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1- UN LIBRO-BOMBA ESPLODE SUL SAGRATO DI SAN PIETRO... http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-25175.

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1- UN LIBRO-BOMBA ESPLODE SUL SAGRATO DI SAN PIETRO:


"WOJTYLA SEGRETO" - 2- PIÙ SIMILE AI BORGIA CHE A SAN DAGO
FRANCESCO, LA STORIA DI UN PAPA CHE È STATO
PRINCIPALMENTE UN "ASSET" POLITICO PER DISTRUGGERE IL
COMUNISMO. ANCHE SOLDI SPORCHI, PASSANDO PER CALVI,
GELLI, LA MAFIA, BANDA DELLA MAGLIANA, I PARADISI FISCALI -
3- ALLE SPALLE DI KAROL, ZBIGNIEW BRZEZINSKI, IL
POTENTISSIMO CONSIGLIERE STRATEGICO DELLA CASA BIANCA
DI ORIGINE POLACCA CHE TEORIZZÒ L’USO DELLA RELIGIONE
COME STRUMENTO PER DISTRUGGERE L’IMPERO SOVIETICO,
SOSTENENDO A EST LA RESISTENZA POLACCA DI
SOLIDARNOSCH E LA CHIESA DEL SILENZIO; E A SUD I
MUJAEEDIN CHE IN AFGHANISTAN CONTRASTAVANO I SOVIETICI
DANDO PERÒ IN SEGUITO AD AL QAEDA: ATTRAVERSO IL
CARDINALE KROL DI ORIGINE POLACCA AVREBBE MOBILITATO
LA CONFERENZA EPISCOPALE AMERICANA PER SOSTENERE
L’ELEZIONE DI WOJTYLA - 4- LA LETTERA INEDITA DI CALVI AL
PAPA IN CUI SVELA L’INCIUCIO TRA IL SEGRATARIO DI STATO
CASAROLI E IL MINISTRO DC NINO ANDREATTA PER CALEN
STRAPPARGLI IL BANCO AMBROSIANO -

PENSIE
"Se un filo
grado di c
posto. "

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DAG
SOC
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DAGO ALL'A

1- WOJTYLA SEGRETO - UNA CONTROINCHIESTA UNICA, FONDATA SU DOCUMENTI


ESCLUSIVI
E' stato un papa più simile ai Borgia che a San Francesco d'Assisi; un pontefice che ha fatto sua
la massima di Machiavelli «Il fine giustifica i mezzi», pur di perseguire il disegno di una Chiesa
che doveva distruggere il comunismo.

Questo il ritratto di Giovanni Paolo II che emerge da «Wojtyla Segreto» (edito da Chiarelettere) la
prima "contro-inchiesta" mai pubblicata in materia e scritta dal vaticanista della Stampa Giacomo
Galeazzi e dallo scrittore di inchiesta Ferruccio Pinotti.

Un lavoro che non fa sconti sulla figura del pontefice e che scava nelle contraddizioni di un uomo
che è stato principalmente un «asset» politico. Attraverso documenti e interviste esclusive (il
consigliere della Casa bianca Brzezinski, il leader di Solidarnosc Lech Walesa, l'ex primo ministro
polacco Mazowiecki, il pm del processo Calvi-Ambrosiano Luca Tescaroli e molti altri), il libro
restituisce la figura di un papa che la cronaca non ha raccontato e che il processo di
beatificazione ha volutamente evitato di prendere in considerazione, mettendo a tacere ogni voce
e testimonianza critica anche interna alla Curia vaticana.

WOJTYLA E L'UOMO DELLA CASA BIANCA


Di grande interesse l'intervista a Zbigniew Brzezinski, il potentissimo consigliere strategico della
Casa Bianca di origine polacca che teorizzò l'uso della religione come strumento per distruggere
l'impero sovietico, sostenendo a Est la resistenza polacca e la Chiesa del Silenzio; e a Sud i
mujaeedin che in Afghanistan contrastavano i sovietici dando però in seguito ad Al Qaeda.

Brzezinski ammette che già nel '76, due anni prima della salita al soglio pontificio, lui e
l'arcivescovo Wojtyla ebbero un incontro riservato ad Harvard e che da lì nasce un'amicizia
«calda e affettuosa» mai interrottasi.

Sarebbe stato Brezinski stesso, attraverso il cardinale Krol di origine polacca, a mobilitare la
conferenza episcopale americana per sostenere l'elezione di Wojtyla due anni dopo.

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SOLIDARNOSC E I SOLDI DI ROBERTO CALVI


A confermare l'appoggio di Giovanni Paolo II al movimento polacco Solidarnosc è nel libro lo
stesso Lech Walesa. Nel biennio 1980-1981 il Banco Ambrosiano, tramite il suo presidente
Roberto Calvi inizia a versare capitali enormi al sindacato di Wałesa. Tutto è avviato nella più
assoluta segretezza. La cittadella di Solidarnosc ha bisogno di aiuto; la battaglia di resistenza in
Polonia è solo una tappa nel più impegnativo confronto con l'impero sovietico.

Insieme a Roberto Calvi, deus ex machina dell'intera operazione è Marcinkus, l'anima nera dello
Ior, la banca del Vaticano. Marcinkus sarà la figura chiave della politica di papa Wojtyla contro il
comunismo. Una battaglia da vincere con ogni mezzo. Anche soldi sporchi, passando per i
paradisi fiscali.

Con Roberto Calvi, Marcinkus imbastisce una rete di società fantasma nei paradisi fiscali di
mezzo mondo, dove arrivano fiumi di soldi. Forte della benedizione vaticana, Calvi allaccia
relazioni pericolose con Michele Sindona e il giro della Loggia P2, di cui è affiliato.

Giacomo Botta, dirigente del settore esteso del Banco Ambrosiano racconterà ai magistrati: «Già
nel 1977-1978, quando divenni consigliere [del Banco ambrosiano di Managua], Calvi mi disse
che il gruppo che controllava il pacchetto di controllo dell'Ambrosiano era lo Ior, che deteneva
all'estero una consistente partecipazione del Banco. Seppi anche che le società che a
quell'epoca l'Ambrosiano di Managua finanziava erano del Vaticano. Calvi probabilmente
intendeva mettermi al corrente di questi segreti che lui tutelava gelosamente e intendeva altresì
giustificare i finanziamenti, dicendo che erano imposti dal Vaticano, che era in sostanza il
padrone del Banco ambrosiano».

Panama, Bahamas, Lima, Managua. Arriva da lì il tesoro per sostenere Solidarnosc. Roberto
Calvi fugge all'estero, braccato dai creditori. Finirà la sua corsa il 17 giugno 1982 sotto un ponte
di Londra, appeso a una corda con dei mattoni nelle tasche. Solo pochi giorni prima scriverà una
lettera drammatica, indirizzata a sua santità Giovanni Paolo II. Una lettera che fotografa un pezzo
importante di storia italiana e ci dice anche che Wojtyla non poteva non sapere.

LA LETTERA DI ROBERTO CALVI AL PAPA


"Santità, Ho pensato molto, molto, in questi giorni. E ho capito che c'è una sola speranza per
cercare di salvare la spaventosa situazione che mi vede coinvolto con lo Ior in una serie di
tragiche vicende che vanno sempre più deteriorandosi e che finirebbero per travolgerci
irreversibilmente.

Ho pensato molto, Santità, e ho concluso che Lei è l'ultima speranza, l'ultima. Da molti mesi,
ormai, mi vado dibattendo a destra e a manca, alla disperata ricerca di trovare chi
responsabilmente possa rendersi conto della gravità di quanto è accaduto e di quanto più
gravemente accadrà se non intervengono efficaci e tempestivi provvedimenti, essenziali per
respingere gli attacchi concentrici che hanno come principale bersaglio la Chiesa e,
conseguentemente, la mia persona e il gruppo a me facente capo.

La politica dello struzzo, l'assurda negligenza, l'ostinata intransigenza e non pochi altri incredibili
atteggiamenti di alcuni responsabili del Vaticano, mi danno la certezza che Sua Santità sia poco e
male informata di tutto quanto ha per lunghi anni caratterizzato i rapporti intercorsi tra me, il mio
gruppo e il Vaticano.

Santità, sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse
dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona, di cui ancora
subisco le conseguenze; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli
rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti paesi e associazioni politico-
religiose dell'Est e dell'Ovest;

sono stato io che, di concerto con autorità vaticane, ho coordinato in tutto il Centro-Sudamerica
la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e
l'espandersi di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato

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proprio da queste stesse autorità a cui ho rivolto sempre il massimo rispetto e obbedienza.

Santità, la domanda che mi pongo è questa: «Ma a chi giova un tale atteggiamento? Certo non a
me o al mio gruppo, ma anche più certamente non giova agli interessi morali ed economici della
Chiesa. E allora, Santità, mi convinco sempre di più che chi vuole male alla Chiesa (e non sono in
pochi) trova, all'interno di essa, numerosi e autorevoli alleati.
Ora si tratta di stabilire quanti di questi alleati sono in buona fede e quanti non lo sono.

Dunque, le ipotesi sono due: per quelli che sono coscienti del male che hanno fatto e che
potrebbero ancora fare, non c'è alcun dubbio: Lei, Santità, è l'obiettivo! Per quelli che invece sono
in buona fede (ed è l'ipotesi meno credibile), Santità, non indugi un secondo, li allontani
urgentemente dal loro incarico prima che sia troppo tardi!

Certo, occorre molta buona volontà, per non dire che bisogna essere ciechi, per non vedere che
si sta preparando una grande congiura contro la Chiesa e la Persona di Sua Santità. E ciò è
facile dedurlo dalle assurde risposte che si continua a dare alle mie disperate grida di pericolo e
ai miei reiterati inviti di chiarimento. LISTA

Forse, senza forse, la grande popolarità e simpatia di cui Lei, Santità, gode in molte parti del
mondo e l'espandersi di essa, preoccupano, e non poco, i Suoi avversari interni ed esterni, sino
al punto da far pensare a quelli interni, si capisce, il tanto peggio, tanto meglio!

ISCRIV
Gli avversari esterni lo sappiamo chi sono e Lei, Santità, lo sa meglio di tutti e li combatte meglio
di tutti; ma quelli interni, interni alla Chiesa voglio dire, e quelli affini, come alcuni democristiani,
Lei, Santità, li conosce? Io credo proprio di no! Non sono un pettegolo e neanche uno che
accusa per dispetto o per vendetta.

E non mi interessa, perciò, soffermarmi sulle tante chiacchiere che si fanno su alcuni prelati e in
particolare sulla vita privata del segretario di Stato cardinale Casaroli (si sa, questo genere di GUIDA
chiacchiere non giova mai alla dignità e al buon nome della Chiesa), ma mi interessa moltissimo
segnalarLe il buon rapporto che lega quest'ultimo ad ambienti e a personaggi notoriamente
anticlericali, comunisti e filocomunisti, come quello con il ministro democristiano Nino Andreatta
col quale, sembra, abbia trovato l'accordo per la distruzione e spartizione del Gruppo ARTIC
ambrosiano. Napoli in g

Ma a quale disegno vuole o deve obbedire il segretario di Stato del Vaticano? A quale ricatto? Forza ghe
Santità, un eventuale crollo del Banco Ambrosiano provocherebbe una catastrofe di 1- sado-m
inimmaginabili proporzioni in cui la Chiesa ne subirebbe i danni più gravi! Bisogna evitarla a ogni Will e kate
costo! Le condiz
Gli americ
Molti sono coloro che mi fanno allettanti promesse di aiuto a condizione che io parli delle attività
da me svolte nell'interesse della Chiesa; sono proprio molti coloro che vorrebbero sapere da me 1- oltre l’a
se ho fornito armi o altri mezzi ad alcuni regimi di paesi del Sudamerica per aiutarli a combattere i
nostri comuni nemici, e se ho fornito mezzi economici a Solidarnosc o anche armi e finanziamenti FOTO
ad altre organizzazioni di paesi dell'Est; ma io non mi faccio e non voglio ricattare; io ho sempre
scelto la strada della coerenza e della lealtà anche a costo di gravi rischi!

Santità, a Lei mi rivolgo perché solo attraverso il Suo alto intervento è ancora possibile
raggiungere un accordo tra le parti interessate e respingere il terribile spettro di una immane
sciagura. Ora, altro non mi rimane che sperare in una Sua sollecita chiamata che mi consenta di
mettere a Sua disposizione importanti documenti in mio possesso e di spiegarLe a viva voce tutto
quanto è accaduto e sta accadendo, certamente a Sua insaputa. Grato e nel bacio del Sacro
Anello, mi confermo della Santità Vostra.

Roberto Calvi

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LA P2 E I SOLDI DELLA MAFIA


Anche la Loggia P2 approvava i finanziamenti «anticomunisti» al sindacato polacco. Ricorda
Licio Gelli: «Nel settembre 1980 Calvi mi confidò di essere preoccupato perché doveva pagare
una somma di 80 milioni di dollari al movimento sindacale polacco Solidarnosc, e aveva solo una
settimana di tempo per versare il denaro».

Perfino la mafia sarebbe coinvolta nel progetto del papa di fare a pezzi il blocco comunista. Dagli
atti giudiziari del processo Calvi emerge infatti che nella lotta al comunismo sarebbero stati
investiti anche soldi frutto delle speculazioni edilizie della mafia in Sardegna.

Il pm Luca Tescaroli - intervistato da Pinotti e Galeazzi - ha maturato nel corso degli anni una
conoscenza unica del complesso mondo delle finanze vaticane e dei rapporti malati che in quegli
anni il papato non disdegnò di intrattenere. Tescaroli è stato il primo magistrato che, con il suo
lavoro, è riuscito a evidenziare come la banca di riferimento del Vaticano, strettamente legata allo
Ior, fosse divenuta negli anni Settanta e Ottanta strumento del riciclaggio di denaro mafioso. Soldi
utilizzati dal papato per contrastare il comunismo nell'Est europeo e in America Latina.

Nel libro il pm ha raccontato aspetti inediti in merito: «Roberto Calvi, nel subentrare a Michele
Sindona, risultò svolgere una funzione di volano tra i vecchi e i nuovi equilibri strategici
avvicendatisi in seno a Cosa nostra, a seguito della cosiddetta ultima guerra di mafia. Se Calvi
avesse messo in atto il manifestato proposito di riferire quanto a sua conoscenza, avrebbe
svelato il canale di alimentazione del Banco Ambrosiano, rappresentato dalle risorse finanziarie
provenienti da Cosa nostra, e la destinazione dei flussi di quel denaro, ivi compresa quella del
finanziamento del sindacato Solidarnosc (di cui ha parlato Salvatore Lanzalaco), e ai regimi
totalitari sudamericani (ai quali fece espresso riferimento Calvi in alcune lettere dallo stesso
sottoscritte).

Finanziamento attuato nell'interesse di una più ampia strategia del Vaticano, volta a penetrare nei
paesi comunisti dell'Est europeo e a congelare l'avanzata comunista nell'America Latina. Cosa
nostra e, certamente, Calò non potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli
inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle
direzioni, e l'attività di riciclaggio che attraverso il Banco Ambrosiano veniva espletata.»

ALTRO CHE FONDAZIONE DI BENEFICENZA


Pinotti e Galeazzi ricostruiscono anche, sempre sulla base di documento che hanno scelto di
pubblicare in appendice al libro, il rapporto segreto che legava papa Wojtyla al vescovo 007
monsignor Pavel Hnilica. Una figura leggendaria, al punto che nel 1951 dovette fuggire a Roma,
dove negli anni '60 fondò la misteriosa Fondazione Pro Fratribus, dedita all'assistenza dei
profughi dell'Est ma in realtà strumento per convogliare aiuti alla resistenza anticomunista in tutta
l'Europa orientale.

Pinotti e Galeazzi pubblicano scannerizzati tutti gli assegni della Pro Fratribus, che documentano
il vorticoso giro di denaro messo in piedi dal vescovo 007 amico di Wojtyla sin dal dopoguerra.

Gli autori pubblicano poi l'assegno da 1,5 miliardi con il quale Hnilica - certamente con il consenso
di Wojtyla - cerca di comprare da Flavio Carboni la valigetta di Calvi contenente i documenti con
cui intendeva ricattare il Papa. Un assegno non onorato dallo Ior solo per l'intervento del cardinale
Casaroli.

Ma l'appoggio del Papa al discusso padre Hnilica, condannato per ricettazione insieme a Carboni
e al falsario Giulio Lena (se la caveranno solo nei successivi gradi di giudizio) è acclarato, come
testimonia la missione affidata da Wojtyla a Hnilica di una messa segreta a Mosca nel 1984 che
consacrasse la Russia al cuore immacolato di Maria.

UNA DECISIONE POLITICA


Nell'inchiesta di Pinotti e Galeazzi sono raccontati con dovizia di particolari molti altri capitoli
oscuri, come la copertura offerta al movimento dei Legionari di Cristo, guidato Marcial Maciel,
così come l'appoggio indiscriminato a lobby di potere come Opus Dei, Cl, Focolarini,

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Neocatecumenali. Movimenti integralisti che sono ormai vere e proprie «chiese nella chiesa».

Per tutte queste ragioni Pinotti e Galeazzi ritengono inopportuna la beatificazione lampo di
Wojtyla ed ancor più rischiosa la probabile canonizzazione, come sostenuto da un altro
documento pubblicato in appendice: la testimonianza prodotta dal teologo Giovanni Franzoni al
processo di beatificazione.

Un documento nel quale il coraggioso sacerdote esplicita le ragioni per le quali Wojtyla non può e
non deve diventare santo. Così Franzoni: "E' mio dovere elencare i gravi dubbi che non si
possono tacere. Mi rendo conto che alcune mie affermazioni sembreranno inaudite. L'ansia con
cui molti ambienti lavorano alla beatificazione ha poco di evangelico. Chiedo che Wojtyla sia
lasciato al giudizio della Storia".

[01-05-2011]

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