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27/10/13

Mitologia greca e latina, Edipo

MITOLOGIA CLASSICA

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Mitologia greca e latina : lettera E

Edipo.

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EDIPO: figlio di Giocasta e di Laio re di Tebe, era peseguitato dall'ira di Era per aver fatto violenza a Crisippo, figlio di Pelope. Laio, da molti anni crucciato perch non aveva figli, consult in segreto l'oracolo di Delfi, il quale gli predisse che un figlio nato da Giocasta sarebbe stato la causa della sua morte. Allora Laio ripudi Giocasta, ma non le disse perch e la regina esasperata lo ubriac e lo attir di nuovo tra le sue braccia al calar della notte. Quando, nove mesi dopo, Giocasta diede alla luce un figlio, Laio lo strapp alla nutrice, gli for i piedi legandoli assieme affinch nessuno fosse tentato di raccoglierlo e ordin a un servo di esporlo sul monte Citerone. Un pastore corinzio lo trov sulle balze del monte, lo port con s a Corinto e lo consegn al re Polibo, che sapeva essere senza figli e desideroso di averne uno. Secondo un'altra versione, Laio rinchiuse il bimbo in una cassa che fu gettata in mare da una nave. La cassa galleggi sulle onde e tocc la riva a Sicione. Peribea, moglie di Polibo, si trovava per caso sulla spiaggia, raccolse il bambino e lo port al palazzo. Polibo lo allev come suo figlio dandogli il nome di Edipo ("Piede Gonfio"). Durante l'infanzia e l'adolescenza, Edipo rimase alla corte di Polibo, del quale pensava sinceramente di essere figlio. Ma un giorno, dileggiato da un giovane corinzio perch non somigliava affatto ai suoi presunti genitori, and a chiedere all'oracolo di Delfi quale sorte gli serbasse il futuro. La Pizia non gli rivel la sua nascita, ma gli predisse che avrebbe ucciso suo padre e sposato sua madre. Edipo, sconvolto, subito decise di non tornare a Corinto e durante il suo vagare, nello stretto valico tra Delfi e Daulide si imbatt in Laio e per difendersi dalle sue prepotenze e dalle sue minacce lo uccise con tutto il suo seguito, escluso un servo che riusc a scappare. Giunse quindi a Tebe, dove seppe che il re di quella citt era stato ucciso sulla strada di Delfi dove si stava recando per consultare l'oracolo in merito alla Sfinge, un pericoloso mostro col volto di donna e il corpo di leone, che prometteva di liberare il paese e di uccidersi a patto che venisse risolto l'enigma da lei proposto: "Quale essere cammina su quattro zampe la mattina, su due a mezzogiorno e su tre la sera ed tanto pi debole quante pi zampe ha?". Il mostro aveva gi divorato molte persone tra cui Emone, figlio del reggente Creonte. Poich Laio era morto e la Sfinge affliggeva il popolo, Creonte offr il trono insieme alla mano della sorella, Giocasta, vedova di Laio, a chiunque avesse liberato Tebe dalla Sfinge. Edipo indovin la risposta. "L'uomo", disse. "perch va carponi da bambino, cammina saldo sulle due gambe in giovent e si appoggia a un bastone quando vecchio". La Sfinge, avvilita, si gett gi dal monte Ficio sfracellandosi nella vallata sottostante. Oppure, fu Edipo a spingerla nell'abisso. Al che i Tebani, grati ed esultanti, acclamarono Edipo re ed egli spos Giocasta, ignaro che fosse sua madre, e ne ebbe come figli Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene. Dopo molti anni una terribile pestilenza si abbatt su Tebe: Edipo interrog l'oracolo di Delfi per conoscerne le cause e apprese che gli di erano irati perch non era stato scoperto e punito l'uccisore di Laio che si trovava in Tebe. Edipo non sapendo che Laio era l'uomo da lui incontrato sul valico, lanci la sua maledizione contro l'assassino e lo condann all'esilio. Il cieco Tiresia, il veggente pi famoso in Grecia a quei tempi, chiese udienza a Edipo e fece il suo ingresso al palazzo appoggiandosi al bastone di corniola donatogli da Atena e rivel a Edipo la volont degli di: la pestilenza sarebbe cessata soltanto se uno degli uomini Sparti fosse morto per il bene della citt. Il padre di Giocasta, Meneceo, uno degli uomini che erano sorti dalla terra quando Cadmo aveva seminato i denti del serpente, subito si gett gi dalle mura e tutta Tebe elogi il suo spirito di sacrificio. Tiresia annunci che Meneceo aveva fatto bene e che la pestilenza ora sarebbe cessata; ma che gli di tuttavia avevano in mente un altro degli uomini Sparti, uno della terza generazione, che uccise suo padre e spos sua madre. "Sappi, o Giocasta", disse Tirasia, "che quell'uomo tuo marito Edipo!" Dapprima nessuno volle credere a Tiresia, ma le sue parole ebbero presto conferma. Nello stesso periodo, arriv da Corinto un messaggero ad annunciare a Edipo la morte di Polibo e a chiedergli di far ritorno con lui per regnare sulla citt. Edipo rifiut convinto di non potersi avvicinare a Merope, sua presunta madre, ma il messaggero, il pastore che tanti anni prima aveva portato Edipo da Polibo, neg che egli fosse figlio di Merope. Edipo allora si mise alla ricerca del pastore
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Port alini: dal met eo ai t elefoni

Mitologia greca e latina, Edipo

a cui Laio aveva affidato l'incarico di abbandonare il bambino sul monte Citerone e trovandolo scopr la terribile verit. Giocasta allora fugg all'interno del palazzo e si uccise ed Edipo, con una spilla tolta dalle vesti della regina, si trafisse gli occhi. Su quel che accadde poi esistono diverse versioni. Secondo alcuni, bench tormentato dalle Erinni che lo accusavano di aver provocato la morte di sua madre, Edipo continu a regnare su Tebe per qualche anno finch cadde gloriosamente in battaglia durante una guerra sostenuta contro i vicini. Secondo altri, invece, Creonte, fratello di Giocasta, cacci Edipo da Tebe, ma non prima che egli avesse maledetto i figli Eteocle e Polinice, perch con insolenza gli avevano assegnato la porzione peggiore di un animale ucciso in sacrificio, e cio l'anca anzich la spalla regale. Eteocle e Polinice, dunque, rimasero impassibili quando Edipo lasci la citt che aveva liberato dalla tirannia della Sfinge. Dopo aver vagato per molti anni di paese in paese, guidato dalla fedele figlia Antigone, Edipo giunse infine a Colono, nell'Attica, dove mor benedicendo l'Attica, la terra che gli aveva offerto l'ultimo rifugio. Teseo seppell il suo corpo nel recinto delle Venerande ad Atene, piangendo al fianco di Antigone.

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