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PRIMO PARZIALE
Storia delle idee economiche dal V secolo a.c. al XVI secolo d.c.
Cristianesimo (I-III secolo d.c.) Patristica (III-V secolo d.c) filosofia greca, cultura biblica
Monachesimo (V secolo-XII secolo) cultura giuridica romana
Scolastica e Francescanesimo (XII-XV sec.) cultura araba
Umanesimo (XV secolo)
La scarsità e il lavoro
“Sappi che tengono i numi nascosto ogni bene che valga a ostentar la vita. Se no, col travaglio d’un giorno,
agevolmente un anno campare oziando potresti: staccar presto il timone potresti, ed appenderlo al fumo,
dei buoi nulla varrebbe, dei muli ostinati al lavoro” ma Giove i beni nascose, per l’ira concetta nel cuore
perché Prometeo, mente sottile, lo trasse in inganno”, Esiodo, Le opere i giorni.
Cinque periodi nella storia greca
Formazione città stato e colonie (X-V secolo): rigida divisione in classi sociali: cittadini, schiavi,
stranieri.
Guerra vittoriosa con i Persiani (V secolo, prima metà)
Conquistata dalla Macedonia (IV secolo): Alessandro Magnoesportazione della cultura greca
Moneta (dal VII secolo): gli scambi venivano prima regolati con misure di argento, oro, ma anche
orzo, greggi o strumenti di lavoro.
Prestito a interesse (dal VII secolo): inizialmente sotto forma di grano, o altri beni reali, poi di
moneta. Tassi d’interesse altissimi. Forte crescita delle diseguaglianze. Prime condanne di Omero
ed Esiodo.
«Esiste una sola sapienza: riconoscere l'intelligenza (lógos) che governa tutte le cose attraverso tutte le
cose». (Eraclito)il mondo ha una struttura che segue una linea logica, questo è l’inizio della conoscenza
scientifica, si iniziano ad identificare leggi, cause e principi che governano il mondo, attraverso la ragione.
Vi è la ragione umana e la ragione che governa l’umanità.
Filosofi Presocratici
• Ricerca della vera natura di tutte le cose: lógos, la struttura delle leggi che regolano la vita naturale e
sociale
• Importanza del ragionamento, della retorica (arte della persuasione), metodo dialettico fatto per
argomentazioni e contro argomentazioni
• Riflessione sulla società: leggi che regolano la società. Giustizia e conservazione della Polis
• Riflessione sulla natura
• I numeri (e la geometria) come essenza della realtà: Pitagora e Talete, la realtà e fatta di numeri
• Tensione tra forze e loro equilibrio: Eraclito, la realtà è fatta da realtà contrapposte che devono trovare
equilibrio, il bene o il male nascono dall’ dis/equilibrio
• Valore del pensiero astratto: il “mito della caverna” di Platone le ombre proiettate dalla luce rivelano la
vera realtà fuori dalla caverna, proiezione della mente permette di cogliere elementi di permanenza e
solidità della realtà
• Aristotele: l’universale si raggiunge dall’analisi del particolare metodo induttivo
Platone, Repubblica
• Economia, come disciplina che si occupa della produzione, dello scambio, della distribuzione e del
consumo dei beni
• Importanza di una amministrazione efficiente ed illuminata
• Specializzazione produttiva e dipendenza reciproca fra i cittadini
• Rigida divisione in classi: per guardiani e «re filosofi» è proibito il possesso della terra e l’arricchimento
che distoglie dalla cura del bene comune
• Dimensioni ottimali della città
• Gerarchie sociali fondate sulle caratteristiche innate degli individui
La proprietà privata
• Senofonte “La cura dei patrimoni privati differisce solo per quantità da quella dei beni pubblici, nel resto
essi sono simili”.
• “Nessuno cura gli affari altrui allo stesso modo che i propri, sicché, per quanto possibile, conviene
prendersene cura da sé. È anche giusto il detto di quel persiano [il quale], richiesto cosa ingrassasse il
cavallo, rispose “l’occhio del padrone’”principio di cura del proprio.
Aristotele
• «Ciascuno è parte dello Stato e la cura di ciascuna parte deve naturalmente tenere conto della cura del
tutto»visione olistica. (Politica, Libro VIII)
La giustizia riguarda il rapporto Stato-cittadini
• Ogni attività dell’uomo ha un proprio fine ed è regolata da relazioni di giustizia fra i cittadini:
• Una transazione è giusta quando è volontaria, senza forme di coercizione e senza inganno.
Asimmetria informativa tra venditore e cliente, si parla anche di asimmetria contrattuale (solo io vendo
quel bene e quindi ne determino il prezzo).
• La misura del prezzo: è la media armonica (Pitagora). La media armonica è il reciproco della media dei
reciproci. Il risultato è simile alla media dei compratori, e non a quella dei venditori.
La filosofia stoica
• Filosofia «Stoica»: Zenone (336-264 a.c.); Crisippo (280-207 a.c.)
• Il solo bene è la virtù. Solo essa dà la felicità. La virtù è una vita libera da passioni e dalle emozioni. Non il
piacere ma la serenità deve essere obiettivo della vita dell’uomo. L’uomo è felice quando è virtuoso, quindi
quando può controllare le passioni, che non si possono eliminare
• Accettazione della proprietà privata, delle ineguaglianze e della ricchezza, ma con distacco
• Idea di una legge naturale applicabile a tutti gli uomini e parametro delle leggi civili
NUOVO TESTAMENTO
“In principio era il logos,...” il logos= sapienza era presso dio. Introduzione al tema della trinità: da una
visione della sapienza come un qualcosa da conoscere tramite la ragione ed esterno a dio, a qualcosa di
personale. Nel cristianesimo il logos è Gesù cristo. I cristiani guardano le realtà attraverso un filtro, ovvero
Gesù, che rappresenta un incontro mistico.
Cambiare logica: non conformarsi alla logica del secolo, ma rinnovare la mente, assumendo i
pensieri che furono di cristo.
Beati i poveri (luca): ribaltamento della logica, per gli ebrei i poveri erano degli emarginati, non figli
di dio. Gesù beatifica i poveri e gli odiati.
Guai a voi ricchi: perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Opposizione tra ricchi e poveri,
messaggio
Prestate a chi non rende: richiamo al codice di santità (siate santi come lui è santo,..). si passa da
una logica di reciprocità stretta, ad una logica di dono.
Amate i nemici
Il discorso della montagna:
-non accumulate
-non preoccupatevi per la vostra vita abbandonarsi alla provvidenza
Gesù e i discepoli lasciano tutto
La prima comunità cristiana: modello di vita sociale basato sulla condivisione dei beni e sul dono
Spiegazione dei passi: cambio di registro per quanto riguarda il tema del denaro e della ricchezza, che
connotavano il popolo ebraico. Focus su valori che hanno a che fare con le relazioni, con il valore della
persona, una vita spesa per accumulare ricchezza può portare a grandi delusioni.
Rottura epistemologica: nuovo filtro con cui guardare alla realtà.
Ma i discepoli non abbandonano tutti la proprietà privata e Gesù accetta dei doni da loro, Gesù partecipa a
banchetti, le parabole di Gesù sono piene di esempi tratti dalla vita economica, nei quali la proprietà privata
è data per scontata. Il problema non è tanto la proprietà privata in sé, ma all’uso improprio che ne deriva.
Non bisogna impoverirsi troppo nel fare carità.
Lettera a Diogneto: i cristiani sostanzialmente non si differenziano dagli altri uomini, non si distinguono per
nessuna caratteristica specifica. Tuttavia vi sono degli aspetti particolari e paradossali: per esempio
possiedono i beni ma non se ne curavo troppo.
Tutti questi elementi rendono popolari i cristiani, vengono visti come empatici e quindi come punti di
riferimento, in un mondo che si stava via via disgregando. Le comunità cristiane offrono protezione e
suppliscono al servizio civile insufficiente.
La comunità è ciò che tutela la persona, la persona in quanto tale vale indipendentemente dalle origini,
ricchezza, provenienza superamento di barriere. Nuovo modo di stare insieme che diventa fonte di molte
innovazioni sociali. Critica mossa da Shrumpter: l’innovazione è una distruzione creatrice.
In questa visione comunitaria, il desiderio di arricchimento personale è un pericolo per la comunità e per la
persona. La ricchezza va a creare una mentalità egoistica che non può convivere con l’idea di comunità.
Si dona gratuitamente, nuova norma sociale dove è normale donare a chi ne ha bisogno. Non sono rilassato
perché ho accumulato per me, ma perché ho donato e la comunità mi sostiene.
Importanza dell’uso della ricchezza, la ricchezza è per la condivisione:
condanna dell’arroganza, invisa e disordinata ricerca del profitto
Le ammonizioni a condividere e a donare sono sia per i ricchi che per i poveri
No idolatria del denaro che divide la comunità, alimenta le invidie, crea conflitti, ingiustizie e
allontana il cristiano da dio
Gesù invita a confidare non nella ricchezza, ma in dio solo
Passaggio dalla logica della reciprocità stretta (do ut des) a quella del dono gratuito e della
condivisione.
Superamento della logica della “contabilità congiunta fra ricchezza e benedizione di Dio
Duplice tensione. Come vivere da cristiani e come convivere con l’impero, tale convivenza è segnata da
profonda tensione e persecuzione.
Siamo nei primi due secoli dell’impero, all’apice della gloria di Roma, che ha la massima espansione sotto la
guida di Adriano. Tuttavia si assisterà presto al declino dell’impero (a parte dal III secolocarestie,
popolazioni barbariche, processi inflattivi, crisi demografica), dunque quella visione apocalittica
precedentemente adottata.
Nella società mercantile del basso medioevo, quando l’economia inizia a ripartire, si pongono problemi
morali che precedentemente non sussistevano: alcune città godono di abbondanza, alcuni mercanti sono
ricchi. La condanna dell’arricchimento smodato che vede processi di tipo proto capitalistica (le imprese e le
botteghe si ampliano) genera una soluzione di tipo teorico: richiede una migliore comprensione di che
consa significa economia, mercato, prezzo, scambio, finanza.
Filosofia scolastica
Le opere di Aristotele tradotte, nella prima metà del XII secolo, dal greco al latino nell’abbazia di
Mont Saint Michel.
Traduzione in latino del commentario di Al Farabi e Averroè alle opere di Aristotele.
Leonardo Fibonacci (1175-1235), introduce i numeri arabi in Europa.
Alberto Magno (1200-1280), Super Ethicam (1252): giustizia negli scambi, il prezzo è una
combinazione del suo costo di produzione (labor et expansae) e di una valutazione soggettiva
(aestimatio). Il valore non dipende dallo status dei contraenti dello scambio, ma è intrinseco ai
beni. Scarsità come reciproco bisogno (Indgentia: do più valore ad una cosa quanto più necessito d
quella cosa). Maestro di San Tommaso d’Acquino (1225-1274).
San Tommaso d’Aquino (1225-1274).
Vita
• Nasce ad Aquino in provincia di Frosinone
• Nel 1244 entra nell’ordine domenicano. Studia a Parigi con Alberto Magno.
Insegna a Parigi come Professore di Teologia
• Fra il 1256 e il 1259 è teologo del papa, poi torna a Parigi.
• Nel 1272 torna in Italia e insegna all’Università di Napoli.
Proibizione dell’usura
• Decretum Gratiani (XII secolo): «L’usura è ricevere qualcosa in più rispetto a ciò che è stato prestato»
• Argomenti aristotelici (Tommaso e Alberto Magno):
-il denaro è mezzo di scambio e dunque è sterile
-uso del denaro non è separabile dal suo possesso
• Riforma Gregoriana (secoli XI-XII): usuraio e simoniaco vengono associati
• Innocenzo IV (1195-1254. Il tempo è di Dio (tempus donum Dei est, unde vendi non potest); il denaro
solo mezzo di scambio e non dà frutto. Crea povertà involontaria.
• Pietro Lombardo e Bonaventura: usura come furto.
La tradizione francescana
• San Bonaventura (1221-1274), Pietro di Giovanni Olivi (Pierre Olieu)(1248- 1298), San Bernardino da
Siena (1380-1444)
• Olivi: Tractatus de emptionibus ed venditionibus, de usuris, de restitutionibus.
• Il valore dei beni dipende da: virtuositas (efficacia nel rispondere ad un bisogno), complacibilitas
(qualità non strettamente necessarie ma gradevoli che permettono al consumatore di apprezzarne il
valore) e raritas.
• Il profitto dipende dalla capacità del commerciante di cogliere i bisogni del mercato: il tempo è
dinamico, pianificazione, richiesta abilità mentale e assunzione di rischio
• Importanza del fine per cui si chiede denaro. Carattere produttivo del denaro e legittimità del prestito
a interesse quando il capitale prestato crea: «valor superadiunctus» (valore aggiunto). Il prestito a
interesse è legittimo quando ha un valore aggiunto. Invenzione dei monti di pietà primi istituti di
credito pubblici, fine evitare che i poveri cadano in mano agli usurai.
La progressiva accettazione dell’interesse e del profitto (XIII-XVI secolo).
• Distinzione fra prestito per il consumo (proibito) e prestito per il commercio (consentito a certe
condizioni)
• «Scuola Francescana». Pietro di Giovanni Olivi(1248-1298) il denaro ha «una potenzialità di profitto
che nel linguaggio di tutti i giorni, è chiamata capitale»
• Monti di Pietà: Perugia (1462), Gubbio (1463)
• Bernardino da Siena (1380-1444) e Antonino da Firenze (1389-1459): accettazione del profitto come
compensazione dell’industriosità e del rischio.
• William Petty (1623-1687): astensione dall’uso del denaro e compenso per il rischio (misurato dallo
spread su rendimento un investimento fondiario).
Pietro di Giovanni Olivi (1248-1298)
“Il denaro, in quanto realmente destinato a realizzare operazioni commerciali aggiunge una certa
natura generatrice di guadagno alla sua essenza di semplice denaro della medesima quantità, il
quale non è destinato ad operazioni commerciali....Come il valore del semplice denaro appartiene a
chi lo cede, così anche il valore del predetto capitale” (De venditionibus).
“L’interesse del probabile lucro era contenuto in quel capitale in modo potenziale e quasi
embrionale; altrimenti esso non potrebbe essere lecitamente richiesto”
Giovanni Olivi
“Il denaro, in quanto realmente destinato a realizzare operazioni commerciali aggiunge una certa natura
generatrice di guadagno alla sua essenza di semplice denaro della medesima quantità, il quale non è
destinato ad operazioni commerciali....Come il valore del semplice denaro appartiene a chi lo cede, così
anche il valore del predetto capitale” (De venditionibus).
“L’interesse del probabile lucro era contenuto in quel capitale in modo potenziale e quasi embrionale;
altrimenti esso non potrebbe essere lecitamente richiesto”
Scoperte geografiche
1454: Enrico il Navigatore
1488: Bartolomeo Diaz doppia il capo di Buonasperanza
1498: Vasco De Gama raggiunge l'India.
1492: Cristoforo Colombo raggiunge i Caraibi e poi la Colombia
1501: Amerigo Vespucci circumnaviga l'America del Sud
1519-1522: Ferdinando Magellano compie la circumnavigazione del globo
Visione laica della politica
Nicolò Machiavelli (1469-1527), Il principe (1517)
Francesco Guicciardini (1483-1540), Storia d’Italia (1534)
Erasmo da Rotterdam (1467-1536)
Thomas more (1478-1536)
Jean Bodin (1529-1596)
Hugo Grozio (1583-1645)
Thomas Hobbes (1588-1679)
Bullionismo
Forte attenzione ai flussi di moneta e oro (bullion) fra stati come indice della ricchezza nazionale
Occorre vendere agli stranieri annualmente più di ciò che consumiamo con le loro merci (Mun)
La ricchezza non consiste nel possedere oro e argento, ma nel possedere di più rispetto agli altri
La rivoluzione scientifica
Copernico (1473-1543)
Keplero (1571-1630)
Galileo galilei (1564-1642)
Isaac Newton (1643-1727)
Henry Percy, Francis bacon (il nuovo metodo, unione della facoltà sperimentale e razionale),
Giordano Bruno e Thomas Hobbes: atomismo
Fisica, chimica, anatomia: grandi sviluppi fra XVI e XVI secolo
Il metodo scientifico
Finalismo aristotelico: scolastica
Empirismo e metodo induttivo: galileo galilei, Francis bacon, Thomas Hobbes
-esperimenti e raccolta di dati, generalizzazione (teoria), test di teoria
Hobbes: concezione materialistica meccanica del mondo”compiuto sive logics”
Razionalismo
Deduttivismo: renè descartes (1596-1650)
-Analisi del mondo come complesso dinamico di parti n relazione fra di loro. Utilizzo della logica a partire da
alcuni principi indiscutibili
-Matematica e geometria come basi della scienza assoluta
-Esistenza di una ragione universale che consente di conoscere la logica che governa il mondo a prescindere
dal singolo fenomeno
Approccio storico
Influenza del filosofo gan battista vico
James steuart epoche storiche e scetticismo verso l’esistenza di leggi di carattere universale
Il metodo Petty
Non solo quantificazione dei fenomeni sociali, ma ricerca dei nessi causali: “delle cause che hanno
fondamenta visibili nella natura”
I dati stessi sono ricostruiti e stimati attraverso complesse catene logico-deduttive e non solo
raccolti
Non solo descrizione, ma costruzione di un modello aritmetico e geometrico del sistema economico
che permetta di interpretarlo e spiegarne il funzionamento
Economa nazionale come “corpo politico”: “anatomia politica”
Netta separazione fra scienza e morale: il problema morale sorge non per la scienza in sé che si
occupa dei mezzi. La morale riguarda i fini
L’anatomia politica
Individuo e stato sono i due oggetti di analisi: i corpi intermedi e i cittadini di altri paesi hanno avuto
un’influenza limitata sulla vita dell’individuo
L’economia nazionale è delimitata dalla sovranità politica (come lo stato in machiavelli)
Analogie anatomiche: moneta e grasso
Agricoltura e manifattura
Il sangue e i succhi nutritivi del corpo politico sono costruiti dal prodotto dell’agricoltura e della
manifattura
Idea del sistema economico come un sistema circolatorio, basato sul flusso di beni fra settori e
territori
Petty anticipa i classici sotto molti aspetti: teoria dei prezzi e del sovrappiù
Il sovrappiù
È ciò che avanza una volta pagati i costi di produzione (lavoro incluso)
Problema dei prezzi fra i beni in termini di grano è risolto ricorrendo al lavoro necessario a produrre
grano e moneta
Il sovrappiù può essere espresso anche come rapporto fra il numero di persone che producono
servizi e beni di lusso (+disoccupati e inabili al lavoro) e numero di persone necessarie a produrre i
beni necessari (grano, vestiti, ecc)
Politica economica
Posizioni mercantiliste
-importanza del surplis della bilancia commerciale per acquisire oro e argento
-tuttavia la vera ricchezza del paese è data da un alto livello di occupazione e produzione
Sistema fiscale semplice, rigoroso ed efficiente: tassare i consumi e non i risparmi per evitare
doppia tassazione
Proporzionalità dell’imposta
Importanza di un catasto
Prezzo politico prezzo determinato dai costi di produzione in un determinato territorio, prezzo efficiente
ma relativo ad una comunità politica
Prezzo naturale è il prezzo più efficiente in generale tra i prezzi politici, indipendentemente dal territorio.
I fisiocratici
• vengono chiamati “Les Économistes”
• Partecipano all’Encyclopédie di Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond D’Alembert
• fondatore: François Quesnay (1694-1774)
• Nicolas Baudeau (1730-1792)
• Pierre Samuel Dupont de Nemours (1739-1817)
• Victor Riqueti De Mirabeau (1715-1781)
• Anne-Robert-Jacques Turgot (1727-1781), Ministro delle finanze (1774-1776).
• Pierre-Paul Mercier de la Rivière (1720-1794)
Le principali opere
• Quesnay:
-le due voci Fermiers e Grains (nell’Encyclopédie) (1756, 1757)
-Tableau Économique (1758-59)
-Droit naturel (1756)
• Mirabaeu, L’ami des hommes (1756)
• Merciere De La Rivière, L’ordre naturel et essential des sociétés politiques (1767)
• Turgot, Réflexions sur la formation et la distribution des richesses (1766)
Riviste:
• Journal de l’Agriculture, du Commerce et des Finances (1766-1768)
• Ephémerédis du Citoyen (1768-1772)
Assunti di Partenza 1
Società capitalistica:
• Il capitale è produttivo in agricoltura, dove il suo investimento produce un sovrappiù, grazie alla
fertilità naturale della terra.
• Il sovrappiù è quella parte della ricchezza prodotta nel processo produttivo che eccede la
ricchezza necessaria a riprodurre i mezzi di produzione.
• Tale ricchezza permette dunque un consumo superiore a quello necessario e permette di
accrescere il processo produttivo estendendolo.
Assunti di Partenza 2
• Tre classi: agricoltori (intesi come impenditori agricolifittavoli, capitalisti), proprietari fondiari,
artigiani e servitori
• Sistema chiuso. No commercio estero. Non c’è Stato.
• Il prodotto è calcolato in termini monetari (lira francese)
• Sistema di mercato: ognuno acquista sul mercato tutto ciò che gli serve.
• Gli scambi all’interno di un settore non sono contabilizzati nell’aggregato.
Assunti di partenza 3
• Solo la terra genera un output più grande dei costi della sua produzione: si assume che la
produttività della terra sia del 100%.
• Per gli artigiani il valore dell’output è uguale al pagamento dei fattori di produzione, mentre per
gli agricoltori, 2.000 lire di investimento generano 2.000 lire di prodotto netto.
• Il prodotto netto (= risultato della naturale fertilità della terra), generato sulla terra dagli
agricoltori, viene interamente pagato ai proprietari a titolo di rendita.
• Le 1.000 lire spese dai proprietari nel settore agricolo in cambio di beni agricoli vengono
reinvestite e generano 2.000 lire di prodotto totale, delle quali:
• 1.000 lire servono al pagamento dei costi di produzione
• 1.000 lire vanno ai proprietari terrieri in forma di rendita monetaria.
• Le 1.000 lire pagate dai proprietari agli artigiani in cambio di manufatti e servizi vengono spese
per metà nell’acquisto di beni agricoli e per metà nell’acquisto di altri beni manifatturieri
• Le 500 lire spese dagli artigiani nel settore agricolo generano uno stesso prodotto netto che
viene conferito ai proprietari terrieri a titolo di rendita.
• Le 1000 lire che gli agricoltori ricevono dai proprietari vengono in parte spese nell’acquisto di
manufatti dagli artigiani (500 lire)
• Gli artigiani spendono una parte delle 500 lire per acquistare beni agricoli (250 lire)
• Le 250 lire ricevute dagli agricoltori vengono investite sulla terra e generano un prodotto netto di
250, che va ai proprietari terrieri sotto forma di rendita.
Alla fine:
• Gli agricoltori hanno avuto una domanda complessiva di 2.000 lire (1000+500+250+…), di cui
1000 lire dai proprietari e le restanti dagli artigiani.
• Anche gli artigiani hanno avuto una domanda complessiva di 2.000.
• Gli agricoltori hanno speso metà dei loro redditi nell’acquisto di beni manufatti (500+250+125 +
…) e l’altra metà in beni agricoli al loro interno.
• Gli agricoltori hanno investito complessivamente 2000 lire che hanno fruttato 2000 lire di
prodotto netto (+100%).
• Il prodotto netto pagato ai proprietari viene da loro speso in beni artigiani e beni agricoli e il ciclo
ricomincia.
Alcuni problemi
• Il settore agricolo produce merci per 4000 lire, quello artigianale per 2000
• Se gli individui dividono i loro consumi in parte uguali fra manufatti e alimentari: 3000 + 3000
mancano 1000 lire di manufatti e ci sono 1000 lire di beni agricoli in eccesso.
• Soluzione 1 (prime due edizioni del Tableau): commercio estero per scambiare beni agricoli con
beni manufatti
• Soluzione 2 (III edizione del Tableau): proporzioni diverse fra la popolazione dei due settori. Gli
artigiani consumano solo sussistenze e materie prime.
• Soluzione 3 (dalla IV edizione del Tableau, Formula aritmetica, 1766): la classe sterile non utilizza
manufatti e la produzione agricola totale è di 5000 lire (che include le sussistenze dei lavoratori di
tutti i settori).
Principali pregi
• Interdipendenza fra i settori economici (ispira Marx, Walras, Leontieff)
• Ruolo degli imprenditori (come in Cantillon)
• Accumulazione del capitale come fattore di crescita economica
• Idee di leggi naturali che governano il sistema economico.
Configurazione finale
Propr ottengono prod alimenti e M, scambiando D nel sistema economico
La classe sterile ottiene alimenti, manufatti, mp per continuare a lavorare
Gli agricoltori ottengono M, A, MP, D=2000conferiti ai proprietari terrieri che iniziano
nuovamente il ciclo
Contrattualismo
Per Hobbes la libertà nello stato di natura porta al caos e all’insicurezza.
Gli uomini rinunciano alla piena libertà, e delegano il potere ad un Leviatano che stabilisce la
proprietà, la difende e fa rispettare la legge.
Per Locke la proprietà non deriva dal contratto o dal potere statale, ma è un diritto naturale:
«Ognuno ha la proprietà della propria persona, alla quale ha diritto nessun’altro che lui [… ] Il
lavoro del suo corpo e l’opera delle sue mani possiamo dire che sono propriamente suoi». Se
ognuno è proprietario del propria persona e del proprio lavoro, ciascuno è anche proprietario dei
beni materiali che ha prodotto «in quanto vi aggiunge qualcosa di più di quel che ha fatto la
natura, madre comune di tutti» «indichiamo con il nome generale di proprietà privata dei mezzi di
produzione» (John Locke 1690, p. 130)
Egoismo o benevolenza?
• Per Hobbes l’uomo è fondamentalmente egoista per questo la libertà è un pericolo. Potere
coercitivo unica soluzione.
• Per Kant la legge morale è innata e viene colta dalla ragione. La legge positiva deve riflettere la
legge naturale.
• Per Shaftesbury e Hutcheson la radice della moralità sta nei sentimenti di benevolenza che
prevalgono nel comportamento umano e generano ordine sociale e armonia.
• Per Mandeville i vizi privati possono diventare pubbliche virtù se abilmente regolate da un
governo.
• Per Smith le motivazioni dell’uomo sono complesse, non buone o cattive in assoluto. L’uomo può
apprendere a sviluppare la propria moralità e dominare le passioni a partire dall’interazione
sociale. La società stessa evolve nei suoi costumi morali.
La mano invisibile
“Essi sono condotti da una mano invisibile a realizzare quella stessa distribuzione dei generi di
necessità che si sarebbe realizzata se la terra fosse stata divisa in eguali proporzioni tra i suoi
abitanti; e così’, senza volerlo e senza saperlo, promuovono l’interesse della società, e forniscono i
mezzi per la moltiplicazione della specie” (TMS, p. IV, c.1)
La mano invisibile
“Egli non intende promuovere l’interesse pubblico né sa quanto lo promuova…egli mira soltanto al
suo guadagno e in questo come in molti altri casi, egli è condotto da una mano invisibile a
promuovere un fine che non rientrava nelle sue intenzioni. Perseguendo il proprio interesse, egli
spesso promuove quello della società in modo più efficace di quanto intenda promuoverlo”.
Spesso quando si persegue il proprio interesse, si consegue anche quello altrui. L’aspetto
relazionale e quello economico vanno di pari passo.
La mano invisibile viene successivamente interpretata come egoismo economico e libero mercato.
Il metodo di Smith
• The history of astronomy: the principles which lead and direct philosophical enquiries (1795).
• “La natura sembra abbondare di eventi che appaiono isolati e incoerenti in tutto ciò che li
precede, e quindi disturbano la facilità del movimento dell’immaginazione (p. 33)…compito della
filosofia è introdurre ordine in questo caos di apparenze dissonanti, rappresentando le invisibili
catene che collegano fra loro tutti questi oggetti disgiunti” (p. 45) I sistemi filosofici sono “mere
invenzioni dell’immaginazione, dirette a collegare gli altrimenti sconnessi e discordi fenomeni
naturali”
• Sfiducia verso esistenza di leggi naturali, espresse in forma matematica (come per Petty o i
fisiocratici) o meccanica
• Metodo della retorica e del dibattimento processuale per scegliere le proposizioni da accettare e
rifiutare.
La verità viene individuata tramite il metodo dialettico: tesi, antitesi, argomentazioni.
Tutti devono avere accesso a libera istruzione.
Smith da una prima idea di Pil (nella sua ipotesi mancano i servizi).
Il Profitto
• Profitti e rendite sono pari al sovrappiù quella parte del prodotto che eccede quanto serve a
ricostituire le scorte iniziali di mezzi di produzione e di mezzi di sussistenza
per i lavoratori impiegati nel processo produttivo.
Il profitto è ciò che il capitalista tiene per sé dopo aver pagato i costi di produzione e la rendita.
Quando si produce qualcosa, vi sono costi vivi, ciò che avanza è il surplus che deve remunerare
rendita e profitto. La rendita remunera la proprietà terriera e in gran parte non viene investita ma
consumata in cose che non producono beni scambiabili sul mercato. Il profitto invece genera un
ulteriore cambiamento, viene reimmesso nel processo produttivo sotto forma di investimento,
aumenta la quantità di lavoro e la sua produttività. Gran parte dei prodotti vengono reinvestiti, la
spinta a reinvestire è data dal rendimento.
• Smith accetta e legittima il profitto quale remunerazione per l'attività socialmente utile svolta dal
capitalista, incluso l’aver fornito ai lavoratori, durante il processo produttivo, i mezzi di
sostentamento e i macchinari con cui lavorare.
Il fondo salari
Il fondo salari è il fondo anticipato ai lavoratori affinché possano andare a lavorare e guadagnare
un salario. Il fondo cresce nel tempo grazie al reinvestimento dei profitti.
• la domanda di lavoro è determinata dalla quantità di capitale destinato a pagare il lavoro e che,
pertanto, varia a seconda dell'accumulazione del capitale.
• In pratica, la quantità di lavoratori è determinata dividendo il fondo salari (vale a dire il capitale
disponibile per remunerare i lavoratori) per il salario.
• Il salario è normalmente vicino alla sussistenza dei lavoratori, ovvero a quel salario che consente
la sussistenza di un lavoratore e di una famiglia con 2-3 figli. Non si tratta di sussistenza fisica, ma è
un salario socialmente ritenuto dalla società adeguato per lo stile di vita del tempo. Al di sotto di
tale livello il lavoratore tornerebbe in campagna.
• Quando la domanda di lavoro sale perché l’accumulazione di capitale cresce e cresce il reddito di
un paese, il salario può crescere oltre il salario di sussistenza. Quindi il salario riflette dinamiche di
domanda e offerta.
Rendita e Monopolio
A volte la rendita è necessaria, a volte nasce in seguito ad un privilegiosituazioni tali per cui la
rendita non dipende tanto da ciò che si investe, ma dalla posizione che si detiene sul mercato,
posizione aiutata dalla politica. Ecco perché Smith è contro il monopolio
• Un punto sul quale Smith si espresse con continua coerenza fu la critica, talvolta aspra, rivolta ai
proprietari terrieri che «amano raccogliere dove non hanno mai seminato», e ciò induce a ritenere
che Smith avvertisse quel conflitto di fondo, tra gli interessi dei proprietari terrieri e quelli dei
capitalisti, che Ricardo avrebbe in seguito colto pienamente.
• Smith non è uno strenuo sostenitore del liberismo tout court.
• È consapevole dei fallimenti di mercato e del fatto che i monopoli impediscono il corretto
funzionamento del sistema economico i monopoli sono un male per l’economia. Il mercato deve
essere libero di operare, no monopoli, no dazi, no restrizioni al commercio interno internazionale,
no politiche mercantilistiche nel commercio internazionale.
Principio del vantaggio assoluto nel commercio internazionale: l’economia è un gioco win
win, ognuno guadagna dalla specializzazione propria ed altrui, raggiungendo un livello di
consumo maggiore grazie al commercio internazionale.
La politica economica
• Laissez-Faire, Laissez Passer (come Quesnay, Turgot).
• Lotta contro monopoli, corporazioni, dazi, restrizioni al
commercio interno e internazionale
• Guadagni del commercio per tutti i partecipanti (antimercantilismo): dottrina del vantaggio
assoluto.
• Ruolo dello Stato: difesa nazionale amministrazione della
giustizia, educazione pubblica e gratuita per tutti.
• Smith favorevole alle Poor Laws
– Contrario al Settlement act: contrario al mantenere i poveri in una parrocchia, questo impediva
un loro migramento e miglioramento della vita
– I riformatori delle Poor Laws traggono ispirazione da Smith
Meccanismo di crescita del sistema economico basato sul lavoro, produzione di beni e servizi
scambiabili sul mercato, la forza del sistema è il capitale.
La società è attraversata da conflitti, divisioni in classi e ogni classe ha bisogno dell’altra, tuttavia vi
sono asimmetrie di potere e conflitti.
Teoria dei prezzi: esclude che la moneta possa essere misura del valore, la moneta è un bene e il
suo valore cambia nel tempo, non è stabile. La misura stabile del valore è data dal lavoro: il lavoro
è qualcosa che si percepisce immediatamente. Il tempo di lavoro indipendentemente dall’attività
svolta, non cambia (1h è 1h). I beni vengono misurati in base al tempo impiegato per produrlo, più
tempo= più valore=più denaro.
“I salari correnti del lavoro dipendono ovunque dal contratto che comunemente si conclude tra
queste due parti i cui interessi non sono affatto gli stessi. Gli operai desiderano ricevere il più
possibile, i padroni dare il meno possibile. I primi sono propensi a coalizzarsi per elevare il salario, i
secondi per diminuirlo. Non è comunque difficile prevedere quale delle due parti in una situazione
normale dovrà prevalere nella contesa, costringendo l’altra ad accettare le
sue condizioni. I padroni, essendo in numero minore, possono coalizzarsi più facilmente; e la legge
del resto, autorizza o almeno non proibisce le loro coalizioni, mentre proibisce quelle degli
operai”.
Coalizioni e sindacati
• “Non esistono leggi in Parlamento contro le coalizioni volte ad abbassare il prezzo del lavoro
mentre ne esistono molte contro le coalizioni volte ad elevarlo. In tutte queste contese i padroni
possono resistere più a lungo. Un proprietario terriero, un agricoltore, un padrone manifatturiero
o un mercante, anche senza impiegare un solo operaio, possono in genere vivere un anno o due
sui fondi che possiedono, mentre molti operai non potrebbero sopravvivere disoccupati
una settimana, pochi potrebbero sopravvivere un mese e quasi nessuno un anno. Nel lungo
periodo l’operaio può essere tanto necessario al padrone quanto il padrone all’operaio, ma la
necessità non è altrettanto immediata”,
(Smith 1776, trad.it. 2010, p. 155).
Liberal reward of labour Esistono però determinate circostanze che vanno talvolta a vantaggio dei
lavoratori mettendoli in grado di aumentare notevolmente i loro salari oltre questo livello, che è
evidentemente il più basso compatibile con la natura umana. Quando in un paese la domanda di
coloro che vivono di salario […] è in continuo aumento; quando ogni anno dà impiego a un numero
maggiore dell’anno precedente, allora […] la scarsità di braccia genera la concorrenza tra i padroni,
i quali rialzano le offerte l’uno contro l’altro per procurarsi operai rompendo così volontariamente
la loro naturale coalizione volta a impedire l’aumento dei salari. La remunerazione liberale del
lavoro non è quindi soltanto l’effetto necessario, ma anche il sintomo naturale dell’aumento della
ricchezza nazionale. Inversamente la scarsità dei mezzi di mantenimento dei poveri che lavorano è
il sintomo di una situazione stazionaria, mentre il fatto che i poveri muoiano di fame è il sintomo
naturale di una situazione di rapido regresso. (WM, I, pp.113-114) Liberal reward of labour • Il
progresso nelle condizioni dei ceti più bassi del popolo deve essere considerato un vantaggio o un
inconveniente per la società? La risposta sembra a prima vista estremamente agevole. Servi
lavoratori e operai di diverso genere rappresentano la parte di gran lunga maggiore di ogni grande
società politica. Ma tutto ciò che fa progredire le condizioni della maggioranza non può mai essere
considerato un inconveniente per l’insieme. Nessuna società può essere florida e felice se la
grande maggioranza dei suoi membri è povera e miserabile. Oltretutto, è semplice questione di
equità il fatto che coloro che nutrono, vestono e alloggiano la gran massa del popolo debbano
avere una quota del prodotto del loro stesso lavoro tale da essere loro stessi passabilmente ben
nutriti, vestiti e alloggiati. (WN, I, p. 117)
Il valore di un bene è il lavoro che un bene permette di acquisire sul mercato, nel momento in
cui scambio il bene. Il valore di un bene equivale a quante ore mi permette di acquisire sul
mercato. Valore contenuto nei beni che posso ottenere scambiando quel prodotto.
La misura del valore è il lavoro comandato.
Il primo modello serve a ragionare, il secondo modello integra una serie di elementi che in una
società capitalista non si può tener conto. Quindi in una società primitiva, il lavoro comandato
viene determinato dal lavoro contenuto. In una società capitalista, il lavoro comandato dipende da
terra, capitale, lavoro per produrre un bene.
Equivalenza tra lavoro comandato e contenuto che non fa subire danni a casa dell’equivalenza
Il lavoro contenuto non è modificato perché dipende dalla tecnologia, il lavoro comandato
dipende da domanda e offerta, quindi può modificarsi. Quando prezzo di mercato coincide con
prezzo naturale, il prezzo naturale porta all’uguaglianza tra lavoro contenuto e contenuto.
La quantità di castori e cervi alla fine, quando si raggiunge il nuovo equilibrio, il prezzo ritorna alla
condizione iniziale. Mediamente i lavoratori dedicheranno più tempo a produrre castori anziché
cervi, ma in equilibrio non vi è più un guadagno ricavabile dalla produzione di cervi o di castori.
In equilibrio, il prezzo è determinato solo dalla tecnologia, ossia dalle condizioni di offerta. La
domanda è importante perché determina come si ripartisce il lavoro sociale, quindi quanta offerta
di quel bene è necessaria per raggiungere un equilibrio. La domanda è importante per
determinare le quantità, non i prezzi naturali dei beni, dal passaggio da una qtà ad un’altra qtà,
determina il meccanismo di aggiustamento: finchè l’offerta non si è adeguata alla nuova domanda,
quel prezzo sarà premiante per i produttorifinché i consumatori non sono soddisfatti dei castori
prodotti, il castoro avrà un premio sul cervo. I meccanismi di mercato sono dei segnali che servono
ad orientare l’attività produttiva, dove sta andando la domanda, dove orientare le proprie energie,
ma in equilibrio il prezzo naturale è determinato solo dalle condizioni di produzione, il prezzo
naturale è determinato dalla curva dei costi, che in questo caso significa qtà di lavoro necessarie a
produrre quel bene.
Domanda e offerta
• Un cambiamento dei gusti, ovvero nella domanda dei consumi per i due beni, induce un
cambiamento nei prezzi di mercato.
• Il cambiamento dei prezzi di mercato crea gli incentivi necessari a spingere i cacciatori a produrre
la quantità desiderata dai consumatori.
In modo che l’offerta si adegui alla domanda.
• Quando la quantità domandata dei due beni viene prodotta il prezzo di mercato torna a
convergere verso il prezzo naturale.
Quindi il lavoro comandato sarà più alto, perché tiene conto degli altri due fattori produttivi: terra
e capitale.
Quindi il costo di produzione non è più misurabile come qtà di lavoro contenuto, ma vanno
considerate terra e capitale, introducendo la remunerazione di mercato del lavoro, della terra e
del capitale, la quale a sua volta avrà un valore naturale. Nel caso del lavoro è il salario di
sussistenza, nel caso del capitale è il profitto che nasce dalla concorrenza tra capitalisti.
Teoria tale per cui tutti fattori produttivi concorrono alla formazione del costo di produzione e
quindi del prezzo. Tuttavia, rimane fermo il concetto che il valore di scambio è determinato dal
costo di produzione, e la domanda regola la qtà prodotta, ma non il prezzo. Nell’immediato il
prezzo di mercato può cambiare per effetto della domanda. Nel passaggio tra una data qtà offerta
e una nuova qtà offerta trainata dalla domanda, il prezzo momentaneamente aumenta, ma poi il
prezzo sarà determinato dai costi di produzione, se non cambia la tecnologia.
I costi di produzione determinano il prezzo naturale, ovvero il valore di scambio, questo costo di
produzione in una società primitiva è determinato dal lavoro contenuto, in una società
capitalistica è dato da salari, profitti e rendite. Quindi nell’immediato possiamo avere uno
squilibrio nei prezzi, ma il valore non cambia, perchè è dato dal costo di produzione!!
• La differenza tra due personaggi tanto diversi come un filosofo e un volgare facchino di strada,
per esempio, sembra derivi non tanto dalla natura quanto dall’abitudine, dal costume e
dall’istruzione. Quando vennero al mondo, e fino a sei o otto anni, potevano anche
somigliarsi molto e magari i genitori e i compagni di gioco non sarebbero stati capaci di notare
nessuna differenza significativa.
Ferdinando Galiani
– Della moneta (1751); Dialogo sul commercio dei grani (1770)
– Seguace di Vico: antirazionalista, maestro di pensiero critico
– Comportamenti individuali e progressive generalizzazioni (ceteris paribus)
– Teoria del valore soggettiva: utilità e rarità: “proporzione tra la quantità delle cose e l’uso che ne
viene fatto” (Galiani, 1769)
– La rarità dipende a sua volta dalla “fatica” ovvero dal lavoro necessario.
– Teoria quantitativa della moneta, domanda e offerta, moneta riserva di valore
Teoria del valore più soggettiva rispetto a Smith, teoria dell’utilità: idea che il valore dipende
dall’utilità e dalla rarità. Il valore dipende dalla proporzione delle cose e dall’uso che ne viene
fatto. Ciò che da valore non è il lavoro in sé, ma piuttosto la rarità rispetto alla domanda.
Galiani è un teorico della teoria quantitativa della moneta. Ritiene che la moneta non sia solo un
mezzo di scambio, ma anche una riserva di valore.
Antonio Genovesi
• Prima cattedra di economia politica in Europa (1754)
• 1757 Elementi di commercio
• 1765-1770 Lezioni di economia civile
• 1766 Logica e Diceosina o sia della filosofia del giusto e dell’onesto
• 1777 traduce Esprit des lois di Montesquieu
L’economia civile
• Rifiuta la lezione di Thomas Hobbes. Non homo homini lupus che ripropone come homo homini
natura amicus.
• “Forza diffusiva” e “forza concentrativa”
• Mercato e “incivilimento”
• Non c’è contrasto tra interesse individuale e felicità pubblica
• Importanza della fiducia per il mercato
Antropologia diversa da quella di hobbes. Homo homini natura amicus: l’uomo è naturalmente
amico dell’uomo.
Forza concertativa: forza che tende a concentrare l’attenzione sui nostri bisogni
Forza diffusiva ci spinge a ricercare la relazione con gli altri.
Lo stato deve favorire le forze diffusive e tenere a bada le forze concentrative.
Il mercato aiuta l’incivilimentoconcetto che riprende dall’umanesimo italiano. La ricchezza è
cosa buona che porta alla civiltà, motore di ordinamenti che rispettano la dignità dei diritti della
persona.
Non vi è un contrasto tra la felicità pubblica e l’interesse individuale. Per genovese vi è una spinta
positiva verso gli altri, l’interesse individuale si accompagna ad una capacità di vivere in società
che lo rende accettabile e che promuove la felicità pubblica (anticipazione di economia del
benessere).
Mercato e “incivilimento”
• Il mercato è fonte di civiltà.
• La riflessione di Genovesi rappresenta l’approdo moderno della tradizione classica e cristiana
delle virtù civili e del bene comune che, pur cogliendo lo spirito e le novità del suo tempo, tendeva
a leggere le dinamiche economiche all’interno della vita civile.
• «in natura queste parole giusto, onesto, virtù, utile, interesse non si possono se non
isolatamente disgiungere»
Mercato e fiducia
• Come per i francescani del Tre-Quattrocento, il mercato è per Genovesi una faccenda di fides
• Il discepolo Filangeri ci ricorda che per Genovesi la fiducia «è l’anima del commercio, […] senza di
essa tutte le parti che compongono il suo edificio, crollano da sé medesime»
Felicità e interesse: idea di legame sociale forte, qualcuno non si può arricchire se la sua città sta
andando a rotoli, idea di condivisone.
La scuola milanese
• Cesare Beccaria (1738-1794)
• Pietro Verri (1728-1797)
• Alessandro Verri (1741 –1816)
• I fratelli Verri fondano la rivista Il Caffè
• Esce tra il 1764 e il 1766. Furono realizzati complessivamente 74 numeri, che trattavano di “cose
varie, cose disparatissime, cose inedite, cose fatte da diversi autori, cose tutte dirette alla pubblica
utilità”. (Verri)
Ottimismo post-smithiano
• Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat Marchese di Condorcet (1743-1794)
• William Godwin (1756-1836): libertario, istituzioni, benevolenza, eguaglianza. Compagno di Mary
Wollenstonecraft
• Redistribuzione del reddito apre possibilità di sviluppo economico e sociale.
• “Quando i giusti ragionamenti e le verità sono comunicati adeguatamente, essi sconfiggono
sempre l’errore; la verità è onnipotente; i vizi e le debolezze morali dell’uomo non sono invincibili,
l’uomo è perfettibile, ossia, in altre parole, è suscettibile di un perpetuo miglioramento”, W.
Godwin
La svolta del 1879
• La rivoluzione francese e ancor più la sua degenerazione nel periodo del “terrore” (1793-1794)
segnano la fine del riformismo.
• Guerre rivoluzionarie e poi Napoleoniche
• Restaurazione successiva con Napoleone sul piano culturale e politico
• Dugald Stewart (1753-1858) e Jean Baptiste Say (1767-1832): reinterpretazione conservatrice di
Smith liberismo economico e liberismo politico vengono divisi
Il grande errore di Godwin sta nell’attribuire alle istituzioni umane la responsabilità di quasi tutti i
vizi e le miserie esistenti nella società civile. Gli ordinamenti politici e gli istituti tradizionali della
proprietà, sono le sorgenti feconde di tutti i mali, i focolari di tutti i delitti che degradano
l’umanità…ma la verità è che, sebbene le istituzioni umane possono sembrare le cause ovvie e
importune di tanti mali dell’umanità, esse sono invece lievi e superficiali, sono semplici piume che
galleggiano sulla superficie, a paragone di quelle più profonde che inquinano le fonti e rendono
torbido tutto il corso della vita umana”, Malthus
La legge di popolazione
“Affermo che il potere di popolazione è infinitamente maggiore del potere che ha la terra di
produrre sussistenza per l’uomo. La popolazione, quando non è frenata, aumenta in progressione
geometrica. La sussistenza aumenta soltanto in progressione aritmetica. Una conoscenza anche
superficiale dei numeri mostrerà l’enormità del primo potere con il secondo”
Le correnti che inquinano le fonti sono gli istinti della persona umana
Istinto riproduttivo, Malthus incoraggia la riproduzione
La crescita e il benessere liberano gli istinti, quegli istinti che portano a procreare e far crescere la
popolazione, la popolazione cresce di più della disponibilità delle risorse. La popolazione cresce in
proporzione geometrica, le risorse crescono in proporzione aritmetica.
Trappola malthusiana:
freni repressivi:
della naturapandemie e carestie
degli uominiguerre
Per evitare i fini repressivi, Malthus proporne di ritardare l’età del matrimonio.
Visione gloomy della società, che fa da sfondo alla sua riflessione economica: perché dare un
aumento agli operai se poi i lavoratori si moltiplicheranno e creeranno le basi della loro povertà,
diminuendo ulteriormente il loro salario. Quindi ogni aumento di salario è vano, perché la legge di
popolazione porterà i lavoratori a moltiplicarsi e ridurre il salarioLegge bronzea del salario di
sussistenza.
Per Malthus è la pressione dei lavoratori sul mercato del lavoro a far si che il salario possa
scendere o salire. Se il salario sale, i lavoratori fanno figli, il salario scende. Quindi il salario di
sussistenza non può essere modificato, contrariamente a ciò che riteneva Smith.
Se la popolazione aumenta il salario reale diminuisce, la povertà riduce la natalità e i matrimoni
finché non si ritorna al salario di sussistenza. Qui il salario è dato da fondo salari/n lavoratori.
Non c’è spazio per una crescita del salario e per una politica redistributiva da parte dello stato,
come le poor lawsportano ad un aumento delle nascite.
Paura della crescita di una massa die poveri.
Malthus è contro gli alti salari richiesti dai sindacati (trade unions), contro le poor laws.
La teoria del fondo salari da vita alla legge ferrea del salario di sussistenzanon ci sono deroghe al
salario di sussistenza.
Il dibattito sugli alti salari e le poor laws Per Smith, il salario di sussistenza dipende dalla scarsa
forza contrattuale dei lavoratori. Fondo salari: K/w = L Malthus: Legge “ferrea” o “bronzea” del
salario di sussistenza: - principio maltusiano: se popolazione aumenta il salario reale diminuisce,
povertà riduce natalità e matrimoni finché non si torna al salario di sussistenza.
- Contro le Poor Laws: necessità della miseria per evitare crescita della popolazione: la miseria è
frutto della scarsità naturale.
1834: abolizione delle Poor Laws
Visione negativa di Malthus si aggancia alla legge dei rendimenti decrescenti in agricoltura
Il rendimento agricolo oltre ad un certo livello decresce, perché la terra offre rendimenti
decrescenti, alla fine avremo un lavoratore marginale che scopre che il frutto del suo lavoro non
ripaga il suo salario di sussistenza Trappola malthusiana.
La scienza di malthus è una scienza triste che non da speranze alle fasce più basse, il progresso
economico è destinato a pochi.
Karl marx chiama gli economisti che vanno da Smith a ricardo gli economisti classici, perché
rispecchiano il punto di vista della borghesia, classe che andava via via affermandosi.
Ricardo è colui che rappresenta gli ideali e la visione borghese
Il contesto storico
• Guerre napoleoniche (1793-1815)
• Emissione di debito e aumento circolazione della moneta, svalutazione della moneta
• Chiusura delle frontiere rafforza i proprietari terrieri: il prezzo del grano sale, aumentano i salari
monetari
• Danno per gli interessi commerciali e manifatturieri dell’Inghilterra: riduzione di profitti ed
esportazioni.
• Esplode la rivoluzione industriale. La meccanizzazione dell’industria è diventata ormai un
fenomeno sotto gli occhi di tutti.
• L’Inghilterra deve decidere che strada prendere: garantire gli interessi terrieri o favorire quelli
manifatturieri
David Ricardo
1772: nasce a Londra, da un agente di Borsa di origini ebraiche e si impegna con successo nella
stessa attività
• 1809: The price of Gold
• 1810: The high price of Bullion
• 1815: Essay on the influence of a low price of corn on the profit of stock
• 1816: Plan for an economical and secure currency
• 1817: Principles of Political Economy and Taxation
• 1819: Siede in Parlamento nella House of Commons
• 1819: II ed. • 1821: III ed.
• 1823: Plan for the establishment of a National Bank
• 1951: Edizione critica Opere di Ricardo, curata da Piero Sraffa e poi da Maurice Dobb.
Tema dei dazi doganali e dell’alto prezzo del grano. Gli economisti vicini ai proprietari terrieri
sostengono che i dazi non danneggiano l’economia inglese. Argomentazione: è uno sviluppo del
valore-costo di produzione di smith. Il valore di ogni bene è dato dal costo di produzione, il costo
di produzione è dato da tre componenti: profitto, rendita, salario. Il prezzo di un bene dipende
quindi dalle 3 componenti. Se rendita e salarli crescono perché il grano è caro, non c’è motivo per
cui assumere che anche i profitti debbano scendere, perché il valore dei beni che i capitalisti
manifatturieri vendono incorpora il maggiore valore che è incluso nei salari.
Sulla base della teoria del valore costo di produzione di Smith, dato che il valore di un bene
dipende dalla somma di salari, profitti, rendite, allora se aumentano i salari, il prezzo di vendita
aumenta. La maggior inflazione portata sui salari dall’aumento del prezzo del grano si traslerà sui
consumatori.
Ricardo sostiene il contrario. Inoltre, egli sostiene l’idea che in natura vi sono rendimenti
decrescenti, essi fanno si che più si produce grano, più aumenta il costo di produzione e questo
porta dei problemi all’economia.
Se non si ha più a disposizione grano da importare dall’estero a basso prezzo, quella qtà di
produzione non può più essere effettuata, dovrò produrre internamente di più per consumare di
più, producendo di più se ho rendimenti decrescenti ho aumento dei costi.
Metodo di ricardo
Si occupa dei problemi del suo tempo
L’obiettivo della scienza economica è spiegare la produzione e la distribuzione del reddito tra le
classi sociali. Affinché la società prosperi e cresca, i capitalisti devono vivere di profitto, una
riduzione dei profitti riduce la crescita.
Esiste un legame stretto tra distribuzione del reddito e produzione.
Il tasso di accumulazione dipende dai profitti.
Il prodotto dell’economista è un modello che serve a capire la realtà
“Ricardian Vice”
• Smith usa un metodo logico-deduttivo, contestualizzato: l’analisi storico istituzionale e
l’attenzione al contesto specifico, politica economica come arte più che come scienza
• Ricardo adotta un approccio decisamente più teorico e deduttivo, nel quale egli assume una
serie di ipotesi e ne deduce prescrizioni di politica economica, senza significative
contestualizzazioni.
• Schumpeter, History of economic analysis, 1954
Vizio di ricardo è che i suoi modelli non contestualizzano l’analisi economica, non prevede passaggi
intermedi, va considerato che la realtà è più complessa.
Usa la teoria per rispondere a problemi pratici.
Prende le distanze da Smith perché lo ritiene confuso.
Alcune definizioni
Capitale: sementi + salari anticipati per sostentare i lavoratori durante il ciclo produttivo
Surplus: qtà di prodotto che avanza una volta pagati i salari e ricostruite le sementi
Rendite: qtà di prodotto pagato dagli agricoltori ai proprietari terrieri in cambi della possibilità di
coltivare i loro terreni.
Prodotti: qtà di prodotto pagato dagli agricoltori ai proprietari terrieri in cambio della possibilità di
coltivare i loro terreni.
Profitti: qtà di prodotto che rimane agli agricoltori una volta pagati salari, sementi e rendite
Saggio di profitto: rapporto fra profitti e capitale investito
Alcune ipotesi
• Salari, profitti e rendite siano pagati solo in grano.
• La terra marginale non paga rendita (il suo costo opportunità è zero). Il prodotto che si genera
sulla terra marginale determina il saggio di profitto.
• Concorrenza fra agricoltori spinge ad offrire una rendita più elevata ai proprietari per avere la
terra più fertile fino a che il loro profitto (al netto della rendita) coincide con quello che avrebbero
sulla terra marginale.
• Il tasso di profitto determinato sulla terra marginale diviene il tasso di profitto accettato da tutti
gli agricoltori.
Modello granotutto ciò che si produce e consuma è espresso in grano, anche le rendite sono in
grano
Terra marginale= ultima terra messa a coltura, è la meno fertile. Essa non paga alcuna rendita, il
proprietario la da in coltura gratuitamente, dato che non ha usi alternativi, così facendo risparmia
sui costi di manutenzione della terra. Dato che non si deve pagare la rendita sulla terra marginale,
tutto il surplus si traduce in profitto.
I capitalisti sono in concorrenza fra di loro per ottenere la terra più fertile, competizione dura
fintato che si raggiunge un equilibrio tale per cui il tasso di profitto è pari a quello che si ottiene
sulla terra marginale. Si arriva quindi ad un saggio di profitto unico pari a quello sulla terra
marginale.
Idea di rendimenti crescenti della terra, come in Malthus.
La rendita è causata del prezzo, a fronte di una politica di liberalizzazione che riduce il prezzo, si
riduce anche la rendita. Dove le rendite sono elevate, l’economia è poco dinamica.
Tra le varie ipotesi alla base del modello è che tutti i prezzi e flussi sono espressi in grano: ipotesi
molto restrittiva. Ricardo opera così perché non ha elaborato ancora una teoria dei prezzi, utile
per misurare la distribuzione del prodotto e il relativo valore di scambio.
Ricardo torna sulla teoria del valore e lo fa cercando una teoria che non dipenda da valutazioni
individuali e che sia basata sulle difficoltà di produzione.
Occorre avere una misura oggettiva: ci serve sapere quanto la società sta investendo in termini di
risorse reali per la produzione di un bene, come si definisce la divisone sociale del lavoro.
La nostra società oggi si basa solo su prezzi, su valori monetari
Ricordiamo che il lavoro comandato è la qtà di lavoro che può essere ottenuta in cambio di una
merce. In una società primitiva lavoro comandato e contenuto coincidono, in una società avanzato
lavoro comandato>lavoro contenuto.
Salario, valore e costo di produzione
Assumiamo un salario orario di 10 euro
Merce A = 10Lx10 euro + K 100 euro (10h di lavoro * 10 euro salario/h + un capitale di 10 euro)
Merce B = 10Lx10 euro + K 200 euro
Prezzo A = 200/300 B
A = 0,66 B
Assumiamo che il salario orario diventi di 20 euro
Merce A = 10hLx20 euro + K 100 euro =200+100
Merce B = 10Lx20 euro + K 200 euro = 200+200
Prezzo A = 300/400 B
A = 0,75 B
Commento: la teoria del lavoro comandato in una società capitalistica, non funziona come misura
invariabile del lavoro.
Critica di ricardo
In una società capitalista, i beni sono prodotti con terra, capitale, lavoro.
Ricardo sostiene che dato tutti i beni sono riproducibili, il capitale è prodotto dal lavoro.
Ricardo distingue tra lavoro diretto e lavoro indiretto. È possibile tornare alla teoria del lavoro
contenuto dividendo il lavoro contenuto in lavoro diretto e indiretto. Il lavoro indiretto è realizzato
da lavoratori che utilizzano macchine nella produzione di un bene finale, il cui valore sarà dato
dalla somma di lavoro diretto ed indiretto necessario a realizzarlo.
Possiamo rappresentare la società come somma di settori verticalmente integrati.
Lavoro diretto + indiretto= valore contenuto nel bene= il suo valore.
Quello che finora abbiamo detto si applica ai beni riproducibili. I beni irriproducibili, come la terra,
essi entrano nel costo di produzione, ma non si possono fabbricare. Ricardo risponde che, come
abbiamo visto nel modello della rendita, non è il costo della terra che determina il prezzo, non è la
rendita che determina il prezzo del grano: è il prezzo del grano che determina la rendita. Quindi
non dobbiamo preoccuparci della terra: sappiamo che quando vendiamo una merce dobbiamo
pagare una rendita, ma essa è determinata dal prezzo. Si ragiona in termini causali che
permettono di ordinare il ragionamento (causa-effetto).
La qtà di lavoro, diretto e indiretto, causa il valore la rendita no. Perché la rendita è a sua volta
determinata dal prezzo.
E se vi sono lavori di qualità diversa: più lavoro è richiesto per la realizzazione del bene, più esso
sarà costoso. In presenza di un artigiano bravo che riduce il proprio il tempo di produzione
mantenendo inalterata la produttività media, avrà un salario più alto. L’artigiano sarà pagato di
più, ma il prezzo del bene non cambia. Se tutti gli artigiani diventano bravi come l’artigiano in
questione e la loro produttività media aumenta, il costo di produzione diminuisce e il prezzo di
vendita sarà minore. Allora in quel caso aumenta la tecnologia e diminuisce il prezzo. La qualità
individuale del lavoro consente al singolo lavoratore di avere un tenore di vita più alto. Ciò che
determina il prezzo del bene non è la produttività del singolo lavoratore, ma la produttività
media.
Per capire qual è la distribuzione del reddito bisogna ragionare a livello macroeconomico: poi
applicare ciò che si è determinato a livello macroeconomico, ai singoli settori produttivi. Salari,
profitti e rendite non sono determinati sul singolo bene, ma sono determinati a livello
macroeconomico. Salari profitti e rendite non sono determinati sul singolo bene, ma sono
determinato a livello macroeconomico, perché vi è concorrenza tra capitalisti, lavoratori e
proprietari terrieri. La concorrenza porta il sistema economico a raggiungere determinate quote
distributive.
Il saggio di profitto emerge dalla qtà di lavoro globalmente preformato a livello economico, che
determina una certa qtà di prodotto, al quale, una volta tolte le sussistenze (MP x riattivare il
ciclo della produzione), lascia un surplus economico.
L’alternativa potrebbe essere saggi di profitto diversi per i diversi settori economici, questo
permetterebbe di rendere uguali i prezzi in modo da tener conto solo della qtà di lavoro. Se si
rinuncia al saggio di profitto unico a livello di sistema, potremmo dire che quando una merce è
prodotta con più capitale, allora il profitto potrebbe essere più basso in quel settore e consentire
di calcolare comunque il lavoro come unico determinante del prezzo dei beni.
Ricardo rifiuta questa strada: il saggio di profitto, data la concorrenza dei capitalisti, deve essere
unico nel sistema economico. Se il saggio di profitto è unico, ma entra in modo diverso nei diversi
beni, i prezzi effettivi saranno diversi dai prezzi determinati dalle qtà di lavoro contenute,
direttamente e indirettamente.
Nb: lavoro indiretto= lavoro necessario per costruire macchinari, strumenti. In ogni bene abbiamo
qtà di lavoro x costruire la macchina/qtà di prodotti che la macchina è in grado di realizzare.
Conseguenze
• Una variazione della produttività del singolo lavorativo comporta un aumento del suo salario
• Una variazione della produttività media di tutti i lavoratori nella merce A comporta una
riduzione del costo in termini di lavoro, e, dunque, una riduzione del prezzo di A.
• Il salario rimane ancorato al livello di sussistenza.
La “merce media”
• Nella terza ediz. dei Principles e, in modo più ampio, nello scritto inedito “valore assoluto e
valore di scambio” (1823) pubblicato da Sraffa nel 1951, Ricardo introduce la merce “Merce
media” che ha una posizione intermedia tra le merci il cui prezzo aumenta all’aumentare del
salario e quelle il cui prezzo diminuisce.
• La merce media può essere usata per misurare il valore del prodotto e la distribuzione del
reddito: un aumento di rendite o salari provoca una riduzione del profitto.
• Rimane il problema della determinazione dei prezzi, che continuano a dipendere dalla
distribuzione del reddito.
Valore assoluto: si scambiano beni tra 3 paesi, ogni paese esporta verso l’altro paese quel bene
dove la sua produttività è maggiore rispetto all’altro paese. Più produttivo= viene impiegato meno
lavoro.
Vantaggio comparato: vantaggio quando uno dei due paesi è più bravo dell’altro nella produzione
di entrambi i beni.
Sintesi.
Nella teoria del lavoro contenuto, il particolare accorgimento che ricardo adotta è quello di
considerare il capitale come lavoro indiretto. Inoltre ricardo calcola sul lavoro diretto e indiretto un
saggio di profitto unico per tutta l’economia. Questo accorgimento gli permette di dire che anche
una volta tenuto conto del saggio di profitto, i beni sul mercato si scambiano in proporzione del
lavoro contenuto, diretto e indiretto, che da luogo al valore del bene stesso.
Ricardo riconosce un problema: quando la struttura temporale dei capitali investiti non coincide
più con quella del lavoro direttamente erogato, il saggio di profitto ha delle deviazioni nei prezzi
relativi. Ricardo, da un lato dimostra che queste deviazioni sono piccole (5/7%), dall’altra cerca
una misura del valore indifferente rispetto alla distribuzione del reddito merce media, composta
da una quota di capitale e di lavoro intermedia rispetto all’economia nella sua generalità.
Abbiamo poi visto come la teoria del valore-lavoro viene usata per misurare vantaggi assoluti e
quelli comparati nello scambio internazionale. I due paesi hanno convenienza a commercializzare
tra di loro, specializzandosi nella produzione di uno dei due beni. Il commercio internazionale è un
gioco win win, entrambi i paesi ottengono un vantaggio sotto forma di qtà di beni che si possono
consumare. Questo è vero non solo quando le produttività assolute sono diverse nei due paesi, ma
anche quando quelle relative lo sonoqtà a cui un paese deve rinunciare di un bene per produrne
un altro. Anche quando uno dei due paesi ha una produttività assoluta maggiore rispetto all’altro
paese, vanno considerando le produttività relative dei due paesi rispetto ai due beni è possibile
individuare un vantaggio comparato rispetto all’altro paese.
Nell’esempio visto, la franchia ha una produttività maggiore sia nel vino che nel grano, ma il
differenziale di produttività è maggiore nel vino rispetto che nl grano: la qtà a cui deve rinunciare
per produrre vino è molto elevata, in particolare è maggiore rispetto alla qtà di grano a cui deve
rinunciare l’argentina per produrre 1 quintale di vino. Quindi in relazione alle produttività relative,
la franca si specializza in vino e l’argentina in grano. I paesi poi commercializzano fra di loro e il
vantaggio in termini di aumento dei beni di consumo è più piccolo, quindi il vantaggio esiste, ma
l’aumento di benessere è più piccolo rispetto a quello che si otterrebbe con il vantaggio assoluto.
Nb: lavoro diretto= qtà fisica di lavoro, h di lavoro, non è il salario degli operai.
Ora parliamo di ricardo in merito ad alcuni dibatti ai quali partecipa. Sono i grandi dibattiti di
politica e teoria economica durante l’epoca classica. Temi: possibilità di crisi di sovrapproduzione,
disoccupazione tecnologica, ruolo della moneta e delle banche.
Di fronte alla magia della rivoluzione delle macchine nell’epoca industriale, emerge una domanda:
tutta questa merce, che siamo in grado di produrre, troverà un mercato in grado di assorbirla? O
rimarrà invenduta o sarà svenduta?
La capacità produttiva aumenta grazie alla tecnica, ma ci si domanda se la società è in grado di
consumare tutto ciò che viene prodotto.
Say vede l’imprenditore non solo come un capitalista, ma come qualcuno con delle abilità
specifiche: colui che guardando l’andamento dei mercati, coglie quali sono le combinazioni dei
fattori produttivi che meglio possono rispondere a ciò che il mercato e la società in quel momento
chiedono. Quindi non solo un uomo ricco di capitali, ma ricco di idee e coraggio, che si assume la
responsabilità di coordinare i fattori produttivi in modo da rispondere ai bisogni della società.
Say contesta a Quesnay e Cantillon il fatto che i risparmi rappresentino un deflusso dal circuito
della spesa e del reddito. Say sostiene che in realtà, i risparmi non ostacolano la formazione del
reddito: trasformandosi in investimenti generano ulteriore possibilità di crescita.
Questo significa che non è necessario che vi siano persone che consumano senza produrre, come
sostenevano alcuni teorici. L’idea che vi sia una capacità produttiva in eccesso porta a pensare che
l’unico modo per compensare questo eccessivo lavoro da parte di alcuni sia la presenza di altri
soggetti che consumano senza produrre niente, senza lavorare, in modo da compensare questo
eccesso. Quindi questa teoria si basa sull’idea che vi dev’essere qualcuno che produce e qualcuno
che consuma.
Say vuole dimostrare che in realtà non sussiste questa capacità produttiva in eccesso, perché
l’offerta la propria domanda. Quindi secondo say non vi possono essere crisi generali si
sovrapproduzione. Si parla di legge di say o legge degli sbocchi: si parla di economia di scambio, in
cui si produce per scambiare, nel momento dello scambio si mette in circolazione il reddito
ricevuto. Il risultato è una dinamica del mercato che si autoalimenta: quando abbiamo realizzato
dei prodotti, essi avranno uno sbocco sul mercato.
• I risparmi e gli investimenti non sono un male per il sistema economico: esiste sempre uno
sbocco per i maggiori prodotti. La spesa aumenta quando aumenta la produzione.
Quindi se aumenta la produzione aumenta la spesa dei consumatori.
• Il potere d’acquisto di una comunità (la sua domanda effettiva) è limitato dal, ed è eguale al, suo
prodotto, perché la produzione procura i mezzi con cui il prodotto può essere acquistato. Quindi
producendo si guadagna, e non si può spendere più di ciò che si è guadagnato. La produzione
procura i mezzi con cui il prodotto può essere acquistato.
Idea che tra domanda ed offerta vi sia stretta corrispondenza e non vi possa essere carenza
dell’uno o dell’altro.
Esiste un’identità ex ante tra domanda ed offerta aggregata: il valore di vendita di un bene è dato
dalla somma di salari, prodotti e rendite necessari a realizzarlo. Quindi il valore del bene è
determinato dai redditi che esso genera. Se questo è vero, allora quando il bene fa la sua
comparsa sul mercato, sul mercato vi saranno i redditi necessari ad acquistare quel valore, perché
quel valore deriva esattamente da quei redditi. Dato che la moneta non viene tesaurizzata allora
quella moneta ricevuta dai capitalisti, salariati e lavoratori terrieri sotto forma di salari, profitti e
rendite verrà riversato sul mercato per l’acquisto dei beni.
Complessivamente, la somma di salari profitti e rendite necessarie per pagare un certo
ammontare di beni sarà uguale al valore id quei beni sul mercato. quindi non vi possono essere risi
di sovrapproduzione.
Se aumentassero i costi di produzione, aumenterebbe il prezzo del beni ed aumenterebbe il salario
per poter acquistare.
Negazione crisi di sovrapproduzione, nega teoria del costo di produzione di smith.
Visione debole
L’eguaglianza di Say
• Eguaglianza di Say (versione più debole). Possono esserci squilibri di breve periodo “ma esistono
forze equilibratrici affidabili che portano necessariamente le due grandezze a coincidere” (William
Baumol 1977, citato da Roncaglia 2003, p. 181)
• I risparmi si trasformano sempre in investimenti e costituiscono un mezzo più efficace per
ampliare il mercato rispetto al consumo improduttivo
• “Ogni ingorgo nel mercato di una merce deve implicare qualche sottoproduzione relativa di
qualche altra merce o merci, e la mobilità del capitale in uscita dall’area con eccesso e l’entrata
nelle industrie i cui prodotti sono insufficienti a far fronte alla domanda tenderà rapidamente a
eliminare la sovrapproduzione”, Baumol 1977, citato da Roncaglia.
• In ogni caso la legge di Say non richiede la piena occupazione dei lavoratori (come la teoria
neoclassica di equilibrio economico generale)
Idea che nel mercato vi possano essere momenti temporanei di crisi: il potere d’acquisti generato
nel processo produttivo potrebbe non riversarsi immediatamente nell’acquisto delle merci.
Tuttavia, questa crisi può essere solo momentanea: nel mercato vi sono forze che porteranno ad
un equilibrio tra domanda ed offerta. La sovrapproduzione è il modo in cui funziona il mercato, i
profitti scenderanno, i capitali usciranno da quel settore ed andranno verso un settore in cui si è
prodotto pocoapplicazione della legge del saggio di profitto unico e dell’arbitraggio da
concorrenza di capitali vista da smith.
In ogni caso, qui non stiamo parlando di una piena occupazione dei lavoratori il concetto non
esiste nei classici, perché si parla di economia capitalista che si sta espandendo in un contesto di
economia più arretrata, non capitalista. Man mano che procede la crescita del nucleo capitalista, i
lavoratori vengono attratti dalle campagne verso le fabbrichi.
Quindi il punto non è capire se le persone abbiano un lavoro o meno, il punto è vedere se hanno
un lavoro produttivo che li impone nel mercato del lavoro capitalista, perché esiste poi una
situazione lavorativa che non han nulla a che fare con il mercato agricoltura di sussistenza,
lavoro artigianale.
Quindi dire che non vi sono crisi di sovrapproduzione e dire che domanda aggregata=offerta
aggregata non implica la piena occupazione.
• Thomas Robert Malthus (Principles of political economy e corrispondenza con Ricardo): aumento
della capacità produttiva oltre le capacità di acquisto dei salari. Importanza del “consumo
improduttivo” dei proprietari terrieri.
• Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi (1773 – 1842), Nouveaux Principe d’économie
politique (1819): bassi salari non consentono di assorbire tutta la produzione che cresce a ritmi
molto superiori. Necessità di redistribuire reddito in senso egualitario. La produttività dei
lavoratori aumenta, ma il loro salario è ancorato ai livelli di sussistenza. Riducono molto e
consumano poco, e dato che i lavoratori sono la maggior parte della popolazione, vi sarà
un’incapacità della domanda di far fronte ad una produttività crescente
Critiche alla legge di say: idee eterodosse non vengono accettate dagli economisti accademici.
Li chiamiamo sotto consumisti perché secondo loro viene a mancare una qtà di consumo capace di
assorbire tutta l’offerta e la produzione.
• Ricardo risponde a Malthus che i risparmi si traducono in investimenti e che gli investimenti sono
a tutti gli effetti domanda aggregata. Nell’immediato, il risparmio è una sottrazione alla domanda
di beni di consumo, ma se si risparmia lo si fa con l’intenzione di investire, e quell’investimento
diventa componente della domanda effettiva (perché poi si acquistano macchinari, strumenti,
ecc). Oggi la domanda aggregata è data proprio da consumi + investimenti.
• Ricardo ammette (in una lettera a Malthus) che non è detto che i maggiori redditi generati dal
lavoro produttivo vengano effettivamente spesi (domanda potenziale e domanda effettiva
potrebbero non coincidere). Tuttavia Malthus non sfrutta questa ammissione di Ricardo e non trae
le logiche conseguenze
Ricardo ammette che i risparmi sono uguali agni investimenti: i risparmi sono gli investimenti, si
risparmia per investire. Ricardo sostiene che i redditi generati dal lavoro produttivo, quindi i
risparmi, in certi momenti potrebbero non trasformarsi in investimenti. Ricardo intravede la
possibilità che la moneta che i capitalisti incamerano sotto forma di risparmia non si traduca in
investimenti. Se gli investimenti sono minori dei risparmi, l’offerta aggregata sarà eccessiva
rispetto alla domanda effettiva. Malthus non coglie l’importanza tra risparmi ed investimenti
Malthus sviluppa l’idea di domanda effettiva sostenendo che la domanda effettiva è la domanda di
beni che giunge sul mercato, non è una domanda potenziale, è effettiva. La generazione di reddito
da parte dei produttori non necessariamente si trasforma in domanda effettiva, molto dipende dai
risparmi, i quali sono un reddito non consumato.
- Nel 1820 Ricardo rimprovera McCulloch per aver accettato la tesi di Barton
Anti-bullionismo
Teoria monetaria anti quantitativa: la cartamoneta non crea inflazione se emessa per transazioni
reali del sistema economico. Quando le banche commerciali scontano cambiali commerciali che
rappresentano lo scambio di beni reali, abbiamo un aumento della moneta a fronte di un aumento
reale dei beni, questo non dovrebbe creare inflazione.
• Nel 1717: Isaac Newton, direttore della Zecca inglese, fissa il valore della sterlina (allora in
argento) in termini di oro: 3,17£ per oncia di oro.
• Gradualmente si sviluppa la cartamoneta, convertibile in oro. Le banche detengono l’equivalente
di ogni moneta in oro per cambiare i biglietti a vista. Ogni moneta è coperta al 100% da
equivalente in oro.
• Il tasso di cambio fra valute è determinato dal contenuto aureo.
• La quantità di oro determina direttamente la quantità di moneta nel paese.
• Secondo la Teoria quantitativa, la quantità di moneta determina i prezzi.
• Una riduzione dell’oro (a causa di deficit commerciale o deflussi di capitale) fa diminuire i prezzi
e porta alla bilancia in pareggio (price specie flow mechanism). Meccanismo automatico di
aggiustamento.
• Aumenti o riduzioni dell’oro a livello mondiale provocano ondate inflattive o deflattive. Es.
Scoperte dell’oro in California e Australia nel 1849-1851. Tanto oro: tendenza al rialzo dei prezzi,
poco oro: prezzi stagnanti o che addirittura scendono.
Ancorare la moneta all’oro non significa necessariamente avere un’assoluta sbaliità dei prezzi, ma
significa che tutti i paesi sono apparentemente sullo stesso pianol’oro dovrebbe distribuirsi in
maniera proporzionale fra i vari scambi commerciali.
Visione liberale del sistema economico: no dazi, gold standard, lassaize fair lassaize passaire.
Prima che la sterlina scenda sotto della parità fissata con l’oro, la banca d’Inghilterra alza i tassi di
interesse, frena la creazione di moneta, gli investitori esteri hanno convenienza ad investire sulla
sterlina, afflusso di capitali che riportano la sterlina in equilibrio.
Questo sistema garantisce la stabilità dei cambi.
Opere divulgative
• Harriet Martineau (1802-1876)
• Thomas De Quincey (1785-1859)
• Thomas Khun (1961), The structure of scientific revolutions: scienza normale e paradigmi. La
scienza normale è ciò che in un dato momento viene ritenuto credibile e corretto da un insieme di
scienziati. I sostenitori della teoria dominante possono provare a resistere, cercando degli
aggiustamenti nella teoria dominante che tengano conto della nuova osservazione si parla di
slittamento di paradigma o un cambio di paradigma.
• Imre Lakatos (1978): The methodology of scientific research programs: concorrenza fra
programmi di ricerca. Il paradigma perdente o emergente non riesce né a scomparire né a vincere,
quindi rimane in concorrenza con l’altro paradigma sostenuto da una piccola comunità epistemica
che sostiene non il paradigma meno dominante, ma l’altro (quello meno dominante)
• Paul K. Feyerabend (1975), Against-method outline of an anarchistic theory of knowledge
Socialisti Ricardiani. Posizione relativista, teorie che si propongono come alternative, ma non c’è
una verità scientifica, ma vi sono solo narrazioni sulla realtà.