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GEOGRAFIA DEL TURISMO E SVILUPPO LOCALE, PROF BULLADO 2019-2020

IL BENCHMARKING TURISTICO →E’ una strategia di comparazione sistematica e continua che si


attua attraverso il confronto tra più entità territoriali di cui una esprime un livello di eccellenza tale da
costituire per le altre un benchmark o modello competitivo di riferimento (letteralmente “livello di
riferimento”).
Dal punto di vista operativo, l’analisi di benchmarking si sviluppa, in quattro passaggi:
1. identificazione degli assets su cui si gioca la competitività del sistema turistico (sia i singoli fattori
di attrazione, che le forme organizzative adottate);
2. individuazione degli indicatori sintetici attraverso cui misurare tali assets;
3. individuazione dei principali competitors (aree limitrofe o caratterizzate da omogeneità tipologica);
4. individuazione per ciascuno degli assets del benchmark, ossia del modello competitivo di riferimento
per
l’area d’indagine e quelle di confronto.
Tre i risultati attesi dall’analisi:
a. valutare la posizione competitiva del sistema indagato rispetto ai sistemi concorrenti;
b. individuare le fonti del vantaggio competitivo del sistema territoriale di riferimento, quello che fa
registrare le migliori performance, il benchmark;
c. ricavare suggerimenti e stimoli all’innovazione dall’analisi delle best practies adottate dal benchmark.

VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DELL’OFFERTA: fruibilità

E’ possibile distinguere tra:


• fruibilità primaria (attività espressamente dedicate al turista e legate al soddisfacimento dei suoi
bisogni primari):
o sistema dell’accoglienza (esercizi recettivi, agenzie di viaggi incoming)
o strutture complementari (ristorazione)
o servizi al turista (agenzie di viaggi incoming, centri d’informazione, trasferimenti)
• fruibilità secondaria (attività e servizi di supporto al turismo e attività e servizi non espressamente
dedicati al turista ma da lui utilizzati):
o attività e servizi di supporto al turismo (percorsi guidati, servizi di noleggio auto, barche o
bici, attrezzature per l’espletamento di attività sportive e ricreative)
o attività e servizi non espressamente dedicati al turista ma da lui utilizzati (rete commerciale,
attività artigianali, strutture sanitarie, pubblica sicurezza, servizi ecologici)
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VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DELL’OFFERTA: accessibilità

Essa può essere intesa secondo tre accezioni:


• accessibilità fisica o funzionale: legata alla distanza tra area di destinazione e centri di
irradiazione misurata non solo in termini di tempo, ma anche dal punto di vista funzionale (ampiezza
delle opzioni di trasferimento, condizioni di sicurezza, comodità del trasferimento, ecc.;
• accessibilità economica: legata non solo ai costi di trasporto (costi che a loro volta dipendono
dalle caratteristiche sociali, economiche del flusso considerato), ma anche ai costi del sistema di
fruibilità (legati al costo della vita, ai tassi di cambio).
• accessibilità culturale o percettiva: legata a fattori di natura percettiva che risultano fortemente
influenzati dalla caratterizzazione culturale della domanda e dal gap culturale che vi è tra aree di
provenienza e aree di destinazione.

VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DELL’OFFERTA: immagine

L’immagine agisce in modo differenziato sul fronte dell’offerta e su quello della domanda.
Sul fronte dell’offerta:
• consente di trasmettere, in modo rapido ed efficace, il concept d’area, ossia i caratteri distintivi del
“prodotto” turistico che lo differenziano rispetto alle destinazioni concorrenti;
• stimola processi di differenziazione del sistema locale rispetto alle destinazioni prossime e concorrenti;
Sul fronte della domanda → funziona da “filtro percettivo”, in quanto attraverso l’immagine il turista
legge e decodifica l’offerta del territorio;
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L’INTEGRAZIONE DEI FATTORI DI OFFERTA


La competitività di un territorio e la sua capacità di attrarre un turismo di qualità non dipendono solo
dall’attrattività dei singoli elementi che compongono l’offerta, ma anche e soprattutto dalla cultura
organizzativa locale o meglio dalla capacità degli attori radicati sul territorio di promuovere configurazioni
integrate d’offerta, basate su una visione condivisa delle dinamiche di sviluppo del territorio dei distretti
turistici.
L’integrazione funziona da moltiplicatore del plus
competitivo.
Lo sviluppo di relazioni sinergiche e interattive in
contesti territoriali dinamici può dar luogo a
configurazioni sistemiche di particolare valenza, come
nel caso dei distretti. Tre principali modelli di
configurazioni di offerta:
• autarchico (configurazione “punto a punto”)
• autocratico (configurazione “package”)
• collaborativo (configurazione “network”)
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POSSIBILI DOMANDE
1. Definizione di turista e quali sono gli elementi rilevanti nella definizione di “turista”? p2
E’ colui che si sposta dal luogo di vita abituale verso un’altra località per almeno una notte e per
non più di un anno, che non si sposta per lavoro o per salute, ma con l’obiettivo di arricchirsi dal
punto di vista culturale, per rilassarsi, per il benessere, divertirsi ed evadere dai normali
comportamenti della vita quotidiana. L’importante è che l’individuo non tragga guadagno da questo
viaggio e che l’individuo sia libero di scegliere la località.
Quali sono gli aspetti da considerare per analizzare il turismo?
- Spostamento dell’individuo dal luogo di residenza
- Durata dello spostamento > almeno 24 ore e non deve superare l’anno.
- Trasferimento di reddito > non legato ad attività lucrative.
- Motivazioni che può essere distinta in: propriamente turistica (motivi di piacere, scopi culturali,
sportivi, visita a familiare e/o amici) o non propriamente turistica (studio e conoscenza, motivi
religiosi, salute e benessere, motivazioni di lavoro non remunerato)
2. Definizione e differenza tra turista ed escursionista.
Turista almeno una notta in una destinazione diversa da casa, mentre l’escursionista si sposta in
giornata e
poi torna alla sua dimora.
3. Differenza tra turismo e tempo libero?
Il turismo è un fenomeno economica e impatta sull’ambiente, mentre il tempo libero è il tempo di non
lavoro. Il tempo libero può essere una o due ore al giorno, è il tempo che non è occupato da altre
attività preorganizzate (lavoro, studio), questo tempo può essere di riposo, divertimento o
movimento.
4. Tre momenti del turismo (Toschi). p3
- Turismo attivo → è il momento in cui l’individuo decide di uscire, il momento in cui si forma la
domanda
per fare del turismo (maggiormente nelle grandi città). Effetti meno visibili.
- Turismo circolatorio > è il momento in cui l’individuo fisicamente si muove e quindi si sposta, è
il momento che riguarda le aree in cui i flussi transitano per raggiungere le destinazioni finali.
Effetti: una serie di danni ambientali legati alle emissioni ed all’alterazione del paesaggio per la
costruzione di infrastrutture.
- Turismo passivo > è il movimento ricettivo e si manifesta nelle aree di destinazione dei flussi
turistici.
Effetti negativi del sovraffollamento, della speculazione edilizia, dell’inquinamento.
5. Quali sono i momenti costitutivi di una vacanza? p4
- Anticipazione: ricerca, decisione e pianificazione relativa allo spostamento > possiamo
pianificarla noi oppure affidarci ad una agenzia
- Viaggio di andata: trasferimento al sito prescelto > tipo di mezzo, può essere unico o con tappe
intermedie
- Esperienza: soggiorno nella meta prescelta
- Viaggio di ritorno: rientro alla sede di partenza, fine esperienza
- Ricordo: momento del richiamo alla memoria dell’esperienza vissuta. Se questo ricordo ricadrà
quando racconteremo la nostra esperienza e si rifletterà su altri. Questo ricordo è la molla per
fare o una pubblicità positiva o creare un’immagine negativa. Il ricordo, l’esperienza, il vissuto
vanno ad influire tantissimo.
6. Concetto di spazio.
È uno dei 3 fattori principali del modello di Leiper per studiare il turismo. Lo spazio si suddivide nella:
- regione di origine del viaggiatore
- regione di destinazione del turista
- la regione di transito
7. Definizione di turismo in entrata, in uscita e
domestico. p5 Riguardano lo spostamento del turista:
- Outgoing = turista in uscita > è il turismo effettuato dai residenti di un Paese verso il resto del
mondo
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- Incoming = turista in entrata > è il turismo all’interno di un Paese effettuato dai non residenti
- Domestic tourism = turismo domestico > è il turismo effettuato all’interno di un paese dai resistenti
del
Paese stesso
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8. Turismo moderno.
Dalla rivoluzione industriale al 1930-40.
Le cose cominciano a cambiare abbastanza recentemente perché cambiano le prospettive
lavorative con la rivoluzione industriale → che è stato il cambiamento drastico del lavoro,
spostando gli uomini dai campi alle fabbriche, facendo si che gli individui potessero organizzarsi
perché nei campi non si sa quando si avranno le ferie o giornate di riposo mentre la fabbrica
organizza la vita e stabilisce degli orari.
Le città iniziano a riempirsi (urbanizzazione) perché le città hanno bisogno di manodopera nelle
fabbriche quindi le città si ampliano.
Le persone hanno bisogno di tempo libero per fare qualcos’altro, oltre lavorare.
Si hanno i primi borghesi che hanno la possibilità di acquistare case fuori città (al mare, lago,
montagna) vicino alle grandi città e facilmente raggiungibili, ma dove poter stare tranquillo. Quindi
si comincia a vedere un movimento, per vedere un movimento si creano le prime strade principali
per collegare una città all’altra. Quando si capisce che questa era una cosa bella, la famiglia si
portava dietro anche il personale, le località vedono che ci sono individui interessati a questi luoghi
e allora iniziano a creare delle attività per questi individui: attività ricreativa, attività per bambini ecc.
→ da questi anni si può iniziare a parlare di fenomeno turistico.
Nasce contemporaneamente un turismo assistenziale: strutture che ospitavano i figli degli operai
delle fabbriche che avevano orari stabiliti di lavoro, quindi è per far fare un po’ di vacanza ai
bambini che non avrebbero potuto farla a livello economico con i bambini.
9. Dal turismo d’elite al turismo di massa.
1. Proturismo → turismo non era un fenomeno di massa, ma era per pochissime persone (élite).
Si faceva per motivazioni personali: cultura, politica, famiglia. Non si può parlare di fenomeno turistico
perché non c’era l’organizzazione (strutture ecc), quindi l’impatto è zero, l’unica sono degli scritti
rimasti per conoscenza.
2. Turismo moderno > dalla rivoluzione industriale al 1930-40 c’è una diffusione fenomeno, nasce il
vero
turismo, si sviluppo trasporti, nascono professioni legate al turismo
3. Turismo di massa > dal dopoguerra all’economia neoindustriale c’è un boom economico,
conquiste sociali in cui le ferie sono obbligatorie. Si alza il reddito pro-capite e uno degli obiettivi
delle famiglie è potersi permettere le vacanze e c’è la volontà di muoversi. Altro aspetto importante
è il boom delle automobili.
Si abbassa il livello sociale, non solo i ricchi si affacciano al turismo e quindi aumenta la
popolazione che si muove. E quindi ci si rivolge alle località turistiche: mare, montagna, lago.
Anni ’50-60 > crescita smisurata di attività ricettive: si costruiscono tante strutture per accogliere
tante famiglie che restano al massimo 15 giorni, perché l’obiettivo era ‘più gente viene e più ci
arricchiamo’.Solo che si arriva a un momento di disaffezione di questi luoghi, perché comincia ad
esserci troppo affollamento e la gente si sposta, quindi le tante strutture costruite cominciano ad
essere vuote.
I periodi di vacanza in Italia sono legati al clima: il turismo marittimo era da fine giugno a fine
settembre mentre il turismo montano ha la doppia stagionalità.
10. Concetto di regione. p8
È una parte di territorio che viene riconosciuta per dei caratteri di omogeneità e/o coesione all’interno di
una determinata area.
Tra i tipi di regione, c’è la regione turistica > per essere turistica deve avere 2 caratteristiche:
- essere percepita come località turistica, ossia chi lavora e visita questa area deve avere la
percezione di essere in un luogo turistico.
- essere conosciuta
11. Classificazione delle regioni geografiche.
- regioni formali basate sull’omogeneità > presenza o meno di determinati fenomeni fisici, è il caso
delle
regioni naturali
- regioni funzionali basate sulla coesione > legami esistenti tra i luoghi centrali di una regione
- regioni reali legate a ricorrenti caratteri sociali > cultura, lingua, stile di vita
- regioni artificiali legate a rilevazioni statistiche o ad aspetti concettuali > mappe mentali (aree
protette)
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12. Rappresentazione del territorio.


La rappresentazione del territorio deve tradurre la percezione dello
spazio. In relazione a questo aspetto vengono individuati 4 principali
approcci:
- Approccio immediato/semantico → l’approccio semantico è immediato cioè riusciamo a cogliere
gli
aspetti di base delle carte con simboli esplicitati da leggende.
- Approccio soggettivo/relazionale → ciò che si punta a rappresentare sono le relazioni che
intercorrono fra gli oggetti dell’analisi. La formalizzazione avviene mediante tecniche di
complessità crescente: mappe concettuale, mappe mentali, mappe cognitive.
- Approccio oggettivo → può essere scomposto in quattro fasi:
1. acquisizione del dato
2. scelta del sistema di riferimento > scelta della scala
3. scelta della rappresentazione cartografica > definizione della proiezione tridimensionale
della superficie di riferimento sul piano bidimensionale della carta;
4. definizione dell’output > scelta della scala, dei contenuti e dei simboli della rappresentazione.
- Approccio sociale/relativo → la rappresentazione dello spazio geografico avviene tramite la
rappresentazione delle caratteristiche della società che lo ha prodotto.
13. In cosa consiste il ciclo di vita della città? p11
Nel corso degli anni, le città si ampliano o contraggono.
1. Crescita demografica + sviluppo trasporti determinano prima suburbanizzazione e poi
decentramento verso altre città;
2. l’offerta dei fattori produttivi urbani (compreso lo spazio) determina un ciclo economico a livello
urbano,
che incide sulla competitività della città;
3. la crescita del PIL urbano fa aumentare la domanda di spazio (urbanizzazione) e quindi la
rendita, determinando un decentramento (suburbanizzazione) e quindi la fase di crisi del ciclo
determina la deurbanizzazione; la caduta della rendita pone le premesse per una nuova
competitività (riurbanizzazione);
4. lo sviluppo dei trasporti urbani consente la deurbanizzazione, ma l’ulteriore spinta alla crescita causa
alla
lunga la perdita di insediamenti (deurbanizzazione) e/o il recupero di aree centrali (riurbanizzazione).
14. Gentrification. p13
Sono delle formule attivate dagli studiosi per le costruzioni di aree preposte a un determinato tipo
di abitazione.
I mutamenti della struttura occupazionale della città provocano continui scambi di popolazione tra il
centro e gli ambiti urbani provocando un cambiamento nella struttura sociale e residenziale → si ha
così il cosiddetto processo di gentrification delle aree interne (inner city) e di quelle centrali
(downtown).
Le città si svuotano perché le famiglie vanno al di fuori della città, quindi svuotando case,
appartamenti, negozi…questa popolazione che se ne va viene sostituita da una popolazione meno
abbiente perché l’unico modo per non lasciare vuoti spazi, gli appartamenti vengono affittati a
sottocosto > Collocare questi individui che non hanno la possibilità economica di incidere nel
tessuto urbano, creano un ulteriore degrado delle città > si creano delle zone di ghetto > questo
crea delle problematiche nella gestione e nei servizi, ossia le amministrazioni non sono portati a
creare nuovi servizi.
Soluzione > uscire da questa realtà attraverso la riurbanizzazione della città e la valorizzazione di
quartieri che erano stati lasciati andare con la rivalorizzazione dei servizi e la conseguente
aumento della rendita.

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