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23/04

Argonauti: marinai che viaggiano a bordo della nave Argo.


Antefatti: miti di Elle e Frisso, fratelli che chiedono a una Ninfa un animale, lei gli da un Vello d'oro
che ha il potere di volare. Essi montano sul vello e lasciano Grecia verso l'Oriente. Elle durante il
viaggio precipita e muore, il fratello arriva a destinazione (circa in Russia) in terra selvatica e
straniera, lì sacrifica l'animale e dona il suo mantello al re della zona che lo custodisce in un bosco
sorvegliato da un drago.
Secondo antefatto: in città di Iolco regna Pelia che riceve oracolo che lo avverte di stare attento a un
uomo che arriverà con un sandalo. L'uomo è Giasone, figlio di suo fratello. Pelia interroga Giasone
e gli chiede cosa farebbe se un cittadino lo volesse uccidere e lui risponde che lo manderebbe a
prendere il Vello d'Oro, così Pelia ce lo manda. Giasone decide di farsi costruire una nave mai vista
prima con 50 remi che si chiama Argo come il suo costruttore, parte con 50 eroi e personaggi mitici
che hanno accettato la sfida tra cui c'è Orfeo... Durante questo viaggio pericoloso e faticoso a turno
gli eroi sono protagonisti di una sfida. Quindi le Argonautiche sono le cronache del viaggio verso il
Colchide, quando ci arrivano devono anche superare difficoltà create dal re per proteggere il vello.
Lui torna con la figlia del re, ammazza lo zio, sposa un'altra...
Giasone viene poi ritrovato da Dante all'inferno tra i seduttori.
Le Argonautiche contengono quindi diversi miti.
Orfeo e Euridice è mito di trasgressione per divieto di girarsi, che troviamo in altri miti a anche
nella Bibbia.
Perché Orfeo trasgredisce? Risposta più diffusa: non resiste per troppo desiderio, per altri l perde
perché vuole perderla, perché una volta sceso negli inferi si innamora della Euridice morta, della
morte. Per Pavese Orfeo si gira per risparmiare a Euridice di morire di nuovo.
Il divieto di girarsi è presente spesso nella cultura antica perché si tratta del divieto di guardare ciò
che non deve essere guardato, in questo caso la morte.
Nel mito è Orfeo il protagonista, fa tutto lui, mentre Euridice esiste per morire, è assente, è colei che
non parla. Virgilio le da voce, Ovidio no. Però i due personaggi sono complementari, Euridice è
all'origine del canto di Orfeo (quando la perde la seconda volta passa il resto del suo tempo a
cantare e suonare per lei). Euridice ha quindi comunque un peso, senza lei non esisterebbe
nemmeno Orfeo. Il mito è giocato sui contrari: uomo-donna, suono-silenzio, luce-tenebra, vita-
morte. Lei appartiene al mondo delle ombre.

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