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Il volume raccoglie 8 saggi di Raymond Boudon, uno dei migliori e piu noti
studiosi contemporanei di metodologia delle scienze sociali, alcuni inediti e
altri già pubblicati su riviste internazionali. Diversamente dalla maggior
parte delle raccolte di saggi, questo libro costituisce un corpo integrato
di argomentazioni organizzate intorno al tema degli "effetti perversi",
ovvero le conseguenze inattese dell'azione sociale. Riprendendo un tema
radicato nella tradizione del pensiero sociologico ed economico e
sviluppato dal celebre sociologo americano Robert Merton in un saggio
del 1936, Boudon analizza le implicazioni di una serie di. decisioni
concernenti la domanda e l'offerta di istruzione e la riduzione della
diseguaglianza sociale, e sostiene che la mera giustapposizione delle azioni
individuali provoca degli effetti collettivi non necessariamente indesiderabili
ma tuttavia non presenti negli obiettivi espliciti degli attori. Queste
conseguenze inattese sono una fonte importante di cambiamento sociale,
non meno importante del conflitto di interessi tra i gruppi sociali, e tendono
a divenire sempre piu rilevanti man mano che le moderne società industriali
aumentano il loro grado di complessità e divengono sempre meno
programmabili. Boudon non nega la intellegibilità dei fenomeni sociali e la
razionalità della condotta umana, ma rifiuta il determinismo causale dei
fatti sociali a favore della razionalità limitata dell'agire sociale.
Il libro è scritto in modo assai chiaro, nonostante la complessità dei
problemi trattati ed è un invito al ragionamento e alla argomentazione per
studenti e cultori di filosofia e di scienze sociali. È un'opera che si pone
sul crinale tra cultura umanistica e cultura scientifica e che risulta
particolarmente adeguata a corsi e seminari universitari.
Copyright by
©
Giangiacomo Feltrinelli Editore
Milano
Indice
Pagina 11 Introduzione
Sociologia e libertà
21 Capitolo primo
Effetti perversi e mutamento sociale
Un caso interessante di effetti perversi, ovvero come l'eguaglianza
può generare la diseguaglianza, 26. - Un altro caso: come ci si può
disinteressare del proprio interesse, 3 9. - Come i mali sociali p ossono
non essere causati da nessuno e giovare a nessuno, 47
clusione, 92
94 Capitolo terzo
Istituzioni scolastiche ed effetti perversi. 2) L'insegnamen
to superiore corto
. Il fallimento dell'insegnamento superiore corto in Francia e altrove,
98. - 2. Il perché del fallimento: l'ipotesi del "bad bargain 1 0 9. -
",
7
a M. -R.
Introduzione
Sociologia e libertà
Gli effetti perversi sono ben rioti agli economisti. In periodo di in
flazione ho interesse ad acquistare oggi un prodotto che potrò usare
solo il mese successivo perché sono quasi sicuro che il suo prezzo allo
ra sarà aumentato. Cosi facendo contribuisco ad aumentare l'inflazio
ne. Naturalmente il mio comportamento ha un'influenza trascurabile a
riguardo, ma la logica della situazione vuole che molte persone si com
portino come me. La sommatoria di queste influenze individuali infini
tesimali genera quindi un effetto sociale .
Questi tipi di effetto , spesso chiamati effetti perversi, o effetti
composti, non appaiono solo nella sfera della vita economica. Non si
vede del resto perché debbano essere limitati alla sfera economica. In
realtà si può affermare senza esagerazione che sono sempre presenti
nella vita sociale e che rappresentano una delle cause fondamentali de
gli squilibri e del mutamento sociale .
Molti fenomeni sociali comuni sono la manifestazione o la conse
guenza di effetti perversi oppure risultano dallo sforzo fatto dalla col
lettività per eliminarli. Consideriamo la coda che si forma davanti alla
porta del pasticciere, la domenica all'uscita dalla messa. Certamente
per rendere conto di questo fenomeno occorre spiegare perché i dolci
sono associati al rituale della domenica. Ma occorre anche spiegare
perché un numero consistente di persone accetta di fare una coda di
mezz'ora e di subire cosi un'attesa senza significato e psicologicamente
sgradevole. In effetti queste persone si trovano costrette all'attesa per
il fatto che la frequenza del loro arrivo non ha alcuna relazione con il
ritmo con cui il pasticciere può servirle. Conseguentemente ciascuno
impone agli altri una attesa sgradita. Lo scopo esplicito del comporta
mento dei singoli si limita all'acquisto dei dolci, ma la conseguenza dei
11
Effetti "perversi " dell'azione sociale
12
Sociologia e libertà
che a giusto titolo può essere considerato tra i precursori piu impor
tanti della sociologia, come sottolinea Merton in un testo classico . 1
Ma questa constatazione essenziale di Merton è rimasta in grande
misura lettera morta. Quanto piu gli effetti perversi sono frequenti
nella vita sociale , tanto piu sono rari nella analisi sociologica moderna.
La tradizione di Mandeville, Smith e Rousseau è mantenuta viva e ar
ricchita almeno fino a Marx , comprendendo coloro che , come Nisbet
ha opportunamente rilevato , appartengono fondamentalmente, sia per
l'orientamento intellettuale che per la metodologia, al secolo dei lumi.
Ma dopo Marx la tradizione è interrotta in sociologia. Solo qualche no
me , a parte Merton stesso, può essere ricordato . Citiamo per esempio
Lewis Coser per gli Stati Uniti e Miche! Crozier in Francia. A parte
queste eccezioni e qualche altra, la maggior parte della produzione so
ciologica non sembra aver fatto molto caso a queste contraddizioni, co
me avrebbero detto Hegel e Marx, rappresentate dagli effetti perversi.
Se mi si permette questo riferimento personale, neppure io ne ho
ravvisato l'importanza nei manuali o nei classici della sociologia moder
na. Il testo di Merton sulla previsione creativa ad una prima lettura mi
era parso uno splendido pezzo di bravura. Ma solo ora ne percepisco la
portata e la generalità . Le previsioni hanno la tendenza ad autorealiz
zarsi non certo perché coloro che le fanno posseggono una capacità ef
fettiva di leggere i disegni di Dio , ma perché una previsione diventa
un fatto sociale fin dal momento in cui viene ipotizzata . Se un numero
consistente di persone poste in situazioni analoghe sono spinte a nutri
re le stesse convinzioni e a fare le stesse previsioni, si può assistere alla
nascita di un effetto perverso che assume in questo caso l'aspetto di
una realizzazione effettiva delle previsioni in questione. La credenza
collettiva dell'insolvibilità delle banche, causando la corsa agli sportelli,
ha provocato numerosi fallimenti bancari negli anni della grande de
pressione.
L'opera di Merton dimostra in modo convincente che gli effetti
perversi giocano un ruolo essenziale, non solo nel caso di fenomeni
economici, ma allo stesso modo nel caso di fenomeni che tradizional
mente appartengono al campo di interesse dei sociologi .
Per quanto mi riguarda, è nel campo della sociologia dell'educazio
ne che ho incontrato, in un primo tempo senza accorgermene e in ogni
caso senza volerlo, un tipo di strutture caratterizzate dall'esistenza di
effetti perversi di diversa natura. Ho cercato di mostrare nell'opera
L'inégalité des chances2 che dopo la seconda guerra mondiale la logica
della domanda individuale di istruzione ha generato nelle società indu
strializzate una moltitudine di effetti perversi sia collettivi che indivi
duali. Voglio dire che la semplice giustapposizione di azioni individuali
ha comportato degli effetti collettivi e individuali non necessariamente
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E/letti "perversi " dell'azione sociale
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Sociologia e libertà
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E/letti "perversi " dell'azione sociale
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Sociologia e libertà
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
6 Cfr. per esempio A. ETZIONI, The Active Society, McMillan, New York, London
1968.
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Sociologia e libertà
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
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Capitolo primo
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 KARL PoPPER , Misère de l'historicisme, Plon, Paris 1956 (tr. it . , Miseria dello storici
smo, Feltrinelli, Milano 1 975).
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
7 J .·]. RoussEAU, Ecrits politiques, in Discours sur l'origine de l'inégalité, Gallimard, Pa
ris, col!. de la Pléiade, pp. 1 6 6-7 (tr. it., Editori Riuniti, Roma 19 68). Il rifiuto, piuttosto
diffuso in Francia, di una lettura individualista e utilitarista dell'opera politica di Rousseau ha
forse origine in MICHELET (cfr. La Révolution /rançaise, Gallimard, Paris, Pléiade, tomo I
p. 298; tr. it. , Storia della rivoluzione francese, Ed. per il Club del Libro, Milano 1 960-62)
che oppone l'utilitarismo del Contratto a ciò che oggi chiameremmo l'intuizionismo de La
Pro/ession de foi du vicaire savoyard, che accusa Rousseau di "incoerenza".
24
Effetti p erversi e mutamento sociale
25
Effetti "perversi " dell'azione sociale
giochi, il dilemma del prigioniero . Ora, un esito classico per gli attori
caduti in questa trappola consiste nell'accettare liberamente la costri
zione che li obbliga a cooperare. Naturalmente la costrizione ( che può
prendere secondo i casi una forma pubblica o privata) non è il solo esi
to possibile al dilemma del prigioniero . La lealtà è un altro, ma non è
verosimile in ogni situazione. Riassumendo: l'analisi di Rousseau di
mostra che un cambiamento sociale fondamentale, l'istituzionalizzazio
ne della costrizione , può risultare dagli effetti perversi generati dallo
stato di natura, cioè dalle situazioni in cui ciascuno può agire a suo pia
cimento.
• LESTER C. THuRow, Education and Economie Equality, in "The Public lnterest," esta
te 1 972, pp. 68-8 1 .
26
Effetti perversi e mutamento sociale
9 :t: impossibile fornire in questa sede una bibliografia dei lavori di economia dell'educa
zione. A riguardo è possibile consultare l'utilissima collezione di testi raccolti dall'UNESCO:
Textes choisis sur l'économie de l'éducation, UNESCO, Paris 1 9 6 8 .
10 Thurow mostra che tra questi fenomeni non c'è solo correlazione, m a anche relazione
27
E/letti "perversi " dell'azione sociale
28
Effetti perversi e mutamento sociale
Classe sociale
Livello
cl ( superiore) . c2 ( media) c3 (inferiore)
di istruzione
(l) (2 ) (3) (4) (5) (6)
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El/etti "perversi " dell'azione sociale
1 3 Il modello si applica ad un tipo ideale piuttosto che ad una società industriale partico
lare ed è quindi difficile sincronizzare il tempo del modello con i termini reali. Per una miglio
re comprensione si può supporre che l'intervallo di tempo che separa due periodi successivi
del modello sia di circa cinque anni. t allora possibile derivare dal modello una serie di curve
di evoluzione simili a quelle che si osservano a livello delle statistiche dell'istruzione.
30
Effetti p erversi e mutamento sociale
a) t = t1
l . Fine degli studi
superiori 0,23 1 9 1 , 0001 0,0491 0,9999 0 , 0092 1 ,0001
2. Studi
superiori 0 , 0947 0,7682 0,0490 0,9508 0,0153 0 , 9909
3 . Fine degli studi
secondari 0 , 0629 0,6735 0,04 1 8 0 , 90 1 8 0,0164 0 , 9756
4. Secondarie
superiori 0 , 1 707 0 , 6 1 06 0 , 1 5 26 0 , 8 600 0 , 0832 0,9592
5 . Secondarie
inferiori 0,2599 0,4399 0,3564 0,7074 0,3360 0 , 8760
6 . Scuola
primaria 0 , 1 800 0 , 1 800 0,35 1 0 0,35 1 0 0,5400 0,5400
b) t = 12
l . Fine degli studi
superiori 0 , 26 8 9 1 , 0002 0,0680 1 , 0000 0 ,0 1 5 1 1 ,0000
2. Studi
superiori 0,0977 0,73 1 3 0,0584 0 , 93 20 0,02 1 5 0,9849
3. Fine degli studi
secondari 0 , 06 3 1 0,6336 0,0474 0 , 8736 0,0217 0,0634
4. Secondarie
superiori 0 , 1 66 2 0 ,5705 0 , 1 629 0,8262 0,1018 0 , 94 1 7
5 . Secondarie
inferiori 0,2423 0,4043 0,3474 0,6633 0,3539 0,8399
6 . Scuola
primaria 0 , 1 6 20 0 , 1 6 20 0,3159 0,3159 0,4860 0,4860
c) t= t3
l . Fine degli studi
superiori 0,3069 l ,0001 0 , 0904 1 ,0000 0,0233 1 , 0000
2. Studi
superiori 0,0 993 0,6932 0 , 0676 0 , 9096 0,0288 0 , 9767
3. Fine degli studi
secondari 0 , 0626 0,5939 0,0524 0 , 8420 0,0277 0,9479
4. Secondarie
superiori 0 , 1 604 0,5313 0 , 1 703 0,7896 0 , 1 1 97 0 ,9202
5 . Secondarie
inferiori 0,2250 0 , 3709 0,3350 0 , 6 1 93 0,3629 0 , 8005
6 . Scuola
primaria 0, 1459 0 , 1 459 0 , 2843 0 , 2843 0,4376 0,4376
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
che nel periodo t0 il numero degli individui, che non hanno superato
il livello del primo ciclo di istruzione secondaria, è dato da
( 0 , 2775 . 1 0 . 00 0 ) + ( 0 , 3 6 09 . 3 0 . 000) + ( 0 , 3 072 . 6 0 . 0 0'0 ) 3 2 . 0 3 5
=
34
Effetti p erversi e mutamento sociale
14 Una formulazione matematica di una parte dei modelli utilizzati in L'inégualité des
chances è stata presentata da THOMAS FARARO e KENJI KosEKA, A Mathematical Analysis of
Boudon's lEO Mode!, in "lnformation sur !es sciences sociales", 1 976, vol. XV, n . 2 / 3 , come
parte di un simposio su " L'inégalité cles chances " , pubblicato da questa rivista.
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
Status sociale
Livello
di istruzione
cl c2 c3 Totale
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
17 MANCUR OLSoN , The Logic of Collective Action, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass . ) 1 9 6 5 .
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Effetti "perversi" dell'azione sociale
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 8 In Francia il tasso globale di sindacalizzazione è del 20% , ma sale al 7 5% tra gli inse
gnanti, cfr. "Le Monde ", 1 3-1 0-76. Naturalmente esistono ostacoli di diversa natura alla par
tecipazione sindacale (intimidazione, assenza di informazioni, ecc . ) . La teoria di Olson mostra
che, anche in assenza di questo tipo di fattori, la partecipazione è normalmente ristretta quan
do il sindacato produce solo beni collettivi e non può imporre la partecipazione.
44
E/letti perversi e mutamento sociale
del posto di lavoro (bene individuale), o una garanzia contro gli inci
denti sul lavoro .
Al di fuori di queste possibilità di applicazione e di nuo�a interpre
tazione di numerosi fenomeni sociali e politici che la teoria di Olson
offre , essa si presta egualmente alla reinterpretazione di certi autori
classici. Molto stimolante è la lettura che Olson fa della teoria del cam
biamento sociale di Marx e della teoria di Durkheim, relativamente ad
alcune osservazioni incidentali. Quando Marx concepisce gli interessi
dei capitalisti come contraddittori rispetto a quelli del proletariato, egli
intende i due gruppi come gruppi latenti ciascuno composto da perso
ne che hanno lo stesso interesse , che è contraddittorio con l'interesse
comune dei membri dell'altro gruppo. L'obiezione di Olson è allora
questa: la proposizione secondo cui il conflitto di interessi conduce ne
cessariamente alla lotta di classe è incompatibile con un utilitarismo
coerente; in quanto gruppi latenti, le classi sono fondamentalmente in
capaci di intraprendere le azioni collettive destinate a promuovere i lo
ro interessi. Esistenza di classi si, lotta di classi no. A questa obiezio
ne si può rispondere che Marx, al contrario di quanto pensa Olson, si
era accorto del problema: la distinzione tra classe in sé e classe per sé,
le infinite esitazioni sulla nozione di coscienza di classe, gli sviluppi
sull'organizzazione politica delle classi mostrano che Marx era almeno
implicitamente cosciente del paradosso di Olson. D'altronde la cosa
non è sorprendente: tutta la filosofia politica del XVIII secolo, tutta
l'economia della fine del XVIII e dell'inizio del XIX secolo di cui
Marx si nutre, fanno perno sui paradossi dell'azione collettiva .
In ogni modo la conseguenza forse piu interessante che si può far
derivare dalla teoria di Olson, dal punto di vista del mutamento socia
le, è la proposizione a cui Robert Michels aveva dato il nome di legge
di bronzo dell'oligarchia. 19 Supponiamo che un notevole numero di
individui non organizzati abbiano interesse alla produzione di un bene
collettivo. In base alla teoria di Olson, in condizioni molto generali,
questi individui non saranno in grado di produrre questo bene . Se que
sto è vero, il bisogno collettivo manifestatosi potrà invogliare un im
prenditore nel senso schumpeteriano del termine . Questi costruirà
un'organizzazione destinata a sfruttare, oltre che a soddisfare, quel be
ne collettivo. La coercizione o l'offerta di beni individuali paralleli per
metterà all'imprenditore di attirare il pubblico potenziale. Tuttavia,
una volta creata l'organizzazione, niente assicura che gli interessi degli
individui che si presume rappresenti siano effettivamente soddisfatti.
In effetti, supponendo che i membri dell'organizzazione prendano mi
sure o adottino una politica che i loro mandanti disapproverebbero se
fossero interpellati, si deduce dal teorema di Olson che essi non mani
festeranno la loro opposizione alla politica seguita, a meno che non
vengano esplicitamente consultati: un tale fenomeno corrisponderebbe
alla produzione di un bene collettivo . Il teorema mostra quindi che un
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Effetti "p erversi " dell'azione sociale
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Effetti perversi e mutamento sociale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
23 ALBERT O . HIRSCHMAN, Exit, Voice and Loyalty, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass. ) 1 97 0 .
2 4 "Défection" e "prise de parole" nel testo francese.
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Fig. l .
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E/letti perversi e mutamento sociale
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Effetti "p erversi " dell'azione sociale
27 BucHANAN, TuLLOCK, The Calculus o/ Conrent, The Universicy of Michigan Press, Ann
Arbor 1 96 5 .
52
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
29 THOMAS ScHELLING, On the Ecology o/ Micromotives, in "The Public Interest '', n . 25,
autunno 1 971 , pp. 6 1 -9 8 . Si veda anche Dynamic Models o/ Segregation, in "Journal of Ma
thematical Sociology ", 1 97 1 , pp. 1 43- 1 85 .
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
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Effetti perversi e mutamento sociale
Per quanto riguarda le pretese leggi della storia che furono cosi
popolari presso i sociologi del XIX secolo e che non mancano di se
durre certi sociologi del XX, esse possono essere messe da parte senza
inconvenienti. N es suno spirito assoluto veglia sui destini umani. Cer
to, si possono osservare regolarità statistiche e processi cumulativi: le
fasi culturali di Sorokin non sono prive di fondamento'"; molti fenome
ni prendono nel tempo un andamento logistico o esponenziale. Tutta
via queste regolarità non perorano la causa del valore euristico delle
analogie fisiche o epidemiologiche. Infatti per la sociologia si tratta
sempre si spiegare perché un fenomeno si presenta in certi termini,
una volta che si è constatato che presenta una certa regolarità nel tem
po. Ora, la spiegazione si rifà sempre alla ricerca dell'azione individua
le dietro alle regolarità che si osservano a livello macrosociologico .
3° Cfr. Social and Cultura/ Dynamic, Bedminster Press, New York 1 962.
57
Capitolo secondo
Uno dei problemi piu importanti della socio logia riguarda l'anali
si della relazione tra istituzioni e comportamenti individuali. Le isti
tuzioni non determinano mai i comportamenti, ma influiscono sui
campi di azione e di decisione degli individui. Come corollario, l'ana
lisi degli "effetti " di un m.utamento istituzionale riconduce sempre allo
studio delle modificazioni introdotte da questo cambiamento riguardo
ai campi di azione e di decisio ne degli individui.
Il testo che segue rappresenta uno sforzo di applicazione di questo
approccio alla ana lisi dei mutamenti istituzionali che caratterizzano il
sistema universitario francese dopo il 1 968. Si tratta dello studio di un
caso . Spero nondimeno che abbia una p ortata metodologica generale e
mostri l'interesse per l'ana lisi sociologica del paradigma dell'indivi
dualismo metodologico utilizzato da un capo all'altro di questo libro .
Quando si analizzano gli effetti di un mutamento istituzionale, ci
si può limitare a studiare la convergenza o la mancanza di convergen
za tra gli effetti e gli obiettivi specifici p erseguiti dagli attori resp onsa
bili del mutamento. Questa prospettiva è stata seguita nel capitolo ter
zo . Qui abbiamo tentato un 'analisi generale degli effetti, voluti e non
voluti, positivi e negativi, generati dalle riforme istituzionali che han
no seguito la riforma universitaria del 1 96 8 in Francia. Per esempio si
è cercato di dimostrare come le limitazioni di diversa origine che il
riformatore doveva affrontare abbiano limitato l 'efficacia delle misure
tendenti a orientare la domanda individuale di istruzione e, attraverso
ciò, a eliminare certi effetti esterni non desiderabili generati dalla
struttura dei flussi scolastici. Sono state anche ana lizzate le ragioni
della bassa efficacia dei meccanismi messi in movimento per aumentare
la qualità delle università dal doppio punto di vista della formazione
e della produzione delle conoscenze. In sostanza un groviglio comples
so di effetti perversi, che ha preso l'andatura di una macchina inferna
le, ha neutralizzato in larga misura gli sforzi intrap resi dal riformatore
per rinnovare l'università francese.
Questo testo è stato preparato per un numero speciale di Compara
tive Politics sulla Francia (apparso nel 1 977). Il saggio originariamen
te in francese qui pubblicato rapp resenta una versione estesa dell'arti
colo destinato a lla pubblicazione in inglese.
58
Dopo il 1 96 8
59
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
60
Dopo il 1 96 8
Diploma, anno
Totale 1 00 , 0 1 00 , 0 1 00 , 0 100,0 1 00 , 0 1 00 , 0
FoNTI: 19 62 e 1968: Recensement 1968, vol. Formation INSEE 1 972: Enquete Emploi,
INSEE, da M. FREYSSENET e C. PHILIPPE ( 1 975), p. 160. Tabella ripresa da Lévy-Garboua, Ler
demandes de l'étudiant ou les contradictions de l'université de masse, in "Revue Française de
Sociologie ", vol. XVII, n. l , febbraio-marzo 1976, pp. 53-60.
61
Effetti "perversi " dell'azione sociale
6 Cfr. EowARD F. DENISON, The Source of Economie Growth in the United States and the
Alternatives before us, Committee for Economie Development, New York 1 962.
7 Sulla storia del sistema di istruzione francese nel XIX e XX secolo, si veda ANTOINE
PRosT, L'enseignement en France, 1 800-1 967, Colin, coll. "U", Paris 1968.
8 Inchiesta del CEREQ (Centre d'Etudes et de Recherches sur !es Qualifications), docu
mento n. 26, L'accès à la vie professionnelle à la sortie des universités, Ministero dell'Istruzio
ne, Paris, gennaio 1 975 .
9 A livello di interessante ipotesi da verificare, si può supporre che le differenze distribu
tive riguardanti l'ideologia che è possibile osservare per esempio tra gli studenti di diritto,
scienze economiche, umanistiche e scienze e lettere sono da mettere in relazione con il carat
tere piu o meno aperto della loro disciplina nei confronti del sistema economico. Naturalmen
te queste differenze non sono specifiche del caso francese. In tutti i casi in cui sono state con
dotte inchieste su questo argomento si osserva che le differenze ideologiche sono in funzione
delle discipline universitarie. Per gli Stati Uniti si veda per esempio SEYMOUR MARTIN LIPSET,
Acadeinia and Po litics in America, in THOMAS J. NossiTER (a cura di), Imagination and Preci
sion in the Social Sciences, Faber and Faber, London 1972, pp. 21 1 -289. Quest'opera sugge
risce che certe caratteristiche delle diverse discipline universitarie provocano una selezione de-
62
Tabella 6 .- Settori economici in cui sono occupati gli studenti usciti dall'università nel 1 96 9-1 970
in funzione dei gruppi di discipline e del livello del titolo di studio (uomini) (percentuali)
Settori economici
Trasporti
Discipline
Agricoltura telecomu-
e titolo Altre Credito e Insegna-
industrie nicazioni Commercio Amministra- Altre
di studio industrie assicura- mento e Totale
agricole e costruzioni e servizi zione attività
e energia zioni ricerca
alimentari lavori
pubblici
Lettere
primo anno l 6 7 12 8 12 51 3 1 00
diploma 5 3 8 4 12 64 4 1 00
"Maltrise " E 2+E 2+E 8 3 11 73 l 1 00
Scienze umane ( N = 1 . 3 39)
t)
primo anno 3 8 4 23 8 14 34 6 100 c
""
diploma lO 3 31 4 11 31 10 1 00 c
-
N,
FoNTI: CEREQ (Centre d'Etudes et de Recherches sur !es Qualifications), documento n. 25 , L'accès à la vie Professionelle à la sortie des universités,
0\
w Paris, Ministère de l'Education, Office Nationale d'Information sur !es Enseignements et !es Professions, gennaio 1 975. Si tratta di un'indagine condotta
con questionario postale nel 1 973 su un campione dell'insieme degli studenti francesi che hanno lasciato l'università entro l'anno 1 9 69-70. Tasso di
risposte: 54% .
Tabella 7 . - Dati analoghi alla tabella 6 (donne) (percentuali)
0\
.j:.
Settori economici
Trasporti
Discipline
Agricoltura telecomu-
e titolo Altre Credito e Insegna-
industrie nicazioni Commercio Amministra- Altre
di studio industrie assicura- mento e Totale
agricole e costruzioni e servizi zio ne attività
e energia zioni ricerca
alimentari lavori
pubblici
Lettere trl
primo anno E. 7 4 19 3 6 59 2 1 00 ::::::
diploma E. 4 2 9 2 8 73 2 100 �.
"Maitrise" S + r. l 6 2 6 79 l 100 ""'.
"'
( N = 2.237) ...
<:;
Scienze umane "'
primo anno 2 5 17 20 51 5 100 3.
•
diploma 3 48 5 12 30 2 100 l'>.
"Maitrise'' 64 2 6 19 9 1 00 �
( N = 29 5 ) ;;;:
N
Diritto c;·
;:t
primo anno 12 3 + E. 19 5 30 28 3 1 00 "'
l 4 + r. 14 20 34 17 100 ...,
diploma E. lO c
"
(N = 5 8 1 ) ;:;·
Scienze economiche �
primo anno 2 8 27 lO 17 34 2 1 00
diploma lO 7 9 13 22 39 1 00
(N = 285 )
Scienze
primo anno lO l lO 3 7 68 l 1 00
diploma l 4 3 4 l 2 85 100
"Maitrise " E. 4 l 5 l 4 85 100
( N = 1 . 250)
gli studenti sulle loro opinioni politiche e ideologiche preventive. D'altra parte si può suppor·
re che lo studio di una disciplina possa indurre certe opinioni ideologiche e politiche (si veda
per esempio il caso dei fisici nel periodo delle prime utilizzazioni militari dell'energia nucleare
o il caso odierno dei biologi in un periodo in cui i problemi ecologici assumono un'importanza
sociale notevole) . In breve, la struttura delle discipline e la relazione congiunturale di queste
discipline con i problemi sociali, sono senza dubbio in parte responsabili delle relazioni osser
vabili .tra discipline e distribuzioni ideologiche.
10 Sulla democratizzazione si vedano i dati della nota n. 32. Per ciò che riguarda la fem
minizzazione, occorre analizzare parecchi fenomeni. Da una parte si assiste ad un aumento
costante della femminizzazione del corpo studentesco dal 1 9 60 al 197 5 . D'altra parte i tassi
piu elevati di aumento della partecipazione femminile compaiono nelle discipline tradizional
mente piu "maschili", cioè quelle in cui piu bassa era la proporzione di studentesse nel 1 960.
In una disciplina come farmacia, tradizionalmente molto femminilizzata, il tasso di femminiz
zazione non cambia affatto nel periodo considerato. A lettere e scienze umane, discipline an
cor piu femminili, il tasso aumenta trascurabilmente (questo è il risultato della combinazione
di due tendenze, femminizzazione e democratizzazione: le giovani di bassa origine sociale pos
sono facilmente impegnarsi negli studi di lettere e scienze umane piuttosto che di farmacia per
ragioni di impiego futuro) . D'altra parte si può constatare la permanenza delle differenze dei
tassi di femminizzazione tra lettere e scienze umane da una parte e scienze dall'altra, gruppi di
discipline comparabili per il tipo di impiego a cui conducono tradizionalmente e diversi invece
per il contenuto. Infine si osserva il maggior aumento di femminizzazione nei gruppi di disci
pline tradizionalmente "nobili" e "maschili" , cioè diritto e scienze economiche come pure me
dicina. Tra diritto e scienze economiche la femminizzazione è maggiore nella prima che nella
seconda disciplina. Nell'anno 1 973-74 per esempio su 1 1 2 . 864 studenti di diritto, il 42% so
no femmine; per i 4 8 . 876 studenti di scienze economiche la stessa percentuale è del 2 8 ,4 % . I
risultati sono esposti nella tabella seguente.
A causa principalmente della tendenza alla femminizzazione degli iscritti, diritto e scienze
economiche rappresentano le discipline con un tasso di crescita maggiore (aumento congiunto
del 453,7 nel 1 972-3, facendo base 1 00 l'anno 1 960-6 1 ) . Lo stesso tasso si abbassa per lettere
e scienze umane ( 3 8 1 ,4), medicina (348,5), farmacia ( 2 9 1 , 9 ) . Il debole aumento delle studen
tesse nelle discipline scientifiche spiega in parte come queste presentino il minore tasso di
incremento ( 1 97, l ) . A scopo indicativo per ciò che concerne gli effettivi assoluti, disaggre
ghiamo gli effettivi seguenti per i diversi gruppi di discipline limitatamente all'anno 1 973-74:
diritto 1 1 2 .864, scienze economiche 4 8 . 876, scienze 1 20.246, lettere e scienze umane
244.249, medicina 1 27 . 3 8 3 , odontoiatria 1 1 . 2 1 9 , farmacia 27. 1 2 1 , indirizzi "pluridisciplina
ri" 6 .258.
65
Effetti "perversi " dell'azione sociale
11 Alcuni risultati di ricerche empiriche possono, a titolo di ipotesi, essere messi in rela
zione con l'importanza tradizionale della funzione autoriproduttrice del sistema scolastico.
Cfr. per esempio RAYMOND BounoN-FRANçors BouRRICAUD, Le choix p ro/essionnel des lycéens,
Convention DGRST, 1 9 6 8 , ciclostilato. Questa ricerca mostra come una notevole proporzio
ne di studenti in una classe di età tra i 1 2 e i 1 3 anni dichiari di voler aspirare alla carriera
insegnante.
1 2 Questi fattori riguardano in parte fattori demografici conosciuti abbastanza bene e in
parte fenomeni relativi al cambiamento a lungo e a breve termine della domanda di istruzione,
sfortunatamente molto meno conosciuti. Il rapido aumento della domanda di istruzione osser
vabile dopo il 1 960 può manifestare una certa tendenza alla saturazione. Bisognerebbe però
osservare questo fenomeno di saturazione disaggregandolo per categoria sociale. D'altra parte
è possibile che la svalutazione sociale dei titoli scolastici e universitari, che è il risultato del
processo inflazionistico osservabile negli anni recenti, possa comportare un effetto di retroa
zione tendente a riaggiustare verso il basso la domanda individuale di istruzione. Questi im
portanti problemi dal punto di vista della sociologia dell'educazione, dell'analisi del sistema
sociale e della relazione tra il livello individuale e il livello macra-sociale sono purtroppo stu
diati poco attualmente almeno per quanto riguarda la Francia. Un utile riferimento, relativo
all'evoluzione temporale dei "bisogni" di personale insegnante da parte del sistema sociale
francese negli ultimi venti anni, è costituito dalla tesi di ALAIN NoRVEZ, Les enseignants du
second dégré en France. Elfecti/s actuels et besoins futurs, Sorbonne (Paris V), ciclostilato.
66
Dopo il 1 968
1.l Occorre tuttavia sottolineare che questi studenti mediamente vengono assorbiti ad un
livello relativamente modesto. Una ricerca di PHILIPPE VRAIN, Les débouchés pro/essionnels des
étudiants, PUF, Paris 1 973, mostra che uno scaglione di diplomati per l'insegnamento nel
1966 dichiarava un reddito medio in franchi costami al 1 970 di 1 . 502 franchi per gli uomini e
di 1 . 391 franchi per le donne.
67
Effetti "perversi " dell'azione sociale
68
Dopo il 1 96 8
quel che riguarda gli Stati Uniti, l'indirizzo esterno (fortemente dipen
dente dalle istituzioni) entra in azione solo al livello di insegnamento
superiore. L'indirizzo esterno presenta allora degli effetti "antidemo
cratici" nel senso che contribuisce coeteris paribus ad aumentare la re
lazione tra origini sociali e livello universitario (cioè la "qualità degli
studi" ) . Tuttavia se si considera il sistema di indirizzo nel suo insieme,
intendo il curriculum completo, si può constatare che determina un le
game tra livello scolastico e origine sociale molto piu debole rispetto
alla Francia e anche alla Gran Bretagna. Riassumendo, sembra che un
sistema ideale comporti l'introduzione di meccanismi di indirizzo
esterni ( da parte delle istituzioni) in una fase relativamente avanzata
del curriculum . Naturalmente siffatti meccanismi di indirizzo esterni
non possono essere decretati. L'indirizzo suppone la differenziazione
delle istituzioni a valle. Quando questa differenziazione è limitata, co
me nel caso della Francia, tende ad apparire la fraseologia della selezio
ne. E tuttavia chiaro che la "selezione " non può produrre l'insieme di
effetti positivi convergenti che produce l'indirizzo verso le istituzioni
differenziate e gerarchiche. A differenza della selezione che introduce
solo un effetto di eliminazione, l'indirizzo genera un sistema di incen
tivazione con effetti collettivamente e individualm e nte positivi. Al di
scorso della selezione si oppone allora il discorso dell'eguaglianza di
fronte al diploma . ( L'attribuzione di diplomi a suffragio universale è
un'ipotesi già considerata, secondo L'educazione sentimentale di Flau
bert, nell'euforia della I I Repubblica . ) Tuttavia un sistema di produ
zione del sapere complesso come quello delle società industriali sup
pone la diseguaglianza del sapere e del prestigio accordato al sapere,
esattamente come il sistema di produzione economica suppone e im
plica un certo grado di diseguaglianza economica.
3 . L'inflazione della domanda di istruzione individuale che si è os
servata in Francia fino a questi ultimi anni non è certamente specifica
della Francia. La si osserva in tutti i paesi industriali. Tuttavia questi
effetti sono chiaramente diversificati dalle differenze istituzionali. L'u
niversità di massa non ha le stesse caratteristiche in Francia e negli Sta
ti Uniti per esempio . Le "contraddizioni" che genera sono molto piu
vive nel primo caso . Il confronto tra Francia e Stati Uniti è molto
istruttivo a riguardo. Esso mostra che l'università di massa non è con
traddittoria in se stessa. Le contraddizioni dell'università francese so
no il risultato della convergenza tra la lievitazione e il cambiamento
qualitativo del flusso degli studenti, da una parte, e delle strutture isti
tuzionali poco adattabili, dall'altra. Senza volermi soffermare su questo
punto , enuncerò di nuovo l'ipotesi che la bassa "adattabilità" delle isti
tuzioni francesi è senza dubbio in gran parte dovuta alla filosofia di ser
vizio pubb lico che le sottende. Al contrario si può intravedere per le
istituzioni americane una filosofia di mercato.
4. Si è visto che la sconfitta della regolazione dei flussi è in parte
responsabile del cattivo adeguamento tra offerta universitaria e doman
da socio-economica di competenze . Questo non significa che sia desi-
69
Effetti "perversi " dell'azione sociale
70
Dopo il 1 96 8
14 Questa interruzione del 16 gennaio 1976, pubblicata il 20 gennaio 1976 sul "Journal
officiel" e completata dalla seguente circolare applicativa, si sforzava di ottenere la creazione
di nuovi indirizzi a diretta finalità professionale da parte delle università. Essa ha suscitato un
movimento di opposizione abbastanza composito poiché i docenti tradizionalisti l'avevano in
ceni casi interpretata come una minaccia contro alcune discipline universitarie tradizionali che
presentano la particolarità di essere considerate sia intellettualmente nobili, sia sprovviste di
una qualsiasi applicazione pratica (per esempio le lingue mone ) , mentre i docenti di sinistra la
interpretavano come un tentativo riprovevole di asservire il sistema universitario al sistema
economico.
JS L'analisi che segue è riferita piu dettagliatamente nel cap. V. Si veda anche }ANINA
LAGNEAU, L'enseignement supérieur court en France, in "La documentation française, notes et
études documentaires ", n. 400 1 , 29 giugno 1 973 .
I 6 La propedeutica istituita per scienze nel 1 947 e per lettere nel 1 948, corrispondeva
all'introduzione di un anno di orientamento generale preliminare alla scelta di una specialità
universitaria vera e propria da parte dello studente.
71
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 7 Gli Istituti Universitari di Tecnologia hanno costituito nel '68 uno dei bersagli contro
cui si scagliavano gli studenti impegnati in quello che allora si chiamava "il movimento " . Gli
IUT venivano presentati come una macchinazione destinata a completare i meccanismi di ri
produzione delle classi sociali. Di nuovo è interessante notare quanto queste proposizioni
avrebbero dovuto essere ulteriormente contraddette dalla realtà. Il livello di reddito degli ex
studenti degli IUT non è inferiore a quello dei laureati. D'altra parte la lentezza con cui si
sono sviluppati non è comparabile con il ruolo essenziale preteso dai promotori degli IUT
stessi. Per quanto riguarda questo tipo di istituzione si può consultare l'articolo di ]oHN H.
VAN D E GRAAFF, Politics o! Innovation in French Higher Education: the University Institutes
of Technology, in "Higher Education", n. 2 o 3, 1 976.
72
Dopo il 1 96 8
1 8 Bilan d'exécut ion du Vlème Pian dans le domaine de l'Education, Ministero dell'I
struzione, Direzione Generale della Programmazione e del Coordinamento, Paris, settembre
1 975.
1 9 Quest'ultima percentuale, 17%, è una sovrastima della percentuale dei borsisti tra gli
studenti del secondo ciclo. In realtà riguarda l'insieme degli studenti ( compresi il ciclo lungo e
quello corto) . La percentuale di borsisti tra gli studenti del ciclo corto è in realtà molto supe
riore alla percentuale di borsisti tra gli studenti del ciclo lungo. D'altra parte gli studenti del
ciclo lungo rappresentano una modesta proporzione nell'insieme della popolazione studente
sca. Da questi dati risulta che la proporzione di borsisti tra gli studenti del ciclo lungo dovreb
be essere dell'ordine del 1 3 % circa. Cosi gli studenti degli IUT hanno circa il triplo delle
possibilità di ottenere una borsa rispetto agli studenti del ciclo lungo universitario. Nonostante
le differenze nella composizione sociale delle due sottopopolazioni, è incontestabile che nella
ripartizione delle borse si sia cercato di favorire nettamente gli studenti degli IUT. Ciò è ulte
riormente provato dal fatto che i recenti studi sulle risorse degli studenti mostrano una unifor
mità notevole delle risorse a seconda delle categorie sociali. Il risultato generale è che la com
binazione tra le risorse familiari, le risorse pubbliche, in natura e in moneta, e. il prodotto del
lavoro remunerato allineano tutti gli studenti ad un livello comparato di risorse. Inoltre le dif
ferenze tra categorie sociali, per ciò che concerne il ricorso al lavoro remunerato, si sono con
siderevolmente attenuate tra il 1 96 3 e il 1 973. Per questa problematica si veda il capitolo
quinto del presente volume e Loms LÉVY-GARBOUA, op. cit.
73
Effetti "perversi " dell'azione sociale
74
Dopo i/ 1 96 8
2-' In questo caso occorre distinguere gli studi di medicina che sono selettivi. La legge
del '68 comporta d'altra parte certe disposizioni facoltative che permettono l'intervento delle
università sui flussi di entrata, ma sembra che queste misure siano rimaste in gran parte lettera
morta. Si tratta dell'art. 21 della legge di orientamento del '68 che recita nel modo seguente:
"Le università forniscono l'organizzazione di corsi di orientamento, da parte delle unità di in
segnamento e di ricerca che ne fanno parte, per gli studenti appena iscritti quando ritengono
utile verificare la loro attitudine agli studi che intendono intraprendere. " Questo punto della
legge è stato il bersaglio dei movimenti studenteschi.
75
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Modernizzazione dell'università ?
24 Sulla storia delle riforme universitarie francesi dal 1 950 al 1 9 6 8 si consulti l'opera di
FRANçOis BouRRICAUD, La réforme universitaire en France après 1 945 et ses déboires, Maison
de Sciences de l'Homme, Gemas 1 976, ciclostilato.
25 II vocabolo " enseignant" è un neologismo figlio del '68. La coppia funzionale "docen
te / discente" sostituisce la coppia gerarchica "professore / studente" . Siamo in attesa che la
prossima mutazione culturale sostituisca la coppia funzionale "curante/ curato" alla coppia
asimmetrica "medico l paziente".
76
Dopo il 1 96 8
77
Effetti "perversi " dell'azione sociale
78
Dopo il 1 96 8
79
Effetti "perversi " dell'azione sociale
28 Cfr. PHILIPPE CIBOIS, }ANINA MARKIEWICZ LAGNEAU, Les étudiants dans l'enseignement
supérieur court. F;rance, Grande-Bretagne et Yougoslavie, Organisation de Coopération et de
Developpement Economiques (OCDE), Paris 1 976, p. 1 8 6 . In questo lavoro sono esposti i
risultati di una ricerca effettuata su uno scaglione di studenti di IUT in cui questi ultimi giu
dicano gli IUT di qualità superiore alle università (facoltà di lettere) dal punto di vista delle
possibilità di carriera, della qualità dell'insegnamento, dell'interesse degli studi e dell'ambiente
generale.
80
Dopo il 1 96 8
29 Cfr. PIERRE OLÉRON, Opinions d'étudiants e n psycologie sur leurs études et leur future
profession, in "Bulletin de psycologie ", 255 , XX, 6-7 gennaio 1 967, pp. 329-45; PIERRE
OLÉRON , M. MouuNou , Données statistiques sur un échantillon d'étudiants en psycologie, in
"Bulletin de psycologie" 263, XXI, ottobre 1 967, pp. 1 -4; RAYMOND PmcNANT, L'enseigne
ment dans les pays du Marebé commt�n, Institut pédagogique national, Paris 1 96 5 , dà le stime
del raddoppio dell'università francese prima del '68. Una ricerca del CREDOC del 1 974 citata
da LÉVY-GARBOUA, op. cit., mostra da parte sua la debolezza del tasso di riuscita alle differenti
tappe dei curriculum universitari. MICHEL AMIOT e AL. , L'appareil universitaire et le marché de
l'emploi urbain, Centre d'études des Mouvements sociaux, Maison de Sciences de l'Homme,
1 974-76, i cinque fascicoli apparsi (una ricerca sulla dinamica scolastica di uno scaglione di
studenti a Lilla e a Nizza) mostrano d'altra parte l'importanza dei fenomeni di cambiamento di
orientamento durante gli studi.
30 Sul problema delle elezioni universitarie si veda IsABEL BoussAR D La partecipation des
,
étudiants aux élections universitaires en France (1970-1 973), in "Revue française de Science
politique ", XXIV, n . S, ottobre 1 974, pp. 940-975, largamente convergente con la nostra
interpretazione. Per ottenere una teoria completa della partecipazione elettorale e piu in ge
nerale dell' integrazione degli studenti nell'università, occorrerebbe naturalmente tenere con
to di variabili comuni come l'invecchiamento della popolazione studentesca e il rispettivo au
mento medio dei carichi di famiglia a cui lo studente è esposto.
81
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
82
Dopo i l 1 96 8
33 Si possono trovare "Guide " di questo genere in "Le Point , " n. 1 93 , 31 maggio 1 976,
"Le Nouvel Observateur", n . 5 9 1 , 8-14 marzo 1 97 6 , "Le Monde de l'Education", n. 19, lu
glio-agosto 1 9 76 .
34 MANCUR 0!.5oN, The Logic o/ Collective Action, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass . ) 1965.
83
E/letti "perversi " dell'azione sociale
J; I seguenti dati mostrano che tra la seconda metà degli anni Cinquanta e il '67-68 la
proporzione dei maftres assistants è fortemente aumentata rispetto a quella dei professori e
dei maitres de con/érence. Successivamente queste proporzioni sono rimaste praticamente in
variate. Questa evoluzione anteriore al '67-68 spiega certamente solo in parte l'intensità del
l'impegno dei docenti a favore del "movimento studentesco" .
Professori e "maitres
de conférences" 3 . 1 52 4.903 6 . 257 9 . 060
(56%) (33 % ) ( 28 % ) (27 % )
"Maitres assistants,
e assistenti 2.479 1 0 . 1 95 1 6 .256 24 . 84 1
(44 % ) ( 6 7% ) (72 % ) (73%)
FoNTI: RAvMOND PoiGNANT, L'enseignement dans les pays du Marché commun, lnstitut
pédagogique national, 1 9 65 e Statistiques des enseignements, tableaux et in/ormations, Paris,
Ministero dell'Istruzione.
36 Cfr. gli al!aires Althusser e Boutang.
84
Dopo il 1 968
85
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
86
Dopo il 1 96 8
4° Cfr. LEWIS CosER, The Intellectual as Celebrity, in "Dissent ", XX ( 1 ) , 1 973, pp.
45-56.
41 L'istituzione del " Tout-Paris intellectuel " svolge un importante ruolo non solo oggi,
ma anche in passato. Si veda in proposito il saggio di TERRY N . CLARK, Prophèts and Patrons.
The French University and the Emergence o/ the Social Sciences, Harvard University Press,
Cambridge (Mass . ) 1 973, che mette in evidenza come nel XIX secolo le strutture universita
rie e quelle professionali costituissero un sistema doppiamente complementare con ciò che
chiamo.il " Tout-Paris intellectuel " e che l'autore chiama la cultura del Quartiere Latino.
87
Effetti "perversi " dell'azione sociale
vista dei docenti, se molti sono stati spinti a soluzioni di ritirata, altri si
sono giovati di certi aspetti dell'evoluzione che ho cercato di descrive
re. Cosi, Io· sviluppo quantitativo massiccio del sistema universitario
francese ha comportato il reclutamento di un notevole numero di ausi
liari (per esempio i professori dei licei incaricati di corsi complementa
ri nelle università) . Questi ausiliari hanno molto spesso ottenuto dei
benefici personali, non solo economici ma anche intellettuali, dalle
tendenze inflazionistiche del sistema. D'altra parte le nuove istituzioni
hanno facilitato l'accesso agli incarichi di insegnamento da parte di
esperti e specialis.ti che non possedevano il titolo richiesto per accetta
re il p osto di docente. Inoltre la severità delle gerarchie universitarie è
certamente diminuita a causa del processo messo in atto dal "movi
mento" e dalle riforme del ' 6 8 . Questa diminuzione, da una parte, è il
frutto delle riforme istituzionali che hanno permesso agli assistenti e ai
maitres assistants di prendere parte alle decisioni della vita universita
ria sia a livello delle università stesse che a livello delle Unità di inse
gnamento e ricerca ( UER). Dall'altra parte, forse in misura piu impor
tante, è il frutto dei disparati cambiamenti che hanno sostituito il plu
ralismo al monismo e una struttura oligopolistica ad una struttura mo
nopo listica . La moltiplicazione delle università di Parigi, risultato del
lo smembramento della vecchia Università di Parigi e della creazione
di nuove università nella periferia, ha agito in questa direzione . Tutta
via altri fattori si sono aggiunti a questo cambiamento istituzionale:
l'aumento quantitativo del corpo docente, l'aumento del numero degli
studenti hanno comportato un aumento quantitativo e una diversifica
zione della produzione intellettuale proveniente dall'ambiente univer
sitario . Si è visto che questa evoluzione si è sviluppata a detrimento
della produzione di tipo cognitivo . Non ritornerò sugli effetti negativi
di questo squilibrio , ma bisogna sottolineare un aspetto positivo di
questo aumento e di questa diversificazione della produzione intellet
tuale , cioè la sostituzione di scuole, sette, gruppi o formazioni di tipo
oligopolistico a gruppi che prima del ' 6 8 erano in certi casi in grado di
occupare posizioni di monopolio. Prima del '68 non era raro osservare
che una certa disciplina era rappresentata da un gruppo universitario
dominante che disponeva del controllo piu o meno diretto sulle posi
zioni universitarie dotate di potere sulla disciplina, in certi casi anche
al di là dei limiti di costituzione istituzionale del gruppo in questione.
Questi gruppi controllavano anche le riviste e le pubblicazioni scienti
fiche della disciplina. Da situazioni di questo tipo poteva derivare, e in
effetti derivò in molto casi, da una parte , un effetto di sterilizzazione
della produzione intellettuale : al di fuori del paradigma dominante ,
nessun riconoscimento. D'altra parte derivavano anche rapporti di
clientela che asservivano talvolta il novizio al patro no. A queste ten
denze monopolistiche del sistema prima del '68 si sono sostituite delle
strutture oligopolistiche, ma gli effetti di questa sostituzione sembrano
limitati, per cause che debbono essere fatte risalire agli attori, ma an
che e soprattutto al loro ambiente istituzionale. Molti membri dell'uni-
88
Dopo i/ 1 96 8
89
Effetti "perversi " dell'azione sociale
<2 Questo "superinvestimento" in realtà non è imposto da nessuno. Per questo pongo
tra virgolette questo termine di derivazione volontaristica. Questa "esigenza" è il mero risulta
to delle strutture istituzionali e dell'aggregazione delle razionalità individuali quali appaiono
nel quadro di queste strutture .
'' Cfr. i riferimenti citati nella nota n. l .
90
Dopo il 1 96 8
nati. Per il futuro sembra chiaro che l'apertura di scelte offerte agli
studenti dovrebbe avere effetti soprattutto benefici: da un punto di vi
sta individuale, perché il sistema " à la carte " mediamente permette un
miglior adattamento degli studi perseguiti ai gusti e alle inclinazioni
dell'individuo; da un punto di vista collettivo, perché può favorire au
tentici effetti di interdisciplinarietà: tutti oggi auspicano che le frontie
re che limitano le scienze sociali particolari debbano essere seriamente
rimesse in causa se si vuole arrivare ad una migliore comprensione dei
fenomeni sociali. Come si può sperare in una reale interdisciplinarietà
se il sociologo non è in grado per esempio di studiare almeno i rudi
menti del linguaggio economico? Un tempo le produzioni interdiscipli
nari erano il risultato di sforzi e strategie individuali. Il sistema di unità
di valore facilita il sorgere di queste strategie, con gli effetti collettivi
positivi che ci si può attendere .
D'altra parte il sistema del menu à la carte suppone clienti capaci
di anticipare il contenuto dei piatti e di giudicare sulla qualità della
sintesi fornita dall'insieme delle scelte effettuate . Suppone anche natu
ralmente che i piatti siano effettivamente diversificati. Quanto alla qua
lità dei piatti, essa avrà maggiori possibilità di sussistere quanto piu esi
genti saranno i clienti .
Infine si possono ricordare altri effetti "esterni", per usare un ter
mine usato dagli economisti, dell'evoluzione dell'università francese
dopo il ' 6 8 : la "multifunzionalità " dell'università non era forse stata
perseguita, ma è il risultato dell'evoluzione e ha forse dato alle univer
sità un ruolo di "animazione culturale" che precedentemente non ave
vano allo stesso modo. Il successo di certe esperienze tipo "le univer
sità della terza età" fa apparire in filigrana una funzione culturale che
l'università tradizionalmente non si era assunta. D'altra parte sarebbe
utile analizzare in dettaglio le relazioni di causa ad effetto che si po
trebbero stabilire tra i fenomeni di riviviscenza della cultura e delle
tradizioni locali, che si possono osservare in maniera modesta in Fran
cia, e la struttura multifunzionale caratteristica dell'università francese
oggi. Solo per fare un esempio citiamo la creazione di riviste locali co
me Heimdal venduta nelle librerie della Normandia, di origine univer
sitaria e il cui obiettivo è quello di cercare di divulgare , nel senso mi
gliore del termine, la storia della Normandia nel Medio Evo prima che
diventasse la piu ricca provincia del regno di Francia.
N el '6 8 gli studenti dettero prova di essere esigenti. Volendo usare
la concettualizzazione di Albert Hirschman, fecero ricorso alla Voice. 44
Oggi sembra che la reazione al declino prenda piu generalmente la for
ma del meccanismo, classico tra gli economisti, della defezione , dell'e
xi!, secondo Hirschman. In particolare , poiché la defezione non è pos
sibile e bisogna studiare perché gli altri studiano, l ex it ha luogo, per
'
cosi dire, sul posto e prende piuttosto la forma della ritirata mertonia-
44 ALBERT O . HrRSCHMAN, Exit, Voice and Loyalty, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass.) 1 970.
91
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
na. Il fenomeno dell'ex it e della ritirata sono in gran parte tipici anche
dei docenti. Malgrado ciò, è possibile attribuire all'università francese
effetti positivi per la maggior parte indiretti e involontari.
A guisa di conclusione
92
Dopo il 1 96 8
93
Capitolo terzo
94
L'insegnamento superiore· corto
Negli anni Sessanta, nella maggior parte dei paesi europei e piu ge
neralmente nell'insieme delle società industriali, l'autorità politica di
venta sempre piu cosciente delle difficoltà generate dalla crescita degli
effettivi dell'istruzione superiore tradizionale. L'aumento della doman
da di istruzione era considerato dai piu ottimisti come responsabile al
meno parziale della produzione di beni collettivi desiderabili come
l'aumento della produttività o della partecipazione sociale. D'altra par
te era chiaro che un numero non trascurabile e probabilmente crescen-
95
Effetti "perversi " dell'azione sociale
96
L'insegnamento superiore corto
Secondo prigioniero
confessa non confessa
confessa 5 ,5 0,10
Primo prigioniero
non confessa 1 0 ,0 2,2
97
Effetti "perversi " dell'azione sociale
98
L 'insegnamento superiore corto
Insegnamento
Scuola Insegnamento
Scuola superiore
secondaria superiore
secondaria professionale Popolazione
professionale universitario
in generale G,randes
e tecnica pubblico
Ecoles
Totale 5 0 6 . 800 576 .900 625 . 600 65 8 . 1 00 697. 800 735 . 500
99
Effetti "perversi " dell'azione sociale
s Il termine "ripetere" è qui inteso in senso analogico. Il concetto non ha lo stesso signi
ficato della scuola secondaria.
6 Per esempio, in una unità di scienze sociali dell'università di Parigi nell'anno 1 9 7 1 -72,
su 297 studenti dell'ultimo anno, solo l 04 provengono dal primo ciclo di sociologia: i due
terzi restanti si ripartiscono nel modo seguente: 53 laureati di lettere, 30 laureati in scienze
economiche e scienze politiche, 14 laureati in giurisprudenza, 24 ingegneri diplomati alla Eco
le des Hautes Etudes Commercia/es o alle facoltà di Scienze, lO laureati in scienze politiche, 5
laureati in diritto e scienze politiche, 2 laureati in scienze economiche e politiche, 8 laureati in
medicina, ecc.
1 00
L'insegnamento superiore corto
101
Effetti "perversi" dell'azione sociale
Tra tutte le commissioni che si sono dedicate ai problemi della riforma dell'i
struzione, questa commissione è verosimilmente la sola ad avere adottato un'analisi
funzionale come base di lavoro, cioè una riflessione sulla natura delle funzioni di
inquadramento tecnico superiore, le loro caratteristiche comuni e le lacune del no
stro sistema di istruzione nei confronti dei bisogni di formazione a questo livello . 1 1
1 970, p. 1 0 .
1 02
L'insegnamento superiore corto
1 03
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Il bilancio
1 04
L 'insegnamento superiore corto
1 05
..... Tabella 1 0 . - Crescita della popolazione studentesca per categorie di istituti di insegnamento superiore (1 959- 1 975)
o
a,
Classi
Formazione "Sections de Istituti Totale Percentuale
prope-
di docenti "Grand es techniciens universitari dell'insegna- dell'insegna-
Anno deutiche Università Totale
( solo settore Eco!es" supérieurs" di tecnologia mento mento corto
alle "Grandes
pubblico) (STS) ( IUT) tecnico sul totale
Ecoles"
Stime.
*
% dell'ISC su totale
To tale dell'istruzione
Insegnamento superiore corto dell'istruzione
superiore
Paesi superiore
1 960- 1 96 5 - 1 96 9-
1 9 6 0- 1 9 6 1 1 9 65-1 966 1 969-1 970 1 960- 1 9 6 1 1 96 5 - 1 9 6 6 1 969-1 970
1961 1 966 1 970
1 1 8 ,7 17,2
r
Germania 50.201 6 8 . 83 3 1 7 1 . 9 86-' 2 89 . 2 1 1 2 3 6 7 . 6 842 4 1 9 . 0002 17,3
Belgio 2 1 .307 35.191 5 1 . 999 89.991 4 1 ,0 39,1 �'
"'
Spagna 40.582 7 1 . 945 73 . 6 27 1 09. 926 1 97 . 824 26 5 . 676 36,9 3 6 ,4 27,7 "'
0.,
;,t
Finlandia 4 . 1 22 7 . 226 9.145 27. 9 5 5 47 . 6 6 2 65.616 1 4 ,7 1 5 ,2 1 3 ,9 "'
Francia �
3 8 . 5 747 74 . 3 5 3 7 97. 1 1 3 274.263 505 . 2 7 8 700 . 00 0 '' 14,1 1 4 ,7 13,9 "'
• Stima.
1 Tranne Hoh ere Fachschulen per mancanza di dati statistici.
2 Comprese le Pedagogische Hochschulen ora considerate a livello universitario.
J 1 968-1969.
4 1 967-1968.
5 1970-1971 .
6 E stata considerata solo l'Irlanda del Nord.
.....
o
7 Tranne le scienze mediche e pedagogiche .
'-.) FoNTI : 1 960-1 961 e 1 965-1 966: Développement de l'enseignement supérieur, statistiques par pays, OCDE, 1 970. 1 96 9 - 1 970: Statistiques nationales.
Effetti "perversi " dell'azione sociale
108
L'insegnamento superiore corto
22 Benché nel suo insieme la proporzione dei borsisti, sia universitari che degli IUT, sia
diminuita nell'anno 1 9 72-73, gli scarti restano sensibili; le percentuali corrispondenti sono ri
spettivamente 3 6 % e 1 1 % ( Ministero dell'Istruzione, Statistiche e sondaggi, doc. 4414, otto
bre 1 973 ) .
2·1 A riguardo si esamini l a tabella seguente calcolata da Lévy-Garboua sulla base di una
ricerca del CREDOC. La tabella riporta le risorse medie annuali di uno studente nel 1 973-74
in funzione della professione del padre. Si tratta di risorse permanenti parziali (escludendo
prestiti, contratti privati, risorse del coniuge, risorse occasionali, aiuti familiari relativi ai tra
sporti e alle vacanze, sicurezza sociale per studenti).
FoNTE: Lours L�vv-GARBOUA, Les stratégies des étudiants à l'université, CREDOC, Paris,
25 novembre 1 974, ciclostilato.
109
Effetti "perversi " dell'azione sociale
rano studi piu precisi per trarre delle conclusioni a riguardo , è quindi
possibile che gli studenti degli IUT dispongano di risorse dello stesso
ordine di grandezza degli studenti universitari.
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Università
1 97 1 ,. 9,5 14,6 29,5 1 7,0 : .6 14,5 5 ,3 1 00 , 00
( 3 9 2 . 007)
IUT 1 972 12,8 12,6 13,6 14,1 10,7 22,8 1 3 ,4 1 00 , 00
(29 . 3 1 7)
nella tabella 1 3 sono di gran lunga inferiori ai redditi medi corrispondenti non riportati in ta·
bella; la differenza è grosso modo dell'ordine di un centinaio di franchi. Questa differenza
è il risultato della tendenza della distribuzione del reddito a seguire una forma log-normale.
27 L'accès à la vie pro/essionnelle à la sortie des Instituts universi/aires de .Yechnologie,
Documentazione n. 7, CEREQ, "La documentation française ", Paris, giugno 1 973.
110
Tabella 1 3 . - Redditi mensili secondo il sesso e le speciali:;; zazioni
Diplomati nel 1 96 6
Uomini Donne
o
...
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u � -u o
Da 1 . 800 a
2 . 000 - 9,5 10,7 11,8 8,2 6,7 1 2, 8 15,8 14,5 �
c
Da 2.000 a 2 . 200 - 5 ,4 1 2, 3 10,6 8,0 3 ,3 8,0 8 ,2 1 2,9 ..,
�
""'
Da 2.200 a 2.400 - 3,2 9,0 9,2 8,0 1 ,5 4,0 4,6 6 ,5 "'
...
-
Da 2.400 a 2.600 3,5 4,1 6 ,2 13,9 0,8 3 ,4 2,0 1 1 ,3 c;·
Da 2.600 a 2 . 8 00 - 1 ,7 4,9 4,9 8,0 0,6 0,7 1 ,5 1 ,7 �
"
Da 2. 800 a 3 . 000 F 0,8 4,9 5,5 8,5 0,4 2,0 4,8 c
...
Da 3 .000 a 3 . 500 - l ,6 7,4 5 ,5 11,6 0,9 1 ,3 2,0 3 ,2 o
Piu di 3 . 500 F 1,1 6,6 6,1 1 5 ,2 0,7 3 ,4 2,0 1 ,7
Tabella 14. - Redditi, all'inizio del 1 971, degli studenti degli I UT licenziati nel
1 96 9 che esercitano una professione
Fasce di Uomini
Uomini Donne
reddito + D onne
112
Tabella 1 5 . - La valutazione degli IUT in rapporto alle altre istituzioni di insegnamento superiore secondo differenti punti di vista
(inchiesta condotta su un campione di studenti degli IUT)
Università Università
Grandes Ecoles''
Secondo gli aspetti Facoltà di Lettere Facoltà di Scienze
Qualità dell'insegnamento 52,7 32,8 14,5 24 ,2 47,4 28,4 4,8 31,3 63,9 ì!
"'
Alcune stime fatte dagli studenti degli IUT, che possono sembrare poco verosimili, sono forse spiegabili con una percezione inesatta del termine
-
•
w Grandes Ecoles. Per alcuni il termine può comprendere i corsi di ingegneria a qualunque livello.
Effetti "perversi " dell'azione sociale
114
L'insegnamento superiore corto
115
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
32 Cfr. per esempio C. BAUDELOT e R. EsTABLET, L'école capita liste en France, Maspero,
Paris 1 97 1 ; P. BouRDIEU, ]. C. PAssERON, La reproduction, Editions de Minuit, Parigi 1 9 70
(tr. it., La riproduzione. Elementi per una teoria del sistema scolastico, Guaraldi, Rimini
1 974); V. lsAMBERT, L'école adaptée à la division du travail, in "Le monde de l'éducation", n.
4, marzo 1 975 .
3 3 Ripetiamo che il modello è applicabile ai paesi dell'Europa continentale occidentale, e
non alla Gran Bretagna o agli Stati Uniti, che sono caratterizzati da combinazioni istituzionali
diverse (selettività generale all'accesso dell'insegnamento superiore lungo). Relativamente al
l'insegnamento superiore corto negli Usa si può consultare l'interessante articolo di ]EROME
KARABEL, Community Colleges and Social Stratification, in "Harvard Educational Review",
42, novembre 1 972, pp. 5 8 1 -2.
116
L'insegnamento superiore corto
3 4 In questa stima del beneficio (status sociale) teniamo conto non solo dei vantaggi pre
visti, ma anche dei costi corrispondenti. Per valutarli, cosa estremamente difficile a livello
quantitativo, occorre tenere conto non solo del numero di anni di studio, ma anche dell'inten
sità del lavoro. Gli studi compiuti negli IUT sono piu corti, ma il numero di ore di lavoro
spese ogni anno è certamente superiore rispetto alle facoltà di lettere.
·15 Cfr. per esempio GARY BECKER, Human Capitai, National Bureau of economie Re
search, New York 1 964 ; MARK BLAUG (a cura di), Economics of Education, Penguin Books,
London 1 96 8 ; Lwvo REYNOLDS, Labor Econo mics and Labor Relations, Prentice Hall, En
glewood Cliffs, N . ] . , 19746; LÉVY-GARBOUA, Les inégalités intergénérationnelles dans la
société française, CREDOC, Paris 1974.
1 17
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Ha influito
Ragioni di scelta Non ha Nessuna
influito risposta
Poco Molto
118
L'insegnamento superiore corto
1 19
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
1 20
L'insegnamento superiore corto
Tabella 1 6 . - Matrice di retribu zione corrisp ondente al gioco descritto nel testo
121
Effetti "perversi " dell'azione sociale
4 1 Esaminando la tabella 16 si può constatare che variazioni relative tra il beneficio asso·
dato all'insegnamento lungo e quello associato all'insegnamento corto non cambiano la strut·
tura del modello. In effetti, se in media il beneficio dell'indirizzo corto è superiore a quello
dell'indirizzo lungo, per esempio di 1 , 5 franchi contro un franco, in questo caso si osserva che
se 1 2 studenti prendono l'indirizzo lungo, la loro speranza di beneficio è superiore o uguale a
quella che avrebbero scegliendo l'insegnamento corto. A fortiori, se l'insegnamento lungo
comporta mediamente un beneficio superiore all'insegnamento corto, allora in ogni caso la
strategia "indirizzo lungo" è piu allettante della strategia "indirizzo corto " .
<2 Infatti questa ipotesi sarebbe assolutamente irrealista s e si trattasse d i analizzare l'al·
ternativa università/ Grand es Ecoles. E evidente che gli studenti che si ritengono migliori de·
gli altri, in base ai loro risultati nella scuola secondaria, si impegnano nelle classi preparatorie
alle Grandes Ecoles piu prestigiose. L'ipotesi appare tuttavia molto meno irrealista nel caso
dell'alternativa IUT /università, poiché la maturità in questo caso è la condizione sufficiente e
quasi sempre necessaria all'antrata nell'università: è ragionevole supporre che nella sottopopo·
!azione degli studenti che non si rivolgono verso le Grandes Eco les, ciascuno si stimi circa allo
stesso livello degli altri. Poiché la popolazione dei candidati agli IUT non è ben conosciuta,
non è possibile per esempio confrontare la distribuzione delle valutazioni alla maturità in que·
sta popolazione e nella popolazione degli indirizzi lunghi.
1 22
L 'insegnamento superiore corto
l'insegnamento corto non possono che attendersi uno status sociale in
termedio .
Per ciò che riguarda la probabilità di ottenre questi benefici, se
condo elemento ài calcolo della speranza matematica, essa si traduce
soggettivamente nella certezza psicologica di ottenere questo o quello
status: per alcuni studenti questa probabilità è sentita come una certez
za43 ; per altri può appartenere alla sfera del "possibile" e comportare
gradi diversi.
Infine la nozione stessa di speranza matematica è presente in ra
gionamenti di questo tipo: "Ho poche probabilità di ottenere l'accetta
zione ( ma non si sa mai) , ho qualche possibilità di ottenere il CAPES e
alla peggio con un diploma potrò sempre ottenere un posto di maestro
ausiliario ( maitre auxiliaire ) . " La somma dei prodotti che definisce la
speranza matematica si traduce sul piano psicologico in una giustappo
sizione di situazioni piu o meno probabili. Tuttavia l'aspetto della som
ma rimane . Cosi il giudizio appena citato introduce probabilità basse di
guadagni elevati, ma conduce alla conclusione di una situazione miglio
re di quella in cui l'unica prospettiva è costituita dalla carriera di mae
stro ausiliario ( "se prendo l'insegnamento corto, diventerò un tecni
co "). In breve, è ragionevole pensare che la valutazione psicologica di
possibilità di questo tipo tenga conto del beneficio (ponderato dalla
probabilità di attenerlo) di ciascun status possibile .
Se queste considerazioni psicologiche permettono di ancorare me
glio il modello alla realtà,44 occorre chiarire che solo un modello anali
tico può fornirci una strumentazione concettuale su cui appoggiarci: se
è possibile mostrare l'ancoraggio nella psicologia del modello, è impos
sibile ricavare da una descrizione del vissuto, per quanto esatta possa
essere, gli effetti paradossali prodotti dall'aggregazione delle scelte in
dividuali.
La struttura messa in evidenza dal modello appena sviluppato è dif
ferente dalla struttura del dilemma del prigioniero richiamata all'inizio
del presente capitolo nella misura in cui, in questo caso, certi giocatori
risultano vincenti, mentre nel dilemma del prigioniero tutti i giocatori
perdono. Questa differenza rende forse questa struttura ancora piu di
sperante rispetto al dilemma del prigioniero . Poiché la struttura del di
lemma del prigioniero comporta dei risultati sfavorevoli per tutti, tutti
possono accordarsi per porvi rimedio . E per questo che i segnali della
circolazione stradale sono accettati facilmente nonostante l'irritazione
che ciascuno prova nel trovarsi bloccato ai semafori rossi: senza di essi
la situazione di tutti gli utenti sarebbe peggiore. In compenso è piu
difficile ottenere un consenso sulla soppressione della struttura qui de-
43 Anche per certi concorsi difficili come l' agrégation, si incontrano studenti per cui la
certezza di riuscita si iscrive in una lunga tradizione e viene considerata dagli interessati come
un elemento stesso della riuscita. "Per riuscire occorre essere certi della riuscita. "
44 È probabile che nella realtà gli studenti non si pongano seriamente il problema d i sa
pere il numero degli studenti che sceglierà l'insegnamento lungo, ma nel caso piu realista si
pongono il problema del fatto che attualmente in Francia la scelta dell'insegnamento lungo si
pone per una notevole percentuale di studenti potenziali.
1 23
Effetti "perversi " dell'azione sociale
45 B. GIROD DE L"AIN, in "Le monde de l'éducation " , n. 4, marzo 1 975, pp. 21-2.
4 6 A questo punto vorrei fare una considerazione generale: i sociologi moderni sono re
stii, contrariamente a molti sociologi classici, da Rousseau a Marx a Pareto, ad utilizzare il
paradigma dell'homo oeconomicus. Ciò deriva senza dubbio, almeno in parte, dal peso eserci
tato dalla sociologia durkheimiana sulla sociologia moderna e dal fatto che il sociologismo di
Durkheim si è affermato contro la tradizione utilitarista da sempre al centro del pensiero eco
nomico e di quello sociologico fino a Durkheim. Il presente capitolo non tende in nessun
modo a suggerire un ritorno incondizionato ai paradigmi utilitaristi, mostra solamente che in
certi casi, a seconda del tipo di problema affrontato e del livello di analisi a cui si desidera
muoversi, può rivelarsi piu efficace di altri. Un ritorno alla definizione utilitarista della socio
logia sarebbe tanto sterile quanto il sociologismo antiutilitarista si è dimostrato sterile.
47 E: interessante sottolineare che anche in autori come RuNCIMAN e SEN ( op. cit . ) , che
interpretano il contratto sociale partendo dalla scoperta di Rousseau relativa all'esistenza di
strutture di azione collettiva ad equilibrio insufficiente, si rifiutano di ammettere il caso osses
sivamente richiamato da Rousseau in cui la volontà di tutti si oppone alla volontà generale.
1 24
L'insegnamento superiore corto
realtà poiché una minoranza di uno studente su sette circa sceglie que
st'ultimo, secondo la stima di massima che si può stabilire per il caso
francese . Questo dato non è in contraddizione con il modello che mira
a mettere in evidenza la logica di una struttura dell'azione collettiva
senza la preoccupazione di un aggiustamento a questi dati. Modifican
do leggermente il modello ,'" si può costruire una situazione in cui la
strategia "indirizzo corto" è dominata dalla strategia "indirizzo lungo"
non per tutte le ipotesi che ciascun giocatore può fare sul comporta
mento degli altri, ma per gran parte delle ipotesi. In questo caso, fa
cendo la media di certe ipotesi complementari, si può costruire un mo
dello in cui certi studenti scelgono l'indirizzo breve. Per mancanza di
spazio non possiamo sviluppare questo punto in maniera piu estesa,
ma l'importante conclusione che si può far derivare da questo tipo di
variante è che l'aggregazione delle decisioni non comporta una corre
zione delle disfunzioni, a meno che non si introducano ipotesi assolu
tamente particolari. 49
4 8 Supponendo per esempio una crescita degli scaglioni successivi non accompagnata da
un mutamento corrispondente della struttura degli status disponibili.
49 Il modello esposto nella terza pane di questo capitolo, con l'insieme di varianti che è
possibile ammettere , permette di analizzare gli effetti disfunzionali che derivano da numerose
strutture di concorrenza. Questa analisi generale verrà sviluppata in un'altra pubblicazione . In
questa sede ci accontentiamo di ricordare che essa suggerisce un'interpretazione di inflazione
da domanda di istruzione che ha caratterizzato l'insieme delle società industriali nel corso degli
ultimi anni. D'altra parte può fornire uno strumento di analisi che può valutare il probabile
successo di certi mutamenti istituzionali. Perciò, senza voler fare le Cassandre, si può dubitare
che i maitrises de sciences et techniques, recentemente istituiti nell'università francese per mo
dificare quest'ultima nel senso di una maggiore professionalizzazione, non comportino un de
stino analogo a quello degli IUT, per ragioni analoghe. Se le cose stessero cosi, ciò non signifi
cherebbe necessariamente una disaffezione "culturale " degli studenti per gli studi "professio
nalizzanti". La diagnosi sarebbe invece la seguente: un maitrise de sciences et techniques ri
schia di non essere allettante finché la via "generale ", che conduce per esempio al dottorato,
rimane aperta. In breve, non sembra che l'innesto di circuiti di derivazione sugli indirizzi lun
ghi dell'insegnamento superiore tradizionale rappresenti una promessa di grande efficacia fin
ché questi ultimi vengono lasciati nella attuale situazione. Il fatto che la mancanza di successo
dei circuiti di derivazione "professionalizzanti" sia invece interpretabile partendo dai sistemi di
azione collettiva generati dalle combinazioni istituzionali, piuttosto che da ipotesi "culturali
ste", non è forse confermato dal fatto che le Grandes Ecoles "professionalizzanti" attirano una
numerosa clientela? Di nuovo, il fallimento degli IUT non è spiegabile per il fatto che costitui
scono scuole "professionali" di grado inferiore rispetto all' Eco le des Hautes Etudes Commer
cia/es, per esempio, ma perché subiscono la concorrenza di indirizzi lunghi e aperti offerti
dall'università.
125
Capitolo quarto
1 26
La logica della frustra1.ione relativa
sti modelli hanno una qualche utilità, essi dimostrano tra l'altro che
non è facile associare una misura della felicità, della frustrazione o
della soddisfazione a lle diverse possibili distribuzioni dei beni.
I semplici modelli che seguono mostrano effetti composti comp lessi
(forse resp onsabili dell'andamento paradossale delle proposizioni ri
chiamate piu sopra). Essi costituiscono degli strumenti logici analoghi
a quelli utilizzati in un altro capitolo di questo libro, il capitolo ter
zo: Istituzioni scolastiche e effetti perversi. 2) L'insegnamento supe
riore corto.
Questo testo è stato scritto basandosi su una comunicazione al Col
loque de Louvain-la-Neuve su "Democracy: Problems of Power and
Conscio usness ", organizzato sotto gli auspici dell'European Consor
tium /or Politica[ Research dall'B al 1 4 aprile 1 976 .
1 27
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
1 28
La logica della frustrazione relativa
progressi sono piu visibili [ . . . ] si direbbe che i francesi hanno trovato la loro posi
zione tanto piu insopportabile quanto piu migliorava. 2
Sotto questa pressione ciascuno nella sua sfera si rende vagamente conto del
punto estremo fino a cui si possono spingere le sue ambizioni e non aspira a nien
t'altro che superi questo limite se , quanto meno, è ris·pettoso delle regole e docile
nei confronti dell'autorità collettiva, cioè, se possiede una sana costituzione mora
le, sente che non è bene esigere di piu . Uno scopo e un limite sono cosi stabiliti
per le passioni. Ovviamente, questa determinazione non ha niente di rigido o di
assoluto. L'ideale economico assegnato a ciascuna categoria di cittadini è pure com
preso in limiti entro i quali i desideri possono muoversi con libertà. Questo ideale
non è quindi illimitato. E questa limitazione relativa e la moderazione conseguente
che rendo no gli uomini soddisfatti della loro sorte pur stimolando/i moderatamen
te a migliorar/a [il corsivo è mio, N.d. A . ] ; è questa soddisfazione media che origi
na questo sentimento di gioia pacata e attiva, questo piacere di essere e di vivere
che è la caratteristica della salute, sia per gli individui sia per le società. 3
129
Effetti "perversi " dell'azione sociale
In effetti è una verità oggi generalmente riconosciuta che il piacere non ac
compagna né gli stati di coscienza troppo intensi né quelli troppo deboli. Si prova
dolore quando l'attività funzionale è insufficiente, ma una attività eccessiva produce
gli stessi effetti . . . Questa proposizione è d'altra parte un corollario della legge di
W eber e di Fechner . . . Non senza ragione l'esperienza umana vede nell' au rea me
diocritas la condizione della felicità. 5
5 EMILE Dl!RKHEIM, De la division du travail, PUF, 196 07, p. 2 1 4 sgg. (tr. it . , La divisio
ne del lavoro sociale, introduzione di A. Pizzorno, Comunità, Milano 1 9 7 1 , p p . 239-40).
130
La logica della frustrazione relativa
131
E/letti "perversi " dell'azione sociale
( 2 1 7 ) (- 1 ) = 2 , 6 . Tento;
·
6 L'ipotesi implicita che è stata scelta, secondo cui una speranza di guadagno di un dato
valore è considerata equivalente ad un guadagno sicuro dello stesso valore, costituisce certa
mente una semplificazione che ha lo scopo di porci nel caso esemplificativo piu semplice. In
effetti generalmente si ammette (cfr. ARROW, Essays in the Theory of Risk-Bearing, North
Holland, Amsterdam 1 9 7 1 ) che l'interesse di una lotteria che dà una speranza di guadagno X,
è per l'individuo equivalente ad un guadagno sicuro dell'ammontare X-h (dove h è positivo). E
evidente che supponendo gli individui indifferenti al rischio ( h = 0) il tasso di frustrazione vie
ne massimizzato.
132
La logica della frustrazione relativa
1 33
Effetti "perversi " dell'azione sociale
7 In questo modo si suppone che le possibilità obiettive offerte agli individui siano infe
riori rispetto al caso precedente. Un altro modo di simulare il deterioramento delle possibilità
oggettive consisterebbe nel ridurre l'ammontare dei guadagni offerti dalla società o dall'orga
nizzatore dei giochi.
8 Esiste una differenza considerevole tra le due strutture che corrispondono ai nostri due
primi esempi. Nel primo caso, poiché ciascun giocatore ha una strategia dominante, non ha
bisogno di alcuna informazione sul comportamento altrui. Nel secondo caso invece, l'interesse
di Ego per ciascuna strategia possibile dipende dal numero di concorrenti che adotta la stessa
strategia. Se il gruppo considerato fosse· un gruppo faccia a faccia, da questo tipo di struttura
deriverebbe una serie di negoziazioni tra gli attori. Nel caso in cui ci poniamo supponiamo che
gli individui non possano negoziare, anche se per ragioni di semplicità di analisi prevediamo il
caso di 20 individui. Questa situazione è per esempio caratteristica dei comportamenti scola
stici o di mobilità.
134
La logica della frustrazione relativa
sto caso Rossi e ciascuno dei suoi colleghi constatano che se si trovas
sero ad essere complessivamente in 1 1 , 1 2 , 1 3 , . . . , 20 a giocare , risul
terebbe per i perdenti una situazione sgradevole in cui la speranza di
guadagno di tutti è negativa ( speranza di perdita) . Dal solipsismo deve
dunque nascere una sorta di solidarietà: poiché nessuno ha un control
lo sul comportamento altrui, ciascuno farà ciò che è in suo potere per
giungere ad una situazione in cui il totale dei giocatori non supera il
numero di 1 O .
E importante soffermarsi un attimo su questo punto, poiché , no
nostante il carattere semplificato del modello, la struttura di interdi
pendenza che esso genera presenta una grande complessità. Ripeto la
proposizione appena enunciata: "Ciascuno farà ciò che è in suo potere
per fare si che il numero dei giocatori non superi 1 0 . " In realtà, ben
ché ciascuno abbia interesse a ottenere questo risultato, nessuno può
assumersene la responsabilità, poiché dipende evidentemente dalla
collaborazione di tutti. Tuttavia una tale collaborazione è esclusa per
ipotesi. Immaginiamo che la lotteria simuli una scelta offerta a un pub
blico di studenti potenziali da parte del sistema scolastico: gli eventuali
giocatori in un caso come questo non possono evidentemente consul
tarsi. Che fare in una situazione tanto contraddittoria? Se Ego parte dal
principio che ciascuno tenterà la fortuna , ha interesse ad astenersi, ma
tutti possono attenersi a questo stesso ragionamento. Se Ego pensa in
vece che gli altri si asterranno, ha interesse a giocare, ma tutti possono
ragionare allo st.e sso modo . In realtà , sperando che gli altri si compor
tino alla stessa maniera, ciò che Ego può fare di meglio è di autoasse
gnarsi una possibilità su due di partecipare al gioco ! Se tutti agiranno
cosi, il numero dei partecipanti sarà effettivamente limitato ad una
dozzina. Per un effetto interessante, la struttura di interdipendenza co
stringe i giocatori ad una cooperazione tacita che ho in precedenza
chiamato quasi-solidarietà. A proposito di questo problema si potrebbe
introdurre una considerazione metodologica già introdotta in prece
denza a proposito di un'altra cosa: il modello fa dell'agente Rossi un
9 In questo caso si può discutere sulla "soluzione" del gioco. Si può difendere la strategia
del maximin. La "soluzione" utilizzata nel testo si basa sulla seguente considerazione: se cia
scun giocatore utilizza la strategia che consiste nell'assegnarsi x possibilità su N di partecipare
al gioco, nel caso in cui un numero di giocatori superiore a x comporti per ciascuno una spe
ranza negativa, questa combinazione di strategia rappresenta un equilibrio. Infatti un giocato
re che abbandonasse unilateralmente questa strategia per darsi una possibilità superiore a x I N
di partecipare al gioco, si darebbe la zappa sui piedi. Nell'esempio x = 10, supponiamo che
tutti i giocatori decidano di attribuirsi una possibilità x / N = 1 12 di partecipare al gioco. La
speranza di ciascuno sarà quindi: 1 / 2 [ (2 / 1 0) 4 + ( 8 1 10) (- 1 ) ] = 0 . Scegliendo unilateral
· ·
mente di partecipare al gioco, il giocatore riduce la propria speranza perché la somma tra pa
rentesi diventa negativa. In compenso se tutti i giocatori si assegnano una probabilità p infe
riore a x I N di partecipare al gioco, ciascuno ha un interesse unilaterale a scegliere un valore
superiore a p . La "soluzione" è naturalmente molto piu difficile da determinare in questo caso
che nel caso precedente, ma occorre sottolineare che la differenza di struttura rispetto al caso
precedente deve comportare una notevole caduta della partecipazione. Se si ammette, come fa
Rapoport, che quando non esistono strategie dominanti per nessuno, e ci si trova invece di
fronte ad equilibri paretiani multipli, la razionalità consiste necessariamente nel minimizzare i
rischi, la partecipazione è nulla. La "soluzione" qui prospettata corrisponde ad una minore
caduta nella partecipazione .
135
Effetti "perversi " dell'azione sociale
136
La logica della frustrazione relativa
137
Effetti "perversi " dell'azione sociale
138
La logica della frustrazione relativa
oppure:
n1
(B1 - B2 ) + B2 - C 1 > B2 - C2 (3)
xl
1 39
E/letti "perversi " dell'azione sociale
140
La logica della frustrazione relativa
141
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Rapporto
scontato Percentuale di vincitori : l 00 �
B B
i - z
=
c l - cz o lO 20 30 40 50 60 70 80 90 1 00
80 90
l o 10 20 30 40 50 60 70 f100
2 o 20 40 60 80 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
3 o 30 60 90 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
4 o 40 80 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
5 o 50 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
6 o 60 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
7 o 70 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
8 o 80 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
9 o 90 1 00 100 100 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00 1 00
lO o
fiOo 100 1 00 100 1 00 1 00 1 00 100 1 00 1 00
Rapporto n
scontato Percentuale di vincitori : l 00 rJ
B Bl - Bz
c c � - Cz o lO 20 30 40 50 60 70 80 90 1 00
l o o o o o o o
-
o
- -
o
-
o
__J
r o-
2 o lO 20 30 40 _f5o - 40 30 20 lO o
3 o 20 40 60 f 6o 50 40 30 20 10 o
4 o 30 60 j7_0....J 60 50 40 30 20 lO o
5 o 4o r -8o 7o 60 50 40 30 20 lO o
l
6 o 50 80 70 60 50 40 30 20 lO o
l
7 o 60 l 80 70 60 50 40 30 20 lO o
8 o 70 l 80 70 60 50 40 30 20 lO o
l
9 o 80 l 80 70 60 50 40 30 20 lO o
:..J
r-
lO o 90 80 70 60 50 40 30 20 10 o
:
un sistema in cui questa è rara non ha dunque niente di sorprendente:
in questo caso è irrazionale investire e di conseguenza assurdo lamen
tarsi di non ottenere i dividendi. In compenso nelle situazioni di con
correnza in cui è ragionevole investire (frequenti promozioni, notevoli
possibilità di mobilità) , il fatto che i dividendi siano nulli per certuni è
1 42
La logica della frustrazione relativa
N = 20
143
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 5 Nell'ipotesi in cui i membri di ciascuna delle due categorie stimino che quelli dell'altra
si comportino analogamente.
1 44
La logica della frustrazione relativa
145
Effetti "perversi" dell'azione sociale
146
La logica della frustrazione relativa
147
Effetti "perversi " dell'azione sociale
148
Cap itolo quinto
149
Effetti "perversi " dell'azione sociale
150
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
151
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 " riflettendo sulle prime piu semplici operazioni dell'anima umana, io credo di scor-
••• ·
gervi due principi anteriori alla ragione di questi, uno suscita in noi vivo interesse per il nostro
benessere e per la nostra conservazione ; l'altro ci ispira una ripugnanza materiale a veder mo
rire o soffrire ogni essere sensibile, e principalmente i nostri simili. Mi pare che dal concorso
e dalla combinazione che il nostro spirito può fare di questi due principi, senza dover ricorrere
a quello della socievolezza scaturiscono tutte le norme del diritto naturale." Discours sur l'ori
gine et les /ondements de l'inégalité parmi les ho mmes, citato dall'edizione delle opere comple
te di }EAN-}ACQUES RoussEAU, Le Seui!, Paris 1 9 7 1 , tomo II, p. 2 1 0 (tr. iL in Scritti politici,
Laterza, Bari 1 9 7 1 , vol. l , p. 134). E evidente l'ordine lessicografico dei due principi dal pas
saggio seguente: " . . . e finché (l'uomo) non resisterà all'intimo impulso della pietà, non farà mai
del male a un altro uomo e nemmeno ad alcun essere sensibile , salvo il legittimo caso in cui,
essendo in gioco la sua conservazione, si trovi costretto a dare la precedenza a se stesso . "
( lbid., p . 1 34 ) .
2 Discorso . . . , c it .
152
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
3 Se Rousseau è il primo ad avere sottolineato l'importanza del caso che fu poi chiamato
"dilemma del prigioniero", non è stato il primo ad averlo identificato: nella Guerra del Pelo
ponneso, Pericle cerca di convincere gli Ateniesi a rientrare in guerra contro la potente confe
derazione di Lacedemone, facendo loro osservare che, in mancanza di un consiglio esecutivo,
ciascun confederato conta sugli altri per servire gli interessi comuni, sentendosi principalmen
te coinvolto per i propri interessi personali (TuciDIDE, Oeuvres complètes, Gallimard, Col!. de
la Pléiade, p. 7 8 3 ; tr. it. , La guerra del Peloponneso, Guaraldi, Milano 1 974) .
4 Cfr. Discorsi . . . , cit. , pp. 1 6 1 - 1 6 2.
153
Effetti "perversi " dell'azione sociale
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co
o
Classe sfavorita
s BRIAN BARRY, Tbe Libera! Theory o/ ]ustice, a Critica! Examination o/ the Principal
Doctrines, in }OHN RAwr.s, A Theory o/ ]ustice, Claserdon Press, Oxford 1 973. L'autore ha
fornito un'analisi minuziosa della teoria di Rawls in cui pone in evidenza una serie di contrad
dizioni che naturalmente non posso riportare in questa sede. Si veda anche , tra i numerosi
commenti ispirati dal libro di Rawls: DouGLAS RAE, Rawls, dif!erence principle and an alterna
tive, Yale University, Department of Politica! Science, ciclostilato. RoBE RT NrsBET, The pursuit
o/ equality, in "Public lnterest ", primavera 1 974, pp. 1 02- 1 20.
154
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
6 La definizione di "beni fondamentali" nel quadro della teoria di Rawls pone una serie
di importanti problemi molto bene trattati da BRIAN BARRY, op. cit.
155
Effetti "perversi " dell'azione sociale
156
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
7 "H e [ the contractant] is no t downcast by the knowledge or perception that others h ave
a larger index of primary social goods. Or at least this is true as long as the differences be
tween himself and others do not exceed certain limits and he does not believe that the exist
ing inequalities are founded on injustice. " (]. RAwLS, op. cii . , p. 145 . )
1 57
Effetti "perversi " dell'azione sociale
158
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
159
Effetti "perversi " dell'azione sociale
meno favorito nel secondo principio di giustizia, non solo non viene
dedotta dall'assioma della posizione originale; ma sembra addirittura in
contraddizione con esso . Si è dunque obbligati ad ammettere che il se
condo principio di giustizia deriva da una teoria di tipo "intuizionista"
in contraddizione con le stesse ambizioni di Rawls . In ogni modo que
sto fallimento non toglie niente all'originalità e all'audacia del progetto
che spiegano e giustificano al tempo stesso la perseveranza di Rawls
nell'impresa e il vasto interesse che ha saputo suscitare .
Nella seconda parte di questo capitolo porrò alcuni problemi sul
l'altro aspetto del progetto di Rawls: costruire una grammatica genera
trice della legittimità delle istituzioni sociali, cioè uno strumento che
permetta di distinguere le istituzioni giuste e legittime dalle istituzioni
formate male o illegittime . Come si vedrà il risultato su questo punto
non mi sembra neppure all'altezza delle ambizioni.
In questa seconda parte farò astrazione dall'ambizione deduttiva di
Rawls e considererò la teoria della giustizia come una teoria intuizioni
sta. Come si ricorderà questa teoria include due principi di giustizia il
secondo dei quali è esso stesso diviso in due sottoprincipi. Li ricordo:
1° principio: le libertà fondamentali devono essere equamente di
stribuite tra tutti.
2° principio: 1 ) le diseguaglianze sociali ed economiche devono es
sere regolate in modo da servire al meglio gli interessi dei piu svantag
giati; 2) devono essere abbinate a funzioni e posizioni aperte a tutti
nelle condizioni di eguaglianza delle possibilità.
Questi due principi costituiscono il centro della teoria della giusti
zia di Rawls. Occorre secondo Rawls aggiungere che questi principi
sono ordinati: il primo possiede una priorità sul secondo e la seconda
parte del secondo una priorità sulla prima. In altri termini, le libertà
fondamentali non possono essere distribuite in modo diseguale anche
nell'ipotesi in cui ciò comportasse la conseguenza di migliorare la sorte
dei meno favoriti. Incidentalmente si può sottolineare che secondo
Rawls in certe condizioni storiche può essere ammessa una certa dise
guaglianza delle libertà, se ciò può servire ad una società per uscire da
uno stato di indigenza collettiva. In proposito Rawls fa riferimento a
fasi di sviluppo largamente superate dalle società industriali.
Allo stesso modo qualsiasi deviazione dal principio di eguaglianza
delle possibilità è illegittimo anche se contribuisce a migliorare la sorte
dei meno favoriti. L'ordinamento dei principi in altri termini torna ad
escludere dai beni fondamentali, la cui distribuzione obbedisce al prin
cipio di indifferenza, le libertà fondamentali e l'eguaglianza delle possi
bilità: i contraenti non saprebbero accettare di commerciare l'egua
glianza delle libertà e l'eguaglianza delle possibilità contro una maggio
re quantità di beni fondamentali, per esempio la ricchezza o il potere .
Le ragioni di questo ordinamento sono state brevemente richiama
te precedentemente, almeno per quanto riguarda le due parti del se
condo principio di giustizia . In effetti si è visto che i contraenti non
possono accettare la diseguaglianza delle condizioni se non sotto una
1 60
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
duplice condizione: che torni a beneficio del meno favorito; che sia
assicurata l'eguaglianza delle possibilità nella competizione per gli im
pieghi. L'ultima condizione domina la prima: in effetti i contraenti par
tono dalla eventualità pessimistica secondo cui i loro talenti, che essi
non conoscono, sono scarsi; in questa eventualità , ciascuno ritiene che
le condizioni favorevoli che la società può offrire vengano attribuite
agli altri; non essendo altruisti essi non possono accettare la disegua
gli�nza delle condizioni a questo prezzo. L'eguaglianza delle possibili
tà, concepita come una correzione degli handicaps di partenza, è quin
di una condizione necessaria dell'accettazione della diseguaglianza del
le condizioni. Come si vede la dimostrazione si ottiene applicando di
nuovo il principio del maximin.
L'anteriorità logica del primo principio di giustizia ( eguale distribu
zione delle libertà) , rispetto al secondo, viene dedotta in modo analo
go: i contraenti non possono accettare di scambiare una distribuzione
diseguale delle libertà contro una eguale distribuzione delle possibilità
o un miglioramento della sorte del piu sfavorito . Riguardo a questo
punto si può notare tuttavia che la teoria di Rawls, a causa del suo for
malismo, non porta a nessuna particolare conclusione sul contenuto
delle libertà ; conclude solamente che esse devono essere piu estese
possibile e distribuite equamente.
Parecchi passaggi del testo di Rawls indicano chiaramente che , se
condo lui, le istituzioni fondamentali delle società industriali liberali e
in particolare della società americana, obbediscono a questi principi di
giustizia e di conseguenza dovrebbero essere percepite come legittime
dai contraenti. • In breve Rawls concepisce le società industriali liberali
come società le cui istituzioni tendono asintotticamente a garantire una
eguaglianza delle libertà fondamentali e delle possibilità per tutti e a
conservare solo le diseguaglianze necessarie al miglioramento della
sorte dei meno favoriti. 1 0
A questo punto non si può fare a meno di sottolineare che la dedu
zione di Rawls porta ad una teoria delle diseguaglianze simile a quella
sviluppata da numerosi sociologi funzionalisti, di cui Davis e Moore
hanno fornito una formulazione particolarmente esplicita . " Secondo
questi autori le diseguaglianze nella ricchezza, nel potere e nel presti
gio sono necessarie al funzionamento di qualsiasi società caratterizzata
ciological Review" , aprile 1 945, 10, pp. 242-249; si veda anche: MELVIN TuMIN, Socia! Strati
/ication, Prentice Hall, Englewood Cliffs (NJ) 1967 (tr. it., La strati/icai.ione sociale, Il Mu
lino, Bologna 1 974).
161
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
dalla divisione del lavoro : a partire dal momento in cui una società
comporta un sistema di posizioni sociali differenziate secondo il livello
di competenza, l'importanza dell'investimento in istruzione o in "espe
rienza", le remunerazioni devono essere proporzionali agli investimen
ti se si vuole incentivare gli individui ad investire . Qualunque sistema
di divisione del lavoro implica quindi un sistema di stratificazione e di
diseguaglianze . Tuttavia, poiché la divisione del lavoro contribuisce al
l'aumento del prodotto sociale , le diseguaglianze tornano a vantaggio
di tutti . Naturalmente affinché il processo di selezione originato dalla
diseguaglianza delle remunerazioni abbinate alle differenti posizioni
sociali, funzioni in modo ottimale, occorre che l'eguaglianza delle pos
sibilità sia quanto piu perfetta possibile .
Una difficoltà fondamentale della teoria della giustizia di Rawls,
cosi come della teoria funzionalista delle diseguaglianze di Davis e
Mo ore, risiede nella applicazione illegittima alle società globali di uno
schema che di rigore può essere applicato solo ad entità di complessità
minore come le organizzazioni. Per attenerci al secondo principio di
giustizia, si può immaginare senza troppa difficoltà un'organizzazione
che obbedisce a regole di funzionamento di questo tipo: l ) è assicurata
l'eguaglianza delle possibilità dei membri dell'organizzazione nella con
correnza degli impieghi meglio remunerati; 2) le diseguaglianze retri
butive sono regolate in modo da assicurare un prodotto sociale massi
mo e quindi in grado di tornare a vantaggio di tutti. Questo modello è
stato oggetto delle analisi classiche di Max W eber, ma la questione è
quella di sapere se può essere applicato alle società senza modifiche di
rilievo . A mio avviso la risposta è negativa. In questo caso le disegua
glianze che appaiono a livello globale neppure approssimativamente
possono essere dedotte da un modello di tipo funzionalista.
Senza dilungarmi su questo punto dirò solamente che il fondamen
to della soluzione di continuità tra il livello organizzazionale e il livello
che con Parsons può essere definito " societario ", risiede prima di tutto
nel fatto che il livello societario include numerose classi di comporta
mento che: l ) possono essere adottate senza consultazione o approva
zione altrui; 2) hanno effetti esterni marginali prossimi a zero; 3 ) pos
sono generare effetti esterni considerevoli quando sono sommati. E
molto difficile che queste tre caratteristiche siano presenti simultanea
mente a livello organizzazionale . Non sarebbe difficile mostrare che
non solo Rawls ma parecchi sociologi disconoscono questa differenza
fondamentale e sono perciò condotti a considerare le società come or
ganizzazioni complesse. Di conseguenza essi attribuiscono volentieri la
responsabilità dei fenomeni indesiderati che si osservano nelle società
ad istituzioni o gruppi particolari e non notano che molti fenomeni che
appaiono a livello sociale non derivano né dalle finalità delle istituzio
ni, né dalla "volontà" di gruppi particolari. Esamineremo in seguito
parecchi esempi di situazioni caratterizzate da importanti effetti cumu
lativi.
Consideriamo l'esempio della relazione tra le diseguaglianze sociali
1 62
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
163
E/letti "perversi " dell'azione sociale
1 64
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
165
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 3 "lt seems that the consistent realization of the two principles tends to raise the (con
tribution) curve closer to the ideai of a perfect harmony of interests . "
1 66
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
14 MANCUR OLSON, Tbe Logic o/ Collective Action, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass. ) 1 9 6 5 .
1 67
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Tabella 1 9
Strategie di i 9 8 7 6 5
Strategie di i 4 3 2 l o
168
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
169
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 7 Per quanto riguarda gli Stati Uniti ci si può rifare al testo di LESTER THUROW, Educa
tion and Economie Inequality, in "The Public Interest", estate 19 72, pp. 66-8 1 .
1 " Si tratta dell'interpretazione di Thurow, si veda anche il mio saggio: Educational
Q Q
Growth and Economie Equality, in " uality and uantity" , 8, 1974, pp. 1 - 1 0 , che giunge
alla stessa conclusiòne attraverso strade differenti.
1 70
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
171
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 72
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
20 Il lettore avrà di nuovo riconosciuto il caso familiare del dilemma del prigioniero.
1 73
Effetti "perversi " dell'azione sociale
174
Effetti perversi e teoria sociale: la teoria di Rawls
derata una teoria della legittimità delle istituzioni delle società indu
striali, ma mi sembra evidente che questo obiettivo è sottostante all'o
pera. Se non è esplicitamente formulato, è perché il fallimento è evi
dente: la teoria di Rawls non solo non contribuisce a spiegare la crisi di
legittimità che sotto forme diverse ha colpito le società industriali do
po l'inizio degli anni Sessanta, ma pretende implicitamente di convin
cerci dell'illegittimità di questa crisi. Per questo essa fa da contrappeso
ottimista alle teorie pessimiste per cui la "struttura fondamentale"
delle società industriali conduce necessariamente ad un deterioramen
to crescente sia della situazione relativa dei meno favoriti, sia della si
tuazione di tutti. Per Rawls le istituzioni fondamentali ·delle società in
dustriali generano vettori di tipo AB, AC e AD (èfr. fig. 3 ) . Per i pes
simisti i vettori sono sia di tipo AF che di tipo AG . La prima variante
piu tradizionale e piu frequentemente rappresentata in Europa, è illu
strata dalle teorie secondo le quali la "struttura fondamentale " delle
società industriali comporta necessariamente una ripartizione sempre
piu diseguale di certi beni fondamentali (per esempio il potere) la cui
somma è supposta costante: di conseguenza la condizione del piu sfa
vorito non può che degradarsi. La seconda variante, piu specificamen
te americana, corrisponde alle teorie secondo cui la "struttura fonda
mentale" delle società industriali comporta una degradazione della
condizione di tutti ( cfr. Herbert Marcuse, Paul Goodman ) .
L a verità è che l e istituzioni fondamentali delle società industriali
generano sottosistemi di azione collettiva caratterizzati da una struttura
a raggiera di vettori che ne rappresentano gli effetti. Mi sembra che
l'analisi dei sottosistemi di azione collettiva rappresenti un obiettivo
migliore della sociologia politica, che fin ora è stato abbastanza trascu
rato.
A meno che Rawls pretenda di insegnarci non tanto ciò che sono le
società industriali, ma ciò che dovrebbero essere, il presente capitolo
mostrerebbe che il modello di Rawls è fondamentalmente utopistico.
Non credo che in generale sia possibile costruire una teoria dedut
tiva della giustizia sociale . D'altra parte abbiamo in precedenza consta
tato che la teoria di Rawls è deduttiva solo in apparenza. N el corso
della "deduzione" gli assiomi fondamentali sono progressivamente cor
retti, "sfumati" , completati con proposizioni talvolta incompatibili con
l'assioma della situazione originaria. Per usare il linguaggio di Rawls,
solo una teoria di tipo intuizionista mi sembrerebbe possibile. Con
questo voglio dire che una società in un certo stadio può essere pensa
ta idealmente come un insieme di vettori corrispondenti alla descrizio
ne di un sottosistema di azione collettiva. Queste configurazioni posso
no generare da parte dei gruppi sociali sentimenti positivi ma anche
sentimenti negativi non solo di ingiustizia , ma anche di assurdità, di
alienazione o di costrizione, sentimenti che non sono chiaramente ri
ducibili ad unità , anche se Rawls sembra ignorarlo . Perciò l'apparire di
1 75
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
1 76
Capitolo sesto
1 77
Effetti "perversi " dell'azione sociale
nate. In ogni caso questo è il modello utilizzato dai so ciologi che han
no resistito all'usura del temp o .
Non c'è bisogno d i dire che le intenzioni dell'agente sociale i n cer
ti casi p osso no essere incomprensibili se si ignora il suo passato. E evi
dente che queste intenzioni sono generalmente incomprensibili se non
si tiene conto delle costrizioni strutturali che derivano dalla sua p osi
zione sociale. Tuttavia in nessun modo da queste prove risulta che il
comportamento dell'agente sociale è determinato. Certamente intelligi
bile ma non determinato. Questa distinzione è fondamentale e com
porta considerevoli conseguenze sia sul piano sostanziale che metodo
logico.
Questo testo affronta questioni complesse che non pretende in nes
sun modo di esaurire. A lcuni p unti vengono appena a bbozzati, è il ca
so per esempio delle considerazioni sulle ragioni che sp iegano il suc
cesso del sociologismo . Conto di riprendere questi punti in successive
pubblicazioni, ma ho pensato che fosse utile chiudere questo volume
affrontando almeno, senza trattarle, le questioni fondamentali poste in
forma imp licita nei testi p recedenti.
178
Determinismi sociali e libertà individuale
1 RoBERT K. MERTON, Social Theory and Social Structure, The Free Press, Glencoe (Illi
nois), 1 949, ed. 1 957, pp. 50-55 (tr. it. cit.).
2 THOMAS KuHN, The Structure o / Scienti/ic Revolution, Chicago University Press, Chi
cago 1 96 2 (tr. it., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1 969) .
.1 Ibid. , p. 30
' Questa definizione, che verrà chiarita nel corso del testo, è piu precisa di quella da me
utilizzata nel testo La crise de la sociologie, Droz, Paris-Genève 1 971 : Théorie, théorie et
théorie, pp. 15 9-204. Piu in basso nel testo, definisco per esempio paradigma determinista il
linguaggio che utilizza esclusivamente proposizioni di tipo "Se A (anteriore a B) allora B".
Allo stesso modo chiamo paradigma interazionista il linguaggio che include enunciati sulla rap
presentazione da parte del soggetto di cose concepite da lui come risultanti dai suoi atti. In
questo senso la nozione di paradigma coincide con quella piu classica di metalinguaggio.
179
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 80
Determinismi sociali e libertà individuale
fine . In questo caso si dirà che una teoria sociologica appartiene alla
famiglia dei paradigmi interazionisti.
Altre teorie utilizzano un linguaggio per cui il fenomeno sociale di
cui propongono una spiegazione è il risultato di comportamenti che
non sono azioni nel senso sopra definito. In questo caso i comporta
menti in questione non sono descritti come orientati verso fini che i
soggetti si sforzano di raggiungere in modo piu o meno cosciente, ma
sono descritti come risultato esclusivo di elementi anteriori ai compor
tamenti in questione.
Le abitudini semantiche in corso invitano a fare delle azioni, nel
senso in cui noi intendiamo il concetto, un sottoinsieme dell'insieme
dei comportamenti. Per ragioni di brevità conveniamo tuttavia di desi
gnare con il termine comportamenti esclusivamente i comportamenti
che non sono azioni, a meno che il contesto non comporti alcuna am
biguità nei termini .5 Chiameremo atti l'insieme di comportamenti e di
azioni.
Chiameremo paradigmi deterministi i paradigmi caratterizzati dal
fatto che un fenomeno sociale è spiegato come il risultato esclusivo di
comportamenti nel senso definito .
S i può agevolmente verificare che queste definizioni corrispondo
no ai due casi elementari che abbiamo usato come punto di partenza.
Nel primo caso il fenomeno sociale da spiegare (nella circostanza: l'in
cidente) è analizzato soddisfacentemente come risultato di ciò che
chiamiamo un comportamento . Effettivamente questo comportamento
è spiegato da elementi e avvenimenti che gli sono anteriori (l'uomo
era un uomo d'affari, aveva alzato il gomito, ecc . ) . Nel secondo caso
invece l'incidente è descritto come risultante di azioni, cioè di atti
orientati in vista di un fine, in breve di atti intenzionali.
Due esempi ispirati alle scienze sociali forniscono un'illustrazione
supplementare della distinzione tra le due famiglie di paradigmi.
In uno studio sul suicidio e l'omicidio , Henry e Short6 avanzano
l'ipotesi che queste due varianti dell'aggressione (aggressione contro se
stessi e aggressione contro altri) debbano essere considerati essenzial
mente come risposte o reazioni a situazioni giudicate intolletabili dal
soggetto. E inutile presentare qui le ipotesi di questi autori sulle ri
spettive probabilità di apparizione di ciascuno dei due tipi di variante;
è sufficiente ricordare che essi introducono un certo numero di ipotesi
che li portano a concludere sulla probabile esistenza di relazioni tra
certe variabili di status sociale ed economico e la probabilità di realiz
zazione di un comportamento aggressivo. L'esistenza di queste relazio
ni è inoltre verificata statisticamente . In questo esempio si ha a che
fare con un'analisi che appartiene alla famiglia dei paradigmi determini
sti. Le relazioni statistiche che l'analisi si sforza di misurare sono inter
pretate come il risultato di atti descritti come comportamenti. Perciò
181
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
una delle ipotesi di Henry e Short afferma che la donna nera americana
che ha uno status superiore all'uomo nero, deve presentare comporta
menti aggressivi meno frequenti di quest'ultimo, tenendo naturalmen
te costanti tutti gli altri fattori. Per ragioni inverse gli autori formulano
l'ipotesi dell'esistenza di Ùna relazione di segno opposto per ciò che
concerne la popolazione bianca. Tutte le ipotesi di Henry e Short sono
di questo tipo. Le differenze osservate da un gruppo all'altro nella fre
quenza di realizzazione dei comportamenti aggressivi sono spiegate co
me l'effetto di elementi anteriori alla realizzazione di questi comporta
menti ( status relativo nella famiglia, status sociale ed economico, ecc. ) .
A questo punto merita di essere introdotta una precisazione di voca
bolario: parlando di paradigma determinista spero che vengano designa
ti i paradigmi in cui gli atti vengono spiegati esclusivamente ricorrendo
ad elementi anteriori agli atti stessi. Sia B uno di questi atti e A un
elemento anteriore utilizzato per spiegare B. In certi casi l'analisi potrà
portare alla seguente conclusione : "se A (anteriore a B ) , allora B . " In
altri casi la conclusione sarà costituita da una proposizione di tipo proba
bilistico: "se A (anteriore a B ) , allora piu frequentemente B . 'n In questi
due casi parleremo di paradigmi deterministi. Un modello verrà consi
derato deterministico se e solo se spiega un atto esclusivamente a parti
re da elementi anteriori" a questo atto. In questa definizione non terre
mo quindi conto della distinzione relativa al carattere stretto o probabi
listico dei legami tra elementi, che sarebbe essenziale in altri contesti.
Il vocabolario scelto per designare l'opposizione fondamentale illu
strata dai nostri due esempi presenta dei vantaggi mnemonici, ma ri
schia di condurre a confusioni che indico brevemente . In primo luogo,
per essere rigorosi occorrerebbe parlare di paradigmi dell'azione piut
tosto che paradigmi interazio nisti : l'azione è sempre interazione in
una maniera o nell'altra, ma questa caratteristica non riguarda l'opposi
zione che qui ci interessa: ho semplicemente rinunciato all'utilizzo for
se superfluo di un neologismo. In secondo luogo, si può notare come
la parola "determinista" non venga naturalmente usata nel suo senso
usuale: consideriamo il caso in cui un attore si trova in una situazione
di scelta forzata, il suo comportamento può essere predetto e si avrà
allora determinismo nel senso usuale del termine. Tuttavia, poiché
questo comportamento è descritto in termini di azione, dirà che la de
scrizione appartiene al paradigma interazionista.
Ecco ora un esempio classico, ripreso dall'economia, di una teoria
che appartiene alla famiglia dei paradigmi interazionisti. Si tratta del
famoso modello della tela di ragno.9 Il modello tende a spiegare un
fenomeno molto comunemente osservabile: l'andamento ciclico dell'e-
7 In altri termini si hanno quattro possibilità: "A condizione necessaria di B", "A condi
zione sufficiente di B", "A condizione necessaria e sufficiente di B", sono i tre casi possibili
nel caso del determinismo stretto. N el caso del determinismo probabilista non è possibile as
sociare alcuna delle tre accezioni precedenti alla proposizione se "A allora piu frequente B " .
• Intendiamo anteriore nel senso temporale o logico.
9 Cfr. per esempio R. G. ALLEN, Mathematical Economics, MacMillan, London 1 956
(tr. it . , Economia matematica, Utet, Torino 1 962).
182
Determinismi sociali e libertà individuale
1 83
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 0 TALCOTI PARSONS, Social Structure and Dynamic Process. The Case of Modern Medicai
Practice, in "The Soda! System", The Free Press, Glencoe ( Illinois), 1 95 1 , pp. 428-479.
1 84
Determinismi sociali e libertà individuale
ha un uso generale . Il termine aggregazione, come viene usato in questo testo, modifica que
sto concetto dalla sua usuale accezione in economia normativa.
1 85
E/letti "perversi " dell'azione sociale
tenere conto degli effetti che queste comportano per gli altri. Le azio
ni eseguite da un professore mentre svolge il suo corso sono di questo
tipo. Per spiegare perché il signor Bianchi parla della composizione
chimica dell'acqua davanti a un gruppo di giovani che lo ascoltano piu
o meno attentamente, utilizzerò un paradigma assolutamente differen
te da quello che mi ha permesso di comprendere perché la signora
Rossi ha modificato la composizione del suo paniere . Il signor Bianchi
svolge un ru o lo, come generalmente si dice nella teoria sociologica.
Dissertando sulla composizione dell'acqua egli esegue un contratto.
Naturalmente non si tratta di un contratto in senso giuridico. Il tempo
della prestazione del signor Bianchi è fissato legalmente, ma il contrat
to comporta anche aspetti non formali: il signor Bianchi sa per esem
pio che susciterà comportamenti di approvazione o disapprovazione da
parte degli allievi a seconda che usi o abusi di argomenti piacevoli.
Il sottotipo c si distingue quindi dai sottotipi precedenti per il fatto
che l'interazione tra gli individui non si svolge in un contesto di stato
di natura, ma in condizioni che, volendo continuare ad usare il lin
guaggio del secolo, rientrano nella nozione di contratto: in questo caso
gli individui non possono determinarsi senza considerare, tra le altre
cose, gli effetti delle loro azioni sugli altri. Come mostra questa defini
zione, non diamo in alcun modo al concetto di contratto un'accezione
di tipo volontaristico e giuridico. Infatti il concetto di contratto è qui
adottato in un senso vicino a quello di Rousseau: corrisponde alla no
zione di una restrizione della "libertà naturale " , per usare il termine di
Rousseau o di autonomia dell'individuo .
Riassumendo, nelle teorie che appartengono ai paradigmi d i sotto
tipo c, l'interazione tra gli attori è caratterizzata da un contesto contrat
tuale . A seconda dei casi queste teorie considerano le preferenze degli
attori come dati immediatamente intelligibili o come fenomeni che ri
chiedono spiegazione . Poiché tuttavia questa distinzione non è assolu
tamente utile nel caso di questo paradigma, non la terremo in conside
razione .
E utile sottolineare per inciso che i due termini della dicotomia
"contratto/ stato di natura" ricoprono ambedue situazioni diverse che
in un altro contesto occorrerebbe distinguere . Cosi in certe situazioni
di "stato di natura" posso decidermi senza tener conto degli altri; in
altre situazioni posso decidermi senza tener conto dell' interesse ma
non dell' esistenza degli altri ( situazioni di interdipendenza strategica
con altri) . Allo stesso modo se tutte le situazioni di "contratto" sono
quelle in cui devo tener conto dell' interesse altrui, l' obbligazione in
cui mi trovo può prendere svariate forme .
Cosi possiamo notare che l'opposizione tra "contratto" e "stato di
natura" indica dei casi limite . Perciò la liberalizzazione legale dell'a
borto non comporta ipso facto la sparizione delle costrizioni morali
che possono essere imposte a riguardo all'unità familiare . Quindi la li
beralizzazione legale non è sufficiente a realizzare un contesto di "stato
di natura" in cui l'autonomia di decisione dell'unità familiare sia piena
186
Determinismi sociali e libertà individuale
1 87
Effetti "perversi " dell'azione sociale
t 2 GoRDON TuLLOCK, Does Punishment Deter Crime?, in "The Public lnterest" , estate
1 974, pp. 1 03·1 1 1 . Si veda anche GARY BECKER, WtLLIAM LANDES, Essays in Economics o/ Cri
me and Punishment, Columbia University Press, New York 1 975; FRÉDÉRIC ]ENNY, La théorie
économique du crime: une revue de la littérature, ciclostilato, aprile 1 976.
188
Determinismi sociali e libertà individuale
sotto-tipo a
(marx iano)
Preferenze
banal i =
si
variabili
i n d i pe n d e nti?
sotto-tipo b
(toc q u evil l i ano)
Preferenze
bana l i = sotto-t ipo c
variabi l i ( m ertoniano)
Occorre i n d i pendenti?
considerare
certi e l e m e n t i
( n o n banali)
anteriori
all ' azione? Preferenze
bana l i =
variabi l i
i n d i pe n d e n t i ?
sotto-tipo d
(weberiano)
no
Preferenze
banal i =
varia b i l i
i nd i pe n d e n t i ?
Fig. 6
13 In tutte queste definizioni occorre notare che i paradigmi utilizzati dagli autori eponi·
mi non si limitano in generale ad una sola delle quattro categorie . Per esempio nelle opere
storiche di Marx sarebbe certamente facile trovare paradigmi simili a quelli di Tocqueville.
1 89
Effetti "perversi " dell'azione sociale
14 Questa interpretazione probabilmente sfugge a SrR KARL PoPPER nel suo articolo per
altro illuminante What is Dialectic? in Coniectures and Re/utations. The Growth o/ Scienti/ic
Kno wledge, 3 ' edizione, Routledge and Kegan Pau!, London 1 96 9 (tr. it. Congetture e con
futazioni. Lo sviluppo della conoscenza scientifica, Il Mulino, Bologna 1 976).
15 Naturalmente uso il termine "utilitarista" non nel senso di Sidgwick (ricerca della mas·
simizzazione del benessere collettico), ma nel senso di Bentham (assioma dell'individuo calco
latore che cerca di realizzare al meglio le sue preferenze). Sull'utilitarismo di Marx si veda
1 90
Determinismi sociali e libertà individuale
TALCOIT PARSONS, Social Classes and Class Conflict in the Light o/ Recent Sociological Theo
ry, in Essays in Sociological Theory, The Free Press, New York 1949, edizione modificata
19 64, pp. 323-335. Si veda anche MICHEL HENRY, Marx, Gallimard, Paris 1 976, cap. VI; }oN
EI.5TER, The Logic of Social Sciences, in via di pubblicazione, e }oACHIM IsRAEL, The Principle
of Methodological Individualism and Marxian Epistemology, in "Acta Sociologica ", 14, 3 ,
1971 , pp. 145-150.
1 6 BERNARD MANDEVILLE, The Fable of the Bees, London (tr. it., La favola delle api ovve
ro Vizi privati, benefizi pubblici, Boringhieri, Torino 1 9 6 1 ) ; KARL MARX, Oeuvres, Ed. de la
Pléiade, Gallimard, Paris, tomo 2, pp. 401 -402 (tr. it . Opere complete, Editori Riuniti, Roma
1972).
17 E .facile mostrare che la battuta di caccia descritta da Rousseau all'inizio della seconda
parte del Discorso sulla diseguaglianza, in un punto cardine dell'argomentazione, introduce
un caso classico nella teoria dei giochi, cioè le strutture di equilibrio insufficiente.
191
Effetti "p erversi " dell'azione sociale
1 92
Determinismi sociali e libertà individuale
1 93
Effetti "perversi " dell'azione sociale
teoria di Davis e Moore , cioè nel fatto che almeno in parte i fenomeni
di stratificazione devono essere interpretati come effetti di composi
zione.
In breve se si esamina la teoria della stratificazione sociale come si
sviluppa dopo la seconda guerra mondiale, vi si osserva una promet
tente dimensione di ricerca consistente nelle teorie che appartengono
alla classe dei paradigmi di tipo marxiano.
A questo riguardo è interessante soffermarsi un istante su un risul
tato empirico sufficiente da solo a suggerire l'importanza di questa
classe di paradigmi nell'analisi dei fenomeni di stratificazione. Si tratta
di una tabella che mostra l'assenza totale di parallelismo tra l'evoluzio
ne degli atteggiamenti riguardanti la segregazione residenziale negli
Stati Uniti e l'evoluzione della segregazione effettiva ( tabella 20) . Men
tre l'accettazione dell'integrazione ha fatto dei progressi notevoli, la se
gregazione effettiva rimane costante.
Sud Nord
% di bianchi % di bianchi
Segregazione che approvano Segregazione che approvano
residenziale l'integrazione residenziale l'integrazione
residenziale residenziale
FONTI: }AMES COLEMAN , Resources /or Social Change, Wiley, New York 1 97 1 , p . 3 1 .
1 94
Determinismi sociali e libertà individuale
2" THOMAS ScHELLING, On the Ecology o/ Micro-Motives, in "The Public lnterest", vol.
25, autunno 1 9 7 1 , pp. 61-98; THOMAS SCHELLING, Dynamic Models o/ Segregation, in "Journal
of Mathematical Sociology", vol. I, n. 2, luglio 1 97 1 , pp. 143- 1 8 6 ; }ACQUES LAUTMAN, Essai
sur /es /ortunes quelconques, le logement et la spéculation immobilière, tesi di dottorato, in
via di pubblicazione.
21 MANCUR 0LSON, Tbe Logic o/ Collective Action, Harvard University Press, Cambrid
ge (Mass. ) , 1 965.
22 Cfr. DANIEL BELL The Coming o / Posi-Industriai Society, Basic Books, New York
,
1 973, che riporta i seguenti tassi di sindacalizzazione globale: Stati Uniti, 22,9% nel 1 947,
25,2% nel 1 956, 23% nel 1 9 6 8 , 22,6% nel 1 970. Francia 20% nel 1 971 . Olanda 40 % . Ger
mania 40% . Gran Bretagna 45 % . Belgio, Lussemburgo 6 5 % . L'importanza storica del closed
shop in Gran Bretagna, i piliers olandesi, il distanziamento politico in Germania, l'abbondan
za dei beni individuali che i sindacati sono in grado di fornire, rappresentano le svariate cause
dei tassi relativamente elevati nella sindacalizzazione di questi paesi.
1 95
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 96
Determinismi sociali e libertà individuale
lettivo senza che l'aumento della speranza di guadagno, che gli risulte
rebbe dalla sua azione, compensi il costo della sua partecipazione all'a
zione.
La teoria di Olson non spiega solo i bassi tassi di partecipazione
alle associazioni volontarie che si osservano empiricamente in numero
se circostanze. Essa spiega anche certi fenomeni apparentemente para
dossali: il fatto per esempio che certe associazioni volontarie tentino di
ottenere dall'autorità pubblica il diritto di costringere i membri del lo
ro pubblico potenziale a partecipare all'associazione. Una pratica come
quella del closed-shop , facilmente interpretabile nel quadro della teo
ria di Olson, è difficilmente comprensibile in altro modo . Come è pos
sibile comprendere infatti che una associazione debba costringere degli
individui ad iscriversi quando essa produce in quanto tale dei servizi
che essi apprezzano?
La teoria permette anche di comprendere che , a parte la coercizio
ne, un'altra strategia frequentemente utilizzata dalle associazioni volon
tarie per aumentare la loro clientela consiste nel fornire dei beni indi
viduali paralleli ai beni collettivi che costituiscono la loro ragione
d'essere. Il corollario della teoria spiega, o almeno può spiegare in cer
ti casi, delle differenze notevoli tra i tassi di partecipazione che caratte
rizzano questa o quella associazione . Cosi, un'associazione scientifica
professionale è normalmente, per vocazione, un fornitore di beni e
servizi collettivi, ma essa avrà tutte le possibilità di aumentare conside
revolmente la sua udienza se fornirà, parallelamente ai beni collettivi,
dei beni individuali, come fanno certe associazioni mediche, che offro
no anche l'assistenza legale nelle cause concernenti gli sbagli professio
nali . Allo stesso modo se un sindacato istituzionalmente può ottenere
non solo miglioramenti salariali (beni collettivi) , ma per esempio avere
un'influenza sulla carriera dei suoi membri (beni individuali) , il tasso di
partecipazione su cui potrà fare assegnamento sarà certamente molto
piu incoraggiante rispetto alle istituzioni che si limitano alla fornitura
di beni e servizi collettivi. Il successo della sindacalizzazione nel caso
del sistema di istruzione francese, per esempio, non è comprensibile
se non si considera la fornitura di beni individuali, che i sindacati degli
insegnanti sono in grado di assicurare attraverso le istituzioni, paralle
lamente alla produzione di beni e servizi collettivi, che rappresentano la
loro ragione d'essere .
3 . Ricorderò infine rapidamente l'importanza che mi sembrano ri
vestire i paradigmi di tipo marxiano in un settore molto popolare della
sociologia da un decennio a questa parte: la sociologia dell'educazione.
Consideriamo per esempio un fenomeno macrosociale come l'aumento
della "domanda di istruzione" alla quale si assiste dopo la seconda
guerra mondiale . Come è possibile spiegare questo fenomeno ? Subito
appare un elemento importante: se si guardano la statistiche di una
qualsiasi impresa industriale, si osserva sempre una correlazione (piu o
meno stretta a seconda dei casi e frequentemente abbastanza bassa) tra
remunerazione e livello di istruzione . In altri termini gli individui per-
1 97
Effetti "perversi " dell'azione sociale
/ D i stribuzione
delle remuneraz i o n i
corri spondenti
al l i ve l l o
d i istruzione e l evati
L i v e l l o di remunerazione
1 98
Determinismi sociali e libertà individuale
25 Utilizzando, dopo averlo modificato, il tipo di modelli usati da RAYMOND BounoN, PHJ.
LIPPE CIBOIS, }ANINA LAGNEAU, Enseignement supérieur court et pièges de l'action collective, in
"Revue française de sociologie ", XVI, n. 2, pp. 1 5 9-1 8 8 . Si veda anche il capitolo III del
presente volume.
26 Incidentalmente sarebbe interessante includere nel modello un sistema di feed-Back,
analogo, per esempio, a quello che si incontra nel teorema della tela di ragno, e interrogarsi
sugli effetti della non-realizzazione delle anticipazioni.
199
Effetti "perversi " dell'azione sociale
27 Cfr. per esempio tra gli svariati autori, ALAIN GRAs (a cura di), Sociologie de l'éduca
tion, Larousse, Paris 1 974.
200
Determinismi sociali e libertà individuale
201
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Queste sono dunque alcune delle ragioni per cui, secondo Tacque
ville, l'agricoltura capitalistica non ha conosciuto in Francia lo sviluppo
che ha conosciuto invece in Gran Bretagna.
Questa analisi costituisce un ottimo esempio del modo in cui Toc
queville ragiona in generale: il comportamento degli individui non è
regolato da norme trascend enti. N o n è il prodotto di strutture sociali.
Non è il risultato dell'influenza dell'ambiente. In realtà gli attori sociali
vengono descritti come tendenti a servire nel modo migliore il loro in
teresse in un contesto sociale dato. La combinazione di queste scelte
individuali produce dunque degli effetti macrosociologici (sottosvilup
po del commercio e dell'agricoltura) , essi stessi spiegabili corrle strut
ture dell'interazione create dal contesto sociale . Piu esattamente l'ana
lisi contiene quattro aspetti éssenziali. Da una pàrte Tocqueville indica
chiaramente i fenomeni macrosociali che cerca di spiegare , per esem
pio la differenza tra la Francia e la Gran Bretagna per quanto riguarda
la distribuzione e la dimensione delle città o la differenza tra i due pae
si per quanto riguarda lo sviluppo dell'agricoltura. Da un'altra parte
egli concepisce questi fenomeni macrosociali come fenomeni che han
no la struttura di effetti di composizione di azioni elementari. In terzo
luogo queste azioni sono concepite come obbedienti essenzialmente
alla logica dell'interesse individuale. In quarto luogo i valori che gli
individui attribuiscono alle alternative loro offerte dipendono da dati
relativi al sistema sociale nel quale sono inseriti.
Non c'è alcun dubbio che il modello di homo sociologicus che ser-
202
Determinismi sociali e libertà individuale
·10 La nozione di una pretesa randomness o/ ends, obiezione principale rivolta da Parsons
all'ucilitarismo in generale, non è perfettamente trasparente. I due casi che occorre distinguere
non corrispondono alla coppia fini aleatori/ fini non aleatori, ma piuttosto alla coppia fini= va
riabili indipendenti/ fini = variabili dipendenti. In H uman Action (Y aie University Press, N e w
Haven 1 9 66, p. 1 24) LuDWIG VON MISES sottolinea egregiamente che le preferenze vengono
trattate dall'economia classica come date a priori: la convessità delle curve di indifferenza non
deriva dall'osservazione, ma viene analiticamente dedotta dalla nozione di preferenza. Non si
comprende bene perché Parsons applichi il concetto di Ra ndomness alle situazioni in cui le
preferenze, potendo essere determinate analiticamente, acquistano lo status di variabili indi
pendenti. Si comprende ancora meno per quale ragione il dominio della sociologia .dovrebbe
limitarsi alle situazioni in cui le preferenze hanno lo statuto di variabili dipendenti, come vuole
Tbe Structure o/ Social Action.
203
Effetti "perversi " dell'azione sociale
Per il fatto di non capire il funzionamento della profezia creatrice, molti ame
ricani di buona volontà sono portati ( spesso malvolentieri) a perpetuare i pregiudi-
204
Determinismi sociali e libertà individuale
zi etmc1 e raziali. Considerano queste credenze , non come dei pregiudizi o delle
prevenzioni, ma come i frutti certi della loro personale esperienza. "l fatti tangibi
li" impediscono loro ogni altra conclusione .
Allo stesso modo il nostro onesto cittadino bianco sostiene con vigore la politi
ca che esclude i neri dai sindacati. Apparentemente questi punti di vista sono basati
non tanto su una prevenzione, ma sui fatti "nudi e crudi", e questi fatti sembrano
chiari a sufficienza. I neri "arrivati recentemente dal sud non ancora industrializza
to, non conoscono la disciplina tradizionale dei sindacati, cosi come l'arte delle
convenzioni collettive " . Il nero è un crumiro. Il nero "con il suo basso livello di
vita " accetta senza discussione dei salari molto bassi. In una parola il nero è una
"minaccia per la classe operaia" e deve quindi essere escluso dai sindacati . Ecco
come il nostro sindacalista tollerante ma testardo vede i fatti, e questo perché non
capisce che la predizione creatrice è uno dei processi di fondo della società.
Il nostro sindacalista non si rende evidentemente conto che lui e i suoi hanno
creato i fatti che egli osserva. Poiché definire la situazione (i negri sono in opposi
zione irriducibile con il principio del sindacalismo) ed escludere i negri dai sindaca
ti, provoca una serie di conseguenze che rende difficile, se non impossibile, non
essere crumiro per un certo numero di negri. Disoccupati dopo la prima guerra
mondiale e respinti dai sindacati, migliaia di negri non hanno potuto resistere ai
padroni che, danneggiati dagli scioperi, insistevano nell'aprire loro le porte del
mondo del lavoro da cui erano esclusi. La storia conferma la teoria della predizione
creatrice con i suoi test. I fatti hanno mostrato che i negri erano crumiri perché
erano esclusi dai sindacati (e da una lunga serie di occupazioni) e non il contrario:
infatti non hanno mai fatto la parte dei crumiri nelle fabbriche che in questi ultimi
tempi li hanno ammessi nei sindacati. L'applicazione del teorema di Thomas ci in
segna anche come il circolo vizioso e talvolta tragico delle profezie creatrici può
essere rotto. Per fare questo occorre rimettere in questione il postulato originale e
partire da una nuova definizione della situazione. Solo allora gli avvenimenti prove
ranno che il postulato è falso e la credenza non genererà piu la realtà. 34
[ . . . ] Un'altra indicazione ci è fornita dall'esempio dell'ostilità che domina i sin
dacati nei confronti dei negri crumiri, introdotti nelle fabbriche dai padroni alla fi
ne della prima guerra mondiale . Dal momento in cui si cessò di definire i negri
inadatti ad entrare nel sindacato, essi ebbero i piu ampi sbocchi occupazionali e
non furono piu obbligati ad entrare nelle fabbriche attraverso la porticina che la
paura degli scioperi aveva aperto loro. Di nuovo un cambiamento istituzionale ap
propriato spezzò il circolo tragico della profezia creatrice. Un deliberato mutamen
to sociale mostrò che era sbagliato credere che "è realmente contro la natura dei
negri" unirsi ai membri bianchi dei sindacati: H
34 RoaERT K. MERTON (traduzione francese di Henri Mendras), op. cii., pp. 1 44-145 , tr.
it. cit.
35 Ibid. , p . 1 6 0 .
205
Effetti "perversi " dell'a7.ione sociale
206
Determinismi sociali e libertà individuale
207
Effetti "perversi " dell'azione sociale
208
Determinismi sociali e libertà individuale
39 EnwARD SHILS, The Intellectual and the Powers, in P. RIEF� (a cura di), On Intellec
tuals, Doubleday, New York 1 969.
209
Effetti "perversi " dell'azione sociale
40 ]AMES BucHANAN, The Lim its o/ Liberty, The University of Chicago Press, Chicago
1 97 5 .
4 1 S i può tuttavia notare che un sistema d i interazione caratterizzato d a un contesto di
stato di natura non implica l'assenza di ruoli. In questo caso sono solamente non pertinenti
all'analisi. Un semplice scambio commerciale suppone una distinzione tra i ruoli di venditore e
acquirente, una definizione di norme aspettative corrispondenti ai ruoli stessi, ecc. Tuttavia
questa struttura di ruoli è normalmente ignorata quando si analizza il funzionamento del mer
cato nel suo insieme.
210
Determinismi sociali e libertà individuale
21 1
Effetti "perversi " dell'azione sociale
42 Su questi concetti si veda RoBERT K. MERTON, A Social Theory. . . , cit . , (tr. it. cit.) e
LEWIS CosER (a cura di), The Idea of Social Structure, Harcourt Brace, New York 1 975 . In
quest'ultimo volume si tenga particolarmente presente l'interessante articolo di ARTHUR STJNCH·
COMBE, Merton's Theory of Social Structure. Si veda anche l'interessantissina raccolta pubblica
ta a cura di PETER BLAU, App roaches to the Study o! Social Structure, Open Books, London
1 97 6 .
4.1 PETER BLAU, Structural Constraints o! Status Complements, in LEWIS CosER, The Idea . . . ,
cit.
4 4 SEYMOUR MARTIN LIPSET, Academia and Polit ics in America, in T. NossJTER (a cura
di), Imagination and Precision in the Sociai Sciences, Faber and Faber, London 1 972.
212
Determinismi sociali e libertà individuale
213
Effetti "perversi " dell'azione sociale
4 6 EzRA SuLEIMAN, Politics, Power and Burocracy in France, Princeton University Press,
Princeton 1 974.
214
Determinismi sociali e libertà individuale
non esistono azioni che non siano influenzate da questo tipo di ele
menti, non fosse altro per il fatto che ogni azione suppone la messa in
opera di elementi cognitivi che implicano a loro volta un apprendimen
to anteriore all'azione. Tuttavia, come mostrano gli esempi precedenti,
è inutile tenere effettivamente conto di questi elementi, sia perché so
no di natura banale , come gli elementi cognitivi messi in opera da
qualsiasi tipo di azione, sia perché non influenzano lo schema esplicati
vo . Bisogna tuttavia riconoscere che le distinzioni sono spesso difficili.
Cosi, nell'analisi proposta da Merton sul circolo vizioso dello sciopero
presso i negri all'indomani della prima guerra mondiale , la credenza
dei bianchi nell'incapacità dei negri di dar prova di lealtà sindacale ( ele
mento cognitivo) è indispensabile all'analisi. Tuttavia in questo caso la
credenza non persiste se non per il fatto di essere rafforzata dagli effet
ti a cui dà luogo. Essa è spiegata dal sistema di interazione nello stesso
tempo in cui ne costituisce un elemento esplicativo essenziale. E que
sta la ragione per cui abbiamo preferito classificare questo tipo di
esempio nella famiglia precedente.
In altri casi, alcuni elementi sono indiscutibilmente anteriori all'a
zione, non banali e indispensa bili all'analisi. Quando queste condizio
ni sono riunite, si ha a che fare con un paradigma che definisco webe
riano a causa della sua frequenza nell'opera di Weber.
Un moderno esempio di utilizzazione di questo tipo di paradigma è
fornito dagli studi di Bernstein sulla relazione tra riuscita scolastica e
origini sociali. L'ipotesi di partenza dell'autore è che le relazioni intra
familiari influenzano modalità molto differenti in funzione della classe
di appartenenza della famiglia. Perciò quando la madre desidera pro
vocare un cambiamento di opinione da parte del figlio, utilizza piu vo
lentieri l' ordine nella classe inferiore e la persuasi one nella classe supe
riore. Tuttavia ordine e persuasione sono due modalità razionali asso
ciate a tecniche linguistiche e piu generalmente a tecniche di comuni
cazione di complessità variabile , certamente maggiore nel secondo ca
so. La madre che vuole evitare di ricorrere all'ordine deve sforzarsi di
presentare al figlio un quadro piu o meno ellittico delle conseguenze a
cui si espone scegliendo 01 oppure 02• Deve rendere credibile la sua
neutralità riguardo alle opzioni, o, se spera di lasciare intendere che
una delle opzioni le sarebbe sgradevole , deve indicare che questa
estrinsecazione appartiene ad un insieme piu generale. 47
L'ipotesi centrale di Bernstein è quindi che queste differenze rela
zionali comportano differenze cognitive non direttamente ricercate .
Utilizzando una strategia di persuasione la madre della classe superiore
inizia contemporaneamente il figlio ad un tipo di tecniche che per par
te sua gli verranno impartite dal sistema scolastico, e di cui si appro
prierà per questo piu facilmente. Descrivendo il quadro con le rispetti
ve conseguenze di 01 e 02 la madre introduce il figlio alle tecniche di
4 7 Come si vede questo tipo di paradigmi si avvicina alle analisi che si trovano per esem
pio nella letteratura romanzesca. Si veda Proust.
215
Effetti "perversi " dell'azione sociale
1 970.
5 1 Si parla di interazione in senso statistico quando l'effetto di una variabile su di un'altra
dipende da una terza variabile.
216
Determinismi sociali e libertà individuale
Tabella 2 1 - Struttura tipica delle relazioni statistiche tra origine sociale, riuscita
scolastica e orientamento
% di studenti orientati
verso l'indirizzo piu elevato
Origini quando la precedente riuscita
sociali scolastica è
Superiore Bassa
Superiori 80 75
Basse 70 40
217
Effetti "perversi " dell'azione sociale
52 La distinzione tra interesse e preferenza non viene sempre fatta in modo esplicito.
Nel testo, salvo indicazione contraria, il termine interesse è sempre usato nel senso di prefe
renza. In un testo ingiustamente dimenticato, ]EAN IzouLET , La cité Moderne, Alcan, Paris
1 895 , pone mirabilmente il problema della relazione tra interesse e preferenza. Un importan
te caso di discordanza tra le due nozioni è dato quando il soggetto agisce secondo le proprie
preferenze per ignoranza delle relazioni oggettive tra mezzi e fini. E il caso dell'alpinista dilet
tante che agisce contro il suo interesse perché ignora l'adagio: sei ore per arrivare in vetta
quando si cammina forte, quattro ore quando si cammina lentamente. Un altro importante
caso è rappresentato dalla relazione equivoca che si instaura tra interesse e preferenza nel caso
dei beni collettivi: anche se lo sviluppo della ricerca scientifica è nell'interesse di ciascuno,
poche persone sarebbero disposte a finanziarla volontariamente. Izoulet vede chiaramente che
in certi casi gli individui agiscono contro i loro interessi, non tanto a causa di una falsa visione
della relazione mezzi-fini, ma per cosi dire, proprio per la loro visione razionale e ragionevole.
Detto in parole moderne, le strutture a equilibrio insufficiente spiegano che in certi casi gli
individui agiscono contro il loro interesse seguendo le loro preferenze.
218
Determinismi sociali e libertà individuale
.1.1 Su questo problema si veda HERBERT SIMON, O n the Definii io n o/ the Causa i Relation,
in "Models of Man", Wiley, New York 1 95 7 .
219
Effetti "perversi " dell'azione sociale
a) Paradigmi iperfunzionalisti
Rappresentano un riduzione dei paradigmi di tipo mertoniano.
Questa classe di paradigmi appartiene, come si ricorda, alla classe dei
paradigmi interazionisti. Essa riguarda le strutture di interazione carat
terizzate da un contesto "contrattuale ". In questo caso i concetti di
ruolo e i suoi correlati concetti di norma e di valore sono essenziali
all'analisi: sono indispensabili alla descrizione degli atti individuali e
dei sistemi di aspettative reciproche che presiedono alle situazioni di
interazione . Ricordiamo ancora una volta l'esempio del signor Rossi
che spiega la composizione dell'aéqua ad un gruppo di allievi. Il suo
comportamento non può essere capito se non si tiene conto che egli è
professore di chimica. Come si è visto, i paradigmi di tipo mertoniano
considerano i ruoli guide di azione. Tuttavia queste guide presentano
sempre un margine di indeterminatezza. Larghezza di interpretazione ,
complessità degli status-sets e dei role-sets sono tre elementi sufficienti
a spiegare che i contratti impliciti che rappresentano i "ruoli" sono in
capaci a determinare il comportamento degli individui. A questo punto
essenziale occorre aggiungerne un altro , cioè che i funzionalisti (se ci si
accorda di chiamare con questo termine coloro che utilizzano in modo
privilegiato i paradigmi di tipo mertoniano ) sono coscienti del fatto
che, nell'insieme delle azioni che si osservano da parte di un indivi
duo, solo alcune e non tutte sono giustificabili con un'analisi in termini
di ruoli. Cosi il signor X , hic et nunc, tratta di chimica con una classe
di studenti perché è professore di chimica, ma quando un momento
dopo lo stesso signor X esitando tra la lettura e la passeggiata, sceglie
la passeggiata, la teoria dei ruoli sarà incapace di fornircene una ragio
ne . Nel caso delle azioni che compaiono in un contesto di "stato di
natura" la teoria dei ruoli è inutile .
I paradigmi ip erfunziona listi, ispirandosi ai paradigmi interazioni
sti di tipo mertoniano, cancellano puramente e semplicemente le quat
tro distinzioni essenziali che ho appena ricordato . In altri termini, l'i
perfunzionalismo può essere caratterizzato dai seguenti assiomi:
a ) ogni azione si svolge in un contesto di "contratto" (in altri ter
mini, nessuna azione si svolge in un contesto di "stato di natura" ) ;
b ) i role-sets e gli status-sets sono composti d a elementi comple
mentari non contraddittori;
c ) la larghezza di .interpretazione associata agli elementi di role
sets e status-sets è o nulla o trascurabile .
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Determinismi sociali e libertà individuale
b) I paradigmi iperculturalisti
I paradigmi iperculturalisti sono una versione riduttiva dei paradig
mi di tipo weberiano . Come si è visto, la spiegazione di un'azione
comporta sempre delle proposizioni di tipo deterministico. Perciò se si
vuole spiegare la composizione del paniere della signora Bianchi, è ne
cessario osservare i suoi gusti, le sue abitudini e molti altri elementi
anteriori all'azione considerata. Ma se nella realtà, qualsiasi azione è
dipendente da elementi di questo tipo, questi ultimi possono o meno
essere pertinenti dal punto di vista dell'analisi. Ciò dipende natural
mente dal problema posto. Se si tratta di spiegare la frequenza degli
incidenti stradali nelle strade a tre corsie o il comportamento dei pro
prietari fondiari francesi alla fine dell' A ncien Régime è inutile ricorre
re ad elementi anteriori all'azione (ad eccezione ben inteso di elementi
banali: gli automobilisti incidentati circolavano in automobile, i pro-
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
54 A riguardo si veda l'analisi di LEWIS CoSER, Violence as a Mechanism /or Conflict Re·
volution, in "Continuities in the Study of the Social Conflict", The Free Press, New York
1 967, pp. 96-100, sulla distruzione delle macchine al tempo dell'anarco-sindacalismo. Molto
spesso questo fenomeno viene interpretato in modo culturalistico come reazione degli operai
al progresso del macchinismo e ai suoi pretesi effetti sull'occupazione. Coser suggerisce l'ipo
tesi a mio avviso molto piu interessante, che la distruzione delle macchine corrisponda in real
tà ad una manovra strategica destinata a rinforzare il potere di negoziazione degli operai.
H EzRA SuLEIMAN, op. cit.
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Determinismi sociali e libertà individuale
c) Il realismo totalitario
protratte a piu o meno lungo termine . Ciò introduce per il capitalista un margine di libertà che
rende eccessiva anche in questo caso la nozione di scelta forzata. D'altra parte per il capitalista
esistono svariati modi di aumentare la produttività.
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
59 RAYMOND BouooN, Les limites des schémas déterministes dans /'exp/ication sociologi·
que", in GIOVANNI BusiNO (a cura di), Les Sciences sociales avec et après Jean Piaget, Droz,
Genève 1 976, pp. 4 17-43 5 .
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Determinismi sociali e libertà individuale
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Effetti "perversi " dell'azione sociale
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Determinismi sociali e libertà individuale
nea allo sviluppo spettacolare delle scienze della natura, fisica e chimi
ca. Era naturale che in modo piu o meno cosciente i paradigmi utilizza
ti da queste discipline fossero stati percepiti da molti sociologi come
modelli degni di essere imitati. Questa concezione è largamente diffu
sa nel cosiddetto movimento della statistica morale.
3) La sociologia si è tradizionalmente preoccupata di fenomeni
(crimini e suicidio) a prima vista poco accessibili ad interpretazioni che
si basano sulla definizione di homo sociologicus che era stata adottata
dalla filosofia dei lumi. 62
4) Certi concetti fondamentali su cui si basa la tradizione sociolo
gica sembrano anch'es � i escludere questa immagine . A partire dal mo
mento in cui si insiste sulla nozione di tradizione nell'analisi dei com
portamenti sociali, si privilegiano, per usare i termini di Schutz,"3 i
Weil-Motive rispetto ai Wozu-Motive. Su questo punto ricordiamo le
nostre considerazioni sui comportamenti rituali. Essi non si possono
spiegare con i Weil-Motive finché questi ultimi appaiono come strut
ture stabili: il pedone che, obbedendo a· un Weil-Motiv, trasporta in
definitivamente i pezzi di carta di cui spera di sbarazzarsi si porrà una
domanda naturale : Wozu? perché (nel sensò di a che scopo? ) .
8 . Conclusione
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socializzazione ; in altri casi i dati di questo tipo sono messi tra parente
si ed esclusi dallo schema esplicativo. In certi casi ma non in tutti, è
pertinente introdurre dati relativi alle sanzioni che un soggetto può in
contrare optando per 01 o per 02• La casella dei dati relativi alle san
zioni può invece rimanere vantaggiosamente vuota quando il fenome
no studiato conduce a considerare le azioni che lo compongono come
appartenenti ad un contesto di stato di natura.
In definitiva i diversi tipi di paradigmi interazionisti vengono creati
mettendo tra parentesi, in ciascun caso, questo o quel tipo di dati. Ri
mane comunque tra questi diversi tipi una unità sintattica che deriva
dall'unicità dell'atomo logico che compone questi paradigmi, cioè la
nozione di azione individuale, in altre parole il comportamento inten
zionale.
In compenso , paradigmi deterministici e interazionisti si distinguo
no radicalmente per la rispettiva sintassi, poiché nel primo caso, le so
le proposizioni ammesse sono della forma "A (anteriore a B) spiega
(con i diversi significati della parola spiegare) B " .
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Nella collana "I fatti e le idee. Saggi e Biografie "