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CASO EL-SAYED

Ordinanza del Presidente del Tribunale speciale per il Libano del 15 aprile 2010

1) Fatti e motivi del ricorso


Il Tribunale speciale per il Libano istituito nel 2007 si occupò dei responsabili dell’attentato del 2005 al
Primo Ministro libanese Hariri. Venne quindi deferito al procuratore il materiale probatorio sui
sospetti, i quali vennero rilasciati in assenza di prove dal GIP del tribunale speciale (giudice per le
indagini preliminari). Ossia nessun “indictment”. Uno dei sospettati, El Sayed, si rivolse al tribunale
lamentando una detenzione arbitrale protrattasi dal 2005 al 2009 basata su denunce diffamatorie e
false dichiarazioni punibili in base al codice penale libanese. Volendo ricorrere dinanzi ai tribunali civili
nazionali per ottenere giustizia chiede l’accesso al materiale probatorio.

2) Ordinanza del presidente del tribunale speciale per il Libano 15 aprile 2010
Il cittadino El Sayed non ha presentato il ricorso al tribunale nei modi previsti, ma nonostante ciò il
presidente del tribunale speciale Antonio Cassese si esprime al riguardo, tenendo conto di un diritto
fondamentale che è in gioco, cioè il diritto di accesso alla giustizia. Il diritto di accesso alla giustizia si
configura come norma di diritto consuetudinaria, riconosciuta da diverse convenzioni (artt. 6-13
Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950, art. 2 Patto dei diritti civili e politici delle Nazioni
Unite del 1966, art. 25 Convenzione americana dei diritti dell’uomo del 1969, art. 7 Carta africana dei
diritti dell’uomo e dei popoli del 1981 e art. 8 Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948) e ha
status di norma cogente. Tale status indica che una norma internazionale ha raggiunto una tale
importanza nella comunità internazionale che gli Stati e gli altri soggetti internazionali non possono
derogarvi nelle loro relazioni internazionali o nelle proprie legislazioni nazionali - a meno che tale
deroga non sia prevista dalla norma stessa. Tuttavia nella prassi vi sono pochissime sentenze che
riconoscono il diritto alla difesa come norma di jus cogens, ma in questo caso occorre tralasciare i
requisiti dell’usus (prassi effettiva degli Stati) e dare più importanza all’opinio iuris ac necessitatis (alle
dichiarazioni internazionali, ai trattati).
Ricordando che il diritto di accesso alla giustizia non è assoluto e che esso, come più volte affermato
nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, può essere temporaneamente sospeso,
il Presidente conclude: ↓
3) Conclusioni
Che si ritenga o no che la norma internazionale generale sul diritto di accesso alla giustizia si sia
elevata al rango di jus cogens (con la conseguenza che gli stati non possono derogarvi nè con trattati
nè con legislazioni nazionali), è assiomatico che una corte internazionale quale il Tribunale speciale
per il Libano non possa derogare o evitare di conformarsi a tale norma generale.
Data l’importanza del diritto di accedere alla giustizia, il presidente del tribunale chiede al GIP di
pronunciarsi su eventuale giurisdizione del caso di specie.

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