisi sanitaria, nel 2021 hanno come il lavoro dello chef, che assembla in una ricetta
stellato Takeshi Iwai: invece invertito la tendenza, sorpresi dall’accelera- ingredienti che, insieme, devono armonizzarsi e dare
alle sue ricette sono zione della domanda a partire dal mese di aprile. E vita a un piatto armonico ed equilibrato, sia simile a
state accompagnate il mercato italiano? Diversi distributori, che importa- quello dello chef de cave quando crea l’assemblag-
no gli Champagne delle più rinomate Maison, ave- gio. La creatività dello chef Takeshi Iwai, una stella
quattro etichette vano finito le bottiglie a loro disposizione già nei Michelin conquistata nel 2020, capace di fondere
d’eccezione primi mesi autunnali per la vivacità di un mercato materie prime, tecniche, ricette ed evocazioni cul-
in grande fermento per la riapertura di ristoranti e turali, si è perfettamente sposata con la versatilità
locali. Il 2022 è iniziato con un bel movimento di vi- dello Champagne e le sue mille sfaccettature. Ta-
ni e la cancellazione delle diverse restrizioni dovu- keshi Iwai ha creato quattro ricette che sono state
te alla crisi sanitaria dovrebbe aprire la strada a un abbinate ad altrettante tipologie di Champagne da
nuovo ciclo di crescita anche per lo Champagne. quattro Ambasciatori dello Champagne per l’Italia:
Che rimane uno dei vini più ricercati non solo per Marco Chiesa, Chiara Giovoni, Bernardo Conticelli
feste o celebrazioni, ma anche per gratificazione e Pietro Palma.
personale e momenti di convivialità e condivisio- Il primo Champagne è stato Tattinger Nocturne,
ne più quotidiani. un Sec con 17,5 grammi di zucchero per litro, adatto
Però c’è ancora spazio per approfondire la co- ad accompagnare un dessert. Si è invece scelto di
noscenza dello Champagne con la consapevolez- accostarlo ad Anguilla, tataki di manzo e liquirizia.
za che più lo si conosce e lo si comprende, mag- “Oggi le tecniche sono cambiate e uno Champagne
giormente lo si apprezza e l’esperienza si amplifica. Sec è utilissimo per accompagnare alcuni piatti -di-
Sarà forse banale ribadirlo, ma quando si degusta ce Marco Chiesa- Nocturne non è così dolce, ha
uno Champagne entrano in gioco i cinque sensi rotondità del gusto e pienezza e non è eccessiva-
che ci svelano le differenze e ci aiutano a decifrare mente complesso, ma equilibrato, ricco e godibile.
In un momento in
cui lo Champagne sta il suo universo. Sfumature di bianco, giallo o rosa, L’ Anguilla riflette lo stile di cucina dello chef ed è in
conquistando il terreno profumi di frutta, spezie o fiori, gusti sottili, delica- definitiva un piatto abbastanza dolce che trova un
perduto, il Comité ti, potenti… fino all’effervescenza: lo Champagne si equilibro perfetto con un Sec che
Champagne Italia ha
esprime e ci aiuta nel gioco degli abbinamenti con ha una sua bella acidità: così
proposto l’ultimo degli
appuntamenti del progetto il cibo, dimostrando sempre più quanto sia versatile riusciamo a gestire la parte
“Champagne e 5 sensi”. e perfetto accostamento a diverse cucine. In questo dolce dell’anguilla e quel-
Protagonista, al ristorante approfondito riconoscimento delle sensazioni che la aromatica della ma-
stellato Aalto di Milano,
spesso non riusciamo a percepire facilmente, si è ionese al rafano”.
è stato il gusto, con gli
straordinari piatti di Takeshi dedicato il Bureau du Champagne Italia (che rap- Il secondo Cham-
Iwai. A destra, Anguilla, presenta il Comité Champagne, l’organo con sede pagne era il Blanc de
tataki di manzo e liquirizia a Epernay, che riunisce tutti i viticoltori e tutte le Blancs Millesimato Brut
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
2012 di Cazals, proposto con
Risotto aspro, gelato di al-
ga kombu e ostrica. “È uno
Chardonnay in purezza con
un dosaggio di 7 grammi per li-
tro, maturato otto anni sui lieviti. Un
vino con una bella acidità e freschezza che
può essere valido in tutte le situazioni -spiega Pietro
Palma- Il Risotto mantecato con burro e parmigiano,
con aggiunta di acqua di pomodoro fermentata e
succo di limone, è accostato a una quenelle di ge-
lato di limone e ostrica: in questo caso giochiamo
anche con il contrasto caldo-freddo”.
Il terzo Champagne era Coeur des Bar Blanc de
Noirs di Deveaux accostato al Manzo alla brace, bac-
che di sambuco e scorzonera. “È uno Champagne
da singolo vitigno, il Pinot noir, con un 20% di vini
di riserva affinati in legno -racconta Chiara Giovoni-
Uno Champagne ricco, con una bella complessità
e di grande vinosità, perfetto con questo filetto di
Scottona piemontese servita con bacche di sambu-
co sotto sale e fermentate, colatura di alici, burro
e nocciola, scorzonera confittato con del grasso di
maiale. L’abbinamento Champagne-carne è sempre
un po’ azzardato. In questo caso abbiamo un doppio
vantaggio: da una parte uno Champagne con una
struttura decisa e un dosaggio al limite del perce-
pibile, un brut con l’energia del Pinot noir, e, dall’al-
tra, una carne privilegiata dal tipo di cottura che si
unisce alla suadenza dello scorzonera”. I quattro ambasciatori
Infine, per accompagnare Rabarbaro, lamponi dello Champagne hanno
selezionato i vini e
e gelato alla mandorla tostata è stato scelto il Brut
proposto gli abbinamenti,
Rosé Vintage Millesimato 2002 della Maison Joseph con qualche curiosità.
Perrier. “Un dolce non dolce vegano, in cui i sentori Con loro, lo chef Takeshi
zuccherini sono dati solo dagli elementi del piatto Iwai e il direttore del
Bureau Domenico Avolio.
-spiega Bernardo Conticelli- Il Gelato alla mandorla
Un’esperienza gustativa
tostata, fiori di sakura alla base, granita di rabarbaro che ha permesso di
e lampone e infuso di basilico giapponese, si accosta approfondire l’argomento
bene a questo Champagne che va per la larghez- dell’abbinamento piatto-
Champagne. In alto, Manzo
za e per il volume, piuttosto che per la verticalità, e
alla brace, bacche di
che, quindi, ha retto molto bene questo dolce non sambuco e scorzonera, qui
dolce sia dal punto di vista tecnico che da quello sopra, Risotto aspro, gelato
gustativo. Va servito, però, non troppo freddo”. di alga kombu e ostrica
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
STRATEGIE
Vision2030 disegna
il futuro del vino italiano
Clementina Palese
N
Imprenditori e asce da una riflessione collettiva di alcuni Vision2030 è un buon inizio per fare sistema tra
rappresentanti della filiera vitivinicola e imprenditori e “affrontare la sfida principale dei
consulenti hanno distributiva, un think tank che ha cercato di prossimi dieci anni, ovvero l’incremento di valore
discusso per mesi disegnare il futuro del vino italiano nel documento del vino italiano, di quello a Denominazione e
sullo sviluppo del Vision2030. Attorno a diversi tavoli tematici, 23 a Indicazione geografica e di quello generico e
imprenditori e consulenti hanno discusso per mesi varietale, che rappresenta il 50% del totale -ha
settore. Analisi su temi cruciali -identità e posizionamento, enoturi- sottolineato Nicoletto, anche portavoce del tavolo
e proposte, smo, merger & acquisition, potenziale produttivo e “identità e posizionamento”- L’abbinabilità con il
gestione dell’offerta, comunicazione e formazione, cibo è un punto di forza trasversale, un denomi-
dall’identità alla digitalizzazione e sostenibilità- e sono pervenuti a natore comune del nostro vino, che valorizza la
digitalizzazione, una “vision” con l’obiettivo di dare un contributo gastronomia e la socializzazione tipiche del life
confluite nel allo sviluppo di un piano strategico per il sistema style italiano, amato in tutto il mondo, capace di
vitivinicolo italiano (il documento, presentato a avvicinare anche i giovani molto interessati alla
documento Veronafiere, è scaricabile al link www.vision2030. cucina e di incentivare il consumo di vino a tavo-
presentato a Verona wine). “Abbiamo sentito l’esigenza di elaborare la”. Denominatore comune da spingere con “una
comunicazione centrata sull’Italia e declinata sulla
biodiversità del vino italiano: una grande oppor-
tunità per veicolare un messaggio di unitarietà e
di sistema Paese”, ha aggiunto Marcello Lunelli,
presidente e Ceo di Cantine Ferrari, portavoce del
tavolo “comunicazione”.
E, in effetti, se in tutto il mondo invidiano l’italia-
nità, dovremmo renderla più riconoscibile, visto
che il nostro export si concentra da decenni in soli
cinque Paesi su 190 iscritti alle Nazioni Unite. “Per
difendere i prezzi e innalzare il valore aggiunto
del vino italiano è necessario incrementare la
promozione in particolare sui mercati Extra Ue e
intensificare la lotta all’Italian Sounding sostenendo
i Consorzi -ha ribadito Marco Nannetti, presidente
del Gruppo Cevico e portavoce del tavolo “gestione
potenziale produttivo”- Per quanto riguarda le
Denominazioni di origine serve una semplifica-
zione spingendo verso Doc ‘ombrello’ regionali e
per i vini generici un accordo per ridurre le rese
analisi e proposte per garantire la competitività e innalzare la qualità”.
Il vino italiano ha deciso
del comparto vitivinicolo nazionale in futuro -ha Serve, dunque, un rafforzamento generale del
di fare squadra. E i nomi
principali del settore si spiegato Ettore Nicoletto, Amministratore dele- settore vino che non può prescindere dalle compe-
sono messi intorno a gato di Angelini Wines & Estates e presidente di tenze degli operatori, a partire dal vigneto fino allo
un tavolo per discutere Vision2030- E non per sostituirci alle organizzazioni scaffale, passando per la cantina. E in quest’ottica
del futuro, di temi
professionali, ma per contribuire alla costruzione Massimo Tuzzi, Amministratore delegato di Terra
cruciali fondamentali per
affrontare al meglio le di politiche e strategie adeguate a garantire la Moretti Vino e portavoce del tavolo “formazione
sfide dei prossimi anni competitività del settore vitivinicolo”. e competenze”, ha spiegato quanto sia necessa-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
Ettore Nicoletto, Amministratore
delegato di Angelini Wines & Estates
e presidente di Vision2030; in
basso, con i protagonisti dell’evento
veronese. Tra i temi in discussione
anche quello del nanismo delle
imprese italiane, che riguarda
in particolar modo il mondo del
vino. C’è bisogno di unire le forze,
perché le piccole dimensioni delle
imprese frenano la competitività e
lo sviluppo sui mercati esteri
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
TRIESTE
Anche la clientela
locale è conquistata
dal due stelle
Michelin che in
cucina vede Matteo
Metullio e Davide
De Pra. Ristorante
gourmet e bistrot
per un alternarsi
di proposte
di terra e mare
A
Trieste, un palazzo dell’800 affacciato su cambiamenti non hanno riguardato solo le stanze
una delle piazze più belle d’Italia e d’Euro- e le aree comuni, ma anche il ristorante e il bistrot.
pa, accoglie non solo il Grand Hotel Duchi Un restyling che l’ha reso un salotto sofisticato, in
d’Aosta, boutique hotel a 5 stelle e storico albergo linea con le proposte gastronomiche di Matteo
della città, ma anche il ristorante Harry’s Piccolo Metullio e Davide De Pra, partner nell’impresa.
& Bistrot, fregiato di due stelle Michelin. Siamo in Metullio, triestino, 33 anni a marzo, reduce dai
piazza Unità d’Italia e l’edificio, sorto nel 1873 per successi conseguiti alla Siriola di Ciasa Salares in
volere delle Assicurazioni Generali, porta la fir- Val Badia (dove De Pra era sous chef), portata al
ma degli architetti Eugenio Geirenger e Giovanni traguardo bistellato quando aveva 28 anni, aveva
Righetti. Il nome attuale risale al 1972, dopo una cominciato a guardare alla sua città natale nel 2017,
serie di passaggi di proprietà e di fasi costruttive. complice la collaborazione con la Barcolana. Poi gli
Dettaglio curioso e insolito, fin dal XIV secolo, nella eventi lo hanno avvicinato ancora di più, con un
stessa posizione, si è sempre trovata una struttura primo accordo e un’alternanza a San Cassiano, fino
adibita all’ospitalità. Una funzione ininterrotta nei al passaggio definitivo. “Un ritorno a casa che mi
secoli che, con edifici e nomi differenti, nonché consente di occuparmi anche della mia famiglia, di
ospiti illustri come l’ammiraglio Nelson, Giacomo mio figlio Nicolò, nato nel 2018. Un anno magico,
Casanova e Carlo Goldoni (per citarne solo alcuni), in cui è arrivata anche la prima stella per l’Harry’s
prosegue fino ai nostri giorni. Piccolo. La soddisfazione è stata riguadagnare la
Il due stelle Harry’s Piccolo
& Bistrot, nel Grand Hotel Al fascino ottocentesco, intatto nelle facciate, cari- fiducia della Guida Michelin in così poco tempo,
Duchi d’Aosta, è stato co delle memorie più fulgide del porto dell’Impero con la conferma della seconda stella nel novem-
sottoposto a un restyling austroungarico, ora si accompagna un restyling bre 2020 e l’ampliamento della clientela. Non solo
che ha rispettato la sua rispettoso, ma contemporaneo. Con il plus di una turisti di passaggio e stranieri, ma habitué locali e
storia inserendo un pizzico
di modernità. Situato in posizione unica, aperta sul mare. All’interno, l’inter- della regione”.
piazza dell’Unità d’Italia, una vento dell’architetto Egidio Panzera si è dispiegato Uno zoccolo duro di repeater triestini e dei din-
delle più belle della Penisola in un sobrio gioco di equilibri tra architettura e torni, che tornano almeno una volta a settima-
con affaccio sul mare, il decorazione, tra comfort e dettagli di arredo, come na fino a sei volte al mese, e per i quali Matteo
ristorante è diventato una
sofisticata meta per i più in una casa. Le scale interne si sono trasformate Metullio e Davide De Pra con la loro brigata (di
esigenti gourmet in una galleria d’arte, con opere contemporanee. I dieci persone) approntano espressamente i piatti
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
Davide De Pra e Matteo Metullio:
all’Harry’s Piccolo & Bistrot propongono
piatti con ingredienti del territorio
accompagnati da altri che arrivano
da lontano. Uno dei più conosciuti è
l’Harrysotto, risotto cotto in acqua
di pomodoro con basilico, polvere di
cappero, salsa di acciughe e plancton,
in basso a sinistra. A destra, Nido di
spaghetti freddi all’acqua di pomodoro,
colatura di alici e scampi e Tortelli
con crema di parmigiana di
melanzana, spuma di ricotta
di bufala e pomodorini canditi
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
DISTRIBUTORI
L’azienda torinese,
pioniera nella
distribuzione di
vini di prestigio
francesi, seleziona
cantine italiane che
abbracciano la sua
stessa filosofia e che
producono etichette
di alta gamma
anche per piccoli
mercati, indirizzati a
consumatori raffinati
S
e il passaggio generazionale è un problema della distribuzione di prodotti a volte di piccolissimo
serio per molte aziende, così non è stato per mercato, spesso molto rari, ma altamente prestigiosi
Sagna. Nell’arco della sua storia, iniziata nel e ricercati, pioniere nella selezione di vini francesi
1928, ha visto avvicendarsi le nuove generazioni alla premium partendo dallo Champagne. È del 1935
guida dell’impresa di famiglia e ognuna ha saputo l’acquisizione del mandato di distribuzione dello
lasciare la propria impronta, interpretando lo spirito Champagne Mumm Cordon Rouge, un rapporto
del tempo. Così, dopo la passione, la serietà e l’etica durato ben 53 anni, terminato quando l’azienda
del fondatore Barone Amerigo, c’è stato l’impegno venne rilevata da una multinazionale. Ed è dal 1988
e la lungimiranza del figlio Ernesto, le grandi capa- che Sagna è il distributore esclusivo di una delle
cità e la carica di simpatia del nipote Massimo. E Case di Champagne più titolate, la Maison Louis
recentemente si sono aggiunte la freschezza e Roederer, acquisita grazie alla visione di Ernesto
dal 1928 la modernità di Leonardo, figlio primogenito di Sagna. Una svolta importante che rappresentò un
Massimo, in azienda dal 2013, e l’entusiasmo e grande passo in avanti e qualificò l’azienda piemon-
la dinamicità di Carlo Alberto, il secondogenito, tese come selezionatore e distributore di etichette
Massimo Sagna con i figli che ha raggiunto la società nell’autunno 2019. di elevato prestigio e notorietà internazionale. Negli
Leonardo e Carlo Alberto che Passano gli anni e le generazioni, ma rimane anni che seguirono, infatti, alle rappresentanze
lo affiancano nel lavoro di l’idea secondo la quale in un mondo dominato da storiche di fascia alta, quali Delamain Cognac (dal
selezione e ricerca delle aziende
da acquisire per la distribuzione colossi multinazionali, un distributore indipendente, 1984), Bas Armagnac Dartigalongue e Graham’s
sul mercato italiano. Nell’arco per vedere prosperare la propria azienda, deve (entrambi dal 1989), si aggiunsero via via altre
della sua storia, iniziata nel 1928, proporre la più alta qualità possibile e rivolgersi a diverse Maison di elevato profilo, indirizzate a una
Sagna ha visto avvicendarsi le consumatori raffinati che aspirino a uno stile di vita clientela di pari livello.
nuove generazioni alla guida
superiore. Nei suoi 94 anni di attività, l’azienda di Dal 2013, a completamento dell’offerta, Sagna
dell’impresa di famiglia e
ognuna ha saputo lasciare la Revigliasco (To) è così rimasta fedele a se stessa, ha deciso di ampliare il catalogo puntando anche
propria impronta, interpretando seguendo una politica rigorosa che rifugge dalle sull’Italia con la distribuzione di distillati e vini
lo spirito del tempo mode passeggere e dai facili volumi, occupandosi nazionali per essere rappresentativa delle realtà
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
del territorio nel quale opera. Ha così seleziona-
to brand artigianali, piccoli ma di spessore, che
gli hanno permesso di “costruire” un catalogo
contrassegnato dall’eccellenza dell’offerta anche
nazionale. La scelta delle aziende ha privilegiato
quelle a carattere familiare che ne condividono
la stessa filosofia: massima serietà, qualità e con-
tinuità nel tempo. Sono entrate così, a far parte
della “famiglia Sagna” i prodotti della distilleria
Grappa Levi, i vini friulani di Ronchi di Cialla, il
Barolo Pianpolvere Soprano, l’Amarone di Secon-
do Marco, i vini valdostani di Maison Anselmet, i
Barbaresco del Castello di Neive, i nebbioli delle
alpi valtellinesi di Mamete Prevostini, il Taurasi
di Stefania Barbot, il Vermouth di Antica Torino,
i gin e Vodka Panarea della Dis Distillers & Distri-
butors e, più di recente, i Brunello di Montalcino
di Canalicchio di Sopra, i Chianti Classico e i vini di
Maremma dell’azienda Querciabella e i vini dell’E-
tna di Palmento Costanzo. Queste ultime sono
realtà famigliari piuttosto contenute come
quantità di bottiglie, ma che puntano alla
produzione di etichette ben riconoscibili e
soprattutto di qualità eccellente, indirizzate a
quegli operatori del mondo horeca più attenti
a prodotti esclusivi.
Canalicchio di Sopra, fondata a Mon-
talcino nel 1962 da Primo Piacenti, uno
dei 12 fondatori del Consorzio del Vino Tra le aziende italiane
Brunello di Montalcino, ha visto il suo entrate recentemente
nel portfolio di Sagna
debutto produttivo nel1966, dimostrando c’è Canalicchio di Sopra,
subito la qualità di cui questa azienda fondata a Montalcino da
era capace e la cui essenza è sempre Primo Piacenti nel 1962.
stata quella di produrre vini di grande Produce vini di grande
eleganza e si è distinta
eleganza. Negli anni, grazie in particolare
all’attenzione della
al lavoro in vigna svolto dal genero Pier critica internazionale
Luigi Ripaccioli, in azienda dal 1987, si conquistando premi
è distinta sempre di più guadagnandosi importanti. Tra i top di
l’attenzione della critica enologica interna- gamma, il Brunello di
Montalcino Docg Riserva
zionale e conquistando premi importanti. 2016, di grande struttura
Dal 2001 cantina e vigneti sono gestiti e sapidità, profondo
dai nipoti di Primo, Francesco, Marco e 왘 e armonico
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
DISTRIBUTORI
Batàr è il vino più noto e Simonetta, che rappresentano la terza generazione: in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri. Il Bru-
prestigioso dell’azienda su 60 ettari di terreno 19 sono coltivati a vigneto, nello di Montalcino Docg 2016 Riserva è figlio di
Agricola Querciabella, nel
10 cru che si trovano all’interno di un contesto un’annata caratterizzata da equilibrio, regolarità e
Chianti Classico. L’azienda
ha 74 ettari di vigneto ricco di biodiversità e di bellezza paesaggistica perfetta maturazione dei grappoli e la scelta di unire
convertiti al biologico Patrimonio Unesco dal 2004. Le uve godono di le uve di due cru ha portato a un vino di grande
nel 1988 da Sebastiano un particolare microclima e i vini esprimono le struttura e sapidità, in un connubio di armonia ed
Cossia Castiglioni. Uscito peculiarità dei diversi vigneti. Sono fini ed eleganti, eleganza che ha l’ambizione di dimostrare allo stesso
con l’annata 1988, Batàr
è oggi sul mercato con dal lungo potenziale di invecchiamento, come tempo la potenza e l’eleganza dell’annata, nonché
l’annata 2018. Prodotto il Brunello di Montalcino Docg Riserva, il top di la fitta trama tannica sorretta dalla sapidità e dalla
con uve chardonnay gamma, prodotto con le sole uve sangiovese e freschezza; la profondità e l’armonia del Sangiovese
e pinot bianco, ha soltanto nelle migliori annate. Questa Riserva è di una grande annata classica a Montalcino.
un bouquet ampio e
frutto dell’assemblaggio delle uve di due diversi Anche l’azienda Agricola Querciabella si trova in
aromatico e al palato
è voluttuoso cru a 200-300 metri sul livello del mare: vigna Toscana, ma nel Chianti Classico. Fondata da Giu-
e di grande finezza Vecchia Mercatale, caratterizzato da un terreno seppe (Pepito) Castiglioni con un solo ettaro di vigne-
argilloso e una forte presenza minerale, e vigna to in collina, negli anni si è trasformata in una
Montosoli Filari Lunghi, contraddistinta da un vasta tenuta che si è estesa in tutta la regione.
terreno galestroso e un’elevata componente Il figlio, Sebastiano Cossia Castiglioni, nel 1988
minerale, argilla, limo, e una forte presenza di ha convertito l’azienda alla viticoltura biologica,
scheletro. La vinificazione avviene in vasche facendo di Querciabella una delle prime aziende
d’acciaio con controllo della temperatura di vitivinicole in Italia ad avere adottato questa pra-
fermentazione, rimontaggi soffici giornalieri tica. Dal biologico alla biodinamica (nel 2000),
e delastage; la macerazione sulle bucce la cantina possiede 74 ettari di vigneto nel
dura 35 giorni; l’affinamento è di 36 mesi Chianti Classico (nei comuni di Greve, Radda
e Gaiole) e 32 ettari in Maremma. Il suo
vino più noto è il prestigioso Batàr, Tosca-
na Igt, la cui prima annata risale al 1988.
È prodotto con uve chardonnay al 50% e
pinot bianco; lo chardonnay proviene da
due diversi vigneti: Casaocci Sud, in cui il
galestro è predominante, a 350 metri sul
livello del mare, e il Pallonaio, la vigna più
alta dell’azienda, a 600 metri, in cui la pre-
senza di roccia arenaria conferisce alle uve
mineralità, freschezza e tensione. Il pinot
bianco cresce invece su pendii più freschi,
a 400 metri sul livello del mare, dove argille
e scisto formano terreni più densi che aiu-
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
tano la struttura del vino. La vinificazione avviene nerello cappuccio, carricante e catarratto. Tre le I vigneti di Palmento
in barrique di rovere francese nuove a grana fine linee prodotte: Mofete, composta da un bianco, Costanzo si arrampicano
sulle pendici dell’Etna fino
ed extra fine per il 20% e l’affinamento su lieviti un rosato e un rosso di grande piacevolezza ed
a 700 metri sul livello del
indigeni con bâtonnage per nove mesi. Batàr 2018 equilibrio; Di Sei, autentica espressione dell’Etna, mare e sono certificati
ha colore giallo paglierino brillante con sfumature e le Contrade, che con un approccio parcellare bio. L’antico palmento
dorate, un bouquet ampio, aromatico e seducente esprimono le sfaccettature del terroir e dei Nerelli. ottocentesco è stato
con aromi di fiori di acacia, camomilla, pesca gialla, Tutte le vigne sono in regime biologico certificato. attentamente ristrutturato
da Mimmo e Valeria
prugna gialla e melone a cui si aggiungono sentori Tra i prodotti più interessanti dell’azienda il Pre- Costanzo rendendolo
di frutto della passione e ananas fresco con leggere fillossera Etna Doc Rosso che nasce sulle pendici funzionale e di grande
note di zafferano e cedro. Al palato è voluttuoso, ma del vulcano, a 700 metri, su sabbie vulcaniche, impatto estetico. Tra i
elegante, di grande finezza. La sensazione in bocca sassi e rocce effusivi, da uve nerello mascale- vini di maggior pregio, il
Prefillossera Etna Doc Rosso
è equilibrata, sostenuta da una bella freschezza: la se al 90% e nerello cappuccio. La vendemmia è
2017, dal bouquet profondo
frutta tropicale si ripete sul palato con una mineralità manuale, con selezione in pianta, a metà ottobre. e ricco, avvolgente
sorprendente e un finale molto lungo. La fermentazione avviene con lieviti indigeni e e con tannini vellutati
Dopo la Toscana, una regione la cui enologia è la macerazione è prolungata in botti rotative di
ben consolidata e di eccellenza, Sagna ha rivol- rovere francese da 500 litri. Il vino affina 24 mesi
to la propria attenzione alla Sicilia, un territorio in botte di rovere francese da 500 litri seguiti da
che ormai da tempo si è imposto all’attenzione 12 mesi in bottiglia. Dal colore rosso rubino, il
degli appassionati di vino più curiosi ed esigen- Prefillossera 2017 ha un bouquet profondo e
ti: qui stanno facendosi strada aziende giovani ricco, con note di frutti rossi, sfumature di grafite,
e all’avanguardia, che hanno come obiettivo la polvere vulcanica e note balsamiche; al palato
qualità elevata e la valorizzazione dei tipici vitigni è avvolgente, con tannini vellutati, imponente e
autoctoni, anche i meno conosciuti. Tra queste, lungo, con un finale piacevolmente sapido.
c’è Palmento Costanzo, nell’area dell’Etna, una
zona che negli ultimi anni è stata protagonista
di una importante crescita, sotto ogni punto di
vista. Palmento Costanzo è un’azienda giovane,
nata nel 2010 all’interno del Parco dell’Etna, la cui
storia prende avvio con il restauro di un antico
palmento ottocentesco in cui Mimmo e Valeria
Costanzo hanno organizzato gli spazi della cantina
nel pieno rispetto della sua struttura originale
preservando il tipico processo di vinificazione a
“caduta”, rendendola al contempo funzionale e
di grande impatto estetico. In 18 ettari di pro-
prietà, di cui 14 dedicati alla vite ai piedi dell’Etna,
si producono vini a base di nerello mascalese,
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
ABRUZZO
Arcangelo e Pascal
le stelle di Villa Maiella
Elena Bianco
R
Peppino Tinari istorante stellato fa per forza rima con realtà locale e trovare la giusta misura per trasferire
azzimato? No, a giudicare da Villa Maiella, alla mia brigata quanto avevo appreso. Oggi ho la
e la moglie Angela locale (con alcune camere confortevoli per soddisfazione che alcuni dei miei ragazzi lavorano
sono sempre presenti, togliersi il problema del rientro) che si raggiunge per Mauro Colagreco al Mirazur, in Costa Azzurra”.
arrampicandosi fino alle pendici della Maiella, in Come in Francia, anche qui la realtà vuol dire
ma i due figli, dopo
quel di Guardiagrele (Ch). Il paese, peraltro, è già cucinare con materie prime eccellenti e il più pos-
esperienze importanti, noto (non ai più) per le “sise delle monache” un sibile locali. Lo sa bene Peppino Tinari che da
stanno prendendo dolce gonfietto, cremoso e ammiccante per cui sempre coltiva un grande orto che potrebbe essere
si contendono lo scettro due antiche pasticcerie definito eroico per la varietà di profumi e sapori
le redini del locale. del centro storico. Da assaggiare, ma meglio non che riesce a far crescere in un fazzoletto di terra.
Esaltando i profumi abusare di tali prelibatezze, perché la cena pro- Per antica abitudine famigliare, poi, ricerca i sapori
e i sapori del territorio mette meraviglie a Villa Maiella, stella Michelin che della Montagna Madre, alleva galline per le uova,
regala sorrisi ed energia. Una casa poco evidente asini e suini neri abruzzesi allo stato semi-brado, si
in esterno, di un’eleganza classica in interno (con cimenta in tutte le lavorazioni di norcineria, come
una lode particolare ai bellissimi tavoli antichi che il in un microcosmo autosufficiente; un uomo che
proprietario ama e distribuisce come protagonisti resta con i piedi per terra e con le “mani in pasta”
nei grandi ambienti), colpisce per il calore dell’ac- perché, ricorda, sua madre Ginetta ha tirato su Villa
coglienza di Peppino Tinari, patron in sala, e della Maiella a “lumache, trippa e polpette d’asino”, che
moglie Angela, da sempre in cucina. ammanniva agli operai della vicina fornace; oggi
Un aplomb impeccabile nella forma ma un con- le lumache, allevate su torba al chiuso per evitare
tenuto di affabilità schietta e un po’ ruvida degli qualsiasi contaminazione con il terreno, tenere
abruzzesi di montagna sono la presentazione di e non gommose, arrivano da un allevamento di
Peppino che nel 2009 ha conquistato la stella Vacri, nel chietino.
Michelin facendo crescere quella che dal ’68 era Ma guai a parlare al figlio Arcangelo di cucina
la trattoria dei genitori. Oggi in cucina con Angela povera come se fosse una bandiera. “Il prodot-
c’è il figlio Arcangelo, forte di un lungo periodo di to di recupero è diventato una moda. Invece, in
crescita trascorso al Laguiole di Michel Bras perché, Francia ho imparato che da sempre si utilizza al
dice con candore: “Lo chef (Bras) mi ha detto che meglio e il più possibile quello che si ha. Non ha
investiva su di me e che dovevo restare almeno nessun senso andare a comprare in macelleria
tre anni”. In sala con Peppino invece c’è l’altro il quinto quarto: il recupero del cibo è un fatto
figlio, Pascal, che è stato all’Auberge de l’Ill prima concreto, che si fa in casa con quello che c’è. Dei
La prima stella Michelin e Dal Pescatore con i Santini poi, e padroneggia nostri maiali, ad esempio, usiamo lo strutto per
è arrivata al Villa Maiella con disinvoltura autentica una carta dei vini ecce- panificare, il grasso al posto del burro, il lardo con
nel 2009 e ora si fa un
pensierino alla seconda. zionale. I due rampolli hanno fatto scuole i carciofi alla brace”. Ecco allora che lo scarto
Un grande risultato per “alte” e stanno a pieno titolo prendendo delle carote del Fucino fritte a julienne
questo ristorante che non in mano le redini di Villa Maiella. “In sopra al gambero crudo (due dolcezze
perde la schiettezza delle Francia ho imparato la costanza e il a confronto) diventa una demi glace
montagne abruzzesi.
E dove si gode della metodo per organizzare al meglio che accompagna il Calamaro alla
calorosa accoglienza della la cucina, grazie a una elevata brace con aria di crostacei e
famiglia di Peppino Tinari. professionalità e attenzione camomilla. Si scioglie in bocca il
A destra, la rivisitazione al dettaglio -ricorda Arcan- Carpaccio di vitello marinato al
dello chef Arcangelo
del piatto tradizionale gelo- Quando sono tornato caffè che profuma del cumino
Pallotta cac’ e ove ho dovuto fare i conti con la della montagna: una lezione
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Arcangelo Tinari oggi affianca in
cucina la mamma Angela, mentre
il fratello Pascal segue la sala e si
occupa anche della carta dei vini.
Sempre presente il patron, Peppino
Tinari, colui che ha trasformato la
trattoria dei genitori in un ristorante
degno della stella. Tra i piatti,
Ravioli di burrata allo zafferano
dell’Aquila e lenticchie di Caprafico,
Chitarrina con pomodoro fresco
ed erbette della Maiella
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DISTRIBUZIONE
L
La società di Rimini a ripresa della ristorazione passa anche Società del Gruppo Verrini che operano nell’ittico
attraverso i conti di Marr. La società leader fresco, sia sul mercato della ristorazione, che su
cresce sul mercato, in Italia nella commercializzazione e distri- quello della distribuzione ai consumatori finali. La
amplia la struttura buzione al foodservice di prodotti alimentari e Società Antonio Verrini Srl continuerà a operare
distributiva anche non-food, ha completato il percorso del terzo in Liguria e in Versilia attraverso i 5 centri distri-
trimestre 2021 con ricavi totali di periodo pari a butivi di cui già dispone e avrà il duplice obiettivo
acquisendo aziende, 534 milioni di euro in crescita sull’anno precedente di sviluppare ulteriormente i territori contigui e
e propone nuovi (+31%) e anche sul medesimo trimestre 2019 di coadiuvare le filiali Marr nell’incrementare il
prodotti. La vicinanza (+54%), rafforzando la propria quota di mercato. livello di servizio. La Società Chef Srl proseguirà
La società, inoltre, ha dato nuovo impulso alle le attuali attività di lavorazione di prodotti ittici
ai clienti è sempre
attività di ampliamento e ammodernamento della per la commercializzazione sia direttamente,
più digitale attraverso struttura logistico-distributiva. L’aumento della sia attraverso la struttura delle filiali Marr che
il catalogo online quota di mercato, infatti, non passa solo attra- operano nelle aree limitrofe. Inoltre, ha preso il
e la App myMARR verso la maggiore copertura del territorio, ma via il nuovo centro distributivo di Marr Catania,
anche dal continuo miglioramento e ottimizzazione una struttura di 6 mila metri quadrati con un
L’importanza della dei processi produttivi oltre che dall’efficienza assortimento di 4 mila prodotti, tra cui un’ampia
sostenibilità del servizio. Una strategia che si traduce nella selezione di merceologie del territorio. Questa
struttura aumenta la vicinanza al mercato di
Marr puntando sulle competenze locali e sulle
specializzazioni.
La ristorazione è il campo d’azione della società
che serve i canali dello Street Market (ristoranti,
pizzerie, bar e alberghi che non fanno parte di
catene), del National Account (ristoranti, alberghi
e in generale strutture appartenenti a gruppi o
catene e ristorazione collettiva), e del Wholesale
(grossisti alimentari). Questi clienti sono serviti da
41 centri di distribuzione, 5 cash&carry e 2 agenti
con deposito, mentre le consegne sono effettuate
con una flotta di oltre 750 automezzi, dotati di
vani a temperatura controllata e di un sistema It di
monitoraggio delle consegne e delle temperature
Marr ha un network vicinanza al territorio, nella sempre maggiore in grado di assicurare il continuo mantenimento
distributivo ampio completezza della gamma offerta e nell’ottimiz- della catena del freddo. Marr dispone, inoltre, di
ed efficiente, ma è due centri di lavorazione per le carni e per il pesce
zazione dei processi industriali. In questa ottica
comunque impegnata
in un continuo processo Marr ha definito un piano di investimenti orientato utilizzati per sottoporre parte dei prodotti a un
di ottimizzazione alla realizzazione di nuove piattaforme e al ripo- ulteriore processo di preparazione e fornire ai
delle operazioni con sizionamento e ampliamento di unità operative clienti prodotti porzionati in tagli “ready to cook”.
l’arricchimento della attraverso interventi realizzati e da realizzare L’obiettivo è, infatti, fornire un servizio che aiuti i
gamma e il miglioramento
nel periodo 2021-2024. Il 2021 è stato, infatti, clienti ad avere “pezzature” in parte già pronte e
dei servizi. La società del
Gruppo Cremonini ha un anno importante anche per due operazioni risparmiare tempo nelle lavorazioni.
chiuso il terzo trimestre di carattere strategico che vanno in questa dire- Per questo Marr ha ampliato la propria offerta
2021 in crescita del 31% zione. La prima è stata l’acquisizione delle due commerciale con prodotti a marchio proprio e
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Marr va incontro alle esigenze
della clientela proponendo
prodotti a marchio seguendo le
tendenze del mercato. Nasce così
la linea “Della Nostra Terra”, che
comprende prodotti Dop e Igp o
la proposta della pinsa romana
che vuole farsi conoscere a livello
nazionale. Inoltre, facilita le
lavorazioni degli operatori con
tagli porzionati di carne e pesce
ready to cook. Importanti
anche i packaging compostabili
per il delivery
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SPECIALE
M
I rossi mantengono olte cose sono cambiate, e molto veloce- vitivinicole di prossimità che l’enotecario ‘sco-
mente, negli ultimi due anni a causa di una pre’ e propone al giusto prezzo. Venendo spe-
l’incontrastato serie di situazioni che hanno inciso sulle FLȴFDWDPHQWHDLYLQLURVVLVHFRQGROȇRVVHUYDWRULR
predominio tra i abitudini di consumo, sulla percezione dei valori Vinarius, nel 2021 i grandi -Brunello di Montal-
fine wine, ma si ricercati nel vino e sulla sensibilità ai temi ambientali cino, Barolo e Amarone della Valpolicella- hanno
collegati al cambiamento climatico. In sintesi sono non solo tenuto, ma anche aumentato un poco
è disegnato un cambiati gli elementi che guidano la scelta dei vini le vendite, consolidandosi come zoccolo duro dei
nuovo immaginario in tutti i canali distributivi. I rossi, tuttavia, manten- vini di alta gamma. I vini rossi della fascia di prezzo
collettivo che JRQROȇLQFRQWUDVWDWRSUHGRPLQLRWUDLȴQHZLQH tra i 10 e i 20 euro sono andati molto bene nel
Nella Grande distribuzione organizzata -diventata il periodo delle restrizioni dovute alla pandemia,
riconosce il valore canale ancora più importante per la vendita di vino quando le persone hanno consumato più vino in
dei vini legati durante la pandemia- trionfano Chianti, Lambrusco casa, tenendo alto il volume di lavoro delle enote-
indissolubilmente e Montepulciano d’Abruzzo quali vini più venduti che anche nei momenti meno propizi. Come tra-
nei primi 9 mesi del 2021 (rilevazioni Iri per Vinitaly dizione, sotto Natale sono andati maggiormente i
al territorio di Special Edition). E nell’e-commerce del vino, la cui rossi di fascia alta”.
produzione. ascesa continua tuttora, sulla piattaforma Tannico Stessa cosa accade a Londra, uno dei più im-
Le etichette locali, -l’enoteca on line con la più ampia selezione di vini SRUWDQWL H VLJQLȴFDWLYL PHUFDWL PRQGLDOL SHU OD
italiani del mondo che ha raddoppiato i volumi di vendita di vino, come testimonia Salvatore Casta-
e non solo quelle vendita tra il 2019 e il 2020- il cambiamento più no, Miglior Sommelier d’Europa & Africa (concorso
ottenute da vitigni vistoso ha riguardato i rossi, predominanti nel- organizzato da Asi, Association de la Sommelle-
autoctoni, sono le vendite. La pandemia ha disegnato un nuovo rie Internationale), Head Sommelier & On Trade
immaginario collettivo che riconosce il valore dei vini Advisor presso Friarwood, azienda che propone
diventate centrali legati indissolubilmente al territorio di produzione, un’eccezionale selezione di vini pregiati in due
nell’offerta si tratti di Denominazioni o di marchi aziendali, e ai enoteche e alla ristorazione nella capitale della
di enoteche comportamenti virtuosi dei produttori nei confronti Gran Bretagna. “I vini italiani più famosi a Lon-
dell’ambiente e della sostenibilità. Così, i vini “locali”, dra -racconta Castano- sono Barolo, Barbaresco,
e ristoranti e non solo quelli ottenuti da vitigni autoctoni, sono Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalci-
GLYHQWDWLFHQWUDOLQHOOȇRHUWDGLHQRWHFKHHULVWRUDQWL no, Chianti Classico e i Super Tuscan, ma da un
6LªSRWHQ]LDWRTXHOORFKHSRWUHPPRGHȴQLUHXQ paio di anni a questa parte si stanno imponendo
“consumo localizzato”. i vini del Sud d’Italia e di Denominazioni meno
È questa la tendenza più importante confer- note. Stanno andando forte l’Etna Doc, sia rosso
mata da Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, che bianco, e anche il Primitivo pugliese. Credo
alla luce delle informazioni raccolte dalle circa 70 che qui abbiano cominciato a capire che l’Italia, ol-
La pandemia ha visto i enoteche dell’associazione distribuite da Nord a tre che per i marchi e le Denominazioni rinomate,
grandi vini italiani, Brunello Sud d’Italia. “Sta crescendo molto l’interesse per i è un punto di riferimento per i vini di alta qualità a
di Montalcino, Barolo e
vini del territorio in cui insiste l’enoteca -sottolinea un prezzo contenuto e questa percezione sta ini-
Amarone della Valpolicella,
aumentare anche se di Terraneo- mentre anni fa la clientela era orientata ziando a cambiare il mercato. Un mercato molto
poco le vendite, mentre, a cercare vini provenienti da altre zone. E questo ULFFRHDROODWRVXFXLSURSULRSHUTXHVWRLOPDU-
soprattutto durante i grazie alla selezione fatta dalle enoteche su vini chio rimane un elemento molto importante. Circa
periodi di lockdown, hanno
di qualità di fascia media e alta. Un fenomeno le forniture a ristoranti e hotel, tra i rossi italiani
riscosso un ottimo successo
le etichette della fascia di IDYRULWRDQFKHGDOOȇDXPHQWRGHOOȇRHUWDGLYLQLGL i più venduti sono i classici, mentre tra i vini de-
prezzo tra i 10 e i 20 euro qualità da parte di produttori delle diverse zone gli altri Paesi dominano i Bordeaux e i Borgogna, 왘
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SPECIALE
anche se penalizzati dalle piccole quantità prodot- 0D QRQ GL VROL ȴQH ZLQH R GL YLQL EODVRQDWL ª
te a causa delle avversità climatiche che hanno composto il mercato. “Se la vendita dei rossi delle
portato i prezzi alle stelle. E poi i vini argentini, in Denominazioni di punta accomuna tutte le enote-
particolare il Malbec, e vanno fortissimo anche i che italiane per quanto riguarda le altre referenze
vini di Sudafrica, Australia e California. In enoteca, OD GLHUHQ]D OD ID OȇLPSURQWD GDWD GDOOȇHQRWHFDULR
invece, molto venduti sono i vini di Bordeaux e del LQWHUYLHQH 7HUUDQHR 8OWLPDPHQWH OȇRHUWD VL ª
Sudafrica”. così tanto orientata sui vini territoriali che, in parti-
Non stupisce che a Londra, metropoli dove ri- colare al Sud e nelle Isole e in generale nelle zone
siede una quota elevata di persone tra le più ric- turistiche, molte enoteche fondano la loro redditi-
FKHGHOPRQGRHFXRUHGHOODȴQDQ]DHXURSHDD vità sulle etichette locali. Questo genera un bel ca-
IDUODGDSDGURQHVLDQRLȴQHZLQHIUDQFHVLL%RU- leidoscopio di vini ed ecco perché non si può fare
deaux e i Borgogna che, non a caso, si contendo- XQDFODVVLȴFDGHLSL»ULFKLHVWLQHOOHIDVFHGLSUH]]R
QRLSULPLSRVWLGHOODFODVVLȴFD3RZHUGL/LY([ al di sotto dei vini premium”.
(London International Vintners Exchange), l’indice Anche nelle carte dei vini e nell’interesse della
degli scambi di vini da collezione basato in Inghil- clientela della ristorazione si riscontra la centralità
terra, in cui peraltro nel 2021 sono presenti 14 delle etichette prodotte nel territorio in cui si trova
brand italiani, contro i 5 statunitensi, due austra- il locale. Un esempio eccellente in questo senso
liani e uno tedesco. -su questa strada da sempre e ora è ancora più
BORGO CONVENTI
I tannini vellutati del Merlot Collio Doc
U
n proprietario terriero di nobili origini, un frate e un appezzamento di terra su cui costruire il primo monastero
del territorio di Farra d’Isonzo (Go). Inizia così l’antica leggenda da cui prende il nome Borgo Conventi, fondata
nel 1975 con l’obiettivo di produrre vini raffinati ed eleganti in un territorio altamente vocato i cui vigneti sono
certificati Biodiversity Friend, condotti con pratiche sostenibili per restituire cura e attenzione a una terra difficile, ma
generosa. La filosofia di Borgo Conventi è nei vini di riconoscibile identità geografica e di alta espressione varietale,
in cui si ricerca eleganza ed equilibrio tra struttura e piacevolezza. Ogni bottiglia racconta una storia di fine qualità,
tradizione e passione. È così anche per il Merlot Collio Doc che dopo la fermentazione con macerazione in tini di legno
e di acciaio per circa dieci giorni affina 10-12 mesi in barrique di rovere francese di secondo passaggio. All’imbottiglia-
mento segue un ulteriore affinamento. Il Merlot Collio Doc, di cui è sul mercato l’annata 2019, ha colore rosso rubino
con riflessi violacei; all’olfatto si avvertono sentori intensi e pronunciati di viola, frutti di sottobosco, ciliegia e prugna
seguiti da note leggere ed eleganti di vaniglia, caffè e cacao amaro. Al gusto i tannini dolci e vellutati sono ben integrati
nel corpo elegante e strutturato; ottima la persistenza retro olfattiva. Ha un potenziale d’invecchiamento di 8-12 anni.
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in sintonia con i tempi- è la stellata Trattoria del manca ancora un po’ di consapevolezza circa Le carte dei vini dei
Cacciatore di Cormons (Gorizia) per la sua esau- queste uve. Il movimento sui rossi autoctoni è ristoranti si sono
rifocalizzate in fretta per
stiva carta del vini del Friuli Venezia Giulia in cui, palpabile. Detto questo c’è del bello da scoprire e
assecondare le richieste
ovviamente non manca una importantissima se- del buono da bere. C’è di che essere felici”. di consumatori molto più
lezione di altri territori italiani ed esteri. “Essere Nello stesso modo sono allineate sul territorio attenti alla produzione
in una regione produttrice di vino dove è forte il dell’Emilia Romagna la cucina e la carta dei vini locale. Non che prima
mancasse questa offerta,
turismo enogastronomico, ci porta a continuare a del ristorante stellato di Gianluca Gorini a Ba-
ma oggi si ha la conferma
lavorare con i vini regionali -spiega Mitja Sirk, che gno di Romagna (Forlì Cesena): “Sempre di più i della passione crescente
gestisce con la sua famiglia la Trattoria del Caccia- clienti chiedono vini del nostro territorio, che sta verso le produzioni del
tore e l’Osteria La Subida occupandosi dei vini e crescendo tantissimo dal punto di vista della pro- territorio su cui insiste il
locale. Cosa che spinge
dell’azienda agricola- Le preferenze sui rossi dif- duzione vitivinicola -sottolinea Gorini, chef patron
i produttori a osare per
feriscono a seconda della clientela: quella regio- dello stellato DaGorini- C’è un bel fermento. Ci fare esprimere al meglio
nale è molto legata ai friulani tradizionali, Merlot sono tante nuove aziende, più o meno giovani, le uve. Nelle foto, le botti
e Cabernet e ai loro uvaggi, mentre tra i giovani e che lavorano benissimo. Il Sangiovese di Roma- nella cantina Collavini,
sui Colli Orientali del
gli appassionati si riscontra una forte richiesta di gna sta acquistando un valore e una credibilità
Friuli, e le uve pignolo
autoctoni, fra tutti Schioppettino e Refosco. Molti importanti sul mercato nazionale e internaziona-
produttori stanno innovando per far esprimere le. Chi viene da noi cerca e vuole scoprire i vini
D TXHVWH YDULHW¢ URVVH PDJJLRU UDɝQDWH]]D PD ORFDOLDɝGDQGRVLDOODQRVWUDFRQRVFHQ]DHFDSD- 왘
COLLAVINI
Pignolo 2012, ampio e potente con tannini decisi
D
ici Collavini e immediatamente pensi alla Ribolla. Perché la storia dell’azienda friulana, e in particolare quella
di Manlio Collavini, è legata a questo vitigno in versione brut e al suo particolare metodo di spumantizzazione.
Il Metodo Collavini, appunto. Ma l’offerta dell’azienda fondata nel 1896 sui Colli Orientali del Friuli comprende
anche etichette come il Pignolo, definito “un vino di lusso” già nel 1930 per la sua grande personalità. Le uve pignolo
dopo la raccolta sono riposte in fruttaio e concentrate a bassa temperatura per circa venti giorni, poi, dopo la diraspatura
fermentano sulle bucce per circa tre settimane, sempre a temperatura controllata. Dalla primavera successiva il Pignolo
inizia la maturazione in barrique che prosegue per almeno cinque anni; l’affinamento si completa bottiglia per almeno
due anni. Un lungo processo che permette di ottenere un vino dal colore rubino intenso con toni profondi, dal profu-
mo personalissimo per le tante tonalità: vi si colgono sentori di piccoli frutti rossi molto maturi e di marasca mescolati
all’incenso, al legno di sacrestia, al sottobosco, al cioccolato fondente. Con la maturazione acquisisce note speziate. Il
sapore è imponente, ampio, molto caldo, con tannini decisi e ben presenti ma bilanciati. Pignolo 2012 è un vino di rara
potenza e possanza con una capacità di invecchiamento che nelle grandi annate supera tranquillamente i vent’anni.
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Anche all’estero si stanno cità di trovare delle vere e proprie chicche. Vuole Se la sezione della carta dei vini del Friuli Vene-
facendo conoscere Doc fare un’esperienza di prodotti di territorio a tutto zia Giulia della Trattoria del Cacciatore è rappresen-
meno note, ma in grande
tondo e, soprattutto se viene da lontano, provare tativa di tutta la produzione enologica regionale,
crescita come l’Etna. Si
comincia a comprendere piatti e vini che non conosce. In questo periodo in quella dei vini internazionali, altrettanto ricca, è
che l’Italia può essere un cucina utilizziamo la selvaggina e diverse materie legata alle preferenze di Mitja Sirk: “La selezione
punto di riferimento per prime che vengono dal bosco a cui i vini locali si dei vini rossi esteri rispecchia i miei gusti, quindi
vini di qualità elevata
abbinano perfettamente per struttura e al tempo è in un certo senso atipica. C’è tanta Spagna del
proposti a un prezzo
contenuto. Sopra, le stesso per freschezza e bevibilità. E poi i nostri vini Nord con vini rossi speziati, freschi e agili, molto
vecchie viti sull’Etna di RURQRXQDEHOODYDULHW¢VXFXLVSD]LDUHGDTXHOOL GLHUHQWLGDTXHOOLULFFKLHRSXOHQWLSL»QRWL6RQR
Massimo Lentsch giovani a quelli maturati più a lungo”. vini ancora poco conosciuti da noi, ma sono con-
LENTSCH
Cosentino e San Teodoro, la sfida dell’Etna
D
opo Lipari, l’Etna. Massimo Lentsch, proprietario della Tenuta di Castellaro sull’isola di Lipari, ha deciso di intra-
prendere una nuova avventura sfidando l’Etna. Una decisione che ha segnato un cambiamento importante,
perché si andava a confrontare con un territorio di tendenza, ma anche molto competitivo. Così ha scelto vigneti
a circa 700 metri di altezza, dove le radici affondano nel suolo vulcanico. Due sono i vigneti storici in cui sono allevate le
uve nerello mascalese: Cosentino e San Teodoro, nella Contrada Feudo di Mezzo. Il vigneto Cosentino è composto da viti
centenarie allevate ad alberello da cui si produce l’Etna Rosso cru Cosentino, mentre il vigneto San Teodoro è costituito
da piante di circa sessanta anni, dalle quali si produce l’Etna Rosso classico San Teodoro. Tutti i vini dell’azienda sono
certificati biologici e vegan. Per conoscere meglio il territorio, Lentsch ha avviato un progetto per comprendere la
relazione simbiotica tra il suolo e gli antichi vitigni autoctoni, nerello, mascalese e carricante valorizzando una tradi-
zione secolare. Un’immersione nella cultura vinicola della zona rispettata anche con la salvaguardia di un antico
palmento, una vasca scavata nella roccia destinata tradizionalmente alla pigiatura delle uve e alla fermentazione
dei mosti. Frutto della nuova avventura etnea è l’Etna Rosso Doc Cosentino 2018, realizzato con nerello masca-
lese 100% affinato in botti di rovere. Dopo circa 15 mesi di affinamento il vino viene travasato in serbatoio di
acciaio dove viene decantato in maniera naturale e imbottigliato senza chiarifica, né filtrazione. Ne risulta un
vino dal colore rosso rubino profondo che al naso esprime note complesse e intense di ciliegia matura, mora
selvatica, pepe nero, liquirizia dolce; in bocca è fresco e morbido, fine e armonico, con tannini ben integrati
che lo rendono particolarmente elegante e minerale. L’Etna Rosso Doc San Teodoro 2018, prodotto sempre
con uve nerello mascalese, ha un colore rosso rubino tendente al violaceo; al naso esprime note molto fini e
delicate di piccoli frutti rossi, timbri minerali, spezie selvatiche, erbe officinali e chiodi di garofano. È un vino
equilibrato ed armonico, ben strutturato, con venature minerali, finale sapido e persistente, di grande eleganza.
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vinto che nei prossimi anni avranno un grande che quando l’eccellenza c’è a volte non gli si dà il Le montagne del Trentino
fanno da sfondo ai vigneti
riconoscimento. Molto rappresentata è anche merito che ha”.
di Mezzacorona. Diversi
la Borgogna, e poi ci sono vini particolari, come Quanto ad abbondanza di etichette di Piemon- operatori sostengono
i Pinot Nero degli Stati Uniti, rossi austriaci e te- te e Toscana non fa eccezione la carta dei vini di che per quanto riguarda
deschi. Insomma, vini diversi dal solito che pos- DaGorini: “D’altra parte sono di queste due regio- il profilo sensoriale
prosegue lo spostamento
sono incuriosire i palati”. Per quanto riguarda i ni i vini più conosciuti e ricercati da chi sceglie di
del gusto dei consumatori
rossi italiani, a parte Piemonte e Toscana, la carta ȆXVFLUHȇ GDL QRVWUL FRQȴQL UHJLRQDOL FRQVLGHUD LO verso prodotti freschi
conta un ristretto numero di etichette: “Tra i rossi giovane chef- Nella carta dei rossi ho una bella se- ed eleganti, mentre
nazionali domina il dualismo tra Nebbiolo e San- lezione di vini del Sud, solari, lucenti, con profumi cresce l’attenzione verso
la gradazione alcolica.
giovese, come in tutte le carte -spiega Sirk- e poi e fragranze molto mediterranee e di grande per-
La bevibilità prevale su
anche per il resto dei vini le mie scelte sono sui sonalità. Poi abbiamo anche molta Francia, in par- struttura e tenore alcolico
generis, animate dallo stile di beva che preferisco. ticolare Borgogna, che è la regione più ricercata
Personalmente, pur trovandomi in una regione per i suoi vini di grande territorialità e prestigio”.
considerata bianchista, onestamente devo dire Ricerca e degustazioni dei professionisti di eno-
FKH EHYR SL» VSHVVR URVVR SHUFK« PL ª GLɝFLOH teche e ristoranti sono il motore delle variazioni
reperire bianchi di altrettanta qualità. Il mondo GHOOH FDUWH FRV® FRPH OH HWLFKHWWH VXJOL VFDDOL
GHL YLQL ELDQFKL VRUH GL QRQ DYHUH WDQWH SXQWH “La carta varia con l’arricchirsi della nostra espe-
qualitative quanto quello dei rossi. E, tuttavia, an- rienza -conferma Gorini- Siamo sempre attenti ai 왘
MEZZACORONA
Nos 2016, Teroldego piacevolmente fruttato
È
il territorio di montagna trentino, nelle sue specificità e sfaccettature, unitamente alla grande tradizione contadina
ed enologica, che definisce il cuore di Mezzacorona. Il Gruppo fonda, infatti, la propria forza e identità sulla migliore
tradizione viticola trentina e sulla cultura cooperativa della popolazione locale, abituata a convivere con un ambiente
bellissimo ma anche impegnativo, da armonizzare e da conservare con delicatezza. Da questa filosofia attenta al territorio e
al viticoltore nascono vini di alta qualità, come Nos Teroldego Rotaliano Superiore Doc Riserva 2016, prodotto in un numero
limitato di bottiglie solo nelle annate eccellenti con le uve dei vigneti della Piana Rotaliana. Vinificato in piccoli serbatoi di
acciaio, trascorre due anni in barrique e un altro anno in grandi botti di rovere. Viene poi messo in bottiglia, dove rimane
12 mesi. Ne risulta un vino rosso rubino intenso, con riflessi violacei, dal profumo caratteristico, piacevolmente fruttato
con avvolgenti note di frutti di bosco, in particolare di mirtillo e mora selvatica, e con il classico sentore di tartufo nero e
cuoio, mentre dalla maturazione in legno derivano note speziate e vanigliate. In bocca piacevolezza e concentrazione sono
in perfetto equilibrio, svelando una complessa gamma di sapori balsamici, un sapore asciutto, pieno e un caratteristico
lieve gusto di mandorla. I tannini sono avvolgenti e dalla tessitura vellutata con una struttura solida e compatta.
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SPECIALE
Se enotecari e ristoratori territori, alle nuove cantine, ai piccoli produttori sono molto attento ai rossi dell’Etna, di grande
da una parte sondano il giovani che si mettono in discussione e che come ȴQH]]D HG HOHJDQ]D PROWR JHWWRQDWL DO 6XG PD
mercato cercando nuove
noi cercano di portare la loro personalità nel loro non ancora da noi. E poi da alcuni anni esploro il
etichette e territori,
dall’altra stanno molto prodotto. Il ricambio di etichette ovviamente c’è, Carema, la piccola Doc che insiste sui pendii pie-
attenti alle richieste perché una carta dei vini come la nostra, grande PRQWHVLDOFRQȴQHFRQOD9DOGȇ$RVWDFKHªSUR-
della clientela. C’è ma non monumentale, deve essere sempre at- prio l’esempio calzante dei vini che rispondono
sempre il desiderio di
tuale e interessante”. DOOD ULFHUFD GHOOȇHQRWHFDULR 9LQL FKH GLɝFLOPHQWH
avere una carta dei
vini interessante e Un po’ la passione e un po’ il lavoro portano i possono andare in Grande distribuzione o in
intrigante, e che rispecchi professionisti dell’horeca a cercare continuamen- mercati sui quali, anche per la piccola quantità di
anche i gusti personali te vini interessanti e a incontrare o a rincontra- bottiglie disponibili, si ‘perderebbero’”.
dell’operatore, ma che
re territori messi temporaneamente da parte o 4XDQWRDOSURȴORVHQVRULDOHGHLURVVLFRQWLQXD
non sia completamente
fuori dalle tendenze. sottovalutati. “Come ‘ricercatori’ di vini abbiamo lo spostamento del gusto verso vini che giocano
Nella foto, i vigneti preferenze personali, ma dobbiamo stare anche su eleganza e freschezza e cresce l’attenzione alla
della Tenuta Rapitalà, in attenti alle richieste del mercato -spiega Andrea gradazione alcolica. “I rossi di grande struttura
provincia di Palermo
Terraneo nella veste di titolare dell’enoteca La ed elevato tenore alcolico richiesti anni fa stanno
Barrique a Cascina Amata di Cantù (Como). Per- lasciando il passo a quelli freschi, non troppo al-
sonalmente cerco e propongo alla clientela vini di colici e di grande fragranza e bevibilità -conferma
qualità elevata con prezzi corretti. Ultimamente Gorini- Si cerca più la purezza che la struttura. In 왘
RAPITALÀ
Hugonis 2018, unione tra forza e morbidezza
D
edicato a Hugues Bernard de la Gatinais, fondatore della Tenuta Rapitalà a Camporeale (Palermo) con la moglie
Gigi Guarrasi, Hugonis Cabernet Sauvignon Nero d’Avola Sicilia Doc 2018 rappresenta il punto di equilibrio tra due
storie diverse con un obiettivo comune. In questo grande vino il burbero benefico Cabernet sauvignon incontra
il Nero d’Avola, “che più autoctono non si può” e parla siciliano stretto. Il risultato è una fusione tra la forza francese e la
morbidezza resistente siciliana. Così, se il Cabernet riposa un anno e mezzo in barrique, il Nero d’Avola passa in botte
per rallentare la micro ossidazione. E quando il Nero d’Avola si “cela” dietro al più robusto Cabernet sauvignon, arrivano
piacevolezza, sentori di frutta e ciliegie che sanno stupire. Dopo la vinificazione in piccoli contenitori d’acciaio inox, il vino
macera per due settimane e a fine fermentazione il Cabernet sauvignon viene messo in barrique di rovere francese e il
Nero d’Avola è affinato in botti di rovere da 30 ettolitri. Riposano così per dieci mesi prima di essere assemblati. Il blend
ottenuto evolve ulteriormente in botti di rovere da 50 ettolitri per tre mesi prima di essere imbottigliato; segue un affina-
mento di sei mesi in bottiglia. Il risultato è un “Bordeaux siciliano” dal colore profondo, con ampie e complesse sensazioni
olfattive e chiari riferimenti varietali, un corpo dall’importante struttura, tannini evidenti e un retrogusto lungo e persistente.
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PASQUA VIGNETI E CANTINE
Mai Dire Mai 2012, Amarone fuori dagli schemi
I
Un vino ricco, l progetto Mai Dire Mai di Pasqua Vigneti
e Cantine testimonia in maniera perfetta
avvolgente e la visione che la terza generazione della
complesso, dalla famiglia Pasqua ha voluto imprimere al futuro
notevole freschezza, dell’azienda: uno spirito audace, fuori dagli
schemi. Le diverse espressioni dell’Amaro-
figlio di un progetto ne prodotte dalla cantina nascono dalla
visionario e che piena comprensione del potenziale del
nasce dalla piena terroir e con un approccio realmente
innovativo nello stile. Perché chiama-
comprensione del re la più iconica delle proprie linee di
potenziale del terroir Amarone Mai Dire Mai? Questa frase,
con un approccio pronunciata in due momenti diversi della
genesi dell’intero progetto, spiega quanto
innovativo nello nulla vada dato per scontato, ma anche
stile. Premiato che nulla è impossibile. mento sono corvina, corvinone, rondinella
con importanti Protagoniste della nascita di questa col- e oseleta. È il vigneto stesso a suggerire un
lezione di vini sono le qualità eccezionali nuovo approccio allo stile di vinificazione
riconoscimenti del vigneto di Montevegro, tra la Val d’Illasi dell’Amarone, che contempla austerità e
e la Val di Mezzane. Riccardo e Alessandro verticalità, conferendo al vino eleganza,
Pasqua scoprono i suoi 23 ettari durante complessità e unicità del gusto. Ecco giungere
una visita alla proprietà della famiglia Dal Colle: il secondo “Mai Dire Mai”, che sintetizza l’espres-
si tratta di una collina a 350 metri sul livello del sione liquida di quella tensione all’eccellenza che
mare, con esposizione su tutti i fronti, protetta la famiglia Pasqua cerca sempre di raggiungere
dai Monti Lessini. Capiscono subito che queste attraverso le sue interpretazioni dell’Amarone.
caratteristiche, unite ai suoli di origine argillosa e Nel 2012, ricordato per una delle estati più torride
calcarea, offrono le condizioni ideali per la nasci- mai registrate, al momento della vendemmia le uve
ta di un grande vino. Sembra impossibile poter erano perfettamente sane e anche l’appassimento
lavorare su questo angolo di paradiso, eppure i è avvenuto nelle migliori condizioni. L’affinamento
fratelli Pasqua riescono nell’impresa: “Mai Dire in botti di rovere di primo passaggio (70% barrique
Mai” è il loro primo commento. e 30% in tonneaux) per 24 mesi completa il profilo
Le varietà di uve coltivate in questo appezza- aromatico del vino, che al naso rivela intensi aromi
di sottobosco, marasca, legno di cedro, cacao e
sentori di cuoio. Al palato è caldo e ricco, avvol-
gente e complesso, con note di frutta nera matura,
chiodi di garofano, cioccolato fondente e moka.
Un vino dalla notevole freschezza grazie anche
all’importante acidità. I tannini, decisi ma eleganti,
regalano un finale affascinante e persistente.
Mai Dire Mai 2012 ha ottenuto importanti
riconoscimenti, tra cui il conferimento della
Gold Medal ai Decanter World Wine Awards 2021
e l’inserimento nei Wines of the Year 2021 della
stessa testata con 96 punti a testimoniare la
validità di un progetto che reinterpreta i codici
espressivi della Denominazione più rappresen-
tativa della Valpolicella.
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ogni caso i rossi sono i vini fermi più ricercati e no ad avere un certo mercato, che però è in calo
bevuti e l’appassionato non vi rinuncia. Danno un -conferma Terraneo- Sono i rossi che giocano
grande appagamento, in particolare in autunno VX ȴQH]]D HOHJDQ]D H SURIRQGLW¢ D HVVHUH SL»
e in inverno seguendo il passo della cucina che richiesti dai consumatori e con sempre maggior
in queste stagioni propone piatti più strutturati”. frequenza proposti nelle enoteche nelle fasce di
Cresce la predilezione per i vini più eleganti prezzo media e alta. La gradazione non è ancora
DQFKH2OWUHPDQLFDGRYHVSHFLȴFD6DOYDWRUH&D- un elemento problematico per i vini rossi, anche
stano, “la scelta del vino è molto legata all’abbi- se da un paio di anni, approfondendo il discor-
namento con il cibo. Ci sono tanti palati, quindi so con il cliente che entra in enoteca, l’argomen-
hanno mercato indistintamente sia vini giovani to emerge come problema. I 15-15,5 gradi alcol
pronti da bere, sia più maturi, anche se in linea di in un Barolo o nel Brunello di Montalcino sono
massima sono le persone più avanti negli anni a meno accettati che sull’Amarone della Valpolicel-
SUHGLOLJHUHYLQLDɝQDWLHSL»FRUSRVLȋ la, visto che quest’ultimo proviene da uve appas-
E dall’osservatorio di Vinarius sull’Italia viene la site, mentre sui vini di fascia di prezzo inferiore il
conferma della perdita di posizione dei vini mar- tema è meno sentito, perché le gradazioni sono
catamente legnosi, bianchi o rossi che siano, e normalmente più basse”.
dei rossi “marmellatosi”. “Questi stili come è noto Durante la pandemia passare dai consigli dell’e-
hanno stancato, tuttavia vini eccessivi continua- notecario al delivery il passo è stato breve. La 왘
I
mmersa tra i vigneti nel cuore della zona del Prosecco, a due passi da Conegliano (Tv), Serena Wines 1881 è da
sempre a conduzione familiare. Oggi è giunta alla quinta generazione con Luca Serena al timone dell’azienda. La
famiglia vanta una tradizione secolare nel mondo del vino, unita a una profonda passione enologica e alla tenacia nel
lavoro quotidiano. Il rispetto delle leggi vitivinicole si è fuso nel tempo con l’innovazione. Serena Wines 1881 ha, infatti,
dimostrato negli anni di essere in grado di stare al passo con le evoluzioni del mercato, e in qualche caso di anticiparne
i trend. L’azienda è conosciuta per i vini spumanti, in particolar modo il Prosecco, ma vanta un portafoglio completo con
vini fermi Veneto Igt prodotti anche con vitigni internazionali. Della nuova linea Serena 1881 lanciata nel 2021, anno del
140° anniversario, fanno parte una selezionata scelta di vini che nascono in Veneto sulle colline ricamate dai vigneti:
bianchi, come Chardonnay, Sauvignon e Pinot Grigio Doc delle Venezie, e rossi, come Merlot, Refosco e Cabernet Vene-
to Igt. Il Cabernet Veneto Igt ha colore rosso ciliegia carico che vira a seconda del grado di maturazione e con il tempo
acquisisce una sfumatura mattone intenso. Il vino dell’annata 2021 ha profumi di viola mammola, glicine e leggere note
erbacee; è fine e ricco di corpo. Di moderata gradazione alcolica ha una bella personalità, molto spiccata e riconoscibile.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
TREROSE
La massima espressione del Vino Nobile
S
Santa Caterina 2019 ono cinque i colli sui quali si estende de la
proprietà di Tenuta Trerose a Montepul- pul-
e Simposio Riserva mina-
ciano, nella parte sud-est della Denomina-
2017 nascono in zione tra Valiano, Cortona e il Lago Trasimeno. eno.
vigneti i cui filari Cinque colli che valgono 221 ettari, di cui 103 03
a vigneto, con una disposizione unica. Un n
sono disposti ad dettaglio che caratterizza l’azienda che
anfiteatro nel rispetto gode di una serie di esposizioni e suoli
e nella valorizzazione che vanno dalle argille, alle sabbie, al limo,
conferendo note e sfumature diverse alle
di un territorio selezioni di uve.
prezioso grazie a una Le vigne di Trerose sono oggi un esem-
innovativa viticoltura pio di come sia possibile fare viticoltura
rispettando il paesaggio e utilizzando le
di precisione sue forme attraverso la scelta delle cor-
rette direzioni d’impianto. Grazie a queste
scelte, i filari assumono una disposizione
ad anfiteatro. innovative per ottimizzare al massimo
Oltre che dalla natura un importante la gestione del vigneto costituito da
apporto arriva dalla tecnologia: moderne tante piccole parcelle da coltivare in
tecniche e strumentazioni agricole come modi differenti e che donano vini diver-
georeferenziazione, controllo satellitare delle varie si. Ed è proprio nel cogliere le differenze e nel
sezioni di vigna e un approccio viticolo naturale e selezionare le diverse espressioni di Sangiovese
sostenibile (lotta integrata, enologia minimalista), in questo ricco e prezioso alternarsi di suoli ed
rendono Tenuta Trerose una cantina particolar- esposizioni che si genera il segreto e la grande
mente interessante per la Denominazione del Vino innovazione di questo Vino Nobile.
Nobile di Montepulciano. Con questa convinzione Nascono così etichette come Santa Caterina
l’azienda, di proprietà di Angelini Wines & Estates, e Simposio. Santa Caterina 2019 è prodotto
ha iniziato un significativo progetto di viticoltura unicamente da uve sangiovese provenienti dai
di precisione grazie all’impiego di applicazioni vigneti allevati sul colle di Santa Caterina. Dal
colore rosso intenso con note violacee, al naso
è un’esplosione di frutta rossa, con ricordi di
ciliegia sotto spirito, ribes, mora, chinotto e mirto.
In bocca si caratterizza per un ingresso morbi-
do e dolce accompagnato da un finale lungo,
leggero ed elegante. Simposio, Vino Nobile di
Montepulciano Riserva prende il nome dal più
famoso discorso sull’amore di Platone, noto
anche come Convivio, e a esso si ispira. Simposio
Riserva 2017 nasce dall’accurata selezione delle
uve prugnolo gentile, provenienti dai migliori
vigneti della tenuta. È un vino dallo stile classico,
tradizionale ed elegante. Al naso è complesso,
sottile, con note speziate e piacevoli sentori di
frutta candita e caffè; in bocca è austero, con
tannini importanti. Un vino minerale che chiude
con un finale cremoso e dolce.
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L’osservatorio di Vinarius vendita on line è cresciuta molto anche se è una un’abitudine che si è consolidata. “A seguito della
segnala un cambiamento piccola fetta del mercato, pari nel 2020 a un giro pandemia anche le enoteche si sono aggiornate e
del gusto dei consumatori
GȇDDULGLPLOLRQLGLHXURFLRªLOGHOFRQ- attrezzate con l’online -dice Terraneo- All’interno
che non sono più attratti
come un tempo dai vini che sumo fuori casa con un incremento di fatturato della ‘famiglia Vinarius’ non ci sono concorrenti,
hanno un intenso sentore del 98% sul 2019 (stime Nomisma Wine Monitor) ma solo colleghi, come non reputiamo concorren-
di legno. La piemontese Vite proseguito nel primo semestre del 2021 con una te l’e-commerce. Abbiamo un obiettivo comune:
Colte propone rossi con un crescita del 351% a valore e del 310% a volume ampliare la platea di consumatori di vino. La loro
equilibrato affinamento
rispetto allo stesso periodo dell’anno preceden- azione è tornata anche a noi positivamente come
in botte e in barrique per
ottenere eleganza te che comprendeva due mesi di lockdown to- un boomerang e viceversa vale per loro. Riteniamo
e rispetto del varietale WDOH8QGDWRFKHVWDDVLJQLȴFDUHFKHVLWUDWWDGL utile per tutti che ci siano più canali di vendita”.
VITE COLTE
La Luna e i Falò, un grande Barbera d’Asti Superiore
V
ite Colte è un progetto giovane: nasce infatti nel 2010, ma con qualche anno in più di anzianità se si pensa alla sua
elaborazione. L’obiettivo era creare vini di altissima qualità prodotti a partire da vigneti selezionati e gestiti con
rigore. Vite Colte, infatti, mette a frutto, secondo elevati criteri qualitativi, il patrimonio viticolo e le esperienze e
tradizioni
trad di oltre 300 ettari e 180 viticoltori, con una gestione separata dei vigneti, una vinificazione dedicata ed etichette
che contemplano, tra gli altri, i vini prodotti in alcuni tra i più importanti comuni della Docg Barolo: Barolo, Serralunga
d’Alba
d’A e Monforte d’Alba. Un processo che ha avuto bisogno dei suoi tempi di maturazione prima di diventare pienamente
operativo e vedere i vini più rappresentativi nascere da parcelle situate in quattro zone distinte: la Langa del Barolo,
il Monferrato Astigiano, area di produzione del Barbera d’Asti Docg, le zone dell’Alessandrino, vocate alla produzio-
ne di moscato, e le colline gaviesi del cortese. Tra questi hanno particolare rilevanza i vigneti dislocati nell’area di
produzione del Barolo Docg dove nascono i tre Barolo Essenze che portano in etichetta le menzioni geografiche
aggiuntive comunali Barolo, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba e i 60 ettari di barbera nell’area del Nizza Docg, da
cui trae origine il Barbera d’Asti Superiore Docg La Luna e Falò, vino icona di Vite Colte che nel 1988 ha creato il suo
primo millesimo. Oggi, in bottiglia, c’è tutto il potenziale di una determinata annata -sul mercato c’è la 2019- e di un
grande vitigno piemontese. L’assemblaggio di uve barbera provenienti da vigneti con terreni e microclimi legger-
mente diversi consentono di ottenere un vino con il miglior bilanciamento tra struttura e profumi. La vinificazione è
di tipo tradizionale, con macerazione di 10 giorni a una temperatura di 28-30°C alla quale segue l’affinamento per
un anno in piccole botti di rovere francese, leggermente tostate, di diversi passaggi per ottenere eleganza e rispetto
del varietale. Unica Barbera d’Asti Superiore premiata con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso negli ultimi tre anni, La
Luna e Falò 2019 ha colore rosso porpora intenso, profumo ricco e complesso con evidenti note di viola, liquirizia e
vaniglia, sapore molto fresco con toni decisi di frutti di bosco, vaniglia e caffè. Il finale è lungo e persistente.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
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TENDENZE
A Firenze s’avanzano
i locali di fascia media
Marco Gemelli
In città si fanno
largo ristoranti non
stellati a prezzi
più accessibili e
nuove proposte
che spingono sul
legame fra cucina
e mixology. E c’è
spazio anche
per le pasticcerie
Q
uanto è trendy Firenze, nonostante la Accanto a questi colossi che hanno trasfor-
pandemia. Se è vero che la città simbolo mato la tradizione in business, Firenze sta spe-
del Rinascimento ha da sempre vissuto di rimentando una serie di tendenze nel campo
rendita su personaggi e opere d’arte che l’hanno della ristorazione che stanno introducendo un
resa celebre a livello mondiale, è altrettanto certo tocco di innovazione in città. La prima e più evi-
che in cucina la tradizione ha giocato un ruolo dente è l’affermazione della cosiddetta “fascia
di primissimo piano. Non a caso, se pensiamo ai media” di cui residenti e turisti avvertivano in
piatti più iconici della città, il pensiero corre subito molti casi la mancanza. Se in città l’alta fascia
a grandi classici come la bistecca alla fiorentina, la è da sempre ben rappresentata -dal tristellato
schiacciata (sia salata che dolce, con quest’ultima Enoteca Pinchiorri con lo chef Riccardo Monco
legata al periodo di Carnevale) o i cantucci con il al bistellato Santa Elisabetta di Rocco De Santis,
Vinsanto. Questi e altri evergreen rappresentano fino agli stellati Paolo Lavezzini a Il Palagio del
il motore di una ristorazione ancora presente e Four Seasons, Filippo Saporito alla Leggenda dei
diffusa, al netto delle difficoltà dell’ultimo biennio Frati, Karime Lopez al Gucci Garden o Claudio
dovute al calo di turisti internazionali a causa Mengoni a Borgo San Jacopo -così come l’universo
Nella città sull’Arno ai nomi
del Covid: basti pensare a fenomeni come la multiforme delle trattorie, finalmente i gourmet
noti dell’alta ristorazione Trattoria dall’Oste (che con i suoi cinque locali fiorentini vedono colmarsi una fascia intermedia
come l’Enoteca Pinchiorri sparsi in città è il maggior ristorante italiano per di ristoranti vocati alla cucina contemporanea a
si stanno affiancando una numero di bistecche servite, con oltre 100 mila prezzi tutto sommato sostenibili. Fine dining sì,
serie di locali che hanno il
compito di coprire quella
lombate l’anno di razze bovine provenienti da insomma, ma senza per forza spendere oltre i
fascia media per gourmet quattro continenti), o all’Antico Vinaio, la catena cento euro a persona.
con proposte che si del giovane Tommaso Mazzanti che ha aperto È il caso di Essenziale, in piazza del Cestello,
staccano e reinterpretano punti vendita a Roma, Milano e New York, e già dove lo chef Simone Cipriani propone una serie
la tradizione a prezzi non da
ristorante stellato. Dove si
punta Los Angeles, Parigi e Dubai, dopo essere di menu ad alto tasso di creatività tra i 55 e i 65
può mangiare bene senza diventata a Firenze un punto d’attrazione con euro, accompagnati dai pairing “alternativi” (tè,
spendere eccessivamente file quotidiane più lunghe di quelle per gli Uffizi. tisane e infusi) del cameriere-influencer Gabriele
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
A sinistra, la Trattoria dell’Oste,
cinque locali in città, è il maggior
ristorante italiano per numero
di bistecche servite. A fianco,
Tommaso Mazzanti, giovane
imprenditore de All’Antico Vinaio
che ha un gran successo e ha
aperto anche all’estero. Sotto, a
sinistra, una delle creazioni della
chef Elena Rindi di Olivia Bistrot,
in cui è protagonista l’olio Evo.
Accanto, lo chef Simone Cipriani
di Essenziale, che propone menu
altamente creativi, e un piatto di
Andrea Campani del Borro
Tuscan Bistrot. Sotto, il Golden
View, dalla cucina poliedrica con
vista su Ponte Vecchio, la pizza
di Largo9 e il Risotto con burro
all’aringa affumicata e sgrombro
dell’Osteria Personale
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TENDENZE
La Ménagère dello chef Un’altra tendenza che si è andata affermando chitarra di cacio e pepe con uovo marinato e
Nicholas Duonnolo ha a Firenze negli ultimi tempi sono le commistioni pancetta croccante).
riaperto dopo una lunga
tra mondi diversi, in primis tra cucina e mixology. Ma non c’è solo la mixology, a fare da collante
ristrutturazione. The Stellar,
invece, è un locale che È il caso di ristoranti come il Gunè in San Frediano, tra universi apparentemente lontani: tra i con-
punta molto sui cocktail da che vede uno stretto connubio tra lo chef Mirko nubi che segnano la più recente evoluzione della
abbinare ai piatti dello chef Margheri ai fornelli e la barlady Eleonora Romolini, ristorazione a Firenze non mancano infatti quelli
Luigi Bonadonna. Scelta
allieva del “guru” del Negroni Luca Picchi. Oppure tra cucina e pizza, rappresentati da locali come
simile per il Guné, a San
Frediano, sotto, mentre di Largo9, dove le pizze del maestro panificatore la Vetreria o l’Harry’s Bar The Garden. Nel primo
la Vetreria offre i piatti di cecinese Gabriele Dani e del suo braccio destro caso, il locale a due passi dal Duomo vede la
Salvo Pellegriti e le pizze Pasquale Polcaro trovano sponda nei cocktail compresenza dello chef Salvo Pellegriti e del piz-
di Donato Menechella
realizzati dal giovane talento emergente lucano zaiolo Donato Menechella: il primo esprime una
Vincenzo Pasciucco, classe ’95. Altri esempi di cucina creativa, di grande personalità e spesso
accostamenti innovativi sono la La Ménagère, dello fuori dagli schemi, mentre il secondo si dedica
chef Nicholas Duonnolo, da pochi mesi riaperta con successo alle pizze d’ispirazione napoletana.
dopo una lunga ristrutturazione -la cucina ha La “dependance” dello storico Harry’s Bar è nata
elaborato un intero menu che si accompagna invece all’interno dell’hotel Sina Villa Medici, e
alla drink list curata da Luca Cinalli- oppure il accompagna a piatti iconici come i tagliolini gra-
The Stellar, altra nuova apertura che punta molto tinati o il carpaccio anche una selezione di pizze,
sui cocktail da abbinarsi ai piatti dello chef Luigi che hanno in breve tempo attirato l’attenzione
Bonadonna, come la sua Carbonara 3.0 (una della critica di settore.
Nonostante sia celebrata per la sua cucina,
infine, Firenze, non è mai stata famosa per la
pasticceria. Questo settore vede invece brillare da
tempo la stella della vicina città di Prato, con nomi
di assoluto rilievo nazionale come Paolo Sacchetti
(inventore delle pesche di Prato) o il campione
del mondo Luca Mannori. Anche
in quest’ambito, però, in
riva all’Arno qualco-
sa si sta muoven-
do: pensiamo
alla recente
apertura
della Galleria
fiorentina del
maestro Iginio
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Massari, avvenuta nel periodo natalizio e accolta
da un sold out dei panettoni artigianali nel giro di
una manciata di ore. Tra le novità annunciate dal
guru bresciano, la rivisitazione di alcuni dei dolci
tradizionali toscani, dallo zuccotto fiorentino ai
cantucci pratesi fino al panforte senese. Qualche
mese prima del debutto di Iginio Massari è da
registrare l’arrivo in città del brand Gamberini (la
più antica pasticceria di Bologna, nata nel 1907
all’ombra -metaforicamente- della Torre degli
Asinelli), nonché il successo del maître pâtissier
francese David Bedu con la sua bottega di pani- L’Harry’s Bar The Garden,
ficazione Pank e della prima pasticceria crudista all’interno dell’hotel Sina
in città, Cortese Cafè, realizzata dall’esperto Vito Villa Medici, propone
tagliolini gratinati, ma
Cortese all’interno degli spazi che ospitano il Museo
anche la pizza. In alto a
del Novecento in piazza Santa Maria Novella. Una destra, la Galleria Massari
serie di nomi che stanno contribuendo ad alzare è la sede fiorentina del
l’asticella della qualità e della varietà dell’offerta maestro pasticciere Iginio
Massari, mentre al Pank c’è
dolciaria, mentre la rivalità con Prato -siamo pur
il maître pâtissier francese
sempre in Toscana, regione dei mille campanili- David Bedu con la sua
si accende con la decisione del fiorentino Fabio bottega di panificazione.
Picchi di creare una limited edition di “albicocche Qui a fianco, il Cortese Cafè,
all’interno degli spazi che
di Firenze” che a molti osservatori sono apparse
ospitano il Museo
come un dolce forse un po’ troppo ispirato a del Novecento in piazza
quello reso celebre da Paolo Sacchetti. Santa Maria Novella
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
INDAGINI
I dati di TheFork
indicano una ripresa
delle prenotazioni
nei ristoranti, il
ritorno degli stranieri,
e le tendenze
mettono in primo
piano sostenibilità,
riduzione degli
sprechi e qualità
L
ombardia, Lazio, Toscana, Piemonte e Campa- pizzerie, il 12% la cucina italiana, l’11% i ristoranti
nia. E con loro Roma, Milano, Firenze, Torino di pesce e il 6% quelli giapponesi. Passando allo
e Napoli. Sono le regioni e le città dove nel scontrino medio, il 70% ha speso tra i 25 e i 50
2021 è stato effettuato il maggior numero di pre- euro e il 27% meno di 25 euro. Poco meno della
notazioni tramite TheFork, la piattaforma online che metà delle prenotazioni (45%) è stata effettuata
comprende circa 60 mila ristoranti in 12 Paesi, dei usufruendo di sconti, mentre la quasi totalità (90%)
quali 20 mila solo in Italia. Secondo la piattaforma, è avvenuta tramite l’applicazione, con solo il 4% da
la riapertura dei ristoranti nel 2021 ha portato desktop e il 6% da sito mobile.
risultati incoraggianti: nel 2021 TheFork Italia ha Oltre ai dati quantitativi, la piattaforma ha elabo-
registrato infatti +11% di prenotazioni rispetto al rato anche una serie di valutazioni qualitative sui
2020. In particolare, nonostante l’iniziale incertezza cambiamenti del mondo della ristorazione, analizzati
dovuta all’introduzione del pass sanitario, i livelli di in collaborazione con NellyRodi, che vedono la
prenotazione hanno iniziato a risalire nel trimestre nostra società sospesa fra due tendenze opposte:
estivo, registrando da giugno ad agosto un +15% una slow, in cui hanno la precedenza l’ascolto di se
rispetto al 2020, con un picco in agosto (+4,5% stessi e degli altri, così come la conservazione delle
rispetto allo stesso mese del 2020 e, soprattutto, risorse, e una fast, per cui le nostre relazioni sono
+4% rispetto al 2019). sempre più modificate dalla tecnologia in chiave
Nell’intero anno il numero di prenotazioni effet- di velocità e immediatezza.
tuate da stranieri è cresciuto del 46% rispetto al Per quanto riguarda le preferenze in materia di
2020. La provenienza dall’estero degli utenti di cibo, si nota un “ritorno alle origini”: la riscoperta di
TheFork è molto variegata: Francia (2%), Canada prodotti antichi e la rinascita delle cucine del mondo
Appena è tornata la e Stati Uniti (1,6%), Germania (1,6%), Svizzera (1%), diventano una presa di coscienza culturale. In un
possibilità gli italiani Spagna (0,9%), Regno Unito (0,7%). Nei tre mesi estivi contesto incerto il ritorno ai valori e ai prodotti di
hanno ripreso ad andare
del 2021 sono state effettuate +75% prenotazioni un tempo corrisponde al bisogno di sicurezza e
al ristorante preferendo
cucina mediterranea e di coperti da parte di stranieri rispetto allo stesso stabilità. Cereali antichi, pane e prodotti di panifi-
della tradizione, pizzerie, periodo dell’anno precedente. cazione, caffè, sono alimenti rifugio che stanno
ristoranti di pesce e, Per quanto riguarda il tipo di cuci- riconquistando centralità. Il ritorno alle origini
fra gli etnici, quelli di
na preferita, il 15% dei clienti coinvolge anche le tradizioni culinarie,
cucina giapponese.
Cercando il più possibile ha scelto la cucina medi- con l’affermazione di nuove
di mangiare all’aperto terranea, il 13% le scelte gastronomiche, come
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
la cucina africana e quella sudamericana.
Inoltre, l’evoluzione delle pratiche sostenibili vie-
ne fatta propria dai protagonisti del mondo food,
supportati dalla tecnologia, per promuovere pro-
cessi responsabili e consapevoli. Poiché la richiesta
globale di cibo genera dal 22 al 37% di emissioni
di gas serra, le abitudini alimentari e produttive
devono cambiare in una prospettiva più virtuo-
sa. Riduzione degli sprechi, coltivazioni urbane,
prodotti plant-based e progetti sostenibili sono i
trend di un movimento che vuole rendere il cibo
più rispettoso dell’ambiente. Anche i grandi nomi
della ristorazione stanno prendendo consapevolezza
del loro impatto e vogliono fare delle scelte che lo
attenuino. David Humm, chef tre stelle Michelin
del ristorante 11 Madison Square di New York, ha
deciso di non servire più carne, consapevole del
suo impatto ambientale, e ha aperto una mensa
per i poveri. In Francia, Nadia Sammut è la prima
chef gluten-free ad aver ottenuto la stella della
Guida Rossa, nel suo tentativo di rivendicare una
cucina slow food con ingredienti biologici, locali,
Eventi epocali come
stagionali e da filiera sostenibile. il Covid cambiano i
E l’impatto del cibo sul nostro benessere, sia comportamenti e il
psichico che fisico, è sempre più importante. Nel modo di pensare di tutti
contesto di una crisi sanitaria globale, l’importanza noi. Che in questi mesi
abbiamo accentuato
del benessere personale e del prendersi cura di sé tendenze già presenti,
(self care) è sempre più centrale nella nostra società. come l’attenzione al
La cura personale dipende molto dalle nostre fonti di benessere psicofisico
energia e il cibo è la risorsa primaria da cui attingere che si riflette nel nostro
rapporto con il cibo.
le energie migliori. Tra le tendenze in questo senso Che deve essere di
troviamo la creazione di certificazioni che attestino qualità e con il quale
la qualità del cibo proposto, bevande alternative agli non bisogna esagerare
alcolici e alcune limitazioni ai piaceri della tavola.
Infine, le più recenti innovazioni tecnologiche
possono portare benefici al mondo del food. Alcune
tecnologie, come la stampa 3D di alimenti, la realtà
aumentata e le Nft culinarie, proseguiranno il loro
percorso fino a risultati inaspettati. Queste innova-
zioni ovviamente non sostituiranno le esperienze
gastronomiche tradizionali, ma in qualche modo
le sublimeranno e trascenderanno, così da offrire
pratiche sempre più emozionanti e durature.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
CUCINE
Le Carré Français
porta la Francia a Roma
Rossella Cerulli
N
Fra incomprensioni ella Capitale invasa da le tante bottiglie esposte sugli
sushi bar, ristoranti scaffali. Per con parlare della
e pregiudizi il feeling cino-giapponesi e viennoiserie a vista, la vetri-
gastronomico con la persino cino-napoletani, il na dei prodotti lievitati, con
Capitale non era mai successo di un locale fran- cornetti realizzati, al ritmo di
cese fa quasi notizia. Perché, 600 al giorno, artigianalmente con
nato. Ma il nuovo nonostante la vicinanza geografica, il burro fresco della Provenza. Perché
locale di Jildaz Mahé feeling gastronomico tra romani e cugini qui la parola d’ordine è preparare tutto
sparge semi di d’Oltralpe non è mai decollato. Complice una “in casa”.
serie di pregiudizi sulla cucina francese, colpevole di Ma quali sono i piatti più graditi all’educanda
educazione culinaria abbondare in salse, intingoli ed eccessive burrosità. clientela romana? “Non ce l’aspettavamo, ma le
A sfatare la (radicata) prevenzione ci pensa negli crêpe bretoni di grano saraceno, preparate al tavolo,
ultimi tempi Le Carré Français, brasserie, ristorante sono il numero uno -spiega ancora Mahé- Sono
gourmet e gastro-boutique in pieno quartiere Prati, un po’ le pizze della Bretagna. Le serviamo con
a due passi dalle vie del centro una volta oltrepas- prosciutto cotto, Emmenthal e uovo, con salmone
sato il Tevere. Che, grazie a una offerta di qualità 7 e crème fraîche, ma anche in versione vegetariana.
giorni su 7 all day long, sta registrando lusinghieri Richiestissimi anche la guancia di manzo brasata
successi. “Sì, è vero, stiamo svolgendo un ruolo al Borgogna, la zuppa di cipolla (anche in estate) e
quasi pedagogico -spiega l’imprenditore bretone il fois gras di nostra produzione”. Che occhieggia
Jildaz Mahé, ex editore enogastronomico e deus peraltro anche da una versione franco-romana di
ex machina della nuova formula- Perché, a parte particolari supplì.
la baguette e altre due o tre specialità, la clientela Ma non basta. Perché i fornelli oltreconfine brillano
all’inizio conosceva veramente poco. E, invece, anche in alta quota, con piatti della tradizione da
le 18 regioni francesi hanno ognuna un proprio gustare in compagnia. Da qui la decisione di inau-
piatto tipico, che noi stiamo contribuendo a far gurare lo scorso dicembre, quasi non bastasse la
conoscere. Con sorpresa, c’è una grande curiosità: multiformità dell’offerta, uno spazio “montano” al
che i nostri camerieri, formati ad hoc, soddisfano primo livello del locale, ispirato ai salotti delle baite
di volta in volta”. d’Oltralpe: dove scoprire, tra boiserie avvolgenti,
All’insegna del “non solo burro” ecco quindi, negli poltroncine in velluto e un camino (digitale) sempre
spazi un tempo di un antiquario, un locale acco- acceso, i menu tipici delle località di montagna fran-
gliente (700 metri quadrati), con mattoni a vista, cesi. Battezzato, ca va sans dire, lo Chalet. Da provare
dai mille motivi di frequentazione. Qui, dalle 7 alle quindi la Raclette, con l’omonimo formaggio fuso a
23, come nelle migliori brasserie, è possibile fare tavola su appositi fornelletti, da spalmare su patatine
colazione, lavorare con il laptop e pranzare, magari lesse, servito con cetriolini
Jildaz Mahé, imprenditore sgranocchiando un Croque-monsieur, il celebre e salumi dei Pirenei.
bretone e proprietario del locale toast grigliato con prosciutto, formaggio e bescia- Insieme alla Tarti-
romano con la figlia Morgane,
mella. Oppure leggere, sorseggiare un infuso (“la flette, antipasto
direttrice del ristorante. L’ex
editore gastronomico ha deciso sala da tè funziona tantissimo”, sottolinea Mahé) simbolo della
di fare conoscere la cultura e intrattenersi in un romantico tete-à-tete serale. cultura alpina
gastronomica transalpina E poi fare acquisti gourmand, visto che Le Carré francese, fon-
ai romani. In alto, la Tartiflette,
è anche boulangerie (panetteria, con oltre 1.400 duta in terrina
e, a destra, uno dei piatti
maggiormente apprezzati: pani sfornati al giorno), fromagerie (formaggeria), di formaggio
l’Oeuf parfait épicerie (drogheria), e cave à vin (enoteca), con Reblochon,
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
con patate, pancetta e cipolle. Ma anche alla clas-
sica Fonduta savoiarda preparata con Beaufort
ed Emmental servita con crostini di pane. Il tutto
accompagnato dalle etichette della cave à vin, pre-
giati Champagne compresi.
In un tale tripudio di orgoglio transalpino vale
segnalare come a supervisionare i fornelli non
ci sia un francese. Bensì Letizia Tognelli, 27enne,
grintosa chef romana. Che, dopo stage e corsi di
formazione in Francia, ha preso in mano le redini Al di là di quanto ci si
della cucina. “Si è imposta per passione e curiosità aspetterebbe, in cucina c’è
una chef romana, Letizia
pulita -sottolinea Mahé- E poi è più facile partire Tognelli, grintosa 27 enne.
con chi ha voglia di imparare che far cambiare a A destra, il pastry chef
qualcuno le proprie abitudini. È stata una prova Giancarlo Bruno. In alto,
di fiducia. Che dire? Oggi siamo una coppia senza Lo Chalet, ispirato ai salotti
delle baite d’Oltralpe e, sotto,
essere sposati”. la Fonduta ai tre formaggi.
Nell’attesa del menu primaverile e dell’arrivo in In alto a destra, la sala del
carta della Tarte Tropézienne, il dolce di pasta brio- ristorante e, qui sopra, le
che tenuto a battesimo nel ’55 da Brigitte Bardot, Coq au vin; a sinistra, il dolce
Fraisier. In basso, Assiette de
sorge una domanda: ma perché aprire Le Carré porc noir de Bigorre
proprio nell’Urbe? “I francesi sono innamorati di
Roma -conclude l’imprenditore- E i bretoni amano
viaggiare: non a caso siamo considerati i vichinghi
di Francia. Le mie figlie, qui dal ’90, sono fidanzate
con ragazzi romani, e una di loro, Morgane, è il Le Carré Français
direttore del ristorante. Tutti vogliono venire qui. E via Vittoria Colonna 30
poi questa è la città millefoglie della cultura europea”. 00193 Roma
La similitudine la dice lunga: perché la millefoglie tel. +39 06.6476 0625
è una celebratissima torta, ovviamente francese. carrefrancais.it
Le Carré a Roma millefeuille. Voilà!
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
MARCHE
C
Una produzione arpegna si trova tra Emilia-Romagna, Mar- “Pur inserendosi nel panorama dei crudi dolci, questo
che e Toscana nel cuore delle colline del prosciutto si distingue per la sua aromaticità e la
che risale al 1400 e Montefeltro, un territorio in cui l’aria è pura sofficità, già percepibili anche dai palati meno avvezzi
che negli anni ’60 fu e la natura incontaminata. Un luogo dominato dai a un assaggio comparato. Le note profumate sono
regolamentata, boschi perfetto per la stagionatura della carne il risultato del microclima unico in cui asciuga e del
che si trasformerà in prosciutto poiché l’umidità mix segreto di spezie rigorosamente tradizionali
ma ancora oggi del bosco e l’aria salmastra, proveniente dal mare con cui viene stuccato nella fase di stagionatura. La
le varie fasi non lontano, contribuiscono a renderlo un crudo sofficità è regalata dall’asciugatura a temperatura
rispettano la dolce, con delle note aromatiche che lo contraddi- leggermente superiore che gli conferisce, oltre a una
stinguono dagli altri prosciutti. È qui che la storia di eccezionale morbidezza a qualsiasi stagionatura,
tradizione. Il segreto
questo salume, nato nell’omonimo borgo, affonda anche il particolare colore rosa dalle note legger-
è nel microclima le proprie radici, forgiata da antiche tradizioni e mente ambrate. Inconfondibile poi l’apporto che il
e nelle spezie tecniche di affinamento che risalgono al Medioevo, territorio d’origine conferisce al prodotto e con cui
vi è da sempre un legame indissolubile. Infatti, l’aria
salmastra del vicino mar Adriatico, che dista meno
di un’ora di strada, si unisce alle correnti resinose
delle colline del Montefeltro il cui parco naturale
è anche la cerreta più grande d’Europa. Il clima in
questo territorio è secco e l’aria frizzante, tipica
della montagna, con un profumo di mare: sono
questi gli elementi che si uniscono per regalare un
gusto inconfondibile al nostro prosciutto”.
Le prime testimonianze relative alla produzio-
ne di prosciutti a Carpegna risalgono al 1400 e
attestano l’importanza che questa produzione
aveva per l’economia locale. Il primo documento
storico circa l’usanza di salare carni e prosciutti è
l’atto con cui nel 1407 Guidantonio da Montefeltro,
conte di Urbino, ordinò che tutti i lunedì si facesse
mercato nel confinante paese di Montecerignone,
vietando di vendere altrove “porci e carni salate”.
unita ora a moderni metodi di produzione, per un Nonostante le antiche origini di questa lavorazione,
vero e proprio capolavoro gastronomico. La Dop è solo alla fine degli anni ’60 del secolo scorso che
è riservata solo a quello stagionato che risponde la produzione venne regolamentata da un preciso
a rigide condizioni e requisiti, al fine di garantire disciplinare. Restrizioni che agiscono sulla zona di
Il successo del Prosciutto l’elevata qualità del prodotto che ha ottenuto la produzione e sulla definizione di tutte le tempistiche
di Carpegna Dop è dovuto che consentono al prodotto di rien-
Denominazione di origine nel 1990 e la Dop in
anche al particolare clima
della zona. I prosciutti si seguito all’uscita della legge europea nel 1996. trare a pieno titolo
avvalgono dell’umidità del Oggi il Consorzio Prosciutto di Carpegna conta nella Denominazio-
bosco e dell’aria salmastra una produzione 2020 di 1.643 chili destinati alla ne d’origine
che permettono di avere protetta,
ristorazione, alle gastronomie e ai negozi al det-
un crudo dolce, con
caratteristiche taglio, così come nella Gdo.
note aromatiche Dice Alberto Beretta, presidente del Consorzio:
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
La base di partenza per ottenere
il Prosciutto di Carpegna Dop
sono cosce fresche di suini italiani
della razza Pesante Padano
provenienti solo dagli allevamenti
di Lombardia, Emilia-Romagna
e Marche. I suini devono avere
un’età minima di dieci mesi e
un peso non inferiore a 12 chili.
Sotto, la campagna di Carpegna
e alcune fasi della lavorazione
del prosciutto
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
CATENE
Le discese ardite
L ’ ottimismo è indispensabile soprattutto come mai l’azienda era entrata in crisi. Lino’s Coffee
in momenti come questi. Ma la fiducia non aveva saputo rinnovarsi, ecco la risposta.
e le risalite del nel futuro da sola non basta se non è L’errore principale fu non comprendere che il
brand emiliano accompagnata da competenza professionale e mercato era mutato e che, ormai, era tanto bel-
che, dopo essere da freschezza di idee. Per questo è interessante lo quanto utopistico pensare di vivere di sola
il caso di un marchio come Lino’s Coffee, realtà caffetteria. Di conseguenza abbiamo deciso che
quasi scomparso italianissima del coffee and food che affonda le occorreva creare un nuovo format. E questo è lo
dal mercato, è sue radici a Parma, in quell’Emilia che si fregia di spirito con cui abbiamo ricominciato. Abbiamo
una ricca e lunga tradizione enogastronomica. ripreso le basi di alta caffetteria che caratteriz-
stato rilevato nel Negli ultimi due anni, mentre tanti cedevano al zava l’azienda coniugandole con un’offerta food
2017 e rilanciato pessimismo e chiudevano i battenti, Marco, Ste- di light lunch che incontrasse il gusto anche di
con successo da fano e Francesco, i tre soci che hanno rilevato il un pubblico giovane con prodotti accattivanti
marchio nel 2017, hanno scommesso sul futuro e di qualità. Per mantenere l’identità aziendale
un team di giovani aziendale lavorando per essere pronti al nastro abbiamo puntato sui prodotti semplici e di qualità
imprenditori di partenza nel momento in cui fosse terminata della tradizione, offrendo un servizio di ristoro che
la pandemia. Una scelta che sta già producendo copre l’intero arco della giornata, dalla colazione,
i primi confortanti risultati. al pranzo veloce, fino all’aperitivo serale. Tutto
“Il nostro obiettivo, fin dall’inizio, è stato quello questo in un ambiente accogliente e rilassante
di recuperare un marchio prestigioso come Lino’s in cui il legno la fa da padrone richiamando la
Coffee, che negli ultimi anni si era un po’ appannato, tradizione, ma con un design spigliato”.
fino quasi a sparire, ma che era ancora sinonimo La nuova gestione ha cercato di conservare la
di italianità, artigianalità e qualità, riportandolo al dimensione artigianale dell’azienda. Cosa non
passo coi tempi -racconta Massimo Roncoroni, facile visto che Lino’s Coffee, in questa fase ini-
general manager dell’azienda, una lunga esperienza ziale, ha ritrovato il suo pubblico principalmente
nel campo della ristorazione- All’inzio della sua negli spazi dei centri commerciali, dove la legge
storia Lino’s Coffee svolse un ruolo pionieristico imperante è quella del mordi e fuggi: “Alle origini
proponendosi sul mercato con una torrefazione Lino’s Coffee era una torrefazione artigianale.
artigianale e con un’idea di caffetteria che per In omaggio a questo passato, abbiamo deciso
l’epoca era piuttosto avveniristica. Propose caffè di affidarci a un’azienda terza di comprovata
gourmet e prodotti a base di caffè che rappre- esperienza che realizza le nostre ricette con
sentavano un’assoluta novità. Nel giro di pochi lavorazioni che conservano ancora una certa
anni riuscì a sviluppare una rete internazionale manualità. Tutto ciò è una garanzia per la qua-
in franchising con 70 punti vendita, di cui più di lità dei nostri prodotti. Siamo una delle poche,
Lino’s Coffee è un brand venti all’estero, soprattutto in Medio Oriente, se non l’unica, catena di caffetteria che ha più
italianissimo che negli anni ma anche negli Stati Uniti. Poi il mercato della tipologie di caffè; ci piace pensare di avere il caffè
si è appannato fino quasi ristorazione cambiò rapidamente e l’azienda giusto per ogni palato. I caffè che proponiamo
a sparire. Poi tre giovani
imprenditori l’hanno
entrò in una fase di declino”. Nel 2017, i soci passano da un monorigine 100% robusta (un
rimesso in piedi, sfidando le attuali, che all’epoca erano i principali franchisee caffè molto intenso, forte, cremoso e vellutato)
sopraggiunte difficoltà del dell’azienda, decisero di rilevare il marchio e di a un caffè 100% arabica più leggero e aromatico,
periodo, esaltando quelle impegnarsi per il rilancio, convinti del prestigio senza tralasciare le giuste vie di mezzo. Il nostro
che erano le caratteristiche
principali: italianità,
e della validità del brand. bestseller è un caffè esattamente bilanciato fra
artigianalità e qualità. E la Rientrare nel mercato della ristorazione non è arabica e robusta, corposo, con note di cacao e
storia ha preso un’altra strada stato facile. “Per prima cosa ci siamo domandati albicocca, una miscela che proviene in parte dal
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
Sud America e in parte dall’India”.
Non solo coffee speciality, però, ma anche
food and beverage con un occhio di riguardo
alla cucina tipica e alla pasticceria. “Anche se il
nostro core business resta la caffetteria, oggi il
cliente viene da noi anche per uno sfizioso spun-
tino: abbiamo cercato di conciliare la tradizione
gastronomica del territorio in cui siamo nati, cioè
l’Emilia, con l’esigenza di un’offerta di pranzo
veloce che sia anche salutare. Abbiamo iniziato
con le tigelle, le classiche focaccine modenesi,
e ora stiamo puntando sullo Squacquerone (un
formaggio romagnolo), il prosciutto crudo di
Parma e un buon prosciutto cotto, abbinati alla
classica michetta. E poi ci sono le nostre insalate.
La croissanterie viene farcita da noi con frutta,
cioccolata, marmellate e granelle. Infine, abbiamo Il nuovo team ha ripensato le
un’offerta di alcolici che va dal beverage del bar basi dell’offerta coniugando
l’alta caffetteria con una
classico a vini e Prosecco di qualità”.
proposta food di light lunch
Durante questa profonda rivoluzione, Lino’s indirizzata a un pubblico
Coffee ha avuto la fortuna di incontrare uno dei giovane. Semplice e di qualità
suoi più importanti partner: “Leroy Merlin ha forte- all’insegna della tradizione,
dalla colazione arriva fino
mente creduto nelle nostre capacità e nel nostro
all’aperitivo serale: con le
progetto, tanto da affidarsi a noi per la creazione tigelle (focaccine modenesi),
di un format dedicato agli store della sua catena. Prosciutto crudo di Parma,
Questi corner a marchio Makers Caffè sono nati Squacquerone (formaggio
morbido romagnolo) e una
con il presupposto di dare ai clienti la possibilità
buona lista di vini e alcolici
di gustare buon caffè, un pranzo veloce o una
merenda golosa mentre fanno i loro acquisti.
Dopo tre anni e 15 aperture non possiamo che
dirci soddisfatti di questa collaborazione e desi-
derosi di avviare nuovi ambiziosi progetti. Oggi
siamo presenti in Piemonte e Lombardia con 22
punti vendita e con altri due in Friuli. Ci sono poi i
due Lino’s Coffee di Parma. E inizieremo la nostra
espansione anche in Romagna e in Liguria. Prima
di riprendere il progetto franchising intendiamo
raggiungere una massa critica di 40 punti vendita
gestiti direttamente da noi, così da mantenere il
controllo su servizio e qualità. Nei prossimi quattro
anni vorremmo aprire anche delle caffetterie in
gestione diretta all’estero, dove abbiamo ancora
due affiliati, a Muskat, in Oman e a Kuwait City”.
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PARIGI
La luminosa eleganza
dell’Albar Le Pont Neuf
Giulia Marcucci
Un cinque stelle
lusso con sessanta
affascinanti camere
e Odette L’Auberge
Urbaine, ristorante
dalla cucina gustosa,
ma delicata,
affidato a Caroline
e Sophie Rostang,
interpretata dai piatti
contemporanei dello
chef Rémi Hénaux
L
a Maison Albar Le Pont Neuf prende il nome solo quello dei tetti parigini che hanno un fascino
dal ponte più antico di Parigi e vanta una magnetico. Coupe du theatre nella suite Rooftop in
posizione straordinaria nel 1° arrondisse- cima all’edificio con vista a 180° su Parigi.
ment: accanto al Canopée des Halles, a 700 metri Non poco importante l’aspetto gastronomico,
dal Louvre. Prima della sua metamorfosi, questo grazie a Odette L’Auberge Urbaine, così chiamata
edificio, costruito nel 1866, ospitava la sede del in omaggio alla nonna di Céline Falco, parte della
brand Céline. La sfida è stata rispettare l’anima del proprietà di questo brand di hotellerie francese.
luogo e l’eleganza della sua facciata haussmanniana, Maison Albar Hotels fa appello ai noti ristoratori
prestando grande attenzione alla luce, giocando Caroline & Sophie Rostang, che condividono gli
attraverso le molte trasparenze e favorendo le stessi valori di ricerca della perfezione e la volontà
aperture verso l’esterno. Oltre a creare movimento di tramandare il bello e il buono. I Rostang hanno
all’interno, grazie alle diverse ondulazioni presenti studiato la locanda puntando a una cucina gustosa,
nell’interior design, sulle moderne boiserie, sul ma allo stesso tempo delicata, rispettosa delle
soffitto, sui punti luce, ma anche nei dettagli dei stagioni, basata sui migliori prodotti freschi, prin-
tessuti e dei materiali. Morbidezza, linee curve cipalmente dell’Île-de-France. Autentico, semplice
e intimità sono state privilegiate ovunque per e moderno, lo chef Rémi Hénaux propone un
creare un’atmosfera calda e ultra chic, dove ogni menu contemporaneo ed equilibrato, con un rito
dettaglio è pensato per avere un senso. Questa ritrovato, quello dei piatti da condividere come a
ispirazione si trova nelle tonalità tenui dei tessuti e casa, grazie alla garanzia dei prodotti del territorio.
Nei pressi del ponte più nei materiali naturali, principalmente legno e pietra, Tra questi spiccano il Branzino in crosta di pasta
famoso di Parigi la Maison
nei velluti del salotto, nelle tovaglie organiche del sfoglia con erbe fresche e fagioli e il Maiale con
Albar Le Pont Neuf offre
sessanta fra camere e suite ristorante. E in molto altro. patate e carote confit. Lo chef dà libero sfogo al
con la più prestigiosa, la Tra le sessanta camere e suite, le parole chiave proprio talento, estendendo lo spirito gourmet ma
Rooftop, in cima all’edificio del layout sono spazio e luce. La semplicità delle anche quello friendly. Il menu propone piatti sia
con vista a 180° su Parigi. La
linee è completata da mobili eccellenti: spirito Art di terra, sia di mare: Capesante crude marinate
luce è uno degli elementi che
caratterizza la struttura dalla déco da Henryot & Cie e illuminazione di Tom Dixon. con bergamotto al limone o l’uovo che affonda
facciata haussmaniana Il tutto arricchito da un panorama speciale, anche nel guscio con finferli e noci, Capesante alla griglia
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Odette L’Auberge Urbaine
è il ristorante dell’albergo
affidato alle cure di due
ristoratori conosciuti come
Caroline & Sophie Rostang e
dello chef Rémi Hénaux: la
sua è una cucina stagionale
basata sui migliori prodotti
freschi, principalmente
dell’Île-de-France: a sinistra,
Ombrina con erbe fresche,
emulsione di prezzemolo e
fagioli; in basso,Cheesecake
Cremoso, fichi arrostiti
e Croccante dei famosi
biscotti Speculos
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SFIZIOFOOD
P
Le alterne fortune orco qui…, porco là… cevano ai cittadini dell’Urbe, come illustrano le
Espressioni ricette di Apicio, che potremmo definire il “pro-
del porco, celebrato decisamente tochef” per eccellenza. Una forte ambivalenza
dai Romani e trattato poco onorevoli per simbolica, però, afflisse il porco da subito:
molto male da Dante un animale così gli Egizi, infatti, ritenevano il maiale porta-
utile e squisito, tore di lebbra e ai porcari era proibito
Alighieri. In realtà che indebitamen- l’ingresso nel tempio. Parimenti, nella
è una squisitezza te si usano come cultura ebraica e in quella islamica
esaltata da cucine insulto. Porco è un il porco era considerato animale
termine considera- immondo e alimento impuro.
differenti, da quella to talmente forte che Tanta fama attribuita al maiale
italiana alla cinese. ormai non lo abbiniamo dalla religione pagana fu un’ar-
più al maiale, anche se ma a doppio taglio per il povero
Come dimostrano
era parola comunemente animale durante il Medioevo
La Griglia di Varrone usata almeno fino al XVIII cristiano, quando i simboli
e Bon Wei secolo. Perché, allora, “maiale” del paganesimo furono
ci sembra più gentile? Il nome demonizzati e il porco
deriva dal latino porcus maia- diventò una creatura
lis, dall’abitudine di sacrificare negativa, metafora
un animale di questa specie, della lussuria. Anche se
castrato e grasso, alla dea Maia. rappresentava un’importante risorsa alimen-
Nella mitologia il maiale rappresentava, tare tanto per le corti, quanto per i ceti più
infatti, una bestia monda e innocente attraverso umili, gli furono inflitte onte incancellabili. Come
la quale gli dei mandavano messaggi agli uomini; fece Dante, che nel canto XXX dell’Inferno descrive
è il caso dei sacerdoti etruschi, che con il fegato le pene dei falsari (che si azzannano l’un l’altro),
di porco praticavano la scienza aruspicina, ossia ispirandosi alla porcilaia: “mordendo correvan di
la previsione del futuro. Per Etruschi e Romani quel modo/che ‘l porco quando del porcil si schiude”.
era dunque un animale puro, tanto che il grasso Dal divin Poeta a oggi, il povero porco non si
di maiale, la sugna, era simbolo di fertilità presso è più scrollato di dosso questa brutta nomea, e
le spose latine, che vi ungevano gli stipiti della il termine viene utilizzato per offendere o per
porta di una nuova casa per assicurarsi fortuna indicare ciò che è disprezzabile. Nonostante sia
e fecondità. Anche nell’antica Grecia la carne animale sacro a Sant’Antonio e spesso raffigurato
di maiale primeggiava, e nell’Odissea il porcaro nella pittura come attributo del Santo, il porco
Nell’iconografia cristiana
il maiale rappresenta Eumeo viene chiamato “divino”. Virtù che vengono nell’iconografia cristiana, in accordo all’esegesi
l’avarizia, perché, confermate da Virgilio, che celebra il maiale con medievale, rappresenta il peccato. Il maiale ama
come un avaro, in vita l’episodio della scrofa bianca che indica a Enea rivoltarsi nel fango, così come il peccatore si cro-
non è utile a nessuno, giola nella sporcizia dei suoi peccati. Per questo
il luogo dove sbarcare.
da morto è invece di
grande giovamento. Aldilà del suo forte valore simbolico, il maiale stesso motivo è emblema dell’invidia, perché nei
Per la quantità di domestico, probabilmente diretto discendente del mali altrui trova soddisfazione. Rappresenta inoltre
mioglobina la sua carne cinghiale o del maiale selvatico, era apprezzato l’avarizia, poiché come un avaro in vita non è utile
è da considerarsi rossa, a nessuno, da morto è di grande giovamento. Ecco
anche per la bontà delle sue carni, tanto che Plinio
nonostante il suo colore
rosato la faccia classificare testimonia il fatto che dall’Etruria periodicamente perché compare nelle rappresentazioni del peccato
come carne rosa venivano spediti a Roma 20 mila porci, che pia- in genere e della gola in particolare nell’arte italiana
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
e fiamminga del XV e XVI secolo. Un trattamento
ingiusto, pensando alle squisitezze che l’innocente
animale regala, vere delizie gastronomiche come
prosciutti, salami, culatello, zampone, pancetta e
chi più ne ha più ne metta. E non meno buona è
la carne consumata fresca: per l’elevata quantità
di mioglobina è certamente da considerarsi rossa,
nonostante il colore rosato la faccia classificare
come “carne rosa”.
Parla spagnolo il maiale che viene servito da
Massimo Minutelli, patron de La Griglia di Varrone,
tempio della carne a Milano, Lucca e Pietrasanta
(tel. 02.36798388, grigliavarrone.com). Ed è uno
spagnolo di elevatissimi natali, da casa Joselito,
azienda che da quasi un secolo e mezzo ha come
unico obiettivo produrre i migliori prosciutti del
mondo. Ne consegue che Joselito allevi i suoi
maiali iberici pata negra bradi (e felici). Si tratta
di animali che percorrono fino a 10 chilometri al
giorno e si nutrono di ghiande ed erbe selvatiche,
le cui carni straordinarie arrivano freschissime al
ristorante meneghino. Ecco allora che da gen-
naio a fine febbraio, terminata la montanera, il
periodo dell’ingrasso per il 90% a ghiande, inizia
la macellazione. Grazie al movimento e alle pro-
prietà nutrizionali delle ghiande, il grasso penetra Massimo Minutelli,
in profondità nella carne, conferendole la tipica patron de La Griglia di
marezzatura marmorizzata. “Cuociamo su griglia Varrone, tempio della
carne a Milano, Lucca
con legno di quercia a fuoco vivo, per conferire e Pietrasanta. Nei suoi
alla carne una leggera affumicatura; la cottura ristoranti spiccano
dura pochi minuti, il tempo necessario affinché il le carni Joselito, il
grasso si sciolga uniformemente, rendendo la carne brand spagnolo che
contraddistingue
morbida e succulenta -racconta Minutelli- Fra i tagli, maiali iberici pata
la Pluma, racchiusa tra il lombo e il collo con una negra che vivono allo
forma che ricorda una piuma, è dolce e si scioglie stato brado. Le carni
in bocca; il Secreto, una parte nascosta tra spalla, sono cotte alla griglia
per pochi minuti
costine e lardo con molto infiltrato di grasso, ha su legno di quercia
una maggiore consistenza sotto i denti e grande a fuoco vivo: così
succosità; il Solomillo, il filetto, può essere servito il grasso si scioglie
anche crudo, per assaporarne tutta la tenerezza, in modo uniforme
rendendole morbide.
magari con una goccia di salsa Tonkatsu (versio- Sopra, la Pluma di
ne nipponica della salsa Worcester, ottenuta da Joselito e, a sinistra,
fermentazione di frutta e verdura)”. Ad accompa- 왘 il Solomillo
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
SFIZIOFOOD
Zhang Le e Zhang gnare, solo poche scaglie di sale maldon e magari leggerezza antica di 5000 anni della cucina di mare
Guoqing, chef del un cucchiaio delle ormai mitiche puree della casa, del Fujian. Il maiale, ultimo dei dodici animali dello
ristorante milanese
cariche di burro di Normandia e aromatizzate alla zodiaco cinese e di segno yin, diventa un inedito
Bon Wei che propone
alta cucina regionale demi glace o al lime. ragù in un piatto che fa parte dei festeggiamenti
cinese. Il maiale, ultimo Paese che vai maiale che trovi. Molto diverso è, del Capodanno cinese, il Taro, Maiale e Chili Nero.
dei dodici animali infatti, quello che serve Zhang Guoqing, chef del Il taro, tubero simile al topinambur con la polpa
dello zodiaco cinese e
ristorante Bon Wei, vero tempio a Milano dell’alta bianca, il sapore delicato e gli elevati valori nutri-
di segno yin, diventa
un inedito ragù in un cucina regionale cinese, specchio in terra italica zionali, viene cotto al vapore, passato nella fecola
piatto che fa parte dei della vastità di proposte e della profondità culturale e fritto in piccoli gnocchi croccanti esternamente
festeggiamenti del panorama gastronomico dell’Impero di Mezzo e morbidi all’interno. Nel condimento, tipico dello
del Capodanno cinese, il
(tel. 02.341308, bon-wei.it). Bon Wei regala espe- Zhejiang, un ragù tenerissimo di pancia maiale
Taro, maiale e chili nero
rienze che spaziano dalla cucina imperiale dello (nero iberico) è avvolto da una salsa di grande
Shandong, la terra di Confucio, ai sapori decisi e equilibrio fra piccantezza e aromaticità a base di
piccanti degli oltre 6 mila piatti del Sichuan, dagli soia, olio di sesamo, zenzero, peperoncino. Perché
stufati a fuoco lento delle montagne dell’Anhui alla il maiale è un giramondo trasformista.
ABBINAMENTI
Quali vini con la carne di maiale
er i tagli la Pluma, il Secreto oppure il Solomillo di La Griglia di Varrone, esaltate dalle speciali salsee
P proposte in abbinamento, suggeriamo un Chianti Classico nella tipologia Gran Selezione. Grazie a un
affinamento prolungato in legno che ne ha completamente smussato i tannini, rendendoli avvolgenti
e setosi, è un vino strutturato, equilibrato tra morbidezza e complessità, con un finale lungo e speziato.
In alternativa proponiamo un Nero d’Avola, tra i vitigni più coltivati in Sicilia, che dà vita a un rosso dalla
struttura importante, specialmente se vinificato in legno, con un naso di frutta rossa come prugne e frutti
di bosco, seguito da spezie dolci e profumi di macchia mediterranea. All’assaggio ha equilibrio, intensità,
tannini fini, profondità e un finale balsamico e fruttato. Mentre per l’inedito ragù dello chef del Bon Wei è
adatto un Bolgheri Rosso Superiore, ottenuto da vitigni alloctoni, che fermenta in legno per poi maturare in
barrique, prima di riposare diversi mesi in bottiglia. Il sorso ha struttura, complessità, con una trama tannica ca
presente e setosa al tempo stesso, per poi chiudere persistente con note balsamiche. Oppure un Malanotte Docg, ocg,
ottenuto dall’autoctono Raboso coltivato lungo l’asse del fiume Piave, in un territorio adeguatamente ventilato ntilato e
luminoso. Dato che la varietà è caratterizzata da elevati contenuti di acidità, tannini e sostanze aromatiche, i produttori
gestiscono la vendemmia sia con il taglio tradizionale di uve fresche che con una parte appassita sui graticci. Tale tecnica
consente di ammorbidire la spigolosità originaria di quest’uva, donando morbidezza senza togliere le note dii freschezza
e fragranza che la caratterizzano. I vini possono essere immessi al consumo solo dopo un periodo d’invecchiamentocchiamento
ratteristico,
di almeno 36 mesi di cui almeno dodici in botte e quattro in bottiglia. All’assaggio è austero, strutturato, caratteristico,
dotato di una trama tannica calda e avvolgente e una buona persistenza.. (Gio Pirovano).
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
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S
LU
ON
SPIRITBARMAN
Il caffè di Campana
fa bene anche ai cocktail
Manuela Caspani
T
Da settant’anni roppo spesso, prigionieri dei ritmi quo- una tazzina. Se si ha la voglia di scoprirlo.
tidiani, dimentichiamo di dare un valore Per questo, nel 2017, Paola, determinata e voli-
i chicchi sono a ciò che facciamo, ai gesti semplici, ai tiva, ha aperto un locale, Bottega di caffè speciali,
il business di piccoli piaceri che rendono più facile affrontare attraverso il quale diffondere la cultura del caffè.
famiglia. Che con la giornata. Troppo spesso beviamo e mangiamo Un posto magico, dove l’affianca un team appas-
senza pensare al significato e persino al privilegio sionato. Accoglienza in primis, che fa presagire
Paola si è arricchito di poterlo fare. Dietro a ciò che acquistiamo, di quanto avverrà dopo, il racconto che accompagna
di un locale dove cui ci nutriamo, ci sono mondi. Culture. Fatica. il prodotto, poche ma incisive indicazioni che ren-
fare conoscere lo Lavoro. Vite. Il minimo sarebbe dare un peso alle dono la degustazione un’esperienza. “Credo che
cose e a chi le produce e sceglierle con consa- il caffè debba avere la considerazione che hanno
specialty coffee. pevolezza. Bere un caffè, ad esempio, è un atto piatti gourmet o che riconosciamo a un vino o a
Perché non tutte le così abituale da correre il rischio di diventare un distillato -spiega- È stata una sfida decidere
tazzine sono uguali banale. Ma non lo è. di aprire in provincia di Napoli, qui la tradizione
Da oltre settant’anni la famiglia Campana, alle del caffè è forte, ma non si è accompagnata alla
porte di Napoli, ha fatto del caffè una ragione consapevolezza di quello che è veramente”.
di vita, un business che è passione, un lavoro È appassionata Paola, e caparbia, ammette
svolto con amore. Tre generazioni, dal nonno a sorridendo, tanto da aver scelto di non intra-
Paola Campana, si sono dedicate alla torrefazione prendere una carriera all’estero, ma di restare
rispettando un processo di produzione artigianale nella sua terra e, insieme al fratello Raffaele,
e tradizionale, una filosofia aziendale fatta di portare avanti la vocazione di famiglia. Si tratta
viaggi in terre lontane, di tempi e modi rispettosi di offrire un prodotto straordinario e di mettere
del prodotto e di chi lo produce. Paola Campa- chi lo beve nella miglior disposizione
na, laurea e master nel per goderne, ma si tratta anche di
settore marketing e far parte di una community che
comunicazione com- si impegna a divulgare la filosofia
merciale, ha scelto, una dello slow specialty coffee e che,
decina di anni fa, di “tor- come accade per l’alta cucina e la
nare a casa” e mettere miscelazione di livello, sperimenta
la propria competenza intriganti connubi.
a disposizione di ciò che Non a caso Paola si è appassio-
oggi si definisce special- nata alla miscelazione ottenendo
ty-coffee. C’è un mondo in riconoscimenti e premi. Inutile dire
che dietro ci sono studi e prepara-
zione e corsi e viaggi perché, come
IL COCKTAIL ama ricordare, non c’è posto per
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
Rivista mensile BtoB HoReCa
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LOCALI
Il Barcollo di Martina
per le notti di Siracusa
Manuela Caspani
P
Da dieci anni è rendi una squadra di professionisti entusiasti
e preparati. Aggiungi un capitano coraggioso,
uno dei punti di donna, sognatrice e determinata al con-
riferimento della tempo. Non dimenticare una dose abbondante
città siciliana. Grazie di energia e passione. Spargi una spolverata del
fascino di una città “eterna” come Siracusa. Mescola
alla forza di Martina insaporendo di competenza. Unisci una mentalità
Marchese e del suo aperta e il legame con territorio e storia. Avvolgi
team e alla voglia di il tutto con l’eleganza senza tempo di un palazzo
cambiare carta dei antico e prenditi il tempo per godere di tutto. È la
ricetta di Barcollo by Martina Marchese, il locale
cocktail, ma anche che da quasi dieci anni si propone di essere per
arredi e accessori la città un luogo dove ritrovarsi, stare insieme,
gustare ottimi drink, spizzicare con classe, tanto
da non aver più voglia di andare via. E restare così
anche per il bicchiere della staffa: “Da ragazzi, io
e mio marito abbiamo vissuto sulla nostra pelle
l’esperienza di una città che, vivace d’estate, finita
la stagione aveva poco da offrire ai giovani -ricorda
Martina- Quando abbiamo deciso di aprire Barcollo,
il nostro obiettivo è stato di costruire il luogo che
avremmo voluto per noi. Un ritrovo per amici
che diventasse quasi una seconda casa, dove
chi lavora sta bene lì dentro come i clienti che
varcano la soglia”. Alla fine il progetto è diventato
una sorta di alter ego di Martina: mentre il marito
si dedicava al ristorante di famiglia sul mare, lei
ha scelto il lavoro notturno, dall’ora dell’aperitivo
a tarda sera, del cocktail bar.
Con intelligenza e sensibilità, si è circondata di
un team che ne condivide la visione, a partire dal
creativo barman, Andrea Franzò, alla scelta di avere
un cuoco che curasse il food, anche senza diventare
Un luogo dove stare bene. un ristorante. “La nostra vocazione è quella della moglie e mamma di Allegra, che ha la stessa età
Era questo l’obiettivo di miscelazione. Il nostro fiore all’occhiello l’aperitivo, di Barcollo. In entrambi i casi i nomi sono evocativi
Martina Marchese quando ma dalle 19 alle 3 di notte Barcollo è qui per dare dello spirito che la distingue. “Barcollo ma non
ha aperto il Barcollo, nel benessere e piacere e soddisfare le richieste. Che mollo è il nostro motto: le difficoltà si superano
2012, un locale vocato
alla miscelazione anche si tratti di prelibatezze siciliane, di un piacevole -dice con sorriso franco- Le battaglie si vincono
se non manca di proposte sottofondo musicale, di una scoppiettante serata insieme. Io e il team condividiamo forza ed entu-
food che accompagnano con musica dal vivo o di una scenografia che si siasmo, ognuno è pronto a intervenire ovunque
i cocktail. L’aperitivo è il modifica e stupisce”. ci sia necessità. Ci piace. Per questo sorridiamo
momento clou di questo
luogo che propone anche È una forza della natura Martina, dal 2012 instan- sempre”. Inutile dire che un tale atteggiamento
serate con musica dal vivo cabile presenza nel locale e, contemporaneamente, è stato fondamentale per affrontare non solo gli
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
inizi ma, soprattutto, questi ultimi due anni che
hanno messo a dura prova il mondo dell’ospitalità
e della convivialità. Ma Barcollo ha resistito. Aperto
quando possibile, sempre innovativo, cambiando
d’abito ogni inizio d’anno, come piace a Martina.
Restyling di tutto, non solo della carta cocktail ma
del locale, arredi, accessori, particolari, così da
accogliere gli ospiti, dopo la chiusura di gennaio, Ogni inizio anno l’imprenditrice
cambia “abito” al Barcollo
con un nuovo look. Non cambiano, invece, la sce- con una nuova scenografia,
nografica entrata, all’interno del cortile di Palazzo mentre rimane intatto il fascino
Borgia, di cui Barcollo occupa quelle che erano dell’entrata nel cortile di Palazzo
le antiche stalle, e il fascino dei tavoli all’aperto, Borgia. Il cambio coinvolge
anche la lista dei cocktail in cui
disponibili estate e inverno, complici il clima mite rimangono però signature drink
di Siracusa e gli strategici funghi che riscaldano. come Ortygia Mule, una ricetta
E non cambia la cura per l’ospitalità: dai signature che prevede l’utilizzo di liquore
drink come Ortygia Mule con liquore al fico d’India, al fico d’India, un omaggio al
centro storico e alle tipicità
omaggio al centro storico e alle tipicità dell’isola, dell’isola, o Ionico (Gin al sale
o Ionico (Gin al sale marino, elisir di peperoncino marino, elisir di peperoncino
messicano, aceto di ananas, passion red fruit e messicano, aceto di ananas,
acido citrico), fino ai finger food che celebrano passion red fruit e acido citrico).
La Sicilia è protagonista
le specialità sicule: pizzoli, taglieri alla siciliana, anche nei finger food
frittatine, involtini e le originali bruschette, come
la Tartara di gambero, pistacchio, pomodoro e
menta oppure Brie, mela, miele, limone e noci; a
ogni aperitivo si accompagna anche una mono-
porzione di pasta. “Sicuramente le limitazioni a
causa della pandemia ci hanno tarpato un po’ le
ali -continua Martina- Abbiamo dovuto modificare
le nostre feste, Barcolloween, il compleanno del
locale, Natale... Limitare gli ingressi, organizzare
eventi a invito o su prenotazione. Ma non abbia-
mo certo rinunciato. Ogni volta è come andare in
scena, tanta emozione e amore per lo spettacolo.
Si apre il sipario e la magia ha inizio”.
Determinazione di granito, tanto che Barcollo
ha già negli occhi il prossimo abito che indosserà,
i programmi degli eventi che spera di organizzare,
i temi che avranno le feste. Perché Martina ama
Barcollo
cambiare, ma con Barcollo che cambia con lei. E
che cresce, insieme ad Allegra. E con l’aiuto della via Pompeo Picherali 10
squadra. Lei, a casa, ci va sempre tardissimo, perché 96100 Siracusa
anche il locale è la sua casa. Per questo ha una tel. +39 0931.24580
certezza: “Andrò in pensione anzianissima”.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
QUARTIERIALTI
Lo stile alpino si
F
ermarsi sulla Olympia delle Tofane, pista leg- occasioni, Cortina offre agli amanti dello sci una serie
gendaria di Cortina. Respirare a pieni polmoni, di novità che la rendono uno dei comprensori più
unisce al design guardarsi intorno. Le Dolomiti illuminano la cool del momento. Compresa quella fornita da uno
intonato al contesto grande conca d’Ampezzo con la loro roccia chiara. chalet di lusso, con tanto di spa privata e cucina
e, in cucina, i Sono i Monti Pallidi, sui quali gli gnomi dei boschi professionale, dove soggiornare come a casa in uno
filarono la luce della luna affinché la principessa figlia dei luoghi più belli della conca Ampezzana, lo Chalet
casunziei affiancano del re della Luna non morisse di tristezza sulla Terra Serge, inaugurato quest’anno dal Dolomiti Lodge
le lasagnetes e e potesse rimanere quaggiù insieme al suo sposo, Alverà, interno all’albergo. Anche l’hotel ha ancora
principe delle Alpi Orientali. Cortina, la regina delle la patina della novità, perché sono pochi anni che
gli hamburger di Dolomiti, non è mai stata così frizzante da quando, la famiglia Alverà, ampezzani Doc, si è traferita qui
manzo Wagyu con nel 1956, i riflettori si accesero per le VII Olimpiadi lasciando il ristorante Ospitale, per tanto tempo
tartufo nero. Invernali. Oggi fervono i preparativi per i XXV Giochi indirizzo sicuro per una sincera gastronomia di
Olimpici Invernali del 2026 in partnership con Milano. montagna, sulla statale di Alemagna, al confine
Tra le novità, lo Un calendario prestigioso che ha innescato la voglia con l’Alto Adige.
Chalet Serge di mostrarsi al meglio, in un anfiteatro di montagne Se a Ospitale si respirava una tradizione vecchio
stile che ancora sapeva della montagna di un tempo,
al Dolomiti Lodge permangono tutti gli elementi
distintivi di questa zona (il legno, le pelli, la pietra)
in uno stile contemporaneo. Il rischio poteva essere
quello di creare ambienti di design raffinati, ma
troppo slegati dal contesto naturale -di grande forza
visiva- in cui sono collocati. Invece la hall, il grande
ristorante, le camere, la spa, si mantengono in un
gradevole equilibrio fra la modernità degli spazi
ampi, della luce naturale, degli oggetti a volte buffi
come il grande divano di peluche a forma di orso
polare addormentato, a volte evocativi del grande
alpinismo degli Scoiattoli di Cortina, una delle più
famose associazioni alpinistiche italiane, come lo
scarpone da Himalaya donato da uno sherpa che
ha accompagnato la spedizione del 2004 sul K2.
Lo stesso stile contraddistingue la spa, ampia,
aperta sui prati verdissimi in estate e bianchi d’in-
verno, chiusi sul fondo dal muraglione grandioso
del gruppo delle Tofane. Godersi un idromassaggio
Il Dolomiti Lodge è di fra i più belli al mondo. Quassù lo sci da discesa nella piscina a sfioro mentre il sole tramonta rei-
proprietà della famiglia ha mosso i primi passi, da quando nel 1903 venne terando la meraviglia dell’enrosadira è di certo un
Alverà che lo gestisce in fondato lo Sport Club Ampezzo Tirol, divenuto poi highlight della casa da non perdere. Ed è proprio
prima persona: dal fascino
Sci Club Cortina. Le vette superbe conquistarono i come una casa, lo Chalet Serge, un grande apparta-
intramontabile e dal design
reali d’Europa, a partire da Alberto I del Belgio, il re mento al primo piano completamente autonomo,
raffinato, luminoso e
tranquillo, si trova in uno alpinista, da sua figlia Maria José e da tutti i reali di ma con servizi a richiesta d’eccellenza: butler, chef,
dei luoghi più belli della Casa Savoia che qui venivano a sciare. sommelier, massaggiatrice, estetista, insegnante di
conca Ampezzana Forte dei passati fasti e con lo smalto delle grandi yoga, guida alpina, personal trainer, elitrasporto e
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
molto altro. Può ospitare fino a sette persone nei
suoi 250 metri quadrati. Le grandi balconate che lo
circondano sono quelle classiche dell’architettura
dell’Ampezzo e regalano piccoli solarium abbracciati
dal calore del legno. Gli interni, che riprendono lo
stile alpino contemporaneo di tutto il Lodge, sono
distribuiti in una grande zona giorno open space
di 100 metri quadrati suddivisa fra cucina profes-
sionale a vista, sala da pranzo con un tavolo da 12
persone e salone soppalcato con un divano da 15
posti; la zona notte offre una confortevole suite
padronale e altre tre stanze (due matrimoniali e
una singola). Ottima, poi, l’idea di inserire in una
casa privata una piccola ma completa area wellness
con sauna finlandese, bagno turco con infrarossi,
vasca idromassaggio, zona relax e doccia normale
e scozzese.
Un discorso a parte va fatto per la cucina per cui
la famiglia Alverà è sempre stata famosa. Anche
nella nuova sede, benché alberghiera, il ristorante
continua a essere frequentatissimo fuori stagione
dai locali dal palato fino. Renzo e Claudio Alverà ai
fornelli, infatti, ripensano la loro cucina così come La cucina è una parte
hanno ripensato il concetto di ospitalità: tradizione importante dell’offerta
e attualità. Dalle loro mani escono piatti dal sapore dell’albergo di Cortina, ben
antico, come i famosi casunziei con le rape rosse frequentato anche fuori
stagione. Ai fornelli ci sono
irrorati da un burro profumato e le molto meno Renzo e Claudio Alverà che
note lasagnetes di farro con coste e ricotta, cibo propongono un menu in cui
povero della tradizione. Come accade a Cortina, la tradizione è affiancata
in stagione qui tutto assume una colorazione da piatti della cucina
internazionale con qualche
internazionale, ed ecco che accanto al filetto di incursione nel mare Adriatico.
maiale con le patate all’ampezzana e alla tarta- Nelle foto, gli knodell
re per cui gli Alverà sono giustamente famosi, e la Tartare di manzo
appaiono gli hamburger di manzo Wagyu con
tartufo nero, il tomahawk fatto alla griglia, il foie
gras da gustare con il pan brioche, il Pata Negra
de Belliota. Il tutto presentato con sobria eleganza
Dolomiti Lodge Alverà
e accompagnato dalle duecento etichette che
fanno bella mostra nella cantina che è anche sala località La Vera 9
degustazione a vista. Qualche escursione verso il Cortina d’Ampezzo (Bl)
non troppo lontano mar Adriatico non stona, e gli tel. +39 04364335
Gnocchi di patate con cicale di mare e finocchietto dolomitilodge.eu
selvatico sono un piacevolissimo diversivo.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
CULTURA& GUSTO
Klimt, la Secessione
e l’amore per l’Italia
Irene Catarella
Il Museo di Roma-
T
estimonianza del profondo legame del grande
maestro Gustav Klimt con l’Italia, sua meta
Palazzo Braschi omaggia
artistica prediletta, la mostra Gustav Klimt.
il celebre pittore La Secessione e l’Italia, al Museo di Roma-Palazzo
austriaco esponendo Braschi fino al 27 marzo, omaggia il celebre pittore
austriaco esponendo molti suoi capolavori, ma
molti suoi capolavori anche alcune opere di artisti della sua cerchia, cioè
fino al 27 marzo, ma appartenenti al famoso gruppo della Secessione
viennese. Tutto questo, però, nella prospettiva
anche alcune opere di inedita del rapporto con l’Italia dove Klimt andava
artisti appartenenti al assiduamente per studiare il Rinascimento e l’arte
famoso gruppo della dei mosaici paleocristiani e bizantini, che lo hanno
ispirato nella realizzazione di molte sue creazioni
Secessione viennese originali. Rispettoso dei grandi del passato, ma al
contempo innovativo, Gustav Klimt fu nel 1897 uno
dei fondatori della Secessione viennese che voleva
adeguare l’arte agli stili di vita contemporanei e il cui
motto era “A ogni tempo la sua arte, all’arte la sua
libertà”. Non smise mai i viaggi in Italia, partecipan-
do anche alla Biennale di Venezia e all’Esposizione
internazionale di Roma.
Tele rivoluzionarie come le Amiche I (Le sorelle)
del 1907, figure femminili dai volti di porcellana
descritte in un articolo della Neue Freie Presse
come eleganti signore in abiti invernali, esposte
alla Biennale del 1910, ritornano sul territorio
italiano dopo 111 anni. Dislocate in quattordici
sezioni, sono in mostra oltre duecento opere,
tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture,
avuti in prestito dal Museo Belvedere di Vienna e
dalla Klimt Foundation, ma anche da collezioni
pubbliche e private. Una delle opere più famose
“Ritratto di signora con fondo
rosso” (1897-1898) in cui lo al mondo di Klimt che si può ammirare nella sesta
sfumato la fa da padrone. A sezione è la Giuditta del 1901, che costituisce
destra, “Giuditta”, del 1901, anche il manifesto della mostra. Vero e proprio addirittura fino a 105 anni e rifiutando qualsiasi
è il manifesto della mostra. È
tributo all’erotismo femminile e al fascino della proposta di nozze.
sicuramente il quadro più famoso
di Klimt, un tributo all’erotismo sensualità della donna, Giuditta incarna storica- Non è un caso che Klimt dipinga un personaggio
femminile e al fascino della mente la figura muliebre che da un lato seduce il biblico femminile di tale carisma, perché siamo nel
sensualità della donna: qui per la generale Oloferne con la sua bellezza e l’amabi- periodo in cui la donna comincia la sua emancipa-
prima volta il pittore sperimenta
lità, ma dall’altro fieramente e indomitamente lo zione e a Vienna si inizia a discutere di rivalutare il
l’uso della foglia d’oro su un
dipinto a olio. Nell’altra pagina, uccide per aiutare il suo popolo, quello d’Israele, suo ruolo nella società e sul rapporto che ha con
ancora un “Ritratto di signora”, dimostrandosi l’eroina salvatrice che infatti sarà l’uomo. Siamo negli anni in cui Sigmund Freud,
quasi di gusto impressionista onorata e rispettata da tutta la sua gente, vivendo sempre a Vienna, porterà alla ribalta il concetto di
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
IL RISTORANTE
La sorprendente cucina
di Genovese al Pagliaccio
N
ella storica via dei Banchi Vecchi, nel cuore della Città eterna, Il Pagliac-
cio, due stelle Michelin, offre un’esperienza intima e ricercata. Lo chef
Anthony Genovese è affiancato in sala dal maître Matteo Zappile, insignito
del prestigioso premio Servizio di Sala 2022 della Guida Michelin. L’attenzione
al dettaglio, la cura del particolare si traducono in un’emozione strettamente
personale, tailor made. Uno stile di cucina in continua evoluzione che guarda
inconscio e fonderà la psicoanalisi, rinnovando la all’esterno con curiosità e lungimiranza, mantenendo sempre un rispettoso
psicologia di tutti i tempi. E per esprimere nell’arte sguardo all’ambiente e alla sostenibilità. Quattro gli itinerari di degustazione
tutte queste innovazioni del periodo, Klimt escogi- di sei, otto o dieci portate da scegliere in base alla tematica che attrae di più,
terà per la prima volta l’uso della foglia d’oro su un come Circus, un percorso da Oriente a Occidente che non conosce confini, ma
dipinto a olio, creando un effetto straordinario in legami di emozioni e sapori incentrati sul piatto per ritornare bambini rimanendo
cui colore e oro si fondono, anche perché applicava adulti grazie a delle sorprese che fanno riscoprire sapori unici e sconosciuti.
le foglie d’oro sulle superfici dipinte e, viceversa,
anche il colore sulle superfici già occupate dalle
lamine auree. Solenne e altera, ammantata di rosso Ristorante Il Pagliaccio
e oro, è anche Hygieia, nel mito dea della salute, via dei Banchi Vecchi 129
particolare della rappresentazione allegorica della 00186 Roma
Medicina, una di quelle richieste a Klimt dal ministero tel. +39 06.68809595
dell’Istruzione nel 1894. ristoranteilpagliaccio.com
La settima sezione è dominata dai cosiddetti
“ritratti di signora”, perché non si deve dimenticare
che Klimt fu davvero un maestro della ritrattistica
quasi tutta dedicata alle donne. Dal primo ritratto L’ALBERGO
del 1894 caratterizzato da una tecnica fotorealistica
passa a una tecnica, invece, impressionistica nel
Ritratto di signora con fondo rosso del 1897-1898 in
Comfort moderno
cui lo sfumato la fa da padrone. Ritroveremo delle
opere intitolate Ritratto di signora anche nell’ultima
all’Hotel Adriano
N
fase della vita di Klimt, come quella databile tra il el cuore di Roma, a pochi passi dalla Fontana di Trevi, l’Hotel
1916 e il 1917 in cui la sua pennellata sembra quasi Adriano si trova all’interno di un raffinato palazzo del Seicento
sfuggente, ma intrisa di una emozionalità tale da far arredato in un elegante stile moderno e dotato di ogni confort.
sembrare l’artista aperto a un gusto espressionista. Diverse le tipologie di camere che l’hotel offre, tra le superior, le junior
Una tela, questa, dalla vita travagliata che, però, ha suite e le deluxe con terrazzo. L’innovativa proposta dell’hotel, che dispone
determinato la sua fortuna poiché è stata oggetto anche di due sale meeting, è l’appartamento di 50 metri quadrati, ideale
di un enigmatico furto ed è stata poi ritrovata quasi per le famiglie, con una piccola cucina e l’angolo pranzo. Nelle belle
magicamente dopo ventitrè anni. Inoltre, si è sco- giornate colazione e aperitivi sono serviti in terrazza da cui si gode una
perto che la figura femminile era stata dipinta su vista mozzafiato sulla città. Ideale per chi arriva a Roma per turismo o per
un precedente ritratto di giovane donna abbigliato affari, l’hotel ospita anche un Gin corner, il primo bar in Italia interamente
in modo diverso. dedicato al gin. L’albergo comprende anche l’adiacente Domus Adriani
Un’altra opera importante degli ultimi anni è La con living e cinque camere, di cui quattro con terrazzo.
Sposa (1917-1918) che, pur essendo incompiu-
ta, è eccezionale per il suo intenso cromatismo
caratterizzato dai contrasti di colori, come il giallo, Hotel Adriano
il blu e l’arancione, ma anche per il dinamismo del via di Pallacorda 2
tratto e la composizione delle figure che immerge 10126 Roma
lo spettatore in una realtà quasi sognante e onirica tel. +39 06.68802451
fuori dal tempo reale nel quale imperversava la hoteladriano.com
Prima Guerra Mondiale, sconvolgente e cruda.
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Food&Beverage |febbraio-marzo 2022
VERITÀNASCOSTE
S
La legge dice che iamo in un tempo in cui consola sciorinare i per la maggior parte in regime di “importazione
primati nazionali. Una tendenza recentemente temporanea” che permette, dopo lavorazione e
il pomodoro deve acutizzatasi per rafforzare la fiducia nel nostro confezionamento, di esportare verso Paesi Terzi
essere al 100% Paese nel difficile periodo pandemico e per tirare -principalmente in Africa e Medio Oriente- senza
nazionale. Ma le somme in positivo dell’anno appena trascorso. pagare i dazi doganali.
E anche nell’agroalimentare i primati sono tanti: Va sottolineato che sui concentrati di pomodoro
non tutto quello quello dell’industria conserviera del pomodoro ci provenienti dalla Cina non sono mai state rileva-
lavorato proviene pone al primo posto per la produzione esportata te contaminazioni da parte di muffe o sostanze
dal territorio al 60%. Eppure questo rosso pomodoro, orgoglio tossiche. E quindi anche se fossero utilizzati frau-
nazionale e simbolo della dieta mediterranea, dolentemente nelle conserve vendute in Italia
italiano. E dal Ssica condimento di pizza e spaghetti, da qualche anno non ci sarebbero problemi sanitari. Diversa la
propongono un viene oscurato da un’ombra grigia, da un sospetto questione della conformità alla legge: come sco-
procedimento per che ne mina l’italianità. Pelati, salse, cubetti, pezzet- vare l’eventuale presenza “pirata” di semilavorati
toni, pomodorini e concentrati italiani contengono di pomodoro stranieri?
accertarne l’origine anche quei semilavorati cinesi che arrivano copiosi Oggi è possibile -anzi per la verità lo è da un
nei porti? La risposta per quanto riguarda i pro- po’ di anni, ma è stato ignorato dall’industria con-
dotti sugli scaffali dei nostri negozi è, o dovrebbe serviera- rintracciare l’origine della materia prima
essere, negativa, visto che una legge che prescrive grazie a una ricerca della Stazione sperimentale
che le conserve di pomodoro vendute nel nostro per l’industria delle conserve alimentari (Ssica)
Paese debbano essere ottenute da materia prima con sede a Parma e ad Angri (Salerno). A partire
al 100% nazionale. dal 2012 nel Dipartimento Conserve Vegetali del
Con una superficie coltivabile relativamente Ssica, sotto la guida del tecnologo Antonio Trifirò,
esigua, che viene continuamente erosa da altre è stato sviluppato un test che in base alla con-
attività, è ovvio che non tutto il pomodoro lavorato centrazione di elementi come rame, litio, cobalto,
in Italia possa provenire dalla nostra agricoltura, rubidio e stronzio, e alla comparazione con valori
visto che nel 2020 eravamo al terzo posto con di riferimento ricavati da un’ampia e nota campio-
quasi il 13% della produzione mondiale e il 53% di natura, permette di risalire alla provenienza del
quella europea. E dunque importiamo il 25% del pomodoro. Una opportunità “sdoganata” nel 2021
totale lavorato (da Cina 10%; Paesi Ue 8%; Usa 7%) da alcune indagini dei Carabinieri.
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BUONALETTURA
PASTICCERIA
DINASTIE I biscotti in 100 ricette
La forza dei Cerea n volume dedicato a una delle delizie più ama-
“ D
entro il ristorante ti senti un leone. Giochi in casa, dove zucchero” e vincitore del Premio internazionale
nulla può andare storto. Ma a me vincere facile non è Sucre D’Or–Miglior artista al mondo dello zucchero per
mai piaciuto, e nella ristorazione esterna se vinci è solo il decennio. Dai Ricciarelli ai Baci di dama, dai Cabo-
dopo aver calcolato e affrontato innumerevoli difficoltà”. Francesco cabana ai Brontini: 8 sezioni ispirate dalla tradizione
Cerea sintetizza così cosa voglia dire creare, gestire e lavorare a riscoprono la bellezza e la bontà dei grandi classici della
uno dei memorabili eventi firmati Da Vittorio “fuori dal ristorante”, biscotteria italiana e di tutto il mondo suddivisi in: tradizionali,
da cui nasce il titolo del suo primo libro. Prima che una raccolta di regionali, internazionali, tostati, moderni, morbidi, festivi, paste di
riflessioni e aneddoti sul mondo della ristorazione esterna, Fuori Giotti (Nicola Giotti, maestro pasticcere pugliese). Cento ricette di
dal Ristorante è un diario in cui Francesco Cerea riannoda i ricordi pasticceria, secca e morbida, che nascono da una grande atten-
personali e traccia un bilancio di quanto costruito e raccolto in zione al dettaglio di cui è raccontata ogni fase della lavorazione.
questi anni di lavoro insieme ai genitori e ai fratelli. Il libro infatti A corredo, belle foto a tutta pagina. Italiangourmet, 75 euro.
vuole essere un omaggio a quel nucleo familiare che rappresenta
una delle dinastie gastronomiche più importanti del nostro Paese:
mamma Bruna che, dopo la morte del patriarca Vittorio, ha saputo INGREDIENTI
sostenere la seconda generazione Cerea; i fratelli Chicco e Bobo,
gli chef che hanno portato il ristorante
alla conquista della terza stella Michelin
La cipolla protagonista
nel 2009; le sorelle Barbara e Rossella, pesso considerata un ingrediente di serie B,
capaci di gestire il gruppo e le sue diverse
emanazioni; ma anche figli, nipoti, mogli,
mariti, dipendenti e collaboratori, che
S una piccola aggiunta a un piatto già costru-
ito, la cipolla è uno degli ingredienti cardine
della cucina italiana. Talmente utilizzata che si può
danno il loro importante contributo. A trovare lungo tutto il nostro territorio in cinque
loro Francesco dedica pensieri affettuosi splendide varietà: bianche, dorate, rosse, cipollotti
sottolineando quanto solo l’unione faccia e gli immancabili scalogni. Oltre a dare un apporto
la forza, perché ogni componente della importante a tante ricette, la cipolla è anche protagonista di
famiglia Cerea, senza gli altri, non può numerosi piatti. Dai canederli alle composte, dai crostoni alle
dare il meglio. Mondadori, 10 euro. focacce, le cipolle sono uno degli ingredienti più trasversali che
ci siano. Ode alle cipolle comprende quaranta ricette raccolte
da Giovanna Nobile, volte a celebrarla nella sua interezza, da
CUCINA semplice comparsa a vera protagonista. Trentaeditore, 18 euro.
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