da trasmettersi AL GIP ED ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BRESCIA AL GIP ED ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROVIGO *** PROC. N 9090/12 RGNR TRIB. BRESCIA, 7225 RGGIP TRIB. BRESCIA La richiesta di trasmissione a pi organi giurisdizionali motivata dal fatto che allo stato non dato conoscere ove attualmente sia radicata la competenza per il procedimento de quo e quindi nellincolpevole ignoranza dellavvenuta o meno trasmissione del fascicolo da parte della Procura di Brescia a quella di Rovigo ed al fine di una pronuncia sullipotizzato conflitto di competenza si ritiene doverosa la trasmissione della presente istanza anche al Tribunale rodigino. Sar cura dei sottoscritti difensori, per i motivi di seguito brevemente esposti e nel testo del presente atto nuovamente ripresi, recapitare nei modi appropriati il presente atto anche alle seguenti istituzioni: Alla Corte Penale Internazionale con sede Aja, affinch possa ravvisare la propria giurisdizione e competenza, allAlto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (United Nations High Commissioner for Human Rights), al Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, allIstituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) al fine di informare tali enti di quanto si andr ad esporre e sollecitare il loro intervento, al Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana, che vorr verificare il funzionamento degli uffici di competenza e nel caso prendere gli opportuni provvedimenti; al Presidente del Consiglio dei Ministri, cos possa aver coscienza di quanto si andr ad esporre; al Governatore della Regione Veneto per stimolarne lazione, alla Procura Generale presso la Corte dei Conti, per le valutazioni sullutilizzo di ingenti risorse pubbliche; al Comitato della Croce Rossa Internazionale, per opportuno aggiornamento dopo le richieste gi trasmesse; al U.N.P.O., Organizzazione delle Nazioni e Popoli non rappresentati al fine di sollecitarne la tutela; ai mezzi di informazione affinch svolgano funzione di stimolo e informazione su quanto si andr ad esporre. *** ISTANZA DI REVOCA E DI SOSTITUZIONE DELLA MISURA CAUTELARE *** I sottoscritti avvocati Alessandro Zagonel del Foro di Vicenza e Andrea Arman del Foro di Treviso difensori di fiducia, di Luigi Faccia, nato a Conselve (PD) il 30.07.1954, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Vicenza in forza 2
di ordinanza cautelare del GIP presso Tribunale di Brescia, (PROCEDIMENTO N 9090/12 RGNR BRESCIA, 7225 RGGIP BRESCIA) con la presente chiedono la rimessione in libert del proprio assistito o in subordine la modifica della misura cautelare in atti con altra meno afflittiva per i seguenti motivi:
1 Difetto di giurisdizione del Giudice italiano Luigi Faccia, dopo lunga militanza e ripetute dichiarazioni di appartenenza alla Serenissima Repubblica Veneta di cui sosteneva e sostiene la legittima attualit, con conseguente esclusione di sovranit da parte della Repubblica Italiana quale continuatrice dello Stato Sabaudo, il 24 agosto 1996, con solenne pubblico proclama, nella sua qualit di presidente del Veneto Serenissimo Governo, di cui fu anche uno dei fondatori, affermava avanti a Dio e alla Storia, la continuazione della Veneta Serenissima Repubblica e il ripristino dello stato dIndipendenza e della legalit Marciana nella Veneta Serenissima Patria. (doc.1) A quel tempo Luigi Faccia faceva parte del gruppo passato alla cronaca come i Serenissimi, autore dellimpresa del 9 maggio 1997 in Piazza S. Marco a Venezia, volta ad ottenere la liberazione del Veneto. Il 2 aprile 2014 Luigi Faccia veniva arrestato dai militari del Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri (R.O.S.) nelloperazione denominata Smile volta ad impedire, prevenendo, supposte azioni terroristiche finalizzate a costringere i legittimi poteri pubblici ad acconsentire allindipendenza del Veneto e di altre regioni del nord Italia, cos determinando lo scioglimento dellunit dello Stato in violazione dellart. 5 della Costituzione. Il 4 aprile 2014, nel dare le proprie generalit nel corso dellinterrogatorio di garanzia, primo contatto con la Magistratura Italiana dopo larresto richiesto dalla Procura di Brescia (P.M. dottor Lesti) e lordinanza di custodia a firma del Giudice delle Indagini Preliminari presso lo stesso Tribunale - dottor Ceravone - Luigi Faccia si dichiarava di Cittadinanza Veneta e chiedeva la verbalizzazione delle seguenti parole: Mi dichiaro prigioniero di guerra in qualit di responsabile del Fronte di Liberazione e servitore della Serenissima Repubblica del Veneto. Il proprio assistito si avvaleva poi della facolt di non rispondere e non avanzava alcuna richiesta n di riesame n di scarcerazione alla Magistratura Italiana. La biografia di Luigi Faccia, le sue univoche dichiarazioni, il suo coerente, costante e attuale agire, spiegano la sua convinzione di essere cittadino Veneto e il suo conseguente non riconoscere la giurisdizione della Repubblica Italiana. La posizione di Luigi Faccia pu apparire frutto di allucinazione o essere considerata antistorica, ma, indipendentemente dalle analisi delle idee del proprio assistito, ritiene questo patrocinio che: 3
nessuno possa essere privato della libert personale per il fatto di avere un obbiettivo politico, di sostenerlo, di raccogliere fondi per il suo affermarsi, di diffonderlo anche per mezzo di iconografie financo progettando azioni eclatanti atte ad attirar lattenzione dellopinione pubblica. La storia ci insegna quanto e come, con diverse giustificazioni, sia stato tradito o limitato, anche normativamente tale principio. La cronaca ci prova poi che al giorno doggi anche idee e progetti un tempo tab oggi trovano liceit, diffusione, finanziatori, sostenitori, ideologi e attivisti. Daltra parte le stesse idee e gli stessi progetti che sono considerati leciti in ambito europeo da altri popoli sono considerati degni della peggior repressione. Vi sono Stati aderenti allONU dove, ad esempio, laccusa di aver costruito un carro per una sfilata gay potrebbe costare il carcere e la vita e altre nazioni dove la costruzioni di carri di tal fatta viene sovvenzionata dai governi. Esiste comunque un limite che ogni ordinamento per ragioni culturali, religiose, economiche, sociali o di ordine pubblico pone al diritto di libero esercizio delle proprie opinioni. Nessuno comunque, e si spera anche il GIP di Brescia, pu negare che poche idee riscuotano un riconoscimento universale, sovra-costituzionale, come quella del libero esercizio delle proprie opinioni. La Costituzione della Repubblica Italiana tra i Principi fondamentali allart. 21 prevede che: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Lunico limite che la suprema legge italiana pone quello dalla contrariet al buon costume. Altri diritti costituzionalmente riconosciuti sono quelli di riunione e di associazione. Appare dunque evidente come la privazione della libert di cui soffre il proprio assistito solo per le proprie idee costituisce non solo violazione dei diritti umani universalmente riconosciuti ma violazione degli stessi principi fondamentali della Costituzione. Laccusa ha dipinto come eversive le idee di Luigi Faccia in quanto sarebbero volte a modificare quella unit e indivisibilit della Repubblica previste nellincipit dellart. 5 della stessa Costituzione. Ritiene questo patrocinio che gli articoli della legge fondamentale della Repubblica che prevedono i diritti dei cittadini di pensiero, riunione e associazione, anche perch diritti umani fondamentali riconosciuti e protetti dal diritto internazionale, abbiano un valore superiore allincipit dellart.5 La Repubblica, una e indivisibile, . Daltra parte la norma nella sua interezza recita: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomi locali; attua nei servizi che 4
dipendono dallo Stato il pi ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione allesigenze dellautonomia e del decentramento. Altra norma costituzionale, anchessa facente parte dei principi fondamentali, che si ritiene utile ricordare quella dellart. 10 che afferma: Lordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Tra le idee che la storia e lumanit e la giustizia hanno elaborato poche sono cos garantite, cos universalmente riconosciute, tanto da essere diventate norme di diritto internazionale e ius cogens ex art 10 Cost. anche per la Repubblica Italiana, come quella del diritto di autodeterminazione dei popoli. Si dovr convenire che le libert di parola, riunione e associazione ma anche il diritto allautodeterminazione abbiano maggior valore e ricevano o dovrebbero ricevere maggior rispetto di quanto si vuol riconoscere allincipit dellart.5 della Costituzione della Repubblica Italiana. Luigi Faccia detenuto per le sue idee, idee che non possono essere vietate solo perch critiche nei confronti di una norma seppur costituzionale. Tali idee poi hanno come fondamento il diritto allautodeterminazione dei popoli. Lorganizzazione mondiale fondata sulla tutela e sulla difesa di tale diritto avendolo riconosciuto fondamentale per la prevenzione dei conflitti e per il benessere di tutta lumanit. Luigi Faccia in carcere per unidea, un obbiettivo culturale, sociale, politico che le leggi internazionali, recepite dalle norme italiane ed europee, imporrebbero ai governi di sostenere e che invece, colposamente o dolosamente, ma comunque illecitamente la Repubblica Italiana, tramite la Procura di Brescia, continua a considerare motivo di privazione della libert personale. Luigi Faccia intimamente convinto che sia lecito sostenere le proprie idee, che sia lecito associarsi con altri e che sia lecito diffondere il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto nonostante lincipit dellart.5 Costituzione. Tale convinzione talmente radicata in lui che si ritiene utile occuparsi della genesi della stessa seguendo la breve e, necessariamente superficiale ma non per questo infedele o errata, in ogni caso mai smentita esposizione che di seguito si far: - Dovrebbe essere risaputo che la storia del Veneto e del Popolo Veneto lunga migliaia di anni. La Serenissima Repubblica di Venezia o Repubblica Veneta, ne ha rappresentato il momento di massimo splendore e grandezza recitando per oltre mille anni nellEuropa e nel mondo un ruolo da protagonista. Sino al 1797 i Veneti hanno vissuto liberi e sovrani su un 5
territorio il cui cuore in parte ora individuato come Regione del Veneto allinterno della Repubblica Italiana. - Nel 1797 lesercito napoleonico, violando la neutralit dichiarata dalla Serenissima Repubblica di Venezia ne occupava i territori e ne costringeva i legittimi governanti a trasferire lautorit ad un organo gradito agli invasori, il Governo provisionale (provvisorio) della Municipalit di Venezia. Latto di trasferimento fu votato dal Maggior Consiglio del 12 maggio 1797 nonostante la mancanza del numero legale circostanza tale da rendere, per alcuni, tale atto affetto da radicale nullit. - Con una serie di trattati di dubbia legittimit contingente, gi viziati per i riferiti avvenimenti in Maggior Consiglio del 12 maggio 1797, parte dei territori della Serenissima Repubblica Veneta venivano dopo essere stati saccheggiati da Napoleone, arbitrariamente ceduti allImpero Austro- Ungarico (17971806) per poi ritornare, brevemente, (18061815) alla Francia napoleonica e quindi nuovamente agli Austriaci nel 1815. - Loccupazione Austriaca della Venezia, interrotta dalla riorganizzazione della legittima sovranit Veneta nel 1848-49 grazie a Daniele Manin, di cui vi fu riconoscimento anche internazionale, si concludeva nel 1866. - Durante il periodo di dominazione straniera, molteplici, per alcuni fulgide, furono le insorgenze volte a riorganizzare, ripristinare la legittima autorit Veneta. Si pensi alle cos dette Pasque Veronesi ed ai moti di Montebelluna, alle insorgenze nella valli Bresciane e Bergamasche contro linvasore Napoleonico; ai moti del 184849, con protagonista Daniele Manin erroneamente, anzi falsamente definiti risorgimentali mentre, in storia e verit, altro non furono che un ripristino della Veneta Autorit con precisa e dichiarata finalit di indipendenza nella millenaria tradizione. - Loccupazione francese fu particolarmente violenta e la repressione nei confronti dei Veneti, cos detti Marcheschi, raggiunse livelli parossistici tanto che i Napoleonici con metodo e pervicacia cercarono di cancellare quanti maggior segni possibile della passata gloria, scalpellando, distruggendo e svellendo migliaia di leoni marciani e punendo con la morte coloro che fossero stati sorpresi a gridare: Viva S. Marco o affiggere o proteggere leoni alati. - Le fonti tramandano che gli anni passati sotto il dominio del multietnico Impero Austroungarico furono meno pesanti, ma non si assop la volont del Popolo Veneto di libert ed indipendenza secondo tradizione. - Poca simpatia vi era poi nel Veneto nei confronti del regno Sabaudo ed emblematiche furono le battaglie di Custoza e di Lissa. - A Custoza la sconfitta dellesercito sabaudo (24 Giugno 1866) fu anche conseguenza delle false notizie e indicazioni che le venete ed i veneti - cio la popolazione del posto fornirono ai ricognitori e agli ufficiali sabaudi. 6
- Garibaldi si infuri perch i Veneti non si erano sollevati per conto proprio, neppure nelle campagne dove sarebbe stato facile farlo scrive in un celeberrimo, almeno tra i Veneti, passo Denis Mac Smith in un suo saggio. - A Lissa, la marina Austro-Veneta, formata per la maggior parte da navi ed equipaggi veneti, tant che il Veneto era la lingua di bordo, idioma con la quale gli ufficiali di lingua tedesca, ongara, slava ordinavano le manovre e impartivano gli ordini, sconfisse pesantemente gli Italiani (indicati allepoca quali piemontesi e napoletani). E documentato e tramandato che, allaffondamento dellammiraglia nemica, la Re dItalia, il 20 Luglio 1866, fu generale e spontaneo tra i marinai il grido Viva S. Marco!. - Nel 1866, con una serie di intrighi, lAustria trasferiva il Veneto al Regno Sabaudo per tramite della Francia, in quanto non voleva farlo direttamente non ritenendosi sconfitta dai Savoia. LAustria, che pur aveva privato della piena libert il Popolo Veneto per oltre 50 anni, ne aveva rispettato la grande storia e poneva quale condizione al trasferimento del Veneto che fosse il Popolo Veneto a scegliere il proprio futuro attraverso un plebiscito. - Il Regno dItalia organizzava il plebiscito sotto la minaccia delle armi e, dopo due giorni di voto ai quali parteciparono anche i soldati di occupazione italiani,, nell ottobre 1866 dichiar che il Popolo Veneto aveva deciso a favore dellItalia con lincredibile risultato di 647.426 voti a favore e 69 contrari. La popolazione del Veneto a quel tempo ammontava a circa 2.600.000 abitanti. Quel plebiscito fu subito definito truffa e numerosi sono gli scritti, sia italiani ma per la maggior parte stranieri, che denunciano la malefatta. Con il regio decreto n. 3300 del 4 novembre 1866 (di cui anche in prosieguo si dir) il Regno dItalia imponeva il proprio dominio sui territori della Veneta Serenissima Repubblica. - La sovranit italiana dunque non avrebbe titolo nei confronti dei territori de quo anche in virt dei modi in cui si svolse la consultazione plebiscitaria. - Sul punto si offrono in allegato alcuni dati con relativa bibliografia. (doc. 2) - In periodo italiano numerose sono state le manifestazioni di precisa volont di indipendenza e di richiamo alloriginario ritenuto valido e legittimo ordinamento della Veneta Serenissima Repubblica. Diffusissimo il pensiero di indipendenza e continuazione della forma statuaria originaria, repubblicana e federale a tutti i livelli. Numerose sono le testimonianze, anche tra gli atti del Parlamento italiano di quel periodo vi sono documenti comprovanti la volont di indipendenza del Popolo Veneto ed il timore che di questa lItalia aveva. - Loccupazione italiana dei territori veneti, fu di violenza e di rapacit degna e forse superiore allodioso agire delle potenze coloniali nel continente africano ed in Asia. Quella che sino allarrivo dei Sabaudi era stata una delle regioni pi ricche del mondo, precipit in drammatica povert. Malattia e disperazione dilagarono per le terre venete. Milioni di veneti furono costretti ad emigrare, anche con linganno degli agenti italiani per 7
lemigrazione. Lo Stato Italiano stava attuando la propria strategia di normalizzazione della Venezia. Come per altri Stati, degradati a colonie o regioni, di quello che era diventato il Regno dItalia, il Piemonte e quello che sarebbe divenuto il triangolo industriale, razziava ogni ricchezza lasciando le popolazioni delloccupato Regno di Napoli e Sicilia ed i Veneti in desolante povert. - Pensatori di estrazione cattolica e socialista teorizzarono ripetutamente di federalismo ed indipendenza. Per tutti, altri in bibliografia (doc.4), si cita Silvio Trentin, antifascista esule in Francia, che pensa ad un Italia fortemente federale in un Europa Federale. - Sorda lItalia a queste invocazioni ed anzi, viene propagandata e glorificata la magnificenza della Repubblica nata dal Risorgimento, dalla Prima Guerra Mondiale, dal Fascismo e dalla Resistenza e limmodificabilit, quasi la sacralit della Costituzione che lodierna Repubblica si data. - La propaganda e il controllo sulleducazione dei fanciulli non hanno fermato il pensiero indipendentista veneto. Prima sotto forma di richiesta di autonomia e federalismo (in quanto norme penali, chiaramente illiberali, condannavano anche la pacifica dichiarazione di una volont di indipendenza allinterno dello Stato Italiano), poi, mediante asserzioni pi apertamente indipendentiste, sino a sfociare in eclatanti azioni volte alla liberazione del Veneto ed allindipendenza dallItalia. - Istanze in tal senso si manifestano senza soluzione di continuit dal 1970 ad oggi. - In Veneto nasce la Liga Veneta che produrr la Lega Nord. - Straordinaria sul piano mediatico ed operativo, fu lazione dei cosiddetti Serenissimi nel 1997, i quali dopo una serie di sensazionali interferenze sullaudio televisivo occupavano il campanile di Piazza S. Marco in Venezia. - Loccupazione non fu cruenta ma il gruppo dirott un mezzo pubblico, imped a chi ne aveva diritto di usufruirne, danneggi una porta e port in luogo pubblico unarma. Luigi Faccia, come gi detto, faceva parte di quel gruppo. Tali fatti vennero considerati reati ed in quanto tali puniti. Venne contestata anche leversione ed il terrorismo ma, dopo un iter giudiziario decennale, non ebbe vittoria la tesi accusatoria che in altri processi volle provare tali ipotesi delittuose. - La ricostruzione dellazione dei Serenissimi del 1997 che stata offerta nellordinanza di custodia cautelare a firma del dottor Ceravone in realt quella dal PM dottor Lesti che a sua volta ha fatto propria quella dei ROS a firma del Tenente Colonello Michele Lo Russo. Sui fatti di allora questo patrocinio vorrebbe offrire ai Giudicanti e agli altri destinatari del presente atto, una diversa e pi obbiettiva ricostruzione, invitando alla lettura di quanto scritto da Alvise Fontanella (cronista del Gazzettino -quotidiano locale- che segu ora per ora, giorno per giorno, gli eventi ed i protagonisti 8
dellazione) in un cosiddetto istant book pubblicato nel 1997, nellimmediatezza dei fatti, con il titolo Il ritorno della Serenissima. - Altri gruppi veneti hanno dichiarato lindipendenza sotto un diverso Governo Veneto, altri ancora hanno formalizzato lesistenza del Movimento di Liberazione del Popolo Veneto e richiesto a varie Magistrature Internazionali il riconoscimento dei diritti del Popolo Veneto e la cessazione delle violenze e degli spogli da parte dello Stato Italiano. - Altro sostegno allillegittimit dellesercizio della sovranit italiana nei confronti del Popolo Veneto deriva per alcuni dal fatto che, per errore, forse per svista, taluno dice per divina giustizia, la Repubblica Italiana con il Decreto Legislativo n. 212 del 13 dicembre 2010, entrato in vigore il giorno successivo, ha abrogato il Regio Decreto n. 3300 del 4 novembre 1866 e la successiva legge di conversione n. 3481 del 18 luglio 1867. Questi erano gli atti conseguenti al plebiscito del 1866 con i quali Re Vittorio Emanuele II di Savoia decretava che per grazia di Dio e volont delle nazioni, le provincie della Venezia e quelle di Mantova, fanno parte integrante del Regno dItalia. - Labrogazione di tale legge sia essa stata un errore o forse lardire dellallora ministro Calderoli per alcuni ulteriore motivo per ritenere che la Repubblica Italiana, non avrebbe pi alcuna sovranit sui territori delle provincie della Venezia e quindi questi, ed il Popolo Veneto, sarebbero nuovamente libere e sovrane. - Senza pretesa di completezza si vuole da ultimo ricordare la posizione di casa DAsburgo Lorena i cui discendenti rivendicano tuttora la sovranit sul Veneto in quanto ritengono tamquam non esset i trattati del 1859 e 1866 per inadempimento e violazioni commesse dallo Stato Italiano. - Recentemente, a fronte dellantistorico ed antigiuridico rifiuto da parte dello Stato Italiano allammissione di una consultazione referendaria del Popolo Veneto sul tema indipendenza, il Popolo Veneto si organizzato e tassato ed ha effettuato un referendum digitale al quale hanno votato oltre 2 milioni di Veneti, in patria ed allestero, (oltre il 60% degli aventi diritto al voto secondo la legge italiana) ed i favorevoli allindipendenza sono stati pi dell80% dei votanti. Il 21 marzo 2014, in Treviso, Piazza dei Signori, avanti a migliaia di persone, sulla base di tale voto referendario stata dichiarata decaduta la sovranit italiana sul popolo e sul territorio veneto () demandando al Popolo Veneto la scelta dei suoi rappresentanti nellAssemblea Costituente (doc.3) e dichiarata la continuazione della Repubblica Veneta. La questione veneta cio laspirazione del Popolo Veneto alla riconquista della propria indipendenza dunque una costante da quando caduta la millenaria Repubblica. Dopo la sanguinosa conquista piemontese del sud della penisola e lannessione al Regno dItalia del Veneto si seppellirono le legislazioni e le autonomie dei vecchi stati per imporre le leggi dellarretrato e indebitatissimo 9
Piemonte. La questione veneta si riproporr dunque nel neonato parlamento e nemmeno i morti della prima guerra mondiale, la retorica fascista e quella della resistenza hanno sopito le istanze del Popolo Veneto alla propria indipendenza. Cos lo statuto della Regione Veneto, unico caso in Italia, contiene laffermazione dellesistenza del Popolo Veneto e del suo diritto allautogoverno. Non a caso in Veneto che nasce e si sviluppa la Liga Veneta poi Lega Nord promotrice di istanze autonomiste. Quanto esposto spero possa aiutare a comprendere le basi culturali, storiche e giuridiche per le quali il proprio assistito ha ritenuto di dichiararsi di cittadinanza veneta e di non riconoscere la giurisdizione italiana in terra veneta. Il proprio assistito, riconosce la Repubblica Italiana come nazione ma, pur rispettandone le leggi, non la ritiene legittimata allesercizio della sovranit sul Popolo Veneto. Le comunicazioni intercettate negli ultimi due anni di indagini dei ROS ed offerte dallordinanza di misura cautelare non fanno che provare che Luigi Faccia da pi di 20 anni vive per la stessa idea. Luigi Faccia ritiene che illegalmente la Repubblica Italiana eserciti attualmente la sovranit sui territori marciani, ma ritiene di non aver violato le leggi dello stato occupante e comunque, come questo patrocinio proceder ad illustrare, ha sempre sostenuto le sue idee, aggregato e organizzato i suoi seguaci con il presupposto di non commettere alcuna violenza, n sulle cose n sulle persone e con lintima convinzione che lautodeterminazione del Popolo Veneto sia diritto che meriti impegno, dedizione, sacrificio, financo resistenza, ma non violenza o la lesione di altrui diritti. Lautodeterminazione del Popolo Veneto da pi di ventanni la ragione di vita del proprio assistito. La convinzione sulla bont di tali ragioni mai sfociata in propositi terroristici o violenti. Con coraggio Luigi Faccia non fa altro che palesare e sostiene pubblicamente le proprie idee. Due anni di indagini della Procura bresciana, con lutilizzo di un reparto speciale militare, probabilmente da diverse e pi consone attivit distolto, non hanno offerto altro che la prova che Luigi Faccia ancora saldo e determinato nel difendere e diffondere le proprie idee. Daltra parte si evidenzia che le medesime istanze di cui da venti anni si fa promotore Luigi Faccia e per le quale ora si trova in carcere, non hanno solo il sostegno di gruppi pi o meno folti di nostalgici, ignoranti, facinorosi, terroristi, eversori, ubriaconi o pazzi, cos come sono stati battezzati da magistratura e 10
stampa nazionale, ma anche da istituzioni e organi rappresentativi democraticamente eletti e costituzionalmente previsti dallordinamento. Il Parlamento regionale del Veneto, organo rappresentativo democraticamente previsto ed eletto in osservanza della normativa della Repubblica Italiana nellaprile 1998, su iniziativa di un suo componente, lavv. Alessio Morosin, approvava a larga maggioranza la Risoluzione 42 che cos termina: Il Popolo Veneto () invoca il proprio diritto ad una democratica e diretta consultazione referendaria per la libera espressione del diritto di autodeterminazione nel quadro e con gli strumenti previsti dalla legalit anche internazionale vigente sollecita gli organi costituzionali e istituzionali della Repubblica italiana a definire ed approvare norme di legge per regolare i modi e le forme di esercizio del diritto di autodeterminazione, diritto sulla base del quale nel 1866 il Popolo Veneto, titolare naturale della propria sovranit e della sua disposizione ha aderito allordinamento statuale italiano attraverso lo strumento di consultazione referendaria. 11
Questo il documento integrale:
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Lo stesso Consiglio Regionale Veneto si fatto promotore di altre pressanti richieste tra cui si vuol qui ricordare la risoluzione 44 del 28 novembre 2012 che qui si riproduce come pubblicata nel sito istituzionale della Regione Veneto.
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO NONA LEGISLATURA
RISOLUZIONE N. 44
IL DIRITTO DEL POPOLO VENETO ALLA COMPIUTA ATTUAZIONE DELLA PROPRIA AUTODETERMINAZIONE
presentata il 5 ottobre 2012 dal Consigliere Foggiato, Caner, Bond, Finco, Bozza, Furlanetto, Petten, Sandri, Baggio, Bassi, Cappon, Cenci, Corazzari, Lazzarini, Possamai, Tosato, Ciambetti, Conte, Finozzi, Manzato e Stival
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE: 1) principio universalmente riconosciuto quello secondo il quale la legittimit di un ordinamento sovrano risiede solo nel consenso del popolo; 2) il Popolo Veneto una realt storica millenaria, viva e attuale gi giuridicamente organizzata in modo sovrano, in un preciso ambito territoriale ove ancor oggi si parla la stessa lingua, si accresce la stessa cultura, si valorizzano le stesse tradizioni, le stesse abitudini collettive, si difendono gli alti valori della comunit familiare, della nazione, dellattaccamento al lavoro e alla solidariet, della legalit e della giustizia nella libert; 3) il Popolo Veneto giuridicamente riconosciuto tale anche dallattuale ordinamento positivo italiano il quale con la legge 22 maggio 1971, n. 340, allarticolo 2 esplicitamente riconosce il suo diritto che: Lautogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e tradizioni della sua storia; 4) nella facolt del Popolo Veneto invocare e rivendicare il diritto alla verifica referendaria (di conferma o smentita) - in modi e forme legali e democratiche (regolate anche da atti o patti internazionalmente concepiti e sottoscritti) - dellatto di adesione del Veneto allordinamento statuale italiano del 1866; 5) proprio larticolo 10 della Costituzione italiana prevede che lordinamento giuridico dello Stato si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute; 6) anche ladesione del Veneto al Regno italiano con il referendum del 21 e 22 ottobre 1866 maturata con uno strumento di consultazione diretta, caratterizzato, per la verit, da una serie di azioni truffaldine messe in atto dal Regno dItalia; 7) oggi il Popolo Veneto intende rivendicare pacificamente, legalmente e democraticamente lo stesso diritto alla consultazione referendaria sul medesimo quesito sostanziale; 8) laspirazione ad esercitare tale diritto di consultazione diretta e ufficiale del Popolo Veneto poggia, tra laltro, su numerose norme dei diritto internazionale che prevedono e ribadiscono il diritto allautodeterminazione dei popoli, diritto naturale, e come tale intangibile, inalienabile e imprescrittibile, di ogni popolo libero; 9) lautodeterminazione dei popoli diritto solennemente proclamato e riconosciuto: - dalla Carta dellONU allarticolo 1 comma 2 e allarticolo 55; - dalla Risoluzione n. 1514 (XV) del 14 dicembre 1980 della Assemblea Generale ONU; - dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici adottato a New York il 19 dicembre 1966 e ratificato dallItalia con legge 25 ottobre 1977, n. 881; - dalla Risoluzione n. 2625, (XXV) del 24 ottobre 1970 dellAssemblea Generale ONU; - dallAtto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa firmato a Helsinki il 1 agosto 1975 parte (VIII) articoli 29-30; 15
- dalla Dichiarazione adottata dalla Conferenza internazionale di Algeri dei 1 - 4 luglio 1976 - articolo 5; 10) la Corte internazionale di Giustizia ha chiarito che: - il principio del diritto dei popoli allautodeterminazione, riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite e nella giurisprudenza della corte, costituisce uno dei principi essenziali del diritto internazionale contemporaneo; - uno del principali sviluppi intervenuti nel diritto internazionale a partire dalla seconda met del ventesimo secolo rappresentato dallemergere di un diritto allautodeterminazione spettante ai popoli di territori non autonomi o ai popoli sottoposti a dominio straniero. perfettamente concepibile che un atto - quale una dichiarazione di indipendenza - non sia in violazione dei diritto internazionale senza tuttavia costituire lesercizio di un diritto conferito da tale ordinamento. La prassi degli stati sia quella risalente al diciottesimo, diciannovesimo e alla prima met del ventesimo secolo che quella sviluppatasi a partire dalla seconda met del ventesimo secolo mostra come non si sia mai formata una regola di diritto internazionale generale che proibisca ladozione di una dichiarazione di indipendenza (opinione consultiva resa il 22 luglio 2010 dalla Corte Internazionale di Giustizia); - Come risulta dal testo della dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio 2008 e dalle circostanze nelle quali questa stata adottata, gli autori della dichiarazione (di indipendenza, ndr) non agirono nella loro qualit di membri di una delle istituzioni di autogoverno operanti nellambito della cornice costituzionale ma adottarono tale dichiarazione come individui che agivano di concerto in qualit di rappresentanti del popolo kosovaro al di fuori della cornice dellamministrazione provvisoria; - Poich la dichiarazione di indipendenza non stata adottata dalle istituzioni provvisorie di autogoverno n era destinata ad operare nellordinamento giuridico allinterno del quale tali istituzioni agivano, ne consegue che gli autori di tale dichiarazione non erano vincolati al rispetto del quadro giuridico che regolava la condotta di queste istituzioni, definendone poteri e responsabilit; 11) iniziative di difesa, esercizio ed attuazione del diritto di autodeterminazione dei popoli sono state: a) gi attuate, recentemente, in Scozia ed in Galles con il ricorso alla consultazione referendaria delle rispettive popolazioni per la creazione di autonomi Parlamenti e, nel 2014, la Scozia voter un referendum per conoscere la volont degli Scozzesi in ordine alla dichiarazione di indipendenza del Regno Unito; b) gi auspicate da altri popoli europei come quello catalano il cui Parlamento ha approvato una specifica Risoluzione, in data 18 dicembre 1989, la quale riafferma solennemente il diritto del Popolo Catalano allesercizio di tale diritto; c) gi sollecitate nella V legislatura con la mozione n. 53 del 4 giugno 1991 ed oggi largamente sostenute dai cittadini veneti e dai cittadini di altre regioni del nord Italia. Si osserva che i Presidente di Veneto, Piemonte, Lombardia hanno assunto iniziativa di approfondimento giuridico con pareri di ammissibilit costituzione favorevoli per lindizione di consultazioni popolari dirette nel senso indicato; 12) spetta quindi al Consiglio regionale del Veneto accertare al di l di ogni ragionevole dubbio la volont del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione, anche sino allindipendenza; 13) con la Risoluzione n. 42 del 22 aprile 1998 il Consiglio regionale del Veneto invocava il proprio diritto ad una democratica e diretta consultazione referendaria per la libera espressione del diritto di autodeterminazione nel quadro e con gli strumenti previsti dalla legalit, anche internazionale, vigente e nel contempo sollecitava gli organi costituzionali e istituzionali della Repubblica italiana a definire ad approvare con sollecitudine apposite norme di legge per regolare i modi e le forme di esercizio del diritto di autodeterminazione, diritto sulla base del quale nel 1866 il Popolo Veneto - titolare naturale della propria sovranit e della sua disposizione - ha aderito allordinamento statuale italiano attraverso lo strumento di consultazione diretta referendaria; tanto premesso e richiamato, approva
la seguente Risoluzione: Il Popolo Veneto, nellesercizio del suo naturale e legittimo diritto di autogoverno, storico e attuale, richiamando tutte le ragioni storiche, politiche e giuridiche citate in premessa, previamente riconoscendo
la attuale legalit costituzionale italiana che lo vede parte fondamentale autonoma nella attuale unit di Stato; richiamati
i principi giuridici generalmente riconosciuti dalle norme del diritto internazionale come fondanti la civile convivenza e la pace tra Popoli, nonch la consolidata giurisprudenza degli Organismi internazionali che riconoscendo il diritto dei Popoli allautodeterminazione ne tutelano il diritto alla libera espressione della propria volont al proposito, ribadisce 16
il proprio diritto ad una democratica e diretta consultazione referendaria per la libera espressione del diritto di autodeterminazione nel quadro e con gli strumenti previsti dalla legalit, anche internazionale, vigente e nel contempo impegna il Presidente del Consiglio regionale del Veneto ed il Presidente della Giunta regionale del Veneto
ad attivarsi, con ogni risorsa a disposizione del Consiglio regionale e della Giunta regionale, per avviare urgentemente con tutte le Istituzioni dellUnione europea e delle Nazioni Unite le relazioni istituzionali che garantiscano lindizione della consultazione referendaria innanzi richiamata al fine di accertare la volont del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione sino anche alla dichiarazione di indipendenza; impegna altres il Presidente del Consiglio regionale del Veneto ed il Presidente della Giunta regionale del Veneto
a tutelare in ogni sede competente, nazionale ed internazionale, il diritto del Popolo Veneto allautodeterminazione.
Lutilit di quanto sopra brevemente e superficialmente esposto oltre a spiegare la posizione del proprio assistito evidenzia ulteriormente come la base giuridica della posizione sostenuta da Luigi Faccia, da molti altri gruppi e dal parlamento della Regione Veneto il diritto allautodeterminazione dei popoli. Non si intende tediare i Giudicanti, perlomeno in questa fase, con i riferimenti normativi, giurisprudenziali, storici e dottrinari di tale principio. Essi sono noti e reperibili, alcuni sono richiamati nei documenti sopra riprodotti. Altrettando non si crede di dover in questa sede dimostrare come il Veneto sia Popolo e come tale titolare del diritto di autodeterminazione che la Comunit Internazionale e la Repubblica Italiana, che de facto esercita il potere su tale popolo, dovrebbero favorire ed invece stato negli anni violato e compresso. Basti per ora ricordare che lUnesco ha definito popolo un gruppo di esseri umani che hanno in comune numerose o tutte le seguenti caratteristiche: tradizione storica comune, identit razziale o etnica, omogeneit culturale, identit linguistica, affinit religiosa, affinit ideologica, legami territoriali, vita economica comune. La Risoluzione ONU 2160 del 30-XI-1966 proibisce luso della forza in riferimento ai popoli che reclamano lautodeterminazione. Ogni azione contro tale diritto violazione della carta ONU. LONU prescrive inoltre lobbligo per i suoi membri di sviluppare lautogoverno delle popolazioni, di prendere in debita considerazione le aspirazioni politiche e di assisterle nel progressivo sviluppo delle libere istituzioni politiche (art. 73 b Carta ONU) In considerazione della fase processuale e dellattuale interesse primario di questa difesa costituito dal far riacquistare al pi presto la libert al Signor Luigi Faccia si accontentino, per ora, i Giudicanti e gli altri destinatari del presente atto di considerare, riservandosi un maggior approfondimento e lindicazione di ulteriori 17
elementi, quale sia stata la Storia del Popolo Veneto e quale sia stato ed tuttora latteggiamento da parte dello Stato Italiano nei confronti di tale Popolo. Sia sufficiente in questa fase oltre a quanto gi esposto allegare al presente atto la bibliografia di alcuni degli innumerevoli testi che si occupano del Popolo Veneto, della Lingua Veneta, delle Istituzioni che lhanno per millenni rappresentato costituendo per secoli Nazione Storica dEuropa. (all.4) Da tale parziale documentazione offerta, emergono anche gli abusi e i tentativi di cancellazione di questo popolo, dei suoi territori, delle sue istituzioni, della sua lingua e della sua cultura da parte del Regno dItalia e della Repubblica italiana. Senza pretese di esaustivit per quanto riguarda la lingua veneta, essa pur essendo riconosciuta come tale da importanti documenti ad esempio l'UNESCO Red Book of EndangeredLanguages del professor TapaniSalmiden (Universit di Helsinky), The EthnologueLanguages of the World 13th Edition - SummerInstitute of Linguistics- Dallas, Texas-USA), non ha avuto alcuna tutela dalla Repubblica Italiana che anzi con la legge 482/1999 prevede la tutela di ben 12 lingue regionali o minoritarie ma non della lingua veneta. Vale sono accennare in questa fase, con riserva di meglio argomentare e produrre nel prosieguo delle azioni a difesa del proprio assistito, come nei programmi di studio delle scuole italiane e nei manuali per gli studenti delle stesse la storia ultra millenaria del Popolo Veneto e quella altrettanto longeva delle sue istituzioni politiche e sociali, sia negata o quanto meno ridotta nonostante la sua importanza educativa e storica. Allo stesso modo vale sono accennare in questa fase, con le stesse riserve, come il prelievo fiscale dei territori abitati dal Popolo Veneto e il disavanzo fiscale che ne conseguenza possa rappresentare da parte della Repubblica Italiana un comportamento neocolonialistico con le conseguenze previste dal diritto internazionale. Non avanti alla magistratura come Luigi Faccia ma pubblicamente sulla stampa il sentirsi cittadino veneto si evidenzia nelle parole del grande scrittore e intellettuale Goffredo Parise quando scriveva: Il Veneto la mia Patria. Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non la mia Patria. Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, soltanto il Veneto. Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perch penso all'Italia, bens perch penso al Veneto. O Parise era anchegli un eversore pericoloso, oppure siamo di fronte ad un caso grave di cecit umana e storica le cui conseguenze potrebbero essere drammatiche se i sentimenti e le istanze di un popolo continueranno ad essere negate o peggio come sta subendo il proprio assistito soffocate con la forza. 18
Questi, sommariamente e superficialmente esposti, sono i motivi per i quali il proprio assistito non riconoscendo la legalit della Repubblica Italiana nei territori appartenuti alla Veneta Serenissima Repubblica e sui quali vive il Popolo Veneto e lamentando la compressione del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto chiede, nostro tramite, di essere rimesso in libert in attesa della decisione sulleccepito difetto di giurisdizione del Giudice Italiano e in attesa delleventuale giudizio avanti lorganismo che vorr ritenersi o che sar ritenuto aver giurisdizione. 2 In subordine. Violazione dei diritti del difensore di persona in vinculis Altro motivo che rende illegittima la detenzione del proprio assistito e che si offre ai Giudicanti e agli altri destinatari del presente atto, risiede nella grave violazione dei diritti di difesa che questo patrocinio ritiene di aver subito non avendo liberamente potuto accedere ai documenti delle indagini preliminari sui quali si fonda lOrdinanza che ha disposto la misura custodiale. Tali atti per ovvie ragioni di Giustizia e come riconosciuto dalla giurisprudenza internazionale, europea e italiana devono essere a disposizione del difensore della persona in vinculis. Accade invece che il 2 aprile, in forza di ordinanza di custodia cautelare a firma del GIP dottor Enrico Ceravone, richiesta dal P.M. dottor Leonardo Lesti della Procura di Brescia 24 persone, tra cui il proprio assistito, vengono tratte in arresto con laccusa di associazione con finalit di terrorismo o di eversione dellordine democratico (270 bis C.P.) e per aver detenuto e fabbricato un carro armato arma da guerra. Il 18 aprile il Tribunale della libert di Brescia, investito del riesame da parte di alcuni difensori dei coindagati, deposita lordinanza che dichiara lincompetenza territoriale del Tribunale di Brescia, individuando competente il Tribunale di Padova, esclude la gravit indiziaria per il reato di previsto e punito dallart. 270 bis C.P. e per leffetto dispone la scarcerazione dei ricorrenti e per alcuni la sostituzione della misura. Al tentativo di accesso agli atti la Procura di Brescia risponde che il fascicolo ancora al Riesame, il Tribunale del Riesame non concede la visione degli atti in quanto la decisione depositata il 18 richiede la motivazione e quindi il fascicolo trattenuto dai Giudici per tale incombente. La prassi che la Procura trasmetta copia degli atti al Tribunale del Riesame, non che se ne privi trasmettendo gli originali impedendo cos di fatto lesercizio della facolt di visionare i documenti posti alla base dellordinanza di custodia cautelare ai difensori che non abbiano scelto tale mezzo di impugnazione. 19
Il negato accesso agli atti a conoscenza della Procura della Repubblica di Brescia e in caso di contestazione potr essere provato per mezzo di testimonianze. Il mancato rispetto di tale diritto oltre ad altre conseguenze per le quali ci si riserva di agire in altre sedi, rappresenta anche per il codice di procedura penale italiano una violazione dei diritti di difesa e quindi produce la nullit dellOrdinanza di custodia cautelare cosicch per i motivi esposti si chiede al Giudicante disporsi limmediata liberazione del proprio assistito. 3 In subordine. Questioni in materia di competenza e di violazione del diritto di difesa Avendo il Tribunale del Riesame di Brescia il 15.4.2014, sollecitato dal ricorso di alcuni coindagati, dichiarato prive dei richiesti elementi probatori le ipotesi delittuose di cui al capo 1 e capo 2 e altres dichiarato lincompetenza del Tribunale di Brescia in favore di quella del Tribunale patavino, competenza ora radicata presso il Tribunale di Rovigo vogliano i Giudicanti spirato il termine previsto dallart. 27 c.p.p dichiarare la perdita di effetto della misura e ordinare la liberazione di Faccia Luigi. In subordine per gli stessi motivi, e cio per aver il Tribunale del Riesame di Brescia il 15.4.2014, sollecitato dal ricorso di alcuni coindagati, dichiarato prive dei richiesti elementi probatori le ipotesi delittuose di cui al capo 1 e capo 2 e altres dichiarato lincompetenza del Tribunale di Brescia in favore di quella del Tribunale patavino, competenza ora radicata presso il Tribunale di Rovigo, vogliano i Giudicanti estendere il giudicato cautelare e per leffetto revocare lordinanza di custodia in corso o in subordine modificare la misura in essere e in ogni caso ordinare la trasmissione degli atti del procedimento alla sede competente. In ogni caso si intende qui lamentare e rendere noto che lesercizio effettivo di questa difesa risulta gravemente menomato anche dalla problematica individuazione degli Uffici giudiziari competenti, in quanto in assenza di ulteriori comunicazioni dallavviso di fissazione dellinterrogatorio di garanzia (datato 4 aprile), solo informalmente si potuto apprendere che, pur avendo il Tribunale del Riesame di Brescia negato la competenza bresciana lo stesso abbia trattenuto la decisione non ordinando la trasmissione del fascicolo alla competente Procura di Rovigo eludendo cos le garanzie difensive previste dal gi citato art 27 c.p.p. Anche tale vizio vorranno le S.V.Ill.me considerare nellesame della liceit della permanenza in vinculis del proprio assistito e comunque valga a sollecitazione di una soluzione delleventuale ritenuto sorto conflitto di competenza. 4 In subordine. Insussistenza delle condizioni di applicabilit delle misure cautelari 20
Si chiede la revoca o modifica della misura in essere in quanto contraria al dettato dellart. 273 C.p.p. Le indagini della Procura di Brescia, il cui costo si voluto sin dora sottoporre allattenzione del Procuratore presso la Corte dei Conti, non hanno evidenziato alcun grave indizio di colpevolezza per i reati contestati. Sulla mancanza di indizi per il reato di cui al 270 bis del c.p. si gi formato ampio giudicato cautelare ad opera del Tribunale del Riesame di Brescia e pertanto qui si ritiene, ai fini dellinsussistenza probatoria, sufficiente averne ricordato le decisioni che si devono estendere anche al coindagato Signor Luigi Faccia. Per quanto riguarda lipotesi di cui al capo C, relativa alla presunta arma da guerra, si osserva che la valutazione se il mezzo in questione sia arma da guerra o carrarmato compito del Giudice di merito ma allo stato, e anche per quanto lamentato al punto 2 del presente atto, gli elementi forniti non hanno la valenza indiziaria sufficiente al mantenimento della misura. La mancanza di gravi indizi offerta dalla stessa Procura di Brescia che ha dichiarato di aver incaricato i Ros di una perizia sul mezzo per verificarne la sua offensivit e il suo stesso potersi considerare arma da guerra. Nellimpossibilit di consultare liberamente gli atti del procedimento e non avendo ricevuto alcuna comunicazione relativa a esiti di perizie e quindi, ahim, dovendosi basare solo sullOrdinanza applicativa della misura, ci che emerge dalla stessa che lo stesso indagato definisce il mezzo come tanko ingegnere, non carro armato e che le indagini suppongono che in due anni gli indagati abbiano avuto la disponibilit di 60.000,00 per tutta lattivit politica e lallestimento del mezzo. Appare sufficiente in questa fase considerare che, per le risorse utilizzate dagli indagati e per le caratteristiche del mezzo predisposto, esso non pu essere nemmeno paragonato ad un carro armato. Il mezzo sequestrato a Casale di Scodosia ha una velocit massima di 14 Km/h e un autonomia di pochi chilometri, un Ariete, il carro armato in dotazione allesercito italiano ha un costo di 12 milioni di euro, ha un autonomia di 500 chilometri e una velocit di 80 Km/h. Daltra parte, in considerazione del fatto che nessun avviso di accertamento tecnico non ripetibile stato comunicato a questa difesa, nessuna prova sulleffettiva capacit di fuoco pu essere stata svolta dai consulenti del P.M. sul tubo trovato a Casale di Scodosia. 21
Dai due anni di indagini emerge invece levidente funzione simbolica e rievocativa del cosiddetto Tanko e comunque lassenza dei gravi indizi richiesti dalla norma che possano allo stato far ritenere il tanko e il cilindro de quo armi da guerra. Vi inoltre da aggiungere che i fatti contestati come reati se eventualmente avvenuti non sarebbero punibili ai sensi degli articoli 51 e 52 Codice Penale. Tali norme, richiamate dallart. 273 C.p.p. infatti escludono la punibilit del fatto quando i fatti reato siano stati compiuti nellesercizio di un diritto o dalla necessit di difendere un proprio diritto contro il pericolo attuale di un offesa ingiusta. E evidente che qualsiasi azione del proprio assistito anche nellipotesi fosse ritenuta sussumibile in una qualunque fattispecie delittuosa, sarebbe stata compiuta nel legittimo esercizio o nella legittima difesa di un diritto, quello dellautodeterminazione dei popoli, nel caso de quo del diritto allautodeterminazione del Popolo Veneto. 5 In subordine. Insussistenza delle esigenze cautelari. Non vi pericolo di inquinamento probatorio, non vi pericolo di fuga e non vi pericolo di reiterazione. Ritiene questa difesa che perdurante lindisponibilit del mezzo ritenuto in ipotesi accusatoria arma da guerra e ora sottoposto a sequestro e data lassoluta mancanza di qualsiasi altro elemento, nonostante i due anni di indagine, sulla disponibilit di altre armi da parte del proprio assistito, non si possa ravvisare alcuna possibilit di reiterazione del reato. In ogni caso per i motivi svolti, se ritenute sussistenti, le esigenze cautelari potrebbero essere soddisfatte con misura meno afflittiva di quella in corso. Vogliano per quanto esposto le S.V.Ill.me ordinare la rimessione in libert del proprio assistito mancando, come argomentato e motivato, ogni fondamento per il mantenimento della misura cautelare in essere. In subordine vogliano le S.V.Ill.me disporre misura meno afflittiva. *** Vogliano inoltre valutare i destinatari tutti del presente atto, ciascuno per le proprie competenze, fatta salva una diversa pi competa e formale richiesta di intervento: La violazione dei diritti umani. La violazione del diritto di autodeterminazione dei popoli. Luso illegittimo della forza in repressione di diritti fondamentali. 22
Lo sperpero di pubblico denaro in attivit inutili o quantomeno sovrabbondanti. Luso distorto della carcerazione preventiva. Il mancato rispetto delle norme internazionali che obbligano gli stati occupanti a riconoscere e favorire lautogoverno dei popoli e delle minoranza. Il mancato rispetto delle norme internazionali europee e italiane sulla libert di pensiero, di riunione, di associazione, sul diritto ad un giusto processo e sulle garanzie difensive. Il possibile aggravarsi della situazione nella zona perdurante la mancata considerazione delle legittime e reiterate richieste di autodeterminazione anche quando le stesse provengono da organi rappresentativi legalmente eletti. Con osservanza. Vicenza, 12 maggio 2014 Avv. Alessandro Zagonel