METALLURGICA:
INTRODUZIONE GENERALE
Gli acciai rapidi vengono utilizzati per la realizzazione di utensili da taglio che richiedono elevati
valori di resistenza meccanica e resistenza all’usura; vengono suddivisi in categorie differenti in
base alla presenza o meno in lega del cobalto (Co) , mentre i restanti elementi di alligazione sono il
cromo, il molibdeno, il vanadio ed il tungsteno (Cr, Mo,V,W). L’importanza degli acciai rapidi non
è diminuita negli ultimi anni pur essendosi affermati altri materiali come il metallo duro e le
ceramiche, questo perché esistono svariati tipi di acciaio rapido dotate di particolare composizione
chimica che gli conferisce particolari caratteristiche meccaniche a caldo o a freddo e li rende adatti
all’utilizzo in particolari ambienti. Solitamente gli utensili da taglio nelle condizioni di esercizio
possono raggiungere in punti particolarmente sollecitati temperature dell’ordine di 700°C che
provocano un’ usura generale dell’utensile in questione. In base alla loro composizione chimica gli
acciai rapidi verranno impiegati in ambiti differenti:
UTENSILI DA TAGLIO RAPIDO : devono avere un buon compromesso fra durezza, tenacità,
resistenza all’usura, resistenza al rosso e resistenza agli shock termici;
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ACCIAI RAPIDI
Gli acciai rapidi sono acciai alto-
legati che contengono grande
quantità di tungsteno (W) ed alte
percentuali degli altri elementi di
alligazione (Cr, Mo,V) . Questi
particolari acciai si suddividono in
acciai rapidi ordinari e acciai super
rapidi.
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Gli utensili da taglio costituiti da acciaio rapido iniziarono ad essere prodotti a partire dal 1905 ,
prima d’allora i fogli metallici dovevano essere tagliati mediante apposite cesoie o con macchinari
meccanici; l’utilizzo delle cesoie per tagliare una lamina metallica richiedeva molto tempo e molta
fatica mentre l’utilizzo delle macchine meccanizzate richiedeva un tempo inferiore che però si
traduceva in risultati più scadenti in termine di precisione. Il problema di dover lavorare una
quantità di materiale metallico di molto superiore ai decenni precedenti, è sorto in seguito
all’avvento della seconda rivoluzione industriale , in questo periodo grazie anche allo sviluppo della
distribuzione dell’energia elettrica su vasta scala si realizzarono utensili da taglio costituiti in
acciaio rapido che permettevano elevate capacità di taglio dovute anche all’elevata velocità di
lavorazione senza incorrere in particolari rotture dell’utensile .
Dal punto di vista storiografico è risaputo che lo sviluppo dei moderni acciai rapidi è iniziato nella
seconda metà del XIX sec. d.C. ma esistono prove che documentano tipi di acciaio simili prodotti
precedentemente, un esempio di queste prove sono gli acciai temprati in Cina a partire dal XIII
sec. a.C. , l’acciaio di Wootz prodotto in India intorno al 350 a.C. .
Lo sviluppo dei predecessori dei moderni acciai rapidi è avvenuto a partire dal 1868 quando Robert
Forester Mushet, pioniere della moderna metallurgia, ha sviluppato l’omonimo acciaio (acciaio di
Mushet dotato della seguente composizione: 4% ÷ 12% W, 2.5% Mn , 1.85% C.) . L’acciaio di
Mushet è dotato della particolare caratteristica di poter raggiungere un grado di durezza maggiore
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dopo essere stato temprato in aria libera rispetto alla durezza raggiunta dai comuni acciai
contemporanei in seguito ad un trattamento di tempra in acqua o in olio.
I loro esperimenti sono caratterizzati dal fatto che i due non ebbero rispetto delle conoscenze
metallurgiche raggiunte fino a quel momento le quali erano fondate su leggi empiriche , in modo
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del tutto spregiudicato i due eseguirono una serie di esperimenti realizzando diverse combinazioni
le quali venivano successivamente collaudate e di cui veniva prodotta una documentazione
dettagliata riguardante i diversi lotti. Il risultato di questa serie di esperimenti è stata la
trasformazione delle leghe esistenti in un nuovo tipo di acciaio capace di mantenere un elevato
grado di durezza a temperature molto più elevate, caratteristica indispensabile per permettergli
una maggiore velocità e profondità di taglio durante la lavorazione. L’acciaio prodotto nel 1904
dai due scienziati è stato classificato con la seguente sigla:
HS-18-4-1
La nascita degli acciai rapidi ha portato ad una sorta di rivoluzione degli utensili da taglio
industriali, permettendo loro una maggiore capacità di lavoro e la diminuzione delle rotture
degli utensili stessi dovuta al raggiungimento di elevate temperature alla conseguente
riprogettazione di tutti gli utensili da taglio in modo da poter sfruttare al massimo le caratteristiche
degli acciai stessi e aumentare la velocità di lavoro di ogni utensile.. Ovviamente il processo
studiato da Taylor e White venne brevettato ma nel giro di poco tempo il brevetto stesso venne
contestato e persino annullato. Il primo acciaio rapido generalmente riconosciuto fu l’HS 18-0-1
precedentemente conosciuto come : HS 18-4-1 , progettato da Taylor e White. L’acciaio rapido che
per moltissimi anni esso rimase l’unico acciaio usato nella maggior parte delle applicazioni, ed
ancora oggi è largamente usato, è l’HS 18-0-1 che è una sorta di evoluzione dell’ HS 18-4-1, al
giorno d’oggi però viene sempre maggiormente sostituito dai meno costosi e più versatili acciai
rapidi al molibdeno. Nel 1912 si ebbe un decisivo miglioramento delle proprietà di taglio
dell’acciaio al W in quanto venne aggiunto il cobalto come elemento alligante che portò al
miglioramento della resistenza al rosso. Questo nuovo tipo di acciai rapidi vennero largamente
utilizzati fino alla fine degli anni trenta, quando le difficoltà di approvvigionamento del W e
l’aumento del suo prezzo diedero il via, negli Stati Uniti, allo sviluppo degli acciai rapidi al Mo che
potevano essere legati o meno al cobalto (Co) e che ancora oggi non hanno rivali.
La ricerca metallurgica contemporanea del settore non sta cercando acciai sostitutivi ma al contrario
è orientata alla correzione delle formulazioni per migliorare l’effetto dei singoli alliganti e
soddisfare specifiche esigenze d’impiego. La prima lega che è stata formalmente classificata come
acciaio rapido è conosciuta come AISI denominazione T1, che è stata introdotta nel 1910.
N.B.
Ai giorni nostri tutti gli acciai rapidi vengono indicati con la sigla HS seguita da vari numeri
separati l’uno dall’altro da un trattino, questi numeri rappresentano la percentuale degli elementi in
lega presenti nel seguente ordine:
W, Mo, V, Co.
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-allo stato ricotto possiedono una matrice ferritica ricchissima di carburi e la loro frazione
volumetrica varia dal 25 al 33% .
-allo stato temprato la struttura è martensitica, ricca d’austenite residua (20-40%) con carburi
indisciolti la cui frazione volumetrica varia dal 9 al 12% in base all’acciaio e alle modalità di
austenizzazione.
Solitamente dopo aver ripetuto più volte la tempra ed il rinvenimento la struttura è martensitica
rinvenuta ricca di carburi indisciolti e riprecipitati, si hanno poi quantità variabili di austenite
residua, queste devono essere ridotte al minimo o addirittura eliminate.
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CARBONIO
La presenza di carbonio negli acciai rapidi in “range ristretti” è dovuta alla forte influenza che
questo elemento ha sulla formazione della morfologia dei carburi, sulla durezza della matrice e sulla
stabilità dell’austenite residua. Per questo motivo il contenuto di carbonio negli acciai rapidi varia
tra lo 0,7% e 1,60%. Il carbonio compie l’essenziale funzione di far raggiungere la massima
durezza all’acciaio rapido grazie alla sua azione sui carburi e sulla matrice stessa, questa funzione è
però correlata alla presenza degli elementi carburigeni che sono il W, il Mo e V.
In seguito a studi approfonditi è stato dimostrato che il contenuto di carburi cresce all’aumentare del
contenuto di carbonio con le modalità mostrate dal seguente schema:
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E’ importante precisare che la durezza della martensite aumenta con la presenza di carbonio
disciolto nella matrice, ovvero con la presenza di quantità di carburi disciolti nell’austenite prima
della tempra che avviene solitamente in olio o in bagno di sale.
TUNGSTENO E MOLIBDENO
VANADIO
L’aggiunta del vanadio come elemento alligante provoca la formazione di carburi durissimi che
hanno la seguente formula VC , V4C3, questi conferiscono un notevole miglioramento alla
resistenza all’usura e favoriscono l’indurimento secondario. La concentrazione di V deve essere
bilanciata rispetto al contenuto di carbonio nel seguente modo :ogni 0,25% C bisogna aggiungere
1% di V.
E’ necessario evitare l’eccesso di V rispetto al carbonio in quanto si potrebbe incorrere
nell’espulsione del cromo dalla matrice. L’aggiunta del V inibisce l’ingrossamento del grano
austenitico.
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CROMO
L’aggiunta del cromo conferisce all’acciaio rapido la temprabilità ed una discreta resistenza
all’ossidazione a caldo mentre viene ritardata al precipitazione dei carburi durante il rinvenimento.
Nel corso degli anni è stato dimostrato che il cromo poteva sostituire il tungsteno creando acciai
rapidi a basso tenore di W e alto di cromo, comunque al giorno d’oggi non viene aggiunto in
percentuale superiore al 5,5% .
COBALTO
L’aggiunta del cobalto viene effettuata in percentuali tra il 3÷15% per migliorare la resistenza ad
alta temperatura. Questo elemento non forma carburi ma al contrario si scioglie completamente
nella matrice aumentando il punto di fusione dell’acciaio rapido, inoltre migliora la durezza al rosso
e la tenuta del tagliente , riducendo però la tenacità e la resistenza alla decarburazione dell’acciaio.
In seguito riporto lo schema che mostra l’influenza del Co sulla durezza dopo il trattamento termico
degli acciai rapidi al tungsteno.
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- L’aggiunta dello zolfo agli acciai rapidi al Mo migliora la lavorabilità allo stato ricotto senza
influire eccessivamente in modo negativo sulle proprietà meccaniche.
I CARBURI
La presenza di carburi non è direttamente proporzionale alla presenza di carbonio ed elementi
carburigeni ma anche ad altri fattori come la solubilità dei vari elementi nei singoli carburi e
l’influenza del trattamento termico . La struttura primaria degli acciai rapidi che viene a crearsi
direttamente dal liquido è un reticolo intergranulare ininterrotto di carburi primari che sono
estremamente fragilizzanti. Il reticolo in questione viene distrutto attraverso un’ adeguata
lavorazione plastica a caldo in quanto nel corso della solidificazione i carburi tendono ad aumentare
le loro dimensioni portando ad un aumento della fragilità. In questi particolari acciai si ha la
presenza d’una segregazione di carburi che dipende dalla composizione chimica e dal grado di
riduzione del lingotto, questa deve essere ridotta al minimo per permettere all’acciaio di
raggiungere un buon grado di tenacità. Solitamente gli acciai con alte concentrazioni di W , V e Co
tendono a segregare di più, questi carburi primari che si formano sono distribuiti irregolarmente,
mentre i carburi secondari che precipitano in forma finemente dispersa dall’austenite durante la
tempra o maggiormente durante il primo rinvenimento sono i responsabili dell’attitudine al taglio
degli acciai rapidi. La quantità dei carburi varia mediamente a seconda dell’acciaio dal 25 al 33% in
volume allo stato ricotto al 9-12% dopo tempra.
La più semplice classificazione degli acciai rapidi è quella secondo AISI e di alcuni ipercarburati
europei o giapponesi non previsti dalla classificazione americana. La classificazione secondo AISI
(classificazione americana) suddivide gli acciai rapidi in due macrocategorie :
-acciai rapidi al W
-acciai rapidi al Mo
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-acciai base;
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Confrontando le tabelle si nota come la classificazione UNI en ISO consideri un numero molto
ridotto di acciai rapidi conseguentemente offre una lettura semplificata rispetto alla tabella AISI ma
pur sempre sufficiente per soddisfare ogni esigenza anche delle più sofisticate lavorazioni.
-ricottura: 1)completa
2)di distensione
RICOTTURE
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RICOTTURA COMPLETA: tutti gli acciai rapidi devono essere sottoposti a questo trattamento in
seguito a fucinatura , laminazione oppure ogni volta che devono essere ritemprati. Il pezzo deve
essere completamente riscaldamento alla temperatura di 870-900°C in modo da trovarsi in campo
austenitico, la durata della fase di riscaldamento deve essere di 1 ora per ogni 25 mm di spessore del
pezzo. Il successivo raffreddamento deve essere lento fino alla temperatura di 650° , avviene
all’interno di un forno e la velocità di raffreddamento deve essere inferiore a 20°C/h,
successivamente l’acciaio rapido viene fatto raffreddare con aria calma a temperatura ambiente in
modo da raggiungere la seguente durezza : 220-295 HB. In questa fase è necessario è necessario
scaldare i pezzi in bagno di Sali o in atmosfera perfettamente neutri per evitare il fenomeno della
decarburazione (pericolosa per l’integrità degli utensili durante la tempra ) e della cementazione
(formazione di eccessiva austenite residua nello strato superficiale nello strato carburato dopo
tempra e rinvenimenti).
RICOTTURA DI DISTENSIONE: questo tipo di ricottura può avere significato prima del
trattamento di tempra nel caso in cui si temano deformazioni inaccettabili, come nel caso di utensili
di forma complicata. Questo trattamento può sostituire il trattamento di ricottura completa nel caso
si debbano ritemprare gli utensili. In questo caso il riscaldamento avviene alla temperatura di 650-
675°C per la durata di 1 ora ogni 25mm di spessore, il raffreddamento deve avvenire in aria calma.
TEMPRA
Prima di trattare il trattamento di tempra vero e proprio è necessario precisare che la buona riuscita
di questo trattamento è indispensabile per il raggiungimento di buone caratteristiche dell’acciaio
rapido in via di formazione. Nel trattamento in questione bisogna giungere all’austenitizzazione
seguita dallo spegnimento con un mezzo sufficientemente drastico per ottenere la trasformazione
martensitica. La corretta struttura martensitica da raggiungere è caratterizzata dalla distribuzione dei
carburi nella matrice ferritica.
AUSTENITIZZAZIONE
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Il fattore che influenza in modo preponderante la buona riuscita per la formazione della matrice del
tipo desiderato è la scelta della temperatura d’austenitizzazione. La scelta di tale temperatura viene
effettuata basandosi sulla seguente tabella unificata che indica la temperatura di tempra e il mezzo
di spegnimento caratteristico degli acciai rapidi.
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La scelta errata della temperatura d’austenitizzazione può portare a due differenti risultati:
SPEGNIMENTO
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ACCIAIO HS 18-0-1
RINVENIMENTI
Nel caso degli acciai rapidi è necessario effettuare diversi rinvenimenti prima che il nostro utensile
sia pronto per essere utilizzato, infatti il minimo numero di rinvenimenti da effettuare è 3, in seguito
esporrò la motivazione di questo numero. Nel corso del rinvenimento avvengono i seguenti
fenomeni:
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SCHEMATIZZAZIONE
GENERALE DELLLE CURVE DI
RINVENIMENTO PER GLI
ACCIAI RAPIDI.
In seguito ad approfonditi studi gli esperti hanno suddiviso ogni rinvenimento in 5 fasi differenti:
- 1° STADIO
- 2° STADIO
Trasformazione del carburo ε in cementite che si attacca fra lei e accresce determinando un
sensibile calo della durezza.
- 3° STADIO
Temperatura 400-565°C
Parziale ridissoluzione della cementite e precipitazione dei carburi del tipo M2C, si ha un sensibile
incremento della durezza e questo viene comunemente chiamato durezza secondaria.
- 4° STADIO
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- -5°STADIO
CONSIDERAZIONI
Di seguito riporto una tabella che mette in evidenza i trattamenti superficiali eseguiti sugli acciai
rapidi per migliorare la resistenza ad usura:
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- Nitrurazione
Viene effettuata per la formazione di nitruri o carbonitruri di Cr,V,Mo e W che precipitano
nella matrice indurendola. Questo procedimento non porta a variazioni dimensionali
facilmente rilevabili, viene però migliorata sensibilmente la resistenza all’usura la durezza al
rosso e diminuisce il coefficiente d’attrito.
- Cromatura
Anche conosciuta come depositazione elettronica di uno strato di cromo con durezza di
HRC 65-68 conferisce eccellenti risultati se lo strato che viene a formarsi sia al massimo di
0.010 mm compatto e ben aderente. In seguito a questo trattamento bisogna eseguire il
trattamento di deidrogenazione, inoltre la cromatura conferisce una notevole riduzione del
coefficiente d’attrito.
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La qualificazione di un’ acciaio rapido , per un determinato utilizzo viene effettuata basandosi sui
dati presenti in letteratura metallurgica provenienti da precedenti prove o studi specifici. I dati che
bisogna necessariamente conoscere per poter qualificare correttamente un acciaio rapido sono i
seguenti:
1) COMPOSIZIONE CHIMICA
2) CURVA DI RINVENIMENTO E DUREZZA MASSIMA OTTENIBILE
3) CURVA DI DUREZZA A CALDO
4) TENACITA’ IN FUNZIONE DELLA DUREZZA
5) RETTIFICABILITA’ ALLO STATO TEMPRATO E RINVENUTO
Di seguito spiego il motivo per cui questi dati devono essere conosciuti:
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Un’ ulteriore modo per scegliere l’acciaio rapido da utilizzare in particolari situazioni/impieghi è
quello di affidarsi all’esperienza di qualcuno che ci ha preceduto, molto spesso questo è ancora il
metodo migliore. Ora riporto alcuni acciai ed espongo quale è solitamente il loro impiego:
- HS 6-5-2-5 : viene utilizzato per realizzare utensili da tornitura che lavorano ad alta
velocità e severe condizioni di taglio, è un acciaio rapido al cobalto.
- HS 6-5-2 : viene utilizzato in normali condizioni di taglio o di lavorazione a freddo , non
resiste ad eccessive sollecitazioni come la variazione di temperatura o di forti urti; viene
vastamente utilizzato in quanto è il più comune acciaio rapido ed è facile da trattare, spesso
viene sostituito con l’equivalente acciaio rapido più ricco di carbonio o quello ipercarburato
al Mo.
- HS 12-1-5-5 : viene utilizzato per realizzare utensili da taglio per materiali ad alta
resistenza o che si incrudiscono facilmente durante la lavorazione.
- HS 6-5-3 : viene utilizzato per la realizzazione di utensili che pur lavorando a bassa velocità
devono resistere ad alte sollecitazioni di usura.
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Durometro
Vickers
La prova di durezza Vickers è una comune prova di durezza che viene ampiamente utilizzata nei
laboratori metallografici per verificare il livello di durezza raggiunto dal campione in analisi, viene
effettuata al termine del processo produttivo o anche in seguito ad una lavorazione precisa; questa
prova è nata come ampliamento della prova di durezza Brinell.
La prova di
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durezza Vickers è dotata di alcune caratteristiche che hanno contribuito notevolmente a farla
diventare una prova comune in tutti i laboratori metallurgici:
- Ha un campo di applicazione illimitato sia per la durezza che per lo spessore del pezzo;
- Per tutti i carichi applicati viene utilizzato il medesimo penetratore a forma piramidale
costituito in diamante;
- Le prove di durezza possono essere svolte su oggetti privi di alcuna lavorazione, dotati però
di una superficie che non deve essere conica in alcun modo;
- il penetratore deve sempre essere perfettamente perpendicolare alla superficie del pezzo in
analisi;
- I risultati ottenuti mediante la prova Vickers hanno un livello di precisione maggiore rispetto
ai risultati ottenuti tramite al durezza Brinell.
IL DUROMETRO VICKERS
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La realizzazione della prova deve essere effettuata con l’apposito durometro Vickers, dotato di un
penetratore in diamante a forma di piramide retta a base quadrata con l’angolo tra le facce opposte
al vertice di 136°. Al penetratore viene applicato un carico perpendicolare alla superficie di prova
variabile in base al materiale in analisi. Per effettuare prove di durezza sull’acciaio solitamente si
utilizza l’ HV30, dove il carico corrisponde a 294 N ovvero 30kgm .
Il tempo di applicazione del carico viene indicato dalla normativa UNI EN ISO 7479 , solitamente
varia dai 10 ai 15 secondi , è inoltre possibile effettuare questa prova con un tempo di applicazione
del carico maggiore, questo parametro deve però venire indicato a fianco del valore di durezza
Vickers rilevata.
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Il sistema di lettura del durometro Vickers altro non e che un microscopio dotato di un
apposito sistema di riferimento ottico , questo e composto da da due reticoli i quali possono
essere opportunamente movimentati.
La misurazione vera e propria viene effettuata mediante il posizionamento del riferimento a
contatto con il vertice dell’impronta, successivamente attraverso l’utilizzo dei due reticoli
presenti si esegue la lettura dei decimi e dei centesimi , mentre i micron vengono letti
attraverso la posizione della vite micrometrica la quale consente spostamenti del sistema di
riferimento piccolissimi.
RILEVAZIONE DUREZZA HV
Generalmente questa prova viene effettuata per la rilevazione della durezza di materiali dotati di
elevata durezza; per effettuare correttamente la prova bisogna rispettare i seguenti accorgimenti:
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, d
La durezza Vickers è data dal rapporto tra il carico di prova F [N] e l’area della superficie S
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dell’impronta espressa in , il tutto moltiplicato per la costante k , in questo modo si ottiene un
valore privo di unità di misura.
�
�= ×
Dove = ,
= , ×
Il valore 0,539 deriva dalla formula per calcolare la superficie laterale dell’ impronta, precisamente
. �� � = ×
0,539
Le cui unità di misura sono [N/mm2]. Unendo questa formula alla formula del calcolo per la
durezza Vickers si ha:
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� [�]
�= , ×
, × [ ]
Per la corretta applicazione di queste formule risulta necessario utilizzare come d il valore medio
delle diagonali rilevate.
�= × ,
Qualora la prova venga effettuata con parametri differenti da quelli indicati dalla normativa il
simbolo HV, verrà seguito da due pedici di cui il primo esprimerà il carico in Kg variabile tra 1 e
120 mentre il secondo esprimerà il tempo di applicazione del carico in secondi.
630 HV 100/20
Tempo di applicazione del
carico espresso in secondi.
Indice di
durezza HV
Bibliografia
- Cesare Cibaldini, I criteri di scelta e di trattamento degli acciai da costruzione e da utensili,
ABS, Brescia .
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Sitorgrafia
- http://en.wikipedia.org/wiki/High_speed_steel
- http://www.hssforum.com/Italiano/1-INTRODUZIONE.pdf
- http://www.larapedia.com/tecnologia_durezza_vickers/durezza_vickers_definizione_e_form
ule.html
SISTEMI ORGANIZZATIVI
METALLURGICI:
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