Sei sulla pagina 1di 144

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

1909 - 2009 Mostra del Centenario

ALDO TAVELLA
(1909 2004) IL RESPIRO DI UNA VITA
a cura di Paolo Levi e Mario Guderzo

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

Lopera inserita nella collana Cataloghi d Arte della

Con il Patrocinio

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

In copertina Giardini, 1947 olio su cartone, cm 50x70

Si ringraziano

Stampa

Distributore esclusivo alle librerie Messaggerie libri S.p.A. Via Verdi, 8 - 20090 Assago (Milano)

Copiright2009 Itaca Investimenti d Arte s.r.l. Riproduzione vietata, tutti i diritti riservati dalla legge sui diritti dautore

SPECIALI NELL ASSICURARE

IL RESPIRO DI UNA VITA


Mostra del Centenario
a cura di Paolo Levi e Mario Guderzo

ALDO TAVELLA
1909 - 2009

14 novembre 13 dicembre 2009 Palazzo della Ragione Piazza dei Signori, Verona
Testi di: Paolo Levi, Ennio Pouchard, Mario Guderzo Federica Luser, Marco Maria Polloniato Organizzazione: Alessandro Schirato Musiche: Maestro Nicola Guerini Allestimenti: Arredamenti Dueffe, San Zeno di Cassola (VI) Assicurazioni: Satec e Venice Broker Apparati Fotografici: Davide Martinazzo, Pino Tavella, Alessandro Schirato Comunicazione e Ufficio Stampa Mara Bisinella, Quinto Potere, Bassano del Grappa (VI)

Organizzazione Generale e Progetto Grafico Itaca Investimenti dArte Castelcies di Cavaso del Tomba (TV) www.itacagallery.com e-mail: info@itacagallery.com

Con la mostra sul pittore Aldo Tavella salutiamo un nuovo ed importante appuntamento con larte, unulteriore tappa nella strategia di sviluppo culturale della nostra citt, la naturale prosecuzione della linea di sostegno ai fenomeni di eccellenza della cultura veronese. Lintento dellAmministrazione comunale, infatti, quello di tributare un omaggio ad un uomo che, nel tempo, con passione e professionalit, ha collaborato alla crescita culturale della Citt che ha amato e che ha saputo lasciare un segno nella sua arte. E un importante avvenimento culturale, che si realizza a pi di 20 anni di distanza dallomaggio che il Comune di Verona volle rendergli, ospitando nel Palazzo della Gran Guardia unantologica che riscosse un notevole successo di pubblico e di critica, cui fece seguito una seconda mostra nel 2004. Un filo riannodato, quindi, grazie al quale Verona riscopre se stessa, per ritrovare il proprio futuro e riallacciare il rapporto con la propria storia. La mostra contribuir ad approfondire la conoscenza di questo pittore, che seppe affrontare in modo autonomo ed originale il dibattito sullarte italiana di quegli anni: seguire il percorso di questo artista, quindi, consentir di entrare anche nello spirito migliore del Secolo che abbiamo alle spalle. Siamo certi che la figura di Tavella emerger in tutta la forza della sua creativit e nellautenticit della sua complessa ricerca culturale, che ha offerto un importante contributo allo sviluppo del panorama culturale ed artistico del nostro territorio e non solo. Questesposizione dunque, ed il catalogo-monografia che la correda, consentiranno finalmente di valutare nel suo insieme tanti anni di lavoro, segnato dalla fedelt alla tradizione e allarte, come sempre stato ribadito dalla critica. Un appuntamento da non perdere, per i veronesi e per il pubblico interessato, una grande occasione per cercare di penetrare nella vicenda artistica ed umana di questo pittore. La mostra, infatti, oltre che un progetto per la citt, rappresenta anche un modello di collaborazione e di interazione tra diverse istituzioni pubbliche e private, tra istituzioni e cittadini e tra diverse competenze e professionalit. Il nostro ringraziamento va alla famiglia Tavella, per lopportunit che ha voluto offrire alla citt, allorganizzazione di Itaca Investimenti dArte e a tutti coloro che hanno lavorato, prodotto, studiato per la realizzazione di questa iniziativa. Erminia Perbellini Assessore alla Cultura Flavio Tosi Sindaco di Verona

Un momento di memoria e di cultura unimpronta originale ed autonoma nella pittura veneta del XX secolo: cos dicono gli esperti darte di mio padre. Un uomo che ha sempre fatto quello che ha voluto e contato solo su se stesso. Una vita, la sua, iniziata nel 1909 e terminata nel 2004. Ricordo di lui benissimo quei suoi occhi belli e vispi, quella sua voce simpatica mentre ci diceva cose di cui era convinto sempre fino in fondo e per le quali mal volentieri accettava suggerimenti o consigli. Solo la mamma sapeva davvero come prenderlo e dominarlo. Compiuti gli studi presso lAccademia G.B. Cignaroli di Verona, ne divenne prima docente e poi Direttore. Ed sotto la direzione di Aldo Tavella che lAccademia ottenne nel 1985 il riconoscimento dello Stato Italiano. Con una produzione amplissima ed eclettica colorata di ottimismo e naturalezza, mio padre, fino allultimo, questo bambino di 95 anni, ci ha offerto unimmagine di pittore che travalica il tempo con un entusiasmo ed uno spirito polemico, estroso ed accattivante: bastava entrare nella sua casa, i quadri erano dappertutto, negli armadi, in cucina, in ogni dove, in un perfetto disordine dautore. Consentitemi di ricordare qualche breve passo di alcuni dei critici darte che hanno apprezzato e valorizzato lopera di mio padre: Ugo Ronfani, in occasione di una mostra dedicata al pap alla Gran Guardia, presentava liniziativa come un evento che celebra e premia la longevit operosa e lonest intellettuale di un pittore che ha attraversato il secolo senza oziose o vanitose distrazioni, tenendo gli occhi bene aperti su quanto di nuovo offriva il panorama italiano ed europeo delle arti figurative, ma badando soprattutto ad essere se stesso, ad ascoltare le voci di dentro di una vocazione di nativa naturalezza, restando prodigiosamente giovane nellincalzare dellet, dunque un evento che esce decisamente dalla cerchia locale. Jean Piot, nella sua pubblicazione Aldo Tavella - tra mito e realt evidenzia come Tavella ha sempre saputo che la fedelt al vero non un limite culturale, un pericolo di restare arretrati, di avvilupparsi ancora alle nostalgie naturalistiche e post impressionistiche, ma il pi delle volte, lo specchio di una profonda verit interiore. Senza ci - dice spesso Vasari - larte sarebbe caduta come un corpo umano. Remo Brindisi, in un breve commento di alcune opere di Aldo Tavella, scriveva: Sono dell opinione che, grazie ad un tessuto plastico del colore, il suo quadro riesce ad essere suggestivo per una particolare luce, che dallimpasto pittorico, scaturisce in una analisi segreta sugli oggetti, pi che sui paesaggi e le figure. Dimpostazione tradizionale, il suo quadro avverte, delle volte, angolazioni culturali pi aggiornate. Infine Licisco Magagnato: Tavella resta fedele al fondo vero della sua cultura: 1esperienza artigianale, la spontanea sapienza del mestiere del decoratore che ha un tempo esercitato lintonazione delle sue opere costantemente in chiave giusta, proprio il suo innato senso di un rapporto cromatico unitario che deve legare la parte al tutto, in un equilibrio che costituisce lamalgama meditato dei vari elementi. [ ... ] Da un punto di vista compositivo, i dipinti di Tavella sono gremiti e densi, quasi li ispirasse un horror vacui di ascendenza popolare; mazzi di fiori compatti, come ghirlande di fiori secchi, tessiture strettamente intrecciate come i ricami dei cuscini della nonna, tinte spente e corpose segnate da velature e graffiti che sembrano esaltarne la matericit. Questo tormentato lavorio sul tessuto pittorico, si accompagna talora ad un altrettanto arrovellato sovrapporsi a strati ed incastri di immagini, in una ricerca di sintesi narrative e simboliche condotte sul filo della memoria, in una chiave che risale a modi del liberty, ma anche a murales ed illustrazioni popolari sudamericane e specialmente messicane. I critici darte e gli esperti, quindi, gi molto hanno detto e scritto. Oggi con questa mia presentazione, che credo faccia piacere alla Verona che lui tanto ha amato come ultimo testimone di un secolo di grandi nomi veronesi, ed anche a questa prestigiosa Accademia di cui, in memoria proprio di Aldo Tavella, mi stata offerta la carica da me accettata di Vice Presidente, voglio invece, solo rendergli omaggio ed un grato ricordo. Diceva Blaise Pascal nei suoi Pensieri: Quando un discorso dipinge con naturalezza una passione o un effetto, ritroviamo in noi stessi la verit di ci che esso intende dire, la quale verit non sapevamo che gi fosse in noi; di modo che siamo portati ad amare chi ce lo fa sentire; poich costui non ha fatto mostra di un bene suo, ma del nostro; e cos questo beneficio ce lo rende caro, oltre al fatto che questa comunione dintelligenza che abbiamo con lui inclina necessariamente il cuore ad amarlo. Ecco, questo pensiero di Pascal mi sembra possa ben rappresentare tutto ci che la pittura di pap ha significato e trasmette a tutti noi e a tutti coloro che apprezzano la qualit dellarte nella semplicit. In particolare, voglio dirgli che lo amiamo ancora tanto e che siamo stati fieri ed orgogliosi di aver fatto parte della sua vita. Romano Tavella Vice Presidente dellAccademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona

Questa mostra unoccasione per celebrare il centenario della nascita di Aldo Tavella e nello stesso tempo unimportante tappa nella riflessione scientifica legata allarte. Affrontare tutte le problematiche connesse con la riscoperta di un artista, una delle prerogative fondamentali di Itaca Investimenti dArte. Lattenzione rivolta proprio a coloro che hanno creato percorsi originali e fondamentali in campo artistico e che si sono cimentati nellespressivit, anche se quel processo di valorizzazione del proprio lavoro, ha incontrato difficolt e alle volte incomprensioni. Attraverso unapprofondita metodologia di ricerca e di confronti e con lorganizzazione di iniziative correlate, Itaca si propone, come una nuova visione nella promozione dellarte. La realt di Aldo Tavella, del resto, una situazione che abbiamo gi incontrato presso molti altri protagonisti dellarte italiana e della pittura veneta contemporanea. Non ci ha mai spaventato affrontare un archivio pittorico come quello che la famiglia Tavella ci ha presentato. La complessit del lavoro di archiviazione iconografica, di catalogazione, di analisi critica, di censimento bibliografico stato cos affrontato in modo capillare ed affidato ad esperti, critici e storici dellarte che da anni collaborano con noi ed ai quali rivolgiamo il nostro grato riconoscimento. Approfondendo la collezione darte di Tavella ne emerso un artista veneto eccezionale che ha attraversato con integerrima determinazione tutto il Novecento, Secolo ricco di innovazioni in campo artistico ed anche di contraddizioni, ma che sono state con molta sincerit e convinzione da lui assimilate e tradotte nella sua arte. Abbiamo sempre concentrato la nostra attenzione nei confronti di quella tradizione che costituisce il pi ricco patrimonio italiano: larte e i beni culturali tout-court. E una caratteristica significativa di questa organizzazione, che non vuole, assolutamente, interferire con il mercato. Valorizzato nella sua Citt fin dagli anni Cinquanta del Secolo scorso, stato da noi studiato per il significato che rappresentava, proprio come un grande protagonista. Dellartista sono stati studiati tutti i dipinti e i disegni che saranno ulteriormente valorizzati dopo la pubblicazione del catalogo generale. Il mio particolare ringraziamento va cos allAmministrazione comunale di Verona che ha creduto nel nostro impegno, alla famiglia Tavella che abbiamo conosciuto per mezzo del critico darte Paolo Levi che con Mario Guderzo ha realizzato il catalogo e curato lesposizione. Pensiamo cos di aver fornito un importante contributo alla diffusione e alla conoscenza di questo protagonista veronese che ha saputo dimostrare una passione profonda ed uninfinta dedizione verso la pittura e che ha utilizzato queste forme espressive per narrare piccoli eventi della sua quotidianit e che nello stesso tempo riuscito ad inserirsi nei grandi dibattiti sul senso dellarte del suo Secolo. Alessandro Schirato Presidente Itaca Investimenti dArte

SOMMARIO

13

ALDO TAVELLA: UNA RICERCA FIGURATIVA


Paolo Levi

15

TAVELLA E LA PITTURA VENETA DEL NOVECENTO


Ennio Pouchard

19

ALDO TAVELLA (1909 2009) IL RESPIRO DI UNA VITA


Mario Guderzo

27

UN MAESTRO ALLA BIENNALE DI VENEZIA


Federica Luser

31

NOTE SULLA PITTURA DI GENERE VENETA NEL NOVECENTO


Marco Maria Polloniato

35

OPERE

136 137 139

NOTE BIOGRAFICHE ESPOSIZIONI BIBLIOGRAFIA

Aldo Tavella nel suo studio, 1994

ALDO TAVELLA: UNA RICERCA FIGURATIVA


Paolo Levi Aldo Tavella ha fatto parte della generazione successiva alle sperimentazioni del Futurismo e Cubismo, che erano non solo movimenti artistici, ma veri e propri amplificatori di messaggi utopici. Nato nel 1909 - nello stesso anno in cui veniva pubblicato il Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti nel suo apprendistato non si lasciato attrarre n dalle suggestioni del post-Futurismo e neppure, pi tardi, dal Ritorno allOrdine proclamato dal gruppo romano di Valori Plastici, guardando piuttosto al paesaggio come entit freddamente oggettiva, e alla figura come garbato riferimento ai Primitivi. Di questo Maestro veronese si pu quindi scrivere come egli abbia percorso parte del secolo scorso interpretando il paesaggio, la natura morta e la figura con la freddezza di chi controlla le proprie emozioni, per privilegiare esclusivamente il colore nella sua qualit ritmica e di mistero. Ha vissuto il dramma di due Guerre, e ha visto linizio del XXI secolo, sempre interrogandosi sulla realt della forma, sul segno come drammatica scrittura della percezione visiva, e sullo spazio come condizione estetica. Un esponente quindi del Novecento europeo che ha optato per una ricerca figurativa che si pu ben definire come anti-romantica, per approdare infine a una sperimentazione inquieta, da collocare nellambito di unepoca di totali mutamenti storici e culturali. La perdita delle illusioni sul destino dellumanit, che culminata nel bagno di sangue della Prima Guerra Mondiale, ha coinciso emblematicamente con la rivoluzione tecnica, formale e contenutistica degli artisti che avevano maturato la lezione di Czanne, tracciando un percorso di cui Aldo Tavella stato nobile continuatore. Cos, anche per lui, lunica certezza a cui poggiarsi era la coscienza vigile del suo lavoro, mentre la sua mano ricercava sulla tela nuove forme allusive del vero, definendole negli spessori aggressivi della materia, nei dialoghi tonali, e nella forza espressiva che richiamava a volte la pittura del Nord-Europa, sposandosi nel contempo con il gusto tipicamente veneto delle velature. Da severo artefice, quale egli era, elaborava originali variabili di forme certamente riconoscibili ma espressivamente ardite e dense di sensazioni tattili e visive. La sua ricerca figurale rivelava una lucida consapevolezza, che lo spingeva a elaborare gli elementi compositivi dei suoi lavori con unefficacia eloquente, che non offriva mai allosservatore soluzioni ingannevoli o anche solo sbrigative. Al contrario, egli enunciava la sua verit richiamando lattenzione su ogni particolare del racconto tramite le stesure o le improvvise e geniali macchie cromatiche, risolvendo sempre nel modo giusto lequilibrio dialettico delle forme esaltate da un segno palpitante. Cantore dunque di un reale che si coniuga allallusione,

egli ha messo in scena una figurativit, dove si dipana un dialogo continuo fra la materialit della forma riconoscibile e limprobabilit di una sua definitiva certezza. Aldo Tavella stato pittore di forte temperamento, il quale coniugando varie tematiche ha visualizzato una serie di immagini del silenzio, ma non quello inquietante della metafisica, bens quello pregnante e soggettivo della solitudine o, quanto meno del distacco da una quotidianit sfuggente e, in definitiva, insignificante. Ma al di l del senso specifico di ogni sua narrazione, ci si avvede della pensierosa acutezza delle sue rappresentazioni, dove lartista sembra voler trattenere limmagine in uno spazio sospeso al di sopra della contingenza, per restituirla allo sguardo con lidea stessa di unimmobile eternit.

Adige a San Giorgio, 1993

13

Il cantiere, 1949

14

TAVELLA E LA PITTURA VENETA DEL NOVECENTO Ennio Pouchard I cento (o poco pi) chilometri che corrono tra Verona e Venezia sono stati sufficienti, specialmente negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, per determinare lo sviluppo di due mondi diversi nellarte. Aldo Tavella, veronese, classe 1909, era coetaneo del goriziano Zoran Music e vicino in et ai friulani Armando Pizzinato (1910) e Afro Basaldella (1912), al veneziano Giuseppe Santomaso (1907) e al mantovano Giulio Turcato (1912), presenti e attivi seppure non continuativamente anche a Venezia. E fino a un certo punto della loro vita, impegnati in qualche sorta di personale pittura figurativa (di paesaggio, di nature morte, dinterni, di figure singole o di gruppo). Poi, verso la met del secolo, intervennero fattori trascinanti dei quali egli non pot fruire, vivendo per cos dire, lontano catalizzati dal pensiero di critici illustri come Giuseppe Marchiori e Lionello Venturi, che portarono al nascere e allo sviluppo di raggruppamenti, quali il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto, le cui poetiche si espansero rapidamente a livello nazionale. In loro, quindi, ma non in lui, poterono radicarsi fermenti generati dal fervido clima intellettuale della citt lagunare; un clima influenzato principalmente da un sentire politico diffuso tra gli artisti, nonch da presenze nuove (la collezionista americana Peggy Guggenheim), da una gestione innovativa nei programmi della Biennale coordinata da Rodolfo Pallucchini, dal 1948 al 56, dallazione promotrice di un gallerista veneziano eccezionale uno solo, ma capace di pensare in grande, che si chiamava Carlo Cardazzo e dallo stimolo di maestri del calibro di Virgilio Guidi e Mario Deluigi. Altre erano rimaste le mire, invece, dei migliori pittori di Verona. Di loro, solo Renato Birolli (1905) manifest il bisogno di una presa di posizione nei confronti dei maestri del Novecento, con la chiara volont di adeguarsi ai modelli europei pi avanzati; e nel 46 il 1 ottobre, nello studio di Giuseppe Marchiori a Venezia, assieme a Cassinari, Guttuso, Morlotti, Pizzinato, Santomaso e Vedova firm il manifesto della Nuova Secessione Italiana. Poi, con il medesimo gruppo, ader al Fronte Nuovo delle Arti; e infine, allet di 23 anni, divenne milanese entrando (assieme a Renato Guttuso, Giacomo Manz, Edoardo Persico e Aligi Sassu) nel gruppo di Corrente. Gli artisti suoi concittadini seguitarono a credere piuttosto nella realt di una crescita continua dalle radici di una tradizione nobile e autonoma rispetto al dilagare di tendenze progressiste, pur rifuggendo, e spesso con ironia (in particolare lelegante e contenuto Aldo Tavella), da atteggiamenti aprioristicamente conservatori, inclini a confondere la ripetitivit con la coerenza stilistica. Per il nostro continu a valere il principio di promuovere unarte definita nelle critiche del tempo pittura autentica, 15

rappresentativa di un momento di memoria e di cultura veramente autoctono e di una impronta originale ed autonoma, da considerare quale solida base per tutto il XX secolo. A simili principi avevano aderito gli artisti suoi concittadini pi anziani Giuseppe Flangini, Orazio Pigato, Guido Farina, Angelo Zamboni (che gli fu maestro nellarte dellaffresco), Alessandro Zenatello e altri, fino al soave Pio Semeghini (classe 1878, che con Tavella coltiv rapporti di stretta amicizia); e cos continuarono a fare i quasi coetanei, come Vittorino Bagattini (1908) e Silvio Oliboni (1912): in sostanza, niente cambiamenti radicali rispetto alla pittura maturata nel corso della seconda met dellOttocento in tutte le Venezie, e quindi, prima del 1918, anche oltre il confine di allora con lAustria, fino a Trieste e allIstria. Un insieme del quale si sta ancora riscoprendo la complessit, nel cui ambito primeggiavano Ippolito Caffi, Guglielmo Ciardi e figli, Alessandro Milesi, Ettore Tito, accanto ai triestini Umberto Veruda, Guido Grimani, Giovanni Zangrando e allistriano Pietro Fragiacomo, protagonista a Venezia accanto a Ciardi padre del rinnovamento in senso realistico del paesaggio; e in tempi pi vicini, Franco Batacchi senior, Lino Bianchi Barriviera, Gino Borsato, Nando Coletti, Fioravante Seibezzi, Adriano Spilimbergo, L e cos Tavella ha sviluppato le qualit che nellambiente veronese hanno fatto di lui lartista di successo: uno dei massimi esponenti leggo in una cronaca locale datata se non il primo in assoluto.

Case abbandonate, 1967

I suoi inizi sono precoci: egli stesso li faceva risalire allavvio del suo apprendistato da Angelo Zamboni, affreschista, che era ammalato di asma e quindi, in breve, aveva delegato lui, ragazzo, a montare sulle impalcature e lavorare sui soffitti delle chiese da affrescare. A convincerci della perizia in tal modo acquisita, qui in questa mostra del centenario, c lolio su compensato Mio fratello Pino del 1926, cio dipinto da un diciassettenne gi maturo nel

ritagliarsi le quadrature, nella scelta della scala dei colori, nellatteggiare con un aspetto per niente fiero e baldanzoso il giovane ripreso in divisa, camicia sbottonata. Quando partecipa alla Biennale del 1950 che rimarr lunica dei colleghi citati sono presenti Bagattini, Bianchi Barriviera, Birolli, Coletti, Farina, Music, Pigato, Pizzinato, Santomaso, Seibezzi, Semeghini, Turcato. Per il resto della lunga vita passata dipingendo fino allultimo paesaggi, figure, nature morte, racconti fantastici, ritratti, opere darte sacra e soggetti inventati alla mostre e ai premi cui sar partecipe se ne trover accanto varie volte pi duno. Hanno giocato a suo svantaggio, per la conquista di una fama pi diffusa, vari fattori. Anzitutto, lessersi donato anima e corpo allarte concependola come atto creativo autonomo e solitario, quasi una missione personale non assoggettatile a programmi di gruppo. Poi, laver considerato sempre con rigore il suo rapporto con la scuola, insegnando prima allIstituto dArte applicata di Bovolone, poi al Liceo artistico di Verona e successivamente, quale titolare di cattedra (prima affresco e poi di pittura) allAccademia di Belle Arti Gian Bettino Cignaroli e Scuola di Pittura e Scultura Brenzoni1, dove aveva ricevuto la formazione e di cui assunse la direzione dall82 all85. E ancora, lessersi tenuto in disparte, conseguentemente e coerentemente, rispetto alla strabiliante quantit di proposte valide sul piano internazionale, che nei suoi anni continuarono a sgorgare da Venezia e Milano. Cos, non sorprende il fatto che nel 2004 la citt natia gli abbia dedicato (dopo due edizioni minori, nel 92 e nel 96) una grande antologica nei saloni del Palazzo della Gran Guardia, con opere dal 1930 al 2004, inaugurata il 10 aprile e intitolata I colori di un mondo. Oggi in citt si parla di Tavella con fierezza come di un grande veronese. E mi spiace sentirlo dire: Aldo, infatti, preferirei fosse studiato e compreso come esponente di primo rango di un filone della pittura che le tendenze dominanti del secolo scorso, derivate dai vari canali delle avanguardie storiche, hanno messo in ombra. Apro una parentesi. Nel fare questa dichiarazione, sento la necessit di affermare la mia estraneit, come critico, alla difesa dei realismi tout-court, e nello stesso tempo il mio costante interesse per le ricerche su quanto il passato ha trascurato per cause varie: penalizzando, ad esempio, per motivi politici assai sentiti nel dopoguerra, la figura e lopera di Mario Sironi, artista tra i pi grandi del secolo, ma celebrato in periodo fascista; e trascurando, altres, il lavoro di Armando Pizzinato, fatto quando, per fede nellideale comunista, continuava solo contro tutti a dipingerne lepopea. N ho voluto (o voglio) prendere partito in favore di poetiche nate via via, dalle diverse forme di astrazione agli specifici condizionamenti di Dada e derivati, dallarte Pop, Programmata (o cinetica e Op) allIperrealismo, la Land-art, la Transavanguardia, lArte povera, il Minimalismo2; ovvero appoggiare unarte rifacendomi a un tema sostenuto dallo storico Hans Belting3 che si costituisce come una forma di [] 16

discorso sullarte per proprio conto: mirante, cio, a svuotare lopera del contenuto descrittivo e dellapporto lirico. Unarte, insomma, determinatamente mirata a quellannientamento dellaura di cui parlava in un saggio del 1955 il filosofo tedesco Walter Benjamin. Quellaura era il segno di una partecipazione e immedesimazione nelle cose basilari della vita fatte proprie da una certa arte legata al rito magico o religioso. Attributo percepibile ma non visibile dellopera, ne testimoniava le doti di autorit e verit. Poi, quando le funzioni rituali e cultuali vennero meno, si trasmise alle forme profane del culto della bellezza, nato nel Rinascimento e passato ai posteri per via di bottega e di tradizione; il concetto su cui si reggeva ancora nel Novecento avanzato veniva commentato da Benjamin, nel medesimo testo, con queste parole: Cade qui opportuno illustrare il concetto, sopra proposto, di aura a proposito degli oggetti storici mediante quello applicabile agli oggetti naturali. Noi definiamo questi ultimi apparizioni uniche di una lontananza, per quanto questa possa essere vicina. Seguire, in un pomeriggio destate, una catena di

Pagliaccio, 1964

monti allorizzonte oppure un ramo che getta la sua ombra sopra colui che si riposa, ci significa respirare laura di quelle montagne, di quel ramo. Fine dellaura significa fine di quellintreccio tra lontananza, irripetibilit e durata che caratterizzava il nostro rapporto con le opere darte tradizionali, e avvento di una fruizione dellarte basata sullosservazione fugace e ripetibile di riproduzioni4. Lopera di Tavella possiede per intero quellaura, che da lui nasceva spontanea e che tuttora si rivela con evidenza. Ne fu testimone Remo Brindisi, con lattribuirle il merito di avere portato ai pi alti gradi la sensorialit. Una pittura affermava il pittore dove la luce non viene realisticamente affidata ad un preciso punto dincidenza, ma nasce dallo stesso impasto pittorico, in unanalisi

segreta degli oggetti, finendo poi con il collocarli in una sorta di sospensione senza tempo, talora venata di malinconia. Obsoleta, quindi, perch la dreriana melancholia sa troppo di epoche trapassate? Neghiamolo, con certezza. Il cospicuo insieme di opere riunite per lesposizione cui questo catalogo dedicato, basta per descrivere quali altri dove, raggiunti in silenzio, rimangono da rivalutare in modo adeguato. I dipinti riuniti (la cui catalogazione arrivata a uno stadio avanzato, prossimo al completamento) forniscono una panoramica sufficientemente esplicita dellopera omnia di Tavella. Quanto si dedicato allaffresco, e quanto laffresco ha dato alla sua pittura, lo si avverte nei dipinti, osservando la materia e vedendola ammorbidirsi, con il simultaneo placarsi dei colori (Ricostruzione del ponte, 1953, Lalluvione, 1957, Sagrato di una chiesa, non datato,). In pi, la sua maestria, approfondita anche con il lavoro di decoratore esercitato con orgoglio gli ha consentito di dominare ogni tecnica, e quindi di avventurarsi in tematiche le pi diverse e con effetti i pi inattesi, vivendo la sua pittura fino in fondo. Vivendola insieme ai pittori di qualsiasi epoca che in qualche momento sentiva vicini: non ho dubbi che ci sia del Magnasco nelle figurine e nelle nervature architettoniche di una certa Piazza e di alcuni Ruderi; Munch che ritrovo nel Vecchio che apriva la mostra alla Gran Guardia nella personale del 92, un desolato Dix nella Tedesca di Custoza del 34, Ensor nella Morte delle maschere presente alla XXV Biennale, Czanne nella natura morta Fiori, anguria e picchio del 56, e un pizzico di Marc in un Inverno del 37. Poi, c del sironiano nei Ruderi del 68, con quella a minuscola in grafia che funge, licinianamente, da luna; la vicinanza con Fiorenzo Tomea cadorino classe 1910, pure lui allievo dellAccademia Cignaroli che mi ammicca tra le candele della Processione di Quaresima dei tardi anni 50; e potrebbe essere un incontro (che non so se c mai stato, anche se hanno esposto almeno una volta insieme) con Armando Pizzinato pur tanto diversamente motivato che ritrovo nello sbattere dali dei Gabbiani sullAdige (1984). Ma si badi bene: per nessuno di questi pittori rintraccio possibili debiti in Aldo Tavella, perch in quei dipinti tutto arriva rielaborato nel linguaggio della sua potente personalit; mi pare invece di vederci le orme di un vivere la pittura con i compagni di secoli prima, o con quelli accanto ai quali si cresciuti. Un viverla e farla vivere in noi, liberamente, poeticamente. Inventando temi e stili. Con un guardare tutto fino a penetrare a fondo il senso dellesistenza, come in Sua Maest la miseria del 93. Passando dalla festa della natura al dolore delluomo e del Dio fatto uomo (nelle tante versioni disseminate tra le chiese del Veronese; qui basti la Crocefissione Pasqua 1987), alla tenerezza di una giovane madre e a soggetti quasi astratti. Cambiando con lo scorrere degli anni, periodo dopo periodo (per Tavella i biografi ne hanno fissati tre), dalle pennellate decise con colori grassi alla pittura pi distesa, pacata, con una maggiore ricchezza di particolari, 17

e finalmente al favolistico, al simbolico, allallegorico e alla freschezza di quella che per altri potrebbe essere stata una vecchiaia gi addentrata (occhio a La sposa ha 16 anni, 1993, a Il compito, 1989; e per un diverso tipo di lievit, scherzosamente consapevole, a Il vecchio pittore sogna, 1994, vestito di bianco a righine celesti, barba candida, la tela sul cavalletto accanto che mostra un pagliaccetto con lo sguardo curioso fisso su di lui e, appesa al muro di fondo, una maschera nera ghignante, pi che ridente), che per lui fu invece unaltra stagione produttivamente felice, conclusa il 28 novembre del 2004. Infatti, se nel 1956, recensendo la mostra alla Galleria della Scala a Verona, il giornalista Silvio Bertoldi aveva scritto che gi allora lartista ha raggiunto, nella vita, la stagione della piena estate, quasi mezzo secolo dopo il medesimo artista, superato il suo lussureggiante autunno, percorreva i sentieri di un inverno per niente desolato. Anzi, ricco di luci misteriose e persino di splendori. Fino allultimo respiro.

(1) Cos chiamata dai nomi del pittore G.B. Cignaroli (Verona, 1706-1770), che promosse la costruzione dellAccademia veronese dArte, di cui fu il primo direttore (fondata nel 1764 con la trasformazione in pubblica istituzione dellantica Accademia del Disegno) e del conte Paolo Brenzoni, Socio accademico, morto nel 1871, che lasci per testamento cospicui beni al Municipio di Verona affinch venisse aperta a Verona una pubblica scuola gratuita di pittura e scultura, condotta e diretta da uno dei pi distinti pittori e figurinisti italiani, col titolo di professore e direttore, a scelta dei tre presidenti (2) Termine nato e sviluppatosi negli Stati Uniti dAmerica nei primi anni 60, usato per la prima volta dal filosofo dellarte inglese Richard Wollheim nel saggio intitolato appunto Minimal Art. (3) H. Belting, La fine della storia dellarte, o La libert dellarte, Torino 1990 (Das Ende der Kunsgeschichte?, Mnchen 1983) (4) W. Benjamin, Lopera darte nellepoca della sua riproducibilit, Torino 1966 (Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduziertbarkeit, da W. Benjamin, Schriften, Frankfurt am Mein 1955)

Ruderi, 1960

ALDO TAVELLA (1909-2004) IL RESPIRO DI UNA VITA Mario Guderzo 1. Linizio accademico e gli esempi contemporanei La sua stata una formazione accademica, come sovente accade a chi appare particolarmente dotato dal punto di vista artistico nonch determinato nelle sue scelte professionali. Confidando nei futuri risvolti che tale decisione poteva apportare, Aldo Tavella si avvia, negli anni dellimmediato dopoguerra, lungo un percorso che lo conduce ad imparare a fare arte, che non soltanto la manifestazione di innate attitudini, ma si pu maggiormente esprimere acquisendo dai maestri le tecniche ed i segreti della pittura. Egli porta alle estreme conseguenze il contrasto fra una prepotente vocazione alla pittura, frutto di genialit naturale, e la precisione del disegno, interpretata come lAccademia gli aveva insegnato. Alla fine degli anni Venti, anni a cui risalgono le sue prime opere, Tavella alle prese con la figura, in modo particolare, la sua attenzione rivolta al ritratto. Nella Donna che cuce e nel Ritratto, dipinti che possono collocarsi in questo inizio della sua attivit, Tavella rivela lintenzione di rendere il colore trasparente attraverso stesure molto diluite, che permettono di individuare il supporto pittorico; nello stesso tempo, si intravvede una tecnica rapida e pulita che diventer una caratteristica di questa sua stagione pittorica, le cui opere evidenziano gi ascendenze rintracciabili in alcuni artisti di area veneta e nei grandi protagonisti dellarte europea. Cos ne La signora Elda del 1932, e nel medesimo ritratto dellanno successivo, si preannunciano i modi di uninquietudine artistica che lo accompagneranno per tutta la sua produzione1. Tavella espone pubblicamente per la prima volta nel 1946. Nella cronaca del quotidiano veronese LArena, compare accanto a Gaetano Bighignoli, Ebe Poli, Mario Paolo Payetta, Fermo Ferrarese e Mario Manzini, Pio Semeghini, Aldo Franzoni, Nurdio Trentini, Antonio Nardi, Guido Farina, Paolo Richelli e Angelo dallOca Bianca, e gli scultori Mario Salazzari, Maria Trevisani Montini e Nereo Costantini. Alcuni partecipano al concorso, che ha come tema la rappresentazione di Piazza delle Erbe, altri si affiancano e saranno compagni di strada importanti. La sede della mostra la Casa di Giulietta e liniziativa stata organizzata dal giornale Tempo Nuovo in collaborazione col Circolo degli Artisti. Del Tavella, sul quotidiano, si ricorda il buon temperamento di pittore sensibile, gli bastava: Cinquanta centimetri di legno e tre tubetti di colore, sottolinea il cronista, per immortalare quella piazza, Piazza delle Erbe, appunto, che nei soggetti di Tavella ritorner con frequenza come nelle opere degli altri artisti, perch immagine capace di suscitare ispirazioni grazie alla scansione dei piani ed alla composizione cromatica. In questo frangente il Nostro appena reduce 19

dalla grande impresa della chiesa di Marano di Valpolicella, dove ha realizzato lintero apparato freschivo sulle lunette delle quattro volte e sui pennacchi della volta con i quattro evangelisti, sulla cupola e su tutti gli arconi, otto alberi simbolici con le figure della Madonna e sei santi protettori: San Giorgio, San Zeno, San Vincenzo Ferreri, San Rocco, San Carlo Borromeo, SantEustachio, a significare le contrade di Marano2. Da questo momento, la sua attivit in campo pittorico non ha tregua: partecipa a diversi concorsi nazionali, vince premi prestigiosi, espone alle mostre organizzate dalla citt veneta e dallAssociazione sindacale a Padova; a Milano, nel 1949, figura tra gli artisti allAngelicum nella Mostra dArte Sacra3. Iniziando cos questa avventura artistica, Aldo Tavella non smentisce la scelta fatta, anzi manifesta segni di vivacit e suscita interessamento da parte del pubblico e della critica che vi ravvisa indubbi influssi della tradizione veneta, un certo gusto nella scelta dei motivi, in una parola egli viene definito come un artista che possiede gi un suo linguaggio, un suo stile. Si sottolinea fin da ora come i suoi dipinti generino in chi li osserva sensazioni di armonia e di serenit, la sua ricerca appare gi tesa a cogliere la trasparenza della materia, mentre il segno profondo e forte sulla tela crea insolite alchimie dequilibri cromatici. Per un artista nato allinizio del Novecento, gli anni del nuovo, che si possono cogliere soprattutto nellambito della pittura lagunare, cio quelle espressioni nate dagli insegnamenti di Favretto, di Ettore Tito e, in un certo senso, della scuola veneziana, non potevano che essere guardati con un occhio attento, cos come alcuni apporti di artisti internazionali. Non va dimenticato che a Venezia, nel 1928, fu realizzata una delle prime mostre dedicate a Henri Matisse e, due anni dopo, unesposizione di opere di Amedeo Modigliani4. Ma Tavella sa anche individuare e ricordare le tracce lasciate dai protagonisti dellarte italiana, come sa riconosce le innovazioni portate a Venezia da Virgilio Guidi. Gradisce il giudizio della critica che si esprime attraverso Gino Damerini e Nino Barbantini i quali non esitano a plaudire a questo nuovo corso dellarte veneta. La storia dellarte lo accompagna come un sussidiario nellapprendimento della sua maestria5. Di questi tempi Tavella si rivolge a due grandi interpreti della luce e del colore nellambito della pittura antica: Tiziano lo illumina e Rembrandt lo folgora. Cos non esita a confrontarsi con la produzione di genere che da secoli ormai ha caratterizzato tutta la pittura italiana. Neanche il confronto con i suoi contemporanei facile, egli si trova a lavorare accanto a Nino Springolo, Leone Minassian, Mario Tozzi, Carlo Carr, Pio Semeghini, Fiorenzo Tomea, Carlo Dalla Zorza, Bruno Saetti, Domenico Cantatore, Renzo Biasion, grandi artisti di cui si sentir parlare. Tavella, per, attraverser il panorama variegato dellarte del XX secolo con occhio critico mantenendo la propria autonomia creativa; egli stesso dichiara, ad un certo punto, di avere scelto linsegnamento per essere

un artista libero. Limpegno scolastico rester una delle prerogative pi vitali, anche se gravose: nato nellambito dellAccademia veronese, vi rimarr come docente di discipline pittoriche dal 1963, ricoprendo a partire dal 1982 la carica di direttore. Mi sono adoperato sempre con zelo, confortato anche dalla mia lunga esperienza di insegnante sottolinea il direttore Tavella al corpo docente che lo aveva riconfermato nellincarico l11 dicembre 1984. E continua devo riconoscere, per, che limpegno prodigato nel dedicarmi assiduamente agli innumerevoli problemi della Scuola, mi costato, per quanto riguarda la mia professione di pittore, notevoli sacrifici e rinunce6. Tra i suoi obiettivi pi impegnativi e complessi sar la conquista del riconoscimento dellAccademia Cignaroli a scuola dello Stato Italiano: E stato il pi bel quadro che ho dipinto. La sua convinzione che larte non debba legarsi alle mode, accedere ai liberi manifesti o trovare ispirazioni ed insegnamenti nel guardare gli altri. Essere me stesso stato il suo motto, la sua calibrata valutazione. Tavella manifesta un temperamento deciso e quasi aspro nella scelta dei suoi temi; egli li corrobora con la pienezza sonora dei cupi impasti, ma un oro rosso si insinua tra i neri e i bruni a ricordare la natura veneta del pittore, a sottolineare la sua indole romantica, riaffiorante pur dalle severe fabbriche, dai nudi senza indulgenze di edonistici compiacimenti7. Passando con disinvoltura dalla natura morta al paesaggio, al ritratto, Tavella spolvera il secolo dalle fanghiglie di avanguardie e quantaltro. Ama lavorare da solo, appartato, nel segreto dello studio, lo disturbano, probabilmente, lessere osservato, il mutare della luce, le ombre che perdono forma, o ne assumono unaltra col passare delle ore. Non diventer mai un paesaggista o un ritrattista, utilizzer queste espressioni liberamente ubbidendo ad unesigenza del momento e, soprattutto, al bisogno di raccontare la sua vita. 2. I caratteri della sua pittura E un universo intimo di immagini, figure, gesti, colloqui, lo spazio racchiuso nei dipinti di Tavella, un corpus di opere ingente e di complessa e variegata narrativit, frutto di pi di mezzo secolo di attivit pittorica. Una produzione che rileva la sua consolidata pratica artistica, capace di avvalersi di linguaggi diversi, di rielaborarli e di sottoporli ai pi inattesi innesti. Magagnato, da una parte, afferma come Aldo Tavella sacrifichia questa armonia prestabilita le vibrazioni impetuose, le rotture vitali, le trasparenze, il colore puro, dallaltra ne riconosce il grande valore per luso del colore e la grande sapienza con cui sa accostare i toni medi, smorzati, cos pregni nei suoi soggetti come in Fiori, anguria e picchio (1956); La piazza alberata (1950), Corso Porta Nuova (1951), Autunno (1951), Lalluvione (1957) e San Giorgio (1960)8. Una maestria che appare evidente soprattutto quando il monocromo si trasforma pian piano in una superficie ricca di materia che egli sa controllare e 20

bilanciare per creare atmosfere ricche di simbologie, in perfetta sintonia con quanto la pittura veronese di quegli anni Cinquanta stava dimostrando per mezzo di artisti come: Vittorino Bagattini, Antonio Nardi, Orazio Pigato, Renzo Biasion, Luciano Albertini, Moreno Zoppi, Gastone Celada, Fausto Tommasoli, Mario Salazzari, Franco Girelli, Ebe Poli e Maria Trevisani Montini, solo per citarne alcuni. Ma rimane sempre quel fermo intento a volere dire qualcosa di personale e non sentirsi soggiogato dagli influssi degli altri suoi contemporanei. In altre parole larguzia penetrante di questo pittore ha contribuito a svelargli i pericoli del conservatorismo filisteo insieme a quelli dellavanguardismo pi presuntuoso o demenziale. E gli ha consentito a tener fede a se stesso senza incorrere di

La tedesca di Custoza, 1934

continuo nel pericolo di una pittura ricalcata e languida9. Senza tralasciare la ricerca e concedendo un certo spazio alle novit, larte di Tavella viene a colmare quella distanza dalle esperienze estreme, creando un canale di comunicazione, un dialogo tra la tradizione e linnovazione, unarmonia capace di plasmare in un solo corpo le virt dellarte e la somma dialettica espressa da un pittore che sente e vive da vicino la passione, le emozioni, le forti vibrazioni, che la realt gli svela quotidianamente. La sua

stata perennemente una ricerca iconografica in grado di evidenziare attitudini e sensibilit, soprattutto per quanto riguarda il genere della ritrattistica, un mezzo per esprimere il vissuto interiore del soggetto, la possibilit di conoscere il carattere ed indagare la psiche del personaggio attraverso lo studio del corpo, appagando quasi la sua necessit di ricondurre una realt non visibile a schemi noti e, perci, rassicuranti. Nelle sue opere gli elementi, colti nella loro singolarit, tessono una coesione funzionale allequilibrio narrativo, in esse si intuisce un insieme di dati emozionali che si riallaccia ora alla contemporaneit, ora alla memoria, attraverso diverse esperienze espressive. Con gli anni si accentuer lattenzione per la descrizione dellambiente e per la natura morta; migliorer la compattezza della pennellata e labilit nel predisporre nette zone tonali. Quello che emerge che Tavella non deve mai fare i conti con le esigenze della committenza, ma rimane essenzialmente uno spirito libero che pu dare sfogo alla sua arte. Quando si ritrova di fronte ad un soggetto che gli pi vicino per confidenza o per semplice consonanza di gusto, Tavella capace di trasformare le inflessioni del momento in veri e propri elementi di stile: Il cantiere, dipinto nel 1949, infatti, manifesta queste caratteristiche. Nel momento in cui si impegna nella produzione delle nature morte, invece, come Sul tavolo della cucina, del 1957, la pratica che permane pi insistente un agire forte sulla policromia degli oggetti. Qui latmosfera si fa davvero Nabis: pentole, vasi e frutta si avvicendano per offrire i primi scintillii riflessi, piccole macchie di colore saranno, nella loro precisione, uno dei motivi pi accattivanti delle nature morte. Il tono generale dei dipinti si illumina: lartista preso con entusiasmo dalle letture dei suoi colleghi dOltralpe, prima i Nabis, poi i Fauves e, in seguito, con una di quelle brusche impennate che lo hanno sempre contraddistinto, si converte a Czanne e a Medardo Rosso. Esaminando la produzione che va dalla fine degli anni Quaranta e si spinge alla fine degli anni Sessanta del Novecento si pu verificare come questi accenti aumentino e si dilatino. I due cartoni: Frutta del 1958 e Composizione con macinino, del 1960, rivelano una notevole concentrazione di rossi brillanti e la attenzione ai dettagli associati alla morbidezza di una pennellata unita e corposa che sa donare il senso del rilievo a tutte le forme, anche se riduce al minimo i contrasti chiaroscurali. Prevalgono tonalit e gradazioni scure che indicano quasi un certo espressionismo inteso come riflesso di un disagio esistenziale. Singolare si manifesta, soprattutto nelle nature morte, la pennellata tirata e liscia; e la ricerca dei diversi piani in cui persiste un notevole rispetto per le forme e per i cromatismi nonch per le fughe prospettiche. Latmosfera appare immobile, quasi irreale, gli oggetti ed i fiori sono resi nelle loro trasparenze e nel brillare delle superfici e dei riflessi. Tavella ha percepito come la pittura risponda alla ricerca del tono giusto di un colore e nel costringerlo in un determinato spazio. Cos lemozione, che fa scaturire 21

lidea nella mente del pittore data soltanto dalle estensioni dei colori e dalle irradiazioni che la luce emana. Questo vuol dire considerare la pittura come: un sol piano su cui debbano disporsi dati rapporti di colore, spazi da campire, pezzi tutti importantissimi di un mosaico. Brevi pennellate, violente e parallele, accendono toni infiammati di arancio e doro ricavato da colpi obliqui di pennello in una conturbante atmosfera fosforescente 10. Accensioni cromatiche che richiamano il Gauguin del periodo bretone e la pittura Fauves e aprono quella fase della pittura di Tavella che preannuncia riferimenti al tardo Czanne e alla nuova rivelazione di Van Gogh, pittori sulle cui opere Tavella riflette e dimostra di saper poi reinterpretare in modo originale e pertinente. Anche le frequentazioni e lappassionata partecipazione a mostre ed incontri darte gli permettono di rimanere in contatto con le nuove tendenze artistiche, di confrontarsi con pittori italiani e stranieri nonch di ammirare collezioni darte legate a questi momenti dinizio Secolo, un periodo ricco di stimoli e di novit, basti pensare a quanto avviene, proprio in questi anni, nelle vicine citt venete dove si propongono biennali ed esposizioni dedicate ai protagonisti dellarte europea; nello stesso tempo, la conoscenza di questi artisti per lui facilitata attraverso rilevanti riproduzioni in volumi monografici e cataloghi di mostre. 3. La partecipazione alle grandi esposizioni Nel 1950 Tavella presente alla XXV Biennale Internazionale dArte di Venezia. La presidenza della manifestazione, affidata a Carlo Carr, esamina i 3685 lavori presentati dai 1693 artisti partecipanti e sceglie 250 opere, tra cui il dipinto Morte delle maschere di Tavella, del 1948, che viene esposto nella sezione di pittura. E una tappa importante nella sua carriera, ha raggiunto un traguardo notevole tanto che lanno successivo sar a Burano per il Premio Burano 1951 e, anche questa volta, la prestigiosa giuria, composta da Umbro Apollonio, Nino Barbantini, Pio Semeghini, Armando Pizzinato, Rino Villa e Felice Carena, lo apprezzer, accanto ad altri nomi di artisti veronesi11. E poi sar un susseguirsi di appuntamenti ai quali lartista non mancher, innanzitutto, alle rassegne della Gran Guardia di Verona, dove la Societ Belle Arti realizzer le celebri Biennali. Gian Luigi Vercellesi sottolineer ripetutamente come, nellambito dellarte veneta, gli appuntamenti veronesi costituiscano un punto storico importante e questo a dire come si continui lungo la strada della tradizione. Ma Vercellesi ribadisce anche come sia necessario non andar oltre perch la scelta dellavanguardia potrebbe essere pericolosa ed ingannare giovani e vecchi artisti che giurano sul progresso lineare e continuativo delle arti nel tempo12. Alla Biennale veronese del 1951 Tavella propone tre dipinti: Composizione, Bambina e Giardino. I due paesaggi in cui appare la sottile polvere che avvolge le sagome

tormentate degli alberi, e logora le tinte, riducendo i risalti cromatici a tenui passaggi sulla stessa gamma del verde, sottolineano come Tavella abbia subito il fascino delle cose che stanno per scomparire e resistono quali segni apparenti, in cui il rapporto tra arte ed oggetto non un rapporto scientifico ed obiettivo ma soggettivo, sostanziale e creativo. Ben avevano compreso la portata di questi dipinti Francesco Messina, Pio Semeghini, Guido Trentini, Berto Zampieri e Aldo Franzoni chiamati a scegliere le opere da esporre. Il fine dellarte altro non che una sorta di messaggio capace di scavalcare i secolilasciato allintiera umanit sottolinea Piero Gazzola, presidente della Societ Belle Arti e conclude: Lartista sospinto dal desiderio di superare i propri limiti, tende a cercare una forma di linguaggio individuale, atto a creare un contatto, oltre che fra s e il mistero, fra lumanit e il mistero. Egli colui che sa socchiudere una porta oltre la quale losservatore deve cercare di entrare13. Nel 1952 Tavella sperimenta la sua prima personale, ha appena varcato la soglia dei quarantanni, e decide di esporre la sua produzione degli ultimi decenni. Lartista stesso parlando di s e del suo lavoro, individua nella pittura la possibilit di vedere e capire se stessi ed il mondo che intorno, cio di aprire il proprio confronto col mondo attraverso la realt esterna, semplicemente guardando e osservandosi per conoscersi. Il valore dellarte non nel suo distaccarsi dal mondo delle cose per entrare nellastratto mondo dei segni, ma nellesprimere il rapporto tra pensiero e realt, anche grazie a stimoli visivi e sensoriali diversi e cos lodore del colore, e delle terre mescolate con la colla, la calce, lolio gli permettono di osservare spazi ed elementi che poi diventeranno dipinti, come Campanile azzurro, Fruttiera, Interno rosso, Figure nel parco oppure le diverse varianti delle Composizione. Particolarmente interessante tra le opere Il Vecchio (Il Signor Beniamino) del 1950, il ritratto di un vecchio stempiato e allampanato che poggia il mento sul suo bastone, il cui volto lunica nota di colore chiaro in tutto il dipinto che appare riempito dai suoi vestiti, dove le forme, descritte a larghe pennellate, denotano un approccio a novit stilistiche costiere ed a sottolineature ritrattistiche ed introspettive non usuali. Questa esposizione personale del 1952 rimarr un altro punto fermo nel suo percorso personale, ma soprattutto un punto di riferimento importante anche per gli artisti veronesi e per la Citt stessa perch propone con naturalezza e spontaneit immagini e racconti che seguono lo scorrere del tempo della sua Verona che diventa la protagonista: Piazza delle Erbe, San Giorgio; la periferia di Lugagnano, Parona, Minerbe, la Valpolicella, il Lago di Garda. Per Segala, Tavella: parte da una impostazione formalista dove il colore liberato dai confini ponderosi delloggetto canta in libert la storia duna impressione pi che immediata impressione stessa14. Ancora una volta la sua pittura quasi un mezzo per studiare, approfondire, riproporre la sua quotidianit. Tavella realizzer altre personali, fra cui quella della 22

Galleria Cappello e la successiva del 1969 alla Galleria della Scala, entrambe rappresentative del suo percorso artistico e della sua evoluzione formale, grazie alla quale il suo lirismo raggiunger un livello importante in grado di cogliere raffinati e singolari momenti ricchi di creativit e di sensibilit. Del resto egli sapeva rappresentare quellatmosfera triste e malinconicamente lirica come il Mutinelli evidenzia nellintroduzione del catalogo, edito per loccasione. Il Segala non esita a collocarlo allinterno di classificazioni espressionistico-astrattista che lo hanno affrancato dalle forme chiuse, sottolineando che: ci sembra che Tavella sia riuscito a compiere quellevoluzione formale che senza dubbio lo porter ad inserirsi tra le pi moderne correnti artistiche nazionali15. Il Nostro sar lanno successivo un protagonista alla mostra per il Centenario della Societ Belle Arti, al Palazzo della Gran Guardia, dove sono esposte ben 400 opere che offrono una vasta panoramica dellevoluzione artistica italiana. Tavella sar premiato per il dipinto La fabbrica. Una bella soddisfazione per lartista che vede riconosciuto cos un lavoro ormai trentennale. Il premio ( centomila lire) verr condiviso con il torinese Nino Ajmone. Da allora le Biennali saranno per lui un approdo obbligato: quella del 56 (52 edizione) dove esporr San Giorgio e Campagnola, quella del 1959 (54 edizione), a cui prender parte con due paesaggi titolati Zona industriale e La vecchia torre; contemporaneamente, parteciper a Milano al Baguttino e a Padova alla Mostra Sindacale, dove le Piante fossili susciteranno un interesse particolare, tanto che di lui si evidenzier la pienezza sonora dei suoi impasti e lo scurirsi dei toni quasi fiamminghi, ricchi, materici, pastosi. Le Biennali veronesi lo vedranno sempre presente: nel 1961 (55 edizione) proporr Labside e Leremita; nel 1963 (56 edizione) Pittura N. 1 e Pittura N. 2; gli stessi saranno riproposti alla successiva edizione nel 1965 (57 edizione) e nel 1967 (58 edizione) sar la volta di un Omaggio a Vivaldi e Omaggio ad Aristofane. Propositivo ed entusiasta lo ritroveremo nel 1975 alla Galleria Novelli. In questa storica galleria privata, la prima e pi antica sede espositiva per gli artisti, realizzata dalla famiglia Novelli nel cuore della citt di Verona, in anni importanti per la pittura veronese ed italiana, che diventer ben presto un luogo di incontro per giovani artisti ed intellettuali. Qui proporr una mostra antologica con le opere prodotte dal dopoguerra fino alle pi recenti produzioni offrendo, cos, una disamina delle sue fonti ispiratorie e dello svilupparsi del suo gusto compositivo e cromatico che si accompagna ad uninvenzione strutturale assai evidente in cui il supporto disegnativo spesso collocato in evidenza con sensibilit quasi grafica e le accese cromie, pressoch incontenibili, sono giocate con sapiente ripresa di moduli liberty. Tavella, comunque, non esita ad ampliare le sue partecipazioni a mostre e concorsi: nel 1977 si sposta a Villa Contarini Simens a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, dove espone ben dieci dipinti alla Triveneta delle

Arti, giunta in questi anni alla Terza edizione; nel 1981 sar la volta del Concorso Nazionale di Pittura Citt di Thiene, nel vicentino, giunto alla 17 edizione, in questoccasione Salvatore Maugeri avr parole di notevole apprezzamento nei confronti dei suoi dipinti, sottolineando come i modi di proporre un nuovo rapporto con le realt di natura rappresentino un taglio nuovo per limmagine non

Olga, [1926]

condizionata dalla forte incidenza impressa dalla materia. Del resto la Giuria, composta da esperti personaggi, tra i quali Andrea Zanzotto, Silvio Ceccato, Gian Antonio Cibotto, Salvatore Maugeri, Piero Pignatta e Franco Passoni, aveva ben donde a destreggiarsi tra 117 artisti, i pi autorevoli della produzione italiana16. Un ripasso su 80 anni darte di casa nostra il titolo della rassegna che nel 1982 viene presentata alla Gran Guardia: 108 opere di pittura, scultura e grafica di 54 autori veronesi, trionfano nelle sale del palazzo e rappresentano il meglio dellarte veronese, in uno spazio che diventato un punto di riferimento importante, dincontro e di confronto tra la Citt ed i suoi artisti. Come evidenzia anche la cronaca locale, lesposizione appare come un avvenimento singolare e di notevole importanza per la storia dellarte stessa. Non passa molto tempo che Tavella ritorna solitario sulla 23

scena, quando il 28 ottobre 1984, alla Galleria Artestudio di Verona, inaugura una personale ed affronta nuovamente il pubblico con solidit costruttiva di un segno che non rinuncia n alla sua incisivit n alla sua capacit di definizione. Cos succeder, ininterrottamente, quasi ogni biennio, fino al 1988. Nel 1991 la stampa locale non esita a definire il nuovo appuntamento come un traguardo determinante che rivela quanto la pittura sia linfa vitale per questo artista, che opera allinsegna della purezza e dellintegrit professionale. In questo momento anche Tavella si esprimer per riaffermare con forza e con determinazione i pensieri ed i propositi che lo hanno accompagnato per tutta la vita: Volevo essere libero, lontano dalle mode e dai condizionamenti, anche a scapito del successo17. Tutte queste rassegne potrebbero essere intese come una sorta di autobiografia, una pratica comunicativa, un metodo ricognitivo che pone la sua ricerca artistica non solo di fronte al legittimo autore, ricostruendo e rimembrando la sua memoria personale, ma rispondono, nello stesso tempo, al desiderio di auto-rappresentazione che genera uno specchio di situazioni e di momenti condivisi da altri. Esistono, dunque, oggettivi elementi per indagare questo racconto biografico, le sue mostre, contenenti ciascuna un pezzo della sua vita, ne seguono le evoluzioni, le involuzioni, i moti del profondo: lo conducono dal disastro allesaltazione, dalle gioie ai dolori, insomma nello sviluppo del suo percorso pittorico risultato dalle lotte e dalle vibrazioni spese per la ricerca estetica. Questa autobiografia non rappresenta solo unoccasione di ritorno a ci che si stati e si realizzato in passato, ma anche il desiderio di nuove esplorazioni, unaspirazione che porter avanti fino allultimo appuntamento, alla mostra organizzata nel 2004, al Palazzo della Gran Guardia, dove ancora una volta si riveler prodigiosamente giovane perch sempre propositivo ed innovativo nelle sue scelte stilistiche e, comunque, un illustre rappresentante della pittura veneta di un intero Secolo. Dipingere sulle ali della memoria sar ancora la caratteristica, capace di contraddistinguerlo, proprio perch sapeva guardare con gli occhi del fanciullino tutto ci che lo circondava. Un frammento dimmagine gli era sufficiente per fantasticare e trasformare la realt in una sorta di apparenza onirica, un mondo velato di una sottile melanconia che trapela, per esempio, dalle numerose nature morte, dove conta di pi il colore del segno, dove si manifesta altres una grande maestria ed una profonda capacit nel rappresentare sentimenti ed emozioni immortali18. 4. Lasciare una testimonianza Aldo Tavella ormai definitivamente entrato nel novero dei protagonisti dellarte del Secolo appena passato, riconosciuto come un grande interprete del suo periodo e della Citt dove ha operato. Non pi un artista dimenticato e tanto meno incompreso. In questi ultimi anni la lettura

della sua opera diventata sempre pi rigorosa e precisa: il contributo interpretativo di critici e storici dellarte lo ha collocato definitivamente tra i protagonisti della pittura italiana del Novecento. Unattenta lettura delle sue opere, infatti, ci conduce per mano a comprendere la sua straordinaria attivit, anche se molti restano ancora i nodi da sciogliere nello studio di questa personalit complessa, a volte, per sua natura, quasi restia ed elusiva. Quella sottoscrittura indelebile e distinguibile, presente spesso nelle sue tele e tavole, sta quasi a sottolineare come lultimo atto del suo dipingere fosse in qualche modo il voler ad ogni costo concludere quel momento, quel pensiero, marchiandolo non solo con la sua firma, ma anche con titoli che, a volte, rimangono ancora difficili da capire. Luomo Tavella gi stato svelato: un grande personaggio di una profonda umanit, capace di superare il dislivello culturale esistente fra un giovane artista veronese, senza retroterra culturale, con il vivace ambiente letterario ed artistico della Citt veneta nel Novecento. La sua pittura pu essere considerata la professione di un vegliardo, inteso come colui che diventa il testimone del suo tempo, in grado di compiere il passaggio da una pratica dilettantesca alla realizzazione, nellarco di quasi un Secolo, di una sagace interpretazione dellarte e rappresenta, con la sua formazione morale e culturale, una figura di alti ideali umanitari, sociali, culturali e, nello stesso tempo, ricchi di valori e dediti alla bellezza tout-court. La sicurezza del segno, la precisione e la capacit di creare profonde spazialit vanno molto al di l della pittura tecnicamente valida, cos la maestria del tratto, raggiunta grazie alla scioltezza della pennellata, racchiusa da precisi contorni, sostenuta da un impegno e da una ricerca costante, tesa a raggiungere una determinata compiutezza formale. Un processo questo che in Tavella si attiva con una sempre pi rapida accelerazione, a partire dalla seconda met degli anni Cinquanta del Secolo scorso. Il fatto che la sua non sia mai stata una pittura collegata ad un qualche manifesto programmatico, determinato spesso dagli ismi del primo Novecento, cos ridondanti di ideologia, non vuol dire che egli non abbia manifestato una propria personale scelta di vita. Sembra quasi che abbia adottato il messaggio picassiano: Ce nest pas ce que lartiste fait qui compte, mais ce quil est. Czanne ne maurait jamais interess sil avait veue et pens comme Jacques-Emile Blanche, mme si la pomme quil avait peinte eut t dix fois plus belle. Ce qui nous intresse, cest linquitude de Czanne, cest leinseignement de Czanne, ce sont le tourments de Van Gogh, cest dire le drame de lhomme. Le reste est faux19. In conclusione Tavella essenziale nella forma, ricercato nella giustapposizione degli elementi figurativi, basta guardare labilit con cui organizza le superfici e con cui crea effetti di profondit inattesi, spesso ricorrendo unicamente alla saturazione del colore, manifestando aperture trasparenti e sensazioni di continuit proprio 24

come aveva appreso dalla lunga esperienza. Con i suoi quadri, cattura lo sguardo dello spettatore per originalit, per intensit e, insieme, per una forte carica comunicativa. Spesso, vero, essi sono lespressione di un linguaggio colto, elevato, ma non sono mai irraggiungibili. I suoi lavori, insomma, pur iscrivendosi nel solco di una tradizione artistica legata al figurativo, conservano unimmediatezza percepibile e coinvolgente, in quanto lartista riesce a non creare distanze formali tra lopera e il suo fruitore. Daltra parte, sebbene il rapporto con larte sia sempre molto soggettivo, le opere di Tavella hanno in loro un elemento importante, che stabilisce una sua peculiare ed originale connotazione, senza, per, risultare ingabbiato in definizioni rigide e in categorie fisse, una sorta, potremmo dire, di universalit. La pittura di Tavella, che restituisce la materia con la forza della trasparenza, anche una pittura in movimento, un

La massaia, 1954

movimento ben disegnato, che egli sa esprimere con precisione e che sussiste nello sguardo e nella mente dello spettatore. La scelta e la combinazione dei colori e della loro maturazione, la collocazione delle forme nello spazio definito, rispondono a una precisa esigenza: quella che punta a comunicare attraverso la luce, senza mediazioni. A volte, si ha limpressione che le forme siano sospese sulla tela con leggerezza, quasi a indicare qualcosa di pi effimero, come le tracce del tempo che passa. Insomma, nei suoi dipinti c uno spazio per la natura, viva e autentica: i suoi paesaggi, pur filtrati dagli occhi dellautore, vengono

spogliati per poi essere rivestiti attraverso una ricerca di luce e di colori. Anche in questo caso in Aldo Tavella vediamo emergere quella capacit di creare un mondo tridimensionale semplicemente attraverso la saturazione dei colori. Questo autentico veronese un pittore che si muove con convincimento nello spazio del quadro, sicuro delle proprie risorse formali, soprattutto quando racconta, con naturalezza, storie di spazi che producono, su chi le osserva, prolungate sensazioni di armonia e di serenit. E larte - se ricordiamo bene lo diceva Paul Klee - ha, tra laltro, proprio lo scopo di trasmettere felicit, coniugando intelligenza ed emotivit.

(1) Le monografie dedicate allartista veronese sono A-Tavella, catalogo della mostra di Verona, Verona 1975, e Antologica del pittore Aldo Tavella, catalogo della mostra di Verona Palazzo della Gran Guardia, Verona 1992; Aldo Tavella, gli anni della ricerca e dellapprodo, a cura di M. Brognara, A. Conforti e C. Turco, Verona 1991 e Aldo Tavella Tra estetica e magia, a cura di U. Ronfani, Verona 1996. Le mostre pi recenti hanno visto la pubblicazione di I colori della vita , percorsi artistici di Aldo Tavella, Verona 1998 e I colori di un mondo. Novantacinque anni di Aldo Tavella, Verona 2004. Per un generale inquadramento sulla storia della pittura in Italia e nel Veneto e per collocarvi la figura di Aldo Tavella sar opportuno considerare la recente pubblicazione: La Pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello, N. Stringa, I-II, Milano2006-2008. Per quanto riguarda pi specificatamente la pittura veneziana sar opportuno guardare il catalogo della mostra di Treviso: Venezia 900: da Boccioni a Vedova, a cura di N. Stringa, Venezia 2007. Pi specificatamente sulla pittura a Verona nel corso del secolo XIX si veda: L. Lorenzoni, Verona, in La Pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello, N. Stringa, I, Milano 2006, pp.285-326. Inoltre largomento potr essere approfondito consultando la monografia 1950-59. Il rinnovamento della pittura in Italia, Ferrara 1999. (2) Chiesa decorata grazie alle bombe, in LArena, (13.Ott. 2004). (3) G. Marussi, Le mostre darte allAngelicum di Milano, in La Fiera Letteraria, 22 Mag. 1949. (4) G. Bianchi, Presenze internazionali, in Venezia 900: da Boccioni a Vedova, a cura di N. Stringa, Venezia 2007, pp. 154-169. A tale proposito sar opportuno approfondire lattivit delle Biennali veneziani considerando: M.C. Bandera, Il carteggio LonghiPallucchini. Le prime Biennali del dopoguerra 1948-1956, Milano 1999 e A. Castellani, Venezia 1948-1968, politiche espositive tra pubblico e privato, Padova 2006.. (5) G. Dal Canton, Pittori Veneti alla Biennale, in Venezia e la Biennale, i percorsi del gusto, Venezia 1995; si veda anche S. Salvagnini, LAccademia di Venezia da Tito a Vedova, in La pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello e N. Stringa, II, Milano 2008, pp. 627-654. (6) A. Tavella, Dattiloscritto, Archivio Tavella alla data 11 Dic. 1984. (7) Corsivo mostra Baguttino, (1958); Aldo Tavella. Tra estetica e magia, a cura di U. Ronfani, Verona 1996, p. 7. (8) L. Magagnato, Introduzione, in A-Tavella, Verona 1975. (9) A-Tavella, Verona 1975. Si veda anche G.L. Verzellesi nel giornale LArena in occasione di una personale alla Galleria

Novelli nel 1971 cos riportava tra laltro: alle clamorose soluzioni di continuit che ricorrono negli itinerari dei professionisti dellavanguardia pi svagata, Tavella ha seguitato a contrapporre un rifiuto fermo, non meno risoluto e pungente della sua ironia per i conservatori troppo accidiosi, capaci di continuare a ripetersi scambiando la coerenza dello stile, che implica continue varianti con una sorta di canonicato, fatto di abitudinarie esercitazioni sempre pi macchinali. (10) U. Ronfani, cit., p. 24. (11) Si veda N. Stringa, La Biennale di Venezia, tracce per un secolo di storia, in La Pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello, N. Stringa, II, Milano 2008, pp. 655-670, con Bibliografia. Inoltre sar opportuno approfondire il tema con lanalisi degli studi contenuti in Il 1950. Premi ed esposizioni nellItalia del dopoguerra, catalogo della mostra a cura di A. Zanella Manara, Gallarate 2000. Pi specificatamente si veda: M. De Sabbata, Tra diplomazia e arte. Le Biennali di Maraini (1928-1942), Udine 2006 e S. Salvagnini, Il sistema delle arti in Italia 1919-1943, Bologna 2000. Sulla Biennale del 1950 si rimanda a S. Collicelli Cagol, Le grandi esposizioni a Venezia tra il 1950 e il 2000 da Palazzo Grassi alla Biennale di Venezia, in La Pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello, N. Stringa, II, Milano 2008, pp. 699-717. (12) G.L. Vercellesi, Cinquantesima nazionale darte, in Corriere del Mattino, (9 Giu. 1951). (13) Societ Belle Arti di Verona, Cinquantesima Mostra Biennale Nazionale dArte, Verona 1951. (14) C. Segala, Pittori cittadini. Aldo Tavella, in Il Gardello, 19 Dic. 1952. (15) Idem, Personale di Aldo Tavella alla Galleria della Scala, in LArena, 1956. (16) S. Maugeri, Premio di pittura Citt di Thiene dominato alla ricerca della figura, in Il Giornale di Vicenza 2 luglio 1981. (17) M. Ferrari, Aldo Tavella, sessantanni di pittura fuori dalle mode, in LArena, 26 Feb. 1991) (18) M. Pedrini, Tavella, sulle ali della memoria, in LArena, 8 Apr. 2004; I colori di un mondo. Novantacinque anni di Aldo Tavella, Verona 2004. (19) Conversations avec Picasso, in Cahiers dart, Parigi 1935, p. 176-177.

25

Meditazione, 1949

UN MAESTRO ALLA BIENNALE DI VENEZIA: ALDO TAVELLA Federica Luser Il 1950 un anno di fondamentale importanza per Aldo Tavella che vede coronata di successo la propria attivit non solo con la Tavolozza dargento al Premio Michetti, ma anche e soprattutto con la partecipazione alla Biennale veneziana dopo aver superato la severa selezione della Giuria nominata dagli artisti stessi, secondo modalit che esamineremo in seguito. La XXV Biennale si apr l8 giugno del 1950 e fu unedizione straordinaria. Ordinata da Rodolfo Pallucchini - che organizzer lEsposizione veneziana per cinque volte dal 1948 al 1956 - present alcune novit dimpostazione nonch alcune mostre personali e retrospettive notevoli per il peso che avranno nella storia dellarte mondiale. La gestione Pallucchini nellimmediato Dopo Guerra segn in modo particolarmente forte la storia della Biennale1. Suo merito fu di dare allEsposizione un nuovo volto rispetto alle edizioni precedenti, ritornando allo spirito iniziale, quello del 1895. Tre furono i punti fondamentali intorno cui crebbero e si perfezionarono le mostre veneziane, presupposti che lo stesso Pallucchini elenc nella prefazione al catalogo del 1950: rigorosa selezione dellarte italiana, pur tenendo conto di tutte le tendenze; continuazione del compito culturale della Biennale mediante retrospettive, mostre ai movimenti artistici, inviti ad artisti stranieri, allo scopo dinformare, sia pur succintamente, il pubblico italiano degli sviluppi dellarte contemporanea; uniformit dei metodi di presentazione mediante accordi coi paesi stranieri, persuadendoli dellutilit dinviare mostre limitate a pochi artisti, scelti tra i pi rappresentativi 2. Gi nelledizione precedente lintuizione di creare una Commissione per lArte Figurativa di altissimo livello, composta da note figure provenienti dal mondo dellarte, tra cui i migliori storici di allora Nino Barbantini, Roberto Longhi, Carlo Ludovico Ragghianti, Lionello Venturi e alcuni artisti scelti tra quelli di maggior prestigio come Carlo Carr, Felice Casorati, Marino Marini, Giorgio Morandi e Pio Semeghini, che organizzasse il piano dellEsposizione, era risultata estremamente efficace. Cos nel 1950 tale Commissione venne riconfermata con laggiunta di due nuovi elementi, scelti tra i rappresentanti sindacali: Leoncillo e Giacomo Manz e la sostituzione di Pio Semeghini, per motivi di salute, con lo storico Giuseppe Fiocco. Compito della Commissione era di inviare un numero circoscritto di inviti a quegli artisti che ritenevano rappresentativi delle linee guida dettate da Pallucchini. Nel 1948 ne partirono 407, mentre nelledizione del 1950 furono ridotti a 297, seguendo un criterio di maggiore severit per mantenere fede allaspirazione principale della Biennale che, secondo quanto scritto da Pallucchini deve 27

essere soltanto una mostra di confronto e di comparazione e non un campionario di quanto oggi si fa in Italia nel campo artistico3. La pressione da parte degli operatori del settore durante lanno di preparazione allEsposizione, fu cos forte che lordinatore si vide costretto a farne cenno nellintroduzione al catalogo, consigliando a tutti moderazione e soprattutto auspicando una ripresa delle mostre nazionali nelle grandi citt per un controllo immediato delle forze artistiche italiane e un censimento puntuale di esse4, lasciando alla Quadriennale di Roma il compito di offrire al pubblico il miglior panorama dellambiente artistico italiano. Solo se nellanimo degli artisti si far strada la necessit di dare alla Biennale il carattere che le spetta di unica competizione artistica mondiale, verr meno quella pressione continua che i membri della Commissione sentono attorno ai loro lavori, concludeva amaramente5. La consapevolezza di essere lunica esposizione mondiale era suffragata dalla presenza di ben 22 nazioni contro le

La conchiglia allo specchio, 1931

14 delledizione precedente (nel 1952 saranno 26): Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Colombia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Israele, Jugoslavia, Messico, Olanda, Portogallo, Spagna, Stati Uniti dAmerica, Sud Africa, Svizzera, chiamate tutte a esporre delle mostre personali dedicate ai propri grandi maestri, per evitare di scadere in una sorta di mostra campionaria solo per il desiderio di mostrare tutto quanto vien prodotto in campo artistico nella propria terra6. Cos la Francia allest la retrospettiva di Bonnard, le personali di Utrillo e Matisse, proponendo tre diverse tendenze sviluppatesi tra la fine del 800 e i primi due decenni del 900, accostando loro opere di Marcel Gromaire, Christian Caillard, Bernard Lorjou e Alfred Manessier, artisti della generazione successiva rappresentanti tendenze e gruppi che con un occhio guardavano alle esperienze fauviste e cubiste e con laltro si aprivano la strada verso nuove esigenze compositive, dettate dal nuovo corso dellarte contemporanea. Il Belgio espose 25 capolavori di James

Ensor accanto a dipinti di Constant Permeke, Gustave de Smet e Frits Van den Berghe della Scuola di Latthem Saint-Martin, e opere di Edgrad Tytgat, Jean Brusselmans e Paul Delvaux considerato da Emile Langui, ordinatore del padiglione lunico grande avvenimento della vita artistica belga del dopoguerra7, mentre la Gran Bretagna propose unimportante retrospettiva di John Constable,

scatenando una tale rivoluzione da modificare anche quello mondiale. Wassily Kandinsky, Paul Klee, Alfred Kubin, Alexej Von Jawlensky, Auguste Macke, Franz Marc, Gabriele Munter lavoravano per creare unarte nuova che guardasse allessenza interiore delle cose, prescindendo dallimmagine esterna, dove l espressione assumesse valore di forma assoluta prodotta in nuove composizioni

Oggetti da cucina, 1947

che seguiva quella su Turner ordinata nelledizione precedente, accompagnata da mostre personali di Mattew Smith con il suo inno al colore impetuoso e la sua passionalit e della scultrice Barbara Hepworth con le sue sperimentazioni in relazione allo spazio e alla luce. Di notevole interesse anche il padiglione della Germania che ritorn ad esporre alla Biennale allestendo la mostra dedicata a il Cavaliere Azzurro, uno dei pi innovativi gruppi di quellavanguardia storica che rivoluzion nel primo decennio del 1900 il panorama artistico europeo, 28

astratte e musicali-drammatiche8. Accanto ad essi le intense figure intagliate nel legno di Ernst Barlach, quindi i dipinti di Max Beckmann, esponente della Nuova Oggettivit tedesca, di Gerhard Fietz, Werner Gilles, Carl Hofer, Georg Meistermann, Ernst Wilhelm Nay, Emil Nolde, Karl Schmidt-Rottluff, Max Peiffer Watenphul e Fritz Winter. Singolare apparve poi il padiglione del Messico che present al pubblico i suoi tre pittori muralisti Jos Clemente Orozco, Diego Rivera e David Alfaro Siquieros rappresentanti del movimento pittorico rinascimentale

messicano, che con forza ed impeto espressivi sottolineava lesaltazione della nazionalit riconquistata. La volont di guardare anche alle grandi personalit storiche e ai pi rilevanti movimenti storici del 1900, approfondendone lo studio, fu sottolineata da Pallucchini con lallestimento delle mostre retrospettive dedicate a Seurat, al Doganiere Rousseau, a Wassily Kandinsky e ai movimenti Fauves, Cubismo, Futurismo e Cavaliere Azzurro che come abbiamo gi visto fu ordinata nel padiglione tedesco. Una vera e propria comparazione di stili e di idee per una maggiore conoscenza dei movimenti davanguardia che hanno saputo rivoluzionare il volto alla produzione artistica europea. La ricerca delleccellenza anche nel panorama artistico italiano indusse i commissari a volgere lo sguardo verso il passato con la creazione di due retrospettive di artisti dell800 Giacomo Favretto e Medardo Rosso e lallestimento di quella dedicata al Futurismo, equiparando a ragione gli sviluppi dellarte italiana dinizio Secolo a quella, forse pi conosciuta, francese e tedesca. A queste si aggiungono le esposizione retrospettive dello scultore Ernesto De Fiori e dei pittori Lorenzo Viani, Cino Bozzetti e di Mario Broglio, mentre le mostre personali furono dedicate a Carlo Carr, Alberto Magnelli, Pio Semeghini e Gino Severini: Quattro temperamenti diversi, quattro personalit spiccate, quattro maestri la cui particolare storia legata alla cultura di questo primo cinquantennio del Novecento9. Maestri che, aggiungiamo noi, ebbero il merito di saper far crescere ed evolvere il proprio linguaggio creando i presupposti per lo sviluppo di unarte contemporanea italiana di assoluta eccellenza. Basti pensare a Carr e Severini e il loro passaggio dalle prime esperienze futuriste alladesione a un realismo plastico e poetico che rimase tale per il primo e che si dissolse in pura ricerca teorica nel secondo. Accanto a essi furono invitati tra gli altri Roberto Melli, Filippo De Pisis, Osvaldo Licini, Luigi Spazzapan, Arturo Tosi, Renzo Vespignani con una decina di opere, quindi Giovanni Barbisan, Renato Birolli, Felice Carena, Virgilio Guidi, Mario Mafai, Fausto Pirandello, Ottone Rosai, Toti Scialoja, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato, Armando Pizzinato, Renato Guttuso con cinque e tre opere. Pittori che rappresentavano la complessit di aspetti di cui era formata larte italiana del momento, tendenze che andavano dallespressionismo al neocubismo passando per un neorealismo che faceva riflettere lordinatore, rivolgendosi con ogni probabilit alle scelte di Guttuso, Pizzinato e Turcato. La complessit del nostro panorama pittorico e la pressione per la scelta anche di artisti meno noti, ma comunque di notevole spessore, o di quelli della pi giovane generazione, spinse la Commissione per lArte Figurativa a demandare ad una Giuria eletta interamente dagli artisti il compito della scelta di un gruppo di 250 opere... Lelezione della Giuria alla quale hanno partecipato 1608 artisti ha dato un risultato interessante sotto vari punti di vista: a grande maggioranza di voti si sono classificati proprio quegli 29

artisti che facevano parte della Commissione per le Arti Figurative, dimostrando implicitamente di riconoscere in tali maestri lautorit dei giudici10. Della Giuria dunque fecero parte Felice Carena, Carlo Carr, Felice Casorati, Giorgio Morandi e Giacomo Manz che seppero destreggiarsi egregiamente operando la propria scelta basandosi su un criterio obiettivo di valutazione qualitativa11. Tra gli artisti selezionati come abbiamo gi visto, anche Aldo Tavella che espose nella sala XXXI il dipinto a olio Morte delle maschere, opera risalente al 1948 la cui composizione appare gremita di oggetti appoggiati su un tavolo, mentre sullo sfondo un cielo grigio accoglie uno stormo di gabbiani in volo. Fatto singolare fu la presenza nella sala XXII di Fiorenzo Tomea con due opere che presentavano il medesimo soggetto delle maschere, dipinte una decina di anni prima. Ma mentre il maestro di Zopp delineava alla perfezione la distanza tra i vari piani e ammantava le composizioni di unatmosfera sospesa di estatica contemplazione, Tavella strutturava lopera dipingendo gli oggetti in modo sovrapposto, senza lasciare spazi, ma giocando con i diversi piani e abbandonando volutamente il senso prospettico. A parte questi primi facili confronti sembra chiaro che la partecipazione alla Biennale veneziana per Tavella, come per ogni artista impegnato a dar prova di s nellambito di esposizioni internazionali, sia non solo una tappa ambita e fondamentale, ma rappresenti contemporaneamente un punto darrivo e uno di partenza. Linvito a partecipare infatti, sottolinea il raggiungimento di una tappa sostanziale della propria carriera e la conferma della bont del proprio operare, mentre la possibilit di confronto con altre realt apre la via, a chi le sappia cogliere, a nuove sfide e ulteriori approfondimenti.

(1) E. Di Martino, Storia della Biennale di Venezia 1895-2003. Arti Visive-Architettura-Cinema-Danza-Musica-Teatro, Papiro Arte, Venezia 2003, pp. 53-59. (2) R. Pallucchini, Introduzione, in Catalogo della XXV Biennale di Venezia, Venezia 1950, pp. X-XI (3) Idem, p. XI (4) Idem, p. XI (5) Idem, p. XI (6) Idem, p. XVIII (7) Emile Langui, in Catologo della XXV Biennale di Venezia, Venezia 1950, p. 272. (8) L.v.W, pag. 303 (9) R. Pallucchini, cit., pp. XII-XII (10) Idem, p. XIII (11) Idem, p. 26

Zona archeologica, 1964

NOTE SULLA PITTURA DI GENERE VENETA NEL NOVECENTO Marco Maria Polloniato Nel novero delle tipologie pittoriche la cosiddetta pittura di genere ha da sempre avuto un posto particolare: inizialmente marginale, ma via via parte sempre pi integrante della consuetudine e dellinteresse degli artisti. Essa affonda le radici in secoli di graduale trasformazione, secoli di lenti cambiamenti durante i quali la dicotomia esistente tra grandi committenti e la gran parte della popolazione, si ridotta in forza di una crescita delle categorie dedite ad attivit economiche sempre pi incidenti nella vita sociale. Provengono, infatti, dalle aree di commercio pi intenso dellEuropa quattro-cinquecentesca i primi maestri di questo genere, in particolare dallarea fiamminga, basti pensare al pi famoso Pieter Bruegel il vecchio. Nei secoli successivi le reti di scambio createsi portano ad una diffusione priva di confini delimitati proprio perch ricca di peculiarit espressive. Queste contraddistinsero aree geografiche-nazionali. Lindole sempre pi attenta al proprio sentire rovescia cos un rapporto di sudditanza con il mecenate che perdurer fino ad oggi. Cosa spinse gli artisti ad avvicinarsi alle scene tratte dalla vita dogni giorno? Ad accostarsi a quegli elementi che nella pittura religiosa, storico-politica o nella ritrattistica non trovavano spazio se non come contorno, come elemento decorativo? Cosa spinse un autore come Jacopo Da Ponte, detto il Bassano, ad inserire una moltitudine di popolani accompagnati dai propri animali nei quadri che andavano a rappresentare di volta in volta scene tratte dai Vangeli o che illustravano la vita di Santi protettori? Se lattenzione veniva, comunque, canalizzata a concentrarsi sullelemento centrale, sul messaggio evangelico o comunque prettamente religioso, non v dubbio che contemporaneamente andava creandosi un avvicinamento nella complicit silenziosa instauratasi tra spettatore e personaggi del quadro. Sta in questo la forza evocativa del quotidiano: una condivisione di momenti e situazioni che di fatto rappresentano gli aspetti pi elementari ed immediati del vissuto contemporaneo. Nei secoli successivi la pittura di genere (che, non va dimenticato, una mera categorizzazione ottocentesca atta a rendere pi semplice lindividuazione dei soggetti), si avvia a diventare sempre pi protagonista. In Italia si assiste quasi a una rincorsa che trova nei pittori caravaggeschi e, successivamente in quelli dediti ai temi dei bamboccianti e nei pitocchi, i principali esponenti. Ceruti, Crespi, ma anche i campioni del vedutismo veneziano come Canaletto e Guardi si dedicano, ognuno a proprio modo, alla lettura pi o meno filtrata della realt. Procedendo ancora nella linea temporale, il genere assume via via connotazioni per certi aspetti manieristiche, riflesse su se stesse ed solo con il verismo ottocentesco che viene dato nuovo vigore alla scelta di soggetti destinati a suscitare tensioni nel pubblico. A ridosso del Novecento sono quindi molti gli autori che si 31

confrontano con un genere che trascende le connotazioni politiche che avevano caratterizzato, invece, tutto il periodo risorgimentale, caricandosi piuttosto di significati simbolici e di chiavi di lettura pi complesse. La pittura, nel panorama veneto novecentesco, materia estremamente variegata. Pur essendovi dei caratteri che vanno a riecheggiare solo in parte le lezioni date dai grandi maestri dellormai lontano periodo rinascimentale, sono senzaltro le occasioni pubbliche di esposizione e confronto che danno il l per una maggiore coscienza del proprio operato. In questo senso le piccole e grandi esposizioni (su tutte listituzione a Venezia nel 1895 della Internazionale

Incendio nel cantiere, 1978

dArte, meglio conosciuta come Biennale) che si diffondono su tutto il territorio fanno da collante tra gli artisti che hanno cos modo di riscontrare direttamente il gradimento del pubblico. Venezia rappresenta in tal senso un punto di riferimento indispensabile per tutti, in primis per la sua vocazione di citt sospesa nel tempo, ma anche per la presenza di istituzioni riconosciute come lAccademia di Belle Arti e le prime fondazioni artistiche. Pi che ai grandi nomi di fine Ottocento che avevano rinnovato lambiente veneziano quali Guglielmo Ciardi, Luigi Nono, Ettore Tito, Alessandro Milesi, piuttosto un personaggio come Pietro Fragiacomo a mettere in evidenza nei paesaggi lagunari barche o nella rappresentazione di tutti quegli strumenti di lavoro che sono, molto spesso, lunico indizio della presenza umana appena percepibile. indubbio che la matrice simbolista di inizio Secolo pi evidente in altri autori come in Ettore Tito o in Mariano Fortuny, ben distanti dai richiami al passato di Cesare Laurenti, ma dovendo qui ricercare esempi di pittura di genere, il pensiero non pu che andare verso un altro grande autore del primo Novecento veneziano: Marius Pictor. Il bolognese si inserisce a pieno titolo nel panorama lagunare prediligendone gli aspetti decadenti

ed evidenziandone i meno appariscenti. Una pittura giocata sui toni della luce notturna e sulle scene che la variegata Citt lagunare propone e che trover una costante fortuna anche successivamente. Spostando poi lattenzione anche ai luoghi che circondano il centro storico lagunare vale la pena ricordare che istanze e suggestioni spesso sono giunte qui da autori stranieri che a Venezia si sono stabiliti e che hanno dato prova del loro valore. A Burano, oltre ad Umberto Veruda, v il polacco Jehudo Epstein a mettere in luce i caratteri pi istintivi del microcosmo isolano. Gli altri grandi nomi contemporanei, quelli facenti capo alla Fondazione Bevilacqua e quindi alla famosa sede di Ca Pesaro, sono in realt estranei alla contaminazione con il quotidiano. I vari Boccioni, Casorati, Marussig, sia prima che dopo la Grande Guerra, non pongono la propria attenzione alla rappresentazione di frammenti del vissuto, prediligendo piuttosto il simbolismo dei particolari o la rievocazione mitologica. La stessa Secessione Viennese influenza con straordinari esiti alcuni autori di ampio respiro come Teodoro Wolf-Ferrari e Vittorio Zecchin. Un segno di svolta ed un nuovo interesse per il genere arriva con Gino Rossi che, reduce da viaggi importanti in Europa, porta una ventata di novit pur rappresentando soprattutto personaggi e figure popolari. Alla tendenza post-bellica del realismo magico aderisce Bortolo Sacchi, nelle cui opere possibile vedere una gena di personaggi che risultano sospesi tra laguna e cielo come la citt che li ospita. Ma nelle opere degli anni Venti di Cagnaccio da San Pietro che la pittura di genere trova nuova linfa diventando specchio della realt e voce di denuncia. I suoi sono intenti polemici evidenti che si rifanno alla pittura tedesca contemporanea, riscrivendo in parte i canoni della pittura di genere. Prima di arrivare alla grande temperie culturale che sin dagli anni Quaranta porter alla ricerca in chiave astratta e di pi consone forme e tecniche, vi sono ancora alcuni nomi che necessario ricordare. In primis quello di Guido Cadorin, anche lui in parte esponente del realismo magico, senza dimenticare altri artisti significativi tra i quali Virgilio Guidi: pittore atonale apparentemente neutro ai luoghi ed alle figure descritti. Le altre province venete sono sempre state foriere di autori che si sono dovuti confrontare con la temperie culturale di Venezia, richiamo e termine di confronto indispensabile per aprirsi al dialogo internazionale. La vicina Padova ad esempio, Citt che non ha mai sentito troppo forte il confronto-scontro con Venezia, si manifesta come un luogo dove le istanze pittoriche hanno un percorso leggermente pi lento. Giovanni Vianello e Domenico Bonatti possono ben rappresentare il clima cittadino allalba del nuovo Secolo: tendenze realiste ancora vive, non prive di intenti simbolisti ormai acclarati. Per trovare veri esponenti della pittura di genere necessario fare riferimento ad un pittore eclettico quale fu quel Mario Cavaglieri che fonde nelle proprie opere suggestioni europee con una resa cromatico di forte impatto. Gli altri rappresentanti della pittura padovana del primo Novecento, per, si discostano dalla rappresentazione del reale per dedicarsi piuttosto a 32

forme pi moderne e che vedono forse solo in Giovanni Dandolo un richiamo alla realt. Giuliano Tommasi e Mario Rigoni dei Graber, ad esempio, improntano la propria poetica in direzione del simbolismo. Dopo la parentesi del futurismo padovano, bisogna attendere Tono Zancanaro per tornare a vedere richiami al reale letto in una chiave antieroica. Distante, anche se affine alla poetica di forme pittoriche primitive come quelle di Fulvio Pendini e Antonio Fasan. Successivamente, dagli anni Cinquanta in poi, con la grande esplosione economica che accompagna il clima post-bellico, i soggetti di riferimento diventano sempre pi connessi con le nuove realt industriali. Molti sono i nomi che recepiscono e si confrontano con la nuova realt emergente, ma non raro cha da una prima forma di denuncia sociale taluni artisti spostino il loro interesse verso una rappresentazione introspettiva legata alla memoria di quanto era e non pi. Gianni Longinotti muove da queste istanze e traccia una strada in parte seguita ad esempio da Riccardo Galuppo. Sono quindi altri i nomi di autori dediti al realismo quali Piero Mancini ed Enrico Schiavinato; il secondo in particolare presenta nelle proprie opere, dai colori e dal taglio estremamente incisivi, una territorialit scavata nelle rughe dei contadini e degli altri elementi tipici della campagna veneta. Sono queste delle derive espressioniste, ma rappresentano una concreta visione del popolo e del medesimo paesaggio che possibile ritrovare in Vittore Bonsembiante. A differenza del capoluogo patavino, Treviso si presenta al nuovo secolo con un panorama di pittori strettamente legati allambito veneziano, la cui Accademia di Belle Arti vide il passaggio di quasi tutti gli artisti pi significativi del nuovo Secolo. Contemporaneamente lorganizzazione della Mostra dArte Trevigiana a diventare punto di riferimento per le nuove generazioni che trovano loccasione ideale per confrontarsi con i maestri di fine Ottocento. Luigi Serena in tal senso il capostipite ed il pi rappresentativo decano della pittura di genere oltrepiave, ed difficile riscontrare allievi degni del maestro o comunque pittori che interpretino con la stessa efficacia lambiente circostante. I Ciardi, ad esempio, pur risiedendo spesso in provincia, non lasciano mai il tenue languore delle rappresentazioni lagunari. Altri autori contemporanei o di poco successivi non hanno la stessa incisivit ad esclusione, in parte, di quel Giovanni Apollonio che stempera e fissa momenti leggeri di vita borghese. Se la genesi pittorica di Alberto Martini saldamente legata a Treviso, con lenfasi sugli aspetti della campagna, successivamente volge il proprio modus nella direzione del surrealismo, merita invece una citazione quellAldo Voltolin, la cui breve carriera, consegna nei modi del decorativismo e divisionismo autentiche perle cromatiche. A Ca Pesaro, intanto, sono Gino Rossi e Arturo Martini a contribuire in maniera sostanziale, ognuno con forte personalit, al rinnovo dei temi correnti. A loro va aggiunta la figura di Nino Springolo, che segna la pittura di genere con equilibrata obbiettivit, estranea a provincialismi, a sovrascritture o abbellimenti e che trover eccellenti riscontri anche fuori i confini nazionali.

In questo frangente si erge a coordinatore instancabile e propugnatore di una identit comune Giuseppe Mazzotti, il cui nome si lega allorganizzazione e promozione di mostre. I suoi contemporanei, per, tra i quali Giacomo Caramel, Lino Bianchi, e Rachele Tognana sembrano disinteressarsi a lungo dei soggetti di genere, focalizzandosi pi sulle novit tecnico-pittoriche che su una ricerca di soggetti di rottura.

La turista inglese, 1990

Va sottolineato, inoltre, il valore della coscienza del proprio operare, svolto da Mazzotti, allorquando si confronta con gli indirizzi dati allarte dal Regime. Nelle successive esposizioni continuano a formarsi generazioni di artisti, gli interessi dei quali vagano indagando la citt. Basti pensare ai temi cari ad Arturo Malossi, al giovane Giovanni Barbisan, alle sorelle Maria e Tina Tommasini, ma soprattutto a Sante Cancian. lui a rappresentare Treviso nei suoi aspetti pi immediati utilizzando tecniche diversificate e ponendosi quasi come un cronista-sceneggiatore del tempo. Legata a Treviso per ragioni geografiche e solo relativamente aperta ad influenze nordiche, Belluno con linsieme delle valli cadorine e ampezzane. Il primo ventennio del Novecento non vede sostanziali rinnovamenti rispetto al Secolo, complice una committenza locale poco incline alle novit lagunari. Non un caso che uno dei pi rappresentativi artisti dinizio secolo, Luigi Cima, non venga accettato dalla 33

commissione della Biennale del 1903. Maggior fortuna sembra avere Guglielmo Talamini attento osservatore di facce e volti della sua terra. Altri come Pio Solero si distaccano gradualmente dalla realt abitata e conosciuta per unimmersione sempre pi decisiva nellambiente montano, scelta influenzata dalle letture e dalle conoscenze dirette con gli ambienti artistici di Monaco. Una sua indiretta erede potrebbe essere individuata in Romana DAmbros, pur se influenzata da altre sollecitazioni significative nel campo della pittura di genere che sono da ricercare al di fuori della tematica sacra, invero tra le pi frequentate e dove gli autori bellunesi hanno rinnovato parte del loro linguaggio decorativo. E bisogna attendere almeno fino al primo scontro bellico per trovare in un Edgardo Rossaro i primi tentativi di fissare la realt di guerra. Ma per tornare alla pittura di genere, carica di un simbolismo che trascende il tempo, il nome di punta quello di Fiorenzo Tomea, ben conosciuto anche al di fuori del contesto locale grazie alle sue pitture fatte di oggetti, spesso moltiplicati e protagonisti assoluti del quadro. Altri come Bruno Milano o Romano Ocri tentano, invece, altre vie ed anche altre tecniche, rinnovando il repertorio e luso di una pittura ancora legate alle pratiche post-impressioniste. Grande esponente di una lettura cromatica irreale del quotidiano invece Celso Valmassoi, cadorino come Aldo De Vidal, la cui vicenda personale lo porta ad essere espressione di una realt sociale in evoluzione fino alla realizzazione dei murales di Cibiana. Su tuttaltre latitudini e richiami va invece inquadrata la terra di Palladio. Quella Vicenza a lungo rimasta chiusa in un contesto di piccola provincia e che solo in seconda battuta ha aperto e rinnovato il repertorio artistico grazie soprattutto allimpegno ed alla lungimiranza di alcune scelte istituzioni e di circoli la cui urgenza espositiva trov sbocchi e riscontri meritati, prima fra tutte lAccademia Olimpica. Ubaldo Oppi e Carlo Potente sono i primi nomi di rilievo che vanno ad incidere sul normale andamento della cultura ottocentesca in Citt, come un altro dei pittori viaggiatori dinizio secolo Wladimiro Gasparello. Ma i loro interessi vengono presto inquadrati in una ritrattistica o comunque, in opere canoniche, veicolate da forme e dalla studiata stesura del colore a discapito di soggetti presi dal quotidiano. Emerge, comunque, la voglia di dare spazio ad unurgenza espressiva. Nelle esposizioni degli anni Venti passano quasi tutti i nomi pi significativi, tra i quali anche il giovane Mario Venzo, poi conosciuto come Fratel Venzo. Altri nomi significativi sono quello di Pier Angelo Stefani, i cui allievi avranno un posto di rilievo dagli anni Quaranta. Nomi ben conosciuti quali il giovane Neri Pozza, Otello De Maria, Nerina Noro, Bruno Canfori e Antonio Marcon. Come anche laristocratico Bortolo Sacchi, Marcon uno dei tanti maestri eclettici dellambiente bassanese, essendo anche xilografo e ceramista, a cui seguiranno in tempi successivi personaggi quali Miranda Vison, Giovanni Petucco, Carlo Contin, Pompeo Pianezzola, tutti attenti a cogliere nel linguaggio di casa, negli affetti e nellimmediatezza il calore umano. Anche le donne hanno spazio in questo ambito con

Ina Barbieri e Mina Anselmi, la prima con richiami al modo di Gino Rossi, la seconda concedendosi libert ed originalit rispetto alla formazione ricevuta a Venezia con Virgilio Guidi. Il terzo personaggio femminile che indispensabile ricordare Nerina Noro, la cui formazione con Guidi e Saetti si scorge talvolta nei suoi ritratti, ma che difficilmente vanno a toccare temi sociali per rimanere nellintimo di evocazioni e paesaggi informali. Altri spunti significativi sono quelli che si raccolgono attorno ad altri centri nevralgici, come il Calibano del mecenate Angelo Carlo Festa o al Premio

e la vena burlesca che caratterizza i convivi degli artisti, trova risvolti espositivi anche nelle mostre di caricatura. Il futurismo invece trova pochi echi significativi, nonostante la presenza di Boccioni fino alla morte. Guido Trentini rappresenta un caso significativo di accrescimento culturale allinterno di tutto quello Stile Novecento che si concretizza nella rappresentazione di piani in cui lassenza del colore ed il plasticismo seriale sono il leit-motiv. Altro grande nome residente a lungo a Verona quel Pio Semeghini che non apre alle tinte tenui e rarefatte molto diverse rispetto allestetica fascista e ben distinto anche dallaltro esponente della pittura di genere quale fu Aldo Tavella. Il periodo successivo, per, non risulta allaltezza di quanto visto ad inizio Secolo e fino alla fine del Secondo Conflitto: gli anni Cinquanta fanno da incubatrice a quanto esploder poi negli anni Sessanta e Settanta con larrivo dellastratto, dellespressionismo, dellinformale e del razionalismo.

In questo breve excursus sulla pittura di genere nel Veneto, v una schematizzazione che riprende in buona sostanza quanto declinato con dovizia di particolari dagli autori dei volumi La pittura nel Veneto. Il Novecento, I-II, Milano 1999-2006.

A San Giorgio - Cinema allaperto, 1953

Marzotto istituito dallomonima azienda. La figura di Licisco Magagnato fa da ponte con la realt veronese le cui ambizioni si sono esplicate, nel corso del XX secolo, ricercando un saldo legame con Venezia e con le istanze artistiche delle pi importanti citt mitteleuropee. In questo la dominazione asburgica ebbe un ruolo di rilievo inducendo alcuni autori a perfezionarsi a Vienna o a Monaco. Non un caso che le prime istanze moderniste trovino in Verona un terreno fertile nel quale attecchire e che lascer il segno in diversi pittori a cominciare da Vincenzo De Stefani, per passare a Francesco Danieli, Carlo Francesco Piccoli, Carlo Donati. A costoro si contrapponeva lo stile popolare, ma efficace di un Angelo DallOca Bianca che grande successo riscuoteva in citt, come il conterraneo Giovanni Bevilacqua. Alfredo Savini, bolognese, port con s qualche germe di novit che lambiente scaligero recep e fece proprio, cos come larrivo di Baldassare Longoni ebbe echi per molti anni, soprattutto per lutilizzo del divisionismo. Nellambito della pittura di genere un allievo di Savini, Benvenuto Ronca, a confrontarsi con le figure dei derelitti, cos come Ettore Beraldini, questultimo con un rapporto pi sensibile con i soggetti rappresentati. Anche se lontano da queste tematiche val la pena di sottolineare il legame instauratosi tra la Citt e la figura di Felice Casorati, e di alcuni colleghi: su tutti Guido Trentini. V da aggiungere che in questo primo Novecento la gaia vita 34

OPERE

35

MIO FRATELLO PINO, 1926

Olio su compensato, cm 60x70

36

RITRATTO, [1927]

Olio su cartoncino, cm 35x24

37

E SOLO UN RICORDO, 1928

Olio su compensato, cm 39x50

PAESAGGIO, 1930

Olio su cartone, cm 34x43

38

LA SIGNORA ELDA, 1932

Olio su cartone, cm 48X35

39

LA SIGNORA ELDA, 1933

Olio su compensato, cm 50x39

LATTESA, 1933

Olio su tavola, cm 50x33

40

41

DONNA CHE CUCE, [1934]

Olio su carta, cm 50X35

42

TEMPO DI CARNEVALE, 1934

Olio su cartone, cm 40x50

43

NELLO STUDIO, 1936

Olio su cartone, cm 49x36

MATERNIT, 1935

Olio su cartone, cm 48x35

44

45

CANALE A VENEZIA, 1936

Olio su tela, cm 18x24

46

FRUTTA E VINO, 1937

Olio su cartone, cm 50x35

47

DALLO STUDIO DEL PITTORE ALDO FRANZONI, 1938

Olio su cartone, cm 35x24

48

PAESAGGIO, [1939]

Olio su compensato, cm 50X60

49

PICCOLO PAESE, 1939

Olio su cartone, cm 24x30

50

BATTELLI A PESCHIERA, 1940

Olio su cartone, cm 13x20

IL PITTORE, 1941

Olio su cartone, cm 24x35

51

COSTRUZIONI MEDIEVALI, 1943

Olio su cartone, cm 60x50

52

LA RAGAZZA, 1946

Olio su cartone, cm 50x36

53

54

IL PORTO, 1946

Olio su compensato, cm 80x100

55

CAMPAGNA A MINERBE, 1946

Olio su compensato, cm 28X38

56

COMPOSIZIONE, 1946

Olio su cartone, cm 59x40

57

GIARDINI, 1947

Olio su cartone, cm 50x60

58

MIA MOGLIE E MIA FIGLIA SOFIA, 1947

Olio su cartone, cm 35x46

59

NELLA VALPOLICELLA, 1948

Olio su compensato, cm 35X42

PAESAGGGIO INVERNALE PRESSO MANTOVA, 1948

Olio su cartoncino, cm 24x30

60

MORTE DELLE MASCHERE, 1948

Olio su cartone, cm 50x60

61

IL CANTIERE, 1949

Olio su cartone, cm 60x50

FIORAIA, 1948

Olio su cartone, cm 50x60

62

63

ORATE, 1949

Olio su faesite, cm 50x60

64

MASCHERE, 1949

Olio su cartone, cm 50x60

65

PIAZZA DELLE ERBE, 1949

Olio su cartone, cm 50x60

66

MEDITAZIONE, 1949

Olio su cartone, cm 50x60

67

ND, 1949

Olio su cartone, cm 60X50

68

MASCHERA, [1950]

Olio su cartoncino, cm 35x24

69

IL VECCHIO IL SIGNOR BENIAMINO, 1950

Olio su cartone, cm 60X50

70

LA PIAZZA ALBERATA, 1950

Olio su cartone, cm 50x60

71

72

IL MURO LA MACCHIA ROSSA, 1950

tecnica mista collage, cm 100x70

SAN GIORGIO - VERONA, 1950

Olio su cartone, cm 50X60

73

INVERNO SUL LAGO DI MANTOVA, 1951

Olio su faesite, cm 50x60

74

AUTUNNO, 1951

Olio su cartone, cm 50x60

75

NEVE IN PERIFERIA, 1951

Olio su compensato, cm 59X69

76

CORSO PORTA NUOVA DI SERA, 1951

Olio su compensato, cm 50x60

77

78

LA SIGNORA MADINELLI, 1952

Olio su cartone, cm 60X50

CORTILE RUSTICO PRESSO LUGAGNANO, 1952

Olio su cartone, cm 50x60

79

VENEZIA, 1952

Olio su cartone, cm 50x60

80

RICOSTRUZIONE DEL PONTE, 1953

Olio su cartone, cm 50x60

81

RAGAZZA CON MAZZO DI FIORI, 1953

Olio su cartone, cm 60X50

82

COMPOSIZIONE, 1954

Olio su compensato, cm 50x60

83

TRIGLIE E ZUCCHE, 1954

Olio su cartone, cm 50x60

84

LO STUDENTE, 1954

Olio su cartone, cm 48x34

85

86

OMAGGIO FLOREALE, 1955

Olio su compensato, cm 60X50

FIORI, ANGURIA E PICCHIO, 1956

Olio su cartone, cm 50x60

87

SUL TAVOLO DELLA CUCINA, 1957

Olio su cartone, cm 50x60

88

FRUTTA, 1958

Olio su cartone, cm 50x60

89

LA PASSEGGIATA, 1959

Olio su cartone, cm 50x60

90

VASO DI FIORI, 1959

Olio su tela, cm 50X40

91

DISPERAZIONE, 1959

Olio su cartone, cm 50x60

93

COMPOSIZIONE CON MACININO, 1960

Olio su cartone, cm 50x60

94

SAN GIORGIO, 1960

Olio su cartone, cm 50X60

95

RUDERI, 1960

Olio su cartone, cm 50x60

96

COMPOSIZIONE, 1961

Olio su tela, cm 48x63

97

BAMBINA CON BAMBOLA, 1961

Olio su cartone, cm 60x50

AL BAR, 1961

Olio su cartone, cm 60x50

98

99

IL VASO DI FIORI, 1961

Olio su compensato, cm 60x50

100

LA LETTERA, 1962

Olio su compensato, cm 60x50

101

COMPOSIZIONE, 1963

Olio su compensato, cm 50x60

102

ANNA FRANK, 1963

Olio su compensato, cm 50x60

103

COMPOSIZIONE, 1964

Olio su cartone, cm 50x60

104

ZONA ARCHEOLOGICA, 1964

Olio su cartone, cm 90x70

105

LA SIGNORA PINA, 1964

Olio su faesite, cm 60x50

106

IL LAGO A MANTOVA IN INVERNO, 1964

Olio su tela, cm 24x30

107

108

RAGAZZA DAL GIUBBETTO ROSSO, 1965

Olio su cartone, cm 60X50

IL CIRCO INVERNO, 1966

Olio su cartone, cm 50x60

109

CANTIERE, [1966]

Olio su compensato, cm 50x60

110

INVIDIA, 1967

Olio su cartone, cm 60X50

111

UN RICORDO, 1967

Olio su compensato, cm 100x70

112

GIARDINI, 1968

Olio su tela di lino, cm 50x60

113

COMPOSIZIONE CON CIPOLLE, 1968

Olio su cartone, cm 50x60

114

FIORI E ZUCCHE, 1970

Olio su cartone, cm 50x60

115

PERIFERIA, 1971

Olio su compensato, cm 70x80

116

COMPOSIZIONE, 1972

Olio su cartone, cm 50x60

117

NEVE A MALCESINE, 1972

Olio su compensato, cm 70x100

118

IL CANTIERE, 1975

Olio su compensato, cm 50x60

119

IMBARCAZIONI PRIMA DEL TEMPORALE, 1976

Olio su compensato, cm 60x80

120

PRIMA NEVE DAL MIO STUDIO, 1978

Olio su compensato, cm 70x80

121

MIA MOGLIE, 1980

Olio su compensato, cm 100x70

122

CAMPAGNA PRESSO CALMASINO, 1980

Olio su compensato, cm 60x80

123

124

COMPOSIZIONE, 1981

Pastello su carta, cm 100x70

GABBIANI AL TRAMONTO, 1985

Olio su compensato, cm 100x70

125

OMAGGIO ALLA MAMMA, 1985

Olio su compensato, cm 100x70

126

PRESSO IL PONTE DI VEjA, 1986

Olio su compensato, cm 50x60

127

COMPOSIZIONE, 1988

Olio su faesite, cm 70x100

128

IL COMPITO, 1989

Olio su compensato, cm 80x60

129

IL GATTO VENEZIANO, 1990

Olio su tela, cm 70x70

130

LA PIAZZA, 1991

Olio su tavola, cm 50x60

131

IL VASO DI CERAMICA, 1991

Olio su compensato, cm 100x70

132

LA SPOSA HA 16 ANNI, 1993

Olio su compensato, cm 60X50

133

134

ZONA INDUSTRIALE , 1994


Olio su compensato, cm 50x60

135

NOTE BIOGRAFICHE Ha compiuto i suoi studi presso lAccademia Cignaroli di Verona, dove poi ritornato quale titolare della Cattedra di affresco; stato inoltre insegnante di figura presso il Liceo Artistico Statale dal 1967 al 1979. Dal 1963 titolare della Cattedra di pittura presso lAccademia Cignaroli, della quale stato anche Direttore dal 1982 al 1985. Sempre presente alle pi importanti manifestazioni darte nazionali ed internazionali, la sua attivit artistica punteggiata di successi e sue opere figurano in varie collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Di anno in anno, le partecipazioni sono sempre pi numerose e i riconoscimenti frequenti. E alla Biennale di Venezia nel 1950, anno in cui viene premiato con tavolozza dargento al Nazionale di Pittura F. Michetti a Francavilla al Mare (CH). Sempre nel 50 presente alla Mostra dei due secoli dellAccademia Cignaroli di Verona, al premio Suzzara, allAngelicum di Milano. Lanno seguente partecipa alla Quadriennale dArte di Roma e Torino, al Premio Roma per la Figura, alla 1a Biennale internazionale darte Marinara di Genova. Espone alle Mostre nazionali di Messina, Monza e Gallarate e al premio di Pittura di Clusone. Non manca alla 1 Biennale Nazionale di Verona, alla quale ritorna nel 53 e nel 55; n alla Biennale Triveneta di Padova, dove si ripresenta negli stessi anni 53 e 55. Nel 53 ritorna al Premio Burano dove gi si era presentato nel 51 e partecipa al Premio Brescia. Anche negli anni seguenti presente a tutte le Biennali Nazionali di Verona e alle Biennali Trivenete di Padova, nonch ad altre numerose manifestazioni artistiche, conseguendo significativi riconoscimenti e premi. La stagione del 1956 ha visto quello che la stampa ha definito un approdo per Aldo Tavella, nella Mostra alla Galleria della Scala di Verona. Silvio Bertoldi ha scritto a questo proposito: E arrivato per Tavella il momento dei bilanci, dei consuntivi, forse della scelta; ossia il momento di porre in discussione lintera validit di una produzione pluriennale, perseguita con ammirevole seriet, punteggiata di successi e di soddisfazioni. Lartista ha raggiunto, nella vita, la stagione della piena estate. E naturale ed umano, necessario che egli abbia considerato dentro di s il cammino percorso E questo stato un approdo sicuro. Il bilancio di questo periodo di fatiche e di studio, il consuntivo di ricerca e di approfondimento tematico, formale ed inventivo, stato positivo. Non saremo noi a voler scoprire, oggi, le qualit di pittore di Tavella: che sono sempre state la seriet dellimpianto costruttivo del quadro, secondo una lezione non immemore di Czanne; lintelligente novit della figurazione, pur nel rispetto di una atmosfera sottilmente romantica che rivela agli attenti le segrete inclinazioni dellanima; il colore scrupolosamente costruito sulla tavolozza, come accade a chi deve ricavare i toni dallo studio, piuttosto che dalla fantasia. Ebbene, tutte queste doti ci paiono oggi consolidate e raf136 forzate. Ci sembra anzi che altre se ne siano aggiunte come per esempio lallargamento degli interessi prettamente pittorici (tocco, impasti, gradazioni cromatiche, tono, taglio dellimmagine) e il successo conseguito nel rendere sicura la propria sigla creativa, cio quel dono di personalizzare la creazione fino a farla distinguere dacchito e con certezza. I giudizi della critica testimoniano della vitalit di questo pittore e delle sue doti e della sua anima. Il Verzellesi nel giornale LArena in occasione di una personale alla Galleria Novelli, nel 1971, cos riportava tra laltro: alle clamorose soluzioni di continuit che ricorrono negli itinerari dei professionisti dellavanguardia pi svagata, Tavella ha seguitato a contrapporre un rifiuto fermo, non meno risoluto e pungente della sua ironia per i conservatori troppo accidiosi, capaci di continuare a ripetersi scambiando la coerenza dello stile, che implica continue varianti con una sorta di canonicato, fatto di abitudinarie esercitazioni sempre pi macchinali. Per quanto riguarda forma e stile, interessante rileggere un altro giudizio scritto nellopuscolo di presentazione di una recentissima mostra curata dallAssociazione Artestudio e dedicata al Tavella nel periodo denominato dellapprodo sopra accennato: fatto che nei quadri di Tavella non solo le forme si situano sui piani limite che invariabilmente definiscono e chiudono lo sfondo, ma anche le suggestioni di uno spazio aperto, pur rese con istintiva immediatezza, si risolvono in una pittura di paesaggio che nulla perde della consueta solidit di impianto. Al punto che perfino il piano dellorizzonte o addirittura la porzione del cielo non diventano varco allo spazio e dalla luce, ma si propongono, senza deroga, come altrettanti ed essenziali elementi dellincastro compositivo. Pittura densa e materica quindi e composizioni serrate: anche quando la pennellata porta con s impasti cromatici di pi pregnante sensorialit. Una pittura dove la luce non viene realisticamente affidata ad un preciso punto dincidenza, ma nasce dallo stesso impasto pittorico, in unanalisi segreta degli oggetti (Brindisi), finendo poi con il collocarli in una sorta di sospensione senza tempo, talora venata di malinconia. Per Aldo Tavella pittore il viaggio continua ancora fervido e vitale, nella fedelt ad una vocazione, nella ricerca e nella serenit, diventando sempre pi eloquente. Negli ultimi venti anni lartista veneto ha continuato a proporre ed esporre i suoi dipinti. Sue mostre sono state realizzate a Verona, Milano, Roma e nelle pi importanti capitali europee. Nel 1992 il Comune di Verona ha voluto tributare un omaggio a questo suo grande figlio ospitandolo nel Palazzo della Gran Guardia con unantologica che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica. (Ugo Ronfani, Note biografiche, in Tra estetica e magia. Aldo Tavella, Verona 1996, pp. 11-13). La stessa celebrazione gli stata tributata nel 2004.

ESPOSIZIONI 1946 Verona, Casa di Giulietta 1949 Ravenna, Quinta Esposizione Nazionale Verona, Palazzo della Gran Guardia Venezia, Premio di pittura Giacomo Favretto, Opera Bevilacqua La Masa Soave (VR), Comune Verona, 49a Esposizione Nazionale dArte Milano, Mostra dArte Sacra Angelicum 1950 Suzzara (MN), Premio Suzzara Cremona, Mostra darte sacra contemporanea, Palazzo dellArte Venezia, XXV Biennale darte Verona, Accademia Cignarli Verona, Galleria del Cappello Badia Polesine (RO), Arte triveneta contemporanea, Abbazia della Vangadizza Gallarate (VA), Premio Nazionale di pittura citt di Gallarate Francavilla al Mare (CH), Premio di pittura Francesco Michetti 1951 Verona, 50a Mostra Biennale Nazionale darte, Palazzo della Gran Guardia Venezia, Mostra del Premio Burano Roma, Premio Roma per la pittura Verona, Galleria dArte di Via Oberdan Roma, Sesta Quadriennale Nazionale dArte, Palazzo delle Esposizioni. Torino, Sesta Quadriennale Nazionale dArte Monza, Mostra Nazionale di pittura premio Citt di Monza, Villa Reale Genova, 1a Biennale Internazionale darte marinara, Palazzo dellAccademia 137

Clusone (BG), Premio di Pittura Messina, 1a Mostra Nazionale di pittura Citt di Messina, Padiglione Fiore 1952 Verona, Galleria Cappello Badia Polesine (RO), Abbazia di Vangadizza Verona, San Nicol Roma, VI Quadriennale Nazionale dArte di Roma, 1953 Manerbio, Premio Marzotto. Prima Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea Premio Manerbio. Monza, 2a Mostra Nazionale di Pittura Premio Citt di Monza, Villa Reale Roma, Mostra delle Arti figurative, Esposizione dellAgricoltura Francavilla al Mare (CH), VII Premio Nazionale di pittura F.P.Michetti Verona, Galleria Cappello Verona, 51a Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia Burano, Mostra Premio Burano Brescia, Premio Brescia, Palazzo della Loggia. Nel 1953 Padova, 10 Biennale darte triveneta, Palazzo della Ragione Messina, Prima Mostra internazionale di pittura Citt di Messina 1955 Padova, 11a Mostra Biennale dArte Triveneta, Sala della Ragione Milano, Seconda Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra per la casa, Angelicum dei Frati Minori Verona, 52a Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia 1956 Verona, Galleria della Scala Verona, Cinquantaduesima Biennale Nazionale dArte, Palazzo della Gran Guardia

1957 Verona, Mostra del Centenario. 53 Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia Orzinuovi (BS), 3 Premio di Pittura Orzinuovi di pittura. 1958 Orzinuovi (BS), 4 premio Orzinuovi di pittura. 1959 Verona, 54a Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia Milano, Baguttino 1961 Verona, 55a Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia 1963 Cremona, Mostra d Arte Sacra, Palazzo dellArte Verona, 56a Biennale Nazionale, Palazzo della Gran Guardia Padova, XV Biennale dArte Triveneta, Sala della Ragione 1965 Padova, XVI Biennale dArte Triveneta, sala della Ragione Verona, 57a Biennale Nazionale darte, Palazzo della Gran Guardia 1967 Padova, XVII Biennale dArte Triveneta, Sala della Ragione Verona, 58a Biennale Nazionale dArte, Palazzo della Gran Guardia 1970 Peschiera (VR), Collettiva di Peschiera 1971 Verona, Galleria Novelli 1975 Verona, Galleria Novelli Villafranca (VR), Concorso Mostra Nazionale di Pittura 1977 Piazzola del Brenta (PD), Triveneta delle arti 1979 Pescantina (VR), 8 Concorso Nazionale di Pittura 1980 Pescantina (VR), 9 Concorso Nazionale di Pittura 138

1981 Thiene (VI), XVII Edizione Premio Nazionale di Pittura Citt di Thiene Verona, Galleria del Cappello Pescantina (VR), 10 Concorso Nazionale di Pittura 1982 Verona, Palazzo della Gran Guardia Pescantina (VR), Decennale di Pittura 1972-1982 1984 Pescantina (VR), 12 Concorso Nazionale di Pittura 1990 Sona (VR), Pittura a Verona 1950-1975 1991 Verona, Galleria Arte Studio 1991 Verona, Palazzo della Gran Guardia 1992 Verona, Palazzo della Gran Guardia 1996 Rubiera (RE), Biblioteca Comunale 1998 Verona, Accademia Officina dArte 1999 Verona, A-Tavella. Incontri con la natura. Schizzi, Verona 1999 2004 Verona, Palazzo della Gran Guardia 2006 Venezia, Galleria Santo Stefano Verona, Fondazione Aldo Tavella 2007 Verona, Fondazione Aldo Tavella Padova, Arte Fiera 2009 Verona, Loggia Barbaro Torre del Capitano

BIBLIOGRAFIA
1945 Marcello Venturoli, Pittori e scultori a congresso, in Il rinnovamento dItalia, (10 Nov. 1945). 1946 Bev., Pittori e scultori alla Casa medievale, in LArena, (22 Dic. 1946). 1947 La Chiesa di Marano, in LArena, (23 Sett. 1947). 1949 Garibaldo Marussi, Le mostre darte allAngelicum di Milano. Arte Sacra alla prova, in La Fiera Letteraria, (22 Mag. 1949). Artisti veronesi, in LArena, (4 Nov. 1949). Silvio Bertoldi, Lusinghieri i risultati della 49 Mostra darte, in LArena, (24 lugl. 1949). Dodici artisti veronesi allEsposizione di Ravenna, in LArena, (24 Lugl. 1949). I vincitori del Concorso dellEnte per il Turismo, in Il Gazzettino, (24 Lugl. 1949). La Mostra Nazionale darte inaugurata ieri alla Gran Guardia, in Il Gazzettino, (27 Giu. 1949). Ancora oggi per visitare la Mostra alla Gran Guardia, in Il Gazzettino, (24 Lugl. 1949). Renzo Biasion, Valore e significato della Mostra di Soave, in Il Gazzettino, (30 Sett. 1949). La mostra della Societ di Belle Arti inaugurata al Palazzo della Gran Guardia, in Il Nuovo Adige, (27 Giu. 1949). Ancora oggi per visitare la Mostra alla Gran Guardia. Consuntivo dellavvenimento artistico, in Il Gazzettino, (24 Lugl. 1949). F.C., La 49a Esposizione Nazionale dArte, in Il Gazzettino di Verona, (22 Lugl. 1949). Premio di pittura Giacomo Favretto, Venezia 1949, p. 37. 1950 Mostra darte sacra. Elenco delle opere esposte, Cremona 1950, p.19. Arte Triveneta contemporanea. Catalogo delle opere esposte, Badia Polesine 1950, p. 10. Premio Nazionale di pittura citt di Gallarate, Varese 1950, n. 243. Veronesi alla Biennale, in LArena, (8 Ago. 1950). XXV Biennale di Venezia. Catalogo, Venezia 1950, p. 149 Silvio Bertoldi, Quatto pittori alla Galleria al Cappello, in LArena, (12 Ago. 1950). Nuova affermazione del pittore Tavella, in LArena, (12 Ago. 1950). Gli artisti prescelti per la XXV Biennale, in Il Gazzettino, (25 Apr. 1950). 1951 Mostra Nazionale di pittura premio Citt di Monza, Monza 1951, p. 53. Premio Roma 1951 per la pittura, Roma 1951, p. 19, n. 119. 1a Biennale Internazionale dArte Marinara, Genova 1951, p. 34. Cinquantesima Mostra Biennale Nazionale dArte, Verona 1951, p. 23. 1a Mostra Nazionale di pittura Citt di Messina, Messina 1951, nn.231-232. Mostra del Premio Burano 1951, Burano 1951, n. 28. Artisti veronesi alla mostra di Burano, in LArena, (28 Ago. 1951). Silvio Bertoldi, Nella Trattoria di Romano lautentica pittura buranella, in LArena, (15 Sett. 1951). Renzo Biasion, Sei pittori con sei opere alla Bottega di Via Oberdan, in Il Gazzettino, (17 Mar. 1951). Gian Luigi Verzellesi, Cinquantesima Nazionale dArte: Montini Celada Tavella, in Corriere del Mattino, (9 Giu. 1951). 1952 4a Quadriennale Nazionale dArte di Roma, Roma 1952, p. 3, nn. 8-10. Gian Luigi Verzellesi, Aldo Tavella pittore, in Corriere di Verona, (1 Nov. 1952). Silvio Bertoldi, Lunitario rigore della mostra sindacale, in LArena, (5 Dic. 1952). Aeffe, Espone Aldo Tavella alla Galleria Cappello, in Il Gazzettino, (30 Ott. 1952). Aeffe, Passiamo in Rassegna la Mostra degli artisti a San Nicol. Opere di cinque pittori oggi alla ribalta. Sono quadri di Pigato, Nardi, Bagattini, Tavella e Zoppi, in Il Gazzettino, (6 Dic. 1952).

139

Silvio Bertoldi, Mostre Darte. Aldo Tavella, in LArena, (28 Ott. 1952). I premi della Biennale che si inaugura oggi, in LArena, (1 Nov. 1952). Sesta Quadriennale Nazionale dArte, Roma, novembre 1951-aprile 1952, Roma 1952. Carlo Segala, Pittori cittadini: Aldo Tavella, in Il Gardello, (19 Dic. 1952). Mostre darte. Espone Aldo Tavella alla Galleria Cappello, in Il Gazzettino, (30 Ott. 1952). Aeffe, La seconda rassegna dArte Triveneta. Un concittadino tra i premiati alla Mostra di Badia Polesine, in Il Gazzettino, (22 Ago. 1952). Aeffe, Opere di cinque pittori oggi alla ribalta, in Il Gazzettino, (6 Dic. 1952). Piero Franceschetti, La 2 Mostra dArte Triveneta a Badia Polesine, in LAvvenire letterario, (4-5 Sett. 1952). 1953 Aeffe, Aldo Tavella alla Galleria del Cappello, in Il Gazzettino, (27 Gen. 1953). 2 Mostra Nazionale di pittura Premio Citt di Monza, Mostra postuma del pittore Eugenio Spreafico, Monza 1953, p. 59, n. 40. Societ Belle Arti, 51 Biennale Nazionale Societ Belle Arti. Palazzo della Gran Guardia, Verona 1953, p. 32, nn. 29, 30, 31. Mostra Premio Burano 1953, Burano 1953, p. 44, n. 15. Mostra delle Arti figurative. Catalogo generale. Esposizione dellAgricoltura, Roma 1953, p. 70, n. 439. VII Premio Naz. Di Pittura F.P. Michetti, Francavilla al Mare 1953, p. 46. Premio Brescia 1953, Brescia 1953, p. 11, nn. 39, 40. 10 Biennale dArte Triveneta, Padova 1953, p. 49, nn. 1, 2, 3, 4, 5 Prima mostra internazionale di pittura Citt di Messina, Messina 1953, p. 31, n. 130. 1955 Biennale dArte Triveneta. 11 Mostra, Padova 1955, p. 64, nn. 1, 2, 3. Seconda Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra per la casa, Milano 1955, p. 27.

1956 Societ Belle Arti di Verona, Cinquantaduesima Biennale Nazionale dArte, Verona 1956, p. 23, nn. 5, 6. Carlo Segala, Personale di Aldo Tavella alla Galleria della Scala, in LArena, (17 Febbr. 1956). 1957 La mostra del Centenario allestita alla Gran Guardia, in Il Gazzettino, (8 Giu. 1957). Societ Belle Arti di Verona, Mostra del Centenario. 53 Biennale Nazionale, Verona 1957, p. 32, nn. 14-15. Assegnati i premi alla Mostra del Centenario, LArena, 1957. 1959 Societ Belle Arti di Verona, 54a Biennale Nazionale, Verona 1959, p. 28, nn. 25, 26. Assegnati i premi della 54a Biennale, in LArena, (24 magg. 1959) Quattro pittori veronesi, in Corriere Lombardo, (1959). Quattro pittori veronesi, in LItalia, (1959). 1961 Societ Belle Arti, 55a Biennale Nazionale Verona Palazzo della Gran Guardia, Verona 1961, p. 33, nn. 34, 35. Tavella Aldo, in Annuario degli artisti 1961, Roma 1961, p. 133. 1963 Societ Belle Arti, 56a Biennale Nazionale Verona Palazzo della Gran Guardia, Verona 1963, p. 28, nn. 55, 56. IIIa Internazionale dArte Cremona 1963, Cremona 1963. XV Biennale dArte Triveneta. Padova Sala della Ragione, Padova 1963, p. 39, n. 226. 1964 Sabato sinaugura la chiesa di Fosse, in LArena, (12 Gen. 1964). 1965 Societ delle Belle Arti, 57a Biennale Nazionale Verona Palazzo della Gran Guardia, Verona 1965, p. 32, nn. 32, 33. Vivo interesse per la Biennale, in LArena, (13 Mag. 1965). Societ delle Belle Arti, 58a Biennale Nazionale darte di Verona, Verona 1965, p. 25. XVI Biennale dArte Triveneta, Padova 1965, p. 43, n. 203.

140

1967 XVII Biennale dArte Triveneta, Padova 1967. 1969 Aldo Tavella, in Pittura e scultura dellItalia contemporanea, III, Roma-Milano 1969, p. 169. Aldo Tavella, in Pittura e scultura dellItalia contemporanea, VI, Roma-Milano 1969, p. 205. 1975 A-Tavella, Catalogo della Mostra, Verona 1975. Pittura a Verona 1950-1975, a cura di Alessandro Mozzambani e Galleria Cinquetti, Verona 1975, pp. 54-55. Licisco Magagnato, Introduzione, in A-Tavella, Verona 1975. Carlo Segala, Tavella alla Novelli, in Il Gazzettino del luned, (2 Giu. 1975). Nereo Tedeschi, Aldo Tavella, in La Vernice, A. XXV, nn. 5-6 (1975), pp. 191-192. 1980 Antonio Antolini, 10 Concorso Nazionale di Pittura, in LArena, (1980). 1981 Silvio Bertoldi, Mostre darte. Aldo Tavella, in LArena, (2 Giu. 1981). Salvatore Maugeri, Premio di pittura Citt di Thiene dominato dalla ricerca della figura, in Il Giornale di Vicenza, (2 luglio 1981). Salvatore Maugeri, Aldo Tavella, uomo e pittore, in Il Giornale di Vicenza, (2 Lugl. 1981). Citt di Thiene, XVII Premio Nazionale di Pittura Citt di Thiene, Thiene 1981. 1982 Una rassegna dedicata agli artisti veronesi, in LArena, (1 Mag. 1982). La rassegna Arte Verona 82, in LAvvenire, (1 Mag. 1982). La Cignaroli tra le polemiche, in Il Gazzettino, (1 marzo 1982). Un ripasso su 80 anni darte di casa nostra, in Il nuovo veronese, (1 Mag. 1982). Panoramica della mostra. Arte dallinizio del secolo ad oggi, in LArena, (8 mag. 1982). Ottanta anni di arte veronese alla Gran Guardia, in Il Gazzettino, (10 Lug. 1982).

La mostra Arte Verona 82, in Il mattino di Verona, (10 Mag. 1982). Alessandro Mozzambani, Stili e poetiche di casa nostra. Pittura, scultura, grafica, in Il Mattino di Verona, (14 Mag. 1982). 1984 Giunto il decreto di legalizzazione per la Cignaroli, in LArena, (2 Lugl. 1984). 1985 Ha dato tanto alla Cignaroli Ricordiamolo!, in LArena, (11 Ott. 1985). 1988 Ecco i divi di oggi con la faccia di ieri, in Il nuovo veronese, (10 Lugl. 1988). Antologica di Aldo Tavella allOfficina dellArte, in Il veronese, (30 Gen. 1988). La pagina degli artisti. Appuntamenti, in Veronacultura, (30 Gen. 1988). 1991 Gallerie, in LArena, (28 Ott. 1991). Giorgio Trevisan, La materia imprigionata, in LArena, (4 Ott. 1991). Ar Sa, Aldo Tavella gli anni della ricerca e dellapprodo, in Archivio (19 Ott. 1991). Aldo Tavella, Gli anni della ricerca e dellapprodo, a cura di Maddalena Brognara, Annamaria Conforti, Chiara Turco, Verona 1991. Mostre. Il 4 gennaio alla Gran Guardia. Il fascino dellaffresco e la moderna ricerca. Sessantanni darte ritratti in 150 opere, in Il Nuovo veronese, (28 Dic. 1991) Mariateresa Ferrari, Aldo Tavella, sessantanni di pittura fuori delle mode, in LArena, (26 Febbr. 1991). Un abbraccio al maestro, in Verona Magazine, (17 Genn. 1992). Il 4 gennaio alla Gran Guardia. Il fascino dellaffresco e la moderna ricerca. Sessantanni darte trascritti in 150 opere, in il Nuovo Veronese, (28 Gen. 1991). 1992 Vera Meneguzzo, Viaggio nel mondo di Tavella, LArena, (4 Gen. 1992). Vera Meneguzzo, La sintesi pittorica di Tavella, in Verona sette, (29 Mar. 1992). Antologica del pittore Aldo Tavella, in Verona sette, (17 Gen. 1992).

141

Dal 4 gennaio alla Gran Guardia. Mostra di Tavella, in LArena, (2 Gen. 1992). Antologica del pittore Aldo Tavella, catalogo a cura di Tarcisio Marchesini, Verona 1992. Franca Barbuggiani, Uomini e cose nella pittura di Aldo Tavella, in Verona Fedele, (2 Febbr. 1992). Paola Azzolini, Tavella, insegno ai giovani ma per imparare, in LArena, (13 Gen. 1992). Un abbraccio al Maestro, in Verona Magazine, (17 Gen. 1992). Licisco Magagnato, Antologia di vita di Aldo Tavella pittore darmonie, in LArena, (5 Gen. 1992). A. P., Esiste un caso Tavella, (1992). M. C., Volti paesaggi corpi: il presagio della realt, (1992). D. M., Storia di una vita di una storia, (1992). Vera Meneguzzo, Antologica pittorica alla Gran Guardia. Il maestro Aldo Tavella e i suoi oltre sessantanni di tele, pennelli e colori veronesi, in LAraldo, A. VII-VIII, n. 1 (19911992), p. 21. Vera Meneguzzo, Il meglio di Tavella, in Veronasette, (31 Genn. 1992). Carlo Rigoni, La pittura di Tavella racconto di emozioni, in Verona fedele, (26 Genn. 1992). Mostra di Tavella, in LArena, (2 Genn. 1992). Gran Guardia. Si inaugura la mostra di Tavella, in LArena, (4 Genn. 1992). Jean Piovert, Fiori di luce e di fuoco, in LUnit, (1992). Vera Meneguzzo, Antologia pittorica alla Gran Guardia, in LAraldo, (1992). Mostra antologica di Aldo Tavella, in Il Nuovo Veronese, (16 Genn. 1992). 1994 Aldo Tavella, uomo e pittore, in LArena, (18 Nov. 1994). 1996 Ugo Ronfani, Aldo Tavella. Probit e meriti di una vita dartista, in Tra estetica e magia. Aldo Tavella, a cura di U. Ronfani, Verona 1996, pp. 3-9. Maurizio Pedrini, LArte sacra di Aldo Tavella, Kyos, (Nov. 1996).

Note sulla pittura di Aldo Tavella, Verona 1996. G.T., Tavella, decano dei pittori veronesi si mette i mostra a Reggio Emilia, in LArena, (9 Febbr. 1996). Jean Piot, Aldo Tavella Tra mito e realt, in Archivio, (27 Gen. 1996). 1998 Silvio Gonzato, Tavella, un giovane di novantanni, in LArena, (19 Ott. 1998) . Personale di Tavella, in Verone 045, (2 Febbr. 1998). Francesco Bletzo, Morandi astratto Tavella classico, in 045 Verona, A. II, n. 8 (28 Febbr. 1998), p. 15. Carlo Caporal, I colori della vita fissati da Tavella, in Verona Fedele, (14 Febbr. 1998). Antologica di Aldo Tavella allOfficina dellArte, in Il Nuovo Veronese, (30 Gen. 1998). Ugo Ronfani, Aldo Tavella. Mostra Antologica, in Archivio, A. X, n. 2 (28 Febbr. 1998), p. 15. Vera Meneguzzo, Tavella il poliedrico, in LArena, (9 Febbr. 1998). Lopera di Tavella allOfficina dArte, in LArena, (2 febbr. 1998). Vera Meneguzzo, La sintesi pittorica di Tavella, in LArena, (2 Febbr. 1998). Veronacultura, La Cronaca, 30 Gen. 1998 I colori della vita, percorsi artistici di Aldo Tavella, Verona 1998. 1999 Felice Pin, Aldo Tavella la sua vita per larte giunta a 90 anni, in LArena, (17 Apr. 1999). 2002 Tavella protagonista allArte Fiera, in LArena, (1 Nov. 2002). 2003 LAccademia Cignaroli diventa Politecnico delle Arti, in Verona Manager ,A. XV, n. 77 (Mar-Apr. 2003). 2004 Gianfranco Riolfi, Chiesa decorata grazie alle bombe. Un pittore sfollato in paese per salvare i figli dipinse tutti gli interni, in LArena, (13 Ott. 2004). Maurizio Pedrini, Si spento il pittore Aldo Tavella, in LArena, (28 Nov. 2004).

142

Maurizio Pedrini, Tavella sulle ali della memoria, in LArena, (8 Apr. 2004). Maurizio Pedrini, Mostra del pittore Aldo Tavella al Palazzo della Gran Guardia, Comunicato stampa (4 Apr. 2004). I colori di un mondo. Novantacinque anni di Aldo Tavella, Verona 2004. 2005 Maurizio Pedrini, Fondazione Tavella. Valorizzer i giovani artisti con un premio, in LArena, (28 Nov. 2005). 2006 Maurizio Pedrini, Larte sacra di Aldo Tavella, in Kyos, n. 8 (Nov. 2006), p. 20. Vera Meneguzzo, Tavella pittore del sacro, in LArena, (30 Ott. 2006). Al. Ar., Tavella in video, in La nuova di Venezia e Mestre, (29 Giu. 2006). Maurizio Pedrini, Fondazione Tavella in attivit, in LArena, (24 Ago. 2006). Santo Stefano, Video dedicato ad Aldo Tavella, in Il Gazzettino, (27 Giu. 2006). Vera Meneguzzo, Aldo Tavella (1909-2004), in Europa in Arte 2006-2007, Vittorio Veneto 2006, pp. 304-307. Vera Meneguzzo, Tavella pittore del sacro, in LArena, (31 Ott. 2006). Arte. Santo Stefano, personale di Aldo Tavella, in Il Gazzettino, (9 Giu. 2006). Omaggio ad Aldo Tavella, Venezia 2006. Rassegna arte sacra di Aldo Tavella, Verona Aldo Tavella 2006. Laura Lorenzoni, Verona, in La pittura nel Veneto, Il Novecento, I, Milano 2006, pp. 312, 323. 2007 Aldo Tavella, in Arte Padova 2007. 18 Mostra Mercato dArte Moderna e Contemporanea, Padova 2007, pp. 370-371. Aldo Tavella, in Societ Belle Arti di Verona. 150 Anniversario, Verona 2007, pp. 78-79. Arte Fiera di Padova: dedica al pittore veronese Aldo Tavella, in LAdige, (6 Nov. 2007). Marta Bicego, Il grande artista veronese. Scuola di pittura Aldo Tavella, in Verona Fedele, (23 Sett. 2007).

I colori di Verona, un premio di pittura, in LArena, (12 Febb. 2007). Tavella protagonista allArte Fiera, in LArena, (7 Nov. 2007). 2009 Aldo Tavella, a cura di Gianni Lollis, Verona 2006 I colori di Verona visti dai pittori non professionisti, in LArena, (17 Giu. 2009) Gianni Lollis, Impara larte, in E. Delmiglio, I Protagonisti, Verona 2009, pp. 32-35. D.O., I paesaggi di Tavella Dipinti con la mente, in Corriere di Verona, (13 Giu. 2009) Societ Belle Arti, I quadri di Aldo Tavella. Mostra a sostegno dei giovani pittori, in LArena, (13 Giu. 2009).

143

Potrebbero piacerti anche