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Edipo re- Sofocle

Sofocle è figlio di un ricco mercante di armi, nasce ad Atene nel 496. Partecipò
attivamente alla vita sociale e politica di Atene ad esempio nel 433 fu
amministratore del tesoro della lega delio-attica; nel 441 fu stratego insieme a
Pericle nella battaglia di Samo. Inoltre, dopo la sconfitta ateniese in Sicilia nel 413 fu
uno dei dieci commissari a cui fu dato l’incarico di scrivere una nuova costituzione.

Sofocle fu uno dei più amati tragici, ottenne infatti 24 vittorie negli agoni
drammatici.

Il teatro era molto importante per i Greci, è interessante capire l’etimologia della
parola teatro: essa deriva dal greco ϑέατρον, derivato del tema di ϑεάομαι verbo
che significa osservare, guardare con stupore o con meraviglia. Per gli antichi
abitanti della penisola Ellenica il teatro era un momento organizzato durante le
feste, dove si poteva assistere ad una rappresentazione teatrale o di una tragedia o
di una commedia ed osservarla con stupore.

Le rappresentazioni erano, come ho detto prima, fatte durante feste come le


dionisiache, le ionee, le anasterie ecc … Durante queste feste venivano inscenate
tragedie e commedie nelle quali un ὑποκριτής (ipocrita, cioè colui che finge: l’attore)
attraverso maschere raccontava una storia divertente (commedia) o tragica
(tragedia).

Io ho letto una tragedia scritta da Sofocle ed inscenata a Colono nel 401 dopo la sua
morte, questa tragedia narra di Edipo e si svolge a Tebe (città natale di Edipo)

Edipo è il figlio del re di Tebe, Laio e di sua moglie Giocasta. Dopo la sua nascita l’
oracolo di Delfi rivela al sovrano che il figlio è destinato a uccidere suo padre e unirsi
a sua madre. Laio dopo aver trafitto i piedi del neonato (da qui il nome Edipo
derivato dal greco οἶδος rigonfiamento e πούς piede) ordina quindi a un servo
di abbandonare il neonato, ma, impietosito, il servo decide di affidare il bambino a
un pastore che a sua volta lo dà al re di Corinto: Polibo e a sua moglie i quali non
potevano avere figli. Edipo cresce come il principe di Corinto senza saper chi siano i
suoi veri genitori e quando un oracolo gli ripete la predizione fatta in precedenza a
Laio, Edipo, convinto di rappresentare un pericolo per Polibo e Peribea, parte da
Corinto e si dirige a Tebe. Mentre cammina incontra un uomo a cavallo, Laio,
nessuno dei due uomini vuole lasciare il passo all’altro così litigano aspramente e
Laio rimane ucciso. La prima parte della profezia si è avverata. Edipo giunge quindi a
Tebe, dove la popolazione è tormentata da una Sfinge, un mostro con la testa di
donna e il corpo di leone. La Sfinge propone ai giovani tebani degli indovinelli a cui è
impossibile rispondere e i malcapitati pagano la loro ignoranza con la vita.
Edipo si offre quindi volontario per sfidare il mostro. La sfinge chiede a Edipo chi sia
quell’essere che cammina prima con quattro gambe, poi con due gambe e infine con
tre. Edipo risponde correttamente: si tratta dell’uomo. Così la Sfinge, sconfitta, si
getta dalla rupe da cui dominava la città ed Edipo viene nominato re di Tebe e sposa
la regina, Giocasta. La seconda parte della profezia si è avverata.

A Tebe c’è una terribile pestilenza e Edipo ha inviato Creonte, fratello di Giocasta,


a Delfi per interrogare l’oracolo. Creonte torna quindi a Tebe portando brutte
notizie: l’assassino di Laio vive ancora tra le mura della città. Edipo, che non è a
conoscenza delle circostanze della morte di Laio, chiede di farsi raccontare da
Creonte il quale racconta di come il precedente sovrano fosse stato attaccato da un
gruppo di briganti sulla strada per Tebe.
Edipo ordina che il responsabile venga trovato e bandito da Tebe e chiede a Tiresia,
vecchio indovino cieco, di svelare l’identità del colpevole. Tiresia riferisce che Edipo
è l’assassino del re di Tebe.
Edipo non crede a una parola di quanto detto da Tiresia e sospetta che Creonte
voglia prendere il suo posto sul trono e abbia preso accordi con l’indovino
per scacciarlo da Tebe. Edipo si confronta allora con Creonte, il quale dice di non
volere fare nulla al suo nuovo re. I due uomini vengono raggiunti da Giocasta che,
per calmare Edipo, gli assicura che spesso gli indovini danno profezie sbagliate. Per
testimoniare ciò racconta che a Laio era stato predetto di morire per mano di suo
figlio, mentre, come gli ha già spiegato Creonte, erano stati dei briganti.
Edipo racconta così a Giocasta della profezia ricevuta durante la giovinezza e delle
circostanze in cui ha ucciso un uomo mentre si recava a Tebe. Nel frattempo arriva
un ambasciatore di Corinto che informa Edipo della morte di Polibio e di essere per
eredità, il nuovo re di Corinto. Edipo però ricorda bene che la profozia non
riguardava solo l’uccisione del padre ma anche l’incesto con la madre, chiede così
all’ambasciatore cosa ne sia stato di lei.
L’ ambasciatore assicura così a Edipo che Peribea non è la sua madre naturale.
Quando l’ambasciatore riferisce che il neonato gli è stato affidato dal servo di Laio,
Edipo fa chiamare il vecchio servitore che ancora vive a Tebe. Giocasta, che ha
compreso l’inganno del destino cerca di convincere Edipo a non andare dall’anziano.
Edipo però non ascolta le sue suppliche, allora Giocasta si allontana e decide di
suicidarsi impiccandosi.
Il servo di Laio riconosce l’ambasciatore come il pastore a cui ha affidato il neonato
ma non vuole proseguire il racconto. Incalzato da Edipo rivela infine che Laio gli
aveva affidato il neonato affinché lo uccidesse, ma mosso da pietà il servo aveva
affidato il bambino al pastore.
Edipo si rende così conto di essere lui il figlio di entrambe le profezie, di aver ucciso
sua padre e di essersi unito con sua madre così come diceva la profezia. Esce quindi
di scena disperato.
Scopriamo che Edipo, dopo aver trovato la madre Giocasta morta, ha usato
le fibbie del vestito di lei per accecarsi. Edipo supplica quindi Creonte, che dovrà
diventare il nuovo re, di esiliarlo da Tebe, in quanto per colpa sua la peste è
scoppiata. Saluta quindi le figlie, Antigone e Ismene, destinate alla sventura in
quanto nate da un unione ripugnata dagli dei e dagli uomini.

I personaggi principali dell’ Edipo re sono

 Edipo: Nonostante il titolo del re, Edipo è rappresentato nel dramma come
essere umano con i sentimenti umani, quelli dell’amore e dell’timore, che
decide da solo sul proprio destino, sebbene gli dei gliel’avevano già predetto.

Sigmund freud, noto psicoanalista del XX sec., ha ideato la teoria del


complesso di Edipo: per complesso di Edipo s'intende la competizione che un
figlio inconsciamente nutre per il padre, dovuta alla proiezione amorosa nei
confronti del genitore di sesso opposto (madre). Questo fenomeno è
connesso all'identità sessuale e rappresenta una fase normale nello sviluppo
emotivo di un bambino.

 Giocasta è la moglie e la moglie di Edipo

 Corifeo è il consigliere di Edipo, all’inizio della tragedia viene inviato a Delfi


per consultare l’oracolo per conoscere la causa della peste che imperversa a
Tebe

 Creonte è il fratello di Giocasta, probabilmente futuro re di Tebe (dopo ad


Edipo)

 Tiresia, indovino cieco, sa chi è davvero Edipo e dopo l’insistenza di Edipo nei
suoi confronti gli rivela che lui è l’assassino del ex-re di Tebe, Laio.

Le principali tematiche dell’Edipo re di Sofocle sono il pericolo che


la conoscenza può comportare per l’uomo, e la debolezza dell’uomo che,
nonostante pensi d’essere padrone delle proprie azioni è destinato a venir dominato
dal destino e dal caso.
Tutta la vita di Edipo è una segnata ormai dal destino. Egli crede di essere nato a
Corinto da Polibio e Merope, non immaginando di essere nato a Tebe da Laio e
Giocasta e successivamente essere stato adottato da i regnanti Corizi. Egli non sa chi
sia l’uomo incontrato per strada verso Tebe, se lo avesse riconosciuto come suo
padre e re di Tebe forse non l’avrebbe ucciso e forse arrivato a Tebe non si sarebbe
unito a sua madre per profondo rispetto nei confronti di una madre perduta che lo
amava, ma la storia non si fa sui se ed il destino non si può ingannare o cambiare
perciò il povero Edipo è nato per ‘’uccidere il padre e unirsi alla madre’’.

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