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Norme Cei 64-56 Guida Esecuzione Impianto Di Terra Edifici Residenziale Eterziario
Norme Cei 64-56 Guida Esecuzione Impianto Di Terra Edifici Residenziale Eterziario
Norma Italiana
GUIDA
CEI 64-56
Data Pubblicazione Edizione
2003-03 Prima
Classificazione Fascicolo
64-56 6824
Titolo
Edilizia residenziale
Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la
predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli
edifici
Criteri particolari per locali ad uso medico
Title
Residential building
Electrical, telephonic and data transmission installations
Particular criteria for medical locations
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Guida si applica, completando le informazioni fornite dalla Guida CEI 64-50, agli impianti
elettrici utilizzatori, per energia (forza motrice ed illuminazione), ausiliari, telefonici e trasmissione dati,
negli edifici adibiti essenzialmente ad uso medico, quali ospedali e case di cura (cliniche), e nei locali
adibiti ad uso medico, quali ambulatori e poliambulatori, inseriti in edifici destinati anche ad uso
residenziale.
Essa si applica anche ai locali ad uso estetico e, può essere usata, in quanto praticamente applicabile,
anche per cliniche ed ambulatori veterinari.
DESCRITTORI
Impianti elettrici utilizzatori; Locali ad uso medico; Ospedali;
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 64-56 Pubblicazione Guida Carattere Doc.
Comitato Tecnico 64-Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
Approvata dal Presidente del CEI in Data 2003-2-18
Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 849 Chiusa in data 2002-10-15
CDU
LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)
7 CRITERI DI ESERCIZIO 61
A L L E G AT O
A PRINCIPALI LEGGI, DECRETI E CIRCOLARI MINISTERIALI IN VIGORE RIGUARDANTI GLI
IMPIANTI ELETTRICI NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI 74
A L L E G AT O
B ELENCO DELLE PRINCIPALI NORME E GUIDE CEI DI RIFERIMENTO 74
A L L E G AT O
C PRINCIPALI SEGNI GRAFICI PER PIANI DI INSTALLAZIONE ARCHITETTONICA E SCHEMI
ELETTRICI 74
A L L E G AT O
D ESEMPI DI MODULI UTILIZZABILI PER CONOSCERE LE CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO
ELETTRICO NELLE UNITÀ IMMOBILIARI E NEI SERVIZI COMUNI 74
A L L E G AT O
E ESEMPI DI MODULI UTILIZZABILI PER DETERMINARE LA CONSISTENZA DELL’IMPIANTO
ELETTRICO NELLE UNITÀ IMMOBILIARI E NEI SERVIZI COMUNI 74
A L L E G AT O
F INFORMAZIONI ORIENTATIVE 74
A L L E G AT O
G SELETTIVITÀ E BACK-UP NEGLI IMPIANTI DI BASSA TENSIONE 74
A L L E G AT O
H RAPPORTO DI VERIFICA 74
A L L E G AT O
I PRESE NORMALIZZATE 75
A L L E G AT O
L EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO 76
A L L E G AT O
M APPARECCHI ELETTROMEDICALI FISSI NEI REPARTI DI BIOIMMAGINI 79
A L L E G AT O
N ESEMPIO DI IMPIANTO ELETTRICO IN UN CENTRO ESTETICO 83
A L L E G AT O
O ESTRATTO DEL DECRETO 18 SETTEMBRE 2002 DEL MINISTERO DELL’INTERNO 90
1.1 Scopo
La presente Guida è destinata, oltre che ai progettisti ed agli installatori degli im-
pianti elettrici utilizzatori, degli impianti telefonici e di trasmissione dati, anche ai
committenti, ai responsabili tecnici di direzioni generali e sanitarie, ai progettisti
edili ed ai direttori dei lavori.
Essa non ha lo scopo di fornire prescrizioni dettagliate relative alla normativa de-
gli impianti e dei loro componenti, limitandosi solo a richiamarne alcune: ha in-
vece lo scopo di dare a chi la utilizza indicazioni orientative per aiutarlo nel rea-
lizzare impianti che possano assicurare agli utenti degli stessi impianti un servizio
sicuro ed efficiente.
2.3 Informazioni relative agli operatori ed alla realizzazione dei lavori edili
SI
SI
É un locale dove si
eseguono interventi
intracardiaci od altre
operazioni chirurgiche
con pericolo di
microschock?
oppure
è un locale dove
esiste la possibilità
che la mancanza di NO Locale di
alimentazione elettrica gruppo 1
comporti pericolo di vita
per il paziente, per esempio
viene praticata anestesia
generale?
oppure
è un locale dove si
eseguono le attività di
preparazione alle
operazioni, ingessature
chirurgiche, risveglio
postoperatorio e viene
praticata l’anestesia
generale?
SI
Locale di
gruppo 2
zona
paziente
2,5 m
1,5 m 1,5 m
1,5 m
elettromedicale
1,5 m
1,5 m
elettromedicale
1,5 m
m
1,5
elettromedicale
Inoltre, se la posizione della sede può variare liberamente all’interno del locale,
la zona paziente si ingrandisce, in funzione di ciascun nuovo riferimento, fino a
comprendere l’intero locale.
Considerare l’intero locale “zona paziente” consente chiaramente una maggior
flessibilità d’uso degli spazi e l’impianto che ne deriverebbe sarebbe sicuramente
dalla parte della sicurezza. Inoltre quest’ultima soluzione è l’unica possibile
quando non vi sono chiare indicazioni da parte del personale sanitario o dell’or-
ganizzazione sanitaria sulla effettiva ubicazione del letto e degli apparecchi elet-
tromedicali applicati al paziente stesso.
Gli apparecchi elettromedicali alimentati da sorgente elettrica interna quali batte-
rie di pile o di accumulatori sono da considerare nella determinazione della zona
paziente solo se sussiste pericolo di microshock durante il loro utilizzo.
Esiste poi una terza condizione di influenza esterna costituita dalla struttura
dell’ospedale e dall’organizzazione degli edifici che lo costituiscono.
Considerando la struttura sanitaria dal punto di vista della presenza del paziente,
e considerando le diverse attività che si svolgono nei settori elencati, si hanno le
seguenti condizioni:
presenza continuativa del paziente per durate non inferiori alla mezza giorna-
ta in una collocazione relativamente fissa e individualizzata: è il caso del set-
tore clinico;
presenza del paziente per intervalli che vanno da pochi minuti a varie ore in
una collocazione predeterminata dal funzionamento di apparecchiature dia-
gnostiche e terapeutiche: tale collocazione dipende anche dallo svolgimento
di procedure in cui il paziente percorre un iter predeterminato: è il caso del
settore dei servizi di diagnosi e terapia.
Mentre le esigenze elencate nei primi tre punti riguardano il settore clinico e dia-
gnostico/terapeutico, la penultima interessa il connettivo e l’ultima è di carattere
generale.
In conclusione, gli impianti elettrici di una struttura sanitaria si possono conside-
rare articolati per fornire energia a quattro settori differenti:
a) settore clinico;
b) settore dei servizi di diagnosi e terapia;
c) settore dei servizi di supporto sanitario;
d) settore dei servizi amministrativi e logistici.
Nei primi due settori la presenza del paziente impone l’adozione di misure che
riguardano la sicurezza del paziente nelle sue varie condizioni di permanenza nei
reparti: l’esigenza di mantenere la continuità e la qualità dell’alimentazione elet-
trica è essenziale nei primi due settori, ma riguarda più in generale l’intera strut-
tura sanitaria, inclusi i componenti del connettivo.
reparto operatorio:
temperatura invernale e estiva 20 - 24 °C
umidità relativa 40 - 60%
ricambi aria/ora (senza ricircolo) 15vol/h
filtraggio aria 99,97%
blocco parto:
temperatura invernale e estiva 20 - 24 °C
umidità relativa 30 - 60%
ricambi aria/ora (senza ricircolo) 6vol/h
servizio mortuario
temperatura invernale e estiva non superiore a 18°C in locali con presenza di
salme
umidità relativa 60% +/- 5%
ricambi aria/ora (senza ricircolo) 15vol/h
Oltre a tali esigenze, che implicano l'uso di impianti con impegno di energia
elettrica a livello costante e con esigenze di continuità, non vanno trascurate
le esigenze di funzionamento delle attrezzature analitiche presenti in ogni la-
boratorio.
In conclusione, i laboratori di analisi rappresentano una importante utenza
elettrica dell'ospedale, con esigenze particolari nei riguardi della qualità
dell'alimentazione.
Nei laboratori in cui si fa uso di sostanze infiammabili, ai fini della scelta
dell’impianto elettrico è necessario tener conto delle norme del SC 31J.
Generalmente si può trascurare la presenza di ridotte quantità di liquidi in-
fiammabili, in quanto questi sono tenuti in piccoli contenitori, non significati-
vi ai fini dell’esplosione, in relazione alle condizioni di ventilazione.
Quando si fa impiego di gas combustibili (metano o GPL), è necessario pro-
cedere alla classificazione delle zone pericolose, per poterne individuare il
tipo e soprattutto l’estensione, facendo uso della Norma CEI EN 60079-10
(31-30) e della Guida CEI 31-35.
c) Reparti di bioimmagini
Il fabbisogno di energia elettrica dei reparti di bioimmagini tende a corrispon-
dere a quello dei reparti operatori, in particolare per quanto riguarda:
1. le diagnostiche radiologiche interventistiche (angiografie)
2. le diagnostiche TAC
3. le diagnostiche RMI
In tali locali l'energia elettrica di cui si deve disporre è condizionata dai se-
guenti fattori:
dalla necessità di un impianto di condizionamento che, oltre a garantire le
condizioni ambientali previste per le camere operatorie (temperatura in-
vernale e estiva 20 - 24 °C, umidità relativa 40 - 60%, ricambi aria/ora
15 vol/h senza ricircolo e filtraggio aria 99,97%), permetta lo smaltimento
del carico termico significativo dovuto alle macchine installate;
dalla necessità di alimentare le apparecchiature diagnostiche presenti e
costituite, di norma da una parte radiologica vera e propria e da una parte
informatica;
dalla necessità di garantire, per quanto possibile, la continuità dell'alimen-
tazione tramite l'impiego di sorgenti di alimentazione di sicurezza con
tempo di intervento 0,5 s con successiva commutazione verso altre sor-
genti di alimentazione di sicurezza quali gruppi elettrogeni.
Esempi di montanti che permettono di assolvere alle prescrizioni del sopra citato
DM sono rappresentati nella seguente figura 3/1.
b)
Spazio montanti energia elettrica, segnalazioni e
comunicazioni
Nota a Fig. 3/1 b - Le dimensioni del locale creato appositamente per contenere il quadro elettrico devono essere
tali da non alterare le condizioni di scambio termico con l’ambiente circostante, previste dalla
Norma CEI 17-43.
3.2.1.9 Vicinanza con elementi di altri impianti tecnici (tubazioni idriche, per riscaldamento,
ecc.)
3.3 Elaborati
Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 0-2.
Cabina di
consegna
Cabine di trasformazione
La scelta del tipo e del numero dei trasformatori e delle caratteristiche delle apparec-
chiature e dei quadri condiziona molto l'affidabilità dell'impianto elettrico. Un elemento
che influisce particolarmente su tale scelta è il valore delle correnti di cortocircuito.
Tenendo conto che valori di correnti di cortocircuito elevati in bassa tensione ri-
chiedono delle apparecchiature e dei quadri di costo maggiore, è necessario sce-
gliere il loro livello in modo che risulti compatibile con le esigenze di dimensio-
namento di questi ultimi. Ordinariamente si dispone di apparecchiature idonee
per correnti di cortocircuito molto elevate (fino a 70 kA circa), per cui si possono
installare singoli trasformatori di potenza fino a 1600 kVA.
Bisogna anche considerare che disporre di una consistente potenza di cortocir-
cuito in bassa tensione (quella di media tensione dipende dalla rete dell'ente di-
stributore) è conveniente ai fini del contenimento delle variazioni di tensione in
presenza di avviamento di grossi motori, e della loro compatibilità con il funzio-
namento corretto della rete elettrica e dei carichi ad essa connessi. Per questo
motivo i grossi motori (di impianti di climatizzazione o meccanici) o impianti ra-
diologici e simili, con forti correnti di spunto, vanno alimentati direttamente dai
quadri generali o di smistamento e non dai quadri di zona.
3.6.1 Generalità
L’egualizzazione del potenziale permette di ridurre al minimo il passaggio di cor-
renti pericolose attraverso il corpo umano, qualora questo venga in contatto con
masse e/o masse estranee: lo scopo è ottenuto con un collegamento di bassa re-
sistenza tra le varie masse e/o masse estranee.
Tale collegamento interessa tutte le masse e le masse estranee che possono en-
trare nell’area del paziente, come per esempio eventuali schermi contro le inter-
ferenze elettromagnetiche, griglie sotto pavimento (utilizzate in passato in pre-
senza di anestetici infiammabili ed ora praticamente in disuso per tale scopo) e
schermi metallici dei trasformatori di isolamento. Esso interessa anche quelle
masse che, anche se installate ad altezza superiore a 2,5 m dal pavimento, posso-
no in condizioni d’uso entrare nell’area paziente (ad esempio la lampada scialiti-
ca).
Nodo intermedio
4 mm2
Nodo intermedio
6 mm2
Nodo equipotenziale
6 mm2
6 mm2 6 mm2
Acqua Acqua
calda fredda
Fascetta con
copocorda a
compressione
Scarico
6 mm2
6 mm2
Al nodo Morsetto
equipotenziale
Targhetta di
identificazione
SI Non è previsto
Il locale è di collegamento al
gruppo 0 ? nodo equipotenziale
NO
NO
SI La resistenza verso
SI Collegamento al nodo
Il locale è di
gruppo 1 ? terra è minore di 200 Ω? equipotenziale
NO
NO NO
SI La resistenza è SI
Il locale è di Esiste pericolo di
gruppo 2 microshock? minore di 0,5 ΜΩ?
3.8.1 Generalità
L’interferenza elettromagnetica (EMI) è un fenomeno che si verifica costantemen-
te, ma che, oltre certi valori, può disturbare o danneggiare i sistemi o le apparec-
chiature di trattamento dell’informazione e tutte le apparecchiature con compo-
nenti o circuiti elettronici.
La EMI può essere trasmessa per conduzione o per irraggiamento nello spazio.
Quando l’interferenza viene generata da una sorgente e si propaga attraverso
l’aria si dice che viene irraggiata.
L’interferenza viene anche trasmessa per conduzione attraverso i conduttori veri
e propri come i cavi elettrici di alimentazione.
Infine, l’interferenza può essere inizialmente trasmessa per irraggiamento e suc-
cessivamente per conduzione attraverso il circuito al quale si è trasmessa per in-
duzione.
U1,2(t) = M di1,2(t)/dt
I cavi di potenza che portano correnti fortemente variabili (per esempio la cor-
rente di avviamento motori, e di alimentazione delle apparecchiature per radiolo-
gia) possono indurre sovratensioni nei cavi di segnale.
In particolare, nei locali ad uso medico, i campi elettrici e magnetici degli im-
pianti elettrici possono anche interferire con le apparecchiature medicali renden-
do inaffidabile sia il loro funzionamento sia i dati forniti con conseguente perico-
lo per il paziente.
Se nei locali e nelle loro vicinanze ove vengono effettuate misure dei potenziali
elettrici del corpo umano, come ad esempio elettroencefalogrammi (EEG), elet-
trocardiogrammi (ECG) o elettromiogrammi (EMG), possono essere previsti di-
sturbi a frequenza di rete, devono essere presi opportuni provvedimenti come in-
dicato nei paragrafi che seguono.
Locali che possono richiedere la protezione contro i disturbi sono, ad esempio:
locali per EEG, ECG, e per EMG;
locali per terapia intensiva / unità coronariche;
locali per cateterismo cardiaco;
sale operatorie.
3.8.4 Provvedimenti
Tutti i componenti elettrici devono soddisfare le prescrizioni relative alla compa-
tibilità elettromagnetica (EMC) e devono essere conformi alle relative norme EMC
in accordo alla direttiva 89/336 CEE.
Per gli impianti elettrici si possono adottare le seguenti precauzioni di carattere
generale:
posizionare possibili sorgenti di interferenza lontano da apparecchiature sen-
sibili;
posizionare apparecchiature sensibili lontano da condotti sbarre;
Più in generale, per quanto riguarda le misure da prendersi per la posa delle con-
dutture e per i loro collegamenti si rimanda alla guida CEI 64-16 “Protezione con-
tro le interferenze elettromagnetiche EMI negli impianti elettrici.”
Questi valori non vengono generalmente superati quando fra le parti dell’impian-
to e le apparecchiature (che possono causare disturbi magnetici) e le aree previ-
ste per gli esami al paziente vengono mantenute le distanze, di seguito indicate,
in tutte le direzioni.
a) Per gli apparecchi di illuminazione dotati di regolatore di intensità (ad indut-
tanza) di regola è sufficiente una distanza di 0,75 m. In presenza di più rego-
latori di intensità possono essere necessarie distanze maggiori. Regolatori di
4.1.1 Generalità
In questo punto non si sono considerati i locali facenti parte di una struttura
ospedaliera ma non classificati locali ad uso medico come spogliatoi per perso-
nale ospedaliero, locali tecnologici, cucine, sale di attesa e relativi servizi, uffici e
locali annessi, laboratori e locali per il deposito di materiale ai quali si applicano
le prescrizioni generali (prime sei parti) della Norma CEI 64-8.
Vengono invece trattati i seguenti locali allo scopo di identificare ed esemplificare
le loro dotazioni impiantistiche:
camera di degenza;
sala di preparazione pazienti;
sala per chirurgia;
sala di risveglio postoperatorio.
Gli impianti elettrici dei locali classificati come locali ordinari vengono realizzati
secondo le regole generali della Norma CEI 64-8.
In figura 4/2 viene riportato lo schema (a blocchi) della distribuzione elettrica
all’interno del blocco operatorio con indicate le utenze che richiedono un’ali-
mentazione di sicurezza.
Sorgente Sorgente di
T<15 s
ordinaria sicurezza
Q5 Apparecchi radiologici
Illuminazione di sicurezza blocco
Quadro sala per chirurgia 2 operatorio e Illuminazione e segnalazione
IT-M vie di esodo (1) (2)
Illuminazione ordinaria blocco operatorio :
linea 1
Illuminazione ordinaria blocco operatorio :
linea 2
Apparecchi di sterilizzazione
IT-M IT-M
Apparecchi con potenza
maggiore di 5 kVA
Locale Locale
preparazione risveglio Quadro sala per chirurgia 1
paziente paziente Q4
+ Apparecchi radiologici
(solo funzioni di emergenza)
IT-M
Gruppo lampade scialitiche
Apparecchiature
elettromedicali che operano
all’interno
Pag 45della zona 8.1.3 (1) Sistema integrato con apparecchi di illuminazione
paziente autonomi con tempo di intervento non superiore a 5 s
(2) Il DM 18 settembre 2002 prevede un’alimentazione
Nota :per la legenda delle linee di alimentazione vedere ad interruzione breve (t< 0,5 s) per i circuiti di
La figura 4/1. illuminazione di sicurezza.
Fi
Note
Ulteriori informazioni si potranno trovare nella Guida CEI 62-XX (attualmente in prepa-
razione) alla Norma CEI 62-51.
Nell’Allegato N è descritto un impianto elettrico in un centro estetico.
4.5 Ascensori
4.10.1 Generalità
Nelle strutture ospedaliere ed in genere in quelle contenenti locali ad uso medico
vi sono dei carichi essenziali, per i quali è richiesta una disponibilità della ali-
mentazione maggiore che per i carichi ordinari, per cui è necessario che l’alimen-
tazione abbia delle caratteristiche di ridondanza, intesa come presenza di più di
un mezzo per svolgere la funzione.
A tale scopo occorre impiegare apparecchiature o più in generale un impianto
destinato alla alimentazione di sicurezza per i carichi necessari per la sicurezza
delle persone e riportati di seguito, e all’alimentazione di riserva per i carichi de-
stinati alla salvaguardia di beni, cose o servizi e per la continuazione dell’attività.
Le caratteristiche di tali alimentazioni devono essere stabilite dal progettista, in
accordo con il committente, tenendo conto delle effettive esigenze delle struttura
sanitaria da servire.
Delle sorgenti e dei circuiti per l’alimentazione dei servizi di sicurezza in generale
si occupano i capitoli 35 e 56, dei gruppi generatori di bassa tensione si occupa
la sezione 551 della Norma CEI 64-8. In particolare per le sorgenti, i tipi e la loro
scelta, si rimanda al paragrafo successivo.
Per gli apparecchi di illuminazione dei tavoli chirurgici e per alcuni apparecchi
elettromedicali, di supporto vitale, è necessario garantire, al mancare della tensio-
ne sul quadro di distribuzione principale, l’intervento di una alimentazione di si-
curezza entro 0,5 s, (ad interruzione breve), garantendo un’autonomia di 3 h, ri-
ducibili ad 1 h se è possibile commutare la sorgente su un’altra, di solito una
sorgente ad autonomia illimitata (ad esempio un gruppo elettrogeno). La sorgen-
te può essere costituita da un gruppo soccorritore ad interruzione breve anziché
da un gruppo di continuità (UPS), salvo che per alcuni apparecchi elettronici.
Una alimentazione di sicurezza che intervenga entro 15 s (interruzione media),
per mancanza di tensione o per abbassamento della stessa tensione del 12% sul
quadro principale per una durata superiore a 3 s, deve essere garantita per l’illu-
minazione di sicurezza e per alcuni servizi e apparecchi elettromedicali non com-
Anche in questo sistema viene utilizzata una macchina sincrona reversibile, con
impiego di un accumulatore inerziale asincrono, di un freno elettromagnetico e
di un motore Diesel.
In presenza della rete la macchina sincrona funziona come motore, trascinando
una parte del giunto elettromagnetico e l'induttore dell'accumulatore inerziale. Al
mancare della rete viene avviato il motore endotermico, attraverso l'energia accu-
mulata e mediante una serie di impulsi al giunto elettromagnetico, fino ad avere
la velocità di regime.
I sistemi rotanti presentano delle caratteristiche che comportano notevoli van-
taggi:
danno luogo ad una corrente di cortocircuito sufficientemente elevata, così
da avere un normale intervento dei dispositivi di protezione previsti per il
funzionamento ordinario, grazie ad un'impedenza interna bassa;
i componenti elettronici sono limitati con vantaggi ai fini della manutenzione,
nel primo tipo il raddrizzatore in ingresso ha un fattore di distorsione più bas-
so di quello presente nei gruppi statici;
la tensione prodotta dalla macchina sincrona ha una distorsione minima a
vuoto, che resta tale anche in presenza di carichi distorcenti, grazie ad una
bassa impedenza e ad una gabbia di smorzamento presente nel rotore che
cortocircuita le armoniche, ed inoltre è molto stabile;
il fattore potenza risulta circa 0,95 e il rendimento è elevato (fino al 95%);
possibilità di alimentare carichi distorcenti senza introdurre significative di-
storsioni in uscita;
le masse inerziali sono ridotte, rispetto ai gruppi rotanti a volano ordinario;
nel secondo tipo non sono richieste batterie di accumulatori, con vantaggi
notevoli per la gestione;
elevato valore dell'MTBF.
Fig. 4/8 Schema con sorgenti di sicurezza unica centralizzata, che alimenta solo una parte dei
carichi di sicurezza e di riserva
Fig. 4/9 Schema doppio radiale, con due sorgenti di sicurezza centralizzate, che alimentano
solo i carichi di sicurezza e di riserva
GE1
GE2
Utenze di
Utilizzatore di sicurezza
sicurezza
Utenze ordinarie
6 VERIFICHE
Per le verifiche nei locali medici di gruppo 0 valgono le prescrizioni generali ri-
portate nella Parte 6 della Norma CEI 64-8.
Le verifiche nei locali di gruppo 1 e 2 locali devono essere eseguite da un tecnico
esperto (in questo genere di verifiche): devono essere registrate le date ed i risul-
tati di ciascuna verifica.
Pagina 56 di 100
CEI 64-56:2003-03
Criterio di individuazione di masse estranee nei locali per chirurgia e assimilati
Elettrodo endocardiaco
Apparecchio elettromedicale
parti applicate di tipo CF
Massa estranea?
R > 0,5 MΩ
Megaohmmetro Nodo equipotenziale
Fig. 6/3 Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale
Nodo equipotenziale
Apparecchio
R(Ω) di misura
Conduttore equipotenziale
Massa
R ≤ 0,15 Ω
estranea
Fig. 6/4 Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale con l’interposizione
di un nodo intermedio
Nodo principale
Apparecchio
R(Ω) di misura
Nodo intermedio
1
Conduttore equipotenziale
Conduttore equipotenziale
Massa
estranea
R ≤ 0,15 Ω
Nodo equipotenziale
R(Ω)
Apparecchio
di misura
Presa di alimentazione
1
Massa
R″ ≤ 0,10 Ω
Conduttore di protezione
del cavo di alimentazione
separabile R″ ≤ 0,10 Ω
Apparecchio elettromedicale con
cavo di alimentazione separabile
Fig. 6/6 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra apparecchio elettromedicale
senza cavo di alimentazione e nodo equipotenziale
Nodo equipotenziale
Apparecchio
R(Ω) di misura
Massa
R″′ ≤ 0,10 Ω
Nodo equipotenziale
R(Ω)
Apparecchio
di misura
Presa di alimentazione
1
Nodo equipotenziale
Apparecchio
di misura R(Ω)
Massa
R″′ ≤ 0,10 Ω
Conduttore di protezione R′ ≤ 0,15 Ω
Massa
R″′ ≤ 0,10 Ω
R″′ ≤ 0,10 Ω
Massa
7 CRITERI DI ESERCIZIO
Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 0-10 (relativa alla manutenzio-
ne degli impianti elettrici).
I locali ad uso medico sono considerati dalla Norma CEI 64-8 sezione 710 “Am-
bienti a maggiore rischio in caso di incendio” se si verificano le condizioni di ele-
vata densità di sfollamento o per elevato tempo di sfollamento in caso di incen-
dio e pertanto si devono applicare, in questi casi, le prescrizioni della relativa
Sezione 751 della Norma CEI 64-8.
Si fa presente che il DM 18.09.2002 del Ministero degli Interni richiede che il qua-
dro di distribuzione principale dell’edificio ed i quadri di reparto e di zona, ali-
mentati direttamente dal quadro di distribuzione principale, siano ubicati in posi-
zione protetta dall’incendio.
La protezione contro l’incendio può essere ottenuta, ad esempio, con una zona
compartimentata avente pareti con idonea resistenza al fuoco, quali nicchie, ca-
vedi, locali appositi o luoghi sicuri
Il nodo equipotenziale del quadro potrebbe essere utilizzato come nodo equipo-
tenziale del locale qualora rispondesse alle prescrizioni di 710.413.1.6.3 della
Norma CEI 64-8.
Il dispositivo di protezione a monte del sistema IT-M, che assicura la protezione
del trasformatore in caso di cortocircuito, ha una caratteristica di intervento tale
da permettere l’inserzione del trasformatore stesso.
Qualora non se ne conosca la caratteristica si può considerare una corrente di in-
serzione pari a 12 volte il valore di picco della corrente primaria nominale
(CEI 96-16).
8.3.1 Generalità
Nei locali ad uso medico, gli impianti elettrici per gli apparecchi fissi che la Nor-
ma CEI 62-5 definisce all’articolo 2.2.17 apparecchiature elettromedicali installa-
te permanentemente, sono da progettare e realizzare tenendo conto non solo
della Sezione 710 della Norma CEI 64-8 ma anche delle Norme CEI particolari
specifiche. L’impianto va progettato a stretto contatto con il fornitore dell’appa-
recchiatura in quanto necessita di speciali accorgimenti per le peculiari esigenze,
diverse per ogni tipo di modalità diagnostica o terapeutica, connesse all’apparec-
chiatura.
ALLEGATO
A PRINCIPALI LEGGI, DECRETI E CIRCOLARI MINISTERIALI IN VIGORE
RIGUARDANTI GLI IMPIANTI ELETTRICI NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI
ALLEGATO
B ELENCO DELLE PRINCIPALI NORME E GUIDE CEI DI RIFERIMENTO
ALLEGATO
C PRINCIPALI SEGNI GRAFICI PER PIANI DI INSTALLAZIONE
ARCHITETTONICA E SCHEMI ELETTRICI
ALLEGATO
D ESEMPI DI MODULI UTILIZZABILI PER CONOSCERE LE
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO ELETTRICO NELLE UNITÀ
IMMOBILIARI E NEI SERVIZI COMUNI
ALLEGATO
E ESEMPI DI MODULI UTILIZZABILI PER DETERMINARE LA CONSISTENZA
DELL’IMPIANTO ELETTRICO NELLE UNITÀ IMMOBILIARI E NEI SERVIZI
COMUNI
ALLEGATO
F INFORMAZIONI ORIENTATIVE
ALLEGATO
G SELETTIVITÀ E BACK-UP NEGLI IMPIANTI DI BASSA TENSIONE
ALLEGATO
H RAPPORTO DI VERIFICA
Europlug
S 10
S 11
SPA 11
PRESA 2P+T 0 10A SPB 11
P11
250V ~
S 16
S 17
SPA 17
SPB 17
PRESA 2P+T 0 16A
P17
250V ~
Europlug
S 10
S 11
S 16
PRESA 2P+T 0 16A S 17
P17/11 SPA 11
250V ~
SPB 11
SPA 17
SPB 17
Europlug
S 10
S 11
S 30
PRESA 2P+T 0 16A S 31
P30 250V ~ S 32
a ricettività multipla
Zona 4 In aggiunta agli effetti della zona 3, la probabilità di fibrillazione ventricolare aumenta fino
a circa il 5% (curva c2), al 50% (curva c3), oltre il 50% al di là della curva c3.
Effetti pato-fisiologici come arresto cardiaco, arresto respiratorio, gravi ustioni possono
presentarsi con l’aumentare della intensità della corrente e del tempo.
Le differenti parti del corpo umano come la pelle, il sangue, i muscoli o altri tes-
suti ed articolazioni presentano al passaggio della corrente elettrica differenti im-
pedenze che dipendono dal differente percorso della corrente, dalla tensione di
contatto, dalla durata del passaggio della corrente, dall’area di contatto, dalla
pressione, dalla temperatura e dalle diverse condizioni di umidità della pelle. In
questi casi di possibile elettrocuzione di pazienti sottoposti a diagnosi o a tratta-
menti in locali adibiti ad uso medico, si parla di macroshock. La tensione di con-
tatto ritenuta sicura per il paziente, anche in caso di contatto indiretto deve esse-
re, secondo la Sezione 710 della Norma CEI 64-8, uguale o inferiore a 25 Veff o a
60 Vc.c. che sono valori dimezzati rispetto alle condizioni ordinarie.
La citata pubblicazione CEI 4985 R tratta lo studio della maggior vulnerabilità del
corpo umano in queste condizioni e fissa i necessari requisiti contro l’elettrocu-
zione.
Il secondo caso, quello dell’ applicazione invasiva all’interno del paziente di una
o più parti applicate dell’apparecchio elettromedicale, merita una particolare at-
tenzione sia da parte dei progettisti di impianti elettrici, sia da parte degli opera-
tori a contatto con il paziente. In questo caso infatti l’impedenza interna del pa-
ziente ove viene a contatto la parte applicata dell’apparecchio elettromedicale si
riduce notevolmente (oltre 1000 volte più piccola) rispetto al contatto esterno
dell’applicazione non invasiva.
Oltre a ciò la superficie di contatto della parte inserita (il più delle volte per via
venosa all’interno del corpo umano) è molto più piccola (dell’ordine del mm2)
causando così un’elevata densità di corrente all’interno del corpo stesso. Ne deri-
va un pericolo mortale per il paziente dovuto alla possibilità di episodi di fibrilla-
zione ventricolare se soltanto poche decine di mA di corrente (10 ÷ 20 mA) attra-
versano il cuore collegato tramite un catetere o un elettrodo ad un apparecchio
elettromedicale. Nel caso di un paziente con una parte applicata di un dispositivo
medico posizionata all’interno della sua zona cardiaca si definisce microshock
questo letale pericolo di elettrocuzione. Infatti la possibile fibrillazione ventricola-
re, irreversibile se non viene arrestata prontamente da una scarica elettrica di un
defibrillatore cardiaco, pronto all’uso, altera in maniera grave la funzionalità del
cuore che non riesce più a svolgere la sua funzione di spinta del sangue nel siste-
ma arterioso conducendo nel tempo di 2-3 minuti a lesioni irreparabili del mu-
scolo cardiaco e del tessuto celebrale.
La tensione di contatto sicura per il paziente, perché sia evitato il possibile rischio
da microshock, deve essere in questo caso uguale o inferiore a soli 10 mVeff.
Questo valore infatti è la conseguenza della bassa impedenza interna del pazien-
te (dell’ordine del migliaio di Ohm) e della bassissima corrente (dell’ordine della
decina di µA) sopportabile dal miocardio senza che si scateni una fibrillazione
ventricolare.
U0 – U1
R = ------------------
I1
ove:
U0 = tensione di alimentazione a vuoto
U1 = tensione di alimentazione a carico
I1 = corrente di alimentazione a carico.
N.1 Generalità
Nel seguito è descritto un esempio di impianto elettrico di un centro estetico e di
abbronzatura.
Sulle planimetrie allegate al presente esempio, sono chiaramente evidenziati i lo-
cali medici di gruppo 1 e gli ambienti da considerarsi ambienti ordinari: recep-
tion, bagni, retro, atri e corridoi.
I parametri elettrici presi in considerazione per il dimensionamento delle condut-
ture, dei dispositivi di protezione e per la scelta dei componenti (quadro BT, ap-
parecchi di illuminazione, prese a spina, ecc.) sono i seguenti:
Le principali utenze elettriche sono costituite da: presa a spina del tipo industria-
le e civile, illuminazione interna e d’emergenza, ecc.
Il gruppo di misura è costituito da un contatore di energia attiva con indicatore di
massima potenza.
Il gruppo di misura è ubicato all’interno del locale contatori, situato al piano in-
terrato del condominio di cui fa parte il centro abbronzatura.
Parametri elettrici
Tensione di esercizio 3F+N 400/230 V
Corrente di cortocircuito 9,9 kA
Frequenza 50 Hz
Corrente di esercizio 125 A (dell’interruttore generale)
Grado di protezione IP 30
Art. 1.
Scopo e campo di applicazione
1. Il presente decreto ha per scopo l'emanazione di disposizioni di prevenzione
incendi riguardanti la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sa-
nitarie di seguito elencate e classificate sulla base di quanto riportato all'art. 4 del
decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 (supplemento ordinario
alla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 1997) in relazione alla tipologia delle
prestazioni erogate:
a) strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo
continuativo e/o diurno;
b) strutture che erogano prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo
e/o diurno;
c) strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambula-
toriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laborato-
rio.
Art. 4.
Applicazione delle disposizioni tecniche
1. Fatto salvo quanto previsto al successivo comma 4, le disposizioni tecniche ri-
portate al titolo II dell'allegato si applicano alle strutture sanitarie di cui al prece-
dente art. 1, comma 1, lettere a) e b), di nuova costruzione ed a quelle esistenti
alla data di entrata in vigore del presente decreto, nel caso siano oggetto di inter-
venti comportanti la loro completa ristrutturazione e/o il cambio di destinazione
d'uso.
omissis
Art. 6.
Disposizioni transitorie e finali
1. Fatti salvi gli obblighi ed i relativi termini di adeguamento stabiliti nella vigente
legislazione tecnica in materia di sicurezza, le strutture sanitarie esistenti di cui al
comma 2 del precedente art. 4 sono adeguate entro cinque anni dalla data di en-
trata in vigore del decreto.
Titolo I
DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONE
1. - Generalità.
Titolo II
STRUTTURE DI NUOVA COSTRUZIONE CHE EROGANO PRESTAZIONI IN
REGIME DI RICOVERO OSPEDALIERO E/O IN REGIME RESIDENZIALE A CI-
CLO CONTINUATIVO E/O DIURNO
............................omissis
3.3 - Compartimentazione.
1. Le strutture sanitarie devono essere progettate in modo da circoscrivere e limi-
tare la propagazione di un eventuale incendio. A tal fine devono essere osservate
le prescrizioni di seguito indicate.
...............omissis
5.1 - Generalità.
1. Gli impianti ed i servizi tecnologici devono essere realizzati a regola d'arte e
devono essere intercettabili sia centralmente che localmente da posizioni segna-
late e facilmente accessibili. Gli impianti di produzione calore devono essere di
tipo centralizzato.
3. All'interno dei filtri devono essere ripetuti in apposito pannello i segnali relati-
vi allo stato di servizio dei seguenti impianti dei compartimenti attigui:
impianto elettrico;
impianto di distribuzione dei gas medicali;
rete idrica antincendio;
impianto di rivelazione e allarme.
6 - Impianti elettrici.
1. Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformità alla legge n. 186 del
1 marzo 1968. In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti
elettrici:
a) devono possedere caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possi-
bilità di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze tali da
non costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento;
b) non devono costituire causa primaria di incendio o di esplosione;
c) non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi.
Il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la spe-
cifica destinazione d'uso dei singoli locali;
d) devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la
messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza);
e) devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e ripor-
tare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono.
3. La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza deve essere attestata con la pro-
cedura di cui alla legge n. 46 del 5 marzo 1990 e successivi regolamenti di appli-
cazione.
.....omissis
8.1 - Generalità.
1. Nelle strutture sanitarie deve essere prevista l'installazione in tutte le aree di:
segnalatori di allarme incendio del tipo a pulsante manuale opportunamente
distribuiti ed ubicati, in ogni caso, in prossimità delle uscite;
impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi in grado
di rilevare e segnalare a distanza un principio d'incendio.
8.2 - Caratteristiche.
1. L'impianto deve essere progettato e realizzato a regola d'arte secondo le vigen-
ti norme di buona tecnica.
9 - Segnaletica di sicurezza.
omissis
10 - Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio.
omissis
11 - Informazione e formazione.
omissis
12 - Istruzioni di sicurezza.
omissis
13 - Definizioni e classificazioni.
1. Si applica quanto previsto al titolo I.
14 - Ubicazione.
1. Devono essere osservati i punti 2.1 e 2.2 del titolo II.
15 - Caratteristiche costruttive.
..........omissis.
15.6 - Ascensori e montacarichi.
1. Si applicano le disposizioni di cui al punto 3.6; le caratteristiche di resistenza al
fuoco devono essere conformi a quanto previsto al punto 15.1.
15.7 - Montalettighe utilizzabili in caso di incendio.
1. Gli edifici di altezza antincendi superiore a 12 m, destinati anche in parte ad
aree di tipo D, devono disporre di almeno un montalettighe utilizzabile in caso di
incendio rispondente ai requisiti previsti al punto 3.6.1.
omissis
1. Si applicano le disposizioni di cui ai punti 5 (ad eccezione del punto 5.1, com-
mi 2 e 3), 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, del titolo II.
Fine Documento
64 – Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
CEI 64-8/1
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali
CEI 64-8/2
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 2: Definizioni
CEI 64-8/3
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 3: Caratteristiche generali
CEI 64-8/4
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
CEI 64-8/5
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
CEI 64-8/6
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 6: Verifiche
CEI 64-8/7
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari
CEI 64-50
Edilizia residenziale Guida per l’esecuzione nell’edificio degli
impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per im-
pianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati Criteri generali
105,00
GUIDA Sede del Punto di Vendita e di Consultazione
CEI 64-56:2003-03 20134 Milano - Via Saccardo, 9
Totale Pagine 106 tel. 02/21006.1 • fax 02/21006.222
http://www.ceiuni.it e-mail: cei@ceiuni.it