MATERIALI
Le pile sono elementi verticali che offrono sostegno all’impalcato, sono elementi principalmente compressi,
per questo motivo:
L’acciaio è generalmente poco usato per problemi connessi ai fenomeni di instabilità, ciò
nonostante, quando le pile non sono molto snelle ed è necessario avere ingombri contenuti e
rapidità di montaggio (SOPRAELEVATE URBANE) lo possiamo utilizzare.
Il C.A.P. viene utilizzato per pile prefabbricate a conci.
Il cemento armato è di gran lunga il più utilizzato.
GEOMETRIA
Sezione a forma di scatola: Posizionato il materiale lontano dal baricentro, ridurre lo spessore del muro,
quindi realizzo una pila che abbia un peso minore e una maggiore inerzia rispetto a un corpo solido.
Può essere una cella o più celle, e anche lo spessore del muro può essere variabile: si può iniziare con uno
spessore della parete grande alla base che può ridursi quando si va verso l'alto.
Sulla sommità dei pilastri generalmente abbiamo delle coppie di cuscinetti per migliorare il contenimento
della flessione. Possono essere il più delle volte in direzione trasversale, ma a volte anche cuscinetti in
direzione longitudinale, questa posizione genera un momento flettente longitudinale trasferito
dall'impalcato al molo; quindi, aumenta un po' la rigidità dell'impalcato ma trasferisce la maggior parte
dell'azione di taglio alla pila.
In questa slide si possono vedere diverse tipologie di pile che vengono solitamente utilizzate, nel caso in cui
noi decidessimo di usare una coppia di pile queste vengono posizionate esattamente sotto le anime o
all’interno, soluzione ottimale per il trasferimento delle azioni interne.
Se scelgo la seconda soluzione ho bisogno di un sistema struct and tie per trasferire le azioni nel modo
corretto dalle anime ai cuscinetti posizionati sulle pile.
Il riquadro verde riguarda le pile singole, sono funzionali da un punto di vista estetico ma tutte queste
soluzioni hanno bisogno di un diaframma rigido per trasferire le azioni del taglio delle anime al centro del
diaframma per traferirlo infine nei cuscinetti delle pile, questa soluzione ha dei problemi per il
trasferimento del momento flettente trasversale il quale è un momento torcente dell’impalcato e che
diventa un momento flettente trasversale della pila.
Inoltre, possiamo valutare la forma delle pile, le quali possono essere circolari, rettangolari, quadrate ecc,
questo dipende soprattutto se la pila è posizionata all’interno dell’acqua o in un suolo solido, nel caso in cui
sia dentro l’acqua ho bisogno di una forma idrodinamica che minimizza l’impatto dell’acqua sulla pila ed
evita il problema dello scalzamento.
Il minimo dello spessore delle pile al giorno d’oggi è 30 cm per cercare di fornire una migliore protezione ai
fenomeni di degrado, in passato era meno ed inoltre possono essere ad una cella oppure a due celle.
Quando si hanno degli impalcati molto grandi, solitamente quelli delle autostrade, si può posizionare una
sola pila con diversi cuscinetti con quest’ultimi posizionati sotto le ali dell’impalcato multicellulare, oppure
se si ha una soluzione come quella di sinistra si ha una trave trasversale, 2 cuscinetti e 2 pile, questa trave
lavora per distribuire la torsione e la flessione trasversale è una soluzione molto rigida.
In questa immagine vediamo la sezione in direzione trasversale dove le sezione è costante, e nella direzione
longitudinale varia, inoltre si veede un dettaglio della testa della pila dove si vedono i 2 cuscinetti e lo spazio
per la manutenzione e la sostituzione dei 2 cuscinetti.
In questa sile c’è un esempio su come calcolare le azioni sulle pile, il nostro obiettivo una volta descritta
quella che è la geometria del problema è quello di calcolare il momento flettente alla base della pila.
Se si vuole generare un momento flettente alla base della pila, con traffic loads l’azione principale da
prendere in considerazione è la BRAKING FORCE che essendo una forza orizzontale traferisce al cuscinetto
prima e alla pila dopo un’azione che genera un momento flettente alla base della pila (guardando la pila
centrale solo il vincolo di sx genera una forza assiale)
Si nota come i carichi distribuiti e le forze concentrate generano una grande forza assiale nella pila, il carico
verde invece genera un carico verticale minore rispetto a quello rosso ma con la stessa forza frenante
(braking force).
Quest’immagine mostra come diverse disposizioni dei carichi possono generare lo stesso momento
flettente alla base della pila ma con diverse forze verticali.
AZIONI INTERNE
il primo metodo è il metodo della colonna modello anche detto modello della curvatura nominale.
Il metodo della curvatura nominale può essere utilizzato se si verificano le seguenti condizioni rispettati:
1. La sezione trasversale del pilastro è costante lungo l'asse (dalla base verso l'alto): stessa geometria
della sezione e stessa disposizione delle armature.
2. La forza assiale è costante lungo l'asse (dalla base verso l'alto): ciò significa che il peso proprio del molo
è molto contenuto rispetto al peso dell'impalcato e delle azioni di traffico.
3. La condizione 1 e 2 può essere espressa anche chiedendo che "il momento flettente resistente del
profilato sia costante lungo l'asse", questo perché il momento flettente resistente dipende dalla
dimensione della sezione trasversale, dall’armatura presente nella sezione trasversale e dallo sforzo
normale presente nella sezione (e se queste sono costanti allora anche il mom flett è cost)
Pertanto, questo metodo può essere applicato a pontili corti come quelli utilizzati per cavalcavia, che
possono essere snelli in quanto le loro dimensioni dovrebbero essere ridotte per essere collocati in
ambienti urbani molto affollati, ma la sezione trasversale non cambia lungo l'asse.
Il momento flettente resistente dipende dalla sezione geometrica, dalla disposizione dell'armatura e dalla
forza assiale; quindi, se questi tre parametri sono costanti sarà costante.
Il momento di 2° ordine: tiene conto della deformazione della struttura. Il momento M₂ è approssimato da
un'equazione parabolica o sinusoidale sulla lunghezza effettiva. I calcoli matematici stanno venendo da
approssimazione sinusoidale ma si possono trovare forme paraboliche che fissano molto bene questa
forma sinusoidale.
In questa formula si nota come il momento di progetto Med è uguale al momento di primo ordine (che è il
momento calcolato includendo l’effetto delle imperfezioni ma senza prendere in considerazione la forma
della deformata della struttura) più il momento del secondo ordine (tiene conto della deformata della
struttura)
M0 può essere costante per tutta l’altezza della pila o variabile se è variabile noi troviamo M01 e M02 il
quale il primo è riferito alla testa della pila e il secondo alla base.
Il momento del secondo ordine si calcola andando a moltiplicare la forza assiale alla testa della pila per la
sua eccentricità che è lo spostamento della testa della pila rispetto alla base.
General method
Il General method è il migliore perché si può utilizzare in tutte le condizioni a differenza di quello di prima
che deve soddisfare diverse condizioni.
Possiamo utilizzare questo metodo per pilastri snello con sezione variabile, armatura variabile, forza assiale
variabile sul pilastro.
Basato su differenze finite, quindi è un metodo approssimato, non una forma chiusa ed è iterativo.
Si basa sulla conoscenza dei diagrammi di curvatura del momento flettente per un numero rilevante di
sezioni, perché si divide il molo in più sezioni e si deve conoscere il diagramma di curvatura del momento
flettente per ogni sezione. Viene utilizzato nella verifica perché è necessario conoscere l'armatura in
ciascuna sezione per calcolare il diagramma di curvatura del momento flettente.
Il creep deve essere preso in considerazione poiché migliora le azioni del 2° ordine.
Creep preso in considerazione della curvatura imposta e da una deformata.
Sulla testa della pila abbiamo inoltre una forza H che può essere per esempio
la forza frenante, e un momento flettente, una volta definita la pila possiamo
andare a definire quelli che sono gli spostamenti orizzontali della pila stessa
come mostrato in figura come interpolazione dei vari spostamenti orizzontali
ricavati.
Se si immagina di conoscere gli spostamenti si può disegnare la terza figura, che in rosso rappresenta il
primo ordine di momento flettente che in questo caso ha forma trapezoidale perché alla parte di momento
costante si somma la parte lineare generata dalla forza applicata in testa alla pila (nel caso in cui avessimo
diverse forze orizzontali come il vento o il sisma la forma sarebbe non lineare e irregolare), in blu
rappresento invece il momento flettente del secondo ordine che è generato dall’eccentricità (bisogna
sommare i diversi contributi generati dalle forze F1, F2, F3 per le relative eccentricità)
BIAXIAL BENDING
Ora vediamo il caso in cui ci siano presenti 2 momenti flettenti
(2) Come primo passo, può essere eseguito un progetto separato in ciascuna direzione principale, senza
tener conto della flessione biassiale. Le imperfezioni devono essere prese in considerazione solo nella
direzione in cui avranno l'effetto più sfavorevole.
(3) Non sono necessarie ulteriori verifiche se i rapporti di snellezza soddisfano le due condizioni seguenti
Nel caso in cui vengano rispettate queste condizioni posso eseguire un progetto separato,
questo perché nel caso in cui queste 2 condizioni siano verificate vuol dire che è presente un
momento prevalente sull’altro.
La prima condizione ci dice che la snellezza delle pile è più o meno la stessa nelle 2 direzioni e la seconda
condizione ci dice che uno dei due momenti è dominante rispetto all’altro, se entrambe sono soddisfatte,
possiamo eseguire il progetto separato.
Se la condizione non è rispettata il progetto delle pile deve essere fatto utilizzando la formula seguente e
dunque combinando i 2 momenti flettenti tenendo in considerazione gli effetti secondari in entrambe le
direzioni.
Nella formula dividiamo i due momenti agenti che tengono conto degli effetti del secondo ordine, con i
momenti flettenti resistenti nelle 2 direzioni principali elevato ad un esponente a, quest’eq deve risultare
minore a 1.
Questa equazione corrisponde ad un dominio ellittico con a =2, per una sezione rettangolare varia il valore
di a
DETAILS
Lasciare spazio sufficiente sul tappo del molo per cambiare i cuscinetti. Posizionare l'armatura orizzontale
per controllare l'apertura della fessura dovuta al ritiro e alle azioni termiche. Analizzare e progettare con
attenzione la diffusione nel cappello del molo delle forze provenienti dai cuscinetti. (modelli con puntone e
cravatta adeguati). Alcuni esempi sono mostrati nelle diapositive seguenti. Le sollecitazioni di lavoro degli
elementi dei sistemi strut and tie devono essere ridotte del 20+25% in quanto questi modelli rispettano
l'equilibrio ma non la congruenza della deformazione.
Se le forze orizzontali H non sono presenti si ha una distribuzione costante delle sollecitazioni con le stesse
forze pari alla risultante di semidistribuzione.
Se H è presente, forse la distribuzione è trapezoidale e quindi abbiamo forze diverse dovute alla risultante
della semidistribuzione. Il puntone e il tirante non sono simmetrici con una maggiore compressione in una
parte rispetto all'altra.
Abbiamo sempre la compressione perché P è molto alta e per questo, anche in presenza di H, non abbiamo
stress da tensione.
Quando si progetta la pila agli stati limite ultimi ci sono diverse combinazioni, avremo 6 azioni che arrivano
dalle azioni statiche e 6 che arrivano dalle azioni sismiche.
In questo caso non consideriamo MAX e MIN del taglio e MAX e MIN del momento torcente perché nel
progetto dello sforzo normale e del momento flettente della pila non abbiamo bisogno del taglio e del
momento torcente.
SPIEGAZIONE METODO GENERALE
La lunghezza di ogni segmento può essere diversa, ma in questo caso scegliamo di avere tutti i segmenti
della stessa lunghezza, nella vita reale non è così perché si hanno variazioni nello spessore delle pareti e
quindi le lunghezze non sono le stesse in ogni segmento.
Questo non è un problema perché il metodo è generale.
Alla sommità della pila abbiamo una forza orizzontale applicata (ad esempio la forza frenante proveniente
dall'impalcato) e un momento flettente applicato alla sommità può andare all'eccentricità della forza assiale
o ad altra causa.
Definito il molo, possiamo immaginare lo spostamento orizzontale del molo:
0 alla base perché completamente vincolato, y₁ spostamento orizzontale nella sezione 1, y₂ spostamento
orizzontale nella sezione 2, ecc. La forma di questa funzione non è sconosciuta e non la troverà, ma troverà
i valori per punti.
Quindi conosciamo lo spostamento nei punti delle sezioni e quindi possiamo avere un'interpolazione di
questi punti.
Se si può immaginare questo spostamento, si può disegnare la distribuzione del momento flettente del
primo e del secondo ordine.
Min = Mn il momento del primo ordine nella sezione n è il momento che abbiamo applicato sulla sommità
del molo. Il momento del primo ordine ha un aumento lineare perché abbiamo una sola forza orizzontale
applicata in alto, e quindi abbiamo una distribuzione trapezoidale sul momento flettente del primo ordine.
Se avessimo una forza orizzontale diversa applicata al molo (azione del vento o sismica) il diagramma del
momento del primo ordine può essere di forma generale.
Quindi in alto la forza F, è assiale e non genera eccentricità rispetto al baricentro della sezione ma se questa
forza applicata ha uno spostamento yn diventa eccentrica rispetto alla sezione successiva e quindi genera il
momento flettente al livello della sezione successiva.
La forza F è eccentrica (Y1 - Y2) rispetto al baricentro della sezione 2, e quindi genera il momento del
secondo ordine nella sezione 2 ma in questa sezione il momento flettente del secondo ordine non è solo
dovuto alla forza Fn ma è dovuto alle altre forze applicate prima della sezione che stiamo considerando,
dove l'eccentricità è uguale a (y; y2).
Quindi il momento flettente del secondo ordine in una sezione è la somma del contributo delle forze
eccentriche applicate prima della sezione che consideriamo. Il momento flettente del secondo ordine è
causato dalle forze assiali che ciascuna moltiplica per la nostra eccentricità rispetto al calcolo che stiamo
calcolando.
I due momenti flettenti, primo e secondo ordine, vengono sommati e generano il momento flettente
totale e quindi abbiamo il momento flettente totale agente sul molo possiamo dunque a questo punto
calcolare la curvatura: 1/r per ogni sezione, dove r, è il raggio di curvatura nella sezione i.
Possiamo scrivere gli spostamenti come una serie di Taylor: lo spostamento alla sezione generale n è uguale
allo spostamento alla sezione n-1 più la lunghezza tra la sezione n e n-1 moltiplicare la prima derivata di
questa funzione calcolare nella sezione n 1, più la seconda derivata della funzione di spostamento per la
distanza tra le due sezioni, potenza di due e dividere per 2.
Lo spostamento −𝑦1 non è un vero e proprio spostamento, è immaginario perché è sotterraneo e di sezione
0 è un vincolo completo, supponiamo che la sezione -1 sia simmetrica rispetto al numero 1, e quindi lo
spostamento in -1 è uguale allo spostamento in 1: 𝑦1 = 𝑦−1.
(A QUESTO PUNTO GLI SPOSTAMENTI POSSONO ESSERE ESPRESSI IN FUNZIONE DELLA CURVATURA)
(ORA COME PRIMA APPROSSIMAZIONE POSSIAMO SCEGLIERE CHE TUTTE LE CURVATURE DI TUTTE LE
SEZIONI SONO UGUALI ALLA CURVATURA GENERATA DAL MOMENTO FLETTENTE DEL PRIMO ORDINE,
quindi inizialmente uso curvature differenti per ogni sezione, loro sono le curvature generate dal
momento flettente del primo ordine in ogni sezione)
(QUINDI E’ NOTO IL MOMENTO FLETTENTE DEL PRIMO ORDINE, IL MOMENTO FLETTENTE TOTALE SARA’)
Le curvature essendo una funzione del momento i-esimo e dello sforzo normale i-esimo possono essere
calcolate e la procedura viene ripetuta (processo iterativo) fino a quando i risultati non cambiano da uno
step a quello successivo.