Il Pdl Garagnani: “Sospendere i professori Cgil che fanno
propaganda”. Cosa non si fa per compiacere il padrone
Giovedì 12 maggio 2011 – Anno 3 – n° 112
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
DAI LETIZIA, CONTINUA COSÌ
La Moratti teme il ballottaggio e gioca sporco: “Pisapia
fu condannato per furto d’auto negli anni di piombo”
Ma è un falso: fu assolto in appello. Adesso perfino nel Pdl
si parla di un boomerang del sindaco di Milano
Confindustria,
meglio il silenzio
di Michela Murgia
dc
on sono solo tardive, ma anche pelose
N le scuse del direttore generale di Con-
findustria Giampaolo Galli per l’ap-
plauso riservato all’amministratore del-
la Thyssen dalla platea dei confindustriali riu-
nita a Bergamo sabato scorso. La naturalezza
con cui è scattata la solidarietà di categoria a
dispetto della sentenza di condanna non si
cancella con una pezza messa lì nella speranza
di spegnere la sacrosanta indignazione dei fa-
miliari delle vittime e dell’opinione pubblica.
Meglio avrebbe fatto Galli a tacere piuttosto
che dire che sì, quell’applauso era inopportu-
no, ma che va “capito, perché è spontaneo in
una platea di imprenditori”.
Sulla base di cosa dovrebbe apparirci com-
prensibile il sostegno degli industriali a un’a-
zienda condannata per l’omicidio volontario
di sette dei suoi operai? Il tribunale che ha san-
cito le responsabilità della Thyssen ha appli-
cato la stessa logica con cui si condanna per
omicidio volontario anche chi ha causato la
morte di qualcuno passando deliberatamente CRICCA x L’“appartamento a sua insaputa”, ecco i nuovi documenti
con il semaforo rosso. I vertici dell’Automo-
Anemone, fatture, appalti
bile Club d’Italia applaudirebbero mai un gui-
datore che ha ucciso un innocente ignorando
un segnale di stop? Non ci apparirebbe grot-
tesco il presidente dell’ACI se dicesse che
e la casa di Scajola
quella condanna allontanerà gli automobilisti
dalle strade d’Italia? Invece, l’indulgenza con
cui gli stati generali della Confindustria hanno
assolto a suon di applausi il comportamento
omicida del loro associato fa temere che dove
si condividono gli applausi si condividano an- Nelle carte dell’indagine due prove
che i silenzi.
Risuona ancora quello che ha circondato la
non valutate, che dimostrano come
morte del venticinquenne siciliano Pierpaolo l’imprenditore lavorasse per il Viminale
Pulvirenti, studente in Farmacia che un mese quando il ministro era in carica
fa credeva di pagarsi le ferie estive con un la-
voro interinale di venti giorni alla raffineria Sa-
e non quando c’era Pisanu
ras di Sarroch, di proprietà dei
fratelli Moratti. Mandato a pu-
lire una cisterna dopo appena
un paio d’ore di addestramen-
to, Pierpaolo è morto con i
polmoni bruciati dal gas. Em-
ma Marcegaglia allora disse
che era “una grande tragedia”,
commento più adatto a un’o- Una feroce satira
pera shakespeariana. Se i con-
findustriali distinguessero be-
sul classismo, l’amore,
i rapporti umani
ne tra la definizione tutta tea-
trale di tragedia e quella più e la venerazione
giuridica di omicidio, gli ap- per la scienza. no quest’anno in una serie di della sinistra si lavano poco”.
plausi forse verrebbero meno
spontanei. www.edizionidedalo.it
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Corsi di recupero
di Marco Travaglio
C
i sono “giornalisti” che si esercitano ogni
giorno sui temi della giustizia senza essere
mai entrati in un tribunale (salvo che per
rispondere delle balle che diffondono a piene
mani). Si vede che s’impegnano, poveretti. Si
applicano, ma o non studiano abbastanza o non
capiscono proprio. Prendiamo il “liberale” Piero
Ostellino: da quando B. è sotto processo per
concussione e prostituzione minorile, non riesce più
a prender sonno, avendolo a suo tempo scambiato
L’affondo durante un per Cavour. Ogni settimana, nella rubrica che
faccia a faccia su Sky generosamente gli riserva il Corriere, tenta di
discettare sul caso Ruby con la stessa competenza
quando l’avversario
non poteva
che Longanesi attribuiva a Croce: “Non capisce
nulla, ma con grande autorità”. L’ultima volta che ci
provò, fu per domandare “che è stato convocato a
replicare. Bersani: fare George Clooney fra i testimoni del processo
Ruby”. Forse “per consentire ai pm di raccontare in
“Si è sparata sui famiglia di aver parlato con l’uomo che fa pubblicità
piedi”. La cognata alla stessa marca di caffè che si beve in casa e,
Milly : “Metodo
Boffo” pag. 2 - 3 z
magari, di averlo trattato con giusto distacco?”. O
forse per fare “giustizia avanspettacolo”? Era
talmente giulivo di aver preso in castagna l’odiata
Procura di Milano che non stava più nella pelle.
Peccato che Clooney non sia stato convocato dai
Udi Silvia Truzzi
pm, ma dai difensori di B., gli on. avv. Ghedini e
Longo, noti “liberali” anche loro, non si sa se per fare
giustizia avanspettacolo o per raccontare in famiglia
CORDERO: di aver parlato con il testimonial del caffè. In
L’ITALIA DI B. precedenza Ostellino aveva insinuato che le
intercettazioni del caso Ruby fossero “partite prima
DECEREBRATA della famosa telefonata in Questura, cioè prima di
he accadrebbe se la de- qualsiasi notitia criminis... un abuso di potere tipico dei
C
mocrazia venisse definiti-
vamente domata dalle fruste
regimi dittatoriali”. Ne avesse azzeccata una:
l’indagine è partita a giugno 2010 e le intercettazioni
a luglio, dunque dopo la telefonata di B. in Questura
berlusconiane? Abbiamo in- (27 maggio), quindi a partire da una precisa notitia
terpellato l’imma ginazione criminis. Sabato il nostro esperto di nonsisache se n’è
di Franco Cordero, professo- inventata un’altra: “I parlamentari non possono
re emerito di Procedura pe- essere intercettati se non previa autorizzazione del
nale e scrittore. pag. 5 z Parlamento”, ma per B. “la magistratura non chiede
l’autorizzazione e va avanti senza manco informarne
dei contenuti la difesa”. Altra panzana da record: la
Procura non ha mai pensato di mettere sotto
controllo i telefoni di B., altrimenti avrebbe chiesto
l’autorizzazione alla Camera. Ha invece intercettato i
telefoni di alcuni sospetti di sfruttamento della
prostituzione – Fede, Mora e Minetti, tutti non
parlamentari (non ancora, almeno) – e di alcune loro
“clienti”. Che, ogni tanto, parlavano col premier. Di
quelle intercettazioni indirette (dunque realizzabili e
utilizzabili nei confronti degli intercettati senza
passare per la Camera) la Procura ha doverosamente
informato B., allegandole agli atti depositati ai
difensori. Di che parla dunque Ostellino? Non
potrebbe il Corriere pregarlo di occuparsi di temi
eventualmente a sua conoscenza o magari
organizzargli un corso accelerato di recupero? Altro
giurista a sua insaputa: Belpietro. Ieri ha scritto su
Libero che “in tutte le democrazie del mondo i
rappresentanti del popolo godono di uno status
protetto”. In realtà in nessuna democrazia del
Lillo pag. 9 z mondo si bloccano le indagini e i processi per reati
Claudio Scajola (F D )
OTO LM
comuni a carico di parlamentari, né tantomeno di
premier e ministri, a meno che non siano accusati di
U
di Marco Politi
n
un’altra caduta
reati di opinione. Ma questo possono saperlo solo i
giornalisti informati, dunque non Belpietro. Sallusti
CHIESA, I GAY Giro della paura invece il cronista giudiziario l’ha fatto per una vita.
Ma, per diventare direttore del fu Giornale, ha dovuto
POSSONO Di Luca: “Sterrato? dimenticare in fretta e furia tutto quel che aveva
ENTRARE Troppi rischi” imparato. L’altroieri delirava di fantomatiche
“intercettazioni abusive e illegali sul telefonino del
Padovan pag. 14z primo ministro” (ma quando mai) e invitava
gay entrano nelle chiese.
I
Alle veglie di preghiera per
commemorare le vittime del-
Napolitano a punire la Boccassini nella sua presunta
veste di “capo supremo della magistratura”. Ora,
l’omofobia, i gruppi di cre- CATTIVERIE secondo l’art. 104 della Costituzione, “la
magistratura costituisce un ordine autonomo e
denti omosessuali si riuniran- indipendente da ogni altro potere”: figurarsi se il
Berlusconi: “I leader
presidente della Repubblica può mai esserne il capo
parrocchie. Con il permesso Sono capi delicati supremo. In teoria, in Italia, l’istruzione sarebbe
dei vescovi. pag. 18 z (www.spinoza.it) obbligatoria, l’ignoranza invece facoltativa.
pagina 2

L
AL VOTO

a “Società Pannunzio per la libertà
Denunciato all’Ordine d’informazione” – la stessa che
denunciò Vittorio Feltri per il “metodo
Boffo” – ha già presentato una denuncia all'Ordine
Carelli, direttore Sky tg24: dei Giornalisti contro Emilio Carelli, direttore di
SkyTg24. Tutta colpa del faccia a faccia tra i candidati
sindaco a Milano. La Moratti si è tenuta per le ultime
non ha fatto replicare battute l'accusa a Pisapia sul furto, Carelli ha chiuso
così il programma, senza dare spazio alla replica del
candidato di centrosinistra, visto che il tempo a sua
disposizione era esaurito. Pisapia ha diffidato Carelli
dal mandare in onda il dibattito. Il direttore ha detto
no, offrendo (invano) in cambio un'intervista per il
tg. Alla fine ha deciso di trasmettere il programma,
leggendo in conclusione un comunicato di Pisapia
che smentiva le accuse della Moratti.

Ottobre 1980 Ottobre 1984 Settembre 1985

L’arresto per furto La rinuncia all’amnistia L’assoluzione piena

È l’ottobre dell’80 quando Pisapia, 31

anni, viene arrestato per concorso
nel furto di un furgone avvenuto nel ’77:
sarebbe servito al sequestro, mai porta-
to a compimento, di un militante del Mo-
vimento Lavoratori per il Socialismo. A
indagare sull’attività di Prima Linea è Ar-
mando Spataro: il procuratore chiede il
rinvio a giudizio per 163 persone.
N ei confronti di Pisapia rimane
in piedi solo l'accusa di furto,
ma la sentenza della Corte d’Assise
decide che “il reato è estinto per am-
nistia”. Nonostante il Tribunale ab-
bia dichiarato il “non doversi proce-
dere”, Pisapia rinuncia all’amnistia
e fa ricorso in appello, perchè vuole
essere assolto con formula piena.
L a Corte di Appello di Milano dice
che “non vi è prova – né vi sono
apprezzabili indizi – di una parteci-
pazione del Pisapia, sia pure solo sot-
to il profilo di un concorso morale, al
fatto per il quale è stata elevata a suo
carico l’imputazione di furto, dalla
quale l’appellante va pertanto assol-
to per non aver commesso il fatto”.

VELENO DI LETIZIA
CONTRO PISAPIA
“Rubò un furgone per un sequestro”
di Gianni Barbacetto tenza d’Appello che lo assolve. meno Vittorio Feltri, padre della
Ma il direttore di SkyTg24, Emilio nota inchiesta su Dino Boffo: “Sta
er tutta la campagna eletto- Carelli, chiude la partita. “È un fal-

P
rale è stata una faccia senza
voce, un sorriso triste sui
muri e sui taxi di Milano.
Niente dichiarazioni degne di no-
ta, niente interviste, se non con-
cordate. A parlare era Silvio Ber-
lusconi, per chiedere il giudizio
di Dio (“O me o i giudici”). O per-
fino Daniela Santanchè, per di-
fendere quel Roberto Lassini re-
gista dei manifesti “Fuori le Br
dalle procure”, che lei aveva mo-
deratamente condannato. Poi, a
un soffio dal voto, ha trovato le
unghie per graffiare. All’ultimo
momento del confronto con Giu-
liano Pisapia, ieri a Sky, quando è
stata sicura che il suo avversario
non avrebbe potuto replicare, ha
sparato la sua ultima cartuccia:
“Io sono una moderata, lo sono
sempre stata. Questo a differenza
di Pisapia che è stato riconosciu-
to colpevole dalla Corte d’Assise
del furto di un veicolo utilizzato
poi per un sequestro e il pestag-
gio di un giovane. L’amnistia non
è assenza di responsabilità”.
Pisapia tenta subito una replica.
Si lamenta che Moratti ha detto il
falso. Rifiuta di stringerle la mano.
Cerca di spiegare che c’è una sen-
so vergognoso, una calunnia”,
protesta.
ORMAI le telecamere sono
spente. “Ha fatto una cosa vergo-
gnosa – reagisce Pisapia – ha fatto
dichiarazioni assolutamente fal-
se sul mio conto: sono stato vit-
tima di un errore giudiziario, ri-
conosciuto da una sentenza che
mi ha assolto per non aver com-
messo il fatto, quando ancora c’e-
ra addirittura la formula dell’in-
sufficienza di prove. Milano non
merita un sindaco che usa questi
metodi”.
Poi è Giorgio Stracquadanio, pa-
sdaran del Pdl, a rivelare il gioco
fatto giocare a Donna Letizia: ten-
tare di schiacciare Pisapia sul ter-
rorismo. “La Moratti – dichiara –
ha rivelato due verità inoppugna-
bili, al di là dello stretto esito dei
procedimenti giudiziari. La prima
verità è che negli anni di piombo,
Pisapia viveva nel brodo di cultura
del terrorismo rosso, era vicino a
quel gruppo armato denominato
Prima Linea. La seconda verità è
che ha cercato di nascondere il
suo passato alla città”. Questa li-
nea aggressiva non convince nem-
facendo di tutto per perdere que-
ste elezioni”.
Affonda anche il segretario Pd
Pier Luigi Bersani: “È disperata:
ha estratto la pistola e si è sparata
sui piedi”. E Antonio Di Pietro: “Il
metodo Boffo, tanto caro a Ber-
lusconi, ha contagiato anche la si-
gnora Moratti che, evidentemen-
te, presa dalla paura di perdere, è
ricorsa alla diffamazione e ai falsi
dossier”.
LA STORIA dell’arresto e del
processo, del resto, non è affatto
sconosciuta. Lo stesso Pisapia l’a-
veva raccontata al Corriere della Se-
ra il 21 marzo scorso: “Fui arre-
stato, innocente, per banda ar-
mata e concorso morale nel furto
di un’autovettura. Prosciolto dal-
la prima accusa. Giudicato e as-
solto anche per la seconda. Si trat-
tò di errore giudiziario, ricono-
sciuto da una sentenza passata in
giudicato, che comunque ho pa-
gato con quasi quattro mesi e
mezzo di carcere”. Pisapia viene
arrestato nell’ottobre 1980, in-
sieme ad altre dieci persone, su
richiesta del sostituto procurato-
re Armando Spataro, in quegli an-
ni al lavoro sui gruppi terroristici
attivi a Milano (Prima linea, Co-
mitati Comunisti Rivoluzionari,
la rivista “Metropoli”). Due anni
dopo, Spataro chiede il rinvio a
giudizio per 163 persone. Tra
queste, l’attuale candidato del
centrosinistra, accusato di parte-
cipazione a banda armata per una
vicenda avvenuta a Milano nel
1977, nel pieno degli anni di
piombo, quando Pisapia aveva
28 anni. Alcuni collaboratori di
giustizia raccontano che una
squadra, non ancora entrata in
On line Ecco la sentenza di
assoluzione piena pubblicata da
Pisapia sul suo sito (WWW.PISAPIAXMILANO.COM)
Prima linea, aveva progettato di
realizzare un sequestro dimostra-
tivo per dare una lezione a Wil-
liam Sisti, dirigente del servizio
d’ordine dell’Mls (Movimento La-
voratori per il Socialismo), rite-
nuto un avversario dai gruppi
dell’Autonomia. Di questa squa-
dra, dicono, faceva parte anche
Pisapia.
Il sequestro poi non avviene, per-
ché la sera del 19 settembre
1977, durante il furto del pulmi-
no che doveva servire per l’ope-
razione, viene arrestato uno dei
militanti coinvolti, Massimiliano
Barbieri. Pisapia è accusato di
aver concorso al furto di quell’au-
tomezzo. Al processo di primo

1977 Gli anni dell’Autonomia

Milano in Prima linea, ma lui “era timido”

di Stefano Caselli
e Ferruccio Sansa
orreva l’anno 1977. Bastano po-
Cl’atmosfera
che immagini per racchiudere
che si respirava per le
strade di Milano: il tremendo scatto
di un autonomo a viso coperto che
impugna una pistola e la punta ad
altezza d’uomo. E le fotografie delle
manifestazioni e delle violenze che
ogni sabato si consumavano a due
passi dalla Scala.
Ogni giorno fiorivano nuovi grup-
pi di sinistra e di destra. E insieme
con loro crescevano odi, anche tra
chi stava dalla stessa parte della
barricata. Bastava un gesto sbaglia-
to per decretare appartenenze,
condanne, morti. Pochi riuscirono a
restarne del tutto fuori. Ogni setti-
mana le cronache riportavano fatti
di sangue. La sera del 25 maggio
1975 Alberto Basili, 26 anni, pas-
seggiava a piazza San Babila con la
fidanzata. Un luogo a rischio per un
ragazzo con l’eskimo. Alberto rifiu-
tò un volantino con una croce cel-
tica, fu inseguito fino a via Mascagni
e ucciso con una lama nel cuore.
Milano è la città della prima vittima
degli anni cosiddetti di piombo (l’a-
Il cugino
Vittorio
Agnoletto:
“Era un
ragazzo
impegnato
e idealista”
gente Antonio Annarumma, ucciso
in via Larga durante una manifesta-
zione studentesca il 19 novembre
1969) e, soprattutto, la città dove
tutto comincia, il 12 dicembre
1969: piazza Fontana, 18 morti.
Pochi giorni dopo l’anarchico Giu-
seppe Pinelli, ingiustamente accu-
sato di una strage fascista, vola da
una finestra della Questura di Mi-
lano. Poi toccherà al commissario
Luigi Calabresi, che di quella morte
fu lui pure ingiustamente ritenuto
responsabile. È il 17 maggio 1972.
A scorrere i nomi delle vittime (uc-
cise o ferite) tra il 1969 e il 1982,
nella sola Milano si contano oltre
cento nomi. Non solo vittime del ter-
rorismo propriamente detto: a Mi-
lano accade tutto, dalle stragi di Sta-
to alle vittime di Brigate rosse e Pri-
ma linea, dai ragazzi (di destra e di
sinistra) accoltellati o sprangati per
strada alle vittime della violenza
delle forze dell’ordine. È la città del
diciottenne militante del Movimen-
to studentesco Claudio Varalli, ucci-
so il 16 aprile 1975 in piazza Ca-
vour da un neofascista e del coeta-
neo militante dell’Msi Sergio Ramel-
li, assassinato una settimana dopo a
colpi di chiave inglese da uomini di
Avanguardia Operaia. È la città di
Roberto Franceschi, morto di fronte
alla Bocconi per una pallottola spa-
rata dalla polizia nel 1973 e di Gian-
nino Zibecchi, travolto da una jeep il
giorno dopo la morte di Varalli. È la
città dei giudici Emilio Alessandrini e
Guido Galli, eliminati da Prima linea
nel gennaio 1979 e nel marzo 1980
perché bravi, capaci e – soprattutto
– progressisti. La città di Luigi Ma-
rangoni, direttore sanitario del Po-
liclinico di Milano, ucciso dalle Br il
17 febbraio 1981 perché “colpevo-
le” di aver denunciato gli infermieri
che sabotavano i frigoriferi che con-
servavano il sangue per le trasfusio-
ni. La città delle decine di vittime del-
la galassia impazzita dell’autono-
mia milanese, da Walter Tobagi al
poliziotto Andrea Campagna, ucci-
so da Cesare Battisti.
Storie diverse con un unico desti-
no, l’essere attori di un colossale
dramma collettivo di cui, a distanza
di tre decenni, è finalmente possibile
fare una ricostruzione completa an-
che grazie alle indagini condotte da
magistrati come Armando Spataro.
Difficile in quegli anni non prendere tà soprattutto per quel padre famo-
posizione. E Giuliano Pisapia ne
scelse una, netta, anche se, ricorda
so, il grande avvocato Gian Dome-
nico.
chi allora gli era vicino, non si rico- Poi all’improvviso il suo nome fi-
nobbe mai pienamente in una sigla. nì nei fascicoli giudiziari. Fu Roberto
“Era impegnato, certo, ma già al- Sandalo, il “comandante Franco”
lora era un idealista, un generoso, e che fece parte di Lotta Continua e
un timido”, ricorda di lui il cugino Vit- poi di Prima Linea, a chiamare in
torio Agnoletto che ai tempi era ap- causa il gruppetto di cui Giuliano Pi-
pena un ragazzino. sapia faceva parte. È l’ormai famo-
Pisapia fino ad allora era noto in cit- sa storia cui si è aggrappata Letizia

L’appello di Celentano
sul “Fatto”
“È lui l’uomo giusto”
La notizia è
falsa: l’avvocato
è stato assolto
L’opposizione:
“È disperata,
si spara
addosso”
grado, la Corte d’assise dichiara
per Pisapia estinto il reato per am-
nistia. Nonostante l’amnistia, Pi-
sapia chiede l’appello e nel 1985
viene assolto con formula piena:
“In conclusione - dice la sentenza
- non vi è prova di una partecipa-
zione del Pisapia, sia pure solo
sotto il profilo di un concorso
morale, al fatto per il quale è stata
elevata a suo carico l’imputazio-
ne di furto, dalla quale l’appellan-
te va pertanto assolto per non
aver commesso il fatto”.
La silenziosa Letizia Moratti an-
che questa volta si è lasciata scri-
vere da altri la parte che poi ha
recitato, senza avere grandi doti
d’attrice.
Giuliano Pisapia (FOTO ANSA)
Moratti.
Sandalo riferì anche un altro episo-
dio sul gruppo di cui Pisapia faceva
parte: i ragazzi, disse l’ex terrorista,
avrebbero avuto un incontro con
Marco Donat Cattin e lo stesso San-
dalo. Un incontro che, però, non eb-
be seguito. All’epoca Prima Linea,
però, non era stata ancora coinvolta
in fatti di sangue. E la partecipazio-
ne di Pisapia non è dimostrata.
P
er la seconda volta,
Adriano Celentano torna
a parlare dalle colonne del
Fatto. Due settimane fa contro il
nucleare, ieri a sostegno di Giuliano
Pisapia. Il “molleggiato” sostiene che
“l’avvocato ci può traghettare verso il
miracolo di sconfiggere anche il
“Anche mia cognata usa
il metodo Boffo. E pagherà”
MILLY MORATTI, IN CORSA A SINISTRA
“MALE INFORMATA, MA È INGIUSTIFICABILE”
di Beatrice Borromeo
ia cognata Letizia è
“M consigliata da un
apparato che usa
sistematicamente
il metodo Boffo”: per Milly Mo-
ratti l'accusa (falsa) di furto
d’auto che il sindaco uscente
di Milano ha mosso ieri contro
il candidato di centrosinistra
Giuliano Pisapia, nel faccia a
faccia in onda su Sky, è “una
furbizia inaccettabile”. Sia per-
ché “ha scelto l’ultimo minuto,
quando sapeva che il suo av-
versario non poteva più repli-
care”, sia perché “Pisapia è sta-
to assolto in appello per non
aver commesso il fatto”.
Milly Moratti, lei è cognata
del sindaco e candidata con
Pisapia. Solo normali scher-
maglie da vigilia del voto?
Io ero presente negli studi di
Sky, e ho assistito al momento
in cui Letizia ha fatto quella
che ritengo essere una cosa
gravissima, di cui dovrà assu-
mersi le responsabilità.
Ma c’è dietro una strategia
politica o sua cognata ha
semplicemente sbagliato?
Penso sia stata informata male,
ma l'incuria non è una giusti-
ficazione. Letizia è in linea con
il comportamento di Silvio
Berlusconi. Cambia la realtà a
suo piacere. C’è un golpe sul-
l'informazione: un tempo si
censurava, oggi si stravolge la
verità con una scorrettezza
che spesso, e soprattutto in
questo caso, è lampante.
Sarà un boomerang o gette-
rà comunque ombre su Pi-
sapia?
Siamo tutti stufi di queste bu-
gie: sono convinta che la gente
si indignerà e voterà di conse-
Torino, cambio in corsa del piano regolatore
L’ULTIMO ATTO DI CHIAMPARINO: FINMECCANICA AVRÀ L’AREA DI PROPRIETÀ DEL COMUNE (GIÀ OCCUPATA DA ALENIA)
veva sfilato sorridente al ra-
Ani con
duno nazionale degli Alpi-
tanto di penna nera tra
due ali di folla plaudente. Ser-
gio Chiamparino aveva scelto
bene il suo commiato dopo
dieci anni da sindaco di Tori-
no, ma le grane non erano an-
cora finite. A 72 ore dalle ele-
zioni amministrative, infatti, il
Consiglio comunale uscente
si è riunito in via straordinaria
per approvare una variante al
piano regolatore che, per al-
cuni, altro non è che “l’ultimo
colpo di cazzuola” di un’am-
ministrazione che non ha cer-
to disdegnato il cemento. Tut-
tavia la questione è più com-
plessa e ha a che fare con il
burrascoso rapporto che l’ex
capitale industriale d’Italia in-
trattiene con ciò che rimane
della sua manifattura.
governo nazionale”. Il ragionamento di
Celentano parte dal fatto che il “vero
cambiamento” sarebbe far diventare
sindaco di Milano Matteo Calise, lo
studente universitario scelto dal
Movimento Cinque Stelle. Ma, spiega
Celentano nel suo appello, i milanesi
“forse” non “sono ancora pronti”, a un
guenza.
Eppure proprio la Moratti –
l’altra – aveva invocato un
minimo di etica contro il
proprio candidato Lassini,
quello che sui muri parago-
nava i giudici alle Br.
Infatti l’incoerenza è pazzesca
e non dovremmo rassegnarci a
questa ipocrisia continua. Las-
sini è andato da uno pseudo-
notaio promettendo che, se
eletto, si sarebbe dimesso. Ma
se l’è già rimangiato, afferman-
do che il voto popolare conta
“È un golpe
mediatico
Un tempo
si censurava,
oggi si
stravolge
la verità”
La variante approvata in extre-
mis riguarda un’ampia area a
ovest della città, dove ancora
sorgono gli stabilimenti di Ale-
nia Aeronautica, società con-
trollata da Finmeccanica. Si
tratta del “Progetto integrato
Alenia” che prevede la riqua-
lificazione dell’area di corso
Marche (di proprietà del Co-
mune, attualmente destinata
alla progettazione) affidata a
Finmeccanica: un nuovo
quartiere residenziale con
tanto di grattacielo, cosa che
ha fatto infuriare il comitato
“Non grattiamo il cielo di To-
rino”, già impegnato nella lot-
ta contro la torre Intesa-San-
paolo (in costruzione) e il fu-
turo palazzo della Regione (in
stand by). Ma non sono soltan-
to gli ambientalisti a storcere il
naso: il parlamentare Pd Stefa-
AL VOTO
“salto troppo grande”. L’unico modo
per avvicinarsi alla “rivoluzione”,
sostiene, è votare Pisapia: “Mi
sbaglierò, ma è lui l’uomo giusto.
L’uomo di transizione. Colui che ci
traghetterà verso quel cambiamento
radicale che è nell’animo delle Cinque
Stelle, ma anche nel cuore di Pisapia”.
Milly Moratti (FOTO EMBLEMA)
più di tutto. E il sindaco ora ta-
ce.
Secondo il segretario Pd
Bersani quello della Moratti
è stato un atto di dispera-
zione. É d’accordo?
Di certo è sintomo della sua fra-
gilità. E dell'influenza che pos-
sono avere gli altri su di lei.
In un'intervista l'ha definita
“ostaggio delle lobby e di
Formigoni”.
E lo ribadisco: basti guardare al
suo piano urbanistico, che io
chiamo “sregolatore”, per ca-
pire che fa gli interessi degli
immobiliaristi e dei finanzieri
invece che quello dei cittadi-
ni.
A Milano si andrà al ballot-
taggio?
Intende se vinciamo subito? La
scorsa volta Letizia è passata
con il 51,9 per cento dei voti, e
non c’erano ancora la crisi eco-
nomica e il bunga bunga.
“Il Giornale” ieri l’ha attac-
cata scrivendo che lei usa
l’Inter, la squadra di cui è
presidente suo marito, per
fare campagna elettorale.
no Esposito non gradisce che
Finmeccanica (azienda in par-
te pubblica) abbia affidato
l’appalto al consorzio Csi di
Verona, una scelta che “taglia
via di fatto tutto il tessuto in-
dustriale del nostro territo-
rio”.
L’OPERAZIONE Alenia,
concordata nel 2008, è un in-
gente affare immobiliare con-
cesso in cambio dell’impegno
da parte di Finmeccanica di
mantenere a Caselle Torinese
un polo aeronautico. Peccato
che tale garanzia – un po’ come
la “Fabbrica Italia” di Fiat – sia
avvolta nell’incertezza: Alenia,
infatti, sta aprendo uno stabi-
limento a Cameri, pochi chilo-
metri da Novara (patria del pre-
sidente della Regione Roberto
Cota e dell’assessore allo Svi-
Giovedì 12 maggio 2011
brutte.
Mi offende molto. Noi siamo
bellissime, anche perché sia-
mo serene. Abbiamo la gioia
che faceva belle le ragazze del
‘68. Il coraggio della fantasia.
Berlusconi ha anche un pro-
blema di olfatto, dice che
puzzano.
Ma ci rendiamo conto? È una
follia. Peccato che invece di es-
sere un signore che parla al bar
è il nostro premier.
Perché una donna come lei,
della più alta borghesia mi-
lanese, sceglie di appoggia-
re un candidato vendoliano?
E non solo io: l’altroieri mio
marito Massimo, al teatro Sme-
raldo, dopo un duetto con Vec-
Mi sorprendono: non sono chioni ha fatto una dichiarazio-
candidato sindaco, eppure mi ne pubblica a favore del cam-
dedicano paginate. Penso sia biamento nell’amministrazio-
dovuto al fatto che sono espli-
cita e quindi pericolosa. Do fa-
stidio. Ma non ho ancora letto
nulla: mi hanno riferito però
che sono articoli conditi di vol-
ne comunale.
Pure Massimo Moratti vota
Pisapia?
Chi ha la fortuna di essere pro-
tagonista delle decisioni eco-
garità. nomiche di questo Paese ha
Il ministro La Russa dice che tutto l’interesse nel cambiare
lei è “ambigua” perché ap- le cose: l’immoralità di Berlu-
pare nella campagna abbo- sconi si riflette anche sulla ge-
namenti dell’Inter. stione della crisi economica.
Il fatto è che io sono tutto que- In campagna elettorale de-
sto: direttore strategico del- nuncerà lo scandalo dell’a-
l’Inter, candidata per Pisapia,
moglie di Massimo Moratti. E
buso edilizio di suo nipote
Gabriele, con la bat-casa?
ne vado orgogliosa. In più non
sopportavo che ci fossero tutti
Io gli voglio un gran bene. Ma
esistono regole, almeno finché
quei manifesti milanisti dopo
lo scudetto, dato che noi abbia-
il piano “sregolatore” della Mo-
ratti non entrerà in vigore. E
mo vinto il Mondiale per club. vanno rispettate. Se non lo sa-
La Russa sostiene anche che peva lui, avrebbe dovuto cono-
le donne di sinistra siano scerle almeno sua madre.
TANGENTI Arrestato
candidato Pd a Savona
ppalti pilotati in cambio di soldi e sponsorizza-
Al'ingegnere
zioni per la sua squadra di pallacanestro. Così,
capo del comune di Vado Ligure (pro-
vincia di Savona) è finito agli arresti per corruzio-
ne, falso in atti pubblici e occultamento di docu-
menti contabili. Roberto Drocchi, questo il nome,
è un esponente del Pd ed era stato messo in lista per
un posto nel consiglio comunale di Savona.
La tecnica era quella della trattativa privata con af-
fidamento diretto, così da evitare le gare e assegna-
re a colpo sicuro la realizzazione della fognatura di
Vado e altri lavori. I proventi della corruzione (cen-
tinaia di migliaia di euro) sarebbero arrivati nelle
tasche di Drocchi sotto forma di sponsorizzazioni
alla sua squadra di basket. Il partito lo ha imme-
diatamente sospeso.
luppo economico Massimo
Giordano) dove verrà assem-
blato il caccia JSF35 della Loc-
berato un’area importante del
suo territorio ad uso e consu-
mo di Finmeccanica senza che
kheed. Per Caselle, invece, questo abbia una ricaduta dal
non è previsto al momento al- punto di vista industriale e oc-
cun nuovo prodotto (le attuali cupazionale, perché un piano
commesse sono in esaurimen- industriale non c’è”.
to) e i circa 3.300 dipendenti
sono da tempo in agitazione. Il “SE PENSIAMO che il tra-
comune di Torino ha deciso di sferimento di corso Marche ri-
forzare i tempi per non fornire solva il problema del piano in-
un alibi all’azienda e impegnar- dustriale – replica il vicesinda-
la al trasferimento a Caselle, co di Torino Tom Dealessandri
ma la Fiom è scettica: “Le con- – siamo sulla strada sbagliata.
dizioni rispetto a tre anni fa so- La garanzia per il mantenimen-
no cambiate – dichiara Giorgio to della produzione a Torino è
Airaudo – con gli avvicenda- che Alenia possa costruire a
menti al vertice di Finmeccani- Caselle e per farlo era necessa-
ca tutto è ripiombato nell’in- rio sbloccare l’area di corso
certezza. Non esiste la garanzia Marche, la condizione neces-
che la concentrazione a Came- saria per ridefinire un accordo
ri non sia l’anticamera dell’ac- e gestire la crisi”. La palla, ora,
cantonamento di Caselle. Non passa al futuro sindaco.
vorremmo che la città avesse li- Stefano Caselli
pagina 4
Un manipolo
di giocatori iPad
alla Camera
di Fabrizio d’Esposito
ezzo di merda, cesso,
P
troia, cagna, vajassa, ric-
chione, frocio, checca,
stronzo, pedofilo, vaffan-
culo, culattone, cornuto, palle
di velluto e no, cazzo, fica, han-
dicappata di merda, orco dio,
che le venga un cancro, bocchi-
no, bocchinari, negro e la sua
variante bingo-bongo, sono
porci questi romani, la Lega ce
l’ha sempre duro, fuori dalle
palle (riferito agli immigrati),
munnezza, pirla, coglioni.
AI TEMPI del pentapartito
Dc-Psi-Pri-Pli-Psdi, la categoria
del turpiloquio offrì l’immagine
più cruda della politica di allora
con la famosa frase del socialista
Rino Formica: “La politica è san-
gue e merda”. Nella Seconda Re-
pubblica, invece, l’insulto gri-
dato o mimato a gesti è diven-
tato la politica stessa. Dal teatri-
no al trivio. Al netto dei verbali
del bunga bunga di Arcore in cui
Berlusconi ha “il culo flaccido”
ed è un “vecchio porco che fa
regali più brutti delle catenine
da cesso”, il catalogo delle con-
tumelie di Palazzo è vastissimo.
Un florilegio arricchitosi grazie
ai continui contributi dei due
padroni della maggioranza, il
Cavaliere e il Senatùr, che anche
in questi giorni hanno impre-
ziosito la raccolta. Il premier ha
detto che la sinistra “puzza, si la-
va poco ed è sempre incazzata”,
e ha espresso il desiderio di usa-
re le procure come “discariche
per i rifiuti”. Una volta quelli di
sinistra erano solo “coglioni”,
oggi “coglioni che puzzano”.
Da par suo Bossi ha chiamato Fi-
Francesco Pannofino
Un politico sboccato è patetico e fuori ruolo
di Luca Telese
hò questi mi sembrano
“A tanto improvvisatori,
maldestri e privi di un buon
autore... Riciclano battute
archeologiche, scontate,
quasi sempre banalissime”.
Francesco Pannofino è il vol-
to nuovo della comicità ita-
liana, l'uomo-simbolo del
cult Boris, un campione di in-
cassi al botteghino, sia con il
lungometraggio tratto dalla
serie, sia con il film-sorpresa
Rotta su Cuba. Ma, se lo in-
terroghi sul nuovo corso del
turpiloquio della vita pubbli-
ca sorride: “Sai, non c'è
niente di più triste dei po-
litici che pensano di essere
divertenti. Non c'è nulla di
più malinconico degli stati-
sti che si inventano battute
sboccate”.
Perché?
Per almeno due motivi.
Dimmi il primo.
Evidentemente loro pensa-
no che la battuta greve sia
CLASSE DIGERENTE
Siamo la Repubblica fondata sul turpiloquio:
il catalogo delle contumelie è questo
ni “stronzo” e quanto ai pm non
ha voluto generalizzare: “Non
sono tutti stronzi”. La volgarità
al potere, roba da sessantanove.
Del resto il doppio senso a sfon-
do sessuale ricorre spesso nel
catalogo di Palazzo. E nel mazzo
(non come parolaccia) vanno
A Napoli
una come
la Mussolini si
chiama vajassa
Mara Carfagna
inserite le barzellette a luci ros-
se di B. (“ne conosco oltre 2 mi-
la”), i rutti leghisti e gli insulti
mimati: il dito medio, le corna, il
gesto dell’ombrello, le mani a
formare un cerchio che vuol di-
re “ti faccio un culo così”.
Il Parlamento come marciapie-
de ha una sequenza imperdibile
nella seduta del 14 dicembre
scorso, quando il premier ha in-
cassato la fiducia grazie ai Re-
sponsabili. Prima scena: Catia
Polidori, oggi sottosegretaria,
abbandona Fini e vota sì. Dai
banchi di Fli, Giorgio Conte gri-
da: “Troia”. Seconda: Antonello
Iannarilli del Pdl passa sotto la
presidenza e non si trattiene, ri-
volto a Fini: “Pezzo di merda”.
Poi, nell’euforia della vittoria fi-
nale, sale sulla poltrona e fa il ge-
sto dell’ombrello. Sempre Fini,
il destinatario. Il presidente del-
la Camera è uno dei bersagli
una trovata originale e mo-
derna. Bisognerebbe infor-
marli che è il trucco più vec-
chio del mondo, per darsi
un tono.
E poi?
I nostri politici fanno già
molto ridere, anzi sono degli
esilaranti comici
involontari, so-
prattutto quando
cercano di sembra-
re seri...
Sei perfido!
No, è una semplice
constatazione:
quando si sforzano
di diventare comi-
ci diventano inevi-
tabilmente pateti-
ci!
Voi comici pen-
sate di avere il
monopolio della
comicità colori-
ta?
È il nostro mestie-
re. Sono loro che
sconfinano. A me
non passa per la
Poker
Antonio Martino.
Deputato Pdl, in
passato ministro
della Difesa, discute
con il collega di
scranno le mosse
per vincere una
complicata partita
prediletti del turpiloquio di
centrodestra. Nella baraonda
del processo breve il ministro
Ignazio La Russa gli ha dedicato
pubblicamente un “vaffancu-
lo”. Nel dibattito sull’ultima leg-
ge ad personam di B. si è distinto
pure il leghista Massimo Polle-
dri che a Ileana Argentin, depu-
tata disabile del Pd, ha detto:
“Handicappata di merda”.
INSIEME CON il celtico-ber-
gamasco Roberto Calderoli
(che vanta un’ampia casistica
sui gay, culminata con un elo-
quente “qua rischiamo di diven-
tare un popolo di ricchioni”), il
siculo La Russa contende al duo
Berlusconi-Bossi il primato del
turpiloquio. Contestato un paio
di volte anche all’estero, il mi-
nistro della Difesa ha esportato
la volgarità made in Italy a New
York (“Sei un pedofilo”) e a Bar-
cellona (“Spero che le venga un
cancro”).
A differenza del Senatùr, truce
nella sua rozzezza, il Cavaliere
tenta sempre di stemperare nel-
l’ironia il turpiloquio. A propo-
sito del finiano Bocchino: “Pen-
savo fosse un punto del pro-
mente di andare a Palazzo
Chigi...
In “Boris”, però, avete in-
ventato un personaggio
che è caratterizzato dai
tormentoni grevi...
Sì. Quello è un paradosso
nel paradosso. Il personag-
UN PAESE SENZA
Il solitario
Gaetano Pecorella.
L’avvocato di Emilio
Fede nel processo
Ruby spesso si sente
parecchio solo
anche alla Camera e
ricorre al più
classico dei giochi
Nel Pdl campano
ci sono
bocchiniani
e bocchinari
Nicola Cosentino
Ciao Casini, te
l’hanno messo
in quel posto,
pirla
Umberto Bossi
La sapete quella
della mela che sa
di fica e culo?
Silvio Berlusconi
gramma, non un deputato”. di lei, soprannominata “Mara
Una variante sul tema è stata poi Hari”. La Carfagna rispose: “La
eseguita dall’ex sottosegretario Mussolini è una vajassa”, epite-
Nicola Cosentino, inquisito per to del dialetto napoletano che
camorra, che in una telefonata indica una donna del basso in-
agli atti dell’inchiesta sulla P3 cline al grido e al pettegolezzo.
divide il Pdl della Campania in Negli stessi giorni Chi di Signo-
“bocchiniani e bocchinari”, ri- rini rivelò che a Milano una mi-
ferendosi a Bocchino e Mara nistra bruna (Gelmini) incro-
Carfagna. Una coppia che nel ciando una collega dai capelli
Pdl ha generato un’altra rissa da rossi (Brambilla) aveva sibilato:
ricordare. Quando cioè Ales- “Cagna”. Nemmeno le donne si
sandra Mussolini fotografò i due salvano dalla classe digerente
insieme e lamentò il tradimento del centrodestra.
gio di Massimiliano Mastel- E a lui?
loni, in origine, doveva es- Come lo vedono urlano: "Bu-
sere la satira dello slang da cio de culoooo!". Eh, eh,
set: una caricatura del tru-
cidone che campa su due
eh...
Non mi hai ancora detto
battute fisse: 'Bucio di culo' se per te il turpiloquio è il
e 'sti cazzi". futuro o il passato.
E poi? È uno degli ingredienti della
Quel personaggio si è cri- comicità. Ma basta eccedere
stallizzato su quelle due bat- nel dosaggio e si scade nel
tute, e su questo è arrivato al grottesco. Però...
successo. A me mi ferma la Cosa?
gente e mi grida, in omaggio È curioso constatare che chi
a René: "E daje!". sta su un palcoscenico que-
sto lo impara subito. Mentre
è chiaro che chi siede in Par-
lamento, anche studiando la
vostra desolante statistica,
puó non capirlo mai.
Il politico sboccato è più
accattivante?
Secondo me per nulla. Si ab-
bassa di livello. È in una par-
te che non gli appartiene.
Tu hai usato lo slang?
Preferisco la comicità sofi-
sticata. Però, come dirlo?
A sinistra, il set di “Boris”, Quando ce vo' ce vo'.
sopra Francesco Pannofino Esempio?
(FOTO ANSA) Se la battuta è: “Ma che caz-
Giovedì 12 maggio 2011
Calcio di rigore
Sabatino Aracu è un
deputato del Pdl con
la passione per il
calcio. Mentre
studia le mosse
parlamentari si
rilassa calciando i
rigori sul monitor
Hit parade
L’immortalità
dello
“Stronzo”
STRONZO e pezzo di mer-
da sono gli insulti più in voga.
Ritenuti sinonimi, ieri Sgarbi,
cultore della materia, sul Gior-
nale ha precisato che “stron-
zo non ha più alcun rapporto
con l’oggetto di provenienza e
mi sembra che l’uso del ter-
mine sia, oggi, separato e di-
sinfettato dagli aromi di pro-
venienza”. In pratica, quando
Bossi chiama “stronzo” Fini
non intende altro. Pure a Ca-
sini, il Senatùr disse “stron-
zo”, approfondendo però:
“Ciao Casini, te l’hanno mes-
so in quel posto, pirla”.
FICA E CULO ricorrono
spesso nelle barzellette di B.
L’ultima racconta di un signo-
re che vuole brevettare una
mela speciale che “sa di fica”.
L’uomo dell’ufficio brevetti
l’assaggia e osserva: “Ma sa di
culo”. Risposta dell’invento-
re: “E giratela”.
RUTTI e bestemmie sono
un altro tratto distintivo della
Seconda Repubblica. E si pro-
pagano dal vertice alla base.
Una delegazione di Pdl e Lega
di Opera entrò ubriaca nella
cattedrale di Monaco con
bottiglie di birre in mano. Si
sedette e cominciò a bestem-
miare, tra i rutti: “dio che ti
tromberei”, “dio can”. fd’e
zo stai a dì?”, il comico sa-
rebbe ridicolo se dicesse in-
vece: “Ma cosa diamine mi
stai dicendo?”. Invece un
politico questa battuta sul
copione non dovrebbe aver-
la mai.
Eppure si può sconfinare.
Mica tanto. Io posso recitare
la parte di un ministro, ma
non so fare un piano rego-
latore. Perché servono dei
saperi che io non ho. Un po-
litico che spara cazzate e im-
properi e insulti ma non ha i
tempi comici finisce due
volte fuori ruolo.
È il rischio più grande?
No, può accadergli di peg-
gio.
Cosa?
Diventare prevedibile. Allo-
ra, in quel caso, invece di ri-
dere si piange.
Quindi questo sconfina-
mento non è un segno di
modernità?
Macché. Solo crisi di idee,
direi. Peccato che il rimedio
sia peggio del male.
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 5

L
UN PAESE SENZA

a lista di provvedimenti “su misura”
La Seconda Repubblica inizia con la legge sulle rogatorie
del 2001, che limita l’utilizzabilità
delle prove acquisite tramite rogatoria, e che
epifania delle leggi viene applicata nel processo Sme-Ariosto 1.
L’anno dopo è la volta della depenalizzazione
del falso in bilancio, che vale a Berlusconi
ad personam l’assoluzione nei processi All Iberian 2 e
Sme-Ariosto 2 perché “il fatto non sussiste”.
Sempre del 2002 è la legge Cirami, che
introduce il legittimo sospetto
sull’imparzialità del giudice, spesso invocata
dai legali del premier. Nel 2005 arriva la legge
Cirielli, nota anche come salva-Previti, che
riduce i tempi della prescrizione per gli
incensurati e prevede gli arresti domiciliari al
posto della detenzione per gli
ultra-settantenni. I due provvedimenti forse
più discussi sono stati il Lodo Schifani del
2003 e il Lodo Alfano del 2008. Prevedevano
il divieto di sottoporre a processo le prime
cinque cariche dello Stato, tra cui il premier:
entrambi sono stati bocciati come
incostituzionali dalla Consulta. ldc

LUI È UN ARTISTA
NELLA FABBRICA
DEL FANGO
Cordero: “Berlusconi ha costruito
un’Italia decerebrata”
di Silvia Truzzi da vergognarsi a stare lì, simu- Quindi non è vero che voglio-
lando consenso ilare; l’intera si- no depoliticizzare la giusti-
occaccio, in una no- tuazione sa d’osceno. zia?

“B
vella, evoca la sensa-
zione di disagio che si
ha quando qualcuno
pretende di raccontare una bar-
zelletta senza esserne capace.
Non è una battuta, però, che ci
seppellirà: siamo al crocevia
dell’ennesimo strappo, tra rifor-
ma della giustizia e processo
breve. Che accadrebbe se la de-
mocrazia venisse definitiva-
mente domata dalle fruste ber-
lusconiane? Abbiamo interpel-
lato l’immaginazione di Franco
Cordero, professore emerito di
Procedura penale e scrittore.
Professor Cordero, come
s’immagina l’Italia dopo la
cura delle “riforme”?
Decerebrata. Trent’anni d’una
fiera televisiva stregonesca con-
sumano i neuroni: costa fatica
pensare; e siccome l’animale
umano tende a schivare le fati-
che mentali, riesce popolare
qualunque regime che gliele ri-
sparmi. Il genio berlusconiano
sta nell’avere fornito agl’italiani
uno spettacolo permanente: in
stato semi-allucinatorio ognuno
s’illude d’essere ricco, felice,
spiritoso, e d’avere enormi pos-
sibilità perché vede persone da
poco in posti importanti; misu-
randole raddoppia l’autostima
euforica; appena piova l’occa-
sione, rampa anche lui. L’orga-
no pensante collettivo subisce
danni difficilmente riparabili.
La consigliera regionale Mi-
netti, precedentemente igie-
nista dentale e imputata a
Milano, aspira alla Farnesina.
Forse perché parla l’inglese, ma
persino facchini d’albergo han-
no competenza fonetica in ma-
teria.
Fa quasi ridere.
Il comico ha effetto liberatorio.
Qui siamo nel grottesco. Scena-
ri deformi stringono lo stoma-
co. Ad esempio le epifanie ber-
lusconiane in luoghi chiusi: pre-
sente l’icona, un’inconfondibi-
le voce mugola slogan; l’ultimo
è che le procure siano cancro da
estirpare; i dignitari annuisco-
no; nel pubblico spira estasi.
Talvolta corre l’obolo ma è un
fatto che il berlusconismo abbia
aspetti classificabili nel reperto-
rio mistico.
E le barzellette?
L’incommensurabile volgarità è
fattore determinante della sua
fortuna.
Anche il bunga bunga è dive-
nuto slogan: appena può lo
cita.
Vuol disinnescare lo scandalo,
ma non so quanto gli convenga
fingere umorismo davanti a un
pubblico dove qualche finto
sorriso tradisce malessere: c’è
Franco Cordero, professore emerito di Procedura penale (FOTO CONTRASTO)
Mettiamo che passino la ri- Vogliono una magistratura ma-
forma della giustizia e il pro- novrabile dall’esecutivo. Roba da teratologia o scienza squaglia i processi. Poi? sembra l’Italia del duce.
cesso breve. Che accade? A cosa mira la riforma? dei mostri: non è mai avvenuto Ritoccheranno l’articolo 3, in- Nell’Italia fascista sopravviveva-
L’azione penale esercitabile o Acquistare anime e intimidire i che dei giudizi penali svanisca- staurando una signoria oligar- no poteri concorrenti: monar-
meno, secondo lune politiche, non acquisibili: il fine è un’at- no perché risulta superato un chica. chia, esercito, burocrazia, Chie-
è punto capitale del programma mosfera nella quale toccare B. e termine; ci voleva il gusto ber- Così non siamo più un Paese sa; né l’istupidimento collettivo
berlusconiano. Quando l’attore i suoi sia delitto, o almeno atto lusconiano del grottesco. democratico. escludeva residui d’una diffusa
pubblico sia un funzionario la tartufescamente biasimevole; e Loro dicono: è l’Europa che La bienséance politica sarà requi- facoltà critica. Berlusconi è l’u-
cui carriera dipende dal mini- il dissenso diventa innocuo. ce lo chiede. sito d’ammissione ai concorsi. nico demiurgo della storia d’Ita-
stro, saranno impensabili pro- E il processo breve? Viene Battuta da circo equestre o in- Ricorda molto un’altra Ita- lia: la parola greca significa “fat-
cessi politicamente molesti e se presentato come lo stru- fimo varietà: l’Europa deplora i lia... tore d’un popolo”; guardi quan-
ne potranno combinare d’utili mento che salverà gli italiani processi troppo lunghi; non Nell’Italia fascista era regola, né ti piccoli suoi emuli vanno in gi-
contro gli avversari. In mano al dai tempi biblici della giusti- chiede che spariscano. B. esiterebbe, selettore inesora- ro, quanta gente ha decerebra-
pirata la leva penale diventa ar- zia attuale. Ci sono profili di incostituzio- bile. Non gli fanno paura le mi- to. Il vento berlusconiano essic-
nese d’alto rendimento. Lo sap- A parte le poche risorse, i tempi nalità? sure forti. Costerebbe poco per- ca i cervelli. Nell’Argolide del
piamo artista nella fabbrica del lunghi dipendono in larga misu- Eccome: quando una percen- suadere il pubblico televisivo XIII secolo a.C. sparisce la scrit-
fango. ra da un perverso pseudogaran- tuale cospicua dei casi sia fulmi- che lì regni un’autentica demo- tura: vanno a fuoco palazzi reali;
tismo, essendone corresponsa- nata, i relativi imputati godran- crazia, all’insegna del popolo la gente migra; la causa è una
bile il centrosinistra al governo no d’una fortuna attribuibile a sovrano. lunga siccità causata da venti
Peggio nella fine secolo: da allora fiori- vari accidenti, in spregio all’ar- È stato detto molte volte: secchi. Televisioni e governo
del fascismo scono tecniche della fuga dal ticolo 3 della Costituzione (cit- Orwell, 1984. berlusconiani soffiano come gli
processo; sono fattori incompa- tadini eguali davanti alla legge); Con fondali meno cupi, ravviva- alisei.
“ Almeno con
il Duce c’erano
tibili tempi stretti ed espedienti
defatigatori; quante volte B. ha
lucrato la prescrizione?
L’equivoco è volutamente
giocato sull’oggettiva lun-
sul quale articolo 3 erano andati
a picco tre privilegi immunita-
ri.
Poniamo che la Consulta non
la bocci.
ti da riti fescennini. La metamor-
fosi è già percettibile.
E come sarebbero i rapporti
tra i poteri dello Stato?
Ormai il Parlamento è camera
Ci dobbiamo aspettare del-
l’altro?
Vuole più potere, l’ha detto, la-
mentando che ne abbia troppo
il presidente della Repubblica.
poteri che si gaggine, specie della giustizia Niente d’impossibile, basta che d’eco dell’esecutivo. Berlusco- Inutile dire quale imbarbari-
civile. Berlusconi vi piazzi uomini ni vuol ridurre i seggi affinché il mento incomba, viste le pulsio-
bilanciavano: Qui pesa il deficit nelle risorse suoi. personale sia ancora più docile. ni aggressive nelle sue file: non
(personale, immobili, strumen- Quindi ci troviamo in questa Le attuali Camere sono luoghi esiste l’ombra d’un esprit de cor-
monarchia, tario ecc.), imputabile al gover- situazione: Consulta addo- dove degli sconosciuti lucrano ps; homo homini lupus, carnefici-
no, non al corpo giurisdiziona- mesticata, pubblici ministeri grossi stipendi, benefit vari, fu- na permanente; e appena lui
esercito, le. che agiscono secondo istru- ture pensioni. Il passo seguente passi a miglior vita, scoppieran-
Come definirebbe il proces- zioni impartite dall’esecuti- sarà uniformare la scuola. no le guerre tra successori, co-
Chiesa... so breve? vo, il processo breve che Scusi se insisto, ma davvero me alla morte d’Alessandro.
”
Tregua? Anche una stretta di mano è difficile
NAPOLITANO: “BASTA GUERRA POLITICA”. MA LA REALTÀ È NELLA FOTO CON FINI E B. COSTRETTI AL GESTO DI RITO
di Sara Nicoli una guerra continua tra le parti che samente tirato. È durato tutto solo un Berlusconi risiede tutto nella sconfit-
competono per la maggioranza alle attimo, nessuna parola scambiata, ta al primo turno che potrebbe inne-
a tutto benissimo”. I sondaggi scare un lento, quanto inesorabile di-
“V Ghisleri, i preferiti da B., foto-
grafano, impietosi, che attaccare Na-
elezioni”. Insomma, un richiamo alla
classe politica a cambiare passo
(quelli precedenti erano stati “accol-
nessun gesto oltre lo stretto necessa-
rio. Pare che Fini fosse particolar-
mente nervoso anche per l’attacco
stacco da parte della Lega. A dire il
vero, a insinuare il sospetto di un pos-
politano è un boomerang anche in ti con ipocrisia”, aveva commentato della Moratti a Pisapia: “Una cosa sen- sibile crollo dell’asse Pdl-Lega in caso
campagna elettorale e Berlusconi si lo stesso Napolitano) che Berlusco- z’altro studiata a tavolino”, avrebbe di voto negativo a Milano sono state,
trasforma immediatamente in pom- ni, stavolta, ha dovuto digerire. Ma detto il presidente della Camera ai nei giorni scorsi, proprio alcune pri-
piere. “Gelo con il Quirinale? Mac- solo fino a un certo punto, anche se suoi. Fatto ufficiosamente conferma- me file leghiste. Che continuano a
ché, non c’è alcun motivo di distac- all’arrivo a villa Miani, ieri ha stretto to dall’entourage del Cavaliere che già parlare del fatto che su 660 comuni in
co! Ieri ho parlato di riforme della la mano a Fini. Un gesto doveroso, ma prima dell’ingresso al ricevimento cui la Lega è in lista per le ammini-
Costituzione, dell’architettura dello il gelo tra i due era palpabile, gli aveva fatto sapere che “oggi (ieri, ndr) strative, in ben 150 corre da sola,
Stato, di dare più poteri al presiden- sguardi severi, quello di Fini quasi si lascerà massima visibilità a Letizia” contro il Pdl. Poi, il colloquio Tre-
te del Consiglio, ma sono tutte cose sorpreso, quello di Berlusconi deci- affinché giocasse in prima persona la monti-Bossi è costante e questo sta
che si realizzeranno tra qualche an- sua partita (e si è vi- facendo impazzire Berlusconi, con-
no, quindi non c’è nessun gelo...”. sto anche come). Pe- sapevole del fatto che “se ora salta il
rò oggi l’intenzione governo saltano anche i conti pubbli-
PECCATO che, come al solito, non del Cavaliere è ritor- ci”.
sia vero nulla. All’ambasciata d’Israe- nare in campo in pri-
le a villa Miani, ospite dell’ambascia- ma persona per non INSOMMA, in queste amministra-
tore Gideon Meir, il Cavaliere ce l’ha perdere “neppure tive Berlusconi non gioca solo le sorti
messa tutta per non andare, come uno degli elettori di della legislatura, ma anche le sue per-
sempre, sopra le righe. Anche per- Milano”, anche se sonali. E per farlo non può che con-
ché le sue parole del giorno prima chiuderà la campa- tinuare ad alzare il tiro e i toni dello
(“più poteri al premier, meno al Col- gna elettorale vener- scontro politico perché questo piace
le”) avevano lasciato Napolitano stu- dì a Napoli. La parti- alla famosa “pancia” del suo più stret-
pefatto. Al punto da convincerlo, ieri ta meneghina, lo ha to elettorato. I fuochi d’artificio, dun-
mattina in visita istituzionale a Firen- ammesso lui stesso, que, non sono finiti. Anche Napoli-
ze per i 150 anni dell’Unità, a ribadire Ma non è distensione Sguardi tesi e stretta ha una valenza na- tano si aspetta che arrivi pure di peg-
che “la lotta politica non deve essere di rito tra B. e Fini (FOTO ANSA) Nel riquadro Napolitano zionale. E il timore di gio.
pagina 6 Giovedì 12 maggio 2011

“I
MINZULPOP

l piano nucleare del governo
Interrogazione Pd: potrebbe pesare sulle tasche
degli italiani anche dopo lo stop a
seguito del disastro di Fukushima. Il governo venga
il governo chiarisca in Parlamento e renda noto quali siano gli accordi
previsti dal protocollo Italia-Francia sul nucleare
sottoscritto nel febbraio 2010 e se contemplino
patto nucleare con Parigi eventuali clausole di rescissione e rimborso in
caso di arresto del piano di cooperazione
energetica in materia di nucleare tra Italia e
Francia”. È quanto chiedono gli esponenti del Pd
Ermete Realacci e Luigi Zanda che ieri hanno
presentato un’interrogazione parlamentare
congiunta a Camera e Senato ai ministeri dello
Sviluppo economico e degli Esteri e alla Presidenza
del Consiglio. “Su questo tema”, proseguono gli
esponenti del Pd, “da mesi abbiamo già chiesto
chiarimenti al governo con altre interrogazioni, ma
non c'è stata mai nessuna risposta. È un fatto
molto grave sul quale è indispensabile chiedere la
massima chiarezza e trasparenza”. E l’Anci,
l’associazione dei Comuni italiani, avvia un’azione
legale contro il governo per i mancati fondi previsti
per chi ospitava le vecchie centrali.

IL MAGO AUGUSTO
Il Tg1 fa parlare due volte il governo:
prima il racconto del cronista, poi la voce di B.
di Carlo Tecce do di par condicio. Ma il me- lespettatori con imperdibili da viale Mazzini) che consi-
todo direttorissimo resiste per- notizie sul maglioncino per dera la parola, ovvero il tem-
è il trucco con l'in- ché profondo e complesso. i cani, le puzzette dei bebè e

C’
ganno. Un gioco di
prestigio per con-
fondere il Tg1 con
un megafono del governo.
Non è facile appaltare il 70
per cento del pacchetto po-
litico al centrodestra, ogni
edizione, ogni giorno, sem-
pre. L'Agcom ha multato la
Rai perché il telegiornale di
Augusto Minzolini è squili-
brato, pende a favore di una
parte ben visibile e ricono-
scibile, un orrore nel perio-
Quel che sei o sette milioni
di italiani guardano la sera è
il prodotto di un lavoro cer-
tosino che include pochi ed
esclude molti. Il Tg1 conta
più di 150 giornalisti, deci-
ne di generali e caporali, di-
visioni, truppe, ausiliari. Ep-
pure è un gabinetto di guer-
ra che decide come confe-
zionare un telegiornale im-
permeabile per Berlusconi
che, al minuto 18, stacca
sull'attualità e rassicura i te-
po concesso alla voce di Ber-
la crociera mediterranea. lusconi o Bersani.
Minzolini per Pavia è un gior-
IL GABINETTO di guer- nalista perfetto e imparziale.
ra, al comando di Minzolini e Non sbaglia l'Istituto, per ca-
dei vice Fabrizio Ferragni e rità: il direttorissimo è geniale.
Gennaro Sangiuliano, segue Prendiamo l'intervento di
un protocollo, una forma Berlusconi all'interno del Pa-
normale per qualsiasi gior- lazzo di Giustizia a Milano:
nale, ma inutile per il Tg1 del l'inviato Castelli prima ripor-
direttorissimo. ta punto per punto il discor-
Due riunioni, ore 10 e 16: so del Cavaliere, poi manda
mezz'ora con gli appunta- l'audio con le stesse frasi.
menti di giornata, distribu- Così il telespettatore l'ha
zione di incarichi, interviste, sentito due volte, ma di fatto
comizi. Poi la scaletta scom-
pare, diventa segreta, con-

Il programma di Sgarbi
sultabile per un gruppo di
iniziati, mentre il caporedat-
tore Francesco Giorgino, fe-
delissimo di Minzolini, riem-
IL CAMERINO DI MASI pie con un pezzo di B. e un
pezzettino di Gasparri un
contenitore che rispetta una
sola logica: 70 per cento di
spazio al centrodestra, la
mancia a chi rimane. Gior-
gino cucina il Tg1 con gli in-
gredienti che piacciono a
Minzolini, sotto l’occhio vi-
gile del vicedirettore di tur-
no e i cronisti vanno in giro a
raccogliere pareri. L'inviato
al seguito del Partito demo-
cratico o dell'Italia dei Valori
ha il compito di registrare tre
o due minuti che, riversati in
redazione, s'accorciano a
uno oppure a zero. I giorna-
listi sanno che la politica sarà
a due strati: un servizio sul
È già pronto il camerino di Mauro Masi, ex direttore presidente del Consiglio
generale Rai, nello studio di via Tiburtina che che, all'occorrenza, viene
ospiterà “Il mio canto libero” di Vittorio Sgarbi. Ma qualificato come capo del
la trasmissione slitta ancora: dal 18 al 25 maggio. Pdl e il pastone con – in or-
dine cronologico – l'opposi-
Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini (FOTO LAPRESSE)
zione, la maggioranza e il go-
verno. Così i berlusconiani
avranno l'ultima battuta che
s'insinua in chi ascolta a ca-
sa. Chi è in redazione è al
buio: ieri l'ufficio politico
conosceva i temi in genera-
le, “Berlusconi o Bossi, Di
Pietro, amministrative”.
La luce l'accende Minzolini
che, aiutato da Ferragni o Sa-
giuliano che tengono a bada
i portavoce, compone un te-
legiornale con una media fis-
sa: 70 per cento al centro-
destra, 30 all'opposizione.
MINZOLINI contesta i da-
ti Isimm-Agcom perché som-
mano i minuti dedicati a un
partito o a un segretario ri-
spetto ai concorrenti e repli-
ca (anche con l'azienda),
consapevole del magico si-
stema, con le analisi dell'Os-
servatorio di Pavia (pagato
Minzolini
contesta i dati
e la multa
dell’Agcom, ma
il suo sistema è
un megafono
per il Cavaliere
la voce di B. è passata una
volta sola. Con le opposizio-
ni, sempre Tg1 di lunedì
scorso, l'operazione è esat-
tamente contraria: la narra-
zione del cronista si sovrap-
pone al politico. Risultato: si
capisce male e dura di me-
no.
Adesso è più chiaro perché
Minzolini sia un innovatore
per l’ex dg Masi e il Pdl. Un
mago.

Tutta casa e Chiesa, e la devota Dorina scoprì il Caimano

CANDIDATA SINDACO A CROTONE PER IL CENTRODESTRA, TACE SULLE STOCCATE DEL CAVALIERE ALL’UDC. E CASINI LA LICENZIA
di Wanda Marra
orina? Sarà stata imbaraz-
“D zata lì sul palco con Ber-
lusconi. Per questo non avrà di-
feso Casini. Ma certo una per-
sona che prima era nell’Udc,
poi è andata nel Pd, è passata
nell’Api e poi è tornata all’Udc
è una che ha fatto tanti cambia-
menti. E diventa poco credibi-
le”. Fotografia pacatamente
acuminata di Dorina Bianchi,
fatta dalla compagna di tante
battaglie, targate “pro-life”,
Paola Binetti (al momento an-
che compagna di partito). La
Bianchi, candidato Sindaco di
Crotone, militante nelle fila
dell’Udc, appoggiata anche dal
Pdl, martedì ha ricevuto in so-
stegno alla sua campagna elet-
torale addirittura una visita con
comizio di Silvio Berlusconi. Il
quale non ha evitato di attacca-
re sia Fini che lo stesso Casini, il
suo leader. Ancora la Binetti:
“Non voglio criticare in questo
momento Dorina. Penso che il
silenzio dipenda dal suo carat-
tere. Lei adesso vuole diventa-
re Sindaco. Rispetto a questo,
tutto il resto viene dopo. Poi,
penserà a cosa dire. Certo, non
vorrei che la mossa di Berlusco-
ni facesse parte della sua cam-
pagna acquisti. Anche perché
poi succede che uno diventa
de facto parte di uno schiera-
mento piuttosto che di un al-
tro, in base a come si compor-
ta”. Un ritratto, sempre pacata-
mente, al vetriolo. Lei, ieri, il
giorno dopo si è difesa dalle po-
lemiche dichiarando di aver
mandato un sms a Casini (“il te-
lefono era sempre staccato”),
ma sostenendo che fosse “ir-
reale” chiederle un gesto sul
palco. E poi, dopo la campagna
elettorale, “vedremo”. Il leader
centrista in realtà ha espresso
parole nettissime, che suona-
no come un vero e proprio li-
cenziamento: “Abbiamo idee
molto diverse su come si sta in
un partito. Peraltro, è giusto
che ognuno vada dove lo porta
il cuore”. A proposito di come
si sta in un partito, la Bianchi
non si è risparmiata i cambia-
menti e i trasferimenti. Medi-
co, classe 1966, pisana di nasci-
ta e calabrese d’adozione, en-
trò in Parlamento nel 2001, nel-
le file dell’Udc nel collegio tra-
dizionalmente rosso di Croto-
ne, dove si impose per soli 83
voti sull’avversario ulivista,
Rocco Caetani (la sfida tra i due
finì 24.098 a 24.015). Capelli
biondi, occhi azzurri, foulard
firmati, look curatissimo, nel
complesso un’aria da fatina
buona, la Bianchi si era conqui-
stata il soprannome di “Marta
Flavi del Parlamento”.
UNA FATINA sfegatatamen-
te pro-life. Relatrice della legge
40 sulla procreazione assistita,
si espresse però a favore del re-
ferendum. Nel 2005 uscì dal-
l’Udc per passare al gruppo Mi-
sto e poi entrare nella Marghe-
rita. “Nell’Udc non c’è collegia-
lità”, denunciava. Ma l’idea che
circolava allora era che i centri-
sti non le avrebbero garantito la
rielezione. Rimase nel Pd appe-
na nato, dove militava convinta-
mente nelle file dei teodem. Nel
2006 fu eletta alla Camera nelle
liste dell’Ulivo, poi nel 2008 al
Senato la presentò Veltroni. Nei
confronti dell’allora segretario
(che aveva anche sostenuto alle
primarie) si espresse con toni
entusiastici: “È l’uomo giusto
nel momento giusto”. Pasdaran
cattolica sostituì Ignazio Mari-
no (al contrario di lei ultra-lai-
co) proprio quando si parlava di
testamento biologico. Suscitan-
Spesso cambia
casacca, prima
era nel Pd.
È la relatrice
della legge sulla
procreazione
assistita
do a dir poco le perplessità della
componente laica del partito.
LA ACCUSARONO di aver
fatto carte false per sostituire
Marino. Fatto sta che a pochi
giorni dall’insediamento in
commissione non votò il testo
dell’emendamento ufficiale del
Pd al ddl Calabrò (quello che
prevedeva la possibilità di so-
spendere alimentazione e idra-
tazione in base al principio di
autodeterminazione). Ma nella
bufera fino in fondo ci entrò do-
po: quando firmò insieme al Pdl
per la nascita di una commissio-
ne d’indagine del Senato sulla
pillola abortiva Ru486, “sco-
standosi dalle decisioni dell’uf-
ficio di presidenza”, secondo la
denuncia di Anna Finocchiaro.
Era settembre e dal Pd per “tor-
nare a casa” nell’Udc (parole
sue) se ne andò dopo l’elezione
di Bersani a segretario. Come ul-
tra-cattolica le sono state rim-
proverate delle incongruenze.
Come quella di avere avuto un
figlio da convivente. “Non sono
sposata perché il mio compa-
gno è divorziato. All’inizio l’ho
vissuta male. Poi l’ho superata”,
si giustificava in un’intervista a
Libero. Qualcuno ha criticato la
sua passione assoluta per la
moda. In Parlamento si
racconta di non aver-
la mai vista due volte
con lo stesso vestito.
O con lo stesso parti-
to.
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 7

I
RELAZIONI PERICOLOSE

contatti tra il boss Luciano Lo Giudice e i
La cosca e la strategia due magistrati, Vincenzo Mollace e
Alberto Cisterna, sono segnalati
nell’ordinanza d’arresto, avvenuta un mese fa, che
del terrore indica, nella cosca omonima, l’autrice della
stagione del terrore avviata a Reggio Calabria nel
gennaio 2010. Dopo l’arresto di Luciano Lo
a Reggio Calabria Giudice, secondo la ricostruzione dell’accusa, la
cosca pretendeva un “interessamento”, proprio
da Cisterna e Mollace, che però non arrivò mai:
organizzò così tre attentati tra gennaio e agosto
2010. A rivelare la strategia, ai pm di Catanzaro, è
il boss pentito della ‘ndrangheta, Nino Lo Giudice.
La prima bomba esplode il 3 gennaio 2010, contro
la sede della Procura Generale di Reggio Calabria,
diretta da Salvatore Di Landro. La seconda
intimidazione arriva il 26 agosto, con l’ordigno
lasciato all’ingresso dell’abitazione di Di Landro,
mentre il 5 ottobre la cosca colloca un bazooka
davanti agli uffici del Dda, diretta dal Procuratore
Giuseppe Pignatone. Il procuratore di Catanzaro,
il giorno degli arresti, ribadì che nessun atto
illecito era stato commesso dai due magistrati che,
al contrario, avevano “chiuso le porte” alla cosca.

QUEI CONTATTI TELEFONICI

TRA I GIUDICI E IL BOSS
Una perizia informatica ricostruisce
i rapporti tra Cisterna, Mollace e Luciano Lo Giudice Alberto Cisterna, numero due di Grasso alla Dna (FOTO LAPRESSE)

di Antonio Massari sto 2010. In quei mesi esplose

una bomba contro la sede della
risposta, la sua cosca aveva rea-
gito con bombe e intimidazioni.
irca 180 contatti telefoni- Un fatto va subito chiarito: i boss
le: dal 7 febbraio 2005 al 17 ago-
sto 2007, si contano 180 contat-
ti, tra i due magistrati e Luciano
Il numero due i contatti con il boss (“Sono cer-
to che la loro durata è sempre di
della Dna: pochi secondi”) e precisa che,

C
ci, diretti e indiretti, tra il
boss di Reggio Calabria
Luciano Lo Giudice e i ma-
gistrati dell’antimafia Vincenzo
Mollace e Alberto Cisterna.
“Non ho mai avuto contatti con
lui, né direttamente, né indiret-
tamente”, aveva dichiarato, nei
giorni scorsi, Vincenzo Molla-
ce: una perizia informatica del
2007, invece, porta nella dire-
zione opposta.
I CONTATTI tra il boss e i due
magistrati - Cisterna è il numero
due della Direzione nazionale
antimafia - erano già emersi dagli
atti d’indagine, firmati dalla Pro-
cura di Catanzaro, sulla “strate-
gia della tensione” avviata dalla
‘ndrangheta tra gennaio e ago-
Procura Generale di Reggio Ca-
labria, diretta da Salvatore Di
Landro, e fu trovato un bazooka
davanti agli uffici del Dda, gui-
data dal Procuratore Giuseppe
Pignatone. La stagione del terro-
re - stando all’inchiesta della Pro-
cura di Catanzaro - aveva un
chiaro scopo: la cosca di Anto-
nino Lo Giudice - il boss ora è
“pentito” - reagiva contro lo Sta-
to “nell’assurdo convincimento
d’una sorta di diritto all’impuni-
tà”. Un diritto all’impunità che
derivava dai “male interpretati
rapporti, intrattenuti anche per
interposta persona, con appar-
tenenti alla polizia giudiziaria e
alla magistratura”.
Luciano Lo Giudice non aveva
sopportato l’arresto - visti i con-
tatti con Mollace e Cisterna - e, in
Antonino e Luciano Lo Giudice,
quando tra il 2009 e il 2010 pro-
varono a contattare Cisterna e
Mollace, “trovarono sempre le
porte chiuse”, come ha spiegato
il procuratore capo di Catanza-
ro, Vincenzo Lombardo. Né i
due magistrati risultano indagati
per i loro contatti con il boss. Di
certo, però, c’è pure che Lucia-
no Lo Giudice non “millantava”.
Lo dimostra una perizia informa-
tica di Gioacchino Genchi, di-
sposta dall’ex pm Luigi de Magi-
stris, durante l’indagine “Posei-
done”. Genchi e l’ex pm cerca-
vano gli autori di alcune fughe di
notizie pubblicate dal quotidia-
no Calabria Ora, diretto all’epoca
da Paolo Pollichieni. I tabulati di-
mostrano un fatto inequivocabi-
Lo Giudice - spesso per il tramite
di Antonino Spanò, proprietario
di un rimessaggio di barche, do-
ve i due togati avevano ormeg-
giate le proprie imbarcazioni.
LUCIANO Lo Giudice e Ci-
sterna parlano, utilizzando i pro-
pri cellulari, per 78 volte. Tra
Mollace e il boss, invece, Genchi
ricostruisce 13 telefonate. Cer-
to, all’epoca, Luciano Lo Giudi-
ce era incensurato, però era no-
to che fosse vicino agli ambienti
della ‘ndrangheta. Anni dopo
stringe rapporti con un ufficiale
della Dia, Saverio Spadaro Tra-
cuzzi (arrestato, con l’accusa di
associazione per delinquere,
per aver “concretamente contri-
buito, pur senza farne parte, al
“Attività
istituzionale
Ho agito
nell’assoluta
fedeltà alla legge”
rafforzamento della cosca Lo
Giudice”). E un collaboratore di
giustizia, Consolato Villani, defi-
nisce Luciano Lo Giudice come
‘ndraghetista con la “dote” della
“santa”, uno dei “gradi” dell’o-
norata società calabrese.
Alberto Cisterna non smentisce
all’epoca, non pensava che fos-
se affiliato alla cosca. Anzi. “Ri-
cordo il nostro primo incontro:
venne a raccontarmi di un suo
stretto parente, collaboratore di
giustizia, che viveva in una loca-
lità protetta e aveva seri proble-
mi di salute. In seguito gli diedi
una mano, mettendolo in con-
tatto, attraverso le forze di poli-
zia, con un medico, perché suo
figlio era ammalato. Fin qui,
quello che posso raccontare. Gli
altri contatti sono legati alla mia
attività istituzionale: ho agito
nell’assoluta fedeltà alla legge,
mettendo a rischio, peraltro, la
mia vita e quella di altri colleghi.
E proprio la mia fedeltà alla leg-
ge m’impedisce, in questo mo-
mento, di rivelarne i dettagli”.
 UN’INCHIESTA CHE HA UN SOLO OBIETTIVO:
NON VOLTARE LO SGUARDO,
CONTRASTARE L’OMERTÀ E IL SILENZIO.
IL REPORTAGE CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO.

2 EDIZIONI
IN UNA SETTIMANA
IN ITALIA
N.1 IN FRANCIA
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 9

CRONACHE

LE FATTURE CHE COINVOLGONO SCAJOLA

ECCO GLI APPALTI AD ANEMONE
Nelle carte dell’indagine due prove ancora non valutate
Sopra, la casa di Scajola al Colosseo (FOTO ANSA) A destra, le due fatture
di Marco Lillo
chiarato: “Quello che è succes-
tori della casa del ministro nel
2004. Simait fattura a Tecnocos
di Anemone con questa motiva-
zione: “Ns. riferimento com-
messa n. 26/2002 del 4 febbraio
2002 per la fornitura e posa in
opera di impianto di condiziona-
mento per una fornitura di im-
pianti di condizionamento aria
per condizionatore multisplit e
inverter presso il ministero degli
Interni di Roma”. La seconda fa
riferimento alla commessa del
14 febbraio del 2002 per altri
condizionatori sempre “presso
il ministero degli Interni”.
Le date delle fatture dimostrano
che c’è un buco nelle ricostru-
zioni di investigatori e giornali-
sti. Non è vero che la scalata di
Anemone è iniziata con il con-
tratto per i lavori di ristruttura-
zione della sala crisi del Viminale
nel settembre del 2002, due me-
si dopo l’arrivo di Pisanu. Sulla
base di questa affermazione –
nonostante siano provati i van-
taggi ottenuti da Scajola – l’ex
ministro non è stato indagato
E basta leggere le carte di Peru-
gia per capirlo. Già nell’elenco
dei lavori sequestrato ad Anemo-
ne e allegato all’informativa del
Ros dei Carabinieri del 29 aprile
2010, spunta un contratto per
“manutenzione dei locali del
compendio del Viminale” datato
13 maggio del 2002.
Ma anche il primo con-
tratto importan-
te, quello da 2
milioni e 494 mi-
la euro per la “Ri-
strutturazione
degli ambienti de-
stinati alla Sala Si-
tuazioni, all'area
di crisi agli uffici
contermini e all’ar-
chivio dell’Onore-
vole Ministro-Compendio
del Viminale” che risulta
firmato il 19 settembre
2002, stando alle fatture
della Simait pubblicate oggi
dal Fatto, risale a febbraio del
2002. “Quando Pisanu arriva”,
spiegano al Fatto i collaboratori
dell’ex ministro Pisanu, “i lavori
della sala di crisi e dell’ufficio
erano stati già appaltati ed erano
quasi terminati”. Non basta: Sca-
jola diventa ministro altre tre vol-
te e in tutti e tre i
casi Anemone si occupa di ri-
strutturare i suoi uffici: al mini-
stero dell’Attuazione del pro-
gramma nel 2004, al ministero
Attività produttive (23 mila e
880 euro) nel 2005 e poi ancora
al ministero dello Sviluppo eco-
nomico: 31 mila euro pubblici
spesi per “lavori nella stanza di
riposo e attiguo bagno del mini-
stro”. Sono importi piccoli. Ma
nelle carte dell’indagine c’è trac-
cia di un intervento più im-
portante. Il 3 aprile del 2009
Bertolaso, dice al telefono al
dottor Guidelli che “i mini-
stri Tremonti e Scajola han-
no trasferito sul conto (della
Protezione civile) 226
milioni di euro e quin-
di pagheranno tutti gli
stati di avanzamento
dei lavori a La Madda-
lena”. Proprio quelli
che interessavano ad
Anemone e Balducci.

e due fatture che inguaia-

L no Claudio Scajola porta-
no la data del 30 aprile e
del 31 giugno 2002. Ri-
guardano una fornitura di con-
dizionatori per un lavoro svolto
dalla Tecnocos e provano che
Anemone ha lavorato al Vimina-
le nel periodo in cui il titolare
del dicastero non era Giuseppe
Pisanu, come si è creduto fino-
ra, ma proprio Scajola, benefi-
ciato due anni dopo degli asse-
gni usati per comprare la casa
vicino al Colosseo. Quelle fattu-
re sono depositate negli atti del-
l’indagine di Perugia sulla cosid-
detta “Cricca dei grandi eventi”,
ma nessuno finora si era reso
conto della loro importanza.
Dopo la chiusura dell’indagine
perugina dove Scajola non è
mai stato iscritto nel registro de-
gli indagati, Berlusconi ha di-
so al mio amico Claudio Scajola,
uscito totalmente estraneo da
una vicenda che ha profonda-
mente ferito lui e la sua famiglia
è una clamorosa dimostrazione
della necessità di una riforma
della giustizia”. Ieri Scajola ha
pubblicato sul web un trattatel-
lo di 12 pagine dedicato alla vi-
cenda dell’appartamento paga-
to “a sua insaputa” grazie ai 900
mila euro degli assegni di Ane-
mone. A giorni si attende il suo
ingresso al governo.
FINORA si è detto che Anemo-
ne non ha preso nemmeno un
appalto dal Viminale, quando
era retto da Scajola. Per control-
lare questa affermazione, il Fatto
Quotidiano, ha riletto le carte, a
partire dalle due fatture emesse
dalla Simait Service Srl, un forni-
tore storico di Anemone che si è
occupato anche dei condiziona-
perché, per dirla con il brocardo
latino, c’è il do di Anemone ma
non c’è l’ut des di Scajola. Insom-
ma c’è un regalone da un milio-
ne di euro, ma manca la contro-
prestazione. Non tanto perché i
21 contratti firmati dal 2002 al
2009 dalle società di Anemone
per un centinaio di milioni di eu-
ro abbiano come controparte il
Provveditorato delle Opere pub-
bliche del ministero delle Infra-
strutture.
Tutti sanno che si tratta di un
contraente formale che esegue
le direttive del committente rea-
le, che spesso era il ministero
dell’Interno. Scajola era escluso
perché la stagione d’oro di Ane-
mone al Viminale, così si era det-
to finora, era iniziata solo dopo il
4 luglio del 2002, quando Scajola
si dimette dopo aver dato del
“rompicoglioni” al professor
Marco Biagi. E invece non è così.
BAVAGLIO agli insegnanti
Pdl: sospesi quelli che fanno propaganda
ronto il bavaglio anche per le scuole. Il legge”.
Pponente
deputato del Pdl Fabio Garagnani, com- Ma l’intenzione del prode “imbavagliato-
della Commissione Cultura di re” di docenti è presto scoperta: “Il pro-
Montecitorio, ha eleborato una proposta
di legge che prevede che i professori che
faranno “propaganda politica o ideologica
nelle scuole” potranno essere puniti con la
sospensione dall’insegnamento per “al-
meno 1-3 mesi”.
Ma chi può giudicare se un professore sta
facendo propaganda politica? “L'impor-
tante – ha detto il parlamentare – era in-
serire nel Testo unico sulla scuola il divieto
di fare propaganda politica per i profes-
sori”.
“Per quanto riguarda le sanzioni queste
dovranno essere contenute poi in detta-
glio in un provvedimento attuativo della
blema esiste soprattutto in Emilia Roma-
gna, tra i professori della Cgil”.
'Ӄ squallido che anche la scuolapubblica
debba essere gettata in questo modo nella
campagna elettorale” ha risposto il Partito
democratico “dopo gli attacchi alla magi-
stratura mancavano quelli agli insegnati: ci
ha pensato oggi Garagnani con una pro-
posta di legge che dimostra la solita vi-
sione trinariciuta nei confronti della liber-
tà di insegnamento”.
E magari l’idea era anche quella di liberare
qualche posto per i precari che il ministro
dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha la-
sciato a casa.

Vuoi lavorare all’Aler? Racconta i tuoi gusti sessuali

DOMANDE SULLA VITA PRIVATA ALLA SELEZIONE PER UN POSTO DA DIRETTORE DELL’ISTITUTO CASE POPOLARI DI BRESCIA
di Mario Portanova sment) esondano però negli stata un’azienda pubblica, il Ci- ko Lombardi, “per prima cosa a da sono state consegnate soltan- disposti a sopportare questo e
aspetti più intimi della vita per- spel, a cui l’Aler aveva affidato la tutela dell’Aler stesso. Sono to schede di valutazione finale, altro”. Isacchini, il presidente

Hso? aipersone
mai avuto rapporti con
del tuo stesso ses-
Oppure la tua attività nel
settore si limita alla masturba-
zione? O magari soffri di impo-
tenza, eiaculazione precoce,
frigidità, vaginismo... E già che
ci siamo, hai mai tentato il sui-
cidio?
Sono domande che faremo fa-
tica ad accettare dagli amici del
cuore. Chissà come si sono sen-
titi, trovandosele di fronte, i
candidati a un posto di diretto-
re tecnico dell’Aler di Brescia,
l’ex istituto case popolari che
gestisce circa 10 mila alloggi tra
città e provincia. “Alcuni di loro
erano sconvolti”, racconta Mir-
ko Lombardi, consigliere d’am-
ministrazione di minoranza,
per Sinistra ecologia e libertà,
dell’ente presieduto da Ettore
Isacchini, uomo del centrode-
stra. “Ho chiesto e ottenuto dal-
l’Aler il test incriminato, e ho vi-
sto che la realtà superava l’im-
maginazione”. Un direttore
tecnico deve saper progettare,
seguire i cantieri, valutare gli
appalti, dirigere il personale. Le
domande contenute nel test
psicoattitudinale Cba 2.0 (Co-
gnitive Behavioural Asses-
sonale. Attualmente ha perdite
di urina e di feci durante il gior-
no o durante il sonno? Il suo ci-
clo mensile è regolare? Ha mai
avuto aborti? Vomita facilmen-
te? Si droga, fuma, o forse beve
“in maniera eccessiva fino ad
ubriacarsi?”.
NON PAGO di addentrarsi
nella profondità delle viscere, il
test Cba va a toccare gli aspetti
più delicati dell’esistenza uma-
na. Com’erano i rapporti con i
suoi genitori? Magari “pessimi e
senza amore”? Oppure sono
morti quando era piccolo? Quali
traumi ha avuto nella sua vita? E
ancora: ha problemi con il cibo,
o con il sonno? Di che malattie
soffre, e quali problemi psicolo-
gici pensa di avere? Di fronte a
tanta scientifica invadenza, ai
candidati deve essere sembrato
un sollievo rispondere a doman-
de sulla relazione con il fidanza-
to o la fidanzata, con l’opportu-
nità di barrare caselle tipo “cal-
da, serena, affettuosa” piuttosto
che “non c’è amore, ma solo li-
tigi e incomprensioni”.
Il tutto è aggravato dal fatto che
ad avvalersi di questo strumen-
to di selezione del personale è
selezione. Il Cispel è una filiazio-
ne di Confservizi, associazione
di imprese ed enti di gestione
dei servizi pubblici della Lom-
bardia, presieduto da Giovanni
Bordoli, consigliere del Pdl al Pi-
rellone. Ora la vicenda deve
prendere la strada della Procura
della Repubblica, sostiene Mir-
convinto che il questionario
violi la legge contro la discrimi-
nazione sui luoghi di lavoro, in
materia di orientamenti sessuali
e stato di salute”.
E’ vero che i risultati del test, cu-
rati da una psicologa collabora-
trice del Cispel, Mara Micheli,
sono rimasti anonimi e all’azien-
I test psicoattitudinali
Una pagina del test del comportamento, obbligatorio
per i candidati, con domande personali e relative anche
alla sfera sessuale. A sinistra, una palazzina Aler
ma questo non cancella il disa-
gio di chi, in cerca di un buon
posto di lavoro, si è trovato di
fronte a una specie di seduta psi-
canalitica prestampata. Certo
che ogni candidato sarebbe sta-
to libero di alzarsi e andarsene,
ma, afferma ancora Lombardi,
“in tempi di crisi si può essere
dell’Aler di Brescia, raggiunto al
telefono appare infastidito dal
clamore del caso: “Non c’era
nessuna volontà omofobica”,
precisa, “comunque non sono
né uno psicologo né un giudice,
dunque mi riservo ulteriori va-
lutazioni”.
GLI PSICOLOGI, invece, non
hanno bisogno di molto tempo
per offrire la loro. Il Cba
“è un test che misura, in
modo superficiale, so-
prattutto la tendenza alla
depressione e all’ansia”,
spiega Chiara Lupo, spe-
cialista in psicodiagno-
stica. “Fa effetto la natu-
ra delle domande, a cui è
davvero antipatico dover ri-
spondere in una selezione di
personale”. Lo conferma Luigi
Solano, docente di psicologia al-
l’Università di Roma: “Il suo im-
piego mi sembra del tutto im-
proprio, non solo per la viola-
zione della privacy, ma anche
perché nulla garantisce che il
candidato risponda sincera-
mente a domande così private,
in cui è evidente quali potreb-
bero essere risposte valutate ne-
gativamente”.
pagina 10 Giovedì 12 maggio 2011

ECONOMIA

TRA MOGLIE
E MARITO NON
METTERE PARMALAT
Indagati due coniugi banchieri attivi
su fronti opposti della scalata
di Vittorio
Malagutti Lactalis ha così raggiunto il direttore generale Gaetano
e Antonella Mascali 29 per cento di Parmalat met- Miccichè, “ha fornito infor-
Milano tendo a segno un colpo de- mazioni – si legge nel decreto
cisivo nella battaglia per il di perquisizione – non in pos-
erquisizioni a raffica e controllo del gruppo di Col-

P
sesso del pubblico la cui ri- I francesi di Lactalis controllano il 29,9 per cento di Parmalat e hanno lanciato un’opa sul resto a 2,6 euro ( FOTO ANSA)
quattro indagati per ag- lecchio. velazione al di fuori della sua
giotaggio e insider tra- funzione ha influito in modo fondo Investindustrial è quin- didato dai tre fondi come am- Finanza che ha perquisito le
ding. Fa un salto di qua- CANÈ ADESSO è indagato determinante sull’esito del- di approdata nel 2010 a Soc- ministratore delegato di Par- sedi di sei banche e società
lità l’inchiesta della Procura per insider trading, cioè l’a- l’operazione”. Secondo la Gen. Nel mirino del’indagine malat al posto di Enrico Bon- coinvolte a vario titolo nella
di Milano sulla scalata a Par- buso di informazioni riserva- Procura le informazioni in affidata al sostituto procura- di. La svolta giudiziaria arriva vicenda Parmalat. Oltre a Soc-
malat e al centro dell’indagi- te, mentre la moglie è sospet- merito al prezzo “che avreb- tore Eugenio Fusco sono finiti proprio alla vigilia di due ap- Gen, Intesa e Lazard gli inve-
ne ci sono due banchieri, Fa- tata di aggiotaggio, ovvero la be offerto Intesa San Paolo so- altri due professionisti: il ban- puntamenti decisivi in quella stigatori hanno bussato alla
bio Canè di Banca Intesa e divulgazione di “notizie false, no state comunicate a Patrizia chiere di lungo corso Carlo che ormai sta diventando la porta anche di Crédit Agrico-
Patrizia Micucci di Société esagerate o tendenziose” in Micucci”. È la prima volta che Salvatori, numero uno di La- saga infinita del latte di Col- le, un’altra banca di riferimen-
Générale, marito e moglie. Il grado di influenzare il prezzo un caso di “pillow talking” zard in Italia impegnato come lecchio. Per oggi è infatti pre- to di Lactalis, e di due società
primo impegnato, almeno in di un titolo. Il manager di In- (chiacchiere sul cuscino) fini- consulente di Lactalis, e Mas- vista la riunione del consiglio di pubbliche relazioni: Image
teoria, per creare una corda- tesa, stretto collaboratore del sce al centro di un’inchiesta simo Rossi, un manager can- di amministrazione del grup- Building ingaggiata dai fran-
ta italiana che ostacolasse giudiziaria nel mondo della fi- po emiliano che dovrà dare la cesi, e Brunswick, al servizio
l’attacco dei francesi di Lac- nanza, anche se nelle settima- propria valutazione sul prez- dei fondi d’investimento.
talis, avrebbe passato infor-
mazioni riservate alla consor-
Altri due ne scorse da più parti era stata
notata la singolare posizione
I magistrati zo (2,6 euro per azione) pro-
posto dai francesi di Lactalis L’INDAGINE è comunque
te, che invece lavorava per il
fronte opposto. Risultato:
manager nel della coppia Canè-Micucci,
marito e moglie impegnati su
sospettano che nell’Opa annunciata due set-
timane fa. Ed è atteso a giorni,
solo ai primi passi e potrebbe
riservare nuove clamorose
nella notte del 21 marzo il
gruppo transalpino è riuscito
mirino della fronti opposti. Entrambi han-
no alle spalle brillanti carrie-
Lactalis sia stata forse già domani, anche il ver-
detto della Consob sul pro-
sorprese. Al centro delle ve-
rifiche, su cui da settimane è
a battere Intesa proprio sul re. In particolare Micucci, 51 spetto informativo deposita- impegnata anche la Consob,
filo di lana aggiudicandosi procura di anni, ha lavorato fino al 2007 informata to dal gruppo transalpino in ci sono innanzitutto gli scam-
con un’offerta da quasi 750 alla banca americana Lehman vista dell’offerta pubblica in bi in Borsa sul titolo Parmalat
milioni il 15,23 per cento di Milano per (fallita nel 2008), partecipan- in anticipo del Borsa. che dai 2 euro circa di metà
Parmalat messo in vendita do a operazioni di grande ri- Ieri però a mettere a rumore il gennaio è arrivato in marzo a
dai fondi d’investimento insider trading lievo come la scalata a Tele- prezzo offerto mondo finanziario è stata l’o- sfiorare i 2,6 euro. Nel frat-
Mackenzie, Skagen e Zenit. com di Roberto Colaninno e perazione condotta dal Nu- tempo è successo di tutto.
Grazie a quell’operazione e aggiotaggio soci. Dopo una parentesi nel da Intesa ai fondi cleo valutario della Guardia di Prima l’attacco dei fondi che
hanno rastrellato sul mercato
il 15 per cento dell’azienda di
Corriere della Sera, alla fine Geronzi Lazio, Roma, Alitalia, Bnl: i precedenti
Il reato di aggiotaggio è quello contestato più volte negli ultimi
Collecchio. Gli stessi fondi
che hanno dapprima presen-
tato una lista di candidati per
lascia anche l’ultima poltrona anni a finanzieri e banchieri per vicende diverse: dalle tentate
scalate a Bnl, Antoveneta e Alitalia, al crac Parmalat, alle
il rinnovo del consiglio di am-
ministrazione di Parmalat. E
manovre di Borsa sui titoli delle squadre di calcio Lazio e poi hanno messo in vendita le
di Giovanna Lantini di scontro, per poi riprendere con rinnovato Roma. Il mese scorso a Milano il pm Luigi Orsi durante il loro quote dichiarando che
Milano impegno nuove strade, ma sempre con i me- processo ai cosiddetti “ furbetti del quartierino”, per la scalata, avrebbero privilegiato un
desimi punti cardinali”. Quella stessa mattina fallita, a Bnl, nel 2005, ha chiesto 4 anni e 7 mesi per l'ex eventuale acquirente italiano.
lla fine Cesare Geronzi taglia i ponti an- proprio il Corriere aveva ipotizzato un suo im- Intanto anche Intesa si dava
Al'exche con Rcs Quotidiani. Le dimissioni del-
presidente delle Generali dal consiglio di
minente sbarco al ministero dell'Economia al
posto di Giulio Tremonti, scenario che Pa-
presidente di Unipol, Giovanni Consorte, 3 anni e sei mesi per
l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, 3 anni per
gli immobiliaristi Stefano Ricucci e Danilo Coppola. Non c'è
un gran da fare. La banca ha
intavolato trattative con Lac-
amministrazione della società che controlla lazzo Chigi si è immediatamente premurato ancora stata la sentenza. Assoluzione, invece, sempre a Milano, talis per un’operazione con-
direttamente il Corriere della Sera, in quanto di smentire. Quanto agli scenari editoriali, per quattro banche e sei manager al processo per aggiotaggio, giunta, salvo cambiare rotta
non ancora pervenute, erano state trattate an- non c'è nessuna sostituzione in vista per Ge- nato da un filone del crac Parmalat. Sono state assolte Morgan quando da Roma la coppia
che nel corso del cda di lunedì scorso, al quale ronzi, che era entrato nel cda di Rcs Quoti- Stanley, Citigroup, Deutsche Bank e Bank of America. Per una Giulio Tremonti - Gianni Letta
Geronzi non aveva presenziato. Assenza giu- diani poco più di un anno fa in rappresentan- finta scalata ad Alitalia nel 2007 sono finiti sotto inchiesta per ha messo in chiaro che sareb-
stificata dalla contestuale cerimonia di con- za di Mediobanca insieme a Giovanni Bazoli, aggiotaggio l'ex presidente della Corte costituzionale, Antonio be stata preferibile una solu-
segna del premio “alla carriera” Guido Carli. Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Baldassarre e il manager Giancarlo Elia Valori. Un’accusa di zione italiana.
Ricevendo il quale direttamente dalle mani Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti aggiotaggio è addirittura costata il carcere all’ex agente E così, nel nome dell’italiani-
del sottosegretario Gianni Letta, il banchie- Provera, che avevano preso il posto dei con- calcistico Vinicio Fioranelli che nel gennaio scorso è stato tà, la banca guidata da Cor-
re imputato tra il resto per il crac Cirio (la sen- sueti esponenti di spicco del mondo cultu- arrestato per il suo tentativo di scalata alla Roma. Sul fronte rado Passera è arrivata molto
tenza sulla richiesta di 8 anni formulata dai rale, economico e sociale del Paese, creando Lazio invece a marzo del 2009 è stato condannato in primo vicina a chiudere l’accordo
pm è attesa a breve) ha rievocato le dimissioni di fatto nella società più ambita del gruppo grado per aggiotaggio a due anni di reclusione addirittura il con i tre fondi per la loro quo-
di Carli dalla guida di Bankitalia dettate dalla una sorta di replica del patto di sindacato che presidente Claudio Lotito. Sotto inchiesta erano finite le ta. Allo sprint però l’ha spun-
convinzione che “le difficoltà paralizzanti do- controlla l'intera Rcs. Per la quale oggi è in manovre che hanno portato l’imprenditore romano a tata Lactalis. Tutto in una not-
vessero essere superate con determinazione, calendario la prova dei conti trimestrali con diventare il primo azionista della società. te. Salvo rischi di insider e ag-
anche se, del caso, abbandonando il terreno un aggiornamento sul monumentale debito. giotaggi vari.
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 11

ECONOMIA

CONFINDUSTRIA SI SCUSA
Il direttore generale Giampaolo Galli ammette:
“Sbagliato applaudire il manager Thyssen”
di Stefano Feltri certamente non di rincresci- di incontrare i famigliari del- di Confindustria, Gattegno,
mento. Martedì il responsa- le vittime (l’incontro avverrà ancora si arrampicava sugli
arcia indietro totale: bile per la sicurezza sul la- specchi per spiegare gli ap-

M
la Confindustria
chiede scusa per gli
applausi durante il
convegno di Bergamo, saba-
to scorso, al manager Thys-
sen condannato a 16 anni
per omicidio plurimo, Ha-
rald Espenhahn.
TOCCA A Giampaolo Gal-
li, il direttore generale del-
l’associazione degli indu-
striali, ribaltare la linea du-
rante una trasmissione tv su
La7, ieri mattina: “L’applau-
so all'amministratore delega-
to di Thyssen è stato sbaglia-
to, inopportuno, e colgo
l’occasione per chiedere
scusa a nome di Confindu-
stria ai familiari delle vittime
e all’opinione pubblica che
si è sentita colpita e offesa”.
Galli è netto, dalle sue parole
è chiaro che ora ufficialmen-
te Confindustria considera
quello che è successo alle as-
sise a porte chiuse di Berga-
mo un infortunio. E dire che,
fino a due giorni fa, il mes-
saggio del presidente Emma
Marcegaglia e della sua squa-
dra era stato confuso, ma
voro di Confindustria, Salo-
mone Gattegno si giustifica-
va dicendo che non conosce-
va la “dinamica dell’inciden-
te” della Thyssen e non era
presente a Bergamo durante
l’applauso. Il Sole 24 Ore of-
friva resoconti minimalisti
delle polemiche, senza la-
sciar intendere un penti-
mento interno all’associazio-
ne. E il Corriere della Sera, sem-
pre martedì, riportava la vo-
ce della “base”, cioè una se-
rie di lettere anonime di im-
prenditori associati di Con-
findustria il cui tono era que-
sto: “La condanna inflitta ai
manager Thyssen evidenzia
come in Italia sia sempre più
difficile fare impresa”. L’im-
pressione, insomma, è che
l’applauso di sabato a Espe-
nhahn, appena condannato
a 16 anni e mezzo per il rogo
in cui morirono sette operai
nel 2007, fosse sentito.
CHE COSA è successo per
ammettere la gaffe e chiede-
re scusa? Chi conosce quello
che è successo dentro Con-
findustria in questi giorni,
I familiari delle vittime
al processo Thyssen di
Torino; a fianco, Galli
e Boccuzzi, ieri
in un dibattito tv
(FOTO ANSA)
racconta che i vertici dell’as-
sociazione hanno cambiato
linea dopo le proteste dei fa-
migliari delle vittime. Si sono
accorti che la posizione
pseudo-liberista secondo cui
leggi e sentenze sulla sicu-
rezza sono un ostacolo all’e-
sercizio della libera impresa
si stava rivoltando loro con-
tro. E quindi prima è arrivata
la richiesta della Marcegaglia
domani), poi le scuse pub-
bliche di Galli, che si limita a
chiedere “maggiore certezza
del diritto in Italia”.
ANTONIO BOCCUZZI,
ex operaio Thyssen soprav-
vissuto al rogo e ora depu-
tato Pd, era l’altro ospite del
Coffee Break su La7 con Galli:
L’azienda
tedesca vuole
dismettere
l’impianto
di Terni,
3 mila posti
a rischio
“Ho apprezzato le scuse di
Galli e l’intenzione di voler
incontrare i famigliari dei ra-
gazzi morti nel rogo. Certo,
solo il giorno prima il re-
sponsabile per la sicurezza
plausi”.
Una delle versioni ufficiali
che Confindustria accredita-
va, infatti, era che l’applauso
fosse partito nel momento in
cui Espenhahn prometteva
che il gruppo Thyssen avreb-
be continuato a investire in
Italia nonostante la condan-
na. Peccato che, proprio ie-
ri, si sia diffusa la notizia del
nuovo piano industriale di
Thyssen, annunciato dal ca-
po azienda Heinrich Hiesin-
ger in una lettera ai dipen-
denti, che prevede la cessio-
ne dell’impianto Acciai spe-
ciali di Terni, dove lavorano
3 mila persone.
LA DECISIONE di dismet-
tere l’intero segmento acciai
speciali, dove i margini si
stanno riducendo, dovrebbe
essere formalizzata nella riu-
nione del consiglio di sorve-
glianza della capogruppo
ThyssenKrupp Ag domani.
Per Terni, dove Espenhahn
abita da anni, rischia di es-
sere un colpo micidiale, la
Fiom locale è già pronta alla
mobilitazione.

È fatta per Mario Draghi alla Bce SCIOPERO E SCONTRI

Anche la Germania dice sì AD ATENE BRUCIA IL FUOCO DEL DEBITO

ario Draghi sarà il prossi-
M mo presidente della Ban-
ca centrale europea. La pro-
mozione del governatore
della Banca d’Italia a Franco-
forte sarà ufficiale soltanto
con il consiglio europeo dei
capi di Stato e di governo del
24 giugno. Ma è solo un pas-
saggio burocratico, perché
quello che contava era il via
libera della Germania. E ieri
il cancelliere tedesco Ange-
la Merkel ha fatto sapere,
prima in un’intervista a Die
Zeit, poi con un comunicato
ufficiale del portavoce del
governo sosterrà la candida-
tura di Draghi alla poltrona
più alta della politica mone-
taria europea.
BERLINO ha da sempre un
potere di veto de facto sulla
nomina del presidente, un
po’ perché la Bce è espressio-
ne della cultura monetaria te-
desca (unico obiettivo: con-
tenere l’inflazione) e anche
perché la sua è l’economia
più grande e quindi lo Stato
tedesco il primo contribuen-
te alle finanze della Bce. L’u-
nico candidato alternativo a
Draghi era Axel Weber, che
però si è dimesso da governa-
tore della Bundesbank (la
Banca centrale tedesca) ed è
uscito dai giochi. La Cdu, il
partito della Merkel, non era
del tutto entusiasta di Weber
e non è stato in grado di pun-
tare con convinzione sull’u-
nico tedesco praticabile,
cioè Jürgen Stark, membro
del board della Bce. “Il pro-
blema vero è che non ci si po-
teva permettere un altro caso
Ashton”, dice Sandro Gozi,
eurodeputato del Pd che da
un anno e mezzo sosteneva
con raccolte firme e campa-
gne la nomina di Draghi. Non
si poteva rischiare, cioè, che
uno stallo diplomatico pro- ni: il professore è un esterno di Federico Simonelli
ducesse lo stesso risultato ot- alla Banca d’Italia, e l’appara-
tenuto nella scelta del mini- to fa sempre resistenza a im-
e Stefano Vergine
Atene
stro degli Esteri dell’Unione: posizioni dall’alto (ma pure
la baronessa Catherine Draghi era esterno). E soprat-
Margaret Ashton, impalpa- tutto Tremonti ha già messo
bile diplomatica arrivata qua- un suo stretto collaboratore,
Gdueliinterrompono
slogan dei manifestanti si
intorno alle
del pomeriggio. Il corteo
si per caso a gestire la diplo- l’ex sottosegretario Giusep- organizzato dai due principali
mazia europea. Alla Bce ser- pe Vegas, alla Consob. Molti sindacati, Gsee ed Adedy, si
viva prima di tutto una perso- si opporranno ad avere due sfalda in piazza Syntagma, a
na con le competenze tecni- autorità così importanti “tre- pochi metri dal parlamento.
che necessarie per gestire an- montizzate”. Un gruppo di anarchici tira
ni che saranno molto com- bottiglie d'acqua verso la po-
plessi, tra crisi del debito so- SE PREVALE la soluzione lizia. È la scintilla che dà il via a
vrano di mezza Europa e con- interna, c’è pronto il diretto- un paio d’ore di guerriglia ur-
temporanei pericoli di infla- re generale Fabrizio Sacco- bana. Gli agenti rispondono Gli scontri di ieri a piazza Syntagma (FOTO LAPRESSE)
zione dovuta alla troppa liqui- manni oppure il suo vice con un fitto lancio di lacrimo-
dità. Draghi ha senza dubbio Ignazio Visco, due dirigenti geni, gli anarchici estraggono costa un euro e ottanta cente- bancario che preferisce non ri-
il profilo giusto, da presiden- che garanirebbero continuità sassi e molotov. Niente di ine- simi al litro, quasi il doppio ri- velare il suo cognome. “L'uni-
te del coordinamento inter- con la linea di Draghi (incluse dito per Atene, abituata da un spetto a un anno fa, l'Iva è pas- co effetto certo che avremo -
nazionale tra banchieri cen- le perplessità sulla salute dei anno a questa parte a continue sata per tanti beni di consumo secondo Giorgos Pontikos, re-
trali Financial Stability Board conti pubblici e sulle basse manifestazioni. Ma quello di dal 19 al 23 per cento”. sponsabile internazionale del
ha maturato l’autorevolezza prospettive di crescita). Il ieri è stato uno sciopero gene- Sullo sfondo restano le voci di Pame, movimento vicino al Par-
necessaria per insediarsi alla premier Silvio Berlusconi rale dal significato particola- una ristrutturazione del debito tito comunista greco – è che sa-
testa della Bce. “Ma ha fatto non ha candidati da propor- re. pubblico greco: un'ipotesi che ranno erosi ulteriormente i di-
tutto da solo, il governo e so- re, ma di certo non starà a “avrebbe conseguenze deva- ritti dei lavoratori”.
prattutto Giulio Tremonti guardare. UN BLOCCO quasi totale stanti per il Paese e per l'Euro-
non hanno mai fatto assoluta- Ste. Fel. delle attività, arrivato un anno pa”, ha detto ieri il commissa- È UNO DEGLI ULTIMI slo-
mente nulla per sostenere la dopo la morte di tre impiegati rio Ue agli affari economici e gan diffusi dai megafoni. Poi il
candidatura di Draghi – dice bancari intrappolati nel rogo monetari, Olli Rehn. lancio di oggetti verso la polizia
l’onorevole Gozi – anzi, dele- Illustrazione della filiale della Marfin Egna- e la risposta a suon di cariche e
gazioni straniere al G20 e allo di Marilena tia, in via Stadiou. Davanti a IN PIAZZA, però, la gente lacrimogeni. Il centro città di-
Stability Board raccontano Nardi quell'ufficio, ora in via di ri- non ci pensa: gli slogan sono venta terreno di battaglia: fini-
che il ministro ostenta indif- strutturazione, ieri c'erano de- tutti contro l'imminente piano rà, dopo un paio d'ore, con una
ferenza quando parla Draghi, cine di mazzi di fiori freschi. Di di privatizzazioni, che dovreb- trentina di persone fermate e
legge il giornale o se ne va”. fronte hanno sfilato pacifica- be essere presentato domenica decine di feriti. Tra questi an-
mente migliaia di persone. C'e- in Parlamento, e contro i sacri- che un uomo, Christos Reso,
CON DRAGHI a Franco- rano i docenti universitari, spa- fici imposti alla nazione per far trasportato in sala operatoria
forte, però, si apre il proble- ventati da un disegno di legge fronte alla recessione e tentare nell'ospedale di Nikaia per un
ma della successione alla che prevede la riduzione da 24 di fornire garanzie in cambio di grave ematoma cranico.
Banca d’Italia. Dove lo sce- a 11 degli Atenei. C'erano i me- probabili nuovi aiuti interna- In piazza Syntagma una ventina
nario è sempre lo stesso, da dici, i lavoratori del settore zionali. Le ultime voci, smenti- di persone a fine giornata sie-
mesi. Tremonti, se dipen- ferroviario e di quello na- te ripetutamente ma non per dono circondate da almeno
desse da lui, punterebbe vale, i controllori di volo, questo meno attendibili, se- cinquanta poliziotti. Sono gli
su Vittorio Grilli, diret- gli impiegati di banca e i condo gli ateniesi, parlano di ultimi manifestanti rimasti sot-
tore generale al mini- giornalisti. “Ci hanno un nuovo prestito da 60 miliar- to il parlamento greco. Dicono
stero del Tesoro che ha già tagliato le tredicesi- di di euro. Soldi provenienti da di essere il movimento di Syn-
da poco avuto l’impor- me e le quattordicesi- Unione Europea e Fondo Mo- tagma, e di ispirarsi alle prote-
tante presidenza del co- me, e anche le pensio- netario Internazionale, “che di ste pacifiche di piazza Tahrir.
mitato Ecofin Ue, che su- ni - spiega Panaghio- certo non aiuteranno noi citta- “Resteremo qui - dicono - fin-
pervisiona le politiche tis, veterinario ses- dini ma serviranno alle banche ché non avremo notizie del no-
economiche dei Paesi santenne - ai tagli si internazionali che hanno in stro compagno ferito. Se però
membri. Ma l’ipotesi Grilli sono aggiunti gli aumenti del- pancia il nostro debito pubbli- dovesse morire, le cose non sa-
ha due forti controindicazio- le imposte. La benzina verde co”, ci dice Vassili, impiegato ranno più quelle di prima”.
pagina 12 Giovedì 12 maggio 2011

DAL MONDO

IL TERREMOTO
C’È STATO
MA IN SPAGNA
Almeno 10 morti a Lorca
mentre Roma si svuotava per la profezia Una delle vittime del sisma a Lorca. Sotto, un barista del quartiere romano dell’Esquilino ieri (FOTO ANSA)

Madrid plica ancora più devastante, di

lla fine, la realtà ha stravol-
A
to le profezie. Non c’è stato
il terremoto che, nella gior-
nata di ieri, avrebbe dovu-
to distruggere Roma secondo
quanto aveva previsto, trent’an-
ni fa, il pseudo-scienziato Raffae-
le Bendandi. E non c’è stato nep-
pure il violento tsunami che, per
il presunto “professor Wang”,
doveva scuotere Taiwan, deva-
standola. Ma alle 5 del pomerig-
gio, nel sud-est della Spagna, re-
gione di Murcia, un forte sisma
ha seminato il panico nella città
di Lorca, provocando la morte di
almeno dieci persone. Prima
una scossa di 4,4 gradi della scala
Richter, due ore più tardi una re-
5,2 gradi. Edifici distrutti, un
ospedale evacuato, il campanile
di un’antica chiesa di stile baroc-
co crollato a pochissimi metri
dalla troupe della rete pubblica
Tve che commentava in diretto la
disgrazia. E, fino a tarda notte,
terrore fra i 90mila abitanti di
questa cittadina che è un impor-
tante centro turistico, mentre al-
tre scosse venivano avvertite an-
che nel capoluogo della regione
e nella vicina Andalusia.
IL GOVERNO ha attivato un’U-
nità militare d’emergenza con
150 soldati che hanno raggiunto
a tarda sera la zona del disastro da
Valencia. Ma poche ore prima del
terremoto di Lorca, diverse scos-
se erano state avvertite tra Cala-
bria e Sicilia, una delle quali in
Zapatero invia
l’esercito
provincia di Palermo. La notte
precedente, uno sciame sismico
aveva colpito la zona dell’Etna.
Sorpresi gli spagnoli, i romani
Psicosi nella
che si erano preparati fino al li-
mite della psicosi hanno tirato un Capitale: 20%
sospiro di sollievo. “Credo che
siano persone troppo serie e sca- di assenze
fate per farsi prendere da queste
sciocchezze”, ha commentato il negli uffici. Lievi
sindaco Alemanno. “Roma co-
munque ha i suoi codici antisi- scosse in Sicilia
smici che vengono rispettati ed è
sempre preparata con la sua Pro-
tezione Civile”. sono stati disertati dal 20 per cen-
In realtà, a vedere i dati diffusi dal- to dei romani”. E inoltre, “alber-
l’Aduc, l’Associazione dei consu- ghi e agriturismi nei dintorni del-
matori, alla “sciocchezza” hanno la capitale hanno registrato un in-
creduto in parecchi. “Gli uffici consueto aumento delle prenota-
zioni”. Allarme rientrato solo a
tarda sera, quando chiunque si è

Il supergiudice in panchina difende Bin Laden
PARLA GARZÓN, IL MAGISTRATO SOSPESO DA MADRID, CHE HA INDAGATO CONTRO I GRANDI CRIMINALI MONDIALI
di Alessandro Oppes
Madrid
n un certo senso sì, mi sento un
“I esiliato. Il mio stato d’animo?
Buono e cattivo allo stesso tempo”,
riflette Baltasar Garzón. “In questi
giorni si compie un anno dalla mia
sospensione dalla magistratura. E
ancora mi chiedo perché. È difficile
capire come dei miei colleghi ab-
biano potuto prendere una decisio-
ne simile per il fatto di aver inter-
pretato e applicato la legge con cri-
teri diversi dai loro, ma comunque
riconosciuti validi dai principi e
standard d’interpretazione di giuri-
sti e tribunali nazionali e interna-
zionali. Però quest’anno è stato an-
che di un’intensità molto positiva.
Nel mio lavoro di consulente del Tri-
bunale penale internazionale del-
l’Aja, ho indagato sulle violazioni
dei diritti umani in Congo, Kenya e
Libia. Esperienze che mi hanno
riempito molto al di là delle aspet-
tative”.
AVVILITO MA COMBATTIVO
come sempre, Garzón si confessa. E
non è un caso che lo faccia di fronte
a un gruppo di corrispondenti della
stampa estera. Perché il suo pensie-
ro, e la sua attività, ormai sono sem-
pre più lontani dal paese nel quale
per 30 anni ha indagato sulla cor-
ruzione politica e il narcotraffico, sul
terrorismo e gli scandali finanziari.
Il “superjuez” parla a ruota libera, in
attesa di sedere sul banco degli im-
putati in almeno due dei tre processi
che gli sono stati intentati con l’ac-
cusa di “prevaricazione” (per aver
indagato sui crimini del franchismo
e per aver ordinato l’intercettazione,
in carcere, delle conversazioni tra al-
cuni detenuti per lo “scandalo Gur-
tel” e i loro avvocati, mentre nel ter-
zo caso, che riguarda i compensi per
alcune conferenze tenute a New
York, non esiste ancora un’imputa-
zione precisa). In parte c’è rassegna-
zione nelle parole del giudice più fa-
moso di Spagna, diventato una star
internazionale il giorno in cui, nel
1997, ordinò l’arresto a Londra del-
l’ex dittatore cileno Augusto Pino-
chet. “La presunzione dovrebbe es-
sere quella di innocenza, ma finora
sembra che nel mio caso mi sia stata
applicata la presunzione di colpevo-
lezza. È come una lunga corsa a osta-
coli, vedremo come andrà a finire”.
Ciò che Garzón sembra aver ben
chiaro in mente è che in qualunque
caso, anche se dovesse essere con-
dannato, resterà magistrato “per tut-
ta la vita, fino al momento della pen-
sione. L’essere giudice non me lo to-
glieranno mai, con nessuna sospen-
sione. Questa attività si può fare in
molti modi e in molti posti”. Parole
dettate, probabilmente, dalle conti-
nue offerte che gli piovono da tutto
il mondo. L’ultima: quella del segre-
tario dell’Organizzazione degli Stati
americani per far parte della missio-
ne per il processo di pace in Colom-
bia.
Liberato dagli obblighi di riservatez-
za della funzione (gli unici casi di cui
non parla sono quelli di cui si sta
occupando all’Aja), Garzón si con-
fessa a tutto campo, partendo da una
critica alla scelta americana di eli-
minare Bin Laden: “Sono contrario
alla pena di morte. Se non considero
giustificata quella che si impone con
un giudizio, immaginate cosa posso
pensare di una condanna che viene
eseguita senza processo. Anche il
peggior terrorista del mondo non si
merita un’azione contro la sua vita
quando ci possono essere altre op-
zioni. Io credo che i delinquenti de-
vono essere arrestati”.
MA IL DISCORSO TORNA poi
inevitabilmente sulla Spagna, dopo
il polverone politico suscitato negli
ultimi giorni dalla decisione della
Corte costituzionale di ammettere,
alle amministrative del prossimo 22
maggio, le liste di Bildu, la sigla che
ha sostituito il partito basco fuori-
legge Batasuna. “È grave per la de-
mocrazia squalificare questi giudici,
che sono i supremi garanti della Car-
ta. Certo, non è un problema solo
spagnolo. Se andiamo in Italia, ve-
diamo che il presidente del Consi-
glio Berlusconi, se non ha accusato i
magistrati di Milano di essere mem-
bri delle Brigate Rosse (ma c’è stata
un’altra persona a farlo), a suo tem-
po però commentò che i giudici – e
citava anche me – facevano parte di
una rete rossa internazionale della
magistratura, di sinistra e non si sa
bene che altro”.
Baltasar Garzón (FOTO ANSA)
potuto rendere conto che aveva-
no ragione gli esperti sismologi:
la profezia non aveva valore
scientifico.
PERÒ ERANO MESI che la
psicosi cresceva sul Web, alimen-
tata anche da decine di gruppi su
Facebook. Tanto che il Campido-
glio è dovuto intervenire per
tranquillizzare la popolazione ri-
cordando che si trattava solo di
una “leggenda metropolitana”. Il
Comune ha dovuto persino atti-
vare un servizio telefonico per in-
formare i cittadini sull’emergen-
za inesistente. E l’Istituto nazio-
nale di geofisica ha organizzato
ieri un “open day” dal titolo “Co-
noscere e prevenire aiuta ad ave-
re meno paura”.
Ma per chi vuole credere alle pro-
fezie, sembra che il pericolo non
possa dirsi ancora del tutto scon-
giurato. Anzi, la tragedia sarebbe
proprio dietro l’angolo: per il
predicatore radiofonico Harold
Camping, sabato 21 maggio arri-
verà “la fine del mondo”. Secon-
do il calendario Maya, invece, ci
resterebbe ancora un anno e
mezzo di vita: l’Apocalisse è fis-
sata per il 21 dicembre 2012. Se-
condo Nostradamus, al contra-
rio, possiamo stare tranquilli: da
ciò che scrisse al figlio Cesare, ri-
sulta che l’astrologo francese
non prevedeva la fine del mondo
prima dell’anno 3797.
A. Op.
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 13

DAL MONDO

N
IL CAPPIO DEL RAÌS ATTORNO A MISURATA SIRIA
Repressione
continua: 20 morti

ULTIMA CARTA DEL REGIME O ltre venti i morti ieri

La battaglia per la città ribelle decide i destini della Libia
durare per altre 2 o 3 settimane:
riso, farina, olio e salsa di pomo-
doro. “Da molto tempo ormai
scarseggia la frutta e la verdura,
e gli alimenti per i bambini, così
come i pannolini”, assicura Mi-
srati, il quale dice che la popo-
lazione non ingerisce proteine
da settimane, perché non si pe-
sca, non ci sono uova, né polli o
altri animali da macello.
Le autorità rivoluzionarie di Mi-
surata hanno stabilito un siste-
ma di razionamento dell’elettri-
cità, dando poche ore di luce al
giorno, a turno, a ogni quartie-
re, ma le scorte di combustibile
non dureranno più di un mese,
calcola Misrati. “Misurata non
può sopravvivere un’altro mese
se non arrivano gli aiuti umani-
I bossoli delle mitragliatrici pesanti usate per la battaglia di Misurata (FOTO LAPRESSE)
di Francesca Cicardi ga al Fatto Quotidiano Donatella conseguenze alle quali vanno in-
in Siria. Con
proiettili di grosso calibro
sparati dai carri armati è
proseguita l’offensiva
militare decisa dal regime
a Homs e Daraa. Damasco
pare incurante
dell’entrata in vigore di
tari”, denuncia Misrati, preoc- sanzioni decise dall’Ue,
cupato dopo che, nelle ultime dell’appello del segretario
due settimane, le truppe di generale dell’Onu Ban
Gheddafi hanno evitato in tutti i Ki-moon di fermare le
modi l’arrivo delle barche al por- violenze e della nuova
to, unica via di accesso alla città dura condanna della Casa
bloccata. Dopo aver distrutto la Bianca.
rete elettrica in città, hanno an-
che bombardato i depositi di
combustibile che avrebbero ri-
fornito la città per altri 3 mesi,
aggravando così le prospettive
per gli abitanti di Misurata, che
affrontano già le conseguenze
di questa situazione drammati-
ca e si preparano al peggio, per-
ché il Colonnello sembra inten-
zionato ad asfissiare la popola-
zione civile per soffocare la ri-
bellione nell’ultimo bastione ri- DANIMARCA
belle della Tripolitania.
Sospeso il Trattato
di Schengen

isurata sopravvive do-

Bengasi Rovera, di Amnesty Internatio-
nal. I prodotti freschi sono intro-
contro gli abitanti di Misurata.
“La mancanza di luce e acqua GHEDDAFI fantasma L a Danimarca ha
sospeso il Trattato di
Schengen reintroducendo

M
po due mesi di assedio e
di combattimenti che
stanno colpendo in par-
ticolar modo la popolazione ci-
vile. I circa 250mila abitanti ri-
masti in città sono vittime degli
attacchi indiscriminati e siste-
matici delle truppe di Ghedda-
fi, che bombardano i quartieri
popolati di Misurata con razzi
Grad e altri proiettili di lunga
gittata, che hanno già ammaz-
zato decine di persone e ne
hanno ferite centinaia.
OLTRE LA VIOLENZA e il
terrore, la sofferenza dei civili è
accentuata dall’isolamento al
quale la città è stata sottomessa
da metà marzo, quando le forze
governative hanno tagliato l’ac-
qua, la luce e le comunicazioni,
chiudendo gli accessi via terra
alla città e proibendo l’arrivo di
qualsiasi tipo di rifornimento.
“Le famiglie si alimentano di ri-
so, pasta e cibo in scatola”, spie-
Diritti umani mai così tutelati e violati
vabili: i contadini non possono
più accedere ai campi nei din-
torni di Misurata perché troppo
pericolosi e le fabbriche della
città sono state bombardate o
chiuse. Manca frutta e verdura, e
soprattutto latte per i bambini.
“Le persone stanno facendo
fronte come possono ai bisogni
quotidiani, ma questa situazio-
ne non è sostenibile”, dice Ro-
vera, che avverte delle gravi
“Dopo due mesi
d’assedio
mancano luce
e acqua. Siamo
stremati: tra
meno di un mese
sarà la fine”
corrente avranno un impatto a
lungo termine sulla città”, spie-
ga l’investigatrice di AI, che pre-
vede la possibilità che si verifi-
chi una crisi di salute pubblica:
senza energia elettrica, non può
funzionare il sistema di depura-
zione delle acque residuali, che
si somma al fatto che gli abitanti
di Misurata hanno cominciato a
usare l’acqua non potabile di
vecchi pozzi, che potrebbe es-
sere contaminata dalle acque fe-
cali.
“L’ACQUA È la principale
preoccupazione a Misurata”,
spiega al Fatto Saddum al Misrati,
rappresentante dei rivoluziona-
ri di questa città, arrivato a Ben-
gasi. Anche Misrati avverte che
la popolazione sta utilizzando
l’acqua di vecchi pozzi e dell’im-
pianto di desalinizzazione, de-
stinata ad uso industriale, per-
ché le riserve di acqua potabile
stanno finendo. Altrettanto
quelle di cibo, che dovrebbero
e la spinta italiana per la pace i controlli di frontiera con
i vicini Germania e Svezia.
Bengasi Lo ha annunciato il
ministro delle Finanze
Frederiksen, affermando
Gdellaheddafi pare sempre più certo non si trovi più a Tripoli;
si sospetta possa essere nascosto nel deserto a sudovest
Libia, al riparo dai missili alleati e pronto per scappare
che nei giorni scorsi sono
cresciuti “i crimini
dal paese. Il Colonnello non appare in pubblico da quando transfrontalieri.
un presunto attacco della Nato su Tripoli avrebbe ucciso il Costruiremo nuove
figlio minore, Seif el Arab. Negl’ultimi giorni l’Alleanza ha strutture ai confini con
intensificato le operazioni in Libia, concentrandosi sulla nuovi sistemi elettronici e
capitale, dove ieri ci sono stati altri bombardamenti, anche di identificazione delle
in mattinata, dimostrando che ormai la Nato non dà tregua targhe”.
al regime libico, che accusa gli alleati di cercare di assas-
sinare il raìs. Ma l’Alleanza sostiene che questo non è l’o- USA
biettivo, anche se ammette di non sapere se Gheddafi è
vivo o morto. La Nato è stata anche molto attiva a Misurata, Bimbo uccide
aiutando i ribelli nelle zone periferiche. padre neonazista
Si insiste anche per la soluzione diplomatica: l’Onu ha chie-
sto nuovamente un cessate il fuoco, cosí come il Parlamen-
to europeo (che invita la Nato ad attenersi scrupolosamen-
te al mandato della risoluzione 1973 e ad astenersi da un
U n neonazista
dichiarato di 32 anni,
padre di 5 figli, è stato
“uso sproporzionato della forza”) e anzi ascolti il ministro ucciso una decina di
degli Esteri Ue che dovrebbe proporre - indica il Parlamen- giorni fa in casa sua in
to Ue, facendo suo l’emendamento proposto da Gualtieri California con un colpo di
(Sd-Pd) - un immediato cessate il fuoco. (F. C.) pistola. Solo ieri la polizia
ha scoperto che ad
uccidere Jeff Hall,
idraulico che aspirava a
“una società di soli
bianchi”, è stato il figlio di

Il mondo è meraviglioso. Sulla carta 10 anni (ora in custodia

di Elisa Battistini
Dbuoneichiarazione universale dei di-
ritti dell'uomo, 30 articoli di
intenzioni. Protocollo facol-
tativo sull'abolizione della pena di
morte, 11 punti. Convenzione sullo
status dei rifugiati, che è del 1951
ma pare fantascienza. E ancora la
Convenzione contro ogni forma di
discriminazione nei confronti della
donna che è del 1979 e all'articolo
4 recita: “L'adozione, da parte de-
gli Stati, di misure temporanee spe-
ciali tendenti ad accelerare il pro-
cesso d'eguaglianza tra gli uomini e
le donne, non è considerato un atto
discriminatorio”. E noi ancora a di-
battere sulle quote rosa. E che dire
della Convenzione per la preven-
Una protesta contro il Cie di Ponte Galeria, a Roma (FOTO ANSA)
zione della tortura o dei trattamen-
ti inumani e degradanti? L'Italia l'ha
ratificata nel 1988. E allora i Cie
(Centri di identificazione ed espul-
sione)? Non sono mai piaciuti al Co-
mitato europeo per la prevenzione
della Tortura, che effettua visite pe-
riodiche, e neppure alla Corte di
Giustizia europea che due settima-
ne fa ha bocciato la reclusione nei
Cie degli immigrati irregolari. Ma
poi, che cambia?
I DIRITTI UMANI non sono
mai stati così sanciti, proclamati, de-
finiti. Sulla carta il mondo è meravi-
glioso: siamo tutti uguali. Tutti hanno
diritto “a un tenore di vita sufficiente
a garantire la salute e il benessere
proprio e della propria famiglia” (ar-
ticolo 25 della Dichiarazione Univer-
sale approvata dall'Onu nel 1948).
Un bel sogno. A cosa servono, quindi,
dichiarazioni, protocolli e intese?
“Cosa sarebbe il mondo se non ci fos-
sero questi impegni? – chiede, in ri-
sposta, Riccardo Noury, portavoce di
Amnesty International Italia, che og-
gi presenta il suo rapporto annuale –
Con la Dichiarazione universale del-
l'Onu, tutti i paesi hanno sancito qual
è la visione comune a cui tendere.
Hanno detto di volere un mondo in
cui tutti hanno diritto alla sicurezza,
alla salute, al lavoro. Per attuare quei
principi, sono stati messi a punto poi
altri strumenti, come le convenzioni.
Se non ci fossero principi e strumenti,
le cose sarebbero molto peggiori”.
Ma le difficoltà, evidentemente, ci so-
no. I Comitati delle Nazioni Unite so-
no sei: sulla discriminazione razzia-
le, per i diritti umani, sui diritti eco-
nomici sociali e culturali, contro la
tortura, contro le discriminazioni
femminili, per i diritti dei fanciulli. Co-
sa fanno? Rapporti periodici e rac-
comandazioni a chi non osserva ciò
che ha sottoscritto. Il Consiglio d'Eu-
ropa, pure, ammonisce e chiede ar-
monizzazioni legislative agli stati che
hanno ratificato patti. Il punto, però,
è che uno Stato può anche ratificare
una convenzione ma se non adegua
la propria legislazione o, addirittura,
produce leggi che vanno in direzione
contraria ai principi che dice di ap-
poggiare, la realtà resta quel che è.
“Il diritto internazionale – dice Nou-
ry – è molto lento e complesso. E a
volte, anche per chi lavora in asso-
ciazioni come la nostra, i tempi lun-
ghi sono motivo di frustrazione. E
non solo per l’aspetto sanzionatorio.
Un esempio? La Convenzione Onu
contro le sparizioni forzate, che è del
2010. Gli episodi ispiratori sono il Ci-
le di Pinochet, l'Argentina di Videla: si
arriva in ritardo sulla storia anche
nell’affermare dei principi. Ma è pre-
feribile stabilire anche in ritardo che
certi comportamenti sono da con-
dannare che non farlo affatto”.
TORNANDO alla Convenzio-
ne contro la tortura approvata dal-
l'Onu nel 1984 e ratificata dall'Italia
4 anni dopo, c'è un dato significativo:
il nostro paese non ha neppure mai
introdotto il reato di tortura nel co-
dice penale. Quindi, alla fine, gli stati
sono gli ultimi responsabili delle pro-
prie buone intenzioni. Ma intanto
proliferano organismi burocratici atti
a ‘monitorare’ ‘ammonire’ e ‘control-
lare’. Non è assurdo? “É ingeneroso
accusare gli organismi internaziona-
li. Intanto, anche la condanna morale
ha una sua importanza. Per non par-
lare dell'esistenza della Corte Penale
Internazionale, un tribunale perma-
nente che può indire un procedimen-
to per crimini contro l'umanità: una
conquista enorme”.
Tra gli Stati che alla Conferenza di
Roma, nel 1998, non hanno firmato
lo Statuto della Corte dell'Aja figu-
rano Cina, India, Israele e Usa. Ma
gli Stati Uniti non hanno neppure ra-
tificato (assieme alla sola Somalia)
la Convenzione sui diritti del fanciul-
lo del 1989. La più grande demo-
crazia del mondo non ha messo la
firma sui 40 articoli che proteggono
i minori. Forse a causa dell'ultimo:
“Gli Stati riconoscono a ogni fanciul-
lo sospettato, accusato o riconosciu-
to colpevole di reato penale il diritto
ad un trattamento tale da favorire il
suo senso della dignità e del valore
personale”. Mentre nel braccio del-
la morte sono finite persone che
hanno compiuto delitti da minoren-
ni. “I limiti di convenzioni e protocolli
sono molti. I colpevoli però sono i
paesi che non ratificano e quelli che
non rendono efficaci le ratifiche. Su
di loro si può intervenire anche con
sanzioni amministrative, congela-
menti dei patrimoni – aggiunge
Noury – Quindi ci si può pure scan-
dalizzare per la lentezza con cui si
affermano i diritti umani. Ma la pe-
na di morte nel 1961 era stata abo-
lita in 16 paesi. Oggi in 139. E quan-
do si ha la riprovazione di mezzo
mondo, le pressioni si fanno più forti.
E la realtà può cambiare”.
dai servizi sociali della
polizia) che ha confessato.
Jeff Hall era una delle
figure emergenti
all’interno del National
Socialist Movement il più
grande tra i gruppi
americani
dichiaratamente nazisti.
SLOVACCHIA
Arrestato
cannibale
L a polizia slovacca ha
arrestato un sospetto
cannibale, mentre andava
all’appuntamento con la
potenziale vittima, un
cittadino svizzero
conosciuto in chat (e che
si era detto disponibile a
farsi “mangiare”). L’uomo
all’ultimo ci ha ripensato e
ha allertato la polizia. Il
cannibale si era messo
d’accordo con lo svizzero
per ucciderlo, ma al posto
della vittima,
all’appuntamento è
andato un agente, che ha
avuto uno scontro a fuoco
col maniaco che è stato
colpito ed è in gravi
condizioni. Il cannibale
aveva con sé sonniferi,
coltelli, sega per ossa e un
sacco.
pagina 14 Giovedì 12 maggio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

QUINTA TAPPA

Dopo il lutto Dita VonTeese

La regina
Lingotto
Si apre il
Pennetta
Eliminata al
Simply Red
Il concerto

il Giro
del burlesque Salone del primo turno Farewell
guest star libro, agli di Sidney
nell’episodio protagonista Internazionali diventa un
di CSI la Russia di Roma cd-dvd

cade ancora quistare tappa e Maglia Rosa (la

di Giancarlo Padovan
prima dal 1999 per i tulipani),
ha provocato attimi di tensione,
scioltasi fortunatamente alle
prime notizie sulle condizioni
fisiche del corridore. Come lu-
solo fatto di non essere asfaltata.
Già l’anno scorso, nelle vicinan-
ze di Montalcino, si affrontarono
le insidie dello sterrato: la piog-
gia lo trasformò in fango renden-
do la tappa un girone infernale
In un tratto pianeggiante e asfal-
tato, invece, si sono toccati l’ex
Maglia Rosa Millar e lo spagnolo
Vicioso, quello che, ignaro della
tragedia, vinse esultando sul tra-
guardo di Rapallo: nessun pro-

D
olore, sentimento, proteste. La
terza puntata, dopo quella tragi-
ca che ha portato via Wouter
Weylandt, il belga di 26 anni
schiantatosi nella discesa del
Passo del Bocco, è una sorta di
elaborazione del lutto che tra-
duce l’emotività in rabbia. Non
poteva proprio essere la Piom-
bino-Orvieto, quinta tappa di
191 chilometri, di cui ben di-
ciannove di sterrato (degli ulti-
mi quaranta), l’occasione ideale
per fare rinascere il feeling tra i
ciclisti e un Giro tormentato. La
caduta dell’olandese della Ra-
bobank, Tom Jelte Slagter, a di-
ciassette chilometri dall’arrivo,
proprio mentre il suo connazio-
nale e compagno di squadra,
Il corridore della Rabobank, Tom Jelte Slagter, caduto a 13 Km dall’arrivo (FOTO ANSA) Pieeter Weening andava a con-
nedì per Weylandt, la caduta è
avvenuta in un tratto non diffi-
cile, un rettilineo asfaltato. Nel
tentativo di prendere una bor-
raccia, tra l’altro dal massaggia-
tore di una squadra diversa dalla
sua (la basca Euskatel), ma con
una maglia simile (arancione co-
me la Rabobank), Slagter ha per-
so l’equilibrio rovinando a ter-
ra. Soccorso rcon mezzi di for-
tuna, l’olandese è stato caricato
in ambulanza dopo dieci minuti
problematici. Gli accertamenti
all’ospedale di Orvieto hanno
riscontrato una frattura allo zi-
gomo e una lesione alla mandi-
bola. Naturalmente si è ritirato,
assottigliando ulteriormente le
file di un gruppo già privato del-
l’intera squadra della Leopard -
Trek, quella di Weylandt.
PUR ESSENDO un nervo sco-
perto di tutti, il problema non è
solo quello delle cadute – per-
ché è ovvio che ce ne siano e ce
ne saranno –, ma più in generale
della sicurezza. E correre l’ulti-
ma parte della tappa sullo ster-
rato non è sembrata un’idea né
felice, né gradita ai ciclisti. Stra-
de bianche, polvere che si solle-
vava quasi fosse una fitta nebbia
padana, una discesa ardua per il
che produsse un terremoto in
classifica e qualche buon pezzo
da parte dei cantori più appas-
sionati di questo sport maledet-
to dalla fatica. Questa volta Da-
nilo Di Luca non è l’unico che
protesta, solo il più famoso. Ar-
riva al traguardo con il sellino di-
velto: “Sullo sterrato non è cicli-
smo. È mountain-bike o ciclo-
cross. Ma questo è il Giro d’Italia.
Io ho finito la tappa senza sella e
con le gambe ammaccate, senza
nemmeno cadere. Pensate cosa
sarebbe accaduto se fossi finito a
terra”. A terra, per la verità e, per
fortuna, senza gravi conseguen-
ze, è andato Dario De Cataldo: la
bici gli si è quasi sfilata da sotto.
Ferito l’olandese
Slagter. Danilo Di
Luca: “Questo
non è ciclismo, è
mountan bike
o ciclocross”
blema, sono ripartiti subito.
LA SENSAZIONE di un trau-
ma psicologico quasi impossibi-
le da superare risiede in una dop-
pia analisi dei comportamenti.
Da una parte, il gruppo ha tirato i
freni e accentuato le precauzio-
ni perché un morto non si can-
cella con un minuto di raccogli-
mento e la paura, negli assem-
bramenti che precedono le vola-
te, sempre più simili a risse tra
cani rabbiosi, o nelle discese re-
se scivolosissime dalla pioggia o
dal ghiaino, ce l’hanno tutti, dai
coraggiosi agli incoscienti. Dal-
l’altra, l’organizzazione della
corsa appare stretta tra indero-
gabili necessità di spettacolo e le
responsabilità oggettive che gra-
vano su chi sceglie il tracciato e
lo rende percorribile. Il clima è
cupo e preoccupato. Lo confer-
ma il blitz del direttore di corsa
Mauro Vegni che ieri sera ha ab-
bandonato la carovana spostan-
dosi in Friuli per verificare la di-
scesa del Crostis che sabato 21
maggio anticiperà il terribile
Zoncolan. Potrebbero essere
predisposte reti di protezione
stile Kitzbühel per scongiurare i
danni di eventuali cadute.
(ha collaborato Simone Gambino)

FESTIVAL DI CANNES

BERTOLUCCI: DEDICO LA PALMA AGLI ITALIANI CHE SI INDIGNANO

di Anna Maria Pasetti
i indigna, Bernardo Berto-
Sitaliani
lucci. Perché non tutti gli
sanno farlo, ed è dun-
que a quelli "che sanno ancora
resistere, criticare lo stato di
tremenda anestesia in cui ver-
sa il nostro Paese" la dedica
della sua Palma d'oro d'onore
alla carriera ricevuta ieri in
apertura del 64° Festival di
Cannes. Una magnifica lun-
ghissima carriera quella del
70enne cineasta, mai adegua-
tamente accreditata proprio
da questa kermesse, quando
vi fu concorrente. Motivo
questo per bissare il pungi-
glione ironico, "me la danno
perché non mi hanno mai pre-
miato". Il riconoscimento
compensativo è alla fine arri-
vato, consegnato dalle mani
del “suo” Robert De Niro –
qui presidente di giuria – quel
“giovane laconico che faceva
impazzire i giornalisti sul set
di Novecento”. E il personaggio
non è granché cambiato, con-
siderando le scarne (e sbiadi-
te) risposte alla stampa in qua-
lità di primo giurato. L’indi-
gnato Bertolucci, invece, li ha
ampiamente soddisfatti i gior-
nalisti. Che l’hanno applaudi-
to al suo ingresso su una sedia
a rotelle su cui è costretto dal-
la sclerosi multipla. Pensava di
essere punito dalla malattia, e
di dover interrompere la car-
riera. Invece lo scorso anno, il-
luminato dalle nuove diavole-
rie tecnologiche, ha deciso di
continuare. E galoppare verso
un’opera in 3D, trasponendo
Io e te di Niccolò Ammaniti.
Presto si metterà al lavoro: una
location, due persone e tre di-
mensioni. “In fondo l’hanno
fatto anche Wenders ed
Herzog, perché io non do-
vrei?”. Un Bertolucci dal gran-
de cuore e dall’imprevedibile
coraggio: Dino De Lauren-
tiis diceva che il successo ri-
siedeva solo in tre parole,
“cuore, coraggio e culo”. Al re-
gista de Il Conformista manca –
almeno in salute – quel terzo
inevitabile termine. Ma resi-
ste.
Fortunato, invece, si è dichia-
rato l’altro mostro sacro che
ha inaugurato con sapiente
leggerezza le danze cannensi,
Woody Allen. Camicia in
jeans sotto il consueto sguar-
do impassibile, l’inossidabile
newyorchese si definisce “un
uomo a cui è andata sempre
bene” – ma le immagini di Mid-
night in Paris sono l’esplosione
di un impavido dalla passione
illimitata. Perché l’Age d’Or
dell’arte non segue l’anagrafe
e Woody, 75 anni suonati, pun-
ge d’ironia i cliché della ville
lumière come fece con la sua
Manhattan nel 1978: scorrono
le cartoline dei siti cult di Pa-
rigi dove i suoi connazionali
perdono la testa e disperdono
ignoranza. All’inizio sembra
un copione stravisto, ma il
cappellaio matto, in stato di
grazia, conosce i desiderata
dell’umana sorte come le sue
tasche. E ci spiazza. Traspor-
tando ogni mezzanotte l’in-
Owen Wilson e Marion Cotillard in “Midnight in Paris” (FOTO ANSA) .
A destra, Bernardo Bertolucci (FOTO ANSA)
compreso scrittore (Owen
Wilson), occasionalmente
nella capitale francese con fi-
danzata e futuri suoceri
neo-con, a “vivere” i magnifici
anni Venti parigini, vibranti di
“gente” come Hemingway,
Fitzgerald, Picasso, Dalì, Ger-
trude Stein e Buñuel. Tutti
proni ad ascoltarlo dispensan-
do consigli. Poco importa de-
finirli sogni, illusioni o sempli-
ci desideri di chi sente di abi-
tare luogo e tempo sbagliati.
Conta la magia del cinema di
Woody Allen nella capacità di
attraversare e farsi attraversa-
re dalle generazioni indenne:
come accade per i mostri sacri
del suo film, il genio ha il sa-
pore di eterna attualità. Non
esente da difetti, e per questo
plausibile allo scherno. Picas-
so è un nevrotico, Dalì
(Adrien Brody) ossessionato
dai rinoceronti, Gertrude
Stein (Kathy Bates) sembra
la manager poliglotta di una
multinazionale. E Woody Al-
len è colpevole di non “far leg-
gere più a nessuno ciò che
scrivo. Una volta avevo model-
li ispiratori e bravi consiglieri.
Sono tutti morti. Mi arrangio”.
Nessuno è soddisfatto, ciascu-
no vorrebbe vivere in un’era
diversa. E la “bella epoque”,
ora come allora, diventa un as-
sioma pirandelliano, nella biz-
zarra e sarcastica macchina
del tempo di Allen dove il Vir-
gilio della situazione è incar-
nato da una guida museale che
– e qui il gioco si fa sublime – è
interpretata da Carla “premiè-
re dame” Bruni in Sarkozy.
Peccato madame e monsieur
le president abbiano disertato
la Monte de Marche: due as-
senze alla Moretti nella giostra
del gossip. Ma sono applausi, a
prescindere. Il film li merita.
Giovedì 12 maggio 2011
¸Cinema
Da vedere
èèè
Azione / Usa
Red
di Jonathan Schwentke, con Bruce
Willis, Helen Mirren
C’era una volta l’eroe con qualche
macchia ma senza paura di Die
Hard, eppure gli anni passano an-
che per Bruce Willis: il suo Frank
Moses è un agente Cia in pensione,
con i segreti sigillati in testa e un
innocente filarino (Mary-Louise
Parker) per sentirsi ancora vivo.
Ma non è casa dolce casa: un grup-
po di fuoco cerca di farlo secco, e il
nostro chiama a sé i vecchi colle-
ghi, da Marvin (John Malkovich) a
Victoria (Helen Mirren), passando
per Joe (Morgan Freeman). Chi li
vuole morti? Guardami dagli amici,
conviene il regista Robert
Schwentke, e dai fumetti di War-
ren Ellis e Cully Hamner trae Red,
ovvero l’action-movie ai tempi
della vecchiaia. Ma non temiate:
nonostante i protagonisti abbiano
un’età media di 63 anni, l’azione
non è alla moviola, e humour e au-
toironia danno man forte. Tra ro-
velli e paturnie di mezza età (e
qualcosa di più), sparatorie cult (la
Mirren col mitra!) e mood crepu-
scolare, un buon sequel dell’eroica
giovinezza che fu. E un tremendo
interrogativo per Hollywood:
Willis & Co. sono duri a poltrire,
ma dopo loro? (Fed. Pont.)
èèè
Drammatico / Francia
Uomini senza legge
di Rachid Bouchareb, con Jamel
Debbouze, Roschdy Zem, Sami
Bouajila
A memoria richiama lo sguardo
epico. Almeno secondo i canoni
estetici del cinema di Rachid
Bouchareb che dopo Giorni di
gloria (Indigenes 2006, pluripre-
miato) torna a riflettere sulle
IL FUMETTO
ASCESA SENZA DECLINO DI
CLELIA C., BOSS DI RARO TALENTO
èèèè
Noir
Carriera criminale di
Clelia C.
di Luigi Bernardi e Grazia
Lobaccaro, Black Velvet, 174
pag., euro 16
Raccontare la camorra dopo
Roberto Saviano può sembra-
re arduo e, forse, inutile. Inve-
ce un graphic novel appena
uscito per Black Velvet ci rie-
sce benissimo, scegliendo an-
che una formula più onesta di
quella di Gomorra: una storia
dichiaratamente di fantasia, la
“Carriera criminale di Clelia
C.”, che però pesca nella storia
reale di Napoli e della sua ma-
lavita, dai progetti di Raffaele
Cutolo ai soldi della coca inve-
stiti in finanza derivata in Sviz-
zera. Lo sceneggiatore Luigi
Bernardi costruisce una storia
perfetta, un’epica criminale
senza attenuanti e senza mo-
ralismi. Clelia è la figlia di un av-
vocato della Camorra, ucciso
in una delle eterne guerre tra
clan. Lei, ancora prima di en-
trare in possesso dei soldi e dei
segreti del padre, ha già avuto
la sua “prima volta”: un omici-
dio quasi per caso, il primo di
una serie che scandisce il vo-
lume. I disegni sobri, in una ge-
SI PUÒ ANCORA RACCONTARE LA CAMORRA
IN MODO ORIGINALE ANCHE DOPO SAVIANO
WEEKEND
manuale di sopravvienza
WILLIS, DURO
A POLTRIRE
In basso, l’opera di Manuel Alvarez Bravo “Ouvrier en greve assassine Mexico” esposta a Reggio Emilia
controversie ancora non sopite
tra Algeria e la Francia, di cui il
Paese maghrebino è stato colo-
nia per 132 anni, liberandosi nel
1962. Non a caso Uomini senza
legge inizia laddove finiva Giorni
di gloria, cioè nel 1945 al termi-
ne del secondo conflitto mon-
diale nel quale i soldati algerini
arruolati francesi diedero il pro-
prio sangue per la liberazione
dei francesi. Ma senza ottenerne
lida scala di grigi, di Grazia Lo-
baccaro, seguono l’evoluzione
di Clelia da ricca camorrista in
cerca di vendetta a matura spe-
cialista in sofisticate operazio-
ni finanziarie che muovono mi-
liardi. Ma che richiedono, ogni
tanto, un tributo di sangue.
Clelia ha un’ossessione: di-
struggere Napoli, perché ha
di Biondi, Colasanti, Pasetti, Pontiggia
John Malkovich, Bruce Willis e Morgan Freeman in una scena di “Red”.
né indipendenza né onori di mi-
nimo livello. Il focus del nuovo
film, che il cineasta tiene a pre-
cisare “lontano dal documenta-
rismo, ma vero film di finzione
ambientato in contesto storico
reale”, è la diversa ma coesa ade-
sione alla Guerra per l’indipen-
denza (1945-1962) mostrata da
tre fratelli. L’ispirazione melvil-
liana de L’armata degli eroi è
esplicitata dal regista: la guerra e
capito che non può essere sal-
vata da se stessa. E il volume si
chiude con un’eruzione del Ve-
suvio da cui nulla si salva, un’a-
pocalisse anche civile che non
sembra poi molto diversa da
quella che si consuma in queste
ore, soltanto con i rifiuti al po-
sto della lava.
Stefano Feltri
SECONDO TEMPO
rican Splendor, i leggendari fu-
metti di Harvey Pekar e il suo
sosia Paul Giamatti. Shari Sprin-
ger Berman e Robert Pulcini
non ripetono il (quasi) miraco-
lo, e prendendo dalle pagine di
Io e Henry di Jonathan Ames
non si decidono tra dramma e
commedia, i donchisciotteschi
mulini a vento e la presa sul rea-
le di NY: in breve, né carne né
pesce. L’aspirante emulo di Fit-
zgerald e sessualmente ambi-
guo Louis Ives (Paul Dano,
weird come da copione) si tra-
sferisce a Manhattan e trova al-
loggio dall’eccentrico escort
(The Extra Man del titolo ori-
ginale) Henry Harrison, ovvero
Kevin Kline: problema, Kline va
per una fascinosa tangente, gi-
gioneggia oltre misura e si pap-
pa Dano e il film tutto. Rimane il
suo charme, ma la coppia in re-
gia impari la lezione: da un ro-
manzo amato non esce sempre
un buon film. (Fed. Pont.)
è batteria di “Man Is Not A
Romantico / Usa
Beatsly
di Daniel Barnz, con Vanessa
Hudgens, Alex Pettyfer
La bella e la bestia? Ma ci faccia il
piacere! A grattare la patina, la fia-
besca rivisitazione rivela il
teen-movie, genere immarcesci-
bile e iperstrutturato del cinema
Usa. In principio fu il romanzo di
Alex Flinn, poi arrivò lo schermo:
Beastly di Daniel Barnz, che The
Times indicò tra i 50 titoli più at-
i suoi massacri sono palpabili ed tesi del 2010. Peccato, è arrivato
esplodono in una rabbia che ri- solo un anno dopo, e la critica ha
flette quella di chi sta dietro l’o- storto il naso. Perché? La furbizia
biettivo.
èè
(AM Pasetti) non sempre paga, e questa tra-
duzione in chiave adolescenziale
è letteralmente immatura. Pro-
Commedia / USA tagonista è la star di High School
Un perfetto gentiluomo Musical Vanessa Hudgens con il
di Shari Springer Berman e Robert cuore al posto della bacchetta
Pulcini, con Paul Dano, magica: solo il suo amore potrà
Kevin Kline guarire un bello, bullo e viziato
Purtroppo, dimenticatevi Ame- (Alex Pettyfer) dall’incantesimo
di una strega (la darket-
tona Mary-Kate Olsen)
che l’ha sfigurato. Il ju-
ke-box suona sempre,
ma non Carboni : “Ci
vuole un fisico bestiale
per resistere agli urti del-
la vita”, e il culto dell’ap-
parenza baratta la perso-
nalità: che cosa non tor-
na? Semplicemente, la vi-
ta. (Fed. Pont.)
ARTE di Claudia Colasanti
LA COLLEZIONE MARAMOTTI
TRA PUBBLICO E PRIVATO
ubblico e privato nella cultura visiva contemporanea:
Pintrisa
una fusione che appare complessa, forse impossibile,
di mediazioni talvolta ambigue, ma che lascia an-
cora la possibilità alle due entità di funzionare singo-
larmente, ognuna per sé. Per quanto riguarda il privato
ne è un gradito esempio la Collezione Maramotti, col-
lezione d’arte contemporanea (aperta al pubblico) del
fondatore di Max Mara, Achille Maramotti, nata circa
trent’anni fa con l’intento di rappresentare “uno spec-
chio del movimento delle idee artistiche più avanzate del
proprio tempo”. Lo spazio espositivo, ampio e traspa-
rente, è situato nel vecchio stabilimento progettato nel
’57, appena fuori da Reggio Emilia. Oltre alla collezione
permanente, che comprende diverse centinaia di opere
realizzate dal 1945 a oggi, gli eredi di Maramotti pro-
muovono mostre temporanee fra le più significative a
livello nazionale. Fino al 31 luglio è possibile visitare
“Green White Red. A Perfume of Italy in the Collection of
Frac Aquitaine”, un percorso per celebrare l’Unità d’I-
talia, grazie alla storia della fotografia europea e ame-
ricana, dalla fine delle avanguardie degli anni Trenta ai
giorni nostri. Contemporaneamente (e fino al 25 set-
tembre) ”Arte essenziale”, un progetto del filosofo Fe-
derico Ferrari: un insieme di artisti, quasi tutti coetanei,
che nel panorama degli ultimi dieci anni hanno tracciato
una linea poetica comune, pur non dando vita alla co-
stituzione di un gruppo.
Collezione Maramotti, via Fratelli Cervi 66, Reggio Emi-
lia. Orario su prenot: giov-ven: 14,30-18,30; sab-dom:
10,30-18,30. Info: 0522382484. www.collezionemara-
motti.org
pagina 15
è HAHA SOUND
Broadcast
2003 – Warp
L’idea di riproporre
l’acquisto di questo cd
deriva dai ripetuti ascolti del
nuovo album dei Fleet Foxes.
Il cantante e compositore
Robin Pecknold in una nota
scrive la musica che lo ha
ispirato: Dylan, C.S.N.&Y.,
Judee Sill, Morricone, etc.
Andrebbe aggiunto il gruppo
Broadcast, apparentemente
distante anni luce dal folk e
dal country. Il trait d’union è
l’angelica voce della cantante
Trish Keenan, stridente e
seducente in
contrapposizione
all’elettronica sperimentale
del gruppo. Il lato
psichedelico e sperimentale
richiama gli Os Mutantes già
dalla prime note della
Bird” e “Before We Begin”.
In “Colour Me In” e “The
Little Bell” ci sono molti
punti in comune con i Fleet
Foxes: il comun
denominatore è la voce
deliziosa, ispirata al blues. A
soli 42 anni la cantante è
scomparsa in seguito a una
malattia: resterà, come
nettare degli dei, la sua voce
come strumento, come
suono puro scolpito nel
cuore di chi la ascolta.
CD in uscita ³
è HELPLESSNESS
BLUES
Fleet Foxes (Bella
union)
Un caso di stato. La band di
Seattle arriva al secondo
album dopo uno
strabiliante esordio e c’è
(come da copione in Italia)
chi inizia a mal sopportare il
successo (meritato) di un
disco “indie” arrivato al
numero due nelle
classifiche inglesi (Arcade
Fire docet). Il puro ti epura
verrebbe da dire a Silvia
Boschero (L’Unità) che
scrive “dove sta il sacro
fuoco?” Risposta: in
“Bedouin Dress” c’è una
sapiente magia. Paolo
Giordano (Il Giornale)
sbeffeggia: “bello ma
volatile come polline” e,
ancora, “non hanno senso”;
definisce esuberante
“Grown Ocean”, un vero
inno alla vita. “The
Shrine/An Argument” è una
piacevole e complicata
improvvisazione, proprio
quello che non convince
Laffranchi (Corriere). Alla
fine, come sempre, conterà
soltanto se piacerà alla
gente. Sipario.
è CATHOLIC
Gavin Friday
(Rubyworks)
L’ex Virgin Prunes
centellina le produzioni
(grazie!). Conosciuto
soprattutto per l’egregio
lavoro svolto nella colonna
sonora di “In The Name Of
The Father”, Friday
conquista grazie alla sua
voce, simile a quella del suo
grande amico Bono, ed alla
cura del suono di Ken
Thomas, già produttore di
Sigur Ros. Eccellente
l’eterea “Epilogue”,
commovente “A Song That
Hurts”. Per chi vuole
approfondire cercare in
rete la magnifica recensione
di Franco Bacoccoli. (Guido
Biondi)
pagina 16 Giovedì 12 maggio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ capo del governo francese?
Dieci secondi per rispondere, di Nanni Delbecchi
Mi manda
Scilipoti
una visione che potremmo de- di scegliersi un avversario e di

Una Moratti non di più.

T g3
Lo scontro scintillante fra
la Moratti e Pisapia è la notizia
M i chiedo chi sia il mandante
di tutte le cazzate che fac-
cio, recita una vecchia vignet-
ta di Altan. La questione non
finire olistica. Qui Scilipoti era
stato invitato non a motteggia-
re e marzulleggiare, come di
solito gli capita, ma a rendere
conto di un convegno sulla
esplodergli addosso dopo
averlo portato all’esasperazio-
ne; invece Scilipoti caricava a
testa bassa direttamente sul
conduttore, senza un accenno

senza audio del giorno, nessun dubbio.

di Paolo Ojetti
g1Mica facile raccontare i
T meandri di follia nei quali
si aggira questo tg. Parte con
Napolitano e i bambini, prose-
gue con un servizio riparatore
(le multe Agcom mettono
Minzolini in un angolo, come
un pugile suonato) per Di Pie-
tro e i referendum, uno spot
per la Lega (“la solida alleata”,
assicura Castelli) poi accenna
al duello Moratti- Pisapia e
uno che si aspetta? Che si veda
un brandello del suddetto
scontro. Nemmeno per idea.
Arrivano Gheddafi, la Siria,
Bin Laden, Lampedusa. D’im-
provviso, torna la politica: pa-
stoncino con Berlusconi e
Bersani che “critica le parole
della Moratti”. Quali parole,
quelle mai udite? Arrivano o
no? No, non arrivano, non ar-
riva niente se non due righe
lette in studio dal serafico Ro-
mita. Ora, a parte la truffa ai
telespettatori, cosa aspettano
i colleghi che ancora non han-
no venduto l’anima, di abban-
donare questo luogo di perdi-
zione professionale?
g2
T Un titolo, almeno un tito-
lo sul duello fra la Moratti e Pi-
sapia ci voleva. Ma, in tutta
evidenza, la coltellata finale
della Moratti al suo avversario
non avrebbe messo in buona
luce la sindachessa uscente.
Pisapia avrebbe potuto butta-
re lì “pensi al suo bat-figlio”,
ma è un signore ed è meglio
così. Una querela basterà.
Piuttosto, il Tg2 non può ra-
gionevolmente puntare sulle
polemiche attorno ai “poteri”
pretesi da Berlusconi. Anche
perché, se davvero va al Qui-
rinale che fa, ci ripensa? E poi,
quando invoca l’Europa, dove
– secondo lui – i capi di gover-
no valgono il doppio dei ri-
spettivi presidenti della Re-
pubblica, Sarkozy dove lo
mettiamo? Come si chiama il
Certo, a rivedere lo spezzone
finale del faccia a faccia Sky,
l’attacco calunnioso della Mo-
ratti è stato studiato a freddo,
sferrato quando Pisapia non
aveva possibilità di replicare.
La Moratti ha imparato la le-
zione: tu spara una cosa qua-
lunque in Tv, magari la ripeti
da una rete all’altra, diventa
verità rivelata: con questo si-
stema, Berlusconi prende in
giro l’Italia intera (tranne chi è
rimasto in trincea) da 17 anni.
Il pastone politico offre il viso
aristocratico (così si diventa-
va frequentando Gianni
Agnelli: aquilino e rinasci-
mentale) di Montezemolo.
Sembra proprio studiare da
politico per le elezioni del
2013: la loquela marcia con
toni fermi e persuasivi, ma la
strada è lunghissima. Un po’
di Bersani, più tonico (“La
Moratti si è sparata sui piedi”)
dopo un Gasparri zombizzato
che ripete le stesse frasi di
sempre e prima del terremoto
romano: non c’è stato. Nem-
meno una scossa sotto Palaz-
zo Chigi (e Palazzo Grazioli,
che è a pochi metri).
ha perso la sua attualità per-
ché, a differenza di altre do-
mande cruciali, in questo caso
una risposta plausibile si può
trovare. Prima di chiederci do-
ve andiamo, donde veniamo e
che ci facciamo qui, sarebbe
bene chiedersi chi ci ha man-
dati. Uno che ci ha mandato,
gira e rigira, c’è sempre. Nel
caso del medico e onorevole
Domenico Scilipoti, ospite ve-
nerdì scorso di “Mi manda Rai-
tre”, la risposta sorgeva addi-
rittura più spontanea della do-
manda, come avrebbe detto
Antonio Lubrano. Chi lo
manda, Scilipoti? Lo sappiamo
fin troppo bene; anche perché
da qualche mese anche il Go-
verno lo manda qualcuno. E
quel qualcuno è proprio Scili-
poti.
In questo gioco di raccoman-
date con ricevuta di ritorno
s’inscrive l’irresistibile ascesa
del capo carismatico dei Re-
sponsabili, subito passato al-
l’incasso anche dal punto di vi-
sta televisivo. In mezzo a tante
ospitate, la perfomance di “Mi
manda Raitre” ha avuto il me-
rito di illuminare la sua visione
del concetto di responsabilità;
“medicina olistica”, da lui or-
ganizzato, e al quale era stato
invitato un sedicente lumina-
re secondo cui il cancro avreb-
be origini psicologiche e non
ci sarebbe bisogno di curarlo
con la chemioterapia. Non ap-
pena il conduttore Edoardo
Camurri ha messo il respon-
sabile di fronte alle sue respon-
sabilità, alla presenza di una
donna che aveva visto morire
sua figlia, abbiamo assistito al-
la trasformazione epocale. Al-
l’improvviso, Scilipoti non era
più lui. Livido e furibondo, ini-
zia a inveire su Camurri ripe-
tendo all’infinito “Lei è un ma-
scalzone!” e “Lei si deve vergo-
nare!”. Lo stile generale era
quel misto di arroganza e vol-
garità che è il brodo di coltura,
la koiné del nostro ceto politi-
co. Il modello specifico era
“Capra!”, il noto rap di Vitto-
rio Sgarbi. Ma era uno Sgarbi
mal digerito. Intanto perché
all’onorevole Scilipoti manca
il phisique del rapper; e poi
perché Sgarbi ha l’accortezza
Il torinese Edoardo Camurri
conduce la nuova serie
di “Mi manda Raitre”
di risposta alle domande, sen-
za apparenti spiegazioni, e
non c’era verso di fermarlo.
Eppure Camurri le ha provate
tutte. “Io sono educato, io so-
no di Torino”, gli ha detto a un
certo punto, e stava quasi per
mostrargli la carta d’identità.
Ma il Responsabile non se ne
dava per inteso, sordo anche al
maestoso richiamo della Mo-
le. Salvo poi precisare a sua
volta, in chiusura di trasmissio-
ne “Sa, io sono siciliano, e noi
siciliani siamo passionali”.
Questo duello rusticano tra
Monsù Travet e Compare
Turiddu conferma che è un
momento difficile per le tra-
smissioni di servizio come “Mi
manda Raitre”, gloriosa capo-
stipite che ha appena ripreso il
suo cammino. Fino all’anno
scorso al timone c’era Andrea
Vianello; ma siccome rischia-
va di diventare troppo bravo lo
hanno mandato a ospitare po-
litici di buon mattino ad “Ago-
rà”, in una delle poche fasce
orarie dove non andavano a far
salotto. Poi finisce che si mon-
tano la testa, e, anche se sono
responsabili, guarda che cosa
ti combinano.

LA TV DI OGGI
11.00 NOTIZIARIO TG1
11.05 ATTUALITÀ Occhio
alla spesa
12.00 VARIETÀ La prova
del cuoco
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 NOTIZIARIO TG1
Economia - TG1 Focus
14.10 ATTUALITÀ Se... a
casa di Paola
16.10 ATTUALITÀ La vita
in diretta
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 ATTUALITÀ Qui
Radio Londra
20.35 GIOCO Affari tuoi
21.10 FICTION Un medico
in famiglia 7 "La verità ti
fa male lo so" "Tra color
che son sospesi"
23.20 ATTUALITÀ Porta a
Porta
0.55 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus - Che
tempo fa
1.30 ATTUALITÀ Qui
Radio Londra
14.00 ATTUALITÀ Pome-
riggio sul Due
16.10 TELEFILM La signora
in giallo
17.00 TELEFILM Top Secret
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S.
17.50 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
18.15 NOTIZIARIO TG2
18.45 TALK SHOW Mauri-
zio Costanzo Talk
19.30 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 ATTUALITÀ Annoze-
ro
23.10 NOTIZIARIO TG2 -
TG2 Punto di vista
23.25 DOCUMENTARIO
La Storia siamo noi
0.25 RUBRICA Base Luna
1.10 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo 2
1.15 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
15.05 SPECIALE Tribune
Elezioni Amministrative
15.45 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, 94º Giro d'Italia
6a tappa: Orvieto - Fiuggi
Terme, 216 Km (DIRETTA)
17.00 RUBRICA SPORTIVA
Processo alla tappa
18.05 DOCUMENTARIO
Aspettando Geo & Geo -
Geo & Geo
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.10 TELEFILM Cotti e
mangiati
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 TELEFILM Desperate
Housewives
23.25 VARIETÀ Parla con me
0.00 ATTUALITÀ TG3
Linea notte
1.00 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
1.10 RUBRICA SPORTIVA
94º Giro d'Italia - Giro
notte
19.30 NOTIZIARIO TG3
(REPLICA)
20.00 RUBRICA Il caffé -
Noi e loro (REPLICA)
20.30 RUBRICA Consumi e
consumi
20.57 NOTIZIARIO Agrime-
teo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Tempi
dispari
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Il punto
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 NOTIZIARIO News
brevi
23.33 ATTUALITÀ Inchiesta
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 TALK SHOW Uomini
e Donne
16.15 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 VARIETÀ Svisti e mai
Visti
23.45 ATTUALITÀ Matrix
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
2.20 TELEFILM In tribuna-
le con Lynn
13.40 CARTONI ANIMATI
14.35 TELEFILM E alla fine
arriva mamma!
15.05 SIT COM Camera
Cafè
15.45 SIT COM Camera
Cafè Ristretto
15.50 TELEFILM Zack e
Cody sul ponte di coman-
do
16.50 TELEFILM Zeke e
Luther
17.50 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.30 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.30 GIOCO Trasformat
21.10 FILM The Bourne
Ultimatum
23.25 VARIETÀ Le Iene
0.55 RUBRICA SPORTIVA
Poker1mania
1.45 NOTIZIARIO Studio
Aperto - La Giornata
2.00 TELEFILM Chante!
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Wolff - Un
poliziotto a Berlino
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 9
13.50 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Flikken
coppia in giallo
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.40 FILM Ben-Hur -
Seconda parte
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.10 FILM L'altra donna
del Re
23.40 RUBRICA Cinema
Festival
23.45 FILM Arancia meccanica
2.45 TELEVENDITA
Mediashopping
11.25 DOCUMENTARIO
Atlantide - Storie di uomi-
ni e di mondi "Martin
Lutero"
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM Lettera al
Kremlino
15.55 TELEFILM Chiamata
d'emergenza
16.30 TELEFILM J.A.G. -
Avvocati in divisa
18.35 REAL TV Cuochi e
fiamme
19.40 VARIETÀ G' Day
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo
21.10 REAL TV S.O.S. Tata
(REPLICA)
23.20 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)
23.40 ATTUALITÀ Effetto
Domino 2020
0.35 NOTIZIARIO TG La7
0.50 ATTUALITÀ Otto e
mezzo (REPLICA)
1.30 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ L’altra donna del Re
Due sorelle, Anna e Mary, spinte dal-
l’ambiziosa famiglia si trasferiscono a
corte con l’obiettivo di sedurre il re,
Enrico VIII. Quello che avrebbe dovuto
essere un trampolino di lancio per otte-
nere una posizione migliore si trasfor-
ma in una rivalità letale... Passioni,
intrighi, tradimenti e praticamente nes-
suna credibilità storica per questa,
comunque godibile, trasposizione del
romanzo di Philippa Gregory.
Ret 4 21,10
/ The Bourne Ultimatum
Jason Bourne torna sulla scena. E’ più
che mai intenzionato a sapere chi lui
sia veramente e chi e perchè lo ha tra-
sformato in una macchina per uccidere
cancellandone l’identità. Non solo,
Jason vuole vendicare l’assissinio della
sua compagna e per farlo si sposterà da
Mosca a Londra, da Torino fino a Tan-
geri passando per la Spagna per giun-
gere, infine, all’epilogo finale che chiu-
derà la trilogia di Bourne.
Italia 1 21,10
 Annozero  La Storia siamo noi
Per superare il test di Milano il Presi- Dieci magistrati uccisi dal terrorismo:
dente del Consiglio Silvio Berlusconi Brigate Rosse, Prima Linea, Ordine
scende in campo con tutte le forze. Ma Nuovo, NAR. E’ il tributo di sangue che
Bossi avverte: se si va al ballottaggio il Paese ha pagato ai cosiddetti “anni di
può succedere di tutto. Perché il risulta- piombo”. Dal primo magistrato ucciso
to delle amministrative a Milano è così a Genova, l’8 giugno 1976, Francesco
importante? Ospiti della puntata: il lea- Coco all’ultimo ucciso a Roma, il 23
der dell’UDC Pier Ferdinando Casini, giugno 1980: Mario Amato. A pochi
/ Arancia meccanica  Svisti e mai Visti
l’onorevole Daniela Santanchè del giorni dalla giornata della memoria, un
In cerca di emozioni forti, Alex, quoti- Parte un ciclo di speciali, dal titolo Svi-
PDL, il sindaco di Verona Flavio Tosi e faccia a faccia con il Presidente del-
dianamente compie azioni criminali. sti e mai visti, per raccontare questa
il giornalista Gad Lerner. l’ANM Luca Palamara.
Viene arrestato e sottoposto ad un trat- eccezionale edizione di Zelig con tutto
tamento che lo condiziona alla non vio-
Rai 2 21,05 il meglio dello show di Claudio Bisio e
Rai 2 23,25
lenza. Uscito di galera però, tutte le Paola Cortellesi ma anche con tutto
persone che hanno subito da lui violen- quello che non si è mai visto in onda.
ze, gli si ritorcono contro... Film cult fir- Nella prima puntata si esibiscono tra
mato da Stanley Kubrick, tratto dal gli altri: Ficarra&Picone, Enrico Berto-
romanzo omonimo di Anthony Burgess, lino, Enrico Brignano, Leonardo Mane-
"Arancia meccanica", ottenne 4 nomi- ra con Claudia Penoni, Raul Cremona e
nations agli Oscar. I Mancio&Stigma.
Rete 4 23,45 Canale 5 21,10
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedbac$
k
MONDO
ECCO COME FUNZIONA G-MUSIC
WEB
di Federico Mello
è IL POST PUBBLICATO POSTUMO
L’ULTIMO SALUTO DEL PIÙ NOTO BLOGGER CANADESE
“Ecco qua sono morto, e questo è il mio ultimo post. Ma
prima, ho chiesto alla mia famiglia di pubblicare questo
messaggio”. Lo scrive Derek Miller, il più famoso blogger
canadese, nel suo ultimo messaggio, pubblicato postumo,
dopo che aveva raccontato per anni la sua battaglia
contro il cancro al colon. “L’ultimo post” è apparso nel
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Milano, Moratti:
‘Pisapia ladro d’auto’.
Lui ribatte: ‘Calunnia,
la querelo’”.
suo sito, penmachine.com, il giorno dopo la morte.

La musica è SMS DI EMERGENZA PER OBAMA

DA INVIARE A TUTTI I CITTADINI
Obama diventa anche “Texter-in-chief ”;
“Nessuno può immaginare cosa veramente lo
aspetta nella vita – il suo messaggio di
commiato –. Possiamo pianificare e fare
quello che ci piace, ma non possiamo
aspettarci che i nostri piani funzionino. Spero
è MORATTI, tornatene a
Gotham city.
Elios176

è CERTO è che i Moratti

secondo Google “Messaggiatore capo”. Con un gioco di parole

il Los Angeles Times spiega che il presidente
Usa avrà adesso la possibilità di inviare
un messaggio Sms di avvertimento ad
ogni americano in caso emergenza (un
che questo è quello che le mie figlie imparino
dalla mia malattia e dalla mia morte”.
non sono bella gente.

è IL BAT-SINDACO sulla
Marino

bat-poltrona si bat-te come

a notizia bomba della settima- sono essere sfogliati, tramite attacco terroristico così come un
Lè stata
na – digitalmente parlando –
l’acquisizione di Skype da
una barra laterale, per “nuove
aggiunte”; “canzoni”; “artisti”;
tornado in arrivo). Il nuovo sistema è
stato annunciato dalla commissione
può... che bat-cialtrona!
Come il suo nano-padrone!
Marianio
parte di Microsoft per 8,5 miliar- “album”; “generi musicali”; la li- federale delle Comunicazioni che si
di di dollari (e già, scrive il Tele- breria è navigabile in maniera in- occupa anche degli annunci di è I TESTI della Moratti li
graph, la compagnia di Bill Gates crociata: per esempio da un bra- emergenza per le radio e le tv. scrive Silvio... a questi livelli
sta studiando come aumentare no si passa con un click a tutti i L’avvertimento potrà essere solo lui può arrivare. Fossi
la pubblicità sul servizio di chia- titoli dell’artista. È possibile “personalizzato” in base alla posizione stato Pisapia avrei chiesto
mate gratuite). creare playlist fruibili, pratica- geografica dei telefoni. alla Moratti di parlare di suo
Ma la mega acquisizione ha mente in tempo reali, anche con figlio.
oscurato un altro evento impor- cellulari o tablet Android. Previ- Niko
tante di martedì: l’annuncio del sto anche “Instant Mix” che, sul-
lancio a Mountain View di “Goo- la traccia del servizio “Genius” è PIÙ CHE altro, è stato
gle Music”. Ieri, con i primi ac- di iTunes, genera una playlist di un vero colpo basso.
cessi al servizio (per ora solo su brani omogenei a una canzone Lanciare un’accusa del
invito e solo dagli Usa) numero- scelta. Google non ha stretto ac- genere alla fine del dibattito
se indiscrezioni illustrano il ser- cordi con le case discografiche e senza che l’altro avesse il
vizio di ascolto di musica “sulle (almeno per ora) ma, come scri- tempo di replicare. Il fango
nuvole”. Una volta iscritti (ope- ve Punto Informatico, l’approc- è comunque lanciato.
razione simile ad aprire una ca- cio di Big G. sarà simile a quello Pardula
sella di posta su Gmail), la prima adottato con YouTube: possibili
schermata – molto intuitiva – in- controlli interni, “su richiesta è PERCHÈ non lo dice al
dica il numero di brani trovati dei detentori dei diritti”, potreb- suo capolista el senor B.
sul nostro computer e chiede bero bloccare file considerati che l’amnistia non è una
l’autorizzazione ad importarli “pirata”. Niente si sa, infine, sul- assoluzione ma una
sul nostro account: i tempi non l’eventuale costo che potrebbe condanna?
risultano per ora velocissimi avere “Google Music”. In rete, Mr. Baster
(circa cinque minuti per 150 aspettando di “mettere le mani”
canzoni – il servizio permette di sulla novità, si registra molta cu- è È PROPRIO vero che
uploadare fino a 20 mila brani). riosità. Due schermate di Google Music sono alla frutta... ora tutta
Una volta importati, i brani pos- f.mello@ilfattoquotidiano.it (via Mashable); l’ultimo post la cricca la butta sulle
del blogger canadese; calunnie e offese ‘senza
l’appello del Nichilista contraddittorio’!!
PincoP
I FILM LO SPORT
è CERTO che la Moratti
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
UNA TRASMISSIONE SU INTERNET deve essere davvero alla
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
IL BLOGGER SCRIVE AI CONDUTTORI TV “canna del gas” se deve
L’appello era stato lanciato il 31 gennaio 2011: ricorrere a questi trucchetti
17.35 Natale a Rio SCC 17.00 Fan Club Milan Calcio,
volti noti del del giornalismo, dell’Università, del per racimolare voti...
17.40 Natale a Beverly Hills SC1 Serie A 2010/2011 16a giornata
business e della politica, avevano chiesto alla politica “la Roberto Baresi
17.50 Dragonball: Evolution SCH ritorno Milan - Bologna
redazione, entro 100 giorni, di proposte organiche per
18.55 Notorious SCP (Sintesi) SP1 un’Agenda Digitale per l’Italia coinvolgendo le è E BRAVA Letiziuccia!
19.10 Un alibi perfetto SCM 17.30 Fan Club Inter Calcio, rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le Quando non si hanno
19.10 Avventura nello spazio SCF Serie A 2010/2011 Anticipo 16a università e coloro che, in questo paese, operano in argomenti è bene sempre
19.20 Adventureland SCH giornata ritorno Cesena - Inter prima linea su questo tema. In queste parole non c’è la aggredire: il partito
19.25 Chloe - Tra seduzione e (Sintesi) SP1 missione di una sola parte, ma di tutto il Paese”. Oggi, a dell'amore eh?
inganno SC1 18.30 Golf, PGA European Tour tre mesi di distanza, i cento giorni stanno per scadere e, Sonia78
19.30 L'aereo più pazzo del 2011 Open de España come forse era prevedibile, di tutto si è occupata al
mondo SCC (Highlights) SP3 politica tranne che di un’agenda digitale. Per richiamare è FISCHIA! Pisapia ha
21.00 Driftwood SCP 20.30 Basket, Serie A maschile l’attenzione sul tema, il blogger Fabio Chiusi, ha scritto rubato la batmobile!
21.00 Casa mia casa mia... SCC 2010/2011 29a giornata Lotto- una “Lettera aperta” ai conduttori di programmi di Vir tuale
21.00 Bad boys SCM matica Roma - Canadian Solar approfondimento politico”. Si rivolge ai cari “Vespa,
21.00 La casa dei fantasmi SCF Bologna / Angelico Biella - Lerner, Santoro, Floris, D’Amico, Paragone Gruber” è DIPENDE se è vero o
21.10 La figlia del mio capo SCH Enel Brindisi (Diretta) SP3 dicendo: “Rappresenterò una minoranza dei no... se è vero Pisapia non è
21.10 Prima tv La regina dei 21.00 Calcio, Premier League vostri telespettatori, ma mi sono stufato di quella persona onesta che
castelli di carta SC1 2010/2011 Recupero 33a giorna- guardare puntate generiche su Silvio vuol far credere, se è falso
22.35 Mafia! SCC ta Manchester City - Totten- Berlusconi”. E avanza una proposta: “Visto che Moratti risponderà davanti
22.35 Drillbit Taylor SCF ham Hotspur (Replica) SP1 sono in scadenza i cento giorni dell’appello di al giudice di pace.
22.45 I perfetti innamoratiSCP 23.15 Basket, NBA 2010/2011 agendadigitale.org, perché almeno uno di voi non Heisenberg
22.45 Era mio padre SCH Semifinale di Conference. Gara 5 coglie l’occasione per imbastire una puntata
23.05 Transformers - La ven- Miami Heat - Boston Celtics sull’importanza dello sviluppo della rete in Italia? La è PISAPIA aveva già
detta del caduto SCM (Replica) SP3 internet economy nel nostro Paese produce il 2 per parlato di questa cosa più
23.40 What women want SC1 0.30 Calcio, Serie A 2010/2011 cento del Pil, come l’agricoltura: sono 31,6 miliardi, volte... anche quando era
0.10 Amore a prima vista SCC Posticipo 17a giornata ritorno ma in cinque anni saranno il doppio. Che dite, devo andato a visitare il carcere.
0.35 La corsa dell'innocente SCP Genoa - Sampdoria (Replica) SP1 spegnere la televisione oppure c’è la speranza di Se non ricordo male,
vedere una qualche tempo fa lo stesso
trasmissione è FURTO DI DATI A FACEBOOK centro dx aveva detto che
dedicata a DOPO IL CASO DI PLAYSTATION NETWORK lui poteva capire certe
RADIO questo aspetto
fondamentale del
nostro presente e,
Dopo il mega furto di dati al Playstation
Network, spunta un altro problema di
sicurezza per gli utenti della rete. Facebook
cose, essendo stato
condannato ingiustamente.
In seguito alla condanna, e a
è “10 MILIONI DA GOOGLE”
A “Radio3 Scienza” l’isola CASE EDITRICI CONTRO BIG G.
soprattutto, del
nostro futuro?”. Una
potrebbe aver rivelato accidentalmente negli
ultimi anni alcune informazioni personali
4 mesi di carcere, si è
accertato l’errore
del giorno dopo Tre grandi case editrici francesi,
Gallimard, Flammarion e Albin
domanda più che degli utenti a soggetti terzi, in particolare giudiziario.
Da un paio di secoli l'isola di Samoa viaggia avanti e legittima. inserzionisti. È quanto sostiene sul proprio Erestella
Michel, chiedono 9,8 milioni di euro a
indietro nel tempo per stimolare l'economia: finché si blog ufficiale Symantec, la società
Google accusandolo di aver
facevano affari con gli americani conveniva stare con specializzata in sicurezza informatica. è PISAPIA non ha avuto
digitalizzato e messo in rete migliaia
loro, adesso che i soldi li portano gli australiani ecco Secondo la società, oltre ad avere accesso il tempo di replicare a
di libri senza autorizzazione. Lo riferisce la rivista
che domenica diventa lunedi. Così il primo ministro alle informazioni personali come profili e questa calunnia: la Moratti
specializzata Livres Hebdo. Secondo i tre editori, scrive il
Tuilaepa Sailele Malielegaoi ha annunciato che nel 2012 fotografie, i soggetti terzi potrebbero aver ha usato il trucco sporco di
giornale, ben 9.797 titoli (4.302 di Gallimard, 2.950 di
non ci sarà nessun Capodanno. Ma davvero si può fare avuto la capacità anche di postare messaggi. calunniare in fine
Flammarion e 2.545 di Albin Michel) sono stati riprodotti
così? Ce ne parla Simone Betti, geografo dell'università “Fortunatamente, queste terze parti trasmissione. È lei che ha
da Google nell’ambito del progetto di Biblioteca
di Macerata. potrebbero non essersi rese conto della loro commesso un reato.
universale. Per ognuno di questi libri, che vengono
E ancora, ce la siamo bevuta. La brocca che depura capacità di accedere a queste informazioni”, Comunque mi sa che si e’
digitalizzati negli Usa, gli editori chiedono una tariffa fissa di
l'acqua sembra che non sia affatto efficace, anzi. Come sostiene Symantec che spiega che la società data la zappa sui piedi. Ora
ci dice Claudia Chiozzotto, esperta di acqua e ambiente
mille euro di risarcimento. Poiché ogni giorno Google
ha trasmesso un’informativa a Facebook, che e’ancora piu’ evidente che
di Altroconsumo. digitalizza nuovi libri, la cifra di 9,8 milioni di euro è solo
ha confermato la fuga di dati e ha assunto bisogna andare a votare
Al microfono Silvia Bencivelli. provvisoria. Il motore di ricerca è già stato condannato in
misure per risolvere il problema. La società Pisapia, persona valida e
La musica di oggi è Berceuse (da Dolly, per pf a quattro Francia per contraffazione dopo la denuncia di un editore.
di sicurezza stima che fino ad aprile 2011, perbene che si oppone a
mani) di Gabriel Fauré, eseguita dal Duo Cromme- 100.000 applicazioni hanno avuto questa questa gentaglia che ci
lynck. perdita di dati. Se consiglia agli utenti di governa.
Radiotre 11,00 cambiare la password di accesso. Annakin
pagina 18 Giovedì 12 maggio 2011

SECONDO TEMPO

NORDISTI
PIAZZA GRANDE É di Gianni Barbacetto

FANGO
VERDE PADANO
Gay e credenti nella loro Chiesa C’ è anche Stefano Galli, capogruppo del Carroccio al
Consiglio regionale della Lombardia, tra i dossierati della
Lega Nord. La vicenda, raccontata nelle scorse settimane dal
“Fatto Quotidiano”, è quella della guerra sotterranea interna al
di Marco Politi della diocesi, nella chiesa di che si è domandato perché capire, accogliere”. E se i ge- partito di Umberto Bossi. Una storia brutta e scivolosa portata
san Gabriele in Mater Dei. A la comunità gay si ostini a nitori disorientati vogliono alla luce dagli esposti di due giornalisti, Leonardo Piccini e
gay entrano nelle chie- Firenze nella parrocchia del- “chiedere asilo ad una co- rivolgersi ad uno specialista

I
se. Alle veglie di pre-
ghiera per commemo-
rare le vittime dell’omo-
fobia i gruppi di credenti
omosessuali si riuniranno
quest’anno in una serie di
parrocchie. Con il permes-
so dei vescovi o per auto-
noma decisione dei parro-
ci. Dalla Lombardi alla Sici-
lia. Sono ancora piccoli pas-
si – le parrocchie che apri-
ranno le porte saranno più
o meno otto tra il 12 e il 29
maggio – ma le svolte ini-
ziano sempre gradualmen-
te.
“POPOLI”, il periodico
web dei gesuiti, ha messo l’i-
niziativa in prima pagina.
Luterani, valdesi, battisti,
metodisti apriranno i loro
templi in altre località.
Anche in Italia la Chiesa cat-
tolica si rende conto che
non è più possibile demo-
nizzare i credenti per il loro
orientamento sessuale. Cer-
to, rimane invariata la con-
danna vaticana dei rapporti
omosessuali, ma cambia la
testa dei cattolici del quoti-
diano. Ricorda Innocenzo
Portillo, impegnato nel sito
Gionata a Firenze, che un
giorno durante l’incontro in
una parrocchia la responsa-
bile del catechismo gli ha
detto: “Prima di parlare con
voi credevo che i gay fossero
quelli che andavano in giro
travestiti. Ho sbagliato tutto,
venite più spesso”.
Niente lustrini, niente para-
te brasiliane, niente “cage
aux folles” caricaturali. Sta
venendo su una nuova, gio-
vanissima generazione di
gay che si sentono totalmen-
te normali e vogliono poter
vivere la loro vita di credenti
senza barriere. L’anno scor-
so si sono incontrati ad Al-
bano dal 26 al 28 marzo per
il primo forum italiano dei
cristiani omosessuali. Da no-
tare: in una struttura religio-
sa, un centro di ritiri dei Pa-
dri Somaschi.
Quest’anno pregheranno a
Milano, con l’autorizzazione
la Madonna della Tosse. A
Bologna nella chiesa di san
Bartolomeo della Beverara.
A Genova nella chiesa di san
Giovanni Bosco. A Padova
hanno ottenuto di riunirsi
nella chiesa riservata agli
universitari, santa Caterina
di Alessandria. Racconta
Portillo che nella chiesetta
di Dosimo, diocesi di Cre-
mona, venne l’anno scorso a
presiedere la preghiera il ve-
scovo Dante Lanfranconi.
Infine a Catania c’è la par-
rocchia della Buona Morte,
che da molti anni ospita un
gruppo di cattolici omoses-
suali.
SONO GRUPPI che han-
no nomi poetici. Elpis (spe-
ranza), Querce di Mamre, Ali
d’Aquila. Tenaci nell’aprire
(FOTO ANSA)
varchi. A Palermo erano
d’accordo con il parroco di
santa Lucia per tenere in
chiesa la veglia. Il cardinale
Romeo ha detto di no. Ma
sono venute tante mail di
protesta in diocesi e in par-
rocchia che il cardinale alla
fine ha deciso di incontrare i
giovani di Ali d’Aquila. Il ve-
to rimane, “ma è la prima
volta che abbiamo potuto
raccontare le nostre vite”,
dice Fabio. Fa parte del
gruppo anche Cinzia, con-
tenta perché “finalmente ci
siamo guardati negli occhi”,
amareggiata “perché non si
rendono conto del dolore
che ci infliggono”.
CARDINALE E GAY si
rivedranno. L’iniziativa delle
veglie di preghiera è stata
pungolata da un commento
acidulo di Michele Serra,
munità (la Chiesa cattolica)
che considera l’omosessua-
lità non solo una colpa, ma
una malattia”.
La risposta è semplice. Per-
ché non si tratta di una lobby
esterna che vuole forzare
l’ingresso nel tempio, ma di
credenti che vogliono esse-
re riconosciuti nella loro ca-
sa di preghiera. Perché Giu-
lia, una lesbica di Firenze,
non vuole trovarsi a una riu-
“L’omosessualità
non è un reato”,
parola del periodico
di Avvenire uscito
nei giorni di Pasqua
È una delle tante
crepe che si stanno
aprendo nella
vecchia dottrina che
condanna
i sodomiti
nione parrocchiale e sentire
il prete esclamare “basta con
questi uomini effeminati e
donne mascoline a bische-
ro”.
Il cattolicesimo quotidiano
sta cambiando. Parecchi
esponenti ecclesiastici pos-
sono dire come il cardinale
Martini: “Tra i miei cono-
scenti ci sono coppie omo-
sessuali, uomini molto sti-
mati e sociali. Non mi è stato
mai domandato né mi sareb-
be venuto in mente di con-
dannarli”.
Nei giorni di Pasqua il gior-
nale dei vescovi Avvenire ha
dedicato il fascicolo del suo
periodico “Noi Genitori” al
tema dei figli omosessuali.
La linea ufficiale del magiste-
ro ratzingeriano resta, ma
l’articolo portante lancia un
messaggio preciso: “È im-
portante mettersi in ascolto,
devono sapere che lo scopo
deve essere uno: “Consenti-
re al ragazzo di vivere me-
glio, di riacquistare la sere-
nità. Cosa che a volte coin-
cide con il cambiamento e il
ritorno a un orientamento
eterosessuale, altre con l’ac-
cettazione della propria
condizione”.
QUALCHE centinaio di
migliaia di lettori cattolici
hanno potuto leggere che
“mai il ricorso allo psicologo
è da intendersi come una cu-
ra, uno strumento per arri-
vare a un’improbabile gua-
rigione”. Poiché l’“omoses-
sualità non è una malattia”.
Dieci anni fa un articolo del
genere sarebbe stato impen-
sabile. Altri testi del fascico-
lo mettono in primo piano l’
”amore fra uomo e donna…
il matrimonio, i figli”. Ma
emerge il consiglio di non
demonizzare. “Non rimpro-
verate vostro figlio: non ha
nessuna colpa o responsabi-
lità per l’attrazione che sen-
te”. È una crepa nella vec-
chia dottrina dell’abominio
sodomita.
Stefano Galli (FOTO EMBLEMA)
Marco Marsili, che hanno denunciato alla Procura di Brescia di
essere stati vittime di una illegittima raccolta di informazioni: c’è
una piccola macchina del fango verde Padania – giurano i due –
che è stata messa in moto per regolare conti interni al Carroccio.
Per mettere in difficoltà non solo loro, ma anche (anzi,
soprattutto) alcuni esponenti leghisti sgraditi a un gruppo di
potere interno, pronto a utilizzare anche metodi illegali per
fermare le carriere degli avversari. Questo almeno è ciò che
raccontano i due giornalisti, che hanno indicato anche i presunti
manovratori della macchinetta del fango padano: l’assessore
regionale lombarda Monica Rizzi e la sua maga, la medium
Adriana Sossi, titolare dell’agenzia investigativa Cagliostro.
Braccio operativo: un sottufficiale della Guardia di finanza in
forza al Comando provinciale di Brescia, il maresciallo Francesco
Cerniglia.
Accuse pesanti. Tutte da dimostrare. I due dicono la verità o
stanno calunniando persone innocenti? L’unica cosa certa,
per ora, è che il procuratore aggiunto della Procura di Brescia,
Fabio Salamone, ha aperto un’inchiesta “contro ignoti”.
Sono stati interrogati i due giornalisti che hanno presentato
gli esposti e alcuni dei presunti dossierati. Ma ora emerge che
tra questi (benché non ancora interrogato) ci sarebbe anche
Stefano Galli. Ai danni del capogruppo leghista lombardo
sarebbe stata estratta dalle banche dati del ministero
dell’Interno la scheda con la sua storia giudiziaria. Tra il 2005
e il 2007 è stato affidato in prova ai servizi sociali, come
misura alternativa al carcere. Galli fu denunciato per
vilipendio della bandiera, perché nel 1997, durante un
comizio, disse: “Io il Tricolore l’ho appeso nel cesso e da quel
momento non ho più avuto problemi di stitichezza”. Ma gli
insulti all’italianità sono reati d’opinione e per di più
considerati titoli d’onore dentro la Lega. Più duro digerire ciò
che la fedina penale racconta sui primi
passi del giovane Galli. Nel 1984 si
prese una condanna a 3 anni e 8 mesi
per un pestaggio con sparatoria
avvenuto in Valtellina. Lesioni
personali, articolo 582 del codice
penale. Più tardi, entrato nella Lega, fu
denunciato da una compagna di
partito alla quale avrebbe dato un
ceffone durante una discussione
politica. Seguirono condanne e, in
alternativa al carcere, un primo
affidamento in prova ai servizi sociali,
nel 1986.
Storie vecchie. Riportate alla luce dai
misteriosi manovratori della macchina
del fango padana. Perché? Per
escludere Galli dalle decisioni sui
manager sanitari lombardi, ipotizzano
i due giornalisti. Tra la fine del 2010 e
l’inizio del 2011 si consuma, infatti,
l’ultima lottizzazione delle poltrone di
Asl e ospedali, con la Lega in corsa per
riempire molte caselle. Tagliato fuori
Galli, è Monica Rizzi a trattare con il
presidente Roberto Formigoni nomi,
cariche e sedi.

Sarebbe necessario
Figlio nel branco, iscrivere la
“questione
quale guida e capacità di orien-
tare scelte di vita attraverso l’e-
sempio. Sostituita dagli immagi-
nari forniti dalla cultura dell’im-
Come rivela l’uso della scuola
quale parcheggio di quei figli di
cui ci si occupa solo per conte-
stare l’eventuale severità degli
razione del proprio progetto di
vita.
Un vuoto che scarica compiti di
supplenza su una scuola resa,

genitori assenti giovanile” ai primi

di Pierfranco Pellizzetti
avanti a fatti sconvolgenti
operaie di un tempo imparava-
no la fierezza del mestiere, e il
preside mi confidava che nel 90
punti di un’agenda
magine e dall’aggregazione a
branco generazionale.
Per questo risulta patetico il ri-
chiamo alla famiglia “Mulino
Bianco”, che ormai esiste solo
politica
responsabile,
insegnanti (quando ancora pro-
vano a fare il loro mestiere); che –
in questo modo – disturberebbe-
ro il disimpegno educativo di
mamme e papà in altre faccende
affaccendati.
Pura simulazione di ruolo che –
comunque – si perde scendendo
ogni giorno che passa, sempre
più sinistrata dalle scelte gover-
native.
Il risultato è quello di nuove ge-
nerazioni cresciute prive di rife-
rimenti, disorientate fino a scivo-
lare in un ribellismo rancoroso
che può sfociare nelle più terri-

D
come quello – recentissi-
mo – della banda di ragaz-
zini che massacra di botte
due carabinieri, rei di averli fer-
mati per un normale controllo
dello stato etilico e tossicologi-
co mentre scorrazzavano in au-
to dopo un rave party, la doman-
da ricorrente è stata: e le loro fa-
miglie?
DOMANDA pericolosamente
ingenua, visto che la famiglia co-
me agenzia di prima socializza-
zione è ormai evaporata da lunga
pezza.
Di recente ho visitato un istituto
professionale di antica tradizio-
ne, dove i figli delle aristocrazie
per cento dei casi la scuola non
trova neppure un genitore con
cui rapportarsi per affrontare in-
sieme i problemi educativi indi-
viduali. Situazione resa vieppiù
complicata in quanto buona
parte degli allievi sono ormai
extracomunitari, visto che la
cultura del lavoro non è più un
lascito trasmesso alle nuove ge-
nerazioni indigene. Quanto evi-
denziava una ricerca dell’Istitu-
to Cattaneo di qualche anno fa
sulle aspirazioni professionali di
ragazzi e ragazze delle scuole se-
condarie superiori in Emilia-Ro-
magna: al primo posto della de-
siderabilità si piazza il discogra-
fico, un buon punteggio va allo
non solo quando
alcune frange
estreme compiono
atti criminali
stilista, mentre in coda troviamo
i mestieri di elettricista e mec-
canico.
Insomma, il sogno di una vita se-
condo i modelli indotti dalla so-
cietà dello spettacolo e del loisir,
proprio in una delle aree cano-
niche dell’impresa manifattu-
riera evoluta.
Elementi che indicano una pro-
fonda crisi della genitorialità,
(FOTO ANSA)
negli spot televisivi: la madre
trepida (soprattutto per proble-
mi di corretta alimentazione) e il
padre lavoratore, severo ma giu-
sto.
FORSE QUESTO ordine rassi-
curante “tiene” ancora ai livelli
alti della società, seppure solo
formalmente: una sorta di teatra-
lizzazione della rispettabilità.
lungo le fasce dove il morso della
crisi sociale ed economica inizia
a farsi sentire con maggiore du-
rezza. In nuclei in via di graduale
disgregazione sotto gli effetti di
spinte centrifughe che, nel de-
grado delle relazioni di prossimi-
tà, non trovano più leganti tradi-
zionali in grado di contrastarle.
In primo luogo l’esaurimento del
paradigma gerarchico-patriarca-
le (che nonostante i suoi carichi
di autoritarismo prevaricatorio
svolgeva funzioni di controllo e
accompagnamento) non ha sa-
puto evolvere nell’auspicabile
modello del genitore coach: ossia
l’adulto che aiuta il giovane a tro-
vare la propria “posizione in
campo”; in altre parole, l’elabo-
bili e insensate violenze; effetto
dello smarrimento nel non trova-
re una propria collocazione.
PERCIÒ sarebbe necessario
iscrivere la “questione giovani-
le” ai primi punti di un’agenda
politica responsabile.
Non solo quando alcune frange
estreme compiono atti crimina-
li.
Dunque una politica per ricreare
e diffondere adeguate dotazioni
di socialità e civismo in quelli che
diverranno i cittadini di domani.
Cui la prima idea da far interio-
rizzare sarebbe la fierezza fatico-
sa del lavoro ben fatto, come con-
quista del proprio posto nella so-
cietà.
Giovedì 12 maggio 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

7 BOSSI,
IL POTERE
L’assurda scaramanzia
LA VIGNETTA aro Colombo, sono un po’ nuovi democristiani della Regione bianca,
dei romani
Mi sembra davvero incredibile
C preoccupato. Bossi ha appena
dichiarato: abbiamo quasi in mano il
l’operazione è riuscita.
4) La Lega, che dedica agli immigrati un lapidario
che a fronte dell’evidenza di qual- Paese. Ora sappiamo tutto di Bossi, e “fuori dalle balle”, che degli immigrati nega ogni
siasi argomentazione razionale, anche che è meno bugiardo di diritto, compreso il diritto a non essere rispediti
un numero altissimo di cittadini Berlusconi. Se fosse vero? dove rischiano la vita, che blocca la possibilità di
romani abbia voluto davvero cre- Annalisa chiedere il diritto d’asilo, ha portato l’Italia al
dere alla storiella del terremoto. livello di uno squallido villaggio medievale, ha
Sembra che addirittura il 20% dei BISOGNA ammettere che Bossi parla forzato il Paese a legarsi con un assurdo e
lavoratori di Roma si siano presi con alcune buone ragioni dalla sua parte. Provo a strettissimo trattato alla Libia pur di respingere in
una giornata di ferie. Mi pare l’en- elencarle, in ordine di pericolo (per il sogno mare i migranti diretti in Europa attraverso l’Italia
nesima dimostrazione della men- dell’Italia come Paese normale). 1) Ha (ora che le notizie circolano, si viene a sapere di
talità grottesca di un Paese in cui si conquistato due regioni importanti, il Piemonte e il quante barche, abbandonate e prive di ogni
farebbe qualsiasi cosa pur di non Veneto, l’uno per gentile concessione del Pd, che assistenza, affondano in mare), dovrebbe essere
usare la testa. Sono convinto che ha lasciato fare come se fosse irrilevante (piccole l’avversario numero uno dell’opposizione di
gli inguaribili scaramantici che vendette del tempo libero, come abbandonare la centrosinistra e soprattutto del Pd. Non lo è. C’è in
hanno lasciato la Capitale per ti- presidente Pd Bresso al suo destino perché Parlamento un sentimento diffuso quasi di
more del ‘sisma devastante’, Chiamparino, il sindaco di Torino, era di cattivo amicizia, certo di non belligeranza (per usare
adesso saranno in grado di soste- umore); il Veneto come puro e semplice regalo, un l’infelice espressione di Mussolini) da parte del Pd
nere che il terremoto avvenuto in po’ sconsiderato persino dal suo punto di vista, di verso la Lega. E infatti tutto il Pd, meno due, oltre
Spagna (massima solidarietà ai cu- Berlusconi a Bossi: hanno preteso il Veneto (dove ai deputati Radicali eletti nel Pd, ha votato in
gini iberici) è una conferma della c’era un solido Galan, che però ubbidisce e basta) favore del trattato Lega-Libia per la libera caccia
profezia tanto temuta. e hanno ottenuto il Veneto che adesso ai migranti, come se fosse scattato un nobile
Filippo Ragazzoli sbandierano come conquista della Lega. impegno civile. Ricordiamo infine, lo strano,
2) Mantiene una visibilità fortissima in Lombardia morboso interesse di parecchi noti personaggi ex
Ecco perché scuola nei giorni di somministra- beni pubblici, noi AL CONTRA- benché non abbia i voti, perché il clone di Pds di Bologna per il candidato leghista di quella
zione delle prove. Molti Collegi, RIO pensiamo che debbano esse- Berlusconi Letizia Moratti si è fatta, per buona città, uno che finalmente garantirebbe delle belle
rifiutiamo l’Invalsi come quello della “Iqbal Masih” re ceduti a privati e trasformarsi misura, anche clone di Bossi-Calderoli-Maroni e retate notturne dei tanti intollerabili individui che
La rivolta contro le prove INVAL- deliberarono di non inviare i risul- in qualcosa che un cittadino deve ripete le loro sciocchezze un po’ sconce (“i “sembrano” estranei alla nostra civiltà cristiana e
SI della scuola secondaria si è dif- tati delle prove all’INVALSI, ma di acquistare a pagamento. Voi pen- clandestini tipicamente delinquono”) come se che, dunque, nelle nostre strade non ci devono
fusa in modo ampio e, forse, im- fare dei test un uso interno. Que- sate che i posti pubblici debbano fossero le verità cristiane cui finge di ispirarsi, tra stare. Due conclusioni: la Lega di Bossi ha fatto
previsto. Ma già dallo scorso anno st’anno ci auguriamo che il rifiuto essere assegnati per concorso al un morto sul lavoro e l’altro, nella sua premiata molto per rendere l’Italia un paese più volgare e
scolastico i docenti della scuola diventi generalizzato e convinca più bravo, noi AL CONTRARIO raffineria. cattivo. Ha avuto un grande successo perché
del primo ciclo avevano messo in anche i genitori degli alunni più pensiamo che debbano essere as- 3) La Lega ha iniziato con successo (intrigando l’Italia era pronta.
atto forme di contrasto di un’o- piccoli e gli studenti della secon- segnati solo a raccomandati, con alacremente soprattutto nelle stanze chiuse di
perazione che appariva scorretta daria superiore, così da diventare concorsi creati su misura. Cari “Roma padrona”) la sua attività di Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
nelle finalità, impropria nella me- per tutti un momento di riflessio- amici dei paesi civili, voi che state impossessamento delle banche più importanti 00193 Roma, via Valadier n. 42
todologia, sbagliata nel merito. ne alta sul tema cruciale della ve- sempre a pensare alla natura e alle dell’Italia da cui la Lega vuole la secessione. Per i lettere@ilfattoquotidiano.it
Era apparso gravissimo pretende- rifica-valutazione. energie rinnovabili siete antichi,
re di valutare le scuole e i docenti, Simonetta Salacone, già dirigente della noi AL CONTRARIO vogliamo
proprio mentre si tagliavano in scuola primaria “Iqbal Masih” di Roma puntare sul nucleare, pensate un
modo pesantissimo gli organici e i po’! Ci sbalordite poi nel preten-
finanziamenti. Veniva denunciato Un Paese montato dere che i processi vengano ce- Se usassero tutti rante del giudizio degli altri uomi- I nostri errori
l’intento, esplicitato come possi- lebrati per stabilire la verità. Noi ni, la cui presenza è tollerata solo
bilità nella direttiva triennale al contrario AL CONTRARIO pensiamo che la stessa tecnica difensiva se dimostra venerazione verso di Nell’articolo di ieri “Le Mills balle
2008/10, di premiare o penalizza- Caro amico tedesco, caro amico chi è indagato debba evitare a tutti Vorrei proporre a ogni cittadino loro. In loro la parola non è scam- blu” ho commesso un errore,
re le scuole sulla base dei risultati danese, caro amico svedese, cari i costi di essere processato e deb- italiano che si trova inquisito per bio di comunicazione, ma rivela- parlando di due incontri e due te-
dei test. Veniva rifiutata la logica di amici dei paesi civili, non vi an- ba cercare con ogni mezzo di un qualsiasi reato di adottare la zione; ogni altra opinione è ere- lefonate accertati fra David Mills e
“misurazione” sottesa all’opera- noiate a vivere in posti dove tutto mandare in prescrizione il pro- tecnica difensiva di Berlusconi: sia, ogni contraddittorio un’ag- Silvio Berlusconi. In realtà l’incon-
zione dell’INVALSI, laddove la va- funziona, dove c’è giustizia socia- cesso. Tutto questo accade, cari giurare sulla testa di genitori, figli gressione; il dissenso è un sacri- tro accertato è uno solo (nella vil-
lutazione richiede strumenti e le, dove gli stipendi sono dignitosi amici dei paesi civili, perchè siete e nipoti la propria innocenza e legio, che va punito con la scomu- la di Arcore, nel luglio 1995), e le
modalità di azione molto più per tutti e i cittadini, specialmente umili...noi AL CONTRARIO ci contemporaneamente dichiara- nica, cioè con la perdita di ogni di- telefonate almeno due. Il presun-
complessi e raffinati. Molte scuo- i politici, sono onesti? Se vi an- crediamo i “migliori” e invece AL re che il pm che lo sta inquisendo ritto, e della stessa dignità di uo- to secondo incontro, inizialmen-
le, compresa quella da me diretta, noiate venite da noi in Italia, il pae- CONTRARIO facciamo ridere fa parte di una associazione a de- mo. Essi sono i Giusti, e quindi te ipotizzato fra Mills, Berlusconi
la “Iqbal Masih”, avevano conte- se del contrario, vi insegneremo a tutti, tant’è che veniamo rappre- linquere e che è un cancro da non possono essere giudicati da e la figlia Marina al “Garrick Club”
stato l’utilizzo di test, uniformi e ragionare e quindi a vivere AL sentati da chi ama raccontare bar- estirpare. Se questa tecnica difen- altri. I cosiddetti giudici - che van- di Londra, sempre nell'estate del
mal congegnati, da somministra- CONTRARIO... Voi vivete pren- zellette... siva sarà adottata da decine di mi- no bene per la gentucola comune 1995, è stato poi smentito dalle
re a prescindere dai contesti clas- dendo a modello l’élite della vo- Pierpaolo Iacopini gliaia di inquisiti forse si potrà fi- - non hanno titolo a giudicarli: se risultanze processuali: in quel-
se, dalle situazioni di ciascun alun- stra società: ricercatori, scienzia- nalmente arrivare alla possibilità lo fanno, sono degli eversori del- l’occasione, nell’esclusivo club
no, dai programmi effettivamente ti, premi Nobel e premi Oscar. Gli eccessi di rubare, truffare, corrompere, l’ordine universale, degli impu- londinese, Mills incontrò il mana-
svolti dagli insegnanti, dalla pro- Noi no, noi AL CONTRARIO esercitare concussione, evadere denti scalatori del Cielo. Perso- ger berlusconiano Carlo Berna-
venienza culturale e geografica aspiriamo a diventare calciatori, dell’usa e getta le tasse in santa pace, come sem- nalità di questo genere se ne tro- sconi, poi deceduto. Me ne scuso
dei bambini… Molti genitori scel- escort, animatori e dj. Voi pensa- A Torino è stato riportato in vita bra essere il desiderio di quella vano in tutte le latitudini e in tutte con gli interessati.
sero di non mandare i propri figli a te che acquedotti e scuola siano un Apple I, vero e proprio cimelio larga parte di italiani che votano le culture. Di solito la Società se (m.trav)
dell’informatica domestica. Il mi- Berlusconi e che lo applaudono ne fa carico attraverso apposite
racolo è stato possibile grazie a quando dice che i magistrati sono Istituzioni: ma mai e in nessun’al-
IL FATTO di ieri12 maggio 1957 chi ha conservato questo oggetto
per tutto questo tempo, anche se
una metastasi.
Franco Terzi
tra parte del mondo fra queste
sono comprese il Parlamento e la
Fine della corsa. La più bella del mondo, 1600 chilometri ormai del tutto inservibile. Una Presidenza del Consiglio. IL FATTO QUOTIDIANO
Brescia-Roma e ritorno, la Mille Miglia dei miracoli, dei cosa simile potrebbe non essere È Scilipoti Luigi Cerutti via Valadier n. 42 - 00193 Roma
più possibile tra 50 anni, a causa lettere@ilfattoquotidiano.it
bolidi luccicanti attraverso il cuore d’Italia, finita in uno
delle norme attuali che prevedo- il vero erede di B.
schianto mortale il 12 maggio ’57, sull’ultimo rettilineo
prima del traguardo. Si chiude a Guidizzolo, sulla strada no che il riuso venga quasi elimi- Dopo l’esibizione di Scilipoti a
napoleonica Mantova-Brescia, la storia della Mille Miglia, nato, si rischia di non trovare più “Mi manda Rai Tre” penso che Al- Direttore responsabile
nulla. Tutto deve essere demolito, fano e Tremonti debbano metter-
tra corpi maciullati, travolti da quella Ferrari 335 S Antonio Padellaro
triturato e ridotto ai minimi ter- si il cuore in pace. Il vero succes-
impazzita, che sbanda, salta la carreggiata e piomba sulla
mini per ricavarne quelle prezio- sore, l’unico autentico erede e Vicedirettore Marco Travaglio
folla assiepata sul ciglio della strada. Al volante della rossa,
se materie prime. Fino a pochi an- continuatore di Berlusconi è lui,
il nobile spagnolo Alfonso de Portago, eclettico sportivo col ni fa esistevano centri di raccolta Domenico Scilipoti. Già l’aspetto Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
“naturale bisogno di adrenalina”, olimpionico di bob e di dei rifiuti elettronici dove si po- fisico li accomuna. In Scilipoti, B. Progetto grafico Paolo Residori
scherma, pilota playboy noto nel jet-set per la sua love teva mettere in atto il riuso di ap- può vedere ciò che lui stesso sa- Redazione
story con Linda Christian, tradito da un pneumatico parecchi che non erano più mo- rebbe senza il provvido interven- 00193 Roma , Via Valadier n°42
assassino scoppiato a pochi passi dalla meta e stritolato derni ma comunque funzionali, to di schiere di estetiste, dietolo- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
nelle lamiere. Ultimo atto della “gara del mondo”, 30 anni di oggetti che un domani potrebbe- gi, chirurghi, plastici, trapiantato- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
leggendarie galoppate e di drammatici crash, archiviati sito: www.ilfattoquotidiano.it
ro ancora servire per leggere o ri di capelli, fornitori di ormoni,
definitivamente in un pomeriggio di sole e di morte, nel estrarre dati da supporti magne- ecc... Scilipoti è un Berlusconi sel- Editoriale il Fatto S.p.A.
lutto e nel mistero di un incidente mai chiarito. Neppure tici che nessuno usa più. Non si vaggio, allo stato di natura. Ma è Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
nelle aule di Tribunale, dove lo stesso Enzo Ferrari, sotto potrà più fare nulla del genere. sotto l’aspetto spirituale che i due Presidente e Amministratore delegato
accusa in un primo tempo per l’incauto utilizzo di gomme Tutto deve essere distrutto anche veramente sono indistinguibili: Giorgio Poidomani
inadatte al bolide da corsa, verrà poi assolto. se funzionante. una autostima che è già diventata Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli Mario Rossi autosantificazione, del tutto incu- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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