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1.

LA DIMENSIONE MANAGERIALE DELL’EVENTO


Gli eventi culturali sono attività complesse, non sempre lineari, caratterizzate da continue
interazioni e interfacce che determinano nalità, comportamento strategici e risultati.

La complessità dal lato organizzativo dell’evento richiede sempre un team quali cato con
professionisti di settore, per avere la massima organizzazione e sicurezza operativa.

= Infatti la necessità di portare a compiere un evento di successo richiede una capacità di


conduzione progettuale e di stabilire un equilibrio tra tutte le parti coinvolte nonostante i continui
cambiamenti e innovazioni.

Lo studio degli eventi si è a ermato tra gli anni ’80 e ’90, mentre in Italia dal 2000 in poi.

Possiamo de nire la dimensione manageriale tramite due connotazioni:

- Dimensione strategica

- Dimensione organizzativa e gestionale

A livello etimologico, la parola “progetto” deriva da “pro-jacere” che in latino signi ca gettare in
avanti, il che fa riferimento alla necessità di anticipare l’azione con un piano che permette lo
svolgimento ottimale di tutte le attività.

Un progetto culturale, come l’organizzazione di un evento, resta comunque solo uno dei progetti
possibili, perché accettandone divenire, cambiamenti e variazioni, si è portati ad accettare ciò che
esso propone o impone.

Un evento culturale si sviluppa all’interno di un sistema di rischi e vincoli, come: restrizioni, divieti
e condizionamenti di diverso genere (burocratico, culturale, tecnico, logistico, economico,
temporale, ecc.)

Ecco perché è importante concentrare l’attenzione alla qualità del processo e di ogni risultato che
ne porta.

Il livello di qualità complessivo dell’evento, deriva dalla costante convergenza di tre di erenti
tipologie di qualità:

1- qualità dei contenuti


2- qualità dell’organizzazione
3- qualità dell’informazione e della comunicazione

2. DEFINIZIONE DI “PROJECT MANAGEMENT DEGLI EVENTI”


All’interno del processo relativo alla gestione degli eventi, il project manager de nisce colui che si
occupa della gestione sistemica di un’attività complessa, unica e di durata predeterminata,
nalizzata al conseguimento di più obiettivi prede niti di carattere artistico, culturale, sociale e
innovativo.

Il prodotto nale è quindi un risultato unico, frutto di un’esperienza originale ad elevato contenuto
intellettivo e creativo. Le attività si sviluppano attraverso un procedere interattivo e progressivo,
con un’integrazione costante dei processi continui e l’impiego di risorse organizzate e
di erenziate (umane, materiali, tecnologiche, nanziarie).

Tutto ciò viene fatto in modo coinvolto con informazione e relazione, operando in un sistema di
rischi e vincoli (vincolo: stagionalità, target, brief…)

3. OBIETTIVI STRATEGICI E OPERATIVI DI UN EVENTO. VALUTAZIONE


ATTRAVERSO METODO SMART E PLAN. DIFFERENZE.
Rispetto al pro lo gestionale di un progetto, una parte fondamentale è la de nizione degli obiettivi
che si devono raggiungere, per dare corpo e senso all’evento e far si che tutte le parti coinvolte
siano allineate e sempre informate. Vi sono obiettivi operativi, legati allo svolgimento concreto
delle azioni progettuali e che devono essere coerenti con quelli strategici.

OBIETTIVI STRATEGICI DI UN EVENTO


1. Incremento della visibilità

2. Aumento e consolidamento del brand

3. Legittimazione e accreditamento

4. Lancio di un nuovo prodotto\ collezione \ collaborazione

5. Celebrazione dell’identità di brand

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6. Espansione rete relazionale

7. Di usione messaggi artistici, sociali e culturali

8. Ottenere pro tto

OBIETTIVI OPERATIVI DI UN EVENTO


1. Raggiungimento e rispetto del budget e del piano nanziario

2. Rispetto dei tempi programmati

3. Livello e qualità delle prestazioni

4. Livello della sicurezza

5. Qualità degli allestimenti e dei servizi

6. Copertura mediatica

7. E cacia e ritorni della comunicazione

8. Successo di vendite, copertura stampa e presenze

9. Soddisfazione e gradimento

10. Interesse verso i contenuti

SMART E PLAN
Gli obiettivi di un evento esprimono la validità e l’adeguatezza stessa del progetto e per gestirli vi
è una sorta di regola utile basata sul modello di SMART process, perché ogni obiettivo è
funzionale se è:

S = speci c - chiaro

M = measurable - misurabile

A = achievable - raggiungibile/concretizzabile

R = relevant - rilevante

T = timetable - piani cato nel tempo

Altro strumento utile nella valutazione degli obiettivi è il PLAN:

P = possibile 

L = listed In writing - scritti come una dichiarazione d’intenti 

A = assessable - accessibili 

N = numerical - misurabili

4. ESEMPI DI IMPATTI E RICADUTE DI UN EVENTO CULTURALE


Il concetto di impatto rispetto ad un evento culturale, ha a che fare con gli e etti e le ricadute,
positive o negative, generate in modo diretto, indiretto o indotto. Sono quindi tutti quei fattori che
variano costantemente nell’incertezza del caso e che rendono fondamentale la costruzione di un
piano di monitoraggio e controllo per anticipare o limitare eventuali e etti negativi.

- IMPATTI ECONOMICI/ OCCUPAZIONALI/ FISCALI


/+/ crescita dei redditi, degli standard di vita, miglioramento prospettive occupazionali, ecc.

/-/ aumento prezzi, interruzioni attività economiche, diminuzione risorse necessarie, precarietà
occupazionale, ecc.

- IMPATTI POLITICI
/+/ crescita e consolidamento politiche socioculturali, più consenso, popolarità e prestigio

/-/ avversione da parte della classe politica, ostilità e ostruzionismo

- IMPATTI SOCIALI E PSICOLOGICI


/+/ più coesione sociale, senso di comunità,, solidarietà, interramento, tolleranza, ecc.

/-/ criminalità, insicurezza sociale, sovra ollamento, intolleranza, ecc.

- IMPATTI CULTURALI
/+/ ra orzamento di tradizioni e valori locali, multiculturalismo, ecc.

/-/ inferiorità culturale, perdita di identità culturale, ecc.

- IMPATTI AMBIENTALI
/+/ valorizzazione del patrimonio ambientale

/-/ inquinamento, spreco, più consuetò energetico, ecc.

- IMPATTI URBANI/ INFRASTRUTTURALI


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/+/ miglioramento strutture e infrastrutture logistiche e residenziali, più servizi, migliore mobilità

/-/ crollo valore immobili, danni a proprietà e servizi, degrado

- impatti turistici
/+/ più ussi turistici, allungamento stagioni e permanenze, nuovi mercati

/-/ limiti per i normali ussi e corridoi turistici

- IMPATTI D’IMMAGINE
/+/ aumento valore simbolico, reputazione territoriale, visibilità e promozione

/-/ percezione negativa e distorta territoriale

5. SWOT ANALYSIS
Nella fasi iniziali di organizzazione di un evento culturale, un metodo utile da utilizzare è il metodo
di SWOT analysis (impiegato nella piani cazione strategica e nel marketing)

Questo schema prevede dalla partenza della fase ideativa, sottolineando punti di forza e
debolezza dell’evento progettato, in termini sia di fattori interni (verso il team) che esterni (verso
target e stakeholders).

= è un metodo per arrivare alle potenzialità dell’evento, considerando missione e obiettivi,


individuando le problematicità e debolezze e sottolineando elementi positivi o esternalità.

Strategie S-O = sviluppare azioni che permettano di sfruttare i punti di forza

Strategie S-T = sfruttare punti di forza per difendersi dalle minacce

Strategie W-O = eliminare debolezze per attivare nuove possibilità

Strategie W-T = individuare azioni di difesa per evitare che le minacce esterne creino fattori di
debolezza

6. FORME DI SPONSORSHIP
Nel sistema di nanziamenti per quanto riguarda le fonti private, le sponsorizzazioni sono una
grande opportunità nell’organizzazione degli eventi.

= sono un supporto nanziario o in natura - sponsorizzazione tecnica o in kind - da parte


dell’azienda, a fronte di bene ci e con la funzione di ottenere un ritorno nel ra orzamento di
immagine, notorietà e reputazione.

Le operazioni di sponsorship portano quindi vantaggio per entrambe le parti, in quanto assicurano
mezzi e denaro all’evento, aumentano la credibilità, creano sinergie logistiche e di marketing e
aumentano l’esposizione mediatica.

Le sponsorizzazioni tecniche sono degli “scambi merci”, per cui l’azienda non investe denaro
(salvo forme miste) ma mette a disposizione servizi, prodotti e prestazioni.

Gli elementi che concorrono alla scelta dell’evento, nell’ottica delle imprese sono:

- Tipologia di evento, novità, durata e ambito
- Compatibilità con l’immagine dell’azienda

- Importanza e prestigio dei contenuti


- Tipo di sponsorizzazione

- Qualità della location


- Entità dell’investimento

- Popolarità e successo dell’evento


- Livello di rischio

- Copertura dei media


- Presenza di altri sponsor

- Investimento in comunicazione
- Possibilità di esposizione o vendita dei
- Tipo di audience
prodotti 

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Oggi le aziende vogliono creare dei progetti di comunicazione nelle operazioni di sponsorship,
senza limitarsi a mettere il logo su materiali pubblicitari, anche perché per uno sponsor
l’investimento non si ferma agli importi resi disponibili per un evento, ma a tutti i costi che
l’azienda deve sostenere (comunicazioni, allestimenti, personale, ecc.)

7. SOSTENIBILITÀ DI UN EVENTO
Realizzare un evento ad impatto zero ha a che fare con tutto il modus operandi, cioè il valore che
si da a ciò che si crea, a come lo si realizza e al prodotto del lavoro del team.

Un evento completamente sostenibile deve assicurare la riduzione degli impatti su tra co,
inquinamento di aria, acqua e acustico, sulla produzioni di ri uti, sul deterioramento urbano e del
patrimonio artistico e culturale, sull’in azione e sul consumo inconsapevole.

Le strategie funzionali alla creazione di una simile tipologia di eventi, sono:

- riduzione gas inquinanti

- formazione e responsabilizzazione di tutte le persone coinvolte

- Basso consumo energetico

- Riciclo

- Policy precise e fornitori in linea con le politiche ambientali

- Raccolta di erenziata

- Coinvolgimento degli artisti per sostenere comportamenti sostenibili

- Riferimenti a standard internazionali

8. PIANO DI PRODUZIONE DI UN EVENTO


La complessità e dinamicità degli eventi rende indispensabile la realizzazione di una piani cazione
precisa e dettagliata, de nendo:

• Elenco delle attività operative (che cosa deve essere fatto, perché, per ottenere cosa)

• Tempi del progetto (quando via fatto) attraverso la sequenza, la durata e la calendarizzazione
delle attività

• Risorse umane e tecniche necessarie (come e con cosa deve essere fatto, chi fa che cosa, che
apporti danno al progetto)

• Risorse economiche e nanziarie dettagliate ed e ettive (quanto costa, chi paga, come e
quando)

• Azioni di monitoraggio e controllo (come governo de progetto e non solo retti ca)

La piani cazione dell’evento non evidenzia in modo ottimale i cambiamenti del progetto in corso
di sviluppo, quindi è per la sua natura dinamica ed evolutiva che risulta più funzionale un
passaggio del processo di piani cazione da project planning a project building, meno rigido e
scale nella programmazione, in modo da lasciare più margine per revisionare i piani. Tuttavia la
piani cazione è fondamentale, in quanto permette di:

- Individuare le attività operative


- Fornire informazioni

- A rontare meglio vincoli e rischi


- Monitorare

- Eliminare e ridurre incertezze


- Migliorare l’e cienza delle operazioni

- Facilitare lo sviluppo del progetto


- Sfruttare le opportunità

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Il piano di produzione di un evento, prevede quindi al suo interno più programmazioni:

- Documento di progetto

- Piano di produzione

- Piano della contingenza = piano dei rischi

- piano tecnico = piani cazioni delle lavorazioni tecniche

- Piano delle prove = per lavorazioni artistiche

- Piano logistico = spostamenti e accoglienza

- Piano burocratico = licenze e permessi

- Piano marketing = target e sviluppo dell’interesse

- Piano di comunicazione = promozione e veicolazione di messaggi

- Piano di foudraising = ricerca fondi

- Documenti di valutazione = relazioni nali

Durante la gestione di un progetto, il riposizionamento dei diversi piani avviene in tre fasi: (1) pre-
evento, (2) evento e (3) post-evento. A nché ognuno di questi piani funzioni, è fondamentale la
raccolta delle informazioni rispetto a contenuti e aspetti produttivi, per generare altre informazioni
e facilitare i processi decisionali.

9. CRITERI DI STIMA E DI COMPUTO DI UN EVENTO


Ci sono due tipologie di costi, quelli ssi, ovvero le spese che non cambiano in base al variare
dell’attività svolta e i costi variabili, le spese che cambiano in relazione all’utilizzo delle risorse e ai
tempi.

Si possono individuare dei criteri di stima e computo nel budget di un evento:

1. pertinenza del singolo costo e ricavo

2. costi e ricavi storici similari, confronto con altri eventi

3. stime per analogia

4. stima parametrica, facendo riferimento ad un paramento dell’evento

5. Listini prezzi, database commerciali, prezzi medi

6. Dimensione dell’evento

7. Contatti e accordi

8. Preventivi, stime o erte fornitori

9. CCNL, tabelle e normative relative alle prestazioni lavorative

10. Durata prestazione richiesta

11. Percentuale del costo annuo, divisa sul tempo dedicato ad un progetto per la struttura e
personale a tempo indeterminato

12. Tasso di vendita sul ricavo da biglietteria

Criteri di computo - RISORSE UMANE:

- Costo singolo della risorsa moltiplicato per la quantità di tempo d’utilizzo, al lordo delle ritenute
scali e provvidenze a carico del lavoratore + possibili rimborsi, oneri, ecc.

- Previsione di indennità speciali, ore di straordinari, ecc.

Criteri di computo - RISORSE TECNICHE:

- Costo singolo della risorsa moltiplicato per la quantità di tempo d’utilizzo o sulla quantità del
numero di pezzi o moduli usati oppure costo totale della risorsa inclusivo o meno di oneri e servizi
altri.

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10. LA TECNOLOGIA COMUNICA
Nella progettazione e realizzazione di eventi aggregativi, per comunicare ricorriamo all’utilizzo di
strumenti tecnici. In tutti i meeting, Convention aziendali, discorsi ecc vi è sempre un supporto di
strumenti audiovisivi e hi-tech.

Conoscere quale strumenti è più appropriato di un altro signi ca rendere la comunicazione


e cace e aumentarne l’impatto psicologico.

L’impieghi di determinati strumenti varia a seconda della funzione dell’ambiente, del pubblico e
degli argomenti.

Supporti visivi per gli eventi

L’inizio della storia fu la lavagna, quella tradizionale, nera con il gesso.

La sua evoluzione passa dai fogli mobili ( ipchart) alla versione luminosa per la proiezione di slide.

In concomitanza nasce il proiettore di diapositive.

= tutti questi sono strumenti pratici e essibili che trasmettono all’audience un senso di
coinvolgimento e organizzazione manageriale.

Nell’era multimediale, sono disponibili nuovi strumenti di comunicazione di massa: dalla


televisione al cyberspazio.

= permettono l’e ettuazione dell’evento secondo quella che ormai consideriamo una
caratteristica irrinunciabile della comunicazione: il tempo reale.

Grazie alla tecnologia digitale e alla nostra dimestichezza con il procedimento informativo-
spettacolare generato dalla televisione, il presente e l’avvenire degli strumenti visivi di
comunicazione sono e saranno sempre più rappresentati dal lmato.

- Costo singolo della risorsa moltiplicato per la quantità di tempo d’utilizzo o sulla quantità del
numero di pezzi o moduli usati oppure costo totale della risorsa inclusivo o meno di oneri e servizi
altri.

11. LOCATION
Al pari degli altri elementi che caratterizza un evento vi è la location.

= costituisce un elemento di comunicazione molto forte simbolicamente.

Al termine “location” si attribuisce anche il termine “struttura sica”: un complesso di elementi


ricettivi dove l’evento si svolge concretamente (per esempio: centro congressi, sala d’albergo…)
ma anche una destinazione geogra ca (per esempio: località).

Comunicazione e location costituiscono un binomio inseparabile; quindi la scelta della sede di un


evento dovrebbe essere fatta con la consapevolezza che location e comunicazione viaggiano
all’unisono.

Infatti, la straordinarietà e la memorabili della destinazione costituiscono uno degli elementi più
validi della strategia di comunicazione

La ricettività ha due signi cati:

1. Viene intesa come la logistica l’agente emittente protagonista della comunicazione (per
esempio: un grande albergo, una sala per le conferenze…) ed ai partecipanti è a dato il ruolo
di ricettori del messaggio;

2. Viene intesa come destinazione in cui, però, a parlare è la valenza simbolica a cui i
partecipanti attribuiscono alla location.

In questo caso vi sono altre variabili che concorrono a determinare l’e cacia della
destinazione (oltre al dove):

- come (che tipo di evento organizzare, i target di riferimento…)

- quanto (a volte)

La comunicazione che utilizza questo tipo di mezzo, oltre che far crescere la sua e cacia,
subisce una sorta di cambiamento: per il fatto che le immagini vengono proiettate, essa si
trasforma in spettacolo.

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12. REGOLA DI EINAUDI
Secondo Luigi Einaudi (economista piemontese e secondo presidente della repubblica italiana):
manager e comunicatori d’impresa dovrebbero tenere sempre a mente la regola “conoscere per
poter decidere”.

Il mondo è fatto di conversazioni, incontri, scambi e notizie e la conoscenza non tener conto
dell’ascolto.

Per questo dobbiamo ascoltare i segnali che provengono dal “teatro delle operazioni” e da quello
interno (rappresentato dagli stakeholders, risorse umane, dipendenti e collaboratori dell’impresa/
organizzazione)

= coloro che annunciano gli a ussi di cambiamenti

Secondo Tom Peters (scrittore americano), oggi chi opera nel business deve fare ricerca di
mercato ma ciò che lui crede sia più importante è il “saper ascoltare”. Quindi, mettersi in sintonia
con i clienti, i distributori e con i fornitori.

Ascoltare in questo modo diventa il più importante principio informatore.

L’ascolto deve essere parte del bagaglio tecnico di un magare: diventa cosi una funzione
aziendale indispensabile.

13. LE FASI DI UN EVENTO


Il ciclo di vita di un progetto di un evento culturale si genera secondo una schema detto waterfall,
a sequenze o anche a cascata e può essere visto in 6 fasi.

Nella fase dell’ideazione l’evento viene sviluppato nei suoi contenuti, nell’idea-progetto, negli
obiettivi strategici e operativi, nelle funzioni che deve assolvere.

Nella fase dell’attivazione viene valutata la fattibilità reale dell’evento, rispetto alle possibilità e
alle disponibilità esistenti. Nel contempo vengono attivate le prime esplorazioni preliminari, anche
formali (compromessi, contratti)

La fase della piani cazione prevede l’accurata predisposizione e raccolta d’informazioni, poi la
programmazione operativa, identi cando per attività e azioni da compiere: i tempi in cui devono
essere assolte e le risorse da reperire.

La fase dell’esecuzione si ripartisce in 2 sub fasi. In quella dell’attuazione il progetto viene
materialmente eseguito seguendo le scelte e le indicazioni stabilite nella fase di piani cazione,
rimodulando, se serve, azioni, tempi e modi. La fase del completamento possiede una sua
autonomia rispetto al momento attuativo, per l’e ettuazione delle attività amministrative connesse
alla liquidazione dei nanziamenti pubblici e privati, i quali vengono erogati quando l’evento è
stato già portato a termine.

La fase della valutazione prevede una disamina del lavoro svolto e una veri ca dei risultati, al ne
di accertare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, ma anche determinare il valore prodotto per i
soggetti partner con cui si vuole creare un rapporto nel tempo.

14. STRATEGIA DI COMUNICAZIONE


Piano di comunicazione dell’evento culturale:

1. De nizione puntuale degli obiettivi di comunicazione, dei target e dell'audience di


comunicazione, del posizionamento dell'evento, anche con elaborazione di scenari e
benchmarking.

2. Stesura del brief creativo di comunicazione con eventuale incarico ad agenzia esterna e poi
successivo debrie ng.

3. De nizione della strategia creativa , quale interpretazione creativa dei nodi focali della
strategia complessiva comunicativa per individuare il brand dell'avvenimento e creare
awareness (conoscenza) dell'evento, attraverso segni, messaggi, " tono di voce" da utilizzare,
"promessa" come bene cio funzionale o simbolico, reason why quale credibilità della
promessa, argomentazioni che la ra orzano, forme e narrazioni archetipiche.

4. Stesura del progetto di comunicazione contenente strategie de nitive, attività, azioni, tempi,
destinatari e budget necessario, oltre al raccordo con gli altri elementi del progetto,
considerando l'apporto di potenziali media partner da ricercare.

5. De nizione di un concept e identità visiva dell'evento, declinabile per tutti i mezzi consentiti
dal budget e dalle scelte strategiche in materia di piani cazione media, identi cando elementi
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del progetto che siano riconoscibili e memorizzabili, coerenti con la natura dell'evento, basata
su:

• naming dell’evento;

• eventuale pay-o o slogan;

• eventuale marchio apposito, derivante da un "pittogramma" (elemento gurale fortemente


sintetico) o "logotipo" (scritta con caratteri particolari) oppure da entrambi;

• gra ca, immagine coordinata, alfabeto visivo, lettering con le diverse famiglie di segni,
colori e caratteri per produrre i documenti del progetto e tutti gli strumenti di
comunicazione;

• collegamenti con la corporate image del soggetto organizzatore;

• utilizzo di immagini apposite, gra che, pittoriche o fotogra che, realizzate da un artista su
commissione o riprodotte dietro acquisizione di diritti,

• tipologia dei materiali e degli strumenti di comunicazione.

Codi cazione in azioni operative delle strategie e dell'identità visiva che determinano la scelta di
media, mezzi, strumenti, canali più idonei alla tipologia dell'evento, al posizionamento, all'utenza e
al budget disponibile e conducono quindi alla strategia media con piani cazione dei mezzi
(formati, posizioni, quantità, frequenza, copertura) mediante società di media planning e alla
produzione degli strumenti.


De nizione della campagna di comunicazione ABOVE THE LINE riguardo a:

• pubblicità esterna e interna, statica su impianti ssi, oppure dinamica su mezzi di trasporto
pubblici o privati;

• pubblicità sulla stampa con inserzioni a pagamento in vari formati su quotidiani, periodici,
free press, settoriale;

• pubblicità mediante distribuzione (stampati, yer, cartoline, locandine, brochure etc.);

• pubblicità a mezzo emittenti radiofoniche e televisive, tramite pubblicità tabellare o spot,


telepromozione, concorsi, promo;

• pubblicità con spot nelle programmazioni delle sale cinematogra che;

• pubblicità su internet.

De nizione delle attività di comunicazione BELOW THE LINE riguardo a:

• promozione, rivolta verso segmenti precisi di utenti, con convenzioni, agevolazioni e


facilitazione per quanto riguarda prezzi, accesso, servizi aggiuntivi etc. e collegamenti con
altri sistemi (card);

• u cio stampa, con predisposizione di cartella stampa (press kit), realizzazione di una o più
conferenze stampa, incontri singoli e interviste, anticipazioni, comunicati stampa, rassegna
stampa corrente nei giorni dell'evento e nale, inclusiva anche dei servizi radio-televisivi e
delle uscite della stampa su internet e del blogger, servizi web personalizzati per i
giornalisti;

• merchandising, con la predisposizione di gadget e altri materiali da regalare o porre in


vendita;

• relazioni esterne, come gestione delle trame relazionali con pubblici in uenti, che signi ca
tutto il booking delle personalità e dei vip da invitare e sistemare al momento dell'evento
(placement), che presuppone soprattutto una media list (database contatti suddivisi per
categoria) e rapporti diretti costanti;

• mezzi "non convenzionali" come il guerrilla marketing.

De nizione in particolare delle attività di comunicazione digitale che sono relative a:

• website dell'evento, dedicato o all'interno del sito istituzionale del soggetto organizzatore
con pagine dedicate, sito vetrina oppure con possibilità d'interazione (acquisto biglietti
etc.);

• direct mailing, che presuppone il possesso o la costruzione di un database relazionale,


con le autorizzazioni del caso in materia di privacy, per l'invio di "save the date", annunci
etc.;

• social media, social network;

• blog,

• podcasting;

• soluzioni per i device mobili.

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De nizione delle politiche per l'apposizione di credits nei colophon dei materiali degli eventi
(denominazioni e marchi di partner, sponsor, nanziatori, ordine gra co e gerarchia).
Implementazione della campagna complessiva on air. Monitoraggio e valutazione dei risultati della
comunicazione.

15. CREW NECESSARIA

16. LA SFILATA COME MEDIUM PER LA MAISON


Il mezzo è il messaggio - McLuhan
= il mezzo stesso di comunicazione è in se la comunicazione assumendo maggiore importanza
del messaggio che si vuole trasmettere.

Questo possiamo ri etterlo nella s lata in tutto e per tutto.

La s lata è il momento sublime per la comunicazione dei valori e dell’immagine di un brand di


moda.

= momento in cui nel migliore dei modi si esplica un sentimento, un amore, un azione…

Un evento deve avere queste caratteristiche:

• Peculiarità ➜ caratteristiche, qualità, tratti distintivi che ha un evento; un evento dev’essere


sempre peculiare

• Originalità

• Coerenza col dna di brand

• Armonia ➜ deve avere una coerenza totale e seguire un lo armonioso; corrispondere ai codici
estetici, valori e ritmi del brand

• Sostenibilità ➜ sostenibilità è anche tutto il mondo del modus operandi di essa; come si lavora,
come si programma, della qualità del lavoro e del valore che viene dato al lavoro eseguito dal
team; anche il confort è sostenibilità

• Capacità di impatto comunicativo ➜ tutte queste caratteristiche devono con uire nell’impatto
che un evento ha e che deve avere sul mio pubblico.

= se manca una di queste caratteristiche può darsi che l’evento fallisca

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