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NON SI PUO’ INGANNARE L’ORACOLO.

Un imbroglione aveva scommesso con un tale di dimostrare falso l’oracolo di Delfi. Quando venne il giorno stabilito, preso nella mano un passerotto
e tenendolo nascosto sotto il mantello, andò nel tempio e, fermatosi innanzi all’oracolo, chiese se ciò che aveva nella mano fosse qualcosa di vivo o
di inanimato, con l’intenzione di mostrare vivo il passero, qualora avesse risposto trattarsi di una cosa inanimata, oppure di esibirlo dopo averlo
soffocato se invece l’oracolo avesse detto che era una cosa viva.

Ma il Dio, avendo capito l’intenzione capziosa di lui, gli disse: “Ma smettila, furbastro; lo so che dipende da te se sia vivo o inanimato ciò che tieni in
mano!” La favola dimostra che la divinità non si può ingannare.

I compagni di Ulisse aprono l’otre dei venti


ATALANTA

Il padre di Atalanta, desiderando figli maschi, la espone ma un’orsa vagante la allevava finchè dei cacciatori la trovavano e la crescevano presso
di loro. Atalanta era adulta e continuava a cacciare in solitudine. In seguito, ritrovati i genitori, siccome il padre voleva convincerla a sposarsi,
uscita dalla città, andata in un posto lungo uno stadio e piantato in mezzo un palo di tre cubiti, da lì mandava avanti il pretendente disarmato e
lei invece correva armata;

e per chi era stato lasciato indietro era prescritta la morte, il matrimonio per chi non era rimasto indietro.

Dopo la morte di molti, Melanione, innamorato di lei, venne alla corsa portando delle mele d’oro ottenute da Afrodite e inseguito le gettava. La
ragazza, fermandosi a raccogliere le mele gettate, perde la corsa. Dunque Melanione la sposava.

PRIAMO SI RECA ALLA TENDA DI ACHILLE

Achille non si piegava alle preghiere di Ettore ma, dopo averlo ucciso, legando il corpo al carro, lo trascinava attraverso la pianura, mostrando di
non avere pietà del nemico né da vivo né da morto. E per undici giorni il cadavere giaceva nudo e insepolto. Al dodicesimo giorno Zeus, avendo
pietà di Priamo, gli ordinava di aggiogare il carro e provare a persuadere Achille, dandogli un ricco riscatto, a restituire Ettore.

Dunque Priamo, aggiogando il carro, ci caricava sopra splendidi pepli e dieci talenti d’oro; temendo l’ira di Achille, mescolava vino nel cratere e
pregava Zeus così: “Zeus padre, tu dammi forza mandando un prodigio dal cielo”.

E una grande aquila appare dalla destra. Allora il vecchio sale sul carro, lui insieme all’araldo, e si avvia alla tenda di Achille.

PAROLE DI CIRO MORENTE AI FIGLI

Quando la vita lo abbandonava, Ciro disse queste cose: “O figli, quando morirò non seppellite il mio corpo né nell’oro né nell’argento né in
nient’altro ma rendetelo al più presto alla terra. Cosa infatti è più felice di questo, dell’essersi unito alla terra, la quale genera e cresce tutte le
cose belle e buone? Ma (devo porre fine alle mie parole) infatti “ disse “mi sembra che l’anima mi abbandona.

Se dunque uno di voi mi vuole toccare la mia mano destra o guardare nel mio occhio quando sono ancora vivo, si accosti; quando io mi celerò il
volto, figli vi prego, nessuno tra gli uomini e neanche voi stessi guardi più il mio corpo.

Dunque, chiamate al mio sepolcro tutti i Persiani e gli alleati per gioire con me perché sarò ormai al sicuro. E questo” disse “ricordatemi come
ultima cosa che facendo bene agli amici potrete punire i nemici. E ora addio, figli cari, portate il mio addio alla madre e salutate anche tutti
coloro che sono presenti e gli amici che sono lontani.
DISCORSO DI ALESSANDRO AI SOLDATI

Κρατησας δε τη ιππω τους σατραπας τους Δαρειου την τε Ιωνιαν πασαν τη υμετερα αρχη προσεθηκα και την Αιολιδα πασαν και Φρυγας
αμφοτερους και Λυδους, και Μιλητον ειλον πολιορχια· τα δε αλλα παντα εκοντα προσχωρησαντα λαβων υμιν ινα καρποισθε εδωκα· και τα εξ
Αιγυπτου και Κυρηνης αγαθα, οσα αμαχει εκτησαμην, υμιν ερχεται, η τε κοιλη Συρια και η Παλαιστινη και η μεση των ποταμων υμετερον
κτημα εισι, και Βαβυλων και Βακτρα και Σουσα υμετερα, και ο Λυδων πλουτος και οι Περσων θησαυροι και τα Ινδων αγαθα και η εξω
θαλασσα υμετερα· υμεις σατραπαι, υμεις στρατηγοι, υμεις ταξιαρχαι.

Ως εμοιγε αυτω τι περιεστιν απο τουτων των πονων οτι μη αυτη η πορφυρα και το διαδημα τουτο; Εχω δε ιδια ουδεν, ουδε εχει τις αποδειξαι
θησαυρους εμους οτι μη ταυτα, υμετερα κτηματα η οσα ενεκα υμων φυλαττεται.

κρατήσας δέ τι ϊππφ τους σατράπας του Δαρείου την τε Ίωνίαν πασαν τβ υμετέρα άρχΐ προσέΰηκα και την Αίολίδα πασαν και Φρύγας άμψο
τέοονς και Λυδούς και Μίλητον ειλον πολιορκία τα δε άλλα πάντα έχοντα προσγωρήααντα λαβών νμϊν κορ ποϋσ&αι έδωκα Και τα εξ
Αιγύπτου και Ιίνρψης άγα&ά οαα άμαχει έχτηαάμην υμϊν έρχεται η τε χοί λη Συρία και ή Παλαιστίνη χαι η μέση των ποταμών υμέτερον κτημά
εΐαι και Βαβυλών και Βάχτρα χαΐ Σοϋσα υμέτερα χαι ο Λυδών πλούτος και οι Περσών θησαυροί και τα Ινδών άγα&ά και ή Ι ξω ΰάλασσα
υμέτερα υμεΊς σατράπαι νμεϊς στρατηγοί υμεΐς ταξιάρχαι ως έ μοιγε αύτψ τι περίεστιν από τούτων των πόνων οτι μη αυτή η πορφύρα και τό
διάδημα τοΰτο χέκτημαι δε Ιδία ουδέν ουδέ έχει τις άποδεΐξαι θησαυρούς εμονς οτι μη ταύτα υμέτερα κτήματα η οαα ένεχα υμών ψνλαττεται

TRADUZIONE
ACHILLE RESTITUISCE A PRIAMO IL CORPO DI ETTORE
LA BATTAGLIA DI MARATONA
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BATTAGLIA DI MARATONA (II)

La battaglia delle Termopili-

Οι τε δη βαρβαροι οι αμφι Ξερξην προσδεσαν, και οι αμφι Λεωνιδαν Ελληνες ηδη πολλω μαλλον η κατ' αρχας επεξηεσαν εις το
ευρυτερον του αυχενος.
Το μεν γαρ ερυμα του τειχους εφυλασσετο, οι δε ανα τας προτερας ημερας υπεξιοντες εις τα στενοπορα εμαχοντο. Τοτε δη
συμμιγνυντες εξω των στενων επιπτον πολλοι των βαρβαρων δπισθε γαρ οι ηγεμονες των τελων εχοντες μαστιγας ερραπιζον παντα
ανδρα, αει εις το προσω εποτρυνοντες.

Ατε γαρ επισταμενοι τον μελλοντα αυτοις εσεσθαι θανατον εκ των περιιοντων το ορος, οι Λακεδαιμονιοι απεδεικνυντο ρωμης οσον
ειχον μεγιστον ες τους βαρβαρους.

Και Λεωνιδας τε εν τουτω τw πονω πιπτει, ανηρ γενομενος αριστος, και παντες οι αλλοι μετ' αυτου ονομαστοι Σπαρτιατων.

LE CONDIZIONI DEL GRAN RE

Nel terzo giorno arrivava Tissaferne e diceva che veniva da parte del re per eseguire ciò che quelli chiedevano, benché pochi
obiettavano che non era giusto per un re lasciare andare i nemici. Alla fine dice : « Ora è possibile per voi ricevere garanzie da parte
nostra ; vi presenteremo amica la regione e potrete senza inganno ritirarvi in Grecia e vi procureremo provviste ; e quando non sia
possibile, potrete comprarle, e lasceremo che voi prendiate i mezzi necessari per vivere dalla regione. Sarà necessario che voi giuriate
che procederete come attraverso una terra amica, prendendo cibi e bevande senza danni, nel caso che non vi offriamo provviste, nel
caso invece che ve le procuriamo, che avrete le provviste comprandole ». E i Greci promisero che avrebbero fatto ciò che quello
ordinava. Furono prese queste decisioni , la proposta fu approvata : Tissaferne e il fratello della moglie del re giurarono, porsero (la
mano) destra agli strateghi e ai locaghi greci e la ricevettero (la mano) da parte dei greci. Dopo queste cose Tissaferne disse:

” Ora ritorno dal re per fare ciò che devo, mi troverò qui, pronto a ricondurvi in Grecia entrando io stesso nel mio dominio.”

UNO STRATAGEMMA DI EPAMINONDA


Confronto tra Dione e Bruto
MODESTIA DI PLATONE

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