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L’ECO DI BERGAMO

DOMENICA 27 NOVEMBRE 2022 21


La storia Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza
L’iniziativa confini» promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria
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«Il salto a Parigi


in una stanza
di 7 metri quadri
per fare lo chef»
Alberto Suardi. A 20 anni si è trasferito in pochi giorni
dalla cucina del «Colleoni & Dell’Angelo» in Città Alta
a quella del famoso gruppo «Ducasse Paris». Un sogno

MICHELA GAITI tendoci così di migliorarci ogni


La scheda giorno. Proprio come in cucina,
Una chiamata inaspet- nella vita, non si smette mai d’im-
tata, e dalla cucina del ristorante parare e per questo Parigi è magi-
«Colleoni & Dell’Angelo» in Città ca, si ha l’opportunità d’appren-
Alta, lo chef Alberto Suardi, si è dere sempre, da qualcuno o dalle
ritrovato a Parigi. Era il settem- situazioni che si vivono quotidia-
bre 2015 quando arrivò la chia- namente. Una metropoli che cor-
mata del gruppo Ducasse Paris re e non si ferma mai, proprio co-
(fondato dal famoso chef Alain me me. Le differenze tra la Fran-
Ducasse): tempo una settimana, cia e l’Italia sono innumerevoli».
il giovane era già ai fornelli nella «Per quanto concerne le abi-
capitale francese, e da lì non si più tudini delle persone, il cibo e
spostato. «Pochi giorni dopo Alberto Suardi quant’altro mi sento di dire che
quella chiamata – confessa lo 28 ANNI l’impatto con la Francia non è
chef, originario di Bergamo –, ero stato cosi scioccante - riflette -,
a Parigi a vivere in una piccola Dal 2015 a Parigi paradossalmente ho conosciuto 1
stanza di sette metri quadrati nel Si è diplomato all’Istituto un sacco di italiani provenienti
quinto “arrondissement” (cir- alberghiero di San dal Sud Italia ed è con loro che ho
condario), senza padroneggiare Pellegrino Terme e ha scoperto davvero quanto sia va-
la lingua e senza conoscere nes- mosso i primi passi al «Roof riegato il nostro Bel Paese; mi
suno. Sono rimasto con loro per Garden» a fianco dello chef sembrava quasi di non conoscere
un anno e mezzo. Dal 2018 invece Fabrizio Ferrari. per davvero la mia patria. La
lavoro per “Big Mamma”, proget- Successivamente ha Francia inoltre ha un approccio
to dedicato alla ristorazione in- lavorato con lo chef diverso verso il lavoro e i diritti
formale di maggior successo in Francesco Gotti al dei lavoratori, soprattutto giova-
Francia, Inghilterra, Spagna e «Bobadilla» a Dalmine, una ni: non ne parlo con rabbia ma
Germania e creato nel 2015 da breve parentesi al piuttosto con una nota di ramma-
due trentenni francesi; attual- ristorante «Lio Pellegrini» a rico. Immaginate soltanto che il
mente ricopro la posizione di Bergamo, e in seguito con lo primo giorno di lavoro mi disse-
Exécutif Chef, e mi occupo prin- chef Chicco Coria al ro: “Siamo chiusi sabato e dome-
cipalmente di sviluppo e nuove «Cappello d’Oro» in Porta nica ogni settimana, e anche a
aperture all’estero». Nuova, nel centro città. È Natale, puoi già prendere i bi-
Una carriera brillante, iniziata poi approdato al «Colleoni & glietti per tornar a casa”. Pensavo
sin da ragazzino con esperienze Dell’Angelo» in Città Alta scherzassero, invece no, tutto ve-
in importanti ristoranti della prima della chiamata per rissimo. Si sa che fare il cuoco si-
Bergamasca. «Dopo aver termi- Parigi. In pochi giorni si è gnifica lavorare durante le festi- 2 3
nato gli studi all’Istituto alber- trasferito per lavorare per il vità, ma questo è un buon com-
ghiero di San Pellegrino Terme – gruppo Ducasse Paris promesso per avere un giusto
racconta il 28enne –, la mia prima fondato dallo chef Alain equilibrio tra vita professionale 1. Alberto Suardi, 28 anni, è Exécutif chef del gruppo «Big Mamma» per cui segue le nuove aperture
esperienza è stata lavorare al Ducasse. Oggi è executive e privata. Nell’azienda dove sono all’estero. «Big Mamma» è un progetto dedicato alla ristorazione informale in Francia, Spagna, Inghil-
fianco dello chef Fabrizio Ferrari chef del gruppo «Big ora, puntiamo molto su questo terra e Germania; 2. Vive a Parigi da 8 anni: i primi tempi però sono stati difficili. Dormiva in una picco-
al “Roof Garden” che proprio in Mamma» dove si occupa di aspetto, lo riteniamo estrema- la stanza del quinto «arrondissement» e non sapeva parlare bene francese; 3. Ora ritiene che il gruppo
quel periodo prese la stella Mi- sviluppo e nuove aperture mente fondamentale. Io stesso per cui lavora sia attento anche alla qualità della vita dei dipendenti 4. Con i suoi amici di sempre
chelin, successivamente ho lavo- all’estero. ho fatto questa scelta per riuscire
rato con lo chef Francesco Gotti a dedicare più tempo alle persone
al “Bobadilla” a Dalmine, una fosse il mio modo per esorcizzare a me care e alla mia vita privata».
breve parentesi al ristorante “Lio la paura di quei primi tempi. For- In futuro, il 28enne, non na-
Pellegrini” a Bergamo, e in segui- tunatamente sono riuscito a su- sconde il desiderio di tornare in
to con lo chef Chicco Coria al perare quel primo periodo du- patria. «Un domani avrei sicura-
“Cappello d’Oro” in Porta Nuova, rante il quale ogni cosa sembrava mente voglia di tornare in Italia.
nel centro città. Sono poi appro- una ripida montagna da scalare. Vivo in Francia da ormai otto an-
dato al “Colleoni & Dell’Angelo”, Le aspettative le ho lasciate a Ber- ni, ma non dimentico le mie origi-
dove sono rimasto due anni pri- gamo: mi sono rimboccato le ma- ni e la mia famiglia; nonostante
ma di venire qui. Esperienze niche e ho cercato di dimostrare la mia ragazza Margherita, che mi
estremamente formative, ma tra fin da subito quello che era il mio ha sempre sostenuto, mi abbia
tutti i miei formatori ricordo con valore e la mia voglia di emergere, raggiunto da ormai un anno e viva
stima e affetto il professor Carlo giorno per giorno. A oggi se do- stabilmente a Parigi, vorrei poter
Calvetti, mio mentore che ci ha vessi ripensare a quelle che pote- vivere vicino a tutti i miei affetti.
lasciati nel 2019. A lui devo chi so- vano essere le aspettative direi Sicuramente tra le cose che mi
no oggi, come cuoco e come per- che sì, sono state ampiamente ri- mancano più dell’Italia c’è il ver-
sona». pagate. La cosa che apprezzo più de e la natura, camminare in
Un salto nel vuoto, «ma lo rifa- di Parigi è sicuramente la multi- montagna e le passeggiate nel bo-
rei» – commenta soddisfatto ri- culturalità e le possibilità che sco che mi rimettono al mondo.
pensando al trasferimento a Pari- questa città mi ha dato nel corso Durante la pandemia ho avuto la
gi. «All’inizio ero completamente degli anni, trovo che il viaggiare fortuna di poter rientrare a casa,
spaventato, continuavo a ripeter- e il sapersi mettere in gioco apra- e stare vicino a tutti i miei fami-
mi che sarei voluto rientrare su- no quelli che sono i nostri oriz- liari». 4
bito in Italia, anche se penso che zonti e le nostre vedute, permet- ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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