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D A R I S T O R AT O R E A
IMPRENDITORE
Il metodo a 360° per fare soldi nella ristorazione e
vivere una vita più libera, a prescindere dalla tua
esperienza nel settore e dalle tue capacità in cucina
Copyright © 2018 Erica Cocetta, Andrea Lisi
Quindi abbiamo successo quando accade... cosa? Ciò che noi vogliamo che
accada.
E per farlo accadere, dobbiamo prima sapere cosa vogliamo che accada”
PREFAZIONE
Ecco dove ogni ristoratore può
trovare la sua fortuna
a cura di Daniele Vailati
Beh, per quanto riguarda me, partiamo dal fatto che nel periodo in cui scrivo
sto gestendo 30 ristoranti, tra cui due catene da me fondate (Seafood Bar e
Ristosalumeria).
Con i miei soci ci siamo tolti belle soddisfazioni negli ultimi 2 anni. Tra
queste, l’aver concettualizzato, creato format, progettato e realizzato e dopo
gestito sei nuove attività a Genova, quattro delle quali all’interno
dell’Acquario di Genova e due presso il Galata Museo del Mare, con il lancio
del 518 Cocktail & Restaurant sull’esclusiva terrazza.
Cioè, dopo la laurea in Bocconi, ho fatto per tutta la mia vita il direttore
commerciale e manager in Italia, a Londra e negli Stati Uniti. Quello che ho
raggiunto nel settore del food & beverage lo devo sostanzialmente al mio
know-how: fare business.
Penso che in questi anni il fatto di non essere uno chef di partenza mi abbia
avvantaggiato, perché mi sono dedicato come un artista a progettare,
pianificare, gestire locali progettati non solo per fare buona cucina, ma con
l’obiettivo di vederli come aziende per fare soldi.
Quindi, certo, devi acquisire tante competenze (tutte quelle di cui parlano
Erica e Andrea in questo libro) ma se mi chiedi “come faccio a costruire il
mio sogno?” ti dico che prima di tutto devi crederci.
Sono tutte scuse quelle per cui “non abbiamo i mezzi”, “non abbiamo
possibilità”, “non abbiamo tempo”. In realtà stiamo prendendo in giro noi
stessi, è solo una questione di priorità e le priorità siamo noi che le decidiamo
per noi stessi.
Ma ti rendi conto che i grandi manager hanno fatto più soldi nei momenti
storici di crisi, di quanti ne facciano nei momenti di crescita globale?
Quando c’è una crisi c’è sempre dietro nascosta un’opportunità. E solo chi è
preparato è in grado di vederla.
No, se facevi 100 coperti e adesso ne fai 50 è perché qualcuno si è preso quei
tuoi 50 clienti, e tu non hai neanche capito perché!
Quello che funzionava anche solo 5 anni fa ora non basta più. Nel mercato
italiano sono entrati grossi player che fanno delle procedure, del brand e del
controllo assoluto dei costi i loro cavalli di battaglia.
Il libro che hai tra le mani è una piccola anteprima delle strategie che io
stesso ho testato, che puoi applicare subito per mettere il tuo ristorante al
sicuro, per farlo crescere, e perché no, replicarlo.
Ma se vuoi capire come farlo veramente devi investire il tuo tempo nella
priorità assoluta:
J. W. Goethe, scrittore, poeta e genio fra i più poderosi e poliedrici della storia moderna
Mi sono svegliata con l’idea che io devo finire il mio libro e mi manca ancora
l’incipit, l’inizio del libro stesso.
Non mi do pace.
Scorro velocemente le mail per cercare di dare priorità alle mie attività di
oggi… eppure com’era la frase “l’audacia ha in sé genio…”??
Non mi esce dalla testa. Faccio altro.
Dopo aver visto velocemente che non c’erano urgenze da gestire, vado a
prepararmi anch’io.
Mi sto lavando i denti e penso: eppure io avrei potuto fare come tanti altri.
Meno male che non tutti sono così coraggiosi da fare quel passo.
Meno male che non tutti scegliamo di andarcene solo per i soldi, e per
qualcuno sono importanti anche altri valori, come il senso di appartenenza,
gli affetti, l’amore per i propri cari, il proprio territorio, il voler creare
ricchezza dentro l’Italia.
Meno male che qualcuno di noi ha ancora a cuore il suo scopo, quello di fare
del bene per la sua terra, da qui. E io sono una di questi.
E ogni volta che mi metto a parlare con le persone di gestione del ristorante
ritrovo questo caratteristico atteggiamento: Sono loro che mi vogliono
spiegare come funziona!
In fondo i geni sono questi no? Non sanno le cose per averle apprese; gli
vengono naturali!
E a partire da questa barzelletta, ho capito che questo era l’inizio del mio
primo grande libro per te, caro ristoratore.
Perché questa capacità geniale che abbiamo nel DNA è quella che ha
trasformato tante persone in ristoratori.
È quella che ha reso tanti cuochi dei ristoratori.
Ti ci ritrovi?
L’ho cercata sul web ed ecco che finalmente il mio cervello trova un po’ di
pace.
Infinite cose accadono… per aiutarti a realizzare le tue idee ed i tuoi piani.
Ma solo “se ti impegni per qualcosa”. Quindi DEVI fare tu il primo passo.
È questo che intende Goethe e lo trovo molto attuale e molto calzante per il
concetto che voglio passarti.
Quando inizi in una certa direzione il cervello non si dà pace... finché non
trova delle risposte.
Ti ricordi?
Riconosci il meccanismo?
Goethe dice poi: quando l’hai sognata questa cosa o pianificata, iniziala.
Ma ciò che voglio io è lasciare un segno. Voglio fare la rivoluzione nel modo
di fare ristorazione in Italia.
Voglio come te guadagnare tanti soldi per la serenità mia e dei miei figli,
facendo però qualcosa che aiuti queste migliaia di genialità a sviluppare il
loro potenziale.
Se sei un vero imprenditore anche tu, non credo che il mio obiettivo si
discosti tanto dal tuo, giusto?
Quando gli dissi: voglio riuscire a realizzare 2 milioni di euro entro i prossimi
4 anni, questa persona mi disse: “la tua ricchezza sarà direttamente
proporzionale al numero delle persone che riuscirai ad aiutare.”
BAAM!
Hai presente quando hai tanta nebbia e confusione in testa e ti basta una
piccola parolina, detta nel momento giusto, perché tutto diventi più chiaro ed
abbia un senso?
E non ti credere che sia nato tutto così liscio per filo e per segno… come
disegnato su un foglio.
Perdite ancora più grandi che solo le persone a me più vicine conoscono.
Perché chi se n’è andato ha lasciato un grande vuoto dentro di me, che mai
tanto oro e denaro potrà mai più colmare.
Perché tutti noi, come colui che se n’è andato troppo giovane, sacrifichiamo
la vita, i giorni, le ore libere, la famiglia per avere qualcosa…forse…un
giorno.
Cosa posso fare io per far sì che questa cosa cambi anche per te?
Perché non conta quello che ti dico. Conta invece quanto di quello che ti dico
tu riuscirai a mettere in pratica nella tua vita di ogni giorno.
Hai mai sentito la storia del: “Ah! L’ho già fatto quel corso. Bello sì,
interessante, ma... non è cambiato nulla.”
Ecco, questo è il motivo per cui questo libro sarà molto stile “chiacchierata”
tra me e te.
Perché non conta ADESSO la tecnicità di quello che ti sto per dire. Conta
quanta propensione hai tu a metterti in gioco.
Sei pronto a testare il 100% delle cose che ti dico in questo libro?
SE e solo SE la risposta è sì, allora avrai i tuoi primi risultati ancora prima
che io e te possiamo incontrarci ad un prossimo corso Master Restaurant.
E, come ti dicevo poche righe più su, il paradigma della ricchezza si realizza
in automatico.
Ti prego di ricordare anche per te questa bella cosa, perché più avanti nel
libro questo paradigma ti tornerà utile, nella gestione dei tuoi collaboratori.
Buona lettura
Erica Cocetta
Perché?
Per sfruttare la potenza di queste strategie, che quando applicate - anche solo
in parte - hanno dimostrato di poter generare decine di migliaia di euro.
Con questo libro abbiamo voluto diffondere tutte le regole che sono alla base
dello sviluppo di un ristorante di successo:
Ti devo lasciare ancora un attimo in attesa perché vorrei rivelarti una cosa
strepitosa:
Questo Metodo l’ho elaborato dopo essere tornata in Italia ed aver lavorato
per una multinazionale.
Perché quando le cose sono fondamentali, sono pesanti macigni su cui si deve
basare tutto un business, sono così potenti da portare qualsiasi peso, allora il
metodo è davvero valido.
Perché diventa trasversale ad ogni business. Lo puoi applicare a qualsiasi
cosa tu faccia.
E quando sento dire in giro: non puoi diventare qualcuno se non hai fatto un
corso di marketing, oppure “ma devi fare il corso per attirare più persone nel
locale prima!!”, oppure ancora “devi fare il corso di Facebook con quel tale
perché è L’UNICO modo per avere più clienti in ristorante oggi”... .ecco mi
si gela il sangue nelle vene.
Non c’è... e lo ripeto, NON C’È una bacchetta magica che ti farà fare più
soldi.
Non c’è nessun corso che ti farà avere più gente nel locale.
Non c’è nessun corso di marketing che ti farà diventare il genio delle vendite.
Non c’è nessun corso di cucina che ti garantirà il successo nel tuo ristorante.
Non c’è nessuno che può fare questo lavoro al posto tuo.
Oggi invece dopo anni di scontri con diverse realtà, con diversi dipendenti,
con diverse proprietà ti confermo anch’io - semmai tu sia dello stesso parere
mio - che questa è una grande anzi grandissima verità. Questa è la saggezza
popolare.
Quando il pesce puzza dalla testa, significa che se un’azienda (il pesce) non
funziona come dovrebbe, non è colpa di chi ci lavora dentro; è colpa della sua
proprietà (la testa dell’azienda stessa).
Non ha mai studiato per entrare nella ristorazione, ma questo non vuol dire
nulla.
Sei d’accordo?
Ci sono dei talenti nati che con un po’ di studio e un po’ di pratica sotto la
guida di grandi chef poi sbocciano.
Dall’altra parte ci sono dei patiti dello studio, che mai diventeranno bravi
cuochi in cucina, ok?
Ora, gli potrei dare una mano io, giusto? Siamo amici!
Da una lunga chiacchierata con lui è emerso che - secondo lui ovviamente - è
il mondo che è contro di lui.
Il fornitore non gli fornisce i pesci giusti, quando glieli ordina e questo
succede frequentemente proprio quando ha degli eventi speciali.
Il proprietario dei muri non gli fa certi lavori che andrebbero fatti perché... ha
i suoi motivi e lui non riesce a farseli fare, neanche con le lettere
dell’avvocato.
I clienti stessi non si rendono conto che quando lui è pieno, è normale che
debbano aspettare perché lui cucina tutto fresco.
I dipendenti sono un disastro, non ne trova uno che abbia voglia di fare. Non
vogliono imparare. Sono sempre attaccati al cellulare.
Io non posso dargli una mano, perché lui “le ha già provate tutte ed è da così
tanti anni nell’ambito della ristorazione” che non ha bisogno di me.
E se non c’è il pesce oggi a menù è perché il mare oggi non ha dato altro…
Sono riuscita a passarti qualche spunto per capire di chi sia la colpa?
Per questa persona non ci saranno mai soluzioni.
Nel caso specifico del mio amico nulla funzionerà mai, perché lui stesso è
parte del problema.
Ero curiosa come una bambina: volevo vedere quel locale in cui (secondo
questa persona) era già stato messo in atto tutto quello di cui io le avevo
parlato.
Insomma, mi capisci? Avrei finalmente visto dal vivo un locale che funziona,
che segue il Metodo.
Ma qui non c’era niente che funzionasse: materia prima non buona, servizio
inesistente (camerieri che non parlavano neppure l’italiano, figuriamoci fare
una vendita al tavolo o un upsell!), bagni da spavento, prezzi non in linea,
esperienza totale “nella media”... per non infierire.
Questo è ciò che si intende per “il pesce puzza dalla testa”.
Nel caso del mio amico molto probabilmente tutto il resto con un po’ di test e
di strategia si risolverebbe anche.
Non pagare cuochi a peso d’oro pensando che siano loro la tua ancora di
salvezza.
Mi segui?
Ma la struttura rimane.
Sembra strano, eppure nella mia carriera lavorativa ho capito che dagli
“yankee” abbiamo tanto da imparare.
Magari tu pensi le loro siano tutte “americanate” che in Italia non funzionano,
ma non credere che io sia una fan sfegatata.
Non approvo molte delle cose che fanno e di come si muovono. Ho vissuto
con loro, quindi riconosco alcuni degli stereotipi di cui ci vantiamo spesso.
Negli anni tuttavia ho compreso che se sono gli unici a fare tanti soldi - non
solo in America ma anche in giro per il mondo - forse qualcosina da imparare
ce l’abbiamo.
Non regge più la scusa, “ma loro sono in un altro mercato”, “ma loro sono
molti di più”, “ma loro hanno altre abitudini e ritmi di vita”, eccetera
eccetera.
Quindi ho studiato come poter attingere dalla loro mentalità e dal loro modo
di fare business, per unire le loro caratteristiche vincenti alla nostra genialità.
Noi siamo i soliti che scartiamo bambino e acqua sporca. Buttiamo via o tutto
o niente: anch’io cadevo spesso in questa trappola.
Poi ho compreso che si può trovare del bello in ogni cosa, se ti interessa
trovarlo e se sai cercare.
Solo se tu hai avuto modo di lavorare con loro o con qualche realtà
continentale filo-americana puoi realmente capire di cosa sto parlando.
Sono d’accordo con te che non dobbiamo copiare nessuno, perché tutto il
mondo invidia la nostra creatività.
Non esiste attività in cui non ci siano 3 pilastri fondamentali che noi geniali
italiani dobbiamo imparare a copiare per far esplodere la nostra capacità
inventiva, di adattamento ed imprenditoriale.
Questi 3 pilastri sono gli stessi su cui si fonda il Metodo Master Restaurant e
sono:
• Il Management
• I Sistemi
• La Cultura
Facciamo un esempio.
Se ti chiedessi ora: “Nel mese di dicembre hai fatto un business plan per
pianificare l’attività dell’anno entrante?” quale sarebbe la tua risposta?
Io sono d’accordo con lui che sia importante, sì, ma attenzione a quello che
dice:
Ecco svelato il motivo per il quale alla fine tornano tutti al mio concetto:
prima i numeri, che devi saper leggere, e poi tutti i corsi che servono per
sapere dove mettere le mani, per cambiare in meglio quei numeri.
Come fai a sapere quanti soldi puoi investire in nuovo personale? In una
nuova attrezzatura se non sai come calcolare in quanto tempo ti torna in tasca
la spesa fatta, sulla base dei piatti venduti?
Il cassetto è il vero cash flow operativo, ma non è detto che questa liquidità
appartenga al ristoratore. Qui dentro c’è la quota dello Stato, l’IVA, ci sono le
quote dei fornitori, le fatture da pagare, ci sono le quote dei dipendenti, gli
stipendi ed i contributi, c’è la quota della banca per il mutuo che ti ha
concesso anni fa. C’è la quota del proprietario dei muri, dell’assicurazione,
dell’INPS per i tuoi accantonamenti ecc.
Domande semplici:
Ricordo sempre con una certa tenerezza un ragazzo giovane, uno chef molto
bravo, che partecipando alla prima lezione del corso di gestione (al nostro
livello base) era entrato con il sorriso ed era uscito con il mal di testa.
Aveva detto che dopo quella lezione capiva perché il suo commercialista
pretendesse tante informazioni e come lo stesso commercialista elaborasse le
sue stesse informazioni per restituirgliele. E poi sconsolato aveva aggiunto:
“A me la matematica non è mai piaciuta, ma ora sì che mi piace! Ho capito a
cosa serve...”.
Dopo la lezione questo chef era così contento che finalmente si era potuto
rendere conto di quanto importante fosse saper leggere e rimescolare i suoi
numeri, senza dover dipendere dal suo commercialista (che chiaramente non
ha il tempo di darti le risposte nell’immediato, per cui - fatte salve le volte in
cui si dimentica - ti risponde dopo 10 giorni…).
Insomma sembra che non facciano nulla e siano sempre a pranzo in giro per
ristoranti, mentre invece stanno studiando per prendere decisioni strategiche.
Ora chiediti:
Come posso fare strategia se sono sempre impegnato all’interno del mio
locale?
Efficiente perché ti permette di far crescere la tua attività a ritmi che non hai
mai conosciuto prima.
I sistemi sono l’unico modo che hai per garantire un’esperienza costante ai
clienti che entrano nel tuo locale. Corrispondono alla tua struttura
organizzativa, messa giù in forma scritta.
I sistemi sono un grande strumento che ti aiuta nella tua giornata lavorativa
ad operare sempre nello stesso modo, in maniera organizzata, in modo
efficace, indipendentemente che tu sia presente nel locale o abbia deciso di
andare a farti una vacanza.
Molti “geni” sostengono che “impagliare” un business con dei sistemi non ti
permette di essere flessibile.
• eccetera eccetera...
La risposta è: diversi, dalla gestione delle materie prime alla gestione dei
fornitori, passando per la gestione dei collaboratori e quella delle attività
giornaliere e straordinarie.
La cultura
Questo secondo me è il pilastro che farai più fatica a costruire.
... che non sono proprio le prime cose che ci insegnano, né a scuola né nei
vari ambiti lavorativi.
Ecco perché nel nostro retaggio culturale è rimasto il vecchio modo di fare
azienda con banconiere e bariste prima di tutto di bell’aspetto.
Ma oggi questo non basta più. Il mercato è pieno di belle persone che non
hanno alcuna competenza, né soft-skill, né hard-skill.
Sarà tua premura creare una cultura dell’accoglienza all’interno del tuo
locale.
Sarà tua premura creare dei manuali per far sì che il livello del servizio sia
uguale sempre, indipendentemente dalla persona in turno.
E se non lo sai fare tu per primo, secondo te, come fai a insegnarlo a chi
lavora per te e a controllare che stiano facendo le cose per come le vuoi tu?
Ora forse ti è più chiaro come mai poche righe più sopra ti ho detto che
questo pilastro è quello più difficile da adottare.
Concetti che da noi, in questo mercato, ancora purtroppo, non sono affatto
radicati.
Proprio oggi che sto seguendo un ristoratore mi raccontava della sua ragazza
di sala che puntualmente il venerdì non si presenta a lavorare.
Non c’è corso di comunicazione che tenga: Se non ti interessa, il giorno dopo
mi firmi la lettera di licenziamento.
Che bisogno c’è di stare a parlare per l’ennesima volta in questo caso.
Sì, lui ci aveva provato a darle degli ultimatum, ma questa tecnica non aveva
mai sortito l’effetto desiderato. Lei ha continuato a non presentarsi di venerdì.
Al di là del fatto che potrei star qui a raccontarti per filo e per segno come si
fa, il concetto cruciale è che qui il pesce puzza dalla testa.
Come è stato fatto il colloquio di assunzione in questo caso?
E poi è stato spiegato “cosa scriviamo nei nostri contratti”, “quali sono i tuoi
compiti”, “cosa accetterai firmando questo contratto”, “quali sono le clausole
risolutive del contratto” ecc.?
Sono competenze che non puoi demandare al consulente del lavoro. Lui fa un
lavoro standard. Ci sono anche quelli che ti danno una mano, ma devi essere
tu quello che ha una richiesta specifica ed il consulente la deve mettere giù in
modo che sia legalmente inoppugnabile.
Quindi anche nel caso del mio cliente non è proprio tutto un problema di
personale che non si trova.
In apertura di questo libro ti ho scritto: Se non sai cosa cerchi è difficile che
tu lo possa trovare.
Era inutile che lui si arrabbiasse tanto. Infatti il mio consiglio è stato: Prendi
questa esperienza per crearti una procedura, un profilo della prossima persona
che vuoi avere nel tuo ristorante.
Quindi è normale che non è detto che il primo con il titolo di cameriere che si
presenta sia la persona adatta a lavorare con te.
Mai lo sguardo basso, sempre contatto visivo con tutti noi e un autocontrollo
molto elevato.
Continuava a ripetere che la vita in cucina è molto dura, ma lei era forte.
Avrebbe accettato anche la violenza psicologica, ma non avrebbe ammesso
quella fisica tipo lanci di piatti o coltelli o spintoni tra colleghi.
Era una roccia, quella ragazza. Non ammetteva ingerenze nella sua vita
privata eppure la prima cosa che ci aveva raccontato era che lei aveva una
compagna che lavorava poco lontano da lì.
Quindi lei stessa ci aveva raccontato una cosa molto privata di lei.
Prima di andarsene il titolare aveva svelato chi io fossi e che era stato molto
contento del fatto che avesse retto così bene il colloquio. Le aveva chiesto i
documenti per poter verificare la sua posizione ed il livello di assunzione.
Beh, quella ragazza che aveva fatto una così bella impressione, a distanza di
un mese non aveva ancora mandato i suoi documenti.
Certo in questo caso è stato facile capire che non era sicuramente una persona
affidabile, ma lo avrebbero potuto capire anche dalle risposte che aveva dato
precedentemente.
Sono piccole sfumature: ma se loro avessero preso questa ragazza senza saper
leggere tra le righe, avrebbero dovuto cambiare la persona di nuovo dopo
poco tempo.
Non fermarsi alla lettura del curriculum, ma capire quali sono leve che
muovono le persone, i loro perché nella vita, i loro valori principali.
Diversamente non sarà il tuo locale, il tuo stipendio a farli rendere al meglio.
Cambi tu, cambia il tuo modo di vedere e fare le cose, cambiano le cose.
E la cosa bella è che questo cambio radicale di mentalità lo fai un pezzo alla
volta e lo applichi nel tuo ristorante, fin dal primo giorno di corso.
Prendi molto sul serio le indicazioni che ti ho dato finora, perché dal tuo
impegno nella direzione del Metodo dipenderanno i risultati che avrai come
Imprenditore della ristorazione.
E ora entriamo nel vivo delle tattiche e vediamo alcuni estratti di quello che
solitamente condividiamo nel Corso di Gestione.
“Sono Fabio Ferraro, ho una pizzeria a Settimo Torinese, in provincia di
Torino.
Abbiamo avuto diverse pizzerie nella nostra storia e siamo qua a Master
Restaurant perché abbiamo fame di aggiornamenti per poter gestire al
meglio l’attività in un mondo nuovo.
Non ho scelto di fare altri corsi perché Master Restaurant è innovativo per il
futuro, gli altri corsi hanno metodi obsoleti.
Cercavo dei risultati che venissero in maniera scientifica e precisa, con un
metodo giusto e misurabile.
Consiglio Master Restaurant perché io sono venuto qua al corso con mio
papà e, essendo di due generazioni diverse, cerchiamo di cambiare le
strategie tramite l’innovazione, tramite metodi che diano un vero
cambiamento.”
FABIO FERRARO - Torino
Quindi è tempo per te di iniziare a mettere in piedi dei veri e propri sistemi, e
rinforzare quelli che hai già in piedi.
Questa è la chiave per maggiori profitti e più libertà per te titolare, a partire
da quello che succede in cucina.
Ora, una delle cose che ti dissi all’inizio di questo libro è che tu devi iniziare
ad avere il controllo dei tuoi numeri.
È come giocare a dama, in fondo. Se conosci bene bene le regole del gioco e
le strategie, puoi gestire i passaggi di pedine e dame nel migliore dei modi, e
a volte sacrificare qualcosa per arrivare comunque alla vittoria.
Da dove puoi partire: dal basilare calcolo del tuo food cost.
Quando in aula ci ritroviamo a parlare del food cost, per i più è un brutto
male conosciuto, ma ignorato totalmente.
Alcune delle persone che sono in aula sono i cuochi, gli chef dei loro stessi
ristoranti. Loro sono le persone che ancora oggi si svegliano la mattina con
una grandissima passione: produrre il piatto dall’effetto wow!
Sono ancora felici quando i clienti appaiono alla porta della cu-cina per
lanciare dentro un “Complimenti! Tutto buonissimo!”.
Eppure, spesso - come abbiamo verificato in aula facendo i conti con penna e
foglio - il prezzo del piatto non è sufficiente per coprire i costi del ristorante.
In una delle mie consulenze mi sono ritrovata a lavorare con un ristorante che
ogni settimana sfornava 2 diversi menù. Lunedì, martedì e mercoledì un
menù e un altro per il resto della settimana, per garantire varietà a chi va a
pranzo ogni giorno nel loro locale. E ogni settimana due menù diversi.
È chiaro che se il food cost dei piatti lo fai sempre partendo da zero, la mole
di lavoro è bella grossa.
Perché l’idraulico sa quanto gli costano i vari pezzi di plastica per montarmi
lo scarico del lavandino per farmi la tariffa del lavoro e un ristoratore non sa
quanto gli costa la materia prima di un singolo piatto?
Beh, se non sono stata chiara fino ad adesso, te la spiego così: Quando
troverai i menù a 10€ in giro, non ti spaventerai perché a confronto tu sei
caro, ma ti rallegrerai piuttosto del fatto che tu - diversamente da loro - stai
producendo utili.
Arrivano cuochi strapagati che non hanno minimamente idea di cosa sia il
food cost.
Poveri ristoratori fino ad un certo punto. Oggi infatti puoi renderti conto che
anche il super-cuoco, se vuole esser pagato, ti deve mettere in ordine i conti
della cucina.
Cos’è sta cosa che un altro gestisce i tuoi soldi? E magari a vantaggio suo?
cos’è sta cosa dei cuochi che si portano dietro i fornitori?? Ma chi l’ha messa
in giro questa cosa?
È troppo facile fare i cuochi ad alto prezzo e non contribuire in questo senso
alla riuscita del business!
Fammi indovinare…
Forse hai un amico che gestisce un ristorante di successo e gli hai chiesto un
confronto?
O forse hai sbirciato il menù del tuo principale concorrente e ti sei detto “beh,
questo mi sembra un prezzo onesto, quindi lo farò anch’io”?
Anche se ti sembra il contrario, la politica dei prezzi del tuo menu non è stata
gestita da te in prima persona.
In aula ripetiamo molto spesso un concetto, che voglio condividere con te:
non puoi cambiare ciò che non puoi misurare.
Aggiungo: non puoi interferire su cose che sono fuori dalla tua sfera di
influenza. Ma quando parliamo di costi delle materie prime, tu puoi e DEVI
avere il pieno controllo.
Andiamo avanti.
“Passo anche notti intere a fare controlli su controlli, eppure non capisco
dove vanno a finire i soldi”.
Questo succede perché ci sono diversi fattori che ammazzano il tuo food cost,
e sono bravissimi a nascondersi in posti che tu non puoi neanche immaginare.
Scoprendo l’identità di questi veri serial killer (sì, possiamo definirli seriali
perché fanno decine e decine di vittime nel mondo della ristorazione)
ritroverai il pieno controllo del tuo business, e di conseguenza, diventerai tu
stesso un killer, ma dello stress sul lavoro.
Quello che voglio fare adesso è proprio svelarti chi sono i killer per il tuo
margine.
Chi ammazza tutto il tuo margine
Forse adesso starai pensando che sai dove andare a cercare… naturalmente in
cucina!
La tua risposta potrebbe essere: la materia prima scaduta quindi gli scarti, i
tagli esagerati (nella pulizia di carni e verdure per esempio), gli sfridi, i piatti
sbagliati...
Vero, questi sono senz’altro fattori che contribuiscono a mandare in palla tutti
i tuoi calcoli, ma non sono i serial killer a cui mi riferisco. Perché tutto ciò
che si nasconde in cucina, in realtà lo puoi scovare abbastanza facilmente, ma
per trovare i veri killer devi andare a cercare in posti che non sono così
immediati, anzi.
1. Confronto di mercato
Analizza il mercato.
Molti ristoratori di solito non analizzano la concorrenza a causa di quella che
in psicologia si chiama “superiorità illusoria”[1].
In generale, alcune persone sovrastimano le loro capacità. Tendono a pensare
di essere più intelligenti degli altri ristoratori, di saper già fare tutto e di
sapere come prezzare il proprio menù senza dati scientifici a supporto delle
proprie decisioni.
La verità è che nessuno di noi è troppo intelligente da non poter imparare
qualcosa di nuovo ogni giorno, anche dall’ultimo arrivato.
A questo punto sorge spontanea una domanda.
“Come raccolgo i dati che mi servono per determinare il giusto prezzo?”
In realtà, non è così complicato, ma senza dubbio devi dedicarci tempo e
impegno (non ti preoccupare, ti assicuro che non saranno sprecati, anzi).
Quello che ti serve sono dati ricavati dai ristoranti limitrofi, che potrebbero
essere tuoi concorrenti. Ti basta un semplice foglio excel da utilizzare per
capire dove ti posizioni tu in questo confronto.
Se non sei abituato ad usare un file excel puoi tranquillamente usare carta e
penna.
Facciamo un esempio.
Se sei un ristorante cinese nel tuo menu avrai sicuramente “gli involtini
primavera”. E come questo avrai tanti altri piatti uguali a quelli dei tuoi
concorrenti.
Per prima cosa cerca su Google i ristoranti cinesi presenti nella tua zona.
Adesso guarda i loro menu e inizia a confrontare i loro prezzi con i tuoi. Nel
tuo foglio excel crea delle colonne in cui inserire i tuoi dati e quelli degli altri
ristoranti. Più precisamente, costruisci una tabella con 4 colonne:
• nome del piatto
• il tuo prezzo
• il prezzo degli altri ristoranti
• differenza
Più piatti e più ristoranti inserirai, più approfondita e più efficace sarà la tua
ricerca.
A questo punto confronta i numeri.
Sei più alto? Sei più basso? Sei una via di mezzo?
Indipendentemente da quale sia il risultato non è il momento di arrivare a
conclusioni affrettate.
Ricordi cosa ti ho detto poco fa? Mai basare le tue decisioni UNICAMENTE
sul prezzo degli altri!
Ma, il concetto che voglio passarti è, il tuo margine potrebbe essere
ammazzato da un ragionamento superficiale ovvero stabilire il tuo prezzo in
base a quello che ha messo fuori concorrenza, magari anche lei senza aver
mai calcolato il food cost dei suoi piatti!
Ora, quello che devi fare in aggiunta è concentrarti su un aspetto del
marketing che in Italia viene ancora molto sottovalutato, il posizionamento.
Vediamo di che si tratta.
2. Il Posizionamento
Se non hai la minima idea di che cosa sto parlando, non ti preoccupare.
Abbiamo approfondito l’argomento più avanti nel 5° capitolo Per ora ti basta
ricordare questo:
Quello che devi fare è cercare di capire se il mercato che ti interessa è guidato
dal prezzo o dalla domanda. Vediamo più nel dettaglio questi concetti.
Detto in poche parole: se sei l’unico ristorante del circondario che vende
piatti brasiliani è normale che tu possa essere più libero di fissare i prezzi
che più ti piacciono.
Se ti trovi in un mercato in cui tutti i ristoranti della zona fanno le stesse cose,
in questo caso è il prezzo a determinare la domanda.
Anche qui, facciamo un esempio pratico.
Visto che siete in tanti a offrire questo benedetto spaghetto allo scoglio,
potrebbe essere difficile prezzare il tuo spaghetto a 22€.
3. Differenziazione
Se la media dello spaghetto allo scoglio è di 15€ non significa che tu non
possa vendere il tuo a 22€, soprattutto se il tuo piatto è così speciale e
differente dagli altri che anche i 7€ di differenza sono largamente giustificati.
Il segreto per poterlo fare è questo: comunica in tutte le salse questa tua
caratteristica che ti differenzia rispetto a tutti gli altri.
Stai comunicando al tuo target che usi solo pomodori raccolti in loco e che
gli aromi provengono dal giardino del tuo ristorante e sono raccolti dallo chef
ogni mattina freschissimi?
Stai comunicando sul tuo sito o sulla tua pagina facebook ciò che dicono i
clienti affezionati e più soddisfatti dopo aver mangiato il tuo croccantissimo
involtino primavera[2]?
I tuoi clienti lo sanno che stai usando gli ingredienti migliori e più costosi?
Non puoi permetterti di avere del personale di sala che quando deve
presentare i piatti dice la prima cosa che gli viene in mente… o peggio “ah,
non lo so, un attimo: adesso chiedo!”
Nella ristorazione ci sono dei modelli di business che portano con sé anche la
percezione dello scontrino medio. Noi in aula lo facciamo fare agli studenti
ristoratori già alla prima lezione:
Anche se la tua lasagna è fatta a mano dalla nonna Maria e tu stesso hai cotto
il ragù tutta la notte per farla succulenta, saporita e fresca… non conta più
nulla.
A meno che, tu non investa grandi energie per far passare il tuo concetto di
business e la tua superiorità qualitativa. Ma comunque difficilmente uno si
aspetta di mangiare in questo modo fresco e salutare all’interno di un centro
commerciale.
Avere chiaro che cosa vuole essere il tuo brand sarà la chiave del tuo
successo.
I nostri corsisti lo hanno sentito dire talmente tante volte che ormai se lo
sognano di notte.
Attenzione che sei quasi arrivato alla fine, adesso devi stare attento perché
inizieranno a serpeggiare le minacce per il tuo food cost.
Poi l’hai preparato, l’hai messo nel piatto e hai deciso di iniziare a migliorare
la presentazione, perché così com’era “faceva troppo poco”.
E così, dopo aver aggiunto qualche extra il costo della porzione è salito e ti
ha scombussolato tutto il calcolo della marginalità di quel piatto, oltre che a
farti sballare i dati d’inventario.
“Cosa vuoi che sia una foglia di insalata”, mi sono sentita dire in una
consulenza.
“Ah! Cosa vuoi che sia? Aspetta che ti faccio un calcolo su due piedi” e
faceva una cosa come 800€ circa di foglie di verdura in un anno,
REGALATI!
Ricapitolando, i veri killer del food cost non sono così evidenti come si crede.
Se non hai costruito fondamenta solide (come avrai capito mi riferisco al food
cost di tutto il menù), non metterti neanche a definire i prezzi dei tuoi piatti,
quindi non aspettarti di far soldi.
E smettiamola di prendere tutto alla lettera. Se qualcuno dice che non è
importante conoscere la percentuale di food cost del ristorante, lo sta dicendo
perché ti vuole introdurre un altro concetto. Quello che spieghiamo più
avanti.
Perché tutto questo ragionamento l’ho messo dentro nel capitolo cucina:
perché è da qui dentro che devi partire per conoscere i tuoi numeri.
Poi, se facciamo nouvelle cousine, se fai street food, se fai mensa o se fai
trattoria a te non cambia la modalità di controllo del tuo business.
Non si è mai costruita una casa dal tetto, né dalla scelta della pittura esterna!
• se non sai quali sono le quantità vendute per ogni singolo piatto
• se non sai quali sono i piatti su cui margini di più e quelli su cui margini
meno
... come fai a sapere se hai realmente i soldi e quanto eventualmente potresti
investire nel marketing e per quanto tempo?
Quindi, quando qualcuno ti offrirà qualcosa in vendita gli devi sempre porgli
questa domanda: Entro quanti mesi/anni mi garantisci che mi rientreranno
realmente i soldi investiti in quella cosa lì?
Nota di Andrea
Investire nel marketing non è “fare pubblicità” giusto per farti conoscere. Il
marketing è un’attività costante di acquisizione e fidelizzazione dei clienti, e
va raffrontata a dei parametri di riferimento come tutte le altre attività del
ristorante.
(Se stai pensando che basta guardare quanto metti nel cassetto in più, ti dico
subito che non è così).
L’unico modo per accelerare i risultati del tuo ristorante è capire cosa fanno i
grandi ristoranti che tu non stai ancora facendo.
Come controllare quindi il food cost
nel tuo ristorante in 5 semplici mosse?
“Ca**o, Erica, lavoro dalla mattina alla sera, vivo di fronte alla spiaggia,
non riesco neanche ad andare 10 minuti con mia figlia sulla sabbia, eppure
riesco a malapena a pagare le bollette”
“Io so perfettamente cosa vuol dire fare questo mestiere, e quanto impegno e
dedizione ci vogliono, e a quanto bisogna rinunciare soprattutto se parliamo
di affetti e famiglia, le vostre sono solo chiacchiere...”
Queste sono alcune delle frasi che sento ripetere più spesso durante le
consulenze con i ristoratori.
Oppure chiedo “quanto incide il food cost sulla tua pizzeria?” e la risposta è
“2€ a pizza”.
Come??
Ecco perché durante i nostri corsi, sin da quello base, spieghiamo nel
dettaglio procedure e modelli per calcolare il food cost dei piatti.
Il controllo dei costi è la base di una corretta gestione del ristorante. Se non
sai quanto è il food cost della tua pizzeria in termini percentuali, come fai a
sapere quante pizze devi vendere ogni santo giorno per poter stare in piedi
negli anni e magari guadagnarci qualcosa di più di uno stipendio?
La soluzione più giusta non è lamentarsi delle tasse e fare il nero. Non vai da
nessuna parte così. Perché sarai sempre in affanno.
Perché andrai sempre alla cieca. E cadrai sempre dal pero quando il
commercialista ti dice “per quest’anno hai una bella botta da pagare di
tasse!”.
Ora andiamo ancora più in profondità perché voglio darti uno strumento
concreto per individuare tutti quei fattori che intaccano in maniera
consistente la percentuale del margine.
Proprio così.
O sono solo, come dicono gli pseudo guru sul web, “il food cost moltiplicato
almeno per 3”?
I prezzi del tuo menù, se non li hai calcolati con base scientifica, in
pochissimo tempo ti mangeranno i margini che potresti fare nel tuo locale o –
diversamente- allontaneranno i clienti perché sarai percepito come troppo
caro.
2. Le Ricette
Sono sicura che sarà capitato anche a te di ordinare la stessa cosa di un altro
commensale e vederti arrivare il piatto con molta meno roba dentro.
Ti sarai chiesto: “Come mai?”
Beh, questa è la logica conseguenza di chi lavora senza una ricetta ben
precisa e si va “in fiducia” del cuoco.
Il risultato?
Le ricette non sono sempre identiche a se stesse, la quantità sul piatto per il
Cliente non è sempre la stessa, le porzioni non sono misurate (ma i soldi sono
i tuoi!).
E visto che siamo nell’ambito del Food and Beverage, quante volte la stessa
cosa ti è capitata con il bicchiere di birra?
A uno arriva con la linea gialla alta e 2 cm di schiuma, mentre all’altro arriva
con la linea gialla bassa e 4 dita di schiuma.
Fai cocktail?
Per fortuna oggi sento sempre più spesso dire che si è iniziato a usare le
ricette ed i misurini. Diversamente non è difficile capire che i millilitri versati
dei vari liquori non possono essere sempre gli stessi… e questo si ripercuote
nelle tue tasche a fine anno in modo anche molto pesante.
E credo che, se hai comprato questo libro, tu abbia molto interesse a capire
come fare per riempire quel cassetto.
Hai mai fatto un’analisi di quali piatti vendi di più e quali di meno?
Fare questo tipo di analisi con il modello che mettiamo noi a disposizione,
aggiungendo a fianco la colonnina del margine, potrebbe farti capire che stai
vendendo troppi piatti che valgono tanto in termini di prezzo al Cliente, ma
su cui margini poco o troppi piatti che valgono poco, ma che danno anche
poco margine.
Dopo aver fatto il calcolo del costo del piatto, sapere le quantità dei piatti che
vengono venduti ti permette di decidere se togliere certi piatti dal menù
perché non vengono mai ordinati, o comunque troppo poco, e decidere quali
piatti invece far spingere dai tuoi ragazzi in sala, perché sono una fonte di
margine d’oro.
Partiamo dal presupposto che gli ordini della materia prima a partire da oggi
li segui TU e non il tuo cuoco.
Non c’è da stupirsi se in molti locali trovo valori di food cost che superano il
50%!
Perché?
Molto semplice e mi ripeto: son tutti bravi a fare gli acquisti con i soldi degli
altri!
I cuochi in genere con il loro estro sono bravi a reperire le materie migliori
per creare super piatti, ma poi nessuno fa i conti con il costo della materia
prima e soprattutto con la capacità di vendita di quel piatto in sala!
E Regola #2:
Il cuoco fa solo il riordino.
Lavori con primizie o lavori anche con prodotti magari meno conosciuti ma
con migliore resa e sapore?
Noi abbiamo creato un bel metodo per calcolare quanto sei lontano dal tuo
food cost ideale.
Perché è importante?
Perché se tu compri e poi la roba non viene venduta, ma non ce l’hai neppure
a magazzino... allora da qualche parte è finita.
Ti sei mai messo a calcolare quanto scarto, sfrido viene buttato nelle
immondizie, per negligenza, per mancato interesse, per velocità,
superficialità, mancata preparazione/formazione, mancata organizzazione del
lavoro, per autoconsumo, per furto?
Se inizi a controllare l’utilizzo delle materie prime, succede che per magia in
cucina le porzioni vengono misurate, la costanza nella preparazione dei piatti
in cucina aumenta e viene necessariamente notata dai tuoi Clienti e quindi
sarà apprezzata.
E infatti il grosso dei ristoranti fa una mega politica di taglio dei costi. Tutti
che comprano al ribasso credendo - erroneamente- di fare il bene del proprio
cassetto.
Prezzo: € 9,95
Quindi, se riepilogo tutto in una tabella excel riesci ad avere questi dati sotto
gli occhi come in questa tabella:
Quanto impatta il menu mix sul food cost
Tot.
F.C. N° porzioni Totale F.C.
Prodotto Prezzo Costo Vendite in
% vendute ideale
€
Tot.
F.C. N° porzioni Totale F.C.
Prodotto Prezzo Costo Vendite in
% vendute ideale
€
€ 20.463 € 6.105
Ora ti mostro perché dovrai sempre ragionare con due dati alla mano:
• il F. C.
Sapere quanti pezzi di quel piatto vengono venduti e quindi il tuo menu mix
ti porta a fare ragionamenti completamente diversi da quelli che hai fatto
finora:
Tot.
F.C. N° porzioni Totale F.C.
Prodotto Prezzo Costo Vendite in
% vendute ideale
€
€ 24.775 € 9.130
Guadagno € 15.645
lordo:
Come vedi abbiamo solo invertito le quantità. Prima vendevamo 2.000 panini
prosciutto e formaggio e solo 750 con la bresaola.
Il tuo food cost ideale totale si alza dal 30% di prima a ben 37%.
Quello che ti impatta di meno o quello che ti impatta di più sui costi?
vendite più alte con panino vendite più alte con panino
Probabilmente anche tu hai risposto “quello che impatta di meno, quindi con
il food cost al 30% anziché quello con il food cost al 37%, giusto?
Eppure, se guardi bene i numeri, devi ricordarti una cosa molto importante.
Con questo piccolo esercizio ho voluto farti capire perché è importante che tu
ti sieda a guardare i tuoi numeri. Questo è il motivo fondamentale per cui
quel cuoco strapagato che hai in cucina inizi a darti una mano.
Perché in fondo, quello che succede oggi è che aspetti la fine dell’anno per
farti dare l’ultima cifra del bilancio dal commercialista.
Ma non è quella che tu puoi cambiare! Ormai a quel punto i giochi sono fatti.
Se sei in perdita, o sei in pareggio, ci sarà ben poco da fare.
E se sei di gran lunga in utile ci sarà ben poco da fare ugualmente. Perché tu
devi sapere come puoi tutelarti dal fisco, in modo onesto.
Non facendo il nero, ovviamente: se fosse così non avresti bisogno di noi.
Anzi questa pratica è molto pericolosa sotto diversi aspetti.
Se sarai dei nostri avrai conoscenza con largo anticipo di come ci si arriva a
far cambiare i numeri finali (sia positivi che negativi). E lo puoi fare solo se ti
siedi in aula con noi.
Facciamola finita con frasi come “il mio food cost non so quanto sia, sarà del
30% circa…”
Perché, come dicevamo prima, tu non porti i “più o meno” in banca, porti
SOLDI veri.
Per questo in Master Restaurant abbiamo messo su una squadra di
professionisti della ristorazione pronti a darti competenze e strumenti concreti
per guidare la tua macchina ristorante e avere il pieno controllo non solo sui
costi, ma su gran parte degli aspetti che servono per dar vita a un
ristorante di successo, incluso menu engineering, gestione dei colloqui di
assunzione, i vari tipi di contratti, modalità per abbassare il carico
fiscale, software di gestione, trattative bancarie e tanto altro ancora.
A proposito di cuochi...
Ora permettimi di fare una piccola digressione, visto che siamo nel capitolo
Cucina ed il mio interesse è aiutare te a fare più soldi e di riflesso aiutare i
veri cuochi a farsi pagare il giusto.
- sarai tra i pochi cuochi formati in grado di farsi pagare non per il bel
piatto creato, ma per la mentalità di crescita e la modalità di crescita che
saprai apportare ai locali in cui lavorerai. Addirittura potresti farti pagare
in funzione di quanto fatturato in più genererà il locale grazie al tuo
intervento.
Non è tutto oro ciò che luccica. È vero: ma la mia idea di cuoco è quella di
una persona preparata che sia il braccio destro dell’imprenditore.
Non il dittatore di cucina di cui tutti hanno reverenza perché altrimenti
arriva il piatto in faccia.
Non il cuoco con cui l’imprenditore deve avere paura di confrontarsi, perché
altrimenti se ne va lasciandolo in braghe di tela. Non il cuoco che si fa
pagare per il suo nuovo menu dell’anno, che non c’entra una beata mazza
con il locale in cui lavora.
Sono Alida Groff e vengo da Trento. Sono arrivata a Master Restaurant per
curiosità e mi sono buttata senza conoscere più di tanto.
Il fine assoluto di questo corso, per me, è capire la gestione fra impresa,
famiglia e impresa familiare. Chiaramente ci sono dei parametri molto
interessanti.
Master Restaurant ti fa capire che si mettono in campo le competenze delle
persone che collaborano con te, che vanno anche interpretate e rispettate. Il
corso non si «mastica» subito nell’immediato, però confrontandosi con altri
colleghi che hanno già l’esperienza si sviluppano una marea di idee!
Alle persone che fanno ristorazione da tanto, direi di non avere paura del
cambiamento e di non arrogarsi il diritto di essere detentori della verità.
Sono senz’altro cosciente che ci sono degli strumenti molto interessanti. Io
consiglierei il corso perché ti aiuta a vedere da un’altra prospettiva la nostra
attività, come stare fuori dalla porta del tuo locale e vedere dentro.”
ALIDA GROFF - Trento
• D’altra parte, i clienti che vanno via contenti lo diranno a sole 4-6
persone in media[3].
... e se questo capitasse anche nel tuo locale, avresti un sacco di fatturato
perso e margini risicati...
Siamo entrati e dopo esserci seduti dove volevamo, al solito senza essere
neppure avvistati da qualche cameriere, abbiamo iniziato a parlare.
Non so se hai letto bene: noi volevamo un primo ed un secondo a testa, veloci
e leggeri, ed il cameriere ci ha proposto due insalatone.
Allora, ti regalo una DOPPIA perla che ti farà sicuramente aprire gli occhi:
Le persone non sanno mai cosa fare di fronte ad una scelta (a maggior
ragione quando ci sono più cose tra cui scegliere, si arriva alla paralisi da
scelta[4]).
Avevamo chiesto quali tra i primi e quali tra i secondi sarebbero stati più
leggeri e veloci ad uscire dalla cucina.
Mi dicono spesso i ristoratori che non trovano personale adeguato. Che sono
tutti imbranati, che prima di stare a spiegare mille volte la stessa cosa ad una
persona è meglio che la faccia lui ecc.
Che non possono mandare via il cameriere perché è il nipote della moglie, o
il figlio ecc ecc.
Ora tieniti forte perché devo dirti una grande verità: è solo colpa tua.
Adesso pensa... se quello che ti ho descritto sopra fosse successo nel tuo
locale, sapendo che noi eravamo pronti a farci guidare, moltiplicato per “X”
volte, tutte quelle che succedono nella vita reale, quanto margine potresti
portarti a casa IN PIÙ rispetto a quanto succede nella norma?
Se è vero che i clienti sono indecisi, e tu puoi influenzare le loro scelte, cosa
ti serve per metterlo in atto?
Lo so che è più facile dare la colpa al cameriere. Perché nella nostra mentalità
se uno è formato o dice di avere anni ed anni di esperienza uno si fida e si
affida, giusto?
Ho lavorato per grandi aziende, di quelle che dicono di essere molto grandi e
strutturate.
Io ero una dei meglio pagati per gestire le vendite nel Sud Europa e loro si
fidavano di me.
Peccato che dal momento in cui ho firmato il contratto io sia stata lasciata in
balia di me stessa.
Succede che dopo esserci salutati da lì a poco, sono entrata in un’altra grande
realtà, veramente strutturata.
Perché da una parte sappiamo che la scuola non forma le persone per il
mondo del lavoro. E di questo ne parlano ogni giorno alla radio, alla TV e sui
giornali.
Dall’altra pretendiamo che uno che ha 10 anni di esperienza possa fare nel
nostro locale le stesse magie che faceva da un’altra parte.
Beh! Avendolo vissuto sulla mia pelle, ti confermo che non funziona così.
Lo sai che oggi le figure più ricercate sono quelle che hanno fatto più
esperienze DIVERSE in vari settori, rispetto a quelle che per 20 anni hanno
lavorato sempre alla stessa materia?
Innanzitutto bravo che inizi a mettere in dubbio tutto quello che ti viene detto.
Grazie ai progressi della scienza soprattutto nel campo della conoscenza della
nostra psiche, si è passati dal dare importanza a quelle che erano le hard-skills
(ciò che sai fare perché l’hai studiato) a quelle che sono invece considerate i
veri parametri di scelta: le soft-skills.
Mi spiego meglio.
Una volta dovevi aver lavorato in pizzeria almeno 2 anni per poter dire di
saper fare la pizza.
Per la mia pizzeria cercherei una persona che abbia voglia di crescere, abbia
continua fame di sapere, una persona che abbia interessi diversi, non solo sul
cibo, una persona che abbia un bel modo di porsi, atteggiamenti a modo,
sorridente, felice di vivere la vita.
Se una persona ti dice che vorrebbe entrare nel tuo ristorante perché così sarà
più vicina al posto di lavoro della sua compagna, quanto interesse sta
dimostrando di avere per il tuo ristorante?
Ecco perché ho voluto insistere sul fatto che è tua la responsabilità di chi
entra nel tuo staff.
Se non dai una guida precisa, loro faranno come possono, anzi conoscendo
l’andazzo, faranno il meno che possono.
SE pensi che questa cosa sia possibile allora avremo qualche possibilità di
incontrarci ad un nostro corso.
Quando leggo i commenti agli articoli che faccio uscire dal mio blog mi
viene da sbellicarmi: Sono tutti convinti dietro la loro tastiera di sapere tutto,
finché poi con i numeri non si misurano i risultati.
Sto ancora aspettando i bilanci di quei ristoratori che mi hanno mandato delle
critiche distruttive.
Non è uno che si perde dietro a discussioni del tipo, “ma io... ma tu..., e a
Milano è più facile…, ma a Vicenza è diverso...”.
No, no. Ti chiede: “dammi i tuoi numeri”.
Te li spara sulla carta come proiettili neri ed inizia a farti la radiografia del
tuo business. E se non sai rispondergli ti distrugge: lui sì che è un fanatico di
numeri.
Altro che teorici da corsi di camera di commercio! Altro che consulenti nati
ieri!
Inoltre la cosa più triste è che CREDONO che non ci sia una via d’uscita: Da
una parte mi dispiace per loro e dall’altra mi fanno rabbia, perché è solo
colpa loro.
Per noi invece non contano le chiacchiere, né la teoria, per noi conta solo il
risultato.
Non c’è niente di meglio per concludere una splendida giornata di una cena
in un bel ristorante.
Siamo senza dubbio nell’era dei cuochi star, ma questa non è una buona
ragione per scordare l’importanza del personale di sala.
A differenza di quello che forse tante persone pensano, il cameriere non è per
niente un mestiere facile, anzi, è un ruolo di grande responsabilità.
• Serve ai tavoli
• Consegna il conto
I clienti al giorno d’oggi sono sempre più esigenti, e in media per farsi
un’idea del locale ci mettono circa 30 secondi.
Diventa quindi la base per una prima valutazione ed equivale a una sorta di
biglietto da visita di tutta l’attività.
Non se ne può più di vedere i camerieri che arrivano al tavolo distratti, che
non ti guardano negli occhi, che sorvegliano gli altri tavoli mentre aspettano
di scrivere l’ordine.
È il suo momento.
Se hai ragazzi o ragazze con i capelli lunghi, pretendi che in servizio vengano
legati.
Non sono loro le primedonne nel tuo ristorante, mentre lo sono i tuoi Clienti.
Beh, le camicie erano sicuramente degli anni 80 perché erano enormi rispetto
ai corpicini che contenevano. Le gonne sotto il ginocchio donavano loro uno
stile molto a modo, ma erano scomodissime per una pizzeria in cui
viaggiavano ad alta velocità.
Per questo un buon cameriere deve saper gestire anche la comunicazione non
verbale.
Crea le condizioni per cui il tuo staff in sala accolga con gentilezza e
cordialità i tuoi clienti; fai in modo che capiscano cosa significa essere
ospitali.
Questi sono i segreti che stanno dietro la tua abilità, che apprenderai al corso,
di creare dei venditori al tavolo.
Non dimenticare che l’aspetto dei tavoli riflette le capacità dei tuoi camerieri.
• Che i bicchieri dell’acqua e vino siano sempre pieni (non serve che ti
dica che questa è una tecnica per far arrivare prima il riordino della bibita,
vero?).
• Che non manchino pane o grissini (se non sai come farteli pagare ti
consiglio di venire a trovarci).
• Che non ci siano altre richieste le quali - per una semplice indecisione -
non vengono espresse subito.
È chiaro che per fare questa cosa devi essere organizzato. Non avviene tutto
dall’oggi al domani. C’è una fase di preparazione in cui tutto deve essere
messo per iscritto.
Non so quale sia lo standard di servizio che tu voglia raggiungere nel tuo
locale: ma posso assicurarti che quando trovo delle persone così preparate
anche nel bar della spiaggia, è un piacere sentirle parlare con passione del
loro lavoro e ti viene voglia di assaggiare tutto.
Ad esempio:
Memorizzare anche qualche ordine non guasta, renderà il servizio più rapido,
anche se da qualche parte l’ordine deve comunque essere registrato.
6 - Non dimenticare di fornire loro l’indispensabile
7 - Controlla i tempi
Chi non porta assolutamente l’acqua sperando che il cliente ordini qualcosa
di più costoso e non si fermi solo all’acqua.
Perché anche questo aspetto gioca un ruolo fondamentale sul rendimento del
tuo locale?
In fondo se hai aperto un ristorante per fare business e non per avere una
onlus, devi sapere quanto può rendere e cosa puoi ottimizzare per farlo
rendere al meglio.
Più sono i valori che riesci a controllare, maggiore sarà la tua capacità di
gestione anche a distanza del tuo locale.
Ti dico questo perché se continuo a sentire, che “nel nostro lavoro ci vuole
passione, sacrificio, dedizione e voglio morirci dentro”, allora ognuno è
libero di fare la sua scelta, ma smettiamola di nasconderci dietro queste false
credenze.
Il secondo crea ricchezza per sé e per le persone con cui lavora ed ha il tempo
di dedicarsi anche ad altri business.
Oppure altra scena vista l’altro giorno: tre persone sui 40 anni di cui una
donna, arrivano gli amari ed il cameriere (lo stesso tra l’altro che ha preso
l’ordine!!) chiede:
“per me, grazie”, quindi prima viene servito lui poi, l’altro e per ULTIMA la
signora…
E va fissata una regola. È inutile che io ti dica entro 3 min. deve essere
sbarazzato, se in media un cameriere ci mette di suo 7 min… Ma presi questi
tempi e constatato che questo è l’effettivo tempo di attesa, puoi fare meglio?
Ti interessa fare meglio?
10 - Sii multitasking
Non fare mai viaggi a vuoto dalla cucina alla sala e dalla sala alla cucina.
11 - Occhi aperti
Vigila sui tavoli e sui clienti in modo da esser pronto a intervenire a ogni
richiesta.
12 - Concludi al meglio
Porta il conto solo una volta che viene chiesto dall’ospite e allontanati subito
dopo.
Troppo spesso i tuoi clienti sono considerati tali solo fino al pagamento.
Peccato che questo piccolo dettaglio sfugga ai più, non si sa per quale arcano
motivo…forse SOLO perché sono assorbiti dalla mole di lavoro.
... fai in modo di sapere qual è la sua opinione sui piatti, sul locale, sul
servizio, in modo da potervi migliorare la prossima volta, se ce ne fosse
bisogno.
Tutto aiuta a capire come viene percepito il locale, il servizio e la cucina del
tuo ristorante.
Immagina: quando hai ospiti a casa tua non ti curi forse che siano veramente
soddisfatti affinché tornino con piacere la prossima volta?
... e che ti potrebbe far schizzare alle stelle i fatturati del tuo ristorante:
Hai adottato un sistema discreto per riportare queste persone nel locale?[5]
Qui di seguito hai una panoramica di tutto quello che puoi aspettarti sulla
gestione dei tuoi dipendenti.
I due ingredienti principali per una gestione del personale con i fiocchi
Apri bene le orecchie (o meglio gli occhi, visto che stai leggendo un libro), ti
sto per svelare due aspetti che, se affrontati subito, faranno la differenza tra il
successo e l’insuccesso del tuo ristorante:
• La formazione
Occhio però, questo non vuol dire che non ci sarà più la necessità di
aggiungere o migliorare qualcosa in questi processi.
La capacità di fare interventi mirati strada facendo è uno dei segreti delle
attività più produttive.
Niente paura, di solito questa percentuale tende a scendere una volta che il
personale ingrana e memorizza le procedure.
Ecco una delle cause dell’aumento del costo del lavoro. Soprattutto all’inizio
si rischia di non fare adeguati controlli sul rispetto degli orari.
Alcuni studi hanno dimostrato che in USA circa il 70% dei ristoratori tiene
traccia delle ore lavorative con il supporto di sistemi informatici.
E noi in Italia??
4. Stress lavorativo
5. Questioni organizzative
Allora ecco che ti mostro come selezionare il personale del tuo ristorante
anche se hai sempre creduto che il contrario fosse più giusto; in questo
articolo ti faccio capire quali sono le qualità di un buon collaboratore e poi
come strutturare il processo di reclutamento.
Ma quali sono le caratteristiche di base che devi ricercare? Quelle che sono
più difficili da inculcare? Quelle che meglio se ci nasci?
• Attenzione ai dettagli: molto importante nei ristoranti è prendersi cura
di tutti i particolari, dalle posate non allineate sul tavolo, alla presentazione
dei piatti, alla tazzina del caffè posata correttamente per il cliente mancino.
Qualcuno a cui frega del suo lavoro, qualcuno con un’alta integrità.
Qualcuno che prima di chiederti cosa gli dai al mese, si interessa di capire
cosa può fare lui per te e quali sono i tuoi reali obiettivi d’azienda.
Sono anche difficili da cambiare, sembra essere nel loro DNA, i ritardi e
le assenze causano scompiglio nell’organizzazione del ristorante e
trasmettono un cattivo messaggio ai collaboratori.
Per rispetto intendo rispetto delle regole, del titolare e della squadra e
rispetto della morale.
• Onestà: questa è forse una delle qualità a cui si pensa per prime.
Infatti, ci vuole onestà sia per quanto riguarda i denari in cassa, che per
le ore lavorate, sia per il cibo che si cucina.
Queste sono le prime qualità del tuo futuro collaboratore che devi cercare
nella persona che avrai di fronte al colloquio.
Come lo trovi quello giusto? Leggi ancora un po’ che ti spiego le 3 fasi per
selezionare il personale del tuo ristorante.
Come selezionare il personale del tuo
ristorante passo-passo
Annuncio di lavoro: Ovviamente devi mettere l’annuncio di lavoro, ricerca i
siti locali della tua città che accettano inserzioni oppure utilizza siti come
Indeed, siti specializzati nella ricerca di personale, seppur gratuiti.
Cosa cerchi?
Un cameriere specializzato nella mescita del vino? Allora sii pronto a pagare
un certo salario.
Allora devi mettere in conto che devi metterci il tuo tempo per formarlo.
Poi fatti i tuoi conti anche per quanto riguarda il numero del personale.
Per farla breve, si sa che una pizzeria il lunedì sera ha bisogno di meno
personale di un ristorante all’ora di pranzo della domenica.
Quindi fai bene le tue considerazioni, chiedi consiglio oppure lavora con un
consulente.
Selezione 2. ecco ora è il tempo di chiamare a uno a uno la lista dei prediletti.
Parla con loro e chiedi le domande più spinose…
Tu sai quali sono i difetti di lavorare per il tuo ristorante, sfruttali per capire
se stai parlando con il candidato ideale.
Per esempio, sai che il cameriere DEVE lavorare tutti i fine settimana, perché
non c’è nessun altro disponibile? Mettilo chiaro sin dall’inizio!
Altro trucchetto astuto da usare è quello di far finta di non aver letto il CV del
tuo candidato e chiedergli se è mai stato a mangiare da te?
E poi, altra domanda spinosa, chiedigli che cosa gli piace o cambierebbe del
tuo sito internet. Se ti dà dei consigli non prendertela a male, è solo segno di
uno spirito critico acuto…
Se pensi che il colloquio telefonico sia andato bene, allora è arrivato il tempo
per incontrarli.
Anche se è vero che non puoi certo stabilire da due chiacchiere se si tratta di
un lavoratore come si deve o no, puoi comunque cercare di capire qualcosa
della sua personalità.
Inoltre, molti si dimenticano che anche i candidati hanno preferenze sui tipi
di locali in cui lavorare e sui “titolari” da avere e quindi…
Quindi non fare l’offeso se alla fine tu lo scegli e lui non sceglie te: è vero
che c’è penuria di lavoro, ma quelli che rifiutano lo fanno perché hanno altre
proposte migliori o perché non hanno voglia.
Perché?
Dall’altro, non lo devi forzare a dire di sì! Meglio dargli tempo di riflettere e
fare le sue valutazioni del caso.
10 domande da fare al colloquio
Ho pensato che un piccolo vademecum delle domande da fare, ti sarebbe
stato utile per evitare di cadere sempre nelle stesse trappole del colloquio di
assunzione.
Mi sono resa conto che veramente molti titolari non sanno affrontare un
colloquio, perché non sanno effettivamente cosa chiedere e su quali basi
valutare un potenziale candidato.
Se è passato il concetto che ti dicevo poc’anzi, oggi più che gli anni di
“esperienza” contano molto di più le cosiddette soft-skills.
Calibra bene se cerca il tuo contatto visivo, se sorride, analizza le sue abilità
di comunicazione (in fondo sarà così che risponderà anche ai tuoi clienti).
Non del suo ultimo lavoro: si sarà sicuramente già preparato bene le frasi da
dire. Scopri quanti anni aveva quando ha iniziato, cosa faceva, quanto
prendeva e chiedigli 3 cose che ha imparato dal quel primissimo lavoro.
Calibra bene le parole che utilizza nelle descrizioni. Potresti scoprire quali
sono le necessità di questa persona e quali sono i suoi valori più intimi.
Se ti rendi conto che ha apprezzato cose che tu non puoi dargli o non gli
darai, non sarà un buon candidato per te. Se anche accettasse, se ne andrà via
presto.
- RISPOSTA NEGATIVA: risposte vaghe, parole poco concrete tipo “era una
bella persona”, “non mi ha mai dato problemi” o “non si arrabbiava mai”
4. “In un ristorante tipico, per ogni 1.000 euro di vendita quanto rimane
secondo te di guadagno al titolare dopo aver tolto tutte le spese?”
Spesso tanti camerieri credono che i margini siano altissimi, ecco perché si
permettono di consumare le tue cose, senza neppure chiedere.
Se sai che lavorando in un certo modo potresti garantirgli questa cifra, magari
non da subito ma in un lasso di tempo ragionevole puoi essere di fronte ad un
buon candidato.
Dovresti poi spingerti un po’ oltre e chiedigli cosa darà lui a te affinché il tuo
business possa permettersi di pagargli quella cifra.
Sì, è una domanda che sembra fuori luogo, ma ti dà l’idea di quanto questa
persona sia interessata all’aspetto sicurezza e di quale sia la sua attitudine
all’obbedienza alle regole.
Se c’è una cosa in comune che dovrebbero avere i camerieri è il senso dello
humor.
Non c’è cosa migliore che lavorare con un team che non si prende sul serio,
ma prende sul serio il suo lavoro. Quindi sarà facile individuare le risposte
giuste.
Queste sono solo alcune delle domande che dovresti fare ai tuoi candidati.
Cosa significa?
Vediamone alcuni:
• chiunque faccia il colloquio valuta gli stessi aspetti
Ecco quindi che un’eccellenza che solo pochi avrebbero, diventa una
procedura per chiunque e semplifica il lavoro di selezione e valutazione dei
candidati.
Momento della verità: questo avviene nella prova, che ti raccomando non
sia di un solo giorno, ora certo se vedi che il tale ha mentito sul suo passato,
hai tutto il diritto di lasciarlo andare dopo solo un giorno.
È nel periodo dopo che iniziano a vedersi i difetti del carattere. Non è facile
per nessuno e non è facile allo stesso modo adattarsi a un nuovo lavoro: ti
ricordi il tuo primo giorno di lavoro?
Prima di questa fatidica prova, sarebbe buona cosa preparare gli altri tuoi
collaboratori ad accogliere il nuovo arrivato nel migliore modo possibile. Se
si trova di fronte a un ambiente ostile, se la darà a gambe levate…
Vuol dire che dovrai informare il tuo staff della nuova persona in arrivo,
definire chi sarà il suo mentore e definire su cosa vuoi che venga posto
l’accento durante la prova, cosa vuoi che venga valutato, quali saranno di
preciso gli aspetti che vuoi che vengano testati.
Il tipo di contratto dipende sia da quanto vuoi pagarlo e quando hai bisogno
di questa nuova risorsa, quanto dalla convenienza fiscale che vuoi ottenere.
Certo in aula a questa sezione dedichiamo una mezza giornata, per capire i
pro ed i contro delle diverse tipologie di contratti. Questo aspetto è molto
articolato.
Se da una parte devi fare i tuoi interessi, dall’altra devi fare in modo che se
trovi una risorsa positiva, anche per lei sia vantaggioso restare in ristorante.
Una volta capito in aula quali tipi di contratto hai a disposizione, con segreti
che neanche il consulente del lavoro ti dirà mai, arriva poi il bello!
Ora che hai selezionato la tua nuova risorsa, non dimenticare che c’è bisogno
di fare formazione e trasmettere la cultura e i valori della tua azienda.
Ti prego non incorrere anche tu nella vecchia mentalità: “beh! per quello che
lo pago, devo stargli ANCHE dietro e insegnargli il suo lavoro?”
E qui i nodi del vecchio modo di fare ristorazione in Italia vengono al pettine.
Nessuno di quelli che ho incontrato, se non il mio restaurant manager nei suoi
locali utilizza questo metodo.
Qual è la questione: la nuova risorsa si comporta e agisce per le conoscenze
che ha, che possono andare bene per il tuo locale, ma DI SICURO solo fino
ad un certo punto. Perché il locale è tuo, ha una sua identità, ha un suo
obiettivo, tu sei diverso dal precedente titolare e tu vuoi che lui si comporti in
un certo modo nel tuo ristorante.
Ma lui non conosce QUESTE cose. Lui conosce solo quello di cui ha già
fatto esperienza.
Allora, se sei fortunato, sarà lui ad apportare delle novità nel vostro metodo
di lavoro. Ma scommetto che la maggior parte delle volte sei tu che vuoi
aggiustare alcuni dei suoi comportamenti e modalità di lavoro.
Ed è assolutamente normale.
Quindi ti chiedo: tu, hai gli strumenti per fare tutto ciò? O hai bisogno di
aiuto?
Hai pronto un manuale da utilizzare per la formazione del tuo personale, uno
in base ad ogni posizione che potrebbe avere all’interno del tuo locale?
Hai predisposto una checklist delle cose da fare, con relativa pianificazione,
per evitare che le cose vengano volutamente ma anche involontariamente
dimenticate?
• segnala in bolla una differenza che il cuoco precedente non avrebbe mai
indicato
• entri nei frighi e tutti gli scaffali sono segnalati con la merce che devono
contenere tutti i contenitori hanno le etichette con indicazione del
contenuto e data di produzione e pretende che ogni giorno i suoi
collaboratori in cucina facciano un check dello stato di conservazione e
pretenda che il vecchio venga buttato o qualsiasi altra cosa…
• questo nuovo cuoco pretende che i suoi aiutanti pesino ad ogni nuovo
piatto il materiale utilizzato, per aiutarti a prezzare il piatto in vendita e tu
sappia esattamente quanti euro guadagni (lordi) per singolo piatto
• anche se non lo hai mai fatto ti insegniamo a fare delle riunioni efficaci
e brevi
• ... e per magia non avrai più tutti i casini che oggi ci sono nel mondo
della ristorazione con vertenze sindacali e cause di lavoro da migliaia di
euro e anni di spossamento!
e quando parliamo di queste cose vedo nei volti degli studenti tutte le rughe
che si rilassano. Li vedo più leggeri, tornano ad avere la voglia di andare
avanti, oggi con maggiore consapevolezza di quali siano i diritti del datore di
lavoro e come può e deve tutelarsi OGGI.
Perché chi non sa le cose, le raffazzona e alla fine fa solo che casini. Chi le sa
invece, sa muoversi utilizzando le stesse armi che tutelano i lavoratori.
Il segreto della produttività:
conoscere la personalità dei tuoi
collaboratori
Immagina questa scena:
Una grande occasione non solo per fare bel po’ di soldini, ma anche per
mettere alla prova te stesso, il tuo locale e il tuo staff.
Alta rotazione.
Dico bene?
Prova a chiederti:
La persona in più può essere un valore aggiunto. Ma nel caso in cui non sia
capace, oppure è nuova o non ha ancora assimilato le Tue procedure… ecco
che le cose peggiorano, invece di migliorare.
Lo so che tiro fuori gli esempi sempre dalle strutture più grandi. Ma da qui
che dobbiamo imparare e prima ce la mettiamo via, meglio per le nostre
tasche.
Vuol dire che la comanda arriva in cucina, viene composta, e alla fine il
piatto esce per andare in sala, in maniera quasi meccanica.
Cosa puoi fare per creare la tua catena di montaggio perfetta? Lo so che
non gestisci un fast food, ma magari potresti gestire un ristorante in un
campeggio con oltre 500 posti a sedere?
O forse un ristorantino dove voi lavoratori siete comunque più dei vostri
clienti..
Conoscere il tuo staff non vuol dire sapere solo nome, cognome e il ruolo
all’interno del tuo locale.
Le persone sono diverse, ognuna ha diverse abilità.
Come si procedurizza?
A questo punto occorre individuare nei tuoi collaboratori le skills più adatte
da inserire all’interno delle aree che hai individuato.
Ecco quindi il mio consiglio: più i tuoi collaboratori rientrano nella tipologia
di persone che possono diventare multiruolo, più migliorerà il flusso di
lavoro e avrai meno problemi nel servizio.
Come potrai intuire, non è facile, ma voglio svelarti il segreto per ottenere i
migliori risultati possibili:
Come fare?
Proprio così, devi conoscere le personalità di ogni membro del tuo staff.
Per prima cosa, specifichiamo bene di cosa stiamo parlando. Per farla
semplice, chiediamo aiuto a Wikipedia:
Ricordo un ristoratore che per anni aveva cercato di far crescere la sua
lavapiatti perché era carina ed aveva provato di tutto per spingerla a volere di
più.
Dopo la lezione sul posizionamento dello staff, ha capito che non avrebbe
mai cavato un ragno dal buco!
Devi essere in grado di andare oltre quello che scrivono nel curriculum o
quello che ti dicono di saper fare. In questo modo potrai valorizzarli facendo
una formazione mirata che permetta loro di fare carriera ed essere più
motivati a dare il meglio di sé all’interno del tuo ristorante.
Il modo più efficace per ottimizzare tutto il processo, è avere una procedura
ben definita già nella fase di selezione del personale
Si sente dire sempre più spesso che “non si trovano più le persone preparate
a…”
Mi sembra di sentire ancora la voce di mio padre: Ah, non c’è più la gioventù
di una volta!
Che la Apple sia l’unica azienda che è riuscita a scovare persone che vivono
di informatica ed estremamente competenti e capaci?
E come mai proprio aziende come la Apple riescono a trovare questi rari
esemplari di dipendenti?
Se ogni giorno al lavoro ti sembra che le tue parole volino al vento e non sai
dove finiscano, ricordati che la maggior parte delle volte il problema sei TU e
devi essere tu a risolverlo.
In poche parole, prende spunto dalla teoria dei tipi di Carl Gustav Jung, che
ha proposto delle categorie che oggi vengono applicate in questo test per
valutare la personalità all’interno dei team di lavoro.
Le procedure sono la chiave per fare business senza esserne schiavo. Ma per
creare delle ottime procedure servono le persone adatte, e devi essere tu a
trovare le persone giuste, a formarle e valorizzarle.
“Vorrei fare formazione al mio personale perché renda di più, insegnare loro
a fare la vendita al tavolo, a essere più professionali e venditori!
In questi frangenti sono la persona più felice del mondo per diversi motivi:
• Innanzi tutto vedo e sento che i ristoratori iniziano a capire che c’è da
mettere mano in azienda
“Ok, noi siamo felici di entrare nel tuo ristorante e facciamo la formazione
ai tuoi ragazzi. Ma poi tu sai misurare i risultati della nostra formazione?
Come fai a sapere se stanno facendo bene e se stanno applicando quello che
abbiamo insegnato loro?
Come fai ad essere sicuro che dopo aver imparato, non se ne vadano ad
offrire queste loro nuove competenze a qualcun altro?”
Come fai a sapere entro quanto tempo ti rientrano in cassa i soldi della
nostra formazione?
Quello che voglio dirti è questo: se sei l’imprenditore della tua azienda, devi
essere TU il primo a sapere le cose.
Non esiste azienda che funzioni dove la base ne sa di più del vertice.
Quindi in primis ti devi formare tu, titolare del ristorante, e poi fai fare la
formazione con noi ai tuoi collaboratori.
Magari tu, ristoratore, hai già svolto un lavoro eccellente. Hai elaborato una
strategia, hai investito in formazione e marketing, hai progettato una location
da favola, hai costruito un menu persuasivo...
Fantastico!
Il tuo staff.
Sei proprio sicuro che i tuoi collaboratori siano allineati con te in tutto e per
tutto?
È chiaro che tu abbia pensato anche al tuo staff. Perché è la tua frustrazione
giornaliera. Infatti dopo che ti sei dato tanto da fare basta un attimo: un
cameriere che non sorride e non sa rispondere ai dubbi del cliente… ed
ecco che il cliente te lo sei bruciato.
Il locale è tuo, i soldi sono i tuoi, lui è lì per essere al tuo servizio e farsi
pagare da te e a lui no gliene frega una beata mazza.
Negli ultimi anni in Italia ,e da molto più tempo all’estero, tra le aziende è
sempre più frequente la pratica di concedere ai dipendenti premi e incentivi al
raggiungimento di determinati obiettivi.
Qual è la differenza?
Devi essere sicuro che tutti abbiano fiducia in questo programma, altrimenti
non si sforzeranno nemmeno di raggiungere gli obiettivi aziendali.
In generale, i piani più efficaci sono semplici e basati su 3-4 aree che
corrispondono agli obiettivi strategici. Possono essere attività o processi che i
dipendenti svolgono abitualmente e di cui hanno il pieno controllo, ma che
oggi non stanno gestendo a dovere.
L’imprenditore lavora con i numeri, su cui deve avere il pieno controllo. Per
essere tranquillo di non farti un danno quindi lega l’incentivo al
raggiungimento di un determinato fatturato, tenendo sempre conto dei
margini e dei costi. Non pensare sempre che all’aumento di fatturato
corrisponda linearmente un aumento di utili. Non è proprio così.
“Non è vero che diventa uno stimolo, per i miei dipendenti diventa motivo di
scoraggiamento”, oppure peggio ancora “ai miei dipendenti non gliene
frega niente”.
Lascia che ti dica una cosa.
Ricorda che sei un imprenditore, sei tu che ti assumi tutti i rischi, non quelli
iscritti a libro paga.
Vuoi essere una onlus o un ristorante che funziona? Attenzione, non sto
dicendo che li devi licenziare tutti.
E poi, una cosa è chiara, se non funzionano per te, per il tuo ristorante, devi
lasciarli andare. Spesso è un bene, non un male!
Questi erano gli elementi base per creare un piano incentivi stimolante ed
efficace, ma puoi fare ancora di più.
Se c’è qualcuno che sa fare bene qualcosa, se c’è un cameriere che riesce a
vendere bene certe bottiglie, deve diventare motivo di discussione e
formazione al tavolo in questo momento.
Come fa lui? Che parole usa? Come decide quali bottiglie offrire? Come
risponde lui alle obiezioni o ai rifiuti dei clienti? Come riesce “ad intortarli”
per farli ordinare anche quando non conoscono l’etichetta o addirittura
quando hanno risposto che non vogliono bere perché devono guidare?
Insomma se lui ci riesce, vuol dire che ha una marcia in più e va tirata fuori e
condivisa.
• come e perché loro lavorano per lui, con quali speranze, obiettivi di vita
e con quali paure.
E dopo aver dato loro quello che serve - in genere aggiustamenti sul tipo di
attività, strumenti di lavoro più opportuni e in certi casi un po’ di formazione
- la loro resa aumenta notevolmente.
Per questo ai nostri corsi diamo molta importanza alla guida del personale,
ma non solo, perché il nostro obiettivo è quello di darti una formazione
davvero completa su tutti gli aspetti che riguardano la gestione di un
ristorante.
Vuoi saperne di più sul Corso per Ristoratori e ricevere i Bonus che ti
spettano come lettore di questo libro?
Così iniziano i fastidi: in sala non fanno altro che lamentarsi per l’attesa, in
cucina le comande che spariscono, il cuoco che quasi sviene per il mazzo che
si sta facendo… risultato?
Un servizio mediocre, che porta il cliente a dire: “Col cavolo che torno a
mangiare qui dentro!”
Ulteriore risultato?
Colpito e mazziato.
Ti è capitato?
Perciò chiudiamo questo capitolo parlando di una delle soluzioni che
proponiamo a questo problema.
“Mi sembra già di vedere le facce dei miei collaboratori, mica sono dei
medici o dei pompieri che devono essere disponibili sempre e comunque in
caso di urgenza”.
Capisco, dubito che ci siano molti lavori dove il dipendente ama essere
disponibile su chiamata!
Chiaramente questi sono degli impieghi particolari. Medici, polizia, vigili del
fuoco non possono annunciarsi malati e saltare il servizio come se niente
fosse. In questi contesti la disponibilità su chiamata è assolutamente
necessaria per garantire servizi spesso salvavita ai cittadini.
Questi sono servizi ritenuti essenziali e di prima necessità, coperti sul piano
dei costi dalla fiscalità generale e, per fortuna, ancora garantiti dallo Stato.
Vediamo come.
Hai una serata con due compleanni e prevedi di doverti fare un mazzo tanto?
In realtà questo è un problema che puoi, anzi devi eliminare alla radice.
Il tuo business deve rispecchiare i tuoi valori, ma deve essere così anche per i
tuoi collaboratori.
Per ottenere questo devi stare molto attento fin da subito, fin dalla fase del
colloquio di lavoro che abbiamo visto poc’anzi.
Questo è il senso di trovare le persone giuste per il tuo locale e, subito dopo,
fare in modo che si sentano parte di qualcosa di più grande e che siano
stimolati a fare sempre meglio.
Detto questo, passiamo alle cose pratiche, cioè i consigli pratici per
organizzare nel migliore dei modi un Sistema a chiamata per il tuo ristorante.
Come organizzare un sistema a
chiamata efficace per il tuo ristorante
Quando prepari il calendario delle presenze, fai sempre una lista anche delle
posizioni a chiamata.
• Fai in modo che i tuoi collaboratori siano responsabili e leali con te.
Devono poterti dimostrare in qualche modo che non c’era proprio una
soluzione alternativa alla loro assenza. Se iniziano a fare troppe assenze, è
chiaro che stanno approfittando del tuo sistema a chiamata, in questo caso
puoi trarre le giuste conclusioni e prendere provvedimenti.
Per procedure, s’intende regole che diventano accordi tra le parti e vanno
scritte in modo chiaro nei Vostri contratti di assunzione, per non dar adito a
discussioni. E vanno riportate nel manuale del dipendente.
Scommetto che adesso stai pensando qualcosa del tipo: “Sì, certo, queste
cose da me non funzioneranno mai!”
Per garantirti che queste cose invece funzionano anche da te, sono
assolutamente valide, e quindi le puoi fare anche nel tuo ristorante, ti riporto
il commento di un nostro consulente del lavoro:
Le procedure sono la chiave per poter davvero fare business senza ritrovarti
ad essere schiavo del tuo stesso lavoro. Quasi tutti i ristoratori hanno scelto di
diventare dipendenti della loro professione.
MA questa non era l’idea di partenza.
L’idea era molto più nobile: quella di fare della propria passione la propria
professione.
Daniele Vailati è impegnato ad aprire la sua nuova Terrazza Martini e gli altri
ristoranti procedono senza la sua presenza.
Ti do subito la risposta:
Sulle pulizie?
Sul controllo dei costi?
Sul passaparola?
E sui profitti?
Sì, ma quali?
Ecco per te una lista di procedure che
puoi applicare subito per organizzare
il ristorante
Ti voglio dare alcuni spunti, leggeri, per iniziare dalle piccole cose. Il resto lo
annoterai durante il corso in aula.
Partiamo.
e ancora:
• Evita che lo staff beva o mangi in servizio insieme con qualche
cliente amico…e anche dopo il servizio!
Eccetera. Sono sicura che hai notato delle inefficienze nel tuo locale da solo,
ma non sapevi come gestirle.
Comunicare i tuoi nuovi standard al tuo staff e assicurarti che uno di loro si
prenda la responsabilità di creare con te una lista di procedure e si faccia
carico di controllare che vengano eseguite.
Tu conosci il tuo ambiente. Tu sai cosa vuoi che venga fatto, e con quali
priorità o ritmi.
Sai, sembra un lavoro titanico, ma anche per questo, una volta che ti è entrata
in testa la metodologia, una volta che TU hai fatto il cambio di mentalità, ti
consiglieremo in aula gli strumenti che ti permettono di velocizzare la
scrittura delle procedure e ti permettono soprattutto di automatizzare le
attività ed il controllo.
Agevolando te e la persona che hai responsabilizzato.
Come far crescere il ristorante e oltre:
percorri la strada verso l’eccellenza
Ti ho fatto una lista bella lunga, ma non serve che tu rivoluzioni da domani il
tuo ristorante. Inizia scegliendo 2 o 3 punti che consideri prioritari per la tua
attività.
Quando parlo di cambio di mentalità in primis non lo dico tanto per dire.
Qual è allora la differenza: da qualche parte quello che scriveva che in 3 anni
aveva cambiato 200 persone (che è a mio avviso assurdo!) un errore lo deve
aver fatto, o no?
Ecco perché quel ragazzo non vedeva grandi cambiamenti nelle pagine
facebook o nei siti dei ristoratori: i siti se vengono modificati, non ti
permettono di vedere il prima ed il dopo. Un eventuale cambio lo noti solo
eventualmente sulla GESTIONE delle pagine social.
Ma per la maggior parte dei ristoratori, prima si cambia ciò che porta soldi al
cassetto.
Più sotto nel capitolo in cui affrontiamo i temi del marketing capirai meglio
perché.
Come dice il più famoso esperto al mondo di leadership Simon Sinek, parti
sempre dal “perché”.
Spiega loro come questo cambiamento sia in linea con la tua vision, con il tuo
desiderio e perché no, hai la NECESSITÀ di creare un ristorante migliore,
diverso dagli altri, un ambiente più stimolante per loro, un ambiente più bello
per il cliente, un ristorante-esperienza, perché questo si tradurrà in maggior
denaro nelle tasche di tutti.
Nei famosi gruppi di cui più sopra ti parlavo, ho letto addirittura di una
ristoratrice che era contenta di essere riuscita a vendere tutte le sue attività e
che le avanzavano ancora solo 2 pizzerie, poi avrebbe detto addio
all’imprenditoria in Italia.
Lo dico senza vanto alcuno: solo perché non aveva ancora conosciuto Master
Restaurant.
Quando trovi una squadra che ti aiuta a mettere in tasca dei soldi, vuol dire
che il modo l’han trovato.
Vuol dire che ci sono delle conoscenze che tu oggi non hai.
Non è sempre vero che non si può fare. Mentre è sempre vero che NON SAI
ANCORA COME SI FA.
Non più tardi di ieri, ero impegnata in un’altra delle mie attività ed ero in
compagnia di una imprenditrice geniale. Anni di esperienza, conoscenze
vastissime, non solo nel suo settore, ma in molti altri.
Una persona dura, segnata dalla vita, ma con quegli attributi che di solito
sono appannaggio di voi maschietti.
Le faccio due domandine sulla sua attività e scopro che lei di FISCALITÀ
non sa assolutamente nulla.
Ti parlo di una imprenditrice che muove qualche milioncino di euro all’anno,
ok. Non proprio un pesce piccolino.
E se non sei consapevole di ciò che puoi fare, se non ne hai conoscenza, è
normale che tu non veda altre vie di uscita.
Quindi è normale, non è colpa tua se non sei ancora al livello che vorresti.
Non serve che scarichi la responsabilità sull’incompetenza del tuo staff (hai
mai sentito dire “non si trova personale qualificato”?)
E con “risultati” non intendo fatturati, ma soldini veri, quelli che ti restano in
tasca.
Non sono i fatturati che ti pagano le bollette, né gli stipendi: Ne ho viste tante
di aziende con mega fatturati chiuse miseramente per fallimento.
Se anche tu vuoi qualcosa di più per te, la tua famiglia ed il tuo ristorante,
inizia da questo piccolo libro.
Te l’ho detto all’inizio, che questo libro non sarebbe stato un libro tecnico.
Eppure qui c’è già tanta roba. Inizia da qui. È tua responsabilità.
“Il mio desiderio era quello di apprendere eventuali tecniche per migliorare
la qualità del lavoro della mia azienda.
Il motivo per il quale ho deciso di partecipare ai corsi di Master Restaurant è
stata la competenza dei relatori.
In particolare, mi è piaciuta la veridicità di coloro che mi spiegavano i
concetti, che ho capito essere figli di una conoscenza del nostro settore.
Vorrei dire ai ristoratori che stanno pensando di partecipare a questi corsi di
non lasciarsi sfuggire l’occasione, perché è un’ottima opportunità per
migliorare le proprie competenze e capire come far crescere il business della
propria azienda.”
ANDREA BRIGLIADORI - Cesenatico
“Ho sempre creduto che ogni uomo sia artefice della propria
fortuna e responsabile dei suoi problemi. È una filosofia
semplice e penso che mi sia stata tramandata, insieme alla
corporatura da contadino, dai miei antenati boemi. Mi piace
perché è molto valida e funziona tanto ora che sono un
multimiliardario quanto funzionava un tempo, quando vendevo
bicchieri di carta per trentacinque dollari la settimana e
suonavo il piano part-time per mantenere mia moglie e mia
figlia, agli inizi degli anni Venti.
Leggendo questa frase non puoi non cogliere due aspetti fondamentali:
• Il primo: la grande verità che oramai vado ripetendo ad ogni intervento,
ovvero che noi siamo i responsabili nei nostri problemi.
Che tu faccia uno sforzo in più oggi per avere un riscontro domani è solo tua
responsabilità. Che tu decida di buttare questo libro perché ritieni che non
valga la pena approfondire è di nuovo tua responsabilità: perché avrai deciso
di non voler sapere di più di quello che sai oggi.
Perché allora “le prime generazioni” in generale le senti sempre ribadire che
non esistono bacchette magiche, che tutta la formazione è solo chiacchiere.
Perché a 52 anni noi, nella nostra cultura, non possiamo ammettere che ci sia
ancora spazio di crescita?
Perché mentre il mondo corre a velocità che non avevamo mai visto finora, si
continua a credere di aver già visto, sentito e imparato tutto?
Perché sono loro stesse a non darsi una opportunità; sono loro stesse a
bloccare la loro crescita.
Non ho mai detto che sia facile. Non ho mai detto che con il corsoMaster
Restaurant tu torni a casa e ti si ribalta il ristorante.
Mentre ho sempre detto che se, e ripeto SE sei così intelligente da mettere
subito in atto anche solo il 50% di quello che ti diciamo ai nostri corsi, se
investi nelle cose che ti consigliamo di fare, allora avrai minimo il 30% di
profitto in più nel tuo ristorante.
Non mi devi venire a dire, da me non è cambiato nulla, se non hai neppure
iniziato a farti i ricettari e non hai neppure iniziato a calcolare il food cost dei
tuoi piatti!
Sei stufo di lamentarti perché non trovi il personale adeguato? Allora impara
a guidare le persone, perché solo così potrai gestire bene il ristorante.
Queste sono alcune SOLUZIONI veloci che puoi introdurre nella tua
gestione:
Se mostri per primo come risolvere le situazioni di crisi, senza andare nel
panico o scoppiare d’ira, loro ti modelleranno[8].
Comunica partendo da ciò che fanno già bene, prima di sottolineare ciò che
potrebbero ancora migliorare.
Riconosci il problema
Prima di dire in che modo ti aspetti che loro reagiscano, fai loro sapere che ti
occuperai della questione e dopo averla controllata, se necessario, farai gli
aggiustamenti necessari.
Fai in modo che chi si lamenta partecipi alla soluzione del problema
Uno dei modi più efficaci per far capire che sei dalla loro parte è chiedere
come risolverebbero loro il problema. Questo ti da 2 vantaggi:
Direziona le aspettative
Adesso che hai spostato il focus di questo lamentoso a ciò che lui può fare
per migliorare se stesso e per ottenere risultati diversi, devi spiegare le tue
aspettative nei confronti del comportamento di tutto lo staff, coinvolgendo
quindi tutte le persone che lavorano con te.
Ciò che puoi fare è spiegare loro che ognuno è responsabile delle sue azioni e
che un atteggiamento negativo può influenzare pesantemente l’atmosfera
lavorativa, e infine l’esperienza dei tuoi clienti in sala.
... Se vuoi gestire bene il ristorante, non permettere mai a lamentosi, piagnoni
e tutti quelli che danno sempre la colpa agli altri, di girare per il tuo ristorante
in modo incontrollato, non gestito.
Stai tranquillo perché già seguendo questi pochi consigli riuscirai a tenerli a
bada e cambiare i loro comportamenti.
È bene capire: qual è la giornata tipo di un ristoratore che deve fare tutto da
solo (o quasi)?
Perché dire ristoratore non significa niente: ogni ristoratore è un mondo a sè,
ognuno se lo costruisce il suo ruolo, per esempio si può avere il ristoratore
capo cuoco, quello caposala, il ristoratore contabile oppure anche
l’imprenditore seriale che nei suoi ristoranti ci passa solo per mangiare.
Tutti questi fattori fanno sì che non si possa descrivere la giornata tipo di un
ristoratore, in modo assoluto.
La mattina
La mattina Marco si alza alle 7:00, fa colazione con i figli, poi da buon padre
li accompagna a scuola.
Poi si mette al suo computer per sbrigare le faccende del suo ristorante, per
prima cosa controlla se ci sono email dei clienti, dopo si ricorda che deve
pagare alcuni fornitori e quindi accede alla sua banca online.
Dopodiché si prende un po’ cura del marketing della sua azienda e apre
Facebook: guarda se ci sono messaggi, si preoccupa di programmare alcuni
post per la settimana…
Pomeriggio
Verso le 15:00, Marco va al ristorante per accendere il forno per le pizze. A
quest’ora arriva anche il fattorino per consegnare le materie prima per la
cucina ordinate la sera prima.
Oggi, Marco deve anche occuparsi di alcune problematiche strutturali del suo
locale: cambia una lampadina e si preoccupa di riparare un tubo, un rubinetto
che perde.
Infine, stila una lista delle cose da far fare ai suoi collaboratori, quando
arriveranno, per esempio la vetrina della torte va ben pulita, nota che ci sono
alcuni utensili fuori posto, e poi programma una pulizia accurata del bancone.
Marco deve fare da mentore a questi camerieri, che sembrano un po’ difficili
da gestire perché dicono di non saper vendere il piatto speciale, eppure lui
pensava di avergli insegnato le tecniche di vendita necessarie - sembra che
vogliano fare di testa propria.
Marco, inizia a sentirsi da solo con mille problemi a cui far fronte e mille
persone da aiutare. E chi mi aiuta a me?, pensa Marco.
La sera
Alle 19:00 circa i primi clienti varcano la soglia e Marco da buon padrone di
casa si preoccupa di accoglierli nel modo più adeguato, anche se nel
frattempo il cuoco sta reclamando il suo aiuto e si sta lamentando di alcune
mancanze nella cucina.
Marco cerca di dividersi durante la serata tra sala, cucina e pure il telefono,
che stasera non smette di squillare.
Più tardi, si rende conto che il suo personale non è stato in grado di vendere il
piatto speciale e che quindi ci saranno molte rimanenze, che poi si
trasformeranno in scarti.
Alle 22:00, non si accettano più ordini, vede che la situazione è calma e
quindi si dirige in cucina per parlare con il cuoco.
Adesso gli spetta l’arduo compito di dire al cuoco quali sono state le
lamentele della serata da parte dei clienti. Il cuoco cerca mille giustificazioni,
che le comande sono arrivate tutte insieme, che non c’era un piatto uguale
all’altro e Marco stremato dalla fatica del giorno lascia un po’ correre.
Nel frattempo, fa una lista degli ordini e con il cuoco inizia a pulire la cucina.
Verso le ore 23:00, tutti i clienti hanno lasciato il locale e sente che può
lasciare alle spalle una parte delle tensioni cumulate.
Notte
ristorazione?
Ecco...
La chiave sta nel sapere COME gestire un ristorante. Tanto semplice da dire,
quanto difficile da capire.
Un corso valido, e per valido s’intende un corso talmente ben fatto che si
ripaga da solo in poco tempo.
Quali sono gli strumenti e capacità che acquisisci in un corso per ristoratori?
• Leadership: tu che sei a capo della tua azienda devi diventare il leader
indiscusso del tuo ristorante, colui che sa come fare ristorazione, colui che
sa ispirare e motivare i collaboratori, non basta saper comandare. Sarai in
grado di creare altri leader sotto di te, e smetterai di essere colui a cui tutti
si rivolgono per i problemi.
Il buon leader sa cosa vuol dire DELEGARE, e questo è uno dei segreti che ti
farà essere più libero, che ti farà guadagnare rispetto, ma lo potrai fare solo
quando avrai delle procedure che ti insegniamo al corso.
Spero ormai sia chiaro anche per te, che oggigiorno non è più il cuoco che
determina la qualità del ristorante, né è lui quello a cui devi chiedere di
“tirarti su” il locale. Lui -poverino- è chiuso in cucina e non è la persona
giusta a cui demandare questa responsabilità. Ci vuole ben altro, oggi, oltre
che il prodotto per fare un locale.
Come cambierebbe la tua vita se il tuo cameriere diventasse uno dei tuoi più
potenti alleati e si trasformasse in abile venditore al tavolo?
Scegli uno che ti dà il 30% in più di profitti alla fine dell’anno GARANTITI,
meno tasse da pagare, dipendenti più motivati e felici e anche un ristorante
sempre affollato - l’unico corso che non ti parla del solito marketing, ma è
molto più completo perché ti dà di più: un metodo di lavoro, IL metodo
Master Restaurant.
La “ruota magica”: perché il tuo
ristorante non può farne a meno
Basta un giro veloce su internet per trovare un mare di storie e informazioni
sulle motivazioni per cui i ristoranti falliscono.
• Mancanza di esperienza
Abbiamo sempre pensato che sia una cosa da “grandi aziende”. Eppure è uno
degli elementi che fa sì che loro siano pronte e molto reattive quando il
mercato non risponde come da pianificazione.
Altro?
Mi sa proprio di sì.
Infatti una volta, mentre facevo promozione del corso, qualcuno al telefono
con mio grande stupore mi ha risposto: “il mio ristorante funziona bene
perché siamo una grande famiglia e non trattiamo le persone come in
un’azienda”.
Le famiglie che funzionano bene sono quelle dove c’è un leader e dove tutti
si vogliono bene, dove tutti guardano all’unico bene comune: stare bene,
lavorare bene, così ce ne sarà per tutti. Tutti si divideranno la torta, tutti
staranno bene.
Altra grande verità (purtroppo molto italiana) è che le persone nelle aziende
sono trattate come numeri (ecco perché lei aveva parlato male delle
“aziende”). Dove c’è il titolare padrone che sta bene, con una gran bella villa,
con la sua mega macchina e i dipendenti che stanno alla base.
Ci sono fior fiori di aziende dove l’incaricato alle pulizie dei bagni
Ti sembra una scena da sogno e non sai come farla diventare realtà?
Se sceglierai di investire un po’ del tuo tempo nei nostri corsi ti spiegheremo
ANCHE questo.
Attenzione alle nostre stesse paure, proiezioni di realtà conosciute che non ci
piacciono.
Invidiamo chi ha i soldi e poi non siamo capaci di chiedergli come ha fatto
per ottenere lo stesso risultato. Ci mettiamo sempre la pezza del
“sicuramente è stato aiutato”.
E tu diventi furioso e dici loro “ma come fate a sapere che non vi piace se
non l’avete neanche assaggiato, anzi neanche guardato?”
Sono sicura che sarai d’accordo con me quando affermo che il ristorante è
una macchina complessa.
Non a caso quando le cose non funzionano si incorre nel classico errore di
ridurre la qualità del cibo, ridurre il personale perché vengono meno anche le
finanze e tutto inizia a risentirne; i clienti sono scontenti e iniziano a
scarseggiare, meno finanze, meno qualità, recensioni negative, umore dei
collaboratori sotto i piedi, dipendenti che se ne vanno... e tutto va verso il
basso, come una palla di neve che diventa una valanga distruttiva.
Io e i miei collaboratori siamo qui - a disposizione - per far vedere l’altro lato
della medaglia.
Non servono grossi capitali, non servono grandi soci, non servono location
da favola. Serve solo SAPERE pianificare per gestire al meglio un’azienda.
Ecco perché è importante stilare una mappa chiara di dove andare, come fare,
quali sono i punti deboli della situazione attuale e quali le opportunità da
sfruttare in futuro per migliorare.
Ecco perché ho deciso di parlarti della ruota magica. non puoi farne a meno.
Ti spiego di cosa si tratta tra un attimo.
Forse anche tu stai gestendo una trattoria. La mia domanda è: “E allora? Cosa
cambia?”
Immagino che la tua risposta sia un po’ più vicina alla seconda opzione,
ovvero produrre utili.
Quindi non puoi gestire un ristorante senza averne pianificato gli obiettivi e i
passi per arrivarci.
Anche i miei genitori si sono creati un business e ci hanno messo tutte le loro
ore lavorative, tutta la loro lunga vita. Non abbiamo visto ferie, non abbiamo
visto soldi perché tutto veniva sempre reinvestito, non avevano tempo per noi
figli.
Sì, tutti traggono beneficio da un piano strategico, dai grandi ristoranti, alle
pizzerie, fino alla più piccola trattoria.
Proprio per questo ti serve una pianificazione strategica ed ecco che ti viene
in aiuto lo strumento della RUOTA MAGICA.
È una verità assoluta. Proprio per questo tu non scriverai mai nel tuo piano
strategico delle stupidaggini.
Non scriverai mai “voglio fare 3 milioni di euro di fatturato in 12 mesi con 2
dipendenti e 30 coperti”; non scriverai “voglio fare cucina di alto livello con
un cuoco appena uscito dall’Istituto Alberghiero, che pagherò solo
1000€/mese”… Ci siamo capiti.
Il tuo piano strategico sarà frutto di una analisi che avrai fatto a monte e
che ti permetterà di fare una fotografia precisa della location e dell’ambiente
in cui sei inserito, del tipo di persone che vuoi e puoi attrarre in target per te,
della spesa media che potrebbero fare ecc. ecc.
E a quel punto non sentirò più al telefono ristoratori che mi dicono “io faccio
specialità, in un ambiente di alto livello, non mi interessano i menù a prezzo
fisso, ma qui, in questa zona, la gente non capisce niente e non viene perché
mi dice che siamo troppo cari…”
Ogni settimana, se non ogni giorno, saprai come sta andando la tua nave e
potrai correggerne la rotta.
Ti rendi conto di quale grande grandissima libertà avari poi nel gestire una
cosa che sai esattamente dove andrà, se farai una mossa piuttosto che
un’altra.
Sarai tu ad avere il pieno controllo, non dipenderai dalle persone esterne a te.
Per aiutarti al meglio farò per te un’analisi dettagliata della Ruota Magica.
• Punti di forza
• Punti di debolezza
• Opportunità
• Minacce (o sfide)
Si chiama ruota magica perché dopo averla fatta ti renderai conto da solo,
quasi per magia, del perché certe cose non funzionano, proprio per il grado di
dettaglio di ragionamento che ti costringe a fare.
La Ruota Magica ti fornisce infatti una chiara visione di come sei messo nei
confronti dei tuoi concorrenti e ti può dare indicazione di quali campagne di
marketing, quali promozioni speciali, quali politiche o processi ti daranno
quel vantaggio competitivo che ti serve per far mangiare la polvere agli altri
ristoranti.
Lo so che viene più facile rispondere: ma se non lo so, se non so cosa cercare
come faccio a fare indagini?
E, a questo punto ti posso solo dire che ti devi fidare. Lo fanno tutti.
Cosa spinge il cliente a scendere dal divano, mettersi in auto e venire al tuo
ristorante?
Altri punti potrebbero essere il tipo di cibo che offri (è il solito piatto della
tradizione rivisitato o è il “tuo piatto della casa”?), come sono prezzati i
piatti, oppure qualcosa di meno usuale, ma sempre quantificabile come le
campagne speciali di marketing che ti permettono di riempire il locale nei
momenti più scarichi.
Insomma tra i tuoi punti di forza devi elencare tutto quello che fai di buono e
diverso dagli altri per rendere il tuo ristorante spettacolare e memorabile.
Non sai che cosa realmente distingue il tuo locale dalla massa? Prova a
leggere il feedback che ti danno i clienti. Puoi ricavarlo dalle recensioni,
oppure raccogli feedback fresco direttamente dalla sala ad ogni servizio.
Come fare? Istruisci i tuoi camerieri (studia e scrivi per loro delle frasi da
imparare a memoria e da ripetere al tavolo o alla cassa) affinché ti portino
queste informazioni preziose.
Potresti scoprire delle cose interessanti sul perché i clienti desiderano cenare
da te!
Se ad un certo punto il grosso dei pareri si basano sempre su quelle 2-3 cose,
vuol dire che quelle sono i tuoi veri punti di forza.
Ti stanno bene questi feedback? Vorresti che fossero altre le cose che loro
apprezzano? Allora studia, pianifica e metti in moto un sistema per ottenere il
risultato che desideri.
Ora che ti sei crogiolato sui tuoi punti di forza è necessario guardare
Facendo una bella lista delle cose che si potrebbero migliorare avrai
automaticamente tracciata la rotta per i prossimi mesi per ottenere
risultati migliori.
Anche qui il feedback sincero dei tuoi clienti aiuta molto. E potresti pescare
le informazioni anche già solo interrogando i tuoi collaboratori.
Potresti notare per la prima volta qualcosa di interessante, per esempio che il
tuo sistema di formazione dei nuovi collaboratori è debole e poco strutturato
(o forse inesistente).
Ti rendi conto che sei troppo spesso a fare la spesa, perché rimani a secco
ogni sera di ingredienti importanti, o non hai un sistema consolidato per
gestire le presenze dei dipendenti[9], o fai troppo pochi inventari in un mese
ecc.
Come noti già in questa seconda fase, puoi tirare fuori da solo molti spunti di
miglioramento e iniziare a lavorare al tuo miglioramento.
Non aspetterai mica che le opportunità bussino alla tua porta, vero? Esci e vai
a prendertele!
Visto che gli obiettivi aziendali fanno o faranno parte del tuo piano
strategico, vorrai sicuramente incrementare profitti o fatturati, o aprire un
nuovo locale o avere personale più motivato che lavora con te perché è
innamorato del suo lavoro e del tuo business.
Ricordo che i migliori ristoratori che ho incontrato nel mio percorso sono
quelli che avevano un occhio alle opportunità che si presentavano, quelle
sulle quali loro avrebbero potuto capitalizzare, come per esempio:
Sto parlando di qualcosa che faccia scollare il cliente dal divano per
assaggiare delle specialità di questo tipo di cucine.
Hai mai considerato di vendere una salsa, un sugo che solo tu sai fare,
preparato in vasetto con tanto di etichetta?
Hai mai pensato di sfruttare le potenzialità della tua cucina per offrire anche
un servizio di pasto pronto a domicilio?
E non erano più solo crespelle, c’era anche lo stufato e un banalissimo brodo
con i tortelli.
Erano una manna dal cielo per lei che non aveva voglia né tempo di cucinare,
e non voleva comunque rinunciare a fare bella figura con i suoi ospiti, con
prodotti freschi a Km veramente 0.
Se penso che oggi uno dei mestieri più ricercati è quello del cuoco a
domicilio, posso immaginare che ci siano delle persone che non se lo possano
permettere, ma abbiano comunque l’esigenza di prendere qualcosa di pronto,
fatto bene e fresco.
Se hai ancora capacità produttiva, perché non pensare di farla diventare una
opportunità per il tuo locale?
• ad esso
• Relative al settore
Un esempio potrebbe essere una nuova steak house sciccosa che sta per
aprire in fondo alla tua stessa via entro fine mese. Occhio perché anche se i
vostri menù sono completamente differenti questa nuova realtà minaccia i
tuoi fatturati, perché è comunque una nuova opzione per il cliente che da quel
momento ha una scelta in più per fare una cena fuori.
Nota bene: la differenza tra punti deboli e minacce è che i punti deboli sono
sempre interni al tuo business, cioè li devi cercare in ciò che non va
DENTRO il tuo ristorante; mentre le minacce sono sempre esterne. Vanno
cercate quindi fuori dal tuo locale.
Quindi un nuovo locale nella stessa città potrebbe essere una minaccia, ma il
cameriere noncurante o addirittura maleducato/sbadato/arrogante, che si
ferma sempre prima a controllare se è arrivato un whatsapp sul telefonino, fa
scappare i clienti e li manda dal tuo concorrente, è un punto debole.
Diventerai consapevole di alcuni aspetti del tuo locale che non avevi notato o
magari li immaginavi ma non erano poi così chiari, per lo meno non lo erano
le conseguenze legate ad essi.
Sarai in grado di individuare i passi per fare meno errori possibili e che puoi
mettere SUBITO in atto per migliorare il corso del tuo locale, mettendo
quindi in moto la ricerca di soluzioni efficaci per ogni tipo di minaccia in cui
potresti incappare.
Ho voluto spiegarti tutto nel dettaglio per permetterti di fare SUBITO
qualcosa di concreto per iniziare a fare il salto di qualità, ma questo è
soltanto un piccolo esempio di ciò che puoi imparare ai nostri corsi.
Come già detto, il ristorante è una macchina complessa, fatta di tante parti, e
questo implica la conoscenza di tutti gli aspetti che riguardano la gestione di
un’azienda.
Dopo aver letto qui di seguito, capirai perché quando vi sento addurre come
scusa della non-partecipazione al corso il fatto di essere solo in 2 nel
ristorante e quindi non vi è possibile mollare il lavoro, mi ricaricate come una
molla e mi scatta la necessità di farti venire la gola di partecipare al corso.
Nei miei incontri con i ristoratori, sento molto spesso questa frase:
“Perdo più tempo a spiegare cosa c’è da fare, che mi conviene farla da
solo!”
Certo è che se semini in un terreno arido, anche il miglior seme OGM avrà
poche possibilità di attecchire.
Quando ti rendi conto che la lista delle cose da fare continua a crescere a
dismisura, di conseguenza cresce anche il tuo livello di stress e arrivi al
punto che invece di continuare a lavorare ti blocchi e ti rifugi nella routine
quotidiana, pregando che così facendo le cose si sistemino da sole. Ma così
peggioreranno e basta.
E ne risentiranno:
• il tuo lavoro
• i tuoi dipendenti
• il tuo ristorante.
Come ho già detto, la chiave di tutto è delegare.
Michael Gerber, l’autore del libro più popolare di sempre sullo sviluppo delle
micro-aziende The E-Myth[10], parla di come la maggior parte dei proprietari
di piccole imprese commette un errore madornale quando si tratta di
delegare: delegano “attraverso l’abdicazione”.
O al massimo gli spieghi velocemente contando che lui abbia capito cosa e
come farlo (come vorresti tu).
Perché hai delegato nel modo più sbagliato in cui potevi farlo.
Una materia un po’ più complessa, ma vorrei aiutarti un pochino con questa
mini-guida - anche se non c’è spazio qui per fare lo stesso lavoro che
facciamo in aula a tu per tu.
I 5 passaggi fondamentali per
delegare
1. Sii chiaro e specifico
Quando deleghi un’attività, spiega nel dettaglio il risultato che vuoi ottenere,
i passaggi che vuoi che la persona incaricata svolga e assicurati che capisca le
tue indicazioni.
Per esempio se ti rendi conto che il tuo cuoco non gestisce correttamente gli
ordini è inutile che gli urli “te l’ho spiegato mille volte cosa devi fare, cosa
devi dire, perché non lo fai?”
Meglio prendere foglio e penna (o PC per andare più veloce) e gli scrivi
COSA vuoi che lui faccia, dica, in che sequenza, entro quanto tempo, con
quali contenitori ecc.
Quale bilancia deve usare, come deve pesare le porzioni, come calcolare la
tara, come calcolare lo scarto, dove inserire i dati, come scrivere il ricettario,
come rendere l’operazione ripetibile da chiunque.
Poi se hai un cuoco da 3000€/mese non serve che gli spieghi niente: chiedi a
lui che venga fatto a regola d’arte. Loro queste cose dovrebbero saperle a
memoria.
Sarai d’accordo con me che è inutile spiegare che il risultato che vuoi
ottenere è quello di individuare i piatti su cui margini di più, possibilmente
introdurre il menu engineering nel tuo locale, quindi metterli su un quadrante,
osservare quali vanno già alla grande e quali invece forse vale la pena di
smettere di proporre e poi ancora fare tutto un ragionamento sulla nuova
impostazione grafica del menu...ecc, ecc. Tanto a lui questo non importa
molto.
E sarai altrettanto d’accordo con me che se gli spieghi invece che fatto questo
lavoro in fondo otterrete maggiori guadagni per il ristorante e quindi anche
per lui, molto probabilmente questa musica gli piacerà e ti ascolterà con
maggiore attenzione.
Se imposti poi il lavoro per monitorare l’incidenza dello scarto e per ridurla e
al raggiungimento dell’obiettivo lui prende una percentuale in più sullo
stipendio, forse anche questa musica gli piacerà e si automotiverà a seguirti.
3. Sii flessibile
Sei stato preciso, ti sei preso il tempo di spiegare nel dettaglio i passaggi da
seguire e il perché l’attività è importante. Adesso lascia che il tuo
collaboratore faccia il suo lavoro!
Va bene controllare per vedere come sta andando e verificare i progressi. Ma
senza esagerare. Rischi di mettere troppa pressione e rendere insicura la
persona mentre svolge il suo lavoro.
Anche se sai che il percorso migliore è dal punto A al punto B, e noti che
lungo la strada sta facendo qualche deviazione, se questo non provoca alcun
danno, le prime volte lascialo fare. È così che arriverà ad individuare il
percorso migliore.
Intervieni solo se noti che sta commettendo un errore che rovinerà il risultato
finale e può portare un danno al ristorante.
Ricorda sempre che, anche se hai spiegato nel dettaglio la prima volta come
svolgere una determinata attività, questo non vuol dire che già la seconda
volta si ricorderanno in maniera perfetta tutti i passaggi.
Se poi hai fatto il corso con noi, sai che esistono due metodi infallibili per
evitare di dover ripetere e per controllare a modo, anche se non sei presente
in ristorante.
È morta e sepolta la frase che sento ancora “ma io è da 50 anni che faccio
ristorazione…”.
Queste sono scuse di basso livello, che non fanno parte della tua nuova
mentalità imprenditoriale, sempre alla ricerca di nuovi modi per fare meglio e
restare sulla cresta dell’onda.
Non c’è premio migliore per una persona che sentirsi apprezzata per aver
raggiunto un buon risultato. Diglielo, dagli una pacca sulla spalla.
Come hai letto, in questo articolo c’è ben più di una strategia che puoi
imparare ai corsi Master Restaurant.
Non ci sentirai mai parlare di fatturati, perché a parità di fatturati due aziende
possono l’una prosperare e l’altra fallire.
“Il mio problema principale era quello di non avere nessun tipo di
esperienza nel settore della ristorazione.
Con mio fratello vogliamo dare via a questa nuova iniziativa e avevo bisogno
di alcune basi.
Il fattore determinante è stata la percezione di professionalità da parte dei
relatori. Sentirli presentarsi in modo molto determinato mi ha smosso
fiducia.
La mia esperienza finora è stata breve, avendo cominciato da poco.
Mi piace l’interazione, l’essere in pochi e sentire che ogni mia esigenza viene
affrontata e confrontata con gli altri.
Io consiglio a tutti i ristoratori di partecipare, assolutamente, perché
probabilmente ci si fossilizza un po’ a forza di lavorare per inerzia, per la
fortuna (o sfortuna) di avere avuto un ristorante già avviato.
C’è bisogno di innovarsi, aggiornarsi sotto nuovi punti di vista.”
SARA BELTRAME - Udine
4. IL CLIENTE
La nostra unica fonte di reddito
Se entrasse meglio questo concetto nelle menti dell’imprenditoria forse questi
clienti verrebbero trattati un po’ meglio.
Nei bar, nei negozi di abbigliamento, nei ristoranti… basta che spendano e
che se ne vadano senza fare casino.
Invece sono felice quando vado all’estero e lì vedi che veramente gli occhi
dei camerieri brillano quando ti servono, ti dicono una parolina in più, ti
misurano, ti chiedono ancora con attenzione “andava bene Signora?” E non
in modo meccanico e disinteressato.
Qui da noi, e parlo delle zone che frequento, quelle insomma con una buona
dose di turismo estero, il cliente è trattato con distacco, quasi dispetto.
Noi non siamo nel business della ristorazione, siamo nel business
dell’accoglienza. Non sappiamo accogliere neanche chi viene la maggior
parte delle volte gratis (perché non c’è nessun investimento in marketing
dietro) a spendere volontariamente i suoi soldi da noi.
E li vedi sbuffare in cucina ed in sala quando uno entra un po’ più tardi…
Eh?? Ma chi ci crediamo di essere?
Perché tutto quello che pensi di sapere
sul tuo ristorante è falso
Ti devo raccontare una breve storia per farti capire come io “cliente” mi sono
sentita.
E tu non ti barricare nel tuo orticello “da me queste cose non succedono”
oppure “beh, con tutto quello che c’è da fare possiamo sbagliare anche noi,
no?”
Ascolta un po’, la storia di una serata qualunque. Una di quelle serate easy, in
cui ci si incontra per il puro piacere di stare in buona compagnia.
Appena entro, mi accorgo subito che l’età media dei camerieri non supera i
22, 25 anni, o giù di lì.
3 secondi ed è svanito.
Si premura di chiederci se sappiamo come funziona il loro format.
Alla fine aggiunge che sarebbe passato lui in persona a prendere l’ordine.
Ci atteniamo quindi alle regole che ci erano appena state spiegate, e alla fine
arriva un suo collega.
[Ma non aveva detto che sarebbe tornato lui stesso a prendere l’ordine?]
Torniamo al collega.
Palmare alla mano, con tanto di gomiti sul tavolo, scrive l’ordine senza
proferire parola (upsell qui dentro non sanno neanche che cosa
sia...strano, penso tra me e me).
Alla fine, visto che noi non ordinavamo altro, alza finalmente lo sguardo dal
palmare e apre bocca per chiedere: “Va bene così?”.
Poco dopo arriva l’acqua… Portata da una bella cameriera con una faccia che
sembrava volesse dire:
“ma perché venite ancora a cena, a quest’ora? non potevate starvene tutti a
casa?”
Ok sono donna e sono schizzinosa. Perché lavare uno straccio ad ogni tavolo?
Basterebbe solo ripiegarlo verso l’interno, in modo da usare sempre una parte
pulita dello stesso straccio… Ma qui, neanche questo piccolo accorgimento.
Esistevano solo loro e quello che dovevano fare, i clienti era come se non ci
fossero.
Anche lui non proferisce parola, non ci chiede nulla, prende la comanda
senza degnarci di uno sguardo e se ne va (quindi se prima potevo pensare che
quell’altro non avesse voglia di impegnarsi un po’ con l’upsell, adesso ho
ricevuto conferma che questi non sanno proprio cosa voglia dire upsellare al
tavolo).
Certo, non può guardare noi, perché anche mentre ordiniamo deve cercare
con lo sguardo i colleghi e continuo a non capire perché.
Comunque non c’è la risposta: sono andata via a fine serata e non avevo
ancora capito a cosa servissero tutti quegli sguardi tra di loro.
Anche lei torna indietro, passando sempre dalla stessa parte, ma neppure lei
si abbassa a raccogliere il foglietto, che poverino è destinato a rimanere
abbandonato per terra.
Si accorge della briciola che rimane sul bordo del tavolo, aspetta un
secondo invaso dall’indecisione… e alla fine decide che no, non vale la pena
fare un altro movimento con il braccio, meglio lasciarla lì.
Magari farà un po’ di compagnia al foglietto svolazzante di prima, che sta
aspetttando di essere raccolto.
“Erica, tu lo fai per lavoro, la maggior parte della gente non si accorgerebbe
di nessuna delle cose che hai descritto!”
Forse questi camerieri a casa loro bevono dalla bottiglia mentre ci sono
ospiti?
Forse a casa loro non sciacquano la spugna dopo aver pulito un tavolo prima
di passare a quello dopo?
Pensaci bene, probabilmente se ti avessi descritto una sola delle scene che
vanno a comporre la storia, avresti detto qualcosa come:
“Eh va beh, che sarà mai”, oppure come qualcuno ha commentato un mio
articolo: “Erica, se vuoi, quando hai tempo, ti spiego un po’ come funzionano
le cose nel settore”.
A ME??
Scambiate il vostro tempo per il denaro che mettete nel cassetto e molti non
sanno neanche calcolare se il gioco vale la candela, perché non hanno il
tempo di scoprire come si fa; non hanno neanche il tempo di fare un corso
che gli migliorerebbe la vita, perché non possono mollare un attimo,
altrimenti si ferma l’attività.
Se tu non hai neanche il tempo di stare con la tua famiglia perché sei sempre
impegnato a lavorare, vieni tu da me, che ci chiariamo un po’ su come puoi
fare business oggi, in Italia, con soddisfazione.
Un mio caro mentore disse un giorno: noi imprenditori abbiamo tutti due
facce: da una parte siamo molto orgogliosi e dall’altra siamo molto
intelligenti.
Vorrei sapere se hai compreso come tanti piccoli dettagli vanno a formare un
quadro disastroso nella esperienza che ho vissuto io a cena?
Se il cibo non è niente di che, e il servizio è...nella media ...come quelli che ti
ho appena descritto, perché dovrei tornare?
Credimi che fatto il test a fine serata (ormai lo faccio per gioco sempre:
faccio dare una valutazione a chi è venuto a cena con me): Nessuno ha detto
che sarebbe tornato. Hanno proposto di andare a provare un altro locale!!!
È questo che vuoi? Che la gente - dopo averti provato - vada a provare altri
locali?
Chi le paga le bollette dopo 3 mesi? Dopo che hai esaurito il bacino dei
clienti nuovi, dopo che hai smesso di essere la novità?
Se vuoi elevare i tuoi standard e distinguerti dagli altri, come vedi basta poco,
anche un minimo di attenzione da parte del cameriere!
Un titolare che quando entra una donna in un locale “formale” neppure si alza
dalla poltrona per salutare.
E fa niente, ancora.
Esci dal tuo guscio. Esci dalle tue convinzioni stantie. Esci dal tuo locale e
prova per una volta a fare il cliente del tuo stesso locale!
Il signore manager e sommelier che gestisce il locale di cui sopra con la sola
crema della città, mi dici come può generare accoglienza nei confronti di
sconosciuti, se non sa essere accogliente come persona?
Se fai l’altezzoso con tutti quelli che entrano, a meno che tu non sia Cencio la
Parolaccia e allora hai titolo per gestire così il tuo locale, come puoi
accogliere la crema della città?
Dovresti dar loro almeno il tempo di capire ed abituarsi al tuo stile, o no?
Credo che prendere tutti di petto, forse, non dia sempre lo stesso risultato.
Ah no?
Ti dico una cosa seria. Non serve una particolare competenza per provare un
certo disgusto nel vedere un tavolo pulito con una spugna usata prima per 2
volte su due tavolini diversi.
Per quanto puliti possano essere stati, non hanno usato detersivi, non hanno
sciacquato lo straccio e non lo hanno neppure rivoltato.
O provare disgusto nel vedere una banconiera che in servizio beve dalla
bottiglia?
Ma cosa mangia?
Da dove l’ha preso?
E questo era per ridere, ma la triste verità è che i capelli sono i suoi... e il
cocktail lo devo poi bere io!
E c’è ben poco da ridere, perché questo è il motivo per cui i tavoli sono
appiccicosi, le sedie sono sporche, le pagine plastificate dei menù si
attaccano...
Oppure sempre lei che in un momento di calma esce e fuma una sigaretta di
fronte alla nostra terrazza e poi quando ha finito è rientrata per gestire una
tavolata. Ma si è lavata le mani?
Non prendere quelle che palesemente sono scritte dalla tua concorrenza, ma
prendi quelle scritte con sincerità dai tuoi clienti e analizza le motivazioni.
Spesso si tratta solo di dare un’aggiustata alle procedure dei ragazzi in sala.
I clienti, purtroppo o per fortuna - vedono cose che voi dalle cucine o da
dietro la cassa non osservate.
O l’altra più tardi: “Alle 22:00? No, a quell’ora la cucina sta chiudendo”.
Dopo il mio intervento la Signora delle 19:30 è venuta e se n’è andata per le
20:30 lasciando libero il posto che era prenotato, mentre quei ragazzi delle
22:00 sono stati accettati ed hanno speso 300€ in 3!!!
Questione: dei ragazzi delle 22:00: il cuoco vuole chiudere la cucina presto
(ma anche lui è uno stipendiato... oltre che a esserne socio!).
C’è la possibilità di farsi fare il check del ristorante in vari modi, proprio dal
punto di vista del cliente.
Quello che otterrai sarà finalmente una conferma o meno delle recensioni che
ricevi. Sarà un giudizio obiettivo di come vieni percepito e allora potrai
mettere da parte il tuo ego, la tua fatica e dire: ok, ho visto me stesso dal di
fuori, con gli occhi degli altri.
Se questi sono i punti da migliorare, uno alla volta li esamino e cerco delle
soluzioni insieme con la mia squadra.
Tu potresti pensare che i clienti hanno altro a cui pensare e sono immersi
nelle loro conversazioni.
Quante volte la gente ti chiede “come va”?”, tu rispondi che va tutto bene
(anche se non è così) e noti che il tuo interlocutore non l’ha bevuta?
Ecco che cos’è l’Empatia. Loro hanno “sentito” quello che tu non hai
spiegato.
Grazie all’empatia si possono sciogliere molti nodi nelle nostre relazioni con
i clienti e con i collaboratori.
Non hai idea di come si possa sviluppare? Questo è uno dei temi che il
business coach Simone Volpi affronta ai nostri Corsi di Gestione per
ristoratori all’interno del percorso di sviluppo della leadership.
So che la maggior parte dei ristoratori pensa che questa sia “roba” che non
abbia niente a che fare con un ristorante.
Tu quindi non dovrai solo avere un’idea dell’esperienza che vuoi far vivere al
cliente.
Dovrai saperla:
• Descrivere
• Procedurizzare
• Creare
Tu ti sei impegnato, hai progettato un gran locale, hai puntato persino sulla
tua formazione e l’ultimo tassello è che tu non trascuri la selezione, la
formazione del personale e l’attenzione alle procedure interne. Perché intanto
lo sappiamo che il cruccio dei ristoratori oggi è trovare gente preparata e
poterla pagare poco.
E se ci fosse il modo di avere persone attente, curate e orgogliose di lavorare
CON te, ti piacerebbe sapere come fare?
Se ogni giorno aprissi il tuo locale con questa frase ben stampata in mente, ti
assicuro che non ci sarebbero discussioni con i dipendenti, non avresti
problemi di marketing, non avresti problemi finanziari, perché tutto verrebbe
da sé.
Basta leggere il nome di chi l’ha pronunciata per darti un’idea dei risultati
che si possono raggiungere seguendo questa filosofia aziendale.
Pensaci un attimo.
Quando è stata l’ultima volta che hai cenato in un ristorante e sei rimasto
talmente soddisfatto che non vedevi l’ora di consigliarlo a parenti, amici e
conoscenti?
Come puoi fare per trasformare un cliente in un vero e proprio fan che torna
da te volentieri ed è felice di consigliare il tuo ristorante?
Secondo molti ristoratori di successo la risposta è: superare le aspettative dei
clienti facendoli emozionare.
Superare le aspettative dei clienti vuol dire costruire un’impresa che esce
dalla mediocrità e in automatico inizierà a produrre soldi.
Secondo te, cosa differenzia aziende come Apple o Amazon da tutte le altre?
Insito nella loro filosofia di business c’è proprio il concetto di fuggire dalla
mediocrità e dare al cliente più di quanto si aspetta e trovare sempre nuovi
modi per stupirlo.
Cosa ha fatto Apple: ha creato una vera e propria dipendenza dai suoi
prodotti perché sono belli, fanno tendenza, spettacolari dal punto di vista del
design, straordinari anche per chi non si intende di tecnologia e ti fanno
sentire “parte di qualcosa di più grande”.
• Un cliente soddisfatto sarà felice di parlare del tuo ristorante agli altri,
questo ti permette di acquisire sempre nuovi clienti. Porterà amici, tra
tutti i ristoranti che conosce penserà prima al tuo, rispetto a tutti gli altri
che ha nel suo database (leggasi cervello), passerà per un pranzo di lavoro
magari accompagnato dal cliente ecc.
Quindi quando superi le sue aspettative crei un cliente che spende con
maggiore frequenza[13] più soldi da te e ti aiuta ad acquisire altri clienti
condividendo la sua esperienza.
Ecco 6 strategie che puoi applicare per superare le aspettative dei tuoi clienti.
Adesso ti dirò una cosa che qui in Italia si fa davvero fatica a far entrare nella
testa degli imprenditori.
E questa cosa la pensa anche il tuo cliente. Ecco perché fare tutto per tutti non
ti aiuta nel mercato di oggi.
Definisci l’identità del tuo ristorante, chi vuoi essere e per chi, scegli il tuo
posizionamento di mercato[14], e a questo punto chiediti:
Che cosa si aspetta mediamente il cliente da questo? Cosa posso fare io per
andare oltre?
Ecco che hai creato la base su cui ragionare per fare il salto di qualità.
Come fai a superare le aspettative dei clienti senza sapere quali sono le
aspettative?
“Mangiato bene?”
“Tutto bene?”
Ti sarai forse accorto che tutti ti rispondono: “Sì, grazie, molto bene”... e poi
non li vedi più.
Come far capire che oggi bisogna lavorare diversamente rispetto al passato?
Hai mai pensato ad una cosa semplice, come per esempio una riunione? Sei
capace di organizzare e condurre una riunione?
lato prima e quindi non potrai mai allontanarti delegando loro il lavoro.
Non ti permetteranno mai di allontanarti dal locale, perché devi stare dentro
“a controllarli”.
Loro lo sanno quali sono i tuoi valori aziendali? Dove li hai scritti?
Se non hai cura di loro, se non mostri accoglienza nei loro confronti, come
potranno mai essere loro accoglienti con i tuoi clienti?
Sembra facile e forse lo è, ma necessita di una rivoluzione tua mentale per cui
tu investi in persone meritevoli e se loro dovessero andarsene, stai sereno:
• Non troveranno un altro ambiente simile al tuo, né motivante né
stimolante (non lo fa nessuno in Italia in modo costante e organizzato)
Quindi facci caso: come vengono accolti i clienti quando entrano nel tuo
locale?
“...................”
I davanzali sporchi delle finestre, l’acqua dei fiori del centrotavola, la polvere
sugli addobbi di plastica, la macchia sulla tovaglia, le oliere unte... i dettagli
ragazzi!
Questo è uno degli errori più gravi e nello stesso tempo più frequenti.
Il grosso dei ristoratori crede che una volta che il cliente ha acquistato...
basta, non ci sia altro da fare.
Ti ho beccato vero?
È statisticamente dimostrato che per far entrare clienti nuovi nel tuo locale,
dovresti spendere una certa cifra.
Ma per far tornare gli stessi clienti nel tuo locale - a patto che tu abbia creato
un’esperienza con i fiocchi - spenderesti molto meno di quella cifra.
Ecco perché oggi devi mettere in piedi un sistema che ti permetta di catturare
i dati fondamentali dei tuoi clienti.
Ti bastano il nome, l’indirizzo email e possibilmente il cellulare (se preferisci
lavorare con whatsapp, nonostante i limiti di questo strumento).
Puoi farlo sia in digitale, sia con un banalissimo foglio. Attenzione che sia
scritto in conformità alla nuova legge sulla privacy, che hanno introdotto con
il nuovo GDPR del 25 maggio 2018.
A questo punto non invierai le solite newsletter per comunicare eventi, sconti
e promozioni, come fanno tutti. La solita pubblicità del cavolo!
Se fai quello che fanno tutti, perché dovrebbero scegliere di venire da te?
Questo è un consiglio che, se segui il nostro blog, forse già conosci, ma vale
la pena di ripeterlo per la sua potenza e la sua semplicità.
Una volta che hai immaginato, pianificato, progettato e fatto applicare allo
staff le modalità per creare l’esperienza ideale per il cliente, provala in prima
persona.
Come vedi, niente di fantascientifico, eppure non solo nella maggior parte dei
ristoranti non viene applicato niente di tutto questo, ma non c’è proprio la
minima idea di che cosa sarebbe utile fare nel concreto.
E questo capita anche a molti ristoratori che hanno seguito altri corsi di
formazione.
Una volta usciti da lì, si ritrovano punto a capo, hanno capito tutto o quasi ma
non sanno applicare niente. Non sanno da dove partire, cosa e come si
pianificano le attività, con quali priorità, quali budget, non sanno individuare
SE hanno risorse finanziarie per fare qualcosa e non hanno nessuna
indicazione pratica per fare il salto di qualità.
Sono i migliori che puoi trovare sul mercato. Non sono cuochi diventati
consulenti. Non sono studenti di qualche guru che hanno poi deciso di
insegnare agli altri.
Sono imprenditori partiti con un ristorante che hanno già fatto la scalata ed
hanno condiviso la mia vision di aumentare le capacità imprenditoriali dei
ristoratori Italiani, per garantire loro una vita più serena, visto tutte le fatiche
che questo lavoro comporta.
Troverai business coach che hanno risolto grandi problematiche per grosse
realtà in Italia nell’ambito della leadership, selezione e formazione del
personale, che ti metteranno a disposizione materiali e procedure già testate
per fare:
• colloqui di lavoro
Forse potresti pensare che i nostri corsi sono SOLO per i ristoratori in
difficoltà. Beh, non è così, il livello dei corsi ormai è abbastanza alto. Siamo
partiti con quasi tutti startupper ed ora i nostri studenti sono composti da
ristoratori che gestiscono GIÀ ristoranti di successo, con ottimi fatturati,
alcuni anche con centinaia di posti a sedere, altri che sono alla guida di più di
4 locali.
• Il fatto di non avere il pieno controllo dei loro numeri (in genere non
conoscono infatti le percentuali di food cost, di costo del personale,
l’incidenza dei costi fissi, non sanno quanto spendono mediamente i loro
clienti e quindi non sanno dire di quanti clienti hanno bisogno in un anno
per poter produrre utili).
• Il fatto di non sapere come poter ridurre le tasse (senza dover fare del
nero e rischiare multe salate).
• Il fatto di non sapere come poter gestire meglio lo staff (sia in termini di
guida, sia in termini di contratti, sia in termini di flessibilità del lavoro).
Bonus: Come vincere la guerra dei
prezzi con il Posizionamento di Marca
per ristoranti
Cosa succede oggi se non sai comunicare l’elemento differenziante del tuo
ristorante? L’unica alternativa è la sanguinosa guerra al ribasso dei prezzi.
Immagina di essere a casa con la tua famiglia, oppure per strada con i tuoi
amici.
“Andiamo da Caio a provare i suoi bucatini con sugo alla coda di rospo!”
Semplice, devi essere diverso e devi fare leva su questa tua diversità.
Per essere diverso devi individuare ciò che ti differenzia dai tuoi concorrenti
e puntare tutto su quello.
Per farlo sono necessari alcuni passaggi fondamentali, che ti svelo qui di
seguito.
Analizza
Fai una lista dei tuoi principali concorrenti e cerca di capire perché le persone
entrano nel loro ristorante, che cosa offrono, quali valori comunicano (se li
comunicano).
A questo punto devi avere ben chiaro il tuo target. Per schiarirti le idee, prova
a porti queste domande:
Ricorda, tutto questo discorso è inutile se alla base c’è un prodotto di scarsa
qualità.
Specializzati
• offerta gastronomica
• location
• storia
• moda
I clienti non vanno più al ristorante soltanto per consumare un buon pasto.
Vogliono vivere un’esperienza.
Per questo per fare la differenza devi associare il tuo ristorante a dei valori,
facendo leva sulle emozioni.
Occhio però: il cliente non può avere un’immagine ben definita se tu, per
primo, non hai dato al tuo ristorante un’identità precisa. Non la noterà nei
piatti, né nell’ambientazione, né nel servizio dei tuoi ragazzi.
Per far tornare le persone devi ovviamente conoscerle: studia con attenzione
il tuo target e cerca di individuare una particolare esigenza che ancora
nessuno ha soddisfatto.
Pensa a quando hai deciso di aprire il tuo ristorante, a quello che ti ha spinto a
farlo, a momenti felici della tua infanzia legati alla cucina, a quella persona
senza cui non avresti fatto nulla…
Pensaci un attimo.
Ti sei mai chiesto perché molto spesso nel mercato un prodotto di scarsa
qualità ha più successo rispetto a un altro di qualità indubbiamente maggiore?
La risposta è semplice:
Proprio così, è del tutto inutile farsi il mazzo se poi non sai comunicare il tuo
valore.
Se hai davvero capito quanto è potente riuscire a entrare nella mente dei
potenziali clienti, scommetto che non vedi l’ora di imparare tutti i segreti del
posizionamento da Andrea.
Come influenzare la scelta del nostro
Cliente al ristorante
Non so che studi tu abbia fatto, ma uno degli esempi che viene fatto quando
si parla di marketing è la disposizione dei prodotti al supermercato.
Qui dentro tutto viene studiato e testato nei minimi particolari. Oggi poi, con
l’introduzione dei forni all’interno dei supermercati anche i profumi sono
diventati strumenti per attirare la clientela verso una sezione piuttosto che
un’altra.
Ci sono ristoranti di successo che entrano nella tua testa e ti fanno sborsare i
quattrini che vogliono loro, nonostante non abbiano alcuna stella.
Hai letto bene: Ti fanno sborsare i soldini come e dove vogliono loro.
Puoi fare in modo che ordinino proprio i piatti su cui TU hai i più alti margini
di guadagno, anche se non hai degli ottimi venditori al tavolo.
“E come fanno?
Questi ristoranti sanno sfruttare al massimo uno strumento che hai anche tu.
E meno male che ci sono anche loro a portare nuove conoscenze sul mercato
italiano.
Pensaci un attimo, tutto quello che entra nelle tue tasche, passa attraverso il
menu ed i tuoi camerieri.
Come?
Devi metterti in testa che il ristorante è un’azienda e come ogni azienda per
sopravvivere deve vendere e deve vendere bene. Se hai margini bassi devi
vendere in massa, se hai poca gente devi massimizzare i tuoi profitti.
Si tratta di una scienza relativamente giovane, nata in America agli inizi del
1980, dall’intuizione di Michael L. Kasavana e Donald J. Smith, esperti di
ospitalità[16].
Per la grafica del tuo menù, non fare l’errore di scegliere semplicemente i
tuoi colori preferiti o gli accostamenti che ti sembrano più belli.
La grafica, oltre a creare coerenza tra ambiente, selezione dei piatti, concept
del locale ecc, ti permette di “catturare” lo sguardo dei tuoi clienti.
Quando l’avrai studiata in aula con noi, saprai usarla con senno e porterà i
tuoi clienti ad ordinare esattamente i piatti che vorresti tu.
2. Il triangolo d’oro
Gli studi hanno dimostrato che quando osserviamo un menù su singolo foglio
generalmente i nostri occhi compiono un percorso ben preciso: subito si
soffermano verso il centro, poi si spostano verso l’angolo in alto a destra, per
poi andare in alto a sinistra.
Ecco quindi che diventa opportuno ripensare al modo in cui è scritto il tuo
menù e inserire i piatti con i margini di profitto più alti proprio in queste aree!
È chiaro che non tutti i menù sono scritti su un foglio singolo, alcuni usano il
pannello two-folded, altri quello ripiegato in 3, altri ancora il menu a libro,
quello con più pagine da sfogliare e liste infinite su tutte le facciate.
Tutto, nel Menu Engineering, è stato studiato per captare l’occhio e far
ricadere la scelta del cliente proprio dove vorrebbe il ristoratore.
3. I piatti esca
Qui andiamo più di psicologia con un piccolo trucchetto niente male.
Alcuni ristoranti usano inserire un piatto leggermente più costoso rispetto alla
media in cima alla lista del menù.
Che automaticamente tutti gli altri piatti sembreranno un toccasana per il suo
portafoglio, un vero e proprio affare.
Attenzione però, ci sono anche alcune persone che, di fronte ad una lunga
lista invece, dimenticano tutto il prima e tendono a scegliere l’opzione in
fondo alla lista. Cosa significa questo? Semplice, dovrai inserire i piatti con i
margini più alti nelle prime due posizioni e nell’ultima posizione di una
lista[17].
5. La valuta nascosta
Quante volte ti capita di voler ordinare un piatto e di cambiare idea dopo che
hai visto il costo alla fine della riga?
E quasi quasi inizi a vagare con l’occhio più sulla lista dei prezzi che sulla
descrizione dei piatti.
Non importa quanto siano straordinari i tuoi piatti, i clienti terranno sempre in
considerazione il prezzo.
Come?
7. Stimola l’immaginazione
Qui entra in gioco il copywriting. La descrizione del piatto non deve essere
un semplice elenco di ingredienti, ma neanche una frase come “Il miglior
spaghetto cacio e pepe” e neppure una lista infinita di IGP, DOP e DOCG.
In fondo stai toccando un tasto che anche nel film Ratatouille hanno spiegato
molto bene: quando il critico gastronomico Anton Ego assaggia la zuppa del
topo Remy, la sua mente va veloce al lontano ricordo della sua infanzia e alla
minestra semplice ma profumata, che la sua mamma gli aveva preparato dopo
essere caduto dalla bicicletta.
8. Limita le scelte
Questi ristoranti, che non a caso sono sull’orlo del fallimento, credono che un
menù gigantesco, con una scelta pressoché infinita di piatti, (il famoso “per
accontentare tutti”), sia una buona idea.
Per farti ridere un po’ è quello che succede sempre a mio marito. In pizzeria
anziché provare una delle “speciali” pizze presentate in uno dei mille fogli
del menù, alla fine prende sempre “la diavola”....terribile!!
Quello che devi fare è trovare il giusto equilibrio per dare la sensazione di
avere tante opzioni senza sentirsi invasi e schiacciati da una quantità
esagerata di informazioni, che non riusciamo a gestire.
Come puoi fare allora senza rinunciare all’ampiezza della tua offerta?
Riduci il tuo menù a 5-6 piatti per ogni sezione. E cambialo più spesso.
Per avere una struttura ordinata della pagina, è bene che le descrizioni dei
piatti abbiano tutte più o meno la stessa lunghezza.
C’è un però, un trucchetto usato molto spesso da chi conosce la disciplina del
Menu Engineering è quello di scrivere delle descrizioni più lunghe solo per i
piatti che si vogliono vendere di più.
Questo perché?
Perché creando un elemento che si distingue dal resto della pagina, questo
attirerà inevitabilmente l’occhio del commensale. La descrizione sarà poi più
accurata e farà venire l’acquolina in bocca rispetto alle altre. Così avrà più
probabilità di convincere il cliente all’acquisto.
Per arrivare alla corretta impaginazione del tuo menù devi aver fatto prima
una analisi precisa del costo dei tuoi piatti.
Quindi la tua analisi del food cost deve essere accompagnata anche
dall’analisi del numero di pezzi venduti in un mese o trimestre (in base al tuo
menù attuale) di ogni singolo piatto (ricordi il BONUS sul menu-mix?).
Sapranno esattamente come te quali tra gli antipasti, tra i primi ecc saranno i
piatti da spingere in ordine decrescente.
In fondo - se hai fatto un ottimo lavoro durante la tua riunione di inizio anno
ed hai condiviso i tuoi obiettivi con un piano incentivante per loro- ci
guadagneranno loro in primis e ci guadagnerai tu alla fine di ogni mese.
Adesso dunque hai un’infarinatura e sai che puoi studiare con noi il metodo
per creare un menù che aumenta i tuoi guadagni.
Questi sono solo alcuni degli accorgimenti che i professionisti del Menu
Engineering mettono in atto.
Il tuo nuovo menù, scritto secondo le regole del Menu Engineering unito al
controllo di gestione di cui parliamo ai corsi, ti porteranno avanti anni luce
rispetto alla maggior parte dei tuoi colleghi ristoratori.
Calcola che questa è solo una delle strategie di cui parliamo ai nostri corsi.
Ecco perché, strategia dopo strategia sarà più facile per te raggiungere
guadagni più alti anche con lo stesso numero di clienti.
“Sono Enrico, vengo da Bibione e sono già un ristoratore di vecchia data.
Nonostante tutto, anche io ho sentito il bisogno di migliorarmi.
Non ho fatto ricerche, il corso mi è stato consigliato da mio figlio perché lui
è molto più giovane di me e si sta affacciando a questo mondo.
Per quanto mi riguarda, è un’esperienza molto positiva, perché ho imparato
tante altre cose nuove che credevo di conoscere già, ma forse le conoscevo
nella maniera sbagliata e perciò mi sono trovato benissimo.
Si può raggiungere questo 30% molto più facilmente di come avevamo
interpretato il lavoro noi prima.
Consiglio a tutti di fare questo corso perché ci sarà una soddisfazione in più
sul lavoro, ma anche a livello economico.”
ENRICO TOLA - Venezia
“La mia attuale attività è di cuoco all’interno di una scuola di cucina di mia
proprietà.
Faccio Master Restaurant perché ho intenzione di ampliare la mia attività e
quindi aiutare gli imprenditori della ristorazione a gestire meglio e con
tecniche moderne il ristorante.
Ai titolari di ristoranti che sono cuochi mi sento di dire che seguire Master
Restaurant è molto utile anche per un cuoco, perché si imparano molte
tecniche manageriali e di cucina, per poter gestire meglio i costi della
ristorazione dal lato Food&Beverage.
molto importante perché conosco molto cuochi che non sono attenti a questa
parte e si ritrovano con il cassetto vuoto alla fine del mese.
Sicuramente consiglierei questo corso sia ai cuochi che ai ristoratori e agli
imprenditori che vogliono ancora iniziare quest’attività, proprio per capire
come funziona la ristorazione nel 2018, o come funzionerà nel 2020.
Noto che molti imprenditori aprono i ristoranti solo perché vedono qualche
ristorante pieno e credono che investire nel ristorante con la mamma o la
moglie che cucina bene e con la sorella carina da mettere in cassa, faccia
funzionare un ristorante.
E invece è il contrario.
Master Restaurant è stato bellissimo, sei giorni di corso intenso dove
abbiamo imparato molte tecniche manageriali, ma non solo, anche di come
possiamo gestire i nostri dipendenti, come possiamo gestire il nostro
carattere.
Lo consiglierei perché ti dà una formazione a 360 gradi sulla ristorazione
moderna.”
SALVATORE PIAZZOLLA - Milano
5. IL SITO WEB E I SOCIAL
3 errori che i ristoratori commettono
frequentemente (e come evitarli)
Ecco gli errori più frequenti sul marketing in cui cadono i ristoratori, e le 2
aree chiave in cui devi essere ben preparato.
Questo aspetto riguarda la continuità della qualità di ciò che offri, che deve
essere la base, il presupposto di qualunque progetto. Per garantire un servizio
di qualità, non dimenticare di risolvere il prima possibile i problemi legati
alla gestione del personale.
La risposta è semplice.
Adesso che abbiamo chiarito le basi da cui partire, ti svelerò gli errori più
frequenti sul marketing in cui cadono i ristoratori.
Niente da dire, è sicuramente una cosa giusta e molto bella, ma stai attento a
dire subito sì:
O ti diranno che hanno guardato il tuo sito internet e verificato che non è
posizionato in maniera ottimale, perché non compare tra i primi risultati sul
motore di ricerca. Non cascarci!
Per raccogliere le opinioni puoi sfruttare strategie sia online sia offline. Nel
primo caso puoi per esempio inserire sul tuo sito uno spazio per le recensioni.
Nel secondo caso puoi utilizzare delle cartoline in cui i clienti possono
lasciare il loro commento a fine serata.
In ogni caso, cerca sempre di ottenere almeno il nome e l’indirizzo email, nel
rispetto della nuova normativa sulla privacy.
Nello stesso tempo grazie per esempio al direct email marketing potrai
fidelizzare i clienti mandando loro news, sconti e offerte dedicate.
Quindi cosa devi iniziare a fare subito per una strategia di marketing
vincente?
Prevedere nel piano marketing la creazione di una lista dei tuoi clienti.
Il sito web è la base, il punto di partenza per creare una solida presenza
online.
Oggi anzi è diventata una moda non usare più il sito web ma usare solo
facebook, tanto sono tutti su facebook.
Perso una volta, potrebbe essere perso per le prossime settimane o mesi…
Lo so che sono novità e potresti non saperle fare. Ma c’è chi già le usa
proprio tra i nostri studenti e sta caricando il suo database di nominativi nuovi
ogni santo mese.
Strano vero? Un sito web che “cerca” per te continuamente nuovi clienti.
Quindi in automatico mentre tu ti dedichi ad altro, il tuo sito lavora per te.
Ormai siamo d’accordo che non basta che il piatto sia buono, ma tutto deve
essere perfettamente coordinato: il servizio, il design, l’atmosfera.
Ogni procedura ha uno scopo preciso, è come accordare uno strumento che fa
parte di un’orchestra, per dar vita a un’armonia che porterà il cliente a dire:
I ristoranti di successo sono quelli che sanno fare anche il giusto marketing.
Dimmi un po’, cosa serve avere il cuoco migliore del mondo, i camerieri che
sanno vendere meglio di chiunque altro, il piatto più buono della storia… se
nessuno sa che esisti? O meglio se i tuoi clienti sono sempre gli stessi?
Una volta esaurito il bacino d’utenza che ti conosce non puoi pretendere che
vengano a mangiare 4 volte a settimana, giusto?
Sono convinta che anche tu vorresti fare marketing, perché sai che ti
porterebbe avanti anni luce rispetto ai tuoi concorrenti, ma non sai come
comunicare, che cosa comunicare, con quali strumenti, se fidarti di quelli che
ti vendono gli spazi pubblicitari... vero?
Tanto per darti un’idea, i suoi colleghi lo hanno soprannominato “Mr. Direct
Marketing “, perché ha scritto innumerevoli lettere di vendita, parlando di
qualunque cosa, sempre con risultati strabilianti, indipendentemente dal
prodotto in vendita.
È stato il pioniere del Direct Marketing, quello che spieghiamo ai nostri corsi,
l’unico che oggi possiamo usare noi piccoli imprenditori: si chiama
marketing diretto perché comprende tutte quelle strategie finalizzate a
generare da parte del consumatore una risposta quantificabile e misurabile,
rispetto ad uno stimolo che gli hai dato tu.
“Molto bello e interessante, grazie, ma cosa c’entra tutto questo con il mio
ristorante?”
Perché, se non è ancora chiaro, avere una pagina facebook o un sito non è
quello che si intende per presenza online. Non è questo che ti serve.
Perché il cliente dovrebbe venire da te che hai una pagina facebook come
mille altri ristoranti e un sito web come mille altri ristoranti?
Quindi userai i 7 passaggi di seguito riassunti per te, nei tuoi canali di
comunicazione:
Questo è il vero segreto del copy che vende[19]: concentrarsi sui benefici che
avrà il cliente comprando il tuo prodotto.
Questo non vuol dire che le caratteristiche del tuo servizio/prodotto non
devono essere presenti nella tua comunicazione, ma non sono le
caratteristiche che ti fanno vendere. Lo sono solo i benefici per il cliente.
Qual è il segreto per creare un copy (il modo di scrivere persuasivo) basato
sui benefici?
E i nostri studenti lo conoscono bene, perché in aula hanno fatto l’analisi del
loro pubblico ideale.
Non esiste azienda che riesca a soddisfare “tutti”. Lo abbiamo detto prima,
ricordi?
Devi credermi se ti dico che più riesci a identificare il tuo cliente ideale, più
risultati otterrai nel tuo lavoro.
Sono i dipendenti degli uffici? Sono i dirigenti bancari? Sono gli operai?
Sono le famiglie? Sono i giovani? Sono donne? o uomini? Sono le coppiette?
Di che età?
Solo in questo modo puoi puntare sui vantaggi che contano veramente per
loro: chi ha bisogno di un pasto leggero e veloce non ha bisogno di un posto
appartato per discutere di affari, chi ha bisogno di un pasto a prezzo fisso,
non ha bisogno di un’atmosfera particolare, luci particolari e cocktail
fermentati... Mi spiego?
Descrivi ampiamente l’impatto reale e positivo che il tuo servizio può portare
nella vita del tuo cliente ideale. Cerca di entrare nella sua testa e pianta il
primo seme.
Ecco un esempio:
“Un locale che apre la tua mente culinaria, cambierà per sempre il tuo modo
di guardare al cibo”.
Non esagerare troppo però, lascia degli spazi vuoti che il tuo cliente potrà
riempire con la sua immaginazione. Dopo tutto, l’immaginazione esiste per
un motivo…
Per quanto riguarda questi primi tre passaggi, un ottimo esempio da cui puoi
prendere spunto è il sito online del ristorante L’Officina del Gusto[20], in cui
vengono immediatamente dichiarati benefici, per poi far pregustare al cliente
quello che troverà.
4) Fornisci le prove
Questa è la tua occasione per comunicare ciò di cui vai più orgoglioso: fatti,
statistiche, testimonianze, riconoscimenti.
La trattoria Isetta offre tantissimi spunti: sul sito infatti puoi scaricare il
menù, le offerte, puoi trovare le foto dei piatti e dell’ambiente, anche la
possibilità di regalare una cena presso il ristorante.
Una volta che hai esplorato, espanso, condito i benefici del tuo
prodotto/servizio, riportali prepotentemente alla luce.
Riassumi in maniera chiara e diretta tutti gli straordinari benefici con cui hai
affascinato il tuo lettore e ripeti perché è così importante che passi all’azione.
È proprio qui che ti giochi l’ultima occasione per esprimere il valore che il
tuo prodotto /servizio porterà alla vita del lettore.
7) Inserisci un invito all’azione
Non importa quanto tu sia stato convincente prima, se non inviti il tuo lettore
a compiere un’azione, come per esempio concludere un acquisto, iscriversi ad
una newsletter, prenotare una cena, lasciare i suoi dati… il tuo messaggio non
ha senso di esistere.
Ricordati però che va inserita in una strategia completa, soltanto così saprai
che cosa comunicare e riuscirai ad entrare nella testa dei tuoi prossimi clienti.
Sii presente e usala per creare una relazione con gli utenti.
Perché non sfruttare questo canale che ti permette di fare pubblicità a costi
ancora bassissimi?
Ovvero se investi 30€ per sponsorizzare un post che hai scritto, per farlo
vedere al tuo target di clienti ideali, quanti clienti effettivi ti ha portato
dentro?
E dopo aver registrato questo, quanto hanno speso nel tuo locale solo QUEI
clienti?
Esempio:
Senza quel post sponsorizzato tu queste 4 persone o meglio i loro 180€ non li
avresti mai messi nel cassetto.
Ne è valsa la pena quindi spendere 30 per ottenerne 180€? Certo che sì.
E questi sono i calcoli ed il grado di controllo che tu devi mettere in piedi nel
tuo ristorante.
Come si fa?
Non è complicato.
Questa è la pubblicità che funziona e che ha senso fare oggi. È l’unica che per
ogni euro spesi ti rende molti euro in più. Quindi si auto-ripaga.
Usa la pagina per coinvolgere e fidelizzare i tuoi clienti: perché non offrire
delle promozioni riservate esclusivamente ai fan della tua pagina? Sai cosa
può scatenare questo?
La verità che devi sapere sui malefici
“social”
Siamo spesso attivi nel verificare l’utilizzo dei social network da parte dei
ristoratori che chiedono informazioni sui nostri corsi.
È un dato di fatto che in Italia internet non sia ancora alla portata di tutti. Non
a caso in giro è pieno di “professionisti” che se ne approfittano facendo
spendere soldi in cose inutili ai ristoratori, millantando risultati eccezionali.
Voglio partire da questo dato oggettivo e fare un ragionamento con te: sapevi
che l’88% delle persone è influenzato dalle recensioni e i commenti online?
Questo vuol dire che se non sei attivo sui social network, ti stai perdendo una
grossa, grossissima fetta di clienti.
È incredibile!
Basterebbe anche solo questo dato per dimostrarti quanto sia importante per
te essere presente sui social network.
Credi ancora che siano una perdita di tempo, che ti basta avere un cuoco
bravo e i clienti arriveranno da soli?
No, perché oggi non ti serve solamente aprire una pagina facebook.
Ecco perché se hai una pagina facebook aziendale non puoi abbandonarla a
se stessa. Solo in questo caso è una gran perdita di tempo!
Allora voglio passarti una guida semplice con gli elementi principali che ti
servono per impostare una strategia solida ed efficace di presenza sui social.
• Pubblico
• Messaggio
• Concorrenza
E non pensare sia così semplice individuarlo. Infatti ci devi pensare, a lungo e
solo quando sarà chiaro per te allora lo sarà anche per i tuoi clienti.
Una volta che ha definito il tuo posizionamento, questo deve guidare tutta la
tua comunicazione, non solo sui social network.
O ancora, se vuoi rivolgerti a una clientela più avanti con l’età, questa sarà
più interessata alle cene raffinate e più sensibile a un certo tipo di
vocabolario.
Per pianificare una strategia sui social network devi identificare chi vuoi
raggiungere.
2. Che tipo di pubblico vuoi che entri dalla porta del tuo ristorante?
I turisti?
Una volta che hai capito chi vuoi raggiungere, devi formulare un messaggio
appropriato.
Per esempio, se vuoi attirare i clienti nell’ora di pranzo, dovrai pubblicare le
offerte speciali per il menu di giorno.
Oppure se il tuo obiettivo sono le famiglie nel fine settimana, pubblica di più
tra giovedì, venerdì, e sabato.
Sai a volte noi imprenditori siamo a corto di idee, non sappiamo più cosa
inventarci. Eppure basterebbe analizzare ciò che sta attorno a noi.
Questo ti permette di trovare nuove idee, prendere spunto da quello che fanno
i tuoi concorrenti per creare qualcosa di diverso (non necessariamente
migliore), scoprire anche cosa offrire al mercato che ancora non c’è, oppure
per trovare sempre il modo di restare differente e non cadere nella tentazione
di fare tutto per tutti, finendo nella trappola della guerra dei prezzi.
Se proponi nel tuo menù i piatti della tradizione così come i 20 ristoranti
attorno a te...non credi che per il cliente diventi un dilemma decidere dove
andare?
Se hai letto il capitolo precedente, ormai sai cosa succede in questi casi:
Potresti invece osservare gli altri per individuare che cosa manca nel loro
servizio e farne un tuo punto di forza.
I social network sono un ottimo strumento per fare questo tipo di analisi.
Questi erano i quattro punti fondamentali per elaborare una strategia PRIMA
di costruire i tuoi profili social.
Quando lavori online, meno click fai fare all’utente per accedere alle
informazioni, meglio è.
Caricare il menu
Aggiungere i tuoi servizi extra, come per esempio il menu per bambini,
il menu take-away o le offerte per i gruppi
Consentire le recensioni
Quello che devi fare è coinvolgere i tuoi utenti e creare una relazione con
loro, stimolare la conversazione.
Alcune idee?
Crea un contest tra i tuoi clienti in modo da raccogliere anche i loro dati e
premia pubblicamente il vincitore.
La cosa fantastica dei social network è che ti danno modo non solo di
fidelizzare i clienti, ma anche di conoscerli, ascoltarli e prendere spunto
direttamente da loro per migliorare ulteriormente il tuo business.
Hai mai pensato di pubblicare anche solo dei brevi spezzoni delle tue serate
speciali, dei tuoi eventi?
Una lezione particolarmente apprezzata dai nostri corsisti è stata quella in cui
abbiamo fatto aprire e impostare una pagina facebook.
Sì, hai capito bene, ai nostri corsi chiediamo ai partecipanti di portare il loro
pc per creare dal nulla strumenti di lavoro funzionanti ed efficaci.
L’utilizzo dei social per marketing ristorativo è un altro degli argomenti che
trattiamo al nostro corso di gestione BASE per ristoratori, che vengono poi
approfonditi nei livelli successivi: Intermedio e Master.
Pensa che si stima che le imprese italiane versano allo Stato 106 miliardi di
euro all’anno[21], non so se mi spiego?!
E le aziende italiane sono quelle che pagano più tasse in tutta Europa. Quindi
almeno un primato, anche se negativo, l’Italia ce l’ha... Sei anche tu stanco di
pagare troppe tasse?
Pensa a quanti soldini in più potresti avere in tasca se non dovessi svenarti
così tanto per lo Stato…
Pensa a quanti soldini in più potresti avere in tasca senza dover ricorrere al
famoso “nero”. Si può fare? Certo che si fa: qualcuno in Italia si è messo a
farci un business sopra.
Ecco, oltre questi 4 principi cos’altro c’è da sapere per pagare meno tasse?
Semplicemente devi conoscere alcune nozioni facili del fisco italiano e devi
tenerti aggiornato su cosa riportano i notiziari e le novità che il governo
introduce per aiutare le imprese.
Sì, lo so che ti frulla nella testa una frase del tipo: “ma queste cose le fa il mio
commercialista...”
Se mi segui ancora un po’ ti svelerò perché è doveroso che le sappia anche tu,
perché - e mi scuso se mi ripeto - il tuo commercialista non fa l’imprenditore
della tua azienda; il suo compito principale è quello di tenerti in regola solo i
conti!
Il reddito imponibile è il reddito lordo della tua attività o dagli utili della tua
azienda che sarà effettivamente tassato. Su questo totale sono applicate le
aliquote Irpef attraverso cui si determinano le tasse da pagare.
Quindi solo dopo che hai calcolato il reddito imponibile “lordo” saprai quante
tasse dovrai versare.[quindi è meglio saperlo man mano che lo produci, o
meglio scoprirlo solo dopo 3 mesi? 6 mesi ? 12 mesi? Se lo sai in anticipo
puoi permetterti di spostare i soldi in modo lecito per garantirti una vita
dignitosa, o no?]
Ora, con questi due concetti, sei pronto a sapere come iniziare a risparmiare,
vedrai che è più facile di quello che pensavi.
4 modi concreti per pagare meno
tasse nel ristorante
Qui intanto voglio dirtene quattro: 4 concetti che ti faranno risparmiare sin da
domani.
1 - Credito d’imposta
Sono quindi dei bonus, degli incentivi che lo Stato rilascia sotto forma di
credito d’imposta.
Quindi stai attento ai bonus che via via vengono promossi e chiedi
costantemente al tuo commercialista se ci sia qualcosa che sta uscendo (in
modo da pianificare i tuoi investimenti) o che è già uscito che tu possa
utilizzare.
2 - Acconto d’imposta
Quando vai a pagare il tuo F24, da una parte paghi le tasse dell’anno
precedente, ma dall’altra versi un acconto per le tasse da pagare per il
presunto reddito che - forse - produrrai nell’anno in corso.
Il concetto che devi fare tuo è che ogni versamento fatto a titolo di acconto
d’imposta diventa un “credito d’imposta” che utilizzerai nella prossima
dichiarazione dei redditi.
3 - Spese detraibili
4 - Spesa deducibile
Gli oneri deducibili sono spese tassativamente indicate all’ART. 10, DPR 22
del dicembre 1986 nr. 917, che possono essere sottratte dal reddito
complessivo rilevante ai fini IRPEF, prima di calcolare l’IRPEF stessa.
Ciò significa che il risparmio delle tasse effettive lo puoi calcolare solo
quando hai determinato tutti i redditi che comporranno il tuo reddito lordo
complessivo.
Se hai molti oneri da poter dedurre, sarà importante che il tuo reddito lordo
sia altrettanto alto o capiente da poterli dedurre.
Per esempio, potresti non poter usufruire appieno dei bonus fiscali perché
magari non hai abbastanza imposta da cui detrarli.
Per questo motivo devi sapere calcolare il reddito in anticipo e poi vedere
come e quali bonus utilizzare.
E siccome hai dichiarato sempre e solo quel poco per poter far vedere che stai
a galla, tutto il tuo lavoro, tutto il VERO valore del ristorante non ti viene
pagato.
E oggi, siccome devi far vedere che non guadagni, se sei stato consigliato
bene, insomma non ti puoi permettere una bella macchina, non ti puoi
permettere di ristrutturare casa o comprarti la seconda casa da qualche parte:
con quali soldi “potresti” farlo?
Domani invece, con la giusta azienda ed il giusto consulente, potrai fare una
bella vita, senza doverti nascondere e senza pagare un mare di tasse, perché le
cose ti diciamo noi come farle BENE.
Questa è la parte più divertente che ho introdotto al corso perché per esempio
in una sessione un ristoratore si è alzato in piedi urlando:
“Cioè io ho buttato nel ce**o 500.000€ in 5 anni che sono aperto?” e poi non
se ne capacitava più. Non ci poteva credere. Allora abbiamo messo i suoi
numeri nero su bianco su una lavagna e quei fogli hanno purtroppo
confermato la sua stima a mente…
Ne è uscito un putiferio!
Pensa che Carlo non si è ancora ripreso per aver scoperto di aver buttato via
500.000 Euro che oggi potrebbe avere ancora in tasca![22]
Puoi programmare con larghissimo anticipo quanto utile lordo devi avere per
poter pagare meno tasse possibili e quindi quante spese per te, la tua vita e
per l’azienda devi “scaricare”.
Basta togliere il velo d’ignoranza nel quale ci hanno lasciato per troppo
tempo facendoci credere che fossero calcoli da “tecnici”.
Licenzia il tuo commercialista! Ecco
come si tiene la contabilità di un
ristorante
Scopri perché non ti serve un commercialista per tenere la contabilità di un
ristorante. Anzi, senza di lui guadagnerai 2 volte: da una parte in risparmi e
dall’altra in maggiori profitti.
Quando hai letto “Licenzia il tuo commercialista!” sono sicura che hai
pensato di farlo immediatamente.
Se la risposta è no...
Devi sapere che in una delle sessioni del Corso a Mestre abbiamo tenuto una
lezione di 6 ore con un docente fiscalista.
È stata una lezione sulla contabilità del ristorante che ha fatto venire il mal di
testa a tanti ristoratori in aula.
Poverini, erano così avviliti che abbiamo dovuto fare una pausa caffè
anticipata per tirarli su di morale.
Sembra impossibile, eppure, abbiamo fatto i conti in aula, i conti della serva,
per non appesantire troppo l’aria che tirava e per non far arrabbiare ancora di
più Carlo, che poi ha aggiunto:
Infatti, molto spesso il commercialista non può fare tutto il nostro bene. Si
dimentica, diciamo, di darti informazioni preziose in termini fiscali e non
solo, che potrebbero farti risparmiare davvero tanti soldi.
Chiaro, sarebbe bello avere un professionista come quello che abbiamo avuto
in aula per capire in sole sei ore quante cose “belle” si possono fare, per
gestire meglio i nostri locali, fare in modo che in tasca ci restino più soldini
senza dover fare del nero e senza incorrere in illeciti.
Se sai fare le domande giuste, troverai anche le persone più preparate con le
risposte più adatte alle tue esigenze.
Prima di arrivare dal nostro consulente c’è bisogno di un gran bel lavoro di
tenuta dati.
Senza di quelli sarà molto difficile che tu possa rispondere correttamente alle
domande che ti pone.
Da una parte ti dà una grande sicurezza di gestire al meglio il tuo locale: non
sparisce più niente, non si consuma più materia prima importante per i pranzi
dei dipendenti, non vieni più preso in giro.
Dall’altra sai che se hai un problema in qualche area precisa, devi focalizzare
lì la tua attenzione per trovare soluzioni.
Dall’altra ancora, quando hai grandi capitali (e magari hai fatto il corso
Master Restaurant) saprai come fare a tenerli nelle tue tasche senza farli
passare dalle mani del fisco.
OK, a parte avere sotto controllo TUTTI i tuoi dati, c’è qualcosa ancora in
più che puoi fare.
Piccola premessa, un giorno molti anni fa lessi un gran bel libro che diceva
più o meno così:
I poveri lavorano, pagano le tasse e poi con quello che resta vivono.
Forse sarai restio anche tu – come tanti ristoratori con cui ho parlato - a
mettere un software per il controllo della tua contabilità, dei tuoi movimenti,
delle tue scadenze ecc.
Uno su tutti, la differenza di IVA che devi versare tra acquisti e vendite,
che non sono soldi tuoi ma soldi che ti ritrovi nel cassetto.
E se poi sei come alcuni ristoratori smart, che nonostante tutto, vogliono
comunque coprirsi le spalle, la tecnologia ti permette anche ciò che noi non
consigliamo.
Perché un aspetto che non consideriamo mai, nei nostri business è che i
ristoranti sono fatti per far star bene i nostri clienti producendo grandi redditi
per noi.
E chi lo dice che un ristorante non possa essere venduto per acquisirne un
altro in altra posizione, con un’altra identità?
Ma se fai in modo che i tuoi conti siano sempre poco sopra la linea di
galleggiamento perché tu dreni l’azienda dei suoi soldi, alla tua azienda per
quanto performante non sarà mai riconosciuto il suo giusto valore.
Non lo so, ma ritengo molto poco, dato che il grosso sono ancora aziende
individuali, con tutte le conseguenze negative che ne derivano.
Noi ci abbiamo impiegato sei ore per spiegare bene come risparmiare in
tasse, con strategie a tutto tondo, dalle forme societarie, alle spese deducibili,
ai costi da considerare che nessuno ammette, alle spese che si possono
“scaricare” ecc.
Tanto che Carlo si è talmente arrabbiato che il giorno dopo è arrivato con il
calcolo preciso di quanti soldi ha lasciato per strada in 5 anni:
500.000€!
E Carlo oggi, sa cosa deve fare velocemente, per recuperarli alla grande nei
prossimi 5 anni.
Per quanto tu sia bravo, preparato, determinato, questo non sarà mai
sufficiente se i tuoi dipendenti non sono all’altezza e allineati con te al 100%.
Per questo abbiamo dedicato un intero capitolo (il 2°) a come selezionarli,
come aumentare la loro produttività e come motivarli.
Ebbene, abbiamo capito che gestire un’azienda vuol dire aver a che fare con
altre persone.
Esistono dei modi per pagare 1000€ e far ricevere loro 1000€, senza alcuna
riduzione?
1) Buoni pasto
Come funziona?
Molto semplice, ti basta accedere al portale che fornisce i buoni pasto e farne
richiesta con regolare fattura.
C’è un unico svantaggio, sono nominali. Ovvero ogni assegno può essere
utilizzato solo dalla persona intestataria.
2) Buoni carburante
A differenza dei buoni pasto, non sono nominali. Non è però possibile
trasformarli in denaro contante e quindi non danno il resto.
3) Rimborsi forfettari
Alcuni sono esenti, per altri è necessaria una documentazione dettagliata per
dimostrare la spesa.
4) Erogazioni liberali
Le erogazioni liberali sono del tutto esenti finché non superano 258,23 euro
per anno d’imposta.
- l’autovettura
- i prestiti finanziari
I tuoi collaboratori percepiranno il valore di quello che gli stai dando ancora
di più di rispetto a un incremento del salario ordinario, perché questo non
sarà consumato dalle tasse che ci devono pagare sopra.
Cosa significa?
Lo sapevi?
Nei nuovi corsi sarà quindi inclusa sempre una lezione con il fiscalista, in cui
i nostri studenti-ristoratori potranno conoscere molte altre strategie per
ridurre il peso del fisco sulle loro aziende, ovviamente sempre rimanendo
nella legalità.
“L’obiettivo principale che mi ha portato a scegliere Master Restaurant è
stato il voler modificare l’idea di gestione di un ristorante da “femminile” e
familiare, ad una gestione di tipo industriale.
Ho scelto Master Restaurant perché ne ho sentito parlare da una persona
molto professionale che me l’ha consigliato, così ho associato la sua
professionalità a questa nuova tipologia di corso.
Il feedback è positivo perché in queste lezioni ho potuto constatare che - oltre
al fatto che la persona che me l’ha proposto aveva ragione - c’è stata tanta
professionalità.
In un mondo dove la ristorazione sta cambiando e un mercato si sta
appiattendo, il corso diventa non solo un consiglio, ma un fondamento.
Effettivamente, si passa da una ristorazione di tipo famigliare tipica degli
ultimi trent’anni ad una ristorazione di professionalità dove sai quale
obiettivo vuoi sviluppare personalmente con il tuo ristorante. I trent’anni di
esperienza nel settore non bastano più.”
MOIRA DEL NEGRO - UD
“Sono Pil Martinotti e sto iniziando la mia carriera di ristoratore con una
visione di socialità, cultura e cucina.
Vagliando diverse disponibilità di corsi e proposte, ho trovato in Master
Restaurant, soprattutto nel modo in cui si proponeva, tutte le mie esigenze
per poter colmare i vuoti e realizzare questa mia idea. Consiglierei
sicuramente questo corso a tutte le persone che vogliono mettersi in
discussione.
Lo consiglio soprattutto perché ti danno un’ottima conoscenza di tutti gli
aspetti che potrebbero in qualche modo risultarti difficili se affrontati da
solo.
Sono sicuro che il metodo di Master Restaurant, dalle prime informazioni
che ho ricevuto e dai primi strumenti, ci porterà ad ottenere quel 30% in più
alla fine del nostro percorso.
Soltanto con il primo corso che ho fatto in questo momento, credo di aver già
migliorato la mia idea di partenza per arrivare ad ottenere il risultato che mi
sono prefissato gettandomi in questo corso di Master Restaurant.”
PIL MARTINOTTI - Milano
CONCLUSIONI
7 criteri per decidere se un Corso di
formazione per ristoratori è una
perdita di tempo
Dopo il 6 di Gennaio, molti ristoranti vanno in letargo.
Si tratta di una potente tecnica che puoi implementare senza problemi e che
puoi usare NON solo a Natale, ma per qualsiasi sia il tuo periodo morto.
avrai bisogno: una nostra studente alla guida di una pizzeria l’ha utilizzata per
esempio a giugno perché il suo periodo morto era proprio quello.
Fatto sta che l’inverno lascia spazio anche a riflessioni sulla propria carriera e
futuro.
Chi ha ragione?
Come decidere?
1 - Contenuti del corso: hai guardato ai contenuti del corso? Hai fatto una
telefonata?
Quello che sto cercando di spiegare è che senza mettere in dubbio la capacità
e preparazione di chi sta tenendo il corso, io credo sempre che bisogna
mettere in primo piano te stesso, il ristoratore:
Quello che prova ogni giorno a far quadrare i numeri e che porta sulle sue
spalle tutti i rischi del business come te?
Se non cambi tu per primo, come puoi aspettarti che i tuoi collaboratori
cambino?
E come diciamo al corso, molto spesso il titolare è il vero problema del suo
ristorante.
oppure ancora
“Nel mio locale particolare..., nella mia zona particolare..., con i miei
Buona notizia:
Perché anche se ci fosse una pozione magica (e NON c’è) saresti proprio tu a
fare in modo che da te NON funzioni.
È chiaro che io non posso fare da garante, se tu non metti le cose in pratica.
E ricorda che i migliori investimenti sono quelli che hanno un ROI positivo.
Ma aspetta un attimo...
Se hai già frequentato altri corsi per aprire un ristorante o simili e stai ancora
leggendo questo libro, significa che probabilmente non hanno funzionato.
E credimi…
...ce ne sono tanti che seppure frequentando corsi, ancora non hanno trovato
la soluzione ai loro problemi e la strada dei loro desideri.
Proprio pochi giorni fa mi sono ritrovata a fare una chiacchierata con uno
chef, evidentemente molto bravo.
Accanto a tutto questo c’è un’immensa paura di buttare via i soldi perché le
sue aspettative sono molto alte.
Ecco perché soprattutto se hai già frequentato dei corsi di formazione per
ristoratori, ti sarà difficile affidarti ad un nuovo corso.
E proprio per questo che noi di Master Restaurant diciamo sempre che se tu,
futuro studente, gestisci almeno trenta coperti al giorno, nell’arco di trenta
giorni recuperi tutta la spesa fatta.
Ti chiederai: Ma come?
Corretto, si?
“Questo corso si è ripagato già dalla prima lezione. Dovrebbe costare oltre
20.000 Euro per quello che date e non solo 1600 Euro. Non vedo l’ora di
sentire il resto delle giornate!”
Ecco, questa dovrebbe essere la garanzia che mette a tacere tutti, anche la tua
coscienza.
Questa è la garanzia che ti fa stare in pace con la tua scelta di entrare alla
prossima edizione del nostro Corso per Ristoratori.
Se resti lì dove sei, non otterrai risultati diversi neanche nel prossimo anno.
Se vuoi fare come il ristoratore sopra e garantirti un risultato SICURO
da subito, vai su
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Dal 2016 la mia missione è diventata quella di fare la rivoluzione nel mercato
della ristorazione in Italia, dando ai ristoratori italiani una marcia in più e tutti
gli strumenti necessari per trasformare le loro vite.
Fino al 2016 in Italia non esisteva una scuola per diventare imprenditori della
ristorazione.
profilo che ti svelano segreti e modalità per guadagnare di più con la tua
passione.
Spesso chi lavora nel settore non ha il tempo di fermarsi ad analizzare il suo
business. Ci sono così tante cose da tenere sotto controllo e da sapere che la
famosa “esperienza” non basta più!
Così è nata M.R., la scuola che svela il Metodo alla base dello sviluppo di un
ristorante di successo: strategie, tecniche e comportamenti che aiutano i
ristoratori a creare un’azienda sana e in grado realmente di produrre utili.
CHI È ANDREA LISI
Anch’io come Erica, Daniele, Simone e gli altri docenti di Master Restaurant
ho passato anni a formarmi all’estero.
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Videocorso:
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www.masterrestaurant.it/servizi-consulenza-ristoranti
www.masterrestaurant.it/servizi-consulenza-ristoranti
www.masterrestaurant.it/checklist
[1] Qui trovi un approfondimento sul concetto di superiorità illusoria:
bruschi.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/09/21/effetto-dunning-
kruger.
[2] Su comunicazione e web trovi un capitolo apposito alla fine del libro.
[10] The EMyth Revisited: Why Most Small Businesses Don’t Work
and What to Do About It - 8 nov. 1994 di Michael E. Gerber. Lo trovi su
Amazon.
[11] Su questo fronte, tieni presente quanto abbiamo detto in “Come
incentivare i tuoi collaboratori a farti guadagnare di più” nel capitolo 2.
[13] Poi questo si può anzi si deve forzare con la macchina del
marketing.