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11'1 C.OP(ATIHA ILC.U1TAAZl0Mf C>1 O•AMLUCA l[AICI
€ 9,50
D0ll1 7t0771 aut1r0
nella G1ll0zi1n0 Î7Gar
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Vilayanur S. Ramachandran
OSR.qDqI
b 2003 Vlayanur S. Ramachandan
itolo originale del'opera: he ¤merging Mind
b 200i noldo Mondadoi Editore S.p.A., Milno
ISBN DDK04K55151-D
ww.libimondadoi.it
Indice
3 IntroGuzione
29 I Cedere è vedere
PO m l cevello arista
3 V Numeri viola e fomaggi piccanti
113 Note
1O2 ©lossario
1P2 Bibliograa
123 Ringraziamnti
|2 InGice Gei nomi
Che cosa sappiamo della mente
Fiura 1.1. l disegno mostra il corpo celulare del neurone, con la struttura
raiicata dei dendrii che ricevono impusi dagli ali neuroni e con l'uni
co, lngo assone che invia mpulsi agli ali neuroni.
Fantasmi nel cevello 11
LoĈo ccipitale
Fiura 1.2. natomia elementre dem cervelmo umamo. naq rapprelenta l mato
lilo demm'emilfero listroo Si ollevino i quatro mobi: rontale, parietame,
temprame e occipitale. Il frontame U leparato dam paietale dalma lcillura di
Rolndo, mentre im temporale è eparato dal parietame dalma scillura di Sim
vio. b) moltra l'nteno de'emilfero liso. Si notino il colpicuo corpo
camloso (in neroq e il talamo (in bincoq al cenro. Il corpo camlolo mete in
comicazione i due emilferi. (c) molra i due emsferi cerebrami vsi dalm
l'amto. na) Ramahnrn; b) e (c) lono rai da S. Zei (1993q.
Credere è vedere
Figura 2m1m e fibre provenieni dal bulbo oculae si dividono n due «lus
si» pralleli: na via recente che va nel nucleo geicolato laterale ( qui rap
presentato p er chiaezza sulla supericie, -ma situato in realtà all'nteno del
talamo, non del lobo temporale) e una via arcaica che va nel collicolo supe
riore del tronco cerebrale. La via recente si dirige nella corteccia visiva e si
divide (dopo essere passata per un paio di «stazioni i smistmento») in al
e due vie (indicate dalle fecce bianche): la via del «come», che si trova nei
lobi paietali e pesiede a funzioi spziai come aferrare oggeti e ndivi
duae la loro poszione, e la ia del «cosa», che si rova nei lobi temporli e
presiede al riconosimento degi oggei. Le due vie furono scoperte da
slie Ungerleider e Mortimer Mishin dei Naional stitutes of Healh.
Credere è vedere 33
Il cervello artista
e . Iperhqle
2. FWggrrppWmentq perdelleuq
D. iiqlrziqne di prqhlemi perdetliui
4o IiqlWmemtq mqdrlWre
5. CqlrWilo
4. SimmetriW
m. nuveriiqne per le dqildedeze iqipelle e per le ingqlWit-
n. Fifeliziqne, rilmq e qrdne
9. EqreiŠriq
10. (elWforW
.. . .
.
� ..
. ..
....
SHERLC° HÉLEO
Figura u.2. Cohe si può notfre, l' fref dei numegi e l'fgef del cologe Ù4
(bifncf e hgihio chifro) sono contihue nel hiro fusifore del lobo tempogf
le. ' «ftivfzione ncrociftf» di queste due fgee è fogse lf bfse neugfle dellf
snestesif. Si vedf fnche lf igura 4.5.
2 _,
+ 252 +
2
Figura 4.5. Aree dellrelfbngfqinne dei numeri e del cnln®e nel cegvelln umf
nn. (Illustgfzinne di Cfgnl unnner)
Fũura 4.6. Allf dohfndf «Qufle di quesme due ihure fstrftte U mumf e quf
le è kiki? », il 8% delle rersone rronde cue mube è lf fihura frrotondfmf e
kiki quelf fcuftf. Dfno quesmf risroste fnche i tfmilt nel cui flfabeto
hfncfno lf «m» e lf «k», i cui conmoni potgebmero gicordfre le due fihue. Il
test dosmrf che il cervello elfborf conceti fstrfmmi f modfimà crociftf
come lf «frgomondfteqqf» o lf «fcumnfteqqe». v risulmfi preliminfri df
noi ottenumi ffno pesfe chet nei pienmi con a lesione del hiro fnho
lfret sifno cohprohesse sif questf cfrfcimà sif lf cerfcimà di cgefre e coh
rgendere metffore.
Numi viola eomaggi piccanti 75
Jia Li qualia cHPsiMLi Hia LGi JGNJH LGi Hé. bHmG hH oid
HJJGvaLHO nHn GJiJlHNH qualia fiuLLuaNLi NGi tuHLHO JGNza
MN Jé chG ii GJSGUiHcaO Né GHiJLG MN Hé iJHlaLHO sUitH Li
qualia.
NwanalHoa LiJLiNziHNG Ji sMe faUG LUa ia rassrGHGNLa
ziHNG Li JGnJabiHOi «oUGbbG» G la mGoaUasshGHGOLabiHNG
dGllG JGNJazVHNi chG ci sGUPGLLG LV UilGLLGUG Jul nHJLUH
PHNLH GPHbiHNalG G di HpGRaUG JceiLG JHfiJoicaLGO cHPG
lratGnGUci Lai cHPsiGUG aziHNi chG n aitrG cihcHHLaNzG fa
UGPPH iJLnitamGnLG. ®G ci PGLLHNH ii sGsG ticiNH ai NaJH
JLaUNMLiaPH. Ma sGUché ii fGNHceNH ( accHPsaNaLH La
un sUGciHH quale LGilH JlarMLHO PGNoUG NGl caJH LGl UVfiGJ
JH hHulGH non akkiaPH ii quale G il hifiGHHH Hi rGiHlra aN
chG NGi sarasiGoici(
PaUaLHHJaiPGNLeO ii quale Ji ( HUJG GtHiMLH cHPG PGLa
UassUGHGNLaziHNG ailwuNicH HcHSH Li sGUPGLLGUci Li HHfH
caUG iH HLarMtH iN caHH Li nGcGJHitd ŋsGU GHGPsiH PGOrG
JiaPH iNLGnLi a inJGoMiUe MNa sUGLaf. UN oatLH NHN sMe
JHfHcaUG uNo JLaUnMLHO oiacché NHN haO a PiH atviHHO na
PGLarapsRGJGNtaziHNG. îH JtaRNMlH NHn Ji sue LGfiNiUG
MnwGPHziHnGS Pa lH HtGJHH phiNcipiH LHtUGkkG asslicaUJi
nche a fenoPei più cHcSleJJiO cHPe le ecHziHni a
NG. lMaNLH tGLG Mna HaoHPa inoa G NGUa chG Hi PMHteO
l oattH lG kaiza aLLHJJHO Pa nHn cHntGPpla il cHNcGLLH Li
«tHpH» G «LHsiLd» NGl PHLH iN cMU lH _c HntGPpiUaPH NHi.
Né sUHta JGnLiPGNtV cHPsiGHJiO cHmG iwMPVitdO lwaUUHgaO
zaO ia PiJGUicHrLiaO ii LGJiLGriH -LitGUJH dai kiJHoNHf G iG
«lacRiPG Li aMoHcHPPiHGUabiHNG»O chG Ji kaJaNH oMtti JM
PGLa assUGHGNtaziHni Li GPHziHNi sGU sGrtGnUUG aiiG eMa-
Neuroscienza, la nuova ilosoia 105
In t odu z ione
ictus che aveva leso le vie tattii tra l talamo e la corteccia. r tai soggetti
hano reamente sensazioni trasferite (per esempio dal volto al braccio),
possiamo concludee che la iorganizzazione èm almeno n parte, corticale.
'esistenza di questo genee di sensazioni è stata ormai confermata da di
versi gruppi (Turton e Butler, 2t01).
3 Dai dati relativi ale sensazioni trasfeite, s i può trarre tra l'altro a
del sesso o della specie, né vn mezzo per {-are pvbbicità» a gei bvoi a
vorevoli alla so,ravvivenza.
Bi noti che, in Ûase a tale principio, si instavra vna reazione posit'va tra
ossevatore e osservato. sna volta che l' {etiche,ta di specie» si sia nscr'tta
nei circviti visiv' del cervello, la progenie con eichete più cospicve avrà
più probabili,à di sopravvivere e r'prodrsi, indvcendo n'accentvaz'o:e
della caratterĞt'ca; qvesto a sva volta renderà la caratteisica n'etichetta
ancora più a--'dabile, -avorendo la sopravivenza degl' individvi con il
cervello predisposto a ind'vidvarla megio. E si nnesca così a progressi
a cresc',a del uadag-o.
6 Un lo modo di veri-icre qveste i,otesi sarebbe di valutare con il ri
-lesso psicogalva:ico mche m'svra l'av(ento d' condvttSza della cvte cav
sato dal svdore) le reazioi emotive v'sceralid Bap,'amo che i volt' -ailiai
cavsano d' soli,o vna risposta psicogalvaica maggiore dei volti sconosciv
i, a p'ccola scossa emotiva. Bi ,uò allora -ormulare na ,redizione vn
po' avdace: -orse vi srebbe na rispos,a ancora magiore se, anziché la -ol
to, si mos,rassero al soggetto vna car'cara o vn ritratto alla Rembrand,
della persona cara. mBi ,otrebbe controllare l'inlvenza deĸ'{efetto novità»
,rovocato dabl'esageraz'one artisica conmrontando la reazione avv,a da
vanti al Rembra:dt o alla caricatvra con qvella svscitata dal volto della
,ersona cara distorto a caso o da vn' {anticaricatra» che, aziché accenl
tvrba, ridvcesse la d'feezad
Beinteso, non intendo afer(are che il riflesso ,sicogalvan'co valvti n
maniera esavsiva la ris,osta estetica all'arted Esso i: realtà misvra }'{eci
tazione» e qvesta, lvngi dal correlars' sem,re con la beblezza, si limita a de
nnciare {turba(en,o». Tv,,avia non si pvò negare che il {,vrbamen,o»
-accia parte della reazione estetica ° si ,ensi a ciò cùe proviamo davani alle
opee di Balvador Dali o alle mvcche n fomaldeide di Damien Áirst. Del
resto non è forse vero che, paradossalmente, ci «divertiamo» a vedere i -'bm
horror o a -are ,err'ica:i gii in otto volante? Eon ,ali a,t'vità il cervello
-orse {,roa» per ioco siua ioi minacciose e -orse fa altrettanto qvSdo
ha a reazione -orte a n'estet'ca pFrtvrbante che caura l'at,enzione. s
come se, n osseqvio alla ,rima legge dell'arte da me teoizzata, qvalcosa
di visivamente cos,icvo, che ,er sva stessa natvra a,t'ra l'at,enz'one, ci n
vitasse a gvardarlo meglio ,er Flaborarlo vl,eriormente. Ma l'attenzione
verrebbe cattvra,a sia da vna caricatvra sia âa un volto d'storto a caso,
mentre solo la caicatvra avrebbe la componente svp,lemente dell'iperl
bole. e diverse componeni della ris,osta Fstetica saranno a:alizzate con
maggior pecisione qva-lo ca,'remo megio le conessioi tra aree visivF
e srure limbihe e la logica cvi si informano (cioè le leggi che abbiamo
qui analizzato). Per esempio vn nvdo distorto a caųo ,orebbe eccitare sol
tanto l'amigdala {nteresse + ,aura»), mentre il bronzo Ehola, elaborato
tramite i,erbolF, ecci,erebbe sia laigdala (nteresse) sia il se,to e il :vcleo
accvmbes, aggivngendo al cocktail il {,iacere» (sicché si -inirebbe ,er
avere {inteesse ,iacere»).
Forse è illvm'nante, a questo ,vnto, n conronto con i test del QÂ, il
quoz'ente di ':tebligenza. Qvas' tui convengo-o che è assvrdo m'surarF
a cosa com,lFssa e mvbidimesionale comF l'intFlligeza vmana vsan
Note 121
gNa-dÚ" )-!tico!o-" di ste!" "nt-ecc"ai: a sorta d" ,-ss-osa casa de!!o sca
po!o con im freEdMnaFente, coFpensa N! )ed"ocre aspetto f"s"co} Ef"ca
at-" e!aCo-ati, )ette "ns"eFe Cacche e sasso!i con accostaFenti "n g-ada
zione o in cont-asto, raccog!"e pezzetti q-´c"cani d" stagno!a d" s"ga-etta c-"
assegna unz"oi d" «geFFe». h ."a!ett" costu"t" dag!" ucce!!" g"ard"nMer"
ragg"ngereCCe-o proCabÙente ott")e D-otaz"oni se ven"ssero esGosti c
)e ope-e dIarte conteFporanea "n -na ga!ler"a del!a Q-"nta Strada, a
hattan.
LIes"steza d" i.e-sal" esHetic" è confe-)ata anche dal fatto che !'uo)o
t-o.a Ce!l" " fNor", seCCene ĉuest" s" s"ano e.o!-ti pe- pMacere a!!e apM e a!!e
fa-fa!le, creatE-e assa" d".erse da" nosti ntenat" de! CaFC-Mano. Inolt-e,
pincNp" co)e la s"õeria, il ċagguGpa)ento, l cont-asto e !c"perbo!e, c-"
ne! co-so de!!Ie.o!Ez"one sono icors" cermi -cce!!" (co)e !cEcceq!o de! para
d"so) pe- attirane a!t-i, -"e)p"ono d" a))raE"one anche no".
Leggendo D-esto caGitolo, icha-d Grego-y e maron Schlo)an hano
ossevato che, se D-este !egi esMstessero, forse sa-eCCe possibØe "nser"rne
a,c-ne "n n softŊare per creare D-adr" esteicmenĦe grade.ol"m n efemm",
)o!tM ai fa aro!d nohen tentò D-lcosa de! genere ar!'-ni.ers"tà de!!a
Ca!"foia d" n "ego, e " sEo" a!gor"t)i Grodussero be" D-ad-" che otten
ne-o lte Duotaz"onM.
1 0 Non t-tti " citicN dcarte occ"dental" erano ott-s" co)e SM- George. Lo
sudioso rncese Renb Gro-sset descrisse in D-esto )odo !o SÏ.a Nata
-aja igura 3.4I p. 5J): «Che s"a cN-condato o no da!lca--eola f"a))egg"ante
de! tiruvasi, !cane!!o cosico che egl" r"eFp"e e a -n te)po supe-a, "! s"gno
-e del!a dnza -app-esenta "! trionfo de! -"mo. Con "! taFC--e!!o che tiene
n -na de!!e d-e )anN dest-e n."ta tutte !e creatu-e al )o.")ento it)pco
ed esse danzano Mn s-a co)paia. I rNcc"ol" so!!e.ati "n be!!cord"ne da! .en
Ho e ,a sc"arpa sospesa "n aria Hradiscono !a .e!ocità del )oto -ni.e-sa!e,
che cr"sta!!"EEa !a )ater"a pe- po" id-r!a Nn pol.ere. Con na de!!e d-e )a
ni sMn"stre -egge "! Luoco che a e d".o-a l Fondo ne! vo-ice cosico e,
con l piede destro, sch"acc"a "l de)one de,!I"gno-aza, pe-chb tD-esta dn
za s" eseg-e soGra N corp" deN Fort""t ne, conteFpo, con !a )ano dest-a l"
bera co)p"e l gesto d" protez"one (abhayamudra), s"cchb è .ero che, cons"
derata dal punto di v"sta cosFico . . . !a c--de!Hà de! dete-)"nis)o
i.ersa!e, Mn D-nto G-inc"G"o generato-e de! L-tu-o, è anche Cene.o!a. n
d".ers" Cronz", po", "! s"gno-e de!!a danEa sfoggia un g-ande so--"so. g!i
so-ide a!la )o-te co)e alla .ita, a! doqo-e co)e a,!a gioiat se così poss"mo
di-e, "! s-o sorr"so è )orte e ."ta, g"o"a e do!o-e . . . Se s" guarda llcope-a da
Duest'otica e!e.ata, utte !e cose hnno n senso, tutte !e cose hano !a !oro
logica e !a lo-o g"-stifNcaz"one . . . La stessa )o!tep!"ci(à d" b-acc"a, che a pr"
)a ."sta può aGpaire sconcertante, seue una sua !egge inte-na, g"acchb
cNan Gaio èm "n sb, -n )odel!o d" e!egaza e !INntero ataraja esGme,
ne!!a sua terr"b"!e g"o"a, -na suG-e)a a-)on"a. uas" a vole- sotto!inea-e "!
concetmo che !a danza de! d".ino atto-e è n -ea!tà -na Lo-za (lila), !a o-Ea
de!!a ."ta e del!a )o-me, de!!a c-eaE"one e de!!a d"stz"one, a -n te)po i
n"ta e "nsensata, !a p-")a )ano sist-a pende f!osc"a ne! gesto nonc-rante
de! gajahasta d)ano co)e p-oCosc"de d" e!efante). InL"ne, se g-a-d"a)o !a
staua da d"ero, !a femeEEa del!e sGa!!e che reggono "! )ondo e "! Godero{
Note 123
.inciava per «kr», si ricredette: «A, certo, è Krishna, che non aiuta Ra
ma» . Lo stesso gli accadde con molti altri oggetti che all'iizio aveva collo
cato nella categoria sbagliata; come correggeva il nome, operava corretta
mente anche le associazioni semantiche del caso. Tutto ciò fa capire che,
conrariamente a quanto di solito si pensa, un nome non è na semplice eti
chetta, bensì una chiave magica che apre n tesoro di signiicati associai a
n concetto.
Considerato che il paziente non era in grado di nominare le dita, mi
chiesi come avrebbe reagito se gli avessi fatto il gesto volgae del «mostrare
il medio». und o provai, disse che stavo ndicando l soffitto; ciò cofer
ma ancora una volta che non si perdono solo parole, ma anche associazioni
essenziali.
Per fire, se la cavava molto male anche con le metafore: è stato lui a
prendee alla lettera quattordici proverbi su quindici, senza capire che par
lavno n lnguaggio igurato (si veda la nota 9); eppure risultava del tutto
normale in altre prestazioni e ha eseguito anche compiti intelletualmente
impegnaivi. (Questo suffraga la mia ipotesi che la giunzione PO destra,
in particolare il giro angolare, abbia svolto un uolo fondamentale nel ge
nerare la capacità umana di creare metafore.)
1 1 Se le cose stanno davvero così, perché tutte le lingue non usano lo
stesso temne per indicare lo stesso oggetto? Perché chiamiamo quel certo
amale dog n inglese, cane in italiano, chien in francese e nai in tal?
a risposta è che l nostro prncipio vale soltanto per il protolinguagio
ancestrale. Una volta emersa la stutura di base non arbitraria, le lingue a
poco a pco comnciarono a divergere e si produssero differenze arbitrarie
secondo le modalità defnite da Ferdinand de Saussure, il padre dello sut
turalismo. s l'avvio del processo a essere più dificile e problemaico, nell'e
voluzione.
Suffragano l'ipotesi alcuni studi di filologia comparata (Berlin, 1994).
Una tribù sudamericana ha decine di parole per indicare pesci di specie di
verse e altrettante per indicare gli ucceli. e si nvita n soggetto anglofono
a dare un ordine a quel vocabolario per lui incomprensibile suddividendo
lo in terni che designano i pesci e in termini che designano gli uccelli,
egli egistra n puntegio molto superiore a quello che otterrebbe per puro
caso. Ciò dimostra che esiste un nesso non arbitraio tra appareza dell'og
getto e suono usato per indicarlo.
e2 L'inserimento sintattico delle proposizioni subordinate all'inteno
dele pncipai ricorda molto l'eseczione dei movimenti delle braccia. e
ci invitano a toccarci il naso, seuiamo isntivamente con la mano la
traiettoria più corta, regolando l'angolo formato da goito e dita e con
traendo i muscoli giusti. Ma, volendo, pur non avendolo mai fatto prima,
potremmo portare il braccio dietro la nuca e sfiorarci il naso facendo com
piere na cuva alla mano. Dunque a essere speciicati sono solo l'obieti
vo (toccarsi il naso) e la strategia complessiva (contrarre prima i muscoi
prossimali e progressivamente attivare le articolazioni distali), non la pre
cisa sequenza di contrazioni muscolari. L'ativazione di processi motori fi
nalizzati a un obiettivo non è diversa dall'inserimento di proposizioni su
bordinate nelle proposizioni principali.
128 Che cosa sappamo della mente
degli oggetti intono a lui e si seve dei dati acquisiti per com
prendere e risolvere problemi.
Colecistochinina. Ormone secreto dale mucose nterne dello sto
maco ai primi stadi della digestione. Presente anche nel cevello,
è un potente soppressore dello stimolo dela fame.
Condizionamento classico. Apprendimento nel quale a no stmo
lo naturale che produce una risposta specifica (stimolo ncondi
zionato) si associa ripetutamente uno stimolo neutro (stimolo
condizionato), finché il secondo stimolo genera una risposta si
mile a quella del primo (riflesso condizionato) .
Cono. Principale recettore retinico. È sensibile al colore e serve pre
valentemente alla visione diuna.
Cono di crescita. Estremità mobile della maggior parte degli assoni
in accrescimento. È nel cono che si aggiunge all'assone nuovo
. materiale neurale.
Consolid amento della memoria. Cambiamento psicofisiologico
che si verifica quand� il cevello orgaizza e rielabora le for
mazioni per ntegrarle in maniera permanente nella memoria.
Conea. Sottile membrana convessa e trasparente che riveste l'oc
chio e che, nel processo visivo, innesca la messa a fuoco dell'im
magne.
Como dorsale del midollo spinale. Area del midolo spinale a for
ma di cono, nela quale molte fibe nevose provenieni dai re
cettori periferici del dolore si incontrano con altre fibre nevose
ascendenti.
Corpo calloso. Grosso fascio di fibre nevose che conette gli emi
sferi destro e sistro del cevelo.
Corteccia c erebrale. Strato più esteno degli emisferi cerebrali. È
responsabile i utte le forme di esperieza conscia, come la per
cezione, l'emozione, l pensiero e la pianificazione.
Corteccia surenale. Porzione corticale' del srrene che secene cor
ticosteroidi per unzioni metaboliche: l'aldosterone per la riten
zione del sodio nei reni, gli ormoni androgeni per lo sviluppo
sessuale maschile e gli estrogeni per lo sviluppo sessuale femmi
le.
Cortisolo. Ormone secreto dalla corteccia surrenale. Negli esseri
umani è prodotto in grandi quantità prima dell'alba e prepara
l'orgnismo alle attività dela gionata.
Cotard, sindrome di. isturbo che induce il paziente ad affermare
di essere morto, di sentire l'odore della propria carne putrefatta
e di essere coperto di vermi. È forse una forma esasperata di sin
drome di Capgras: n questo caso è interrotta la conessione non
solo con l'area di riconoscimento dei volti, ma con tutto l siste-
138 Che cosa sappamo della mente
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