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La via d'uscita dal nichilismo | O vie di fuga per pochi se i pi staranno inerti ad aspettare

La via duscita dal nichilismo


O vie di fuga per pochi se i pi staranno inerti ad aspettare

Postilla alle pagine del Ritorno a Parmenide


10 novembre 2013

(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/11/fritzbleyl.jpg) Fritz Bleyl, Die Brcke (1956) Quando ai nostri giorni si cominciato a ripensare lEterno ritorno delluguale, cerano due modi di tornare allinizio, vale a dire a Parmenide a quel Big Bang del pensiero che ha aperto lo spazio e il tempo della filosofia [1], da cui lEterno ritorno ha preso le mosse. I due modi erano: tornando indietro e andando avanti fino alla fine che coincide con linizio, essendoci la certezza ormai che la via rotonda cos si presentano e sono stati pensati i maggiori cammini sulla terra e in cielo in questo frattempo. Tornare indietro era pi facile, perch si conosce il nome del primo filosofo Socrate, quindi linizio della filosofia, e da quel punto si poteva guardare alle terre al di l, dove lEssere ha cominciato ad apparire e a illuminare nei modi della ragione e i presenti in quella luce ad esprimerlo. In tale posizione si sono trovati i presocratici, cui poi stato assegnato il titolo di sapienti. Tornare indietro ha significato ripercorrere a ritroso la storia della filosofia, e siccome essa era giunta con lultima avanguardia fino alla Mezzanotte, in questo rivolgersi a rivedere si fatto pi chiaro e distinto lampio arco di cerchio percorso in circa venticinque secoli di cammino, che aveva come pietre miliari la Mezzanotte, il Tramonto, il Mezzogiorno, il Mattino e infine lAurora. In questi punti ci sono i nomi di filosofi famosi: nella Mezzanotte Heidegger e Jnger, allinizio della Notte Schopenhauer, alla fine del Giorno (della filosofia del Giorno, come oggi viene chiamata) Hegel, nel Mezzogiorno Cartesio e la filosofia moderna, nellAurora e nel Mattino Socrate, Platone, Aristotele.
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Questo primo viaggio a ritroso, opera soprattutto di filologi, stato per solo una premessa e una preparazione allaltro viaggio, quello in avanti , dalla Mezzanotte in poi, attraversando il baratro che in quel punto sapriva e riprendendo la via della Notte fino allAlba del nuovo Giorno. Alla stessa meta, dunque, ma in un modo come non era mai accaduto prima. Di questo lungo tratto notturno non esisteva quasi nulla di chiaro e distinto nella mente, solo qualche vaga notizia perlopi indecifrabile: di Parmenide che ci ha detto che era giunto dalla Notte quando ha visto la Porta che divide i sentieri della Notte e del Giorno ed entrato nel Giorno lEssere, nella sua alba e Aurora sulla terra umana; di Nietzsche che ha visto il portone carraio nel profondo silenzio di Mezzanotte e poi il pastore che ha morso la testa del serpente che gli si era ficcato in gola e lui gli ha staccato testa con un morso e lha sputata lontano, liberandosi dalleterno riandare inconsapevole; di Heidegger e Jnger che nei loro libri Sulla linea e La questione dellessere, che la casa editrice Adelphi ha raccolto in un solo volume intitolato Oltre la linea, hanno esaminato la possibilit di superarla: Heidegger con un salto, Jnger affrontando il nulla come un combattente. Ma si trattato di slanci che appartengono pi al cuore che alla mente; infine questo nostro La via duscita dal nichilismo, dove il Nichilismo pi nero la regione di confine che arriva fino a Mezzanotte. Da l cominciata luscita, superando lAbisso che in quel punto sapre con un Ponte. Il metodo seguito per la sua costruzione labbiamo raccontato nella parte quarta, capitolo II, del Compendio. Il cammino misterioso che attraversa il sonno, linconscio, la morte (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/06/19/compendio-il-cammino-misterioso-che-attraversa-ilsonno-l%E2%80%99inconscio-la-morte-quarta-e-ultima-parte/). Dunque, non iniziato per caso il ritorno a Parmenide volgendosi. Se esso non ci fosse stato, non si sarebbe potuto andare avanti, soprattutto a costruire il Ponte sullAbisso, che ha richiesto lesistenza dellarcata in alto, di sostegno allaltra, quel che soprattutto la filosofia in circa venticinque secoli di idee ed opere. Ci significa anche che in questo genere di avventure si segue un segreto istinto e che il destino quando vuole ci soffia sul collo e sulle spalle. Ora lintera via dellEterno ritorno delluguale tutta esposta e aperta alla conoscenza e alluso. Dopo lAbisso la Porta, quella che divide i sentieri della Notte e del Giorno e aldil lEssere, un nuovo Giorno della vita. P.S. Ora le ultime indicazioni sullargomento, che ci sono giunte durante la visita alla chiesetta di Grea, luogo dappuntamento perenne, il giorno 20 settembre. Nella memoria di quel giorno cera anche il pensiero di Nietzsche: Imprimere al divenire il carattere dellEssere, questa la suprema volont di potenza. Che tutto ritorni, lestremo avvicinamento del mondo del divenire a quello dellessere: culmine della contemplazione [2]. Poi questi segnali che abbiamo colto. Cos lEterno ritorno delleguale se non un divenire eterno dove in ogni punto appare un aspetto del Tutto! Il ritornante si muove in unorbita immutabile, immobile, eterna, come quella della luna attorno alla terra, come quella della terra attorno al sole, e chi circola nelleterno non pi solo un passeggero, o apparenza fuggevole e vana; Conoscere lorbita dove ci si muove, ecco il segreto. Ed ora questorbita leterno ritorno delluguale; Lorbita giunta allapparizione: la via filosofica, va da Parmenide a Parmenide, la via delleterno ritorno; Devi conoscere lorbita e i tempi e i luoghi delle soste e fermate, delle apparizioni e sparizioni. Ed
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ecco per me uno dei punti: la chiesetta, luogo dappuntamento perenne, che si vede anche dalla stazione ferroviaria di Calalzo, come se fosse tutto predisposto fin dallinizio; la ruota dove giri che eterna, mentre tu che ti vedi e che sei visto segui il suo corso e sei o non sei, appari o scompari, sei nella luce o nelloscurit, presente o assente; Allora, crediamo di essere brevi e vani perch non ci era noto tutto il circolo della vita. Ma ora che lo conosciamo, non si entra pi da un punto indeterminato e non si esce pi da un altro, dopo averne percorso solo un tratto. * [1.] Quellesplosione di luce laurora dellEssere, il suo apparire, come fa il sole nel suo Giorno, e non ha illuminato soltanto la Grecia antica, ma contemporaneamente anche la Cina e lIndia. I maggiori testimoni di essa in quelle lontane terre dOriente sono Lao-tzu e Buddha. [2.] Frammenti postumi 1885/1887. Pubblicato in Compendio, L'eterno ritorno dell'uguale | Lascia un commento

Commento a uno stralcio del dialogo fra Papa Francesco e Eugenio Scalfari
13 ottobre 2013

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(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/10/blake.jpg) William Blake, Ancient of Days (1824) Papa Francesco: Ma ora lasci a me di farle una domanda: lei, laico, non credente in Dio, in che cosa crede? Lei uno scrittore, un uomo di pensiero. Creder dunque a qualcosa, avr un valore dominante. Non mi risponda con parole come lonest, la ricerca, la visione del bene comune; tutti principi e valori importanti, ma non questo che le chiedo. Le chiedo che cosa pensa dellessenza del mondo, anzi delluniverso. Si domander certo, come tutti, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Se le pone anche un bambino queste domande. E lei?. Eugenio Scalfari : Le sono grato di questa domanda. La risposta questa: io credo nellEssere, cio nel tessuto dal quale sorgono le forme, gli Enti. Papa Francesco: E io credo in Dio. Non in un dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Ges Cristo, sua incarnazione. Ges il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abb, la luce e il Creatore. Questo il mio Essere. Le sembra che siamo molto distanti?. Eugenio Scalfari : Siamo distanti nei pensieri, ma simili come persone umane, animati inconsapevolmente dai nostri istinti che si trasformano in pulsioni, sentimenti, volont, pensiero e ragione. In questo siamo simili. Papa Francesco: Ma quello che voi chiamate lEssere vuole definire come lei lo pensa?.
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Eugenio Scalfari : LEssere un tessuto di energia. Energia caotica ma indistruttibile e in eterna caoticit. Da quellenergia emergono le forme quando lenergia arriva al punto di esplodere. Le forme hanno le loro leggi, i loro campi magnetici, i loro elementi chimici, che si combinano casualmente, evolvono, infine si spengono ma la loro energia non si distrugge. Luomo probabilmente il solo animale dotato di pensiero, almeno in questo nostro pianeta e sistema solare. Ho detto animato da istinti e desideri ma aggiungo che contiene anche dietro di s una risonanza, uneco, una vocazione di caos. Papa Francesco: Va bene. Non volevo che mi facesse un compendio della sua filosofia e mi ha detto quanto mi basta. Osservo dal canto mio che Dio luce che illumina le tenebre anche se non le dissolve e una scintilla di quella luce divina dentro ciascuno di noi. Nella lettera che le scrissi ricordo di averle detto che anche la nostra specie finir ma non finir la luce di Dio che a quel punto invader tutte le anime e tutto sar in tutti. Eugenio Scalfari : Si, lo ricordo bene, disse tutta la luce sar in tutte le anime il che se posso permettermi d pi una figura di immanenza che di trascendenza. Papa Francesco: La trascendenza resta perch quella luce, tutta in tutti, trascende luniverso e le specie che in quella fase lo popolano. Ma torniamo al presente. la Repubblica, primo ottobre 2013. * Vediamo se dicono la stessa cosa questi due personaggi che hanno posti importanti nella cultura e nelle istituzioni del nostro tempo. Scalfari dice che crede nellEssere, il Papa in Dio. Ma si tratta di due nomi che vengono dati a quello cui non si addice nessun nome specifico. Infatti Laotzu ha scritto: Il Tao che pu essere detto / non leterno Tao, / il nome che pu esser nominato / non leterno nome. / Senza nome il principio del Cielo e della Terra (Tao T Ching, Parte prima, capitolo 1, versi 1, 2, 3, 4, 5). E Eraclito, a sua volta: Lunico, il solo saggio vuole e non vuole essere chiamato con il nome di Zeus (Frammento 32). Oppure per i mistici alla Causa di tutte le cose che superiore a tutte le cose non si addice nessun nome e si addicono tutti i nomi delle cose che sono (Dionigi Areopagita, Nomi divini , I 7, 596C). E anche noi autori di questo blog, lungo la via delleterno ritorno abbiamo visto segnali che suonano cos: Iddio vuole e non vuole ogni suo nome. Se ti fermi su un nome egli ti lascia/ e tu lo cerchi nella notte e morte. Dunque il nome non basta a dirci cosa c dietro il nome o chi c, cos come non basta ad un uomo per manifestarlo il suo nome proprio Giovanni, Paolo, Mario Cosa c dietro il nome? Scalfari su richiesta del Papa lo dice: LEssere un tessuto di energia. Energia caotica ma indistruttibile e in eterna caoticit. Anche il Papa, rispondendo, dice la sua: Dio luce che illumina le tenebre anche se non le dissolve. Ma non dicono la stessa cosa, allora! Non sono lo stesso, energia e luce! Rimane la caoticit di Scalfari che sembra non esserci nel pensiero del Papa. Invece c: non caotica una luce che non dissolve le tenebre! Ecco, perci, che fin qui siamo pari: non c distinzione sostanziale fra il dire di Scalfari e quello del Papa.

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Andiamo avanti: ai fatti un po pi vicini a casa nostra, allorigine degli Enti, soprattutto di quello che si chiama uomo, ci che noi stessi siamo. Si originano dal tessuto di energia, dice Scalfari, quando lenergia arriva al punto di esplodere: il famoso Big Bang. Qui non c una corrispondente idea espressa del Papa nel colloquio, ma sappiamo come stanno le cose: c la Bibbia e il Fiat della creazione, il comando divino che ha tratto gli enti dal nulla o da qualcosa che ha nome Caos ci sono due versioni. E non c sostanziale differenza fra questo apparire e quello descritto da Scalfari. Lui lo determina cos: quando lenergia arriva sul punto di esplodere, e nella Bibbia quel punto una parola e un gesto. Dopo lorigine degli enti, e ora linteresse si sposta su quello che si chiama uomo, ci sono alcune note che lo riguardano. Lenergia caotica da cui emerge e che lo costituisce, non si distrugge dice Scalfari , e una risonanza, uneco, una vocazione di caos rimangono. E il Papa a sua volta: una scintilla di quella luce dentro ciascuno di noi. Ancora una volta: non la stessa cosa! Se lenergia delluomo non si distrugge, vuol dire che eterna. E della stessa natura, come afferma il Papa e come si sa da una lunga tradizione, lanima: una scintilla di luce eterna dentro ciascuno di noi. Solo che di questo eterno in noi, Scalfari pare non sappia ancora cosa farne. Mentre per la religione cattolica si continua: c Dio che si fa uomo, il suo sacrificio e la redenzione. E ci sar quel che il Papa cos sintetizza: quando la nostra specie finir (fine dei tempi) la luce di Dio invader tutte le anime e tutto sar in tutti. Da Scalfari invece aspettiamo di sapere cosa ne sar dellenergia eterna che in noi, dal momento che dopo questa vita la strada per lui sembra finire. Non possiede ancora, ci sembra, il lasciapassare per lEterno ritorno delluguale. Scalfari tenga per presente che nelleterno, come sapienti e filosofi ci hanno tante volte ricordato e come lEterno ritorno delluguale dimostra, tutto ritorna innumerevoli volte e che lultimo, rispetto agli altri, ha qualcosa in pi: programmato, perch ora si conosce il giro. Pubblicato in Attualit, L'eterno ritorno dell'uguale, Riflessioni | 9 Commenti

Postilla alle pagine dellEterno ritorno delluguale


22 settembre 2013

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(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/09/preti_eraclito-democrito.jpg) Mattia Preti, I due filosofi (XVII sec.) Noi, gli scrutatori degli eterni giri della terra, della luna, delle stagioni delle piante e animali. Per imparare il nostro. Del lungo racconto intitolato Via duscita dal nichilismo che termina con lEterno ritorno delluguale, c un aspetto da porre in evidenza la cui visione rende pi facile lingresso nel ponderoso testo e agevola il percorso. Un percorso circolare, come si sa, come quello dei pianeti in cielo, delle stagioni, delle piante e animali sulla terra e piante e animali, dei giri che a loro toccano, ne percorrono una parte nella luce del sole, con gli occhi e gli altri sensi aperti a essa. Poi gli uomini che sono entrati anche in un altro Giorno, quello dellEssere, e da venticinque secoli in Occidente hanno seguito anche quel cammino, fino al Tramonto e oggi nella Notte dove si sono in gran parte perduti e si perdono, ma alcuni sono arrivati (vedi Il tempo lineare e leterno ritorno (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/01/19/il-tempo-lineare-e-leterno-ritorno-3/)). Da poco perci a disposizione lintero percorso: ecco cos leterno ritorno delluguale. Un giro che non si iscrive in quelli della natura come nuovo o in pi, ma si svolge in un altro campo, il pi recente: il campo della cultura. Pi precisamente esso la via della conoscenza filosofica, che partita da Parmenide ed ritornata a Parmenide: un risultato ormai ben presente nella filosofia, anche se il suo significato rimane in gran parte nascosto. Se il ritorno a Parmenide ha cominciato ad apparire in opere di filologi famosi come Hermann Diels e poi a manifestarsi in modo chiaro e distinto in Nietzsche, Heidegger, Severino e altri, ci significa che prima non cera questa conclusione. E siccome Diels ha pubblicato la sua opera intitolata Frammenti dei Presocratici nel 1903, ci vuol dire che prima di quella data della via delleterno ritorno delluguale non si conosceva la fine e perci neppure il percorso e a cosa serviva. Non in modo chiaro e distinto perlomeno, perch intuizioni, reminiscenze, previsioni, ne sono sorte lungo i secoli e i millenni, e prima della filosofia ci sono state le visioni dei sapienti. Quella di Eraclito per
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esempio, per il quale comune infatti il principio e la fine nella circonferenza del cerchio (fr. 103), e leterno ritorno era il fondamento della sua dottrina. Ma in quel tempo la strada non cera si era, appunto, allinizio di essa e alla sua visione come progetto. Ora invece il suo nome filosofia il giro si chiuso quando si ritrovato linizio, quando in quel procedere sono riemerse le sue tracce, vale a dire i frammenti dei sapienti che hanno preceduto i filosofi , e alla fine il suo giro pi grande e completo si chiama eterno ritorno delluguale. Ora la postilla. Il cerchio delleterno ritorno simile a quelli della luna attorno alla terra, della terra e degli altri pianeti attorno al sole, del sole nella galassia, delle fasi della luna, delle stagioni sulla terra, ecc., ma gli attori di questi giri appartengono ai regni minerale, vegetale, animale, perci sono inanimati o di poco affioranti e per brevi tratti. Anche luomo di tal fatta e sono rare le eccezioni; ma poi egli entrato anche nel giro della conoscenza acquistando lautocoscienza, come normalmente si dice. La differenza tutta qui, in colui che gira che, dunque, nel caso delluomo cosa e coscienza della cosa, che vede fuori e si vede nel suo moto. E vede dallimmoto, perch non c movimento dove inizio e fine sono lo stesso, e ci accade in ogni punto del cammino circolare e ancor pi dal centro. Apparenza, perci, il movimento per chi guarda e sa. Pubblicato in L'eterno ritorno dell'uguale | Lascia un commento

Porta dingresso e Porta duscita


1 settembre 2013

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(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/09/magritte_the-unexpected-answer.jpg) Ren Magritte, La Rponse Imprvue (1933) Quando dopo larrivo alla fine del giro delle nascite e delle morti mi sono trovato davanti alla Porta duscita, essa era chiusa e protetta da un segreto, e non si sarebbe aperta se non veniva svelato. Lho svelato a rischio della vita e la Porta s spalancata. Il segreto era: Porta dingresso e Porta duscita (vedi Compendio. Il cammino misterioso che attraversa il sonno, linconscio, la morte (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/06/19/compendio-il-cammino-misterioso-che-attraversa-ilsonno-l%E2%80%99inconscio-la-morte-quarta-e-ultima-parte/) Parte quarta, capitolo terzo). In seguito mi son detto tante volte: non era poi un gran segreto, perch tutte le porte o quasi sono cos. Si entra in una stanza da una porta e si esce dalla stessa e cos da una casa e da ogni altro edificio. Dunque, tanto travaglio per cos poco? No, per quella porta no. Perch quella che per la stragrande maggioranza degli abitanti di questo mondo solo ingresso: ingresso con la nascita. O solo uscita: uscita nella morte. Perch quella che per un numero ancora pi grande di essi neppure c: non c uscita dalla ruota delle nascite e delle morti e quando ci passano vicino non la vedono, sono addormentati o ciechi. Perch le eccezioni a questo immenso nascondimento non sono pi numerose delle dita di una mano: una Parmenide, che da quella porta entrato; Anassimandro, che da essa ha visto uscire tutte le cose; Lao-tzu, che ne ha parlato nel Tao T Ching; Nietzsche, che ci passato vicino e lha vista chiusa; il Cusano, che lha chiamata Porta del Paradiso. Non era perci da poco il segreto da svelare, ma io lho creduto cos per molto tempo, finch non riapparsa in modo chiaro e distinto nella sua duplice funzione nel giro delleterno ritorno delluguale.

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(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2009/02/la_porta_small.jpg) Giovanna Boraso, Al di l del tempo e dello spazio Pubblicato in L'eterno ritorno dell'uguale | Lascia un commento

Commento al pensiero di Emil Cioran


25 agosto 2013

(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/08/eagle-snake-mosaic.jpg) Laquila e il serpente, mosaico del Palazzo imperiale di Costantinopoli (VI secolo d.C.) Se non attingi allEssere superando labisso ed entrando
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sei condannato a rimanere apparenza e a girare immemore nelle spire del tempo. Colui che avendo frequentato gli uomini si fa ancora illusioni sul loro conto, dovrebbe essere condannato alla reincarnazione. In che senso viene qui intesa la reincarnazione? Certamente in quello comune e generale, come trasmigrazione dellanima, dopo la morte, in un altro corpo pi volte successivamente. Che per il senso che anche Nietzsche aborriva, quello, appunto, della cieca e instancabile ripetizione, che lui ha chiamato il peso pi grande (vedi Nietzsche e luscita dal cerchio delleterno ritorno (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/03/06/nietzsche-e-l%E2%80%99uscita-dal-cerchiodell%E2%80%99eterno-ritorno/)). Lo stesso del serpente e dellaquila, gli animali di Zarathustra di cui era il re, per i quali tutto va, tutto torna indietro, eternamente ruota la ruota dellessere. Tutto muore, tutto torna a fiorire, eternamente corre lanno dellessere [] In ogni attimo comincia lessere; attorno ad ogni qui ruota la sfera l (Cos parl Zarathustra, Adelphi, pp 265-266). Assomigliano ad esso anche quelli della luna, mai stanca di riandare i sempiterni calli, del pastore che Sorge in sul primo albore/ Muove la greggia oltre pel campo, e vede/ Greggi, fontane ed erbe;/ Poi stanco si riposa in su la sera:/ Altro mai non ispera, e dogni altra celeste o terrena cosa che girano senza posa Per tornar sempre l donde son mosse (vedi il Canto notturno di un pastore errante dellAsia di Giacomo Leopardi). Altri cerchi somiglianti allincarnazione cos: quelli del samsara, dove la vita scorre come su una ruota che continuamente gira e che ad ogni corso sempre uguale ha il malato, il vecchio, il morto, gli aspetti di essa che hanno colpito Buddha durante le sue sortite dal palazzo regale dove era figlio di re, e che lha fatto decidere a cercare la via d uscita da quelle crudeli e paurose necessit. Infine anche i nostri andirivieni, di cui non si pu dubitare se da essi alla fine qualcosa di essenziale ci giunto, che ha avuto il potere di mutare lultimo giro da eterno ritorno a eterno ritorno delluguale. Non la via mutata, che sempre la stessa, ma il viaggiatore, che ha imparato la strada e ora sa da dove viene e dove va. La reincarnazione come lintende qui Cioran, vale a dire la ripetizione instancabile degli stessi giri negli stessi modi, il ritorno di gran lunga pi inteso, quello della natura, che stato ed predominante tanto da confinare i ritorni consapevoli o illuminati, che qualcuno ha finora sperimentato, nelle incerte e solitarie plaghe delle eccezioni, e che quando son visti dallosservatorio che si chiama uomo sono simili alle onde sulla battigia: vengono e vanno ripetutamente, instancabilmente. Sono ritorni che suonano perci come condanne eterne, come le fatiche di Sisifo e Tantalo, e ha ragione Cioran a ritenerli tali e a non desiderarne altri. Ma come venirne fuori altrimenti Cioran non lo dice. Oppure scontata laltra soluzione: la scomparsa nel nulla eterno. Ma si pu andare in un posto che non-c? Per esso vale sempre quel che ha gi detto Parmenide: Infatti, questo non potr mai imporsi: che siano le cose che non sono!/ Ma tu da questa via di ricerca tieni lontano il pensiero, n labitudine, nata da numerose esperienze, su questa via ti forzi/ a muovere locchio che non vede, lorecchio che rimbomba e la lingua, ma con la ragione giudica la prova molto discussa che da me ti stata fornita (frammento 7) (vedi Lettera aperta: Le cinque vie di Parmenide (http://wilmoboraso.wordpress.com/2009/11/08/lettera-aperta-le-cinque-vie-diparmenide/)). Perci il problema Cioran non lo risolve, semmai risulta soltanto rinviato, perch ci sar sempre
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nellumanit sofferente un Cioran, o lo stesso con altri nomi ed aspetti, che denuncia il miserevole stadio in cui ci troviamo, e arriva fino alla pi profonda coscienza di esso. Sempre chi segretamente intuisce di averlo gi denunciato. Sempre chi dopo la denuncia passa allazione e cerca la soluzione. Ci che gi avvenuto in molte religioni, nei miti, misteri, nella sapienza, nella poesia, e da poco, con metodo nuovo dove la ragione ha tanta parte, anche nella filosofia. Qui di queste ricerche e scoperte diamo solo qualche cenno, ma tutto il Blog racconto della via circolare e delluscita da essa. E i cenni li facciamo da fuori giro, com accaduto a Paolo e Francesca cui stata concessa pausa dalla bufera infernale che mai non resta per raccontare la loro dolorosa e triste storia a Dante (vedi Inferno, Canto V, verso 31). La nostra, invece, non solo pausa e poi il rientro, ma ormai stabile abitazione fuori dal giro. Nelle religioni orientali la reincarnazione si chiama samsara ed , come abbiamo detto, i cicli di vita, morte, rinascita, e in senso lato anche loceano dellesistenza, dove emergiamo, galleggiamo per un po e affondiamo, e ci avviene ripetutamente, instancabilmente. Da esso per si pu uscire e le vie cercate e trovate sono parecchie: quella del sacrificio rituale, la via della gnosi, la via della dedizione amorosa a un Dio, le pratiche Zen. Nel Buddhismo si esce seguendo lOttuplice Sentiero. Nei Veda la via da seguire circolare (vedi Veda e filosofia (http://wilmoboraso.wordpress.com/2012/06/24/veda-e-filosofia/)). Luscita lo scioglimento dalla catena che lega tutte le cose e il distacco: e si entra nel Nirvana, vale a dire nelleterno. Perch solo il Nirvana permanente, ogni cosa invece dipende dalle altre. Similmente, nella sapienza Occidentale solo lEssere eterno e le apparenze, invece, provvisorie e caduche. Oppure la liberazione limmersione per sempre nella perfetta unione con lamato Dio. Anche nellopera di Nietzsche, specialmente in Cos parl Zarathustra, sono chiaramente espressi i due modi di percorrere i giri della vita e la differenza sempre la stessa: nel primo si come trasportati, ad eccezione di qualche tratto dove si procede vedendo e sperimentando qualcosa, per poco: la propria esistenza dalla nascita alla morte e forme ed aspetti di quel tratto. Nel secondo invece si conosce tutto il cammino e c ora una mappa a disposizione che ci aiuta. Il primo giro quello del serpente e dellaquila, gli animali di Zarathustra per i quali, dunque, tutte le cose eternamente ritornano, sempre uguali, sempre le stesse. Il secondo quello di Zarathustra stesso che invece si oppone a quel destino e cerca di liberarsi da esso. Per lui, eternamente ritorna (soltanto) luomo di cui sei stanco, il piccolo uomo () Ahim, luomo ritorna eternamente! Luomo piccolo ritorna eternamente (Cos parl Zarathustra, Adelphi, pag. 267. Vedi anche Nietzsche e luscita dal cerchio delleterno ritorno (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/03/06/nietzsche-e-l%E2%80%99uscita-dal-cerchiodell%E2%80%99eterno-ritorno/)). Ma i suoi animali che non vogliono quel cambiamento si oppongono, lo minacciano e tentano di ucciderlo. Il serpente, uno dei suoi animali, gli entra in bocca e sinfila nella sua gola per strozzarlo! Ma lui gli morde il capo e lo sputa lontano. Cos il cerchio si rompe ed esce. La scena della liberazione gli appare come in sogno: si vede nelle vesti del pastore che, dopo aver staccato con un morso la testa del serpente, balza in piedi. Non pi pastore, non pi uomo, un trasformato, un circonfuso di luce, che rideva. Mai prima al mondo aveva riso cos un uomo, come lui rise! Un riso che non era duomo, ed ora continua Zarathustra mi consuma una sete, un desiderio nostalgico, che mai si placa. La nostalgia di questo riso mi consuma: come sopporto di vivere ancora! Come sopporterei di morire ora! (vedi Cos parl Zarathustra La visione e lenigma, in Opere, Adelphi).

Anche nella poesia wilmoboraso.wordpress.com

di Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dellAsia, prima 12/46

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Anche nella poesia di Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dellAsia, prima dellidea delluscita c il ciclico mulinare delle apparenze, che vanno per esso trasportate, addormentate, non sapendo. Sono esse la luna in cielo, il gregge sulla terra, e il pastore stesso. Poi lintuizione delluscita da quei giri, altrimenti incomprensibili, vani, faticosi, crudeli, abominevoli, che non vale la pena di viverli: n il corso immortale ma sempre uguale della luna, n il procedere comandato delle greggi che ogni stento, ogni danno, ogni estremo timor subito scorda, n il vagar breve del pastore ma che Corre via, corre, anela,/ Varca torrenti e stagni,/ Cade, risorge, e pi e pi saffretta,/ Senza posa e ristoro,/ Lacero sanguinoso; infin charriva/ Col dove la via/ e dove il tanto affaticar fu volto:/ Abisso orrido, immenso,/ Ovei precipitando , il tutto oblia. Intuizione delluscita da quei giri lapparire di un potere nuovo, che si mostra al poeta nelle vesti e forme di volar sulle nubi, noverare le stelle ad una ad una, o come tuono errar di giogo in giogo. Cos si potrebbe liberarsi dalle rotonde prigionie del cielo e della terra. Ma non ancora il momento propizio. La filosofia di Nietzsche non ancora sulla scena anche se sta per arrivare e la strada verso il confine e luscita ancora lunga. Cos lidea che gli spuntata continuer ad apparirgli un errar dal vero, ancora prevale il pessimismo, e il poeta cos conclude: Forse in qual forma, in quale/ Stato che sia, dentro covile o cuna,/ funesto a chi nasce il d natale. Infine il metodo raccontato nel blog, che parte anchesso dallinconsapevole ruotare, perch fin qui dove ci troviamo siamo giunti senza saperlo o quasi. Poi, come abbiamo detto, lultimo giro, quello che abbiamo seguito da inizio a fine in oltre cinquantanni di cammino. Dopo luscita, abbiamo cominciato ad aprire gli occhi su tutto il circolo mentre normalmente solo un piccolo arco di esso che ci appare, quello che va dalla nascita alla morte. E il giro su cui ci siamo appuntati stato soprattutto quello della filosofia, la quale incominciata con Parmenide ed finita con il ritorno a Parmenide (vedi Lettera aperta. Le cinque vie di Parmenide (http://wilmoboraso.wordpress.com/2009/11/08/lettera-aperta-le-cinque-vie-di-parmenide/)). Cosa cambia quando lo sguardo si posa sul giro intero anzich su una parte di esso? Cambia tutta la nostra conoscenza delle apparenze e dellEssere. Si vede linizio, si vede la fine. Inizio e fine stanno assieme, sono lo stesso. la prima fondamentale coincidenza degli opposti che d il via a tutte le altre. Dove si arriva, da l siamo anche partiti, perci, se si guarda la strada, si sa da dove veniamo e dove andiamo. Nel punto dove inizio e fine della via coincidono c la Porta. Di l lEssere, di qua le apparenze. Se si guarda da una parte e dallaltra in un solo modo, con un solo sguardo, si sa anche chi siamo. Il luogo di provenienza lEssere: non ce n un altro. Se lEssere, non si pu non essere eterni, perch di tal natura la provenienza. E non si pu non essere immutabili, immobili, perch l siamo stati e ritorniamo. Ecco perci luomo, apparenza ed essere assieme e la dimostrazione leterno ritorno delluguale. Luomo nel tempo e nelleterno da sempre, come uomo. Si trattava per di capirlo e dimostrarlo. Se si ritorna, siamo gi stati l da dove si ritorna. NellEssere, perci nelleterno. Provenienti dalleterno, portiamo le sue caratteristiche nel tempo. Chi ritorna passa per le terre dellEssere e perci ha le caratteristiche dellEnte e dellEssere assieme. Se c un ritorno c un via vai , quindi una strada, ed essa che abbiamo completato nei punti dove non appariva o non si poteva passare da soli se prima non si costruiva una struttura adatta. Essa il Ponte sullAbisso (vedi Compendio. Il cammino misterioso che attraversa il sonno, linconscio, la morte (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/06/19/compendio-il-cammino-misterioso-chewilmoboraso.wordpress.com 13/46

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attraversa-il-sonno-l%E2%80%99inconscio-la-morte-quarta-e-ultima-parte/). Parte quarta). Invece la Porta fra le apparenze e lEssere, o viceversa, sempre esistita, ma per passare da singoli e determinati era necessario conoscere il segreto, che stato svelato (vedi Compendio. Il cammino misterioso che attraversa il sonno, linconscio, la morte (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/06/19/compendio-il-cammino-misterioso-che-attraversa-ilsonno-l%E2%80%99inconscio-la-morte-quarta-e-ultima-parte/). Parte quarta). Leterno ritorno delluguale leterno dellEssere in veste umana che valica il confine con il tempo. Un ritorno che ha le caratteristiche del sogno e del ricordo, dove il presente non passa mai e il passato non viene prima del futuro. dallEssere che si vede e si vive il ritorno. Le apparenze sono come le onde, ma loceano che presiede a quei ritorni eterni sulla riva entra in gioco solo se si guarda con la mente. Prima di conoscere la via ed il passaggio, la natura dellEssere la si portava nel mondo delle apparenze soltanto quando sboccia lamore. Se lamore indice sicuro che un passaggio cera anche prima fra ente ed Essere, e si possono portare tanti esempi di superamento del confine avvenuti lungo i secoli e millenni tutti quelli che hanno ricordato e ricordano tante loro esistenze , non si pu per affermare che erano programmati. Quando sboccia lamore si manifesta nelle apparenze ci che nellEssere: leterno, limmutabile, limmobile. a questo immenso tesoro che dobbiamo cominciare ad attingere. P.S. Perci il pensiero di Cioran dopo la presente disamina muta cos: Colui che avendo frequentato gli uomini si fa ancora illusioni sul loro conto, deve ritornare per affrancarsi da quella triste condizione. Altrimenti rientra inconsapevolmente nel giro e continua senza posa la fatica e laffanno. Pubblicato in L'eterno ritorno dell'uguale | Lascia un commento

Pensiero sulla fine della civilt occidentale


14 luglio 2013 La civilt occidentale tutta un finire. Ma i punti dove ci appare di pi, com Destino che sia, sono quelli da cui cominciata: la Grecia e lItalia, Atene e Roma. Di questo lungo giro ci sono tante indicazioni nel blog, perch la storia della filosofia ha seguito quella della civilt, o questa quella. Pubblicato in Appunti per una storia della filosofia | Lascia un commento

Tutto uno
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16 giugno 2013

(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/06/escehr_spirale_sferica.jpg) M.C. Escher, Sphrische Spiralen (1958) Ci siamo staccati dal tutto uno per riuscire a vedere che tutto uno e per rientrare nella totalit consapevolmente, rimanendo ognuno se stesso ad immagine e somiglianza di Dio.

1. Il distacco dal tutto uno Tutto uno? A livello fisico, quello percepito dagli occhi carnali, a ben guardare sembra proprio di s. Nessuna cosa o aspetto potrebbe esistere completamente separata dalle altre, perch per essere presente e vivere ha bisogno di tutte, come facilmente si pu costatare. Ci vale anche per luomo la cui esistenza si svolge dentro gli immutabili cerchi dei giorni, delle stagioni, della luna, delle stelle, e pu vivere soltanto se c aria, acqua terra, altri viventi che gli danno nutrimento. I quali come luomo, sono a loro volta dentro i movimenti eterni della terra e del cielo e sopravvivono come lui. Il tutto uno diventa ancora pi evidente se dalle normali visioni e considerazioni si passa a quelle offerte dai telescopi e microscopi e alle leggi che le regolano: quelle della gravitazione universale di Newton, il Principio dindeterminazione di Heisemberg, la meccanica quantistica, fino alle pi recenti visioni del mondo di Bohm e Karl Pribram, gli scienziati citati nel manifesto del Convegno Tutto uno? In quanto alla filosofia, essa ancora pi radicale nellaffermare che tutto uno. Specialmente con Kant e lIdealismo assoluto, linterazione (influenza reciproca) fra il soggetto e loggetto, accertata recentemente dalla scienza, conduce alla conclusione che il mondo esterno non c se non c luomo. La formula usata da Schopenhauer suona cos: Nessun oggetto senza soggetto per cui il mondo esteriore che giace nello spazio e nel tempo (diventa) una mera rappresentazione del soggetto conoscente. [1] Kant non escludeva che di l della rappresentazione ci fosse anche qualcosaltro, che
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lui ha chiamato cosa in s, ma di esso non si sa e non si pu dire, cosicch alla fine non si fatto pi nulla di questo fantasma e alla fine si negato anche la sua apparenza. Perci non sembra esserci dubbio: davvero tutto uno, o nulla potrebbe esistere di distinto e separato. Ma questo vale in modo completo e universale soltanto fino ad un certo punto. Perch da un certo punto in poi qualcosa di straordinario accaduto in seno alla totalit: cominciato il distacco da essa di uno dei suoi figli, luomo, una specie duscita dal suo grembo. [2] Luomo, da allora, il soggetto rispetto alloggetto. Questuscita e conseguente separazione, almeno da un certo livello in poi perch egli rimane ancora unito necessariamente alla natura con il corpo e perci il cordone ombelicale in tanta parte esiste ancora, uno degli avvenimenti storici pi importanti, anzi quello che inizia la storia umana in tutti i suoi aspetti e direzioni e lo troviamo espresso da tante fonti in innumerevoli modi: miti , religioni , sapienza, poesia. Nel mito raccontato da Esiodo luscita avvenuta dallEt delloro, uno stato privilegiato di natura dove gli uomini vivevano come dei, per loro non arrivava la triste vecchiaia e morivano come vinti dal sonno. [3] Oppure Platone ha chiamato quel tempo felice Et di Crono, che venne prima dellEt di Zeus. In essa la divinit stessa guidava gli uomini al pascolo e presiedeva loro, come fanno ora gli uomini che guidano al pascolo gli altri generi di viventi di loro meno nobili. Sotto quella guida del dio non vera bisogno n di costituzioni di stati n dellacquisto di donne o di figli; tutti infatti risorgevano alla vita dalla terra senza conservare alcun ricordo di ci che era stato prima. [4] Per le religioni del Libro, vale a dire per lebraismo, il cristianesimo e lislamismo, noto il motivo delluscita delluomo dallEden, simile per tanti aspetti allEt delloro e allEt di Zeus: perch Adamo ed Eva hanno mangiato il frutto dellalbero della scienza del bene e del male, che avrebbe permesso loro la conoscenza congiunta del bene e del male, le due facce opposte dogni cosa ed aspetto, le quali vengono chiamate anche con altri nomi: luce e tenebra, veglia e sonno, conscio e inconscio, vita e morte, uomo e donna, ecc. Da quel momento ci che appariva con un solo volto, quello paradisiaco per esempio, o che si credeva fosse unico e solo, come Adamo che aveva in s anche Eva ma lei allinizio non appariva, diventato duplice: e i due si sono accorti dessere nudi, saccorgono di essere diversi luno dallaltra. Ci iniziava il regno dellapparente duplicit e molteplicit, e tale esperienza e conoscenza, una volta giunta allo svelamento del segreto, li avrebbe portati fino allalbero della vita che cresceva nel centro del paradiso, e se avessero mangiato anche i suoi frutti sarebbero diventati immortali. Perci la cacciata, per il timore del creatore che le creature diventassero come Lui. Nel Buddhismo il distacco avvenuto dalla dottrina del Buddha. Ne fa cenno anche Edward Conze nel suo libro Storia del buddismo, che riporta alcune profezie tratte dalla Storia del buddismo in India e nel Tibet di B. Stone (1322). Dicono tali profezie che linsegnamento della dottrina del Buddha Skyamuni stata fissata in 2500 anni, dopo di che perfino i monaci diventeranno forti soltanto nella lotta e nel rimprovero, ed essa si far a poco a poco invisibile. La sua scomparsa segner linizio del Kali-Yuga. Per inciso, si pu notare che uguale a venticinque secoli anche il tempo che passato dallalba della civilt occidentale fino al suo tramonto, e che se il buddismo entrato nel KaliYuga lOccidente entrato nel nichilismo, diventato oggi condizione normale. Nello gnosticismo la caduta avvenuta dal pleroma la pienezza , abitato da un Dio che manca maestosamente di nome e anche dorigine, la cui approssimata designazione pater innatus. Per Plotino, un neoplatonico del terzo secolo d.C., la via discendente, che ci ha portato allesilio nel molteplice e nella materia, cominciata dal santuario. Nella civilt della Grecia antica, culla di quella pi vasta, anzi ormai universale, che si chiama oggi Occidente, il distacco avvenuto dallEssere, quello raccontato dai sapienti. Questo distacco lha operato la filosofia stessa, lerede diretta della sapienza, che si separata specialmente dallinsegnamento di Parmenide che aveva indicato come conoscenza suprema e privilegiata quella dellEssere. Egli, tuttavia, aveva mostrato come indispensabile agli uomini anche la via dellapparenza, cio quella della duplicit e molteplicit, perch necessario che chi percorra
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incessantemente tutto il dominio delle esperienze ammetta lesistenza di ci che appare (ai mortali) . [5] E Socrate e Platone, vale a dire i primi filosofi, giunti subito dopo i sapienti, hanno seguito questultima, nonostante sapessero che non era la pi importante e che perci venivano meno al principale insegnamento del maestro. stata cos grande la consapevolezza della loro scelta deviante che si sono loro stessi considerati dei disobbedienti. [6] Dei parricidi, diranno ai nostri giorni filosofi famosi: Heidegger, Severino ed altri. Ma quella per era la strada che si doveva iniziare, quella che ha percorso lOccidente fino ad oggi. Senza la deviazione dellinizio non ci sarebbe la civilt occidentale e la sua storia, anzi non ci sarebbe la Storia. 2. La nostra attuale situazione, quella di un Io staccato dal tutto, e perci anche in opposizione ad esso Staccati dallEssere e dal suo Regno, (lEden, o let delloro, o il pleroma, o tutto uno, perch cos si mostrato lEssere a Parmenide) [7], cominciata subito la contrapposizione, la lotta, la guerra. Contro il Regno, dunque, e le leggi che lo governano, ma anche contro il suo Proprietario. Nelle religioni del Libro il primo peccato un omicidio: Caino che uccide Abele. Allinizio della civilt occidentale, seguendo la direzione presa dalla filosofia, cos Sofocle ha cantato le incursioni umane nelle terre del divino e le prese di possesso. Di molte specie linquietante, nulla tuttavia/ di pi inquietante delluomo saderge./ Questi balza dal flutto schiumante/ per il vento del sud invernale/ e incrocia sulle creste/ delle onde furiosamente spalancantisi./ Anche la pi sublime delle divinit, la terra,/ lindistruttibile infaticabile, egli lestenua,/ rivoltandola danno in anno,/ passandovi e ripassandovi con i cavalli/ gli aratri./ Anche il leggero volitante stormo duccelli/ egli irretisce e caccia, / e la frotta danimali di localit selvagge/ e ci che si muove e risiede nel mare,/ luomo sagace./ Con astuzie sopraff lanimale/ che sui monti pernotta ed erra,/ e al cavallo dalla ruvida criniera/ e allindomito toro/ circondando il collo col legno/ impone il giogo./ Anche nel risuonare della parola/ e nel tutto comprendere leggero come il vento/ si ritrova, ed altres nellanimo/ di dominare citt./ E anche come sfuggire, ha pensato,/ lesposizione ai dardi/ delle intemperie e degli spiacevoli geli. [8] Sono passati pi di ventiquattro secoli da allora e lOccidente, sia pure in modo non continuo e uniforme vedi, per esempio, la lunga parentesi medievale , ha seguito quel metodo dinvasione e conquista: con la filosofia per cogliere e manifestare la variet e vastit del mondo; con la scienza per misurarlo, numerarlo, ordinarlo; con la tecnica per percorrerlo, delimitarlo, penetrarlo, conquistarlo. Per prima la Terra, costruendo strade, ponti, gallerie, viadotti; tracciando rotte sui mari e nei cieli; e poi inventando e realizzando carri, navi, treni, automobili, aerei. Oggi uscendo anche dal pianeta natale con le stazioni spaziali e le astronavi, diretto ai pianeti del sistema solare e puntando alla conquista delle stelle. Trasformando vegetali e animali in laboratorio mediante la mescolatura di geni di specie diversa: i tanti odiati e combattuti OGM. Impedendo la normale procreazione con luso della pillola; fornendo alle donne il telecomando del concepimento dei figli; realizzando tecniche e strumenti dinseminazione artificiale; iniziando la via della fecondazione in provetta e di sviluppo in uteri artificiali, scoprendo la clonazione, ecc. Visto sotto laspetto scientifico e tecnico oggi tutto il mondo ha il marchio Occidente, anche lIndia, che era la pi vicina agli dei. Tutti vogliono sedersi alla tavola della grande abbuffata, imbandita non soltanto di piante e animali da mangiare a saziet, ma anche delle fonti di energia da sfruttare, delle miniere di metalli da usare, degli alberi delle foreste da tagliare. 3. Per la lotta, la guerra, sta gi causando le sue vittime anche fra gli uomini, e per molti non appare ragionevole continuare in tal modo Chi sembra maggiormente soccombere in questa guerra la natura che appare sempre pi trasformata: acque inquinate perfino quelle dei mari, aria irrespirabile nelle citt, cieli offuscati, foreste distrutte, specie animali e vegetali che scompaiono continuamente dalla faccia della terra,
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ghiacciai che si sciolgono, calotte di ozono che si bucano. Ma in realt, per la parte delluomo che natura, vale a dire il suo corpo, quello che lo sostiene e lo mantiene vivo e cosciente in questo mondo, il disastro che egli sta provocando si ritorce su di lui, e di ci ha cominciato ad accorgersi. Dopotutto la natura ha vita lunga, quasi eterna, per riprendersi e guarire, perci pu accadere che la guerra che luomo gli ha dichiarato abbia alla fine una sola conseguenza: la scomparsa dellaggressore, la fine del figlio degenere che gli sfuggito di mano. Poi passeranno i secoli e i millenni e quando lui non ci sar pi tutto ritorner come prima, come sempre. Di tutto ci gli uomini, almeno i pi avveduti, stanno accorgendosi. Perci il ripensamento attuale e gli innumerevoli tentativi che si stanno facendo per rientrare nel seno della grande madre e trovare un accordo con il padre celeste. Sono esempi di questo riavvicinamento i tentativi di molti di vivere secondo natura e di opporsi ai loro simili troppo violenti, che stanno esercitando sulla casa comune la volont di usare e di abusare. Questo significa, in qualche modo, anche un ritorno allorigine, ad una vita che non sia una guerra di distruzione. Da questo stato di cose sorge pressante la domanda: tutto uno?, la quale, alimentata ai nostri giorni dalle nuove conquiste della scienza e dalla diffusione di molte dottrine che hanno dato ad essa risposte positive, ci pone in qualche modo in una posizione di ripensamento e alcuni sulla via del ritorno e del rientro. 4. Ritorno alla natura: solo un rientro da figliolo prodigo e pentito, oppure in modo nuovo? Per le religioni del Libro, come si detto, il motivo del distacco stato il desiderio e la volont di conoscere il bene ed il male, i due opposti nel campo della morale. Labbiamo conosciuto? Ritorniamo da sconfitti o come chi ha sciolto lenigma? Per il mito si trattato duscita da una situazione subalterna, dove luomo era soggetto agli di, non meno di quanto gli animali lo sono alluomo. Ci siamo liberati dal giogo? Per la filosofia la liberazione avvenuta dalla caverna platonica per seguire, appunto, la via della conoscenza, fino allimmutabile ed eterno mondo delle idee, di cui le cose proiettate sul fondo della caverna sono le loro ombre innumerevoli e fuggevoli. stata realizzata questa conquista? La filosofia ha poi indicato il luogo di provenienza e la direzione presa anche con altre parole. Ne citiamo alcune. Quelle dello stesso Parmenide, nonostante che la sua indicazione principale, come s detto, fosse rivolta allEssere: Tu conoscerai la natura delletere vale a dire tutte le stelle fisse che sono nelletere, e lavvampante realt della pura face del sole splendente e la loro origine e verrai a sapere la realt e la natura del tondo occhio lunare nel suo giro errante; poi comprenderai anche donde ebbe origine il cielo che da una parte e dallaltra divide e come Necessit lo guid e lo avvinse perch fissasse il limite delle costellazioni [9]. Abbiamo realizzato questa conoscenza del mondo che, uscendo, abbiamo visto da fuori? Quelle di Pascal: il cammino delle scienze ha due estremi che si toccano. Il primo la pura ignoranza naturale, in cui si trovano tutti gli uomini alla nascita, Laltro estremo quello cui giungono le grandi anime che, dopo aver percorso tutta la strada del sapere accessibile agli uomini, riconoscono di non sapere nulla e incontrano nuovamente lignoranza da cui erano partiti [10]. Siamo giunti allaltro estremo?. Quelle del pensiero filosofico del ventesimo secolo, che ha terminato la via della conoscenza diurna illuminata dalla ragione ed entrato nel buio del sonno, dellinconscio e della morte. Ha finito tutto il suo giro? 5. I risultati che sono stati ottenuti seguendo le vie indicate: la risposta alle domande La risposta alla prima domanda: abbiamo raggiunto la conoscenza del bene e del male? Certamente conosciamo il bene e il male, ma separati: nel Paradiso solo il primo, perch non cera laltro. Dopo lesilio dal luogo di delizie, o dallEt delloro, o dal Tutto uno, o dal Mito che era prima del Logos, tutte le Storie che da quei luoghi iniziano sono state esperienze e conoscenze
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soprattutto del male e una lotta infaticabile con il suo opposto. I quali sono solo una delle tante copie che si trovano in ogni cosa od aspetto. Luce e tenebra, giorno e notte, veglia e sonno, conscio e inconscio, uomo e donna, freddo e caldo, alto e basso, davanti e dietro, volto e nuca, testa e croce, vita e morte sono alcune delle altre. Per cui c allora da chiedersi: siamo riusciti a conoscere le due met assieme? perch solo questa la scienza del bene e del male, vale a dire quel che si cercava, e non quella di ciascuna delle due prese nella loro distinzione e separazione. Se poi, come si appena detto, ogni cosa e aspetto unit dei due opposti, uomo compreso, la domanda diventa pi precisa e suona cos: abbiamo raggiunto la scienza di noi stessi, ci conosciamo? Ebbene, sembra proprio di no. Sembra che a questa sapienza, la quale, appunto, conoscenza delle due parti unite, non si sia giunti. In tanti secoli e millenni, dopo il bene iniziale, abbiamo allora conosciuto e fatto esperienza, a quanto pare, soprattutto del suo opposto. Specialmente nel secolo scorso sono state raggiunte profondit tenebrose come forse non mai accaduto, o mai in modo cos vasto: due guerre mondiali, i campi di sterminio, linizio della distruzione atomica, la minaccia della guerra nucleare totale che da quel giorno incombe sullumanit intera. E forse non stato ancora toccato il punto pi basso sotto il quale non si pu pi risalire: i tempi attuali stanno fornendo esempi che sembrano preparare questevento. Perci, per davvero, la conoscenza del bene e del male non stata raggiunta ed oggi c solo quella del male che simpone. La risposta alla seconda domanda: ci siamo liberati dal giogo? Rispetto alle pene e ai castighi inflitti alluomo dopo il peccato originale, progressi ne sono stati fatti sulla via della liberazione da quella misera sorte. Non si lavora pi la terra con le braccia e il sudore della fronte: ci sono gli aratri, i buoi, i trattori, i carri e i camion per i trasporti. Anche i dolori femminili del parto sono stati ridotti e la scienza medica ha pressoch eliminato i pericoli di morte in tali eventi. Per non stata vinta la morte. Il coro dellAntigone di Sofocle, che abbiamo citato nelle pagine precedenti, continua infatti cos: Dallincombere solo, della morte/ con nessuna fuga pu giammai difendersi, / pur se ad un male tenace gli sia riuscito/ abilmente di sfuggire [11]. La morte, dunque, non stata vinta anche se la lotta ingaggiata fin dallinizio contro di essa ha registrato qualche progresso. stata allungata la vita, sono state debellate tante malattie che conducevano alla prematura scomparsa, c la clonazione che promette la ripetizione di ci che destinato a finire. La lotta continua, ma loscura megera con la falce in pugno ancora sovrana e domina. E la morte il male pi grande. Perci noi non conosciamo il bene e il male se questultimo ci ghermisce e ci trascina nellabisso. La risposta alla terza domanda: abbiamo ottenuto la conoscenza del mondo? Da quando il grande Parmenide il sapiente che pi di ogni altro sta a fondamento della conoscenza dellOccidente , ha indicato la via, molto cammino stato fatto e molto stato conosciuto. Oggi ci troviamo di fronte ad un mondo di cui gli scienziati dicono di aver scoperto lorigine il famoso big bang; di averlo misurato circa tredici miliardi di anni luce; di sapere come si evoluto e cosa ne sar di esso. Cos nella direzione del cosmo. Ma anche verso il pi piccolo la strada gi percorsa non minore. Si giunti allatomo, alle particelle che lo costituiscono, alla loro nascita dallindistinto e indeterminato, alle leggi che lo governano. E non si tratta solo di parole, ma anche di possesso e uso. Si conoscono con precisione i giri dei pianeti, si prevedono le eclissi, si conosce come si formano le perturbazioni e come si spostano, si sa come produrre la luce, si usa latomo per ricavare energia atomica, ecc. Insomma lantica previsione ha avuto il suo corso. Tuttavia la conoscenza del mondo non stata raggiunta e sembra che non la raggiungeremo mai. la scienza stessa che negli ultimi decenni si scoperta senza fondamenti, simile a un pallone gonfiato non trattenuto, che veleggia nel vuoto, e ha manifestato apertamente i suoi limiti invalicabili. Si chiamano soglie quei limiti: la soglia differenziale, quella assoluta, il principio di indeterminazione in fisica, quello di incompletezza esistente nei sistemi formali in matematica, ecc. Daltronde, come pu la via di ci che appare alle mortali apparenze paragonabili al samsra
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condurre al sapere apodittico, che ci che ha fondamento e sta fermo in se stesso? Lapparente c solo se c luce: gli occhi vedono se c il sole o lampade accese, mentre laltra parte invece profonda e tenebrosa. Ecco perch le stesse scienze nate nella ragione, dopo il suo tramonto sono giunte anchesse al limite e hanno cominciato, ciascuna a suo modo, ad indicarlo, e ad affermare che non c fondamento, che perci esse non stanno in piedi da sole, e quindi che non c verit. Come si poteva scoprirla daltronde percorrendo la via dellapparenza? Allora, quella cominciata venticinque secoli fa dallOccidente sar sempre una strada cos, interrotta da confini invalicabili che si possono anche spostare ma mai superare? Certamente s, finch la ricerca riguarda soltanto uno degli aspetti del tutto, il conscio in questo caso. Succede perci alluomo occidentale, anche se su un piano pi alto, quel che accade ad ogni altro vivente, vegetale e animale: misteriosamente appare, si svolge nel suo cielo fino al declino, poi cade e scompare. Perch la nostra scienza, dunque, conoscenza soltanto di una parte del totale, il quale invece ci che appare assieme a quel che non appare, ma non perci laltra met inesistente o assente. Ecco perch anche le pi grandi scoperte e realizzazioni sono armi a doppio taglio. I ponti possono cadere, le dighe crollare, lenergia atomica anche bomba atomica, le centrali nucleari possono esplodere, ecc. Con ci si ritorna al problema principale: la scienza dellapparente sempre un sapere dimezzato e non quello richiesto per diventare simili a dei . Da questa posizione si pu capire inoltre che seguendo la via dellapparenza mai si arriver alla scienza richiesta. Allora perch stata iniziata e seguita tanto da essere percorsa da unintera civilt che si chiama Occidente, che oggi ha nelle sue file la maggior parte degli abitanti del pianeta, che si sono convertiti alla scienza e alla tecnica per ci che esse danno a loro? I quali per potrebbero essere tutti coinvolti nelle immense distruzioni che tale genere di sapere ha reso possibili. Ma ci pu essere stato allinizio uno sviamento siffatto, che dopo venticinque secoli di sviluppo potrebbe diventare fatale per lumanit? Allo stato attuale e continuando cos, con la scienza e la tecnica che dominano e continuano nellopera di conquista e dassoggettamento della natura, la risposta s. Tuttavia, come si detto precedentemente, sono stati raggiunti limiti che la scienza stessa, che li ha scoperti in s, vorr superare, e in alcune direzioni sta gi facendolo, per esempio con le introspezioni, come la psicanalisi. Ma la risposta pi importante verr dalla filosofia che da circa due secoli, giunta anchessa, prima della scienza, al limite del pensiero razionale, ha cominciato poi ad affrontare la parte tenebrosa, laltra met del tutto uno. La risposta alla quarta domanda: siamo giunti allaltro estremo della conoscenza, quello del cammino circolare delle scienze descritto da Pascal e non solo da lui, perch il cammino e la meta indicata dalla sapienza dalla poesia, dalla filosofia, e dalla Storia dellOccidente intero? Si pu rispondere a questinterrogativo presentando alcuni di quei cammini, perch hanno in loro stessi gli esiti. C quello di Gilgamesh, leroe che per primo ha seguito il percorso del sole nella notte, fino a rivederlo il mattino dopo. Da allora la paura che il sole non sorgesse ad iniziare un nuovo giorno ha cominciato a svanire dalle menti degli uomini. La prima grande avventura era riuscita e la prima conoscenza dellaltra parte ottenuta. In seguito Gilgamesh, cui era morto il pi caro amico, volle andare dovegli era stato portato: nel regno dei morti; ed ebbe inizio una nuova avventura che si present subito molto pi grande e difficile della prima. Per vincere quella tenebra leroe doveva rimanere sveglio non una sola notte come nella prima avventura, ma sette giorni e sette notti ininterrotte. Infatti, non riusc, e Gilgamesh ritorn sconfortato e vinto ad Uruk, unantica citt sumera situata sulle rive del fiume Eufrate dove era re. Questa stata la prima sconfitta lungo la via della conoscenza del bene e del male, della luce e delle tenebre. Non diversamente da Gilgamesh, anche Ulisse volle sfidare i misteri e i pericoli della parte tenebrosa della via. Lasciato il mondo abitato, con la sua nave e i fidi compagni davventura super le Colonne dErcole, che il figlio di Zeus aveva elevato sul confine della terra e del mare acciocch
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luomo pi oltre non si metta [12]. Un divieto divino di superarle, perci. Cinque mesi dur la navigazione. Le stelle dellaltro polo, giorno dopo giorno, come un esercito invasore avevano scacciato dalloscura volta celeste quelle conosciute. Lo scenario, fluttuante e informe sotto la nave, anche in alto non aveva pi nomi, ordine, misura: era lo smarrimento. Quandecco apparire allimprovviso una montagna bruna per la distanza e alta pi dogni altra conosciuta nellaltro emisfero durante le innumerevoli avventure di giovent. Si riempirono i cuori dei naviganti di gioia e di speranza per quella terra in vista; ma tosto esse mutarono in pianto, perch dalla nuova terra un turbo nacque allimprovviso: si erano mosse le potenze dellOceano le acque di morte che gi Gilgamesh aveva visto e affrontato inutilmente , e savventarono vorticosamente ghermendo la nave e i suoi abitanti. Tre volte ruotarono nello spaventoso gorgo che serra formato e al quarto furono succhiati nellAbisso. Infin che il mar fu sopra noi rinchiuso, comaltrui piacque. [13] Cos Ulisse ha raccontato a Dante la sua sconfitta e la sua morte. Anche la scoperta dellAmerica di Cristoforo Colombo da porre fra questo genere di imprese. Egli partito dalle coste dellAtlantico, il confine estremo raggiunto a quei tempi dallOccidente, per cercare lOriente, e non solo quello della seta e della Grande muraglia. La meta era la terra dellinizio, dove partita la grande avventura umana, e le carte di viaggio per raggiungerla erano quelle di Paolo dal Pozzo Toscanelli, valente cartografo certamente, ma anche astrologo. Perch esistono relazioni e inferenze fra il giro della terra e quello della mente ed era questultimo che Colombo perseguiva il ritorno in Patria. Ma alla fine solo lAmerica, che ha scoperto lunga la rotta Occidente-Oriente, rimasta del grande Sogno. Tuttavia, quel continente a met strada stato provvidenziale per il navigatore genovese e i suoi compagni davventura. Senza di esso sarebbe toccata loro la stessa sorte di Ulisse. Anche la poesia ha cantato la grande avventura del ritorno al punto di partenza dopo un intero giro attorno alla terra e alla memoria e superando la met tenebrosa. Dimora della maternit lha chiamato il poeta Walt Whitman. Cos il suo poema. Dai lidi della California, guardando verso Occidente,/ investigando, infaticabilmente,/ cercando ci che non ancora trovato,/ io fanciullo, molto vecchio, guardo lontano al disopra delle onde,/verso la dimora della Maternit, verso il paese delle migrazioni./ Guardo lungi dai lidi del mio mare occidentale:/ il circolo ormai quasi compiuto./ Poich, partendo dallIndostan, dalle valli del Kashmire,/ in direzione dellOccidente, dallAsia, dal Nord,/ dal Dio, dal Saggio e dallEroe,/ dal Sud, dalle fiorite penisole e dalle isole degli aromi,/ sono andato errando per lungo tempo, errando intorno alla Terra./ Ora sono diretto nuovamente al ritorno in patria,/ molto contento e lieto./ Ma dov ci, in cerca di cui sono partito tanto tempo fa?/ E perch non ancora trovato? Ma il cammino pi organizzato e continuo, compiuto da molti che si sono dati il cambio sulla scena, stato quello della filosofia lungo quasi venticinque secoli, tanto che si pu parlare di storia di unimpresa. La quale per, ufficialmente, non ancora giunta alla meta. Le notizie pubbliche pi recenti, peraltro ancora avvolte in tanta parte nellincomprensione e nel mistero, parlano di Tramonto dellEssere, di inconscio, di Notte, di linea di Mezzanotte Il Tramonto stato avvertito da molti circa un secolo fa. I racconti di esso sono contenuti in molte opere che sono state scritte lungo larco di alcuni decenni. Ne citiamo alcune. Tramonto dellOccidente ha intitolato Spengler il suo libro, ed la definizione che meglio si addice a quanto accaduto, ma esso ha anche tante altre formule. Molte sono titoli dopere filosofiche, poetiche e letterarie che hanno occupato la scena ininterrottamente per decenni. Per Sigmund Freud si trattato di disagio della civilt. Per Jhoan Huizinga di crisi della civilt. Per Edmund Husserl di crisi delle scienze europee. Per Karl Kraus di ultimi giorni dellumanit. Per Benn di smalto sul nulla. Per Karl Jaspers di situazione spirituale del nostro tempo. Per Horkheimer di dialettica dellilluminismo. Per Adorno di eclisse della ragione. Per Ernst Jnger dOltre la linea (di Mezzanotte), che anche il confine del nichilismo. Per Martin Heidegger di questione dellessere, del suo nascondimento, da cui dipende loscurit dove lOccidente immerso. Per Albert Caraco di
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breviario del caos. Cui si pu aggiungere, senza tema di esaurire linterminabile elenco, La montagna incantata di Thomas Mann, Luomo senza qualit di Musil, i romanzi di Kafka. Anche dalla lontana America, nel 1914, giunta la voce tremante di paura di Henry James che ha visto dissolversi le speranze dellOttocento e lOccidente trascinato dalla corrente impetuosa verso il Niagara. Dopo il Tramonto e la sua descrizione, alcuni filosofi, partendo dallultimo campo base impiantato dalla filosofia sul confine con il nulla, hanno affrontato la Tenebra che subito dopo s aperta con i suoi terrori e misteri. Nomino qui alcuni di loro. Jnger che giunto assieme a Heidegger fin sulla linea di Mezzanotte, e a lui anche parso di averla superata. Gi la Tenebra, per il fatto stesso che stata affrontata, aveva cominciato a mutare nome, a chiamarsi Notte, e sono stati i poeti i primi ad accorgersi di ci: Hlderlin, Novalis, Rilke. Poi i filosofi hanno impresso ad essa il sigillo di tenebra limitata e superabile. 6. La conoscenza del bene e del male vale a dire i primi due opposti che compaiono nella storia umana, ma ci vale anche per tutti gli altri compreso vita e morte , non stata ancora raggiunta, o essa finora solo fede di alcuni ed esperienza di pochissimi. Come si pu arguire da tutte queste storie, nessuna davvero arrivata alla conclusione. A Gilgamesh non riuscita limpresa pi grande, quella di raggiungere lamico morto superando le acque di morte che lo dividevano da lui. A Ulisse non stato dato di compiere il giro della terra e conoscere laltro polo, ed perito nella folle impresa. La stessa cosa sarebbe successa a Cristoforo Colombo se non fosse approdato in America. Si sarebbe perso nelloceano assieme ai suoi compagni davventura. Anche il poeta Walt Whitman non riuscito ad arrivare al luogo da cui partito, a rientrare in Patria, a congiungere la fine con linizio. Similmente si sono bloccati nella Notte Jnger, Heidegger, Freud, e la sua completa conquista rimasto un sogno e un desiderio. Chi di pi si avvicinato alla meta stato Nietzsche, ma la sua una visione simile a un sogno. Inoltre il portone carraio che egli ha visto alla fine del giro delleterno ritorno era chiuso e cos per lui rimasto. AllUscita, o al Risveglio, la filosofia finora non arrivata, o se qualcosa accaduto in seguito che ha concluso lavventura, ufficialmente ancora lOccidente non lo sa. Tuttavia queste avanguardie che si sono spinte cos avanti sulla via della conoscenza hanno espresso anche la loro fede sulla riuscita dellimpresa. Ecco alcune delle loro voci che finora hanno gridato nel deserto. Per Heidegger ci sar un lungo sonno, ma verr il momento improvviso del Risveglio. Risveglio simile a quello di Buddha. Per Freud dove cera lEs doveva subentrare lIo. Si tratta cio di portare alla coscienza il cammino notturno, la tenebra (un nome anchessa del male) che pu diventare notte e legarsi al giorno. Per Jnger la Mezzanotte era unora di morte, perch l, come gi per Paolo di Tarso, luomo vecchio finisce , ma anche unora di nascita, [14] quella che sarebbe diventata visibile allo spuntare della nuova Aurora. Per Jung si doveva realizzare il Selbst, cio lIo luminoso dei filosofi quello che va da Cartesio a Hegel , ma con di pi la parte inconscia. Per arrivare a questa totalit era necessario un patteggiamento con laltra met, quella oscura e misteriosa. [15] Nietzsche arrivato fino a vedere luomo che arriva alla fine del lungo cammino della conoscenza, ma come in un sogno, e lha chiamato superuomo. C poi chi arrivato fino alla porta e lha trovata aperta e ha cominciato a comunicarlo, ma queste sono notizie recentissime e misteriose per i pi.

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Saranno sentite queste flebili voci nel fracasso universale prodotto dalla pubblicit delle conquiste scientifiche e realizzazioni tecniche, e quella dei prodotti ricavati per gli usi comuni e dagli utilizzi che di esse si fanno? 7. La tendenza attuale dellOccidente Ci sono innumerevoli motivi per credere che, almeno in questa nostra epoca, prevarr laspetto scientifico, tecnico, industriale, commerciale, pubblicitario, che la conoscenza del bene e del male separati. Per molto si continuer cos, forse fino alla fine completa dellOccidente e alla sua sepoltura nelle ceneri del tempo, com accaduto a molte civilt che lhanno preceduto. Il tal caso la via filosofica delle avanguardie che abbiamo citato: Heidegger, Freud, Jnger, Jung, Nietzsche, e il pi recente arrivo alla meta dove inizio e fine coincidono e con essi tutti gli altri opposti, ma che ancora non appare, diventer la via di pochi. Aperta a tutti, essa per stretta e disagiata in confronto allaltra: un erto e faticoso sentiero rispetto ad unautostrada a numerose corsie, lunga, diritta, percorsa da innumerevoli mezzi di trasporto. Essa per si perde nel nulla eterno e verso di esso diretta la maggior parte dellumanit occidentale. 8. Oltre alla via della conoscenza dellOccidente, quelle delle religioni, dei misticismo, della poesia Per, per chi persegue la salvezza, oltre allerto sentiero dellOccidente percorso da pochi perch difficile e faticoso, ci sono anche altri metodi per giungere alla conoscenza degli opposti e allunit con il tutto. Quelli indicati dalle religioni per esempio. Sono le vie dellOriente, ma anche quelle dellOccidente che fanno capo a tradizioni non legate al successivo prevalere della scienza e della tecnica e al dominio che stanno ora esercitando. In tal caso per non sarebbe unintera civilt ad arrivare alla meta, ma solo alcuni, come sempre stato daltronde. Di quelle vie, diverse dalla sapienza e filosofia occidentali, si riporta qualche esempio. Secondo i miti, le religioni e le esperienze dei mistici, esiste qualcosa di comune fra uomo e Dio, una somiglianza che in qualche luogo nascosto e segreto diventa identit. Tale identit suggerita anche dal testo del manifesto di questo convegno intitolato Tutto uno?, dove si dice che superato lo schermo mentale che ci impedisce di accedere alla totalit, luniverso appare come uninfinita miriade di vibrazioni multicolori dove losservatore un punto senza circonferenza partecipe a tutta lesistenza. Ebbene, una definizione cos ideata per luomo, uguale a quella che stata coniata per la divinit lungo i secoli e i millenni. Cos lha ricuperata il teologo francese Alain de Lille, alla fine del secolo XII, dal Corpus Hermeticum o dallAsclepio, attribuito anchesso Hermes Trismegisto: Dio una sfera intelligibile, il cui centro sta dappertutto e la cui circonferenza in nessun luogo. E lhanno ripetuta, non si sa se riscoprendola in loro stessi o nelle pagine dei libri, Giordano Bruno e Pascal. Il primo scrisse: Possiamo affermare con certezza che luniverso tutto esso centro, o che il centro delluniverso sta dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo (De la causa, principio ed uno, V). E il secondo: La natura una sfera infinita, il cui centro sta dappertutto, e la sua circonferenza in nessun luogo. Potr essere raggiunta davvero questa coincidenza per ci che comune fra creatura e creatore? Che luomo sia un dio in potenza lhanno detto in molti lungo la storia umana. Un pensiero cos si trova, per esempio, nei Vednta, in Meister Eckhart, Scelling. Quindi perfino in filosofia, perch questultimo un grande filosofo. Nei Vednta lAtm identica a Brahman. In Eckhart lanima esiste eternamente in Dio ed egli giunge perfino ad affermare: se io non esistessi neppure Dio esisterebbe. Per Schelling, con lintuizione intellettuale si percepisce in noi la pi pura e assoluta eternit, per cui si pu dire che non altro che lauto-percezione dellAssoluto in noi. Gli esempi potrebbero continuare, innumerevoli, ma qui per ora ci fermiamo e concludiamo dicendo che anche cos si potrebbe arrivare al tutto tutto. Scienza e tecnica permettendo, per, perch
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attualmente, e chiss per quanto ancora, il mondo in mano ad esse. diventato il dominio pressoch esclusivo di un Occidente volto alla conquista e allo sfruttamento e che impone la sua forza e le sue leggi di produzione, di pubblicit, di mercato. Perci, forse, queste parole del pi grande filosofo del secolo scorso, Martin Heidegger, pronunciate poco prima della morte: solo un Dio ci pu salvare. 9. Conclusione Tutta la lunga storia dellumanit, vista sotto molteplici aspetti, porta al risultato, sia pur provvisorio, che luomo, se raggiunge la conoscenza del bene e del male o conoscenza della coincidenza degli opposti, non sostanzialmente diverso dalla divinit, o i due hanno almeno qualcosa in comune. Questa conoscenza, per le religioni del Libro, cominciata dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, dopo che hanno mangiato il frutto dellalbero della scienza del bene e del male ed cominciato da quel momento il cammino faticoso e doloroso verso la somiglianza con Dio. Una somiglianza, tuttavia, anzi nei casi estremi unidentit, che sempre stata intuita e insegnata dalle religioni stesse e dai mistici che lhanno vissuta. In Oriente, come s visto, lAtm identico a Brahman. In Occidente, luomo stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Oltre ad Eckhart gi citato, molti altri hanno sperimentato Dio in loro. Ne nominiamo alcuni. Ha detto Ges, che per molti non Dio ma un profeta: Io e il Padre siamo una cosa sola, e per aver pronunciato queste parole stato crocefisso. Dopo novecento anni, un grande mistico sufi si espresso quasi con le stesse parole; Io e il mio amato siamo una cosa sola, e anche lui stato crocefisso. Ha detto Caterina da Genova. Ma lamor puro e netto non pu dire voler da Dio alcuna cosa (per buona che esser possa) la quale abbia nome di partecipazione; perch vuole esso Dio, tutto, puro, netto, e grande, siccome : e quando gliene mancasse un minimo puntino, non si potrebbe contentare, anzi gli parria esser nellinferno. Ha detto Janne-Maire Bouvier. Al principio della nuova vita, vidi chiaramente che lanima era unita al suo Dio, senza mezzi n cose in mezzo; ma ancora non era del tutto perduta. In lui si perdeva ogni giorno, come si vede di un fiume, che si perde nelloceano, versarsi nel mare e poi sciogliersi in esso, ma in modo che il fiume si distingue dal mare ancora per un po, finch alla fine, ma solo per gradi, si muta nel mare stesso, che rendendolo partecipe a poco a poco delle sue qualit, lo converte a tal punto in s da far si che da ultimo non ci sia pi nientaltro che un unico mare. Ha detto Ramakrishna. La conoscenza di Dio pu essere paragonata a un uomo, lamore di Dio a una donna. La conoscenza accede soltanto alle sfere esterne di Dio, mentre nessuno pu entrare nei profondi misteri divini se non come amante, perch per lui, come per la donna, si aprono le stanze pi segrete. Ha detto Simeone il nuovo teologo. Dimoro in te come il profumo nella rosa. Dimoro in te come il nitore nel giglio. Io, nobile frutto, sono sbocciato da te. Perfino la filosofia ha posto in luce ci che luomo e Dio hanno in comune: sono entrambi creatori del loro mondo. Cos si espresso Schelling, gi citato, e come lui gli altri idealisti: Hegel, Fichte, Schopenhauer, Gentile e molti altri. Perfino Kant, che ha affermato che il mondo una rappresentazione del soggetto conoscente, perci senza il soggetto non c il mondo, quello almeno che comunemente e universalmente appare quando ci svegliamo. Un pensiero non diverso di ci che si dice di Dio nei Veda, dove Egli unit e differenza simultanee. Non si pu dire che le cose siano differenti da Dio perch senza di lui niente pu esistere (sono manifestazioni della sua energia), ma allo stesso tempo non si pu adorare qualsiasi cosa pensando cos di adorare Dio, perch ci My (parola che significa energia oltre che illusione) e solo le persone sciocche scambiano lenergia con la sua sorgente, [16] i raggi di luce, per esempio, con il sole. Perci, soprattutto alla fine della via della conoscenza, tutto uno: luomo e la sua rappresentazione
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e Dio e il suo mondo. Forse solo questa la differenza fra luomo e Dio: che non si pu affermare che il mondo delluomo sia il tutto uno definitivo e assoluto. Infatti, si susseguono e mutano le sue immagini: nella breve storia dellOccidente ce ne sono state tante ed altre continuamente si formano ed entrano in scena, fra cui la visione olistica di cui si parla in questa conferenza. Differenza di grado, perci, quella fra luomo e Dio, su cui molti non sono daccordo, ma che per noi sembra chiara e distinta. Sembra davvero che non si possa affermare che luomo e Dio sono lo stesso, ma neppure si pu sostenere che sono completamente diversi e separati . In entrambi i casi per tutto uno. [1] A. Schopenhauer, Die Welt als Wille und Vorstellung, II, pag. 534. [2] La poesia cos ha espresso questo distacco: Tutte le cose sono carte di un gran gioco/ che ha anche limprevedibile: la Matta,/ e da poco entrata anchessa in giro./ luomo limprevedibile, lente vagante ed inquietante,/ la carta scombinata che si allaccia a tutte quante./ Ma ora appare che la vita lha giocata. [3] Esiodo, Le opere e i giorni , vv. 112-119 [4] Platone, Politico, 271 e-272b [5] Parmenide, Sulla natura, fr.1. [6] La deviazione dalla rotonda verit raccontata dallo Straniero di Elea nel dialogo platonico Sofista, 258 c-d: Lo straniero: Abbiamo disubbidito a Parmenide e oltrepassato di molto i limiti del suo divieto. Teeteto: Perch? Lo straniero: Egli aveva posto un limite alla ricerca e noi lo abbiamo oltrepassato, siamo andati oltre argomentando contro il nostro maestro. Teeteto: Come? Lo straniero: Vedi, egli dice, me ne ricordo bene: non costringere ci che non ad essere, mai; ma, cercando, evita questo sentiero, e lontano ne sia il tuo pensiero. Teeteto: Certo, dice proprio cos. Lo straniero: E noi invece abbiamo dimostrato che il non-essere . [7] LEssere Ingenerato e indistruttibile, , infatti, un tutto nella sua struttura, immobile, privo di fine temporale, poich non fu, ne sar un tutto di parti unite, ma soltanto nella sua natura un tutto; Simile alla massa di sfera rotonda, ugualmente pesante dal centro in ogni sua parte. (Parmenide, Sulla natura) [8] Dal coro dellAntigone di Sofocle, v. 322-366. [9] Ibidem, frammento 9. [10] Egli per subito dopo aggiunge: Ma si tratta di unignoranza saggia, consapevole di s. [11] Dal coro dellAntigone di Sofocle, v. 362-366. [12] Dante, Inferno, canto ventesimosesto v. 108-109. [13] Ibidem , v. 141-142. [14] Ernst Jnger, Al muro del tempo, Adelphi 2000, p. 90. [15] Lo scopo immediato del patteggiamento con linconscio il conseguimento di una condizione nella quale i contenuti inconsci non restino pi inconsci e non si esprimano pi indirettamente come fenomeni dellanima o dellanimus. (Carl G. Jung, LIo e linconscio, Einaudi, p. 145) [16] Cultura vedica, Incontro con il maestro spirituale Swami Prabhupda, pag. 10. Pubblicato in Fonti | Lascia un commento

La via personale delleterno ritorno


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8 giugno 2013

(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/06/gerardo_dottori_forze_ascensionali_ante_1919.jpg) Gerardo Dottori, Forze ascensionali (1919) Leterno ritorno delluguale non idea soltanto filosofica e non appartiene solo alla filosofia, ma nei modi del ritorno delleterno nel tempo c in ogni altra fonte o aspetto della cultura. Ecco alcuni esempi. Nella religione cristiana c lincarnazione dellEterno. il figlio Ges lincarnato, la seconda persona della santissima Trinit; e ci sar ritorno alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti. Nel Buddhismo i ritornanti sono i Bodhisattva i Signori che guardano in gi con piet. Essi dove c il confine fra il tempo e leternit, dopo aver raggiunto la coincidenza degli opposti, non procedono oltre. Si fermano e fanno voto di non oltrepassare se prima non comunicano e donano la conoscenza della via a tutte le creature. Ormai radicato nelleternit ma operante nel tempo perci il Bodhisattva. In Platone il ciclico movimento si svolge dalla caverna, in salita, fino al mondo delle idee, e poi per i filosofi lobbligo imperioso del ritorno, per aiutare i prigionieri rimasti in catene e ingannati dalle ombre ad uscire anchessi nella luce. Cos le sue parole: Non dobbiamo permettere (ai filosofi) di rimanere col [] senza voler ridiscendere presso quei prigionieri e partecipare delle fatiche e degli onori del loro mondo, a prescindere dalla minore o maggiore loro importanza. (Platone, Opere, 519d, trad. di Franco Sartori) Ma perch tornare lasciando il Paradiso, il Nirvana, il Bene, sia pure come in vacanza in una localit che si chiama vita umana? Negli esempi riportati la ragione una sola: per aiutare il prossimo che si trova attardato e bisognoso. Perci per amore, dice il cristianesimo. Per compassione, dice il buddhismo. Per liberarlo dalla prigione della caverna, dice la filosofia fin dal suo splendido inizio. E cos anche per noi. Infatti la conoscenza della via, dallantica Grecia fino alla conclusione, ora a disposizione di tutti, esposta in Internet che sta diventando sempre pi il dna della cultura.
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Ma c anche un altro aspetto delleterno ritorno che era assente o non mai stato posto sufficientemente in vista, o cos sembra. quello che alla portata di ognuno ora che, oltre al cammino filosofico, ci sono anche vie private. E nei modi del singolo la via non comincia dallantica Grecia, ma dalla propria esistenza ed esperienza. La mia da una chiesetta alpina di un piccolo paese del Cadore che si chiama Grea, e il tempo impiegato non stato lungo venticinque secoli ma cinquantanni. Tutto ci gi accaduto, quindi ha il sigillo dellesperienza. Ma ha anche il sostegno della ragione: perch se leterno ritorno stato, e sar, di tal natura anche chi poi giunge a sapere che lo stesso che ritorna. Non uno, poi un altro che non il primo, o un terzo che non nessuno dei due procedenti ecc., come si crede che avvenga, ma lo stesso. Se cos stanno le cose, quella via ha solo eterni nel suo giro, anche quelli che, come si dice nel mondo delle apparenze, sono stati e non sono pi, o non sono ancora. Invece ci sono, si tratta allora di evocarli e riconoscerli. Ne saremo capaci? Dipende dai segni che abbiamo lasciato lungo la via e se soltanto su un tratto di essa o su tutta. E qui necessario che sia sullintero percorso (vedi Il tempo lineare e leterno ritorno (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/01/19/il-tempo-lineare-e-leterno-ritorno-3/)). Solo in tal caso si arriva a sapere che il tempo circolare e che sotto laspetto eterno non ci si muove. Chi inizia la rotonda via ha i piedi contemporaneamente anche nella fine e quel che comincia allora il giro delle apparenze o nelle apparenze. Nel mio caso inizio e fine assieme avevano laspetto di due chiesette uguali. Allinizio una era sulla terra, in cima ad un pendio in fiore, e laltra in cielo come specchiata nellazzurro di un limpido mattino di settembre, e sembrava limmagine speculare della prima. Ed io ho cercato la seconda e dopo tanti anni lho trovata. Nel frattempo ho camminato ad occhi aperti e i miei passi son diventati impronte e le visioni parole di un ritorno eterno. Nel frattempo le due chiesette che sembravano separate, sia pure nei modi di una cosa e della sua immagine nello specchio, si sono sempre pi avvicinate e confuse fino a diventare una sola (vedi La chiesetta sperduta Le indicazioni del destino (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/08/29/leindicazioni-del-destino-la-chiesetta-sperduta/), specialmente la tredicesima intitolata Rivoluzione (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/10/02/le-indicazioni-del-destino-capitolo-3-rivoluzione/)). Pubblicato in L'eterno ritorno dell'uguale | 1 Commento

Idea [...] Irrealt


29 maggio 2013

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(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/05/ambasciatori.jpg) Hans Holbein il Giovane, Ambasciatori (1533) IDEA 1. Idea dove assurgono le cose. 2. Idea: la cosa che viene dalla notte/ entra e tramuta nella parola luna. 1a. Ergersi con la vita e valicare significa/ raccogliere e legare e poi guardare e usare/ com accaduto in un altro inizio./ tutta qui lIdea di questo mondo:/ in poche note e in tanto combinare. IDEALISMO IDEALISTI 1. Io li chiamerei cos: coloro che si sono accorti/ del sogno che stanno sognando. 2. E ci vuol dire che si sono un po svegliati e hanno visto./ O che si trovano fra il sonno e la veglia/ e percepiscono un altro stato. 3. Il sognante che si sveglia e ricorda/ luscente dalla Porta. 4. La vita, altrimenti, uno stato di sogno/ dove il sognatore non si sveglia./ Ma chi in passato si svegliato gi ci ha detto/ che soltanto apparenza questa vita. IDEAZIONE 1. Il perch della cosa lo conosce Iddio/ che ha tutte le vite che precedono e seguono quella umana./ Ma
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per noi sappiamo che la cosa si scompone/ fino al protone, elettrone, positrone/ Si arriva fino al nulla della cosa/ se poi la vita non ricompone e ridispone. IGNOTA PRESENZA 1. LIgnota Presenza il sole per i fiori/ che per appare nellesistenza umana./ E Ignota Presenza dico il suo aspetto -/ il Logos per lumano,/ che apparir se si sormonta questa vita. ILLIMITATO 1. Tutte le onde che pu dare il mare/ stanno nel mare ma sono Illimitate. 2. Per di punto in punto si potrebbero contare. 3. Lillimitato perci scorrimento/ ben visibile nellonda sulla spiaggia. 4. vita che continua in un racchiuso. 5. Sospetto che cos luniverso. 6. Cos ogni vita dentro i corpi:/ pianta, animale, uomo. 7. Uscire ancora ci che conta, e vedrai/ la luce che ha tessuto la vita superata. 1a. Illimitato il movimento che incluso in un finito/ e che non esce come londa dal suo mare. 2a. Illimitata la vita delle piante dentro il sole/ e quella degli umani dentro il Logos. 3a. Sono sfere di vita il sole e il Logos. 4a. Non c punto di partenza e non c arrivo/ dentro la sfera della propria luce,/ perch la cecit linterno della sfera. 5a. La visione avviene sugli esterni/ da un interno cieco per chi guarda. 6a. Gli esterni sono finiti sormontati, cio le cose,/ e ognuna ha in s movimenti illimitati. 7a. Ogni nostro movimento prefissato/ avviene nelle sfere daltri tempi. 1b. Dove nasci e ti risvegli lIllimitato:/ onde del mare, nuvole nel cielo,/ movimenti dei pianeti e delle stelle. 2b. E le tue giornate nellIllimitato sono come segni sulla sabbia/ in riva al mare, o fra le nubi che trascina il vento./ Anche il giro del sole Illimitato./ Non c limite nel cielo al suo ruotare. 3b. Portare annotazioni di un andare da mondo a mondo/ mi sembra il risultato della sortita da qui, da questo mondo.
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ILLUMINAZIONE 1. Nel lungo cammino della storia dellEvoluzione che continua,/ da alcune migliaia di anni stato possibile/ ad un singolo esistente che vi partecipa di conoscerla e viverla./ Quellesistente luomo. La conoscenza dei suoi meccanismi/ unattivit della scienza, mentre vivere lavvenimento/ vedendolo in se stessi filosofia e soprattutto sapienza./ E non la sapienza deriva dalla scienza, ma questa da quella./ Cio prima bisogna illuminarsi e vedere per poi cercare e conoscere. 2. Noi poi sappiamo che lIlluminazione e completa visione/ della condizione umana accaduta venticinque secoli fa. 1a. Ogni volta che si esce nella luce c Illuminazione. 2a. Quella di Buddha non diversa da ogni nascita./ Ci sono soltanto piani diversi di comprensione. ILLUSIONE VERIT 1. NellIllusione dove ci troviamo io compio sessantanni/ e luniverso vecchio e grande quindici miliardi di anni luce./ Ma nella Verit nulla si muove per avere misure. 2. Un grande sapiente lha gi detto:/ nella Verit nulla si muove e il tempo non trascorre./ E il suo pi grande discepolo lha dimostrato:/ Achille non raggiunge mai la tartaruga. IMBESTIALIMENTO 1. Ci troviamo in una fase di sorpasso./ LImbestialimento progressivo dalla parte che rimane. IMMAGINI 1. Le cose sono Immagini dentro a specchi di tempo. IMMENSO 1. Se dico Immenso di Dio parlo di cosa,/ di cielo per esempio e non di Dio./ Di traccia rimasta e non di vita./ Immenso per esempio labbandono,/ Immensa la solitudine e il silenzio. 2. Immenso non appartiene mai al divino,/ ma al suo cammino di stella in stella/ o per varchi di bellezza./ E misura estrema duomo anche lImmenso. 3. Camminare con la vita un lasciare cose/ e rivoltarsi a guardare il superato./ E cos che viene un po ricuperato il mondo luomo./ Ma Immenso labbandono. 4. C un immenso cui diamo delle facce./ Una faccia dellimmenso questo mare/ e il tramonto del cielo sulle sue acque. IMMERGERE 1. Quelle (le alghe) sono Immerse nellacqua, gli alberi nellaria,/ e noi siamo Immersi nel pensiero./ Poi tutti insieme, corpi vegetali e animali,/ siamo Immersi nel fuoco (la luce del sole./ Ogni qualit della vita dentro ad un elemento/ ed emergendo da quello cambia di natura./ Ma rimane la sua cosa
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nella terra, nellacqua,/ nellaria, dentro il fuoco, o nel pensiero./ Lo aggiungo io questultimo elemento. 2. Il diventare cosa non pi la vita/ ma ripetizione di un antico suo viaggio./ E visione che ci appare da lontano./ Il tutto sormontato questo mondo. 3. I segnali che qui sincontrano sono posti ad indicare/ che non c pi la vita su quello che rimane,/ ma parvenza o maschera di unantica condizione. IMMOBILE 1. Anche noi siamo Immobili nellaltra luce,/ come gli alberi nel sole./ E chiamiamo vivere per la morte linutile aspettare./ Incamminati nella vita noi siamo ora l bloccati. 2. Ma questalbero che vedo sta ora ad indicare/ che stata superata una barriera antica. IMMORTALIT 1. Ho passati tanti anni della mia vita a cercare lImmortalit/ e qualcosa ho trovato dimportante,/ forse il progetto intero./ Ma mi sono per troppo allontanato/ dai sentieri battuti dagli altri/ che pi nessuno mi vede e mi sente,/ anche se materialmente mi trovo/ in mezzo a loro. IMMORTALI MORTALI 1. Il modo pi semplice dessere Immortali/ ignorare la morte/ come accade alle piante e agli animali,/ accontentandosi della vita quando arriva./ Ma ormai siamo rimasti contagiati/ dallossuta megera con la falce/ e non c finora antidoto che vale,/ fuorch quello che sto sperimentando./ Si vedr in seguito se efficace. IMMUTABILE 1. Il tempo che passa/ per lImmutabile natura non passa:/ lo dice la parola./ Perci solo apparenza quel mutare. IMPERSCRUTABILE 1. Ancor pi Imperscrutabile di Dio/ tutta la notte del divino. IMPRIGIONATO 1. Ma non vedi che tutto Imprigionato ci che esiste!/ La luna spunta nel posto prefissato/ e gira sempre uguale nel suo cielo,/ il sole sorge e tramonta senza posa./ Quindi comandato e disposto allobbedienza questo mondo. 2. Prigionieri nel cielo stelle, luna, sole./ Solo luomo cambia il suo passo sulla terra. IMPRIMERE IMPRIMITURA 1. Ho gi Impresso in qualche parte/ in articoli e manoscritti certamente, anche altrove -,/ le idee di circonferenza estrema e della Porta duscita./ E capiter ormai che altri le trovino.
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2. Poi delle stesse cose ci sono Imprimiture,/ una allinizio e laltra in questa fine del ciclo di sviluppo. 3. Io devo raccontare solo una cosa/ e tutto il resto, semmai, spiegazione:/ devo dire che tempo di varcare/ il confine della vita che ci contiene. IMPRONTA 1. Tu che sei vivo sei il piede e il passo,/ da cui lImpronta poi decifrata. IMPROPONIBILE 1. Improponibile il Vocabolario che racconta unavventura vera/ che maggiore della pi accesa fantasia. INCOGNITO 1. Forse sono anchio un viaggiatore in Incognito,/ non noto neppure a me stesso,/ che ha fatto tappa nelle terre degli uomini,/ dove a maggio fioriscono le rose/ e lo stellato una mappa del cammino. INCOLLOCARE INCOLLOCATO 1. LIo pu essere un tuttuno che pu andare dal nulla fino a Dio./ Ma qui tu sei dentro ad una casa il tuo corpo ,/ e collocato in un luogo limitato:/ sono questi i tuoi ambiti di vita./ E fuori c lIo incollocato:/ il destino, la necessit, il nulla, Dio. 2. Si vuole dallinterno di una cosa/ e con vista limitata dalle mura si guarda solo da pertugi -,/ vedere di pi di quello che si pu./ Ma per spaziare di pi tu devi uscire/ montando su te stesso per vedere. 3. Con questo mezzo e in questa dimensione,/ c limite di trasporto e di viaggio. INCONCEPIBILE CONCEPIBILE 1. Quello che arriva ad ondate sul vivente Inconcepibile/ perch sta prima del suo Concepimento, cio del suo ingresso/ per le porte dei sensi e della sua elaborazione e proiezione/ che formano le cose e aspetti che vediamo. 1a. Quando la realt virtuale sar disponibile e diffusa/ e per molte ore della giornata si entrer in essa/ per motivi di lavoro oppure per gioco,/ allora si comincer a capire linganno di una credenza/ quasi universalmente diffusa e accettata./ La credenza che questo mondo sia vero nel modo come oggi lintendiamo:/ cio che ci sia il luminoso globo del sole dentro il cielo azzurro/ o la pallida luna dentro lo stellato/ indipendentemente dagli occhi, dal cervello e dalla mente./ Questo lInconcepibile a cui prestano ancora fede/ anche innumerevoli filosofi e scienziati. 2a. Io dico in ogni modo queste cose perch anche dalla realt naturale/ si potr uscire ad occhi aperti spegnendo e accendendo io credo ,/ il sistema mente cervello anzich precipitare ogni volta/ nei baratri dellindistinto e nelle tenebre. 1b. LInconcepibile che sta dietro le visioni. 2b.
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Si pu anche comporre con lInconcepibile,/ come con le parole rime e canti./ Ma rimane lInconcepibile e lindescrivibile alla base. 3b. I quark, i neutroni, i mesoni sono vocali e consonanti dellinconcepibile./ Ma anche vocali e consonanti sono gi composizioni. 4b. Allora se non si trova il fondo, se non si arriva in cima,/ si rimane cos solo sospesi. E anche inizio e fine della vita/ sono punti dattracco dellignoto. INCONSCIO 1. LInconscio il sonno dellumanit/ di cui ogni membro contagiato,/ perch ogni uomo specchio del totale./ E il sonno dellumanit con i suoi sogni di risveglio/ nella parte a notte dellIntero. 2. Ma ora il sogno che sogniamo quello appresso allAlba,/ quello che si dice che il pi vero,/ quello che ti sveglia e lo ricordi. 1a. Un semicerchio di Inconscio stato ritagliato/ e gi un po conquistato,/ quello che occorre per congiungere/ la fine della vita cosciente con linizio di unaltra./ Cos non c pi separazione n loblio. 1b. LInconscio diventer come loceano/ che ormai si attraversa normalmente,/ perch il primo tentativo appare riuscito. 1c. LInconscio la notte della coscienza,/ dove coscienza il ritorno giornaliero di una luce/ come quello del sole sulla terra. INCONTRI 1. Nella vita sIncontrano gli antichi,/ i sogni in una luce persistente. 1a. LIncontro di un atomo con un sogno,/ innumerevoli volte diffuso e ripetuto,/ la figura che ti appare e chiami mondo. INDETERMINATO 1. Quand Determinato acquista un nome e una misura./ Anche il Dio delle religioni cio nome Dio in quei contesti -,/ soltanto un aspetto dellIndeterminato. INDICAZIONI 1. Dove mi trovo gi passato Iddio/ tutto lesistente racconta il suo cammino./ Ed io che sono rimasto su quellantica traccia,/ ricalcando le sue orme sono giunto alla parola. 1a. Tutti i vocaboli e i loro testi/ sono Indicazioni rivolte alluscita dalla Porta. 1b. Queste Indicazioni che segnano il cammino/ dalla Porta del Giorno e della Notte che si aperta/ per lasciarci entrare, fino alla stessa Porta/ che si sta riaprendo perch possiamo uscire,/ ci sono, cio esistono./ Quindi non andranno perdute anche se non saranno,/ per ora, comprese ed accettate./ Ci
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che pu andare perduto/ semmai questa traduzione di esse./ Ma siccome ci sono, saranno rincontrate/ quando si riprender per questo passo del finire. 2b. Io vado per il cammino del Tramonto e della Notte/ scoprendo e raccogliendo i segnali per luscita,/ la quale corrisponde ad unaltra Aurora. 3b. Delle Indicazioni che compaiono in questa raccolta/ si pu dire: sono Indicazioni che si trovano/ lungo il cammino che conduce alla Porta del tempo,/ e il cammino diventa visibile e percorribile con le Indicazioni./ Ed esse, a loro volta, appaiono quando sono tradotte. 4b. La visibilit dellIndicazione/ la sua traduzione dallindistinto. 1c. C uninvisibile che si fa parola, frequentemente ormai./ E ogni parola unIndicazione. 1d. Non sono poesie n pensieri, ma soltanto traduzioni di segnali segreti./ Ora che appaiono nel linguaggio, la loro successione e ordinamento/ segnano un cammino che conduce alla Porta del Giorno e della Notte./ Se si raggiunge quella meta e si trapassa,/ si esce dalla sfera del pensiero razionale nella quale/ siamo entrati circa venticinque secoli fa,/ iniziando la filosofia e la civilt che ancora abitiamo. 1e. Tutte queste Indicazioni si traducono alla fine/ nel tracciato di un cammino e in un passaggio di frontiera./ Ma quando la via sar rettificata, molte di esse scompariranno./ E quando diventer aperta strada, rimarranno soltanto le principali. 1f. Indicazioni di un cammino che porta alla fine/ di questa tappa dellevoluzione umana, e allinizio di unaltra. 2f. Volge alla fine questa condizione umana,/ e quindi anche questimmagine del mondo. 1g. Queste sono Indicazioni per uscire dalla mente,/ dove mente il trascendentale, cio il teatro,/ dove da venticinque secoli si d questa rappresentazione/ cui tutti partecipiamo./ Ma la rappresentazione sta volgendo alla fine/ anzi per alcuni gi finita, e si spengono le luci ad una ad una/ e calano le ombre e poi la Notte. 1h. Tutte le Indicazioni segnano un solo cammino./ Il cammino conduce fino al confine, davanti da una Porta./ Io lho seguito segnale dopo segnale, passo dopo passo, e sono arrivato./ Ora sto raccontando quel viaggio. 1i. Io vi lascio le Indicazioni delluscita/ da questa prigionia che si ripete./ Le ho raccolte in un tentativo di sortita. 1l. C modo di arrivare al confine della mente/ e di uscire da essa seguendo queste Indicazioni./ Ma ci vuole fede e coraggio per riuscire. 1m. C un sogno comune e generale degli abitanti dellOccidente che chiamiamo mondo,/ continuamente sostenuto e mantenuto dalla specie umana./ Ma ora uno della specie vuole uscire, e indica il cammino/ a tutti gli altri, e ai pi vicini chiede di seguirlo. 2m. Il cammino verso il confine iniziato da molto,/ anzi sono gi apparse le Indicazioni di esso e il
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passaggio. 3m. Sono le Indicazioni di un cammino verso loltre uomo,/ ma ci non significa labbandono delluomo,/ ma la salita di un gradino e laumento di una strato. 1n. Queste Indicazioni segnano il cammino/ fino alluscita dal dominio del pensiero razionale,/ che scienza e tecnica hanno ormai ridotto/ a terra conquistata e perci a pietra sormontata. 1o. Il luogo dellimmortalit/ pu essere raggiunto/ seguendo queste Indicazioni./ Esse per formano un labirinto/ dove si perder la maggior parte. INDIVIDUO INDIVIDUAZIONE 1. Fino allo sbocco nel giorno dellEssere/ tutto avviene secondo natura/ seguendo la via della specie./ Poi comincia lIndividuazione/ che io credo di aver portato a termine/ seguendo la via della conoscenza,/ e percorrendola da inizio a fine/ dove questi estremi sincontrano e coincidono. INDURRE 1. Io devo concentrarmi sulla luce/ che induce il sole ad apparire. INESTRICABILE 1. Seguendo la via della ragione/ c tutto il labirinto da affrontare e vincere/ per giungere al punto dove si esce. 2. Ed davvero Inestricabile, angoscioso,/ faticoso, pauroso, questo cammino. 3. Ma per esso c anche la poesia che aiuta e salva. 4. Un volo di poesia e si supera un abisso/ e si passa sopra un nodo Inestricabile. INFATICABILE 1. Anche linfaticabile onda che si frange/ pu diventare voce che ti chiama al risveglio,/ se sognerai ripetutamente di camminare sulla riva. INFORMARE 1. VInformo su avvenimenti che voi conoscete/ dalla storia dellevoluzione, come gli innumerevoli mutamenti/ avvenuto lungo il cammino della vita,/ ma che non credete che altri seguiranno, soprattutto ora/ che domina lidea che luomo s fermato ed finito/ e che saranno le intelligenze artificiali a sopravanzarlo./ Ma io vi dico che questa una follia e che langelo vicino./ Forse gi nato. INFORMAZIONE 1. Sono flussi dInformazioni tutte le cose,/ che captate diventano apparizioni.

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INGRESSO USCITA 1. Una cosa certissima per chi arriva fino alla Porta e la supera:/ che un intero ciclo della vita umana gli diventa noto,/ cio tutta la dimensione o sfera dove ha vissuto per ventisei secoli/ e di essa soprattutto Ingresso e Uscita./ Quindi se rivive quel passato egli sa do dove viene e dove va. 2. Io gi cos vivo, e se ora verso lUscita/ sono diretto perch ricordo. 3. Nella totalit che ha nome Dio,/ un suo congiunto percorre una sua Marca,/ fra siepi e fiori ai lati dei due sentieri. 1a. Io da nessuna parte vedo il morire./ Un Entrare e Uscire questa vita. 2a. E ora tempo dellUscita e della festa,/ lungo il sentiero su prati di genziane. 3a. Io percorrer ad occhi aperti la strada delluscita/ per ritrovare ad occhi aperti quella dellingresso./ Perch luna e laltra sono la stessa cosa. 4a. Ci che ti solleva fino al pensiero,/ se lo esprimi nel visibile/ un aspetto della luce. 5a. Dopo di quelli che percepiamo come sole e come stella,/ ci sar lEssere e il Logos in altri occhi. 6a. Preparati a ricevere e vedrai. 1b. difficilissimo vedere lUscita e anche soltanto immaginarla ,/ perch da millenni siamo contenuti in un vastissimo e complicatissimo bacino/ e comunemente e normalmente sconosciuta e ignorata/ la Porta che servita per lIngresso. 1c. tutto l il segreto della terra e del cielo:/ racchiuso in forme rotonde,/ belle alla vita, che hanno Ingresso e Uscita./ L sEntra e da l si Esce, si cade e si sale,/ si muore e si risorge, aumentati e moltiplicati,/ Come il seme di miglio dalla terra. INIZIO 1. Dallo sguardo che abbraccia scocca la parola/ come la freccia del Dio che divinava. INOSSERVABILE 1. Accettiamoli pure i mai osservati/ e Inosservabili elettroni, protoni, neutroni/ Sono dati che entrano dai sensi/ anche se non si sa cosa sono (onde, corpuscoli?)/ Ci che conta che con essi costruiamo/ tutti gli aspetti che chiamiamo cose/ e il loro insieme che si chiama mondo. 2. E accade dunque che innumerevoli Inosservabili/ diventano visibili e ordinati dopo il trattamento uomo. 3. Perci i sapienti antichi hanno gi detto/ che c il caos prima e il mondo dopo. 4. Caos perci quello che sta fuori. 5.
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Percorrendo a ritroso il cammino lo vedrai./ Ma procediamo a senso unico per ora. 6. Siamo una presenza nel mondo e non nel caos,/ e partecipiamo alla festa delle forme e dei colori. INQUITARE 1. Se non entrassi con lantico, cio col corpo,/ non potrei Inquietare e deturpare. 2. Il presente dellumano la mente, ma non il rimanente,/ e cio la radice (il cervello) e la terra antica che chiamiamo corpo./ Perci si modifica e si Inquieta. INSEGNARE 1. importante che si Insegni che noi siamo entrati/ in questo globo luminoso che chiamiamo Logos. 2. Si entra in ventri di sviluppo e di evoluzione/, io direi, e si esce dopo maturazione. 3. E rimarranno queste sacche:/ terra, ventri animali, giorni del sole, sfera della storia./ Sono la continuit e la variet della manifestazione queste sacche. 4. Una collana di perle, dunque:/ di lucenti globi che chiamiamo luci/ e di sfere opache che chiamiamo terre. 5. importante che si Insegni che siamo entrati/ e quando, dentro a questo dominio luminoso. 6. La data conosciuta: scritta/ sui libri, incisa sulle pietre. 7. Parmenide ha raccontato quellingresso/ e quando entrato lha veduto/ questo luminoso globo incatenato. 8. C quindi da Insegnare che si pu uscire/ da dove si entrati un giorno antico,/ se si possiede la chiave della casa. 9. Io so che si pu aprire quella Porta/ per uscire e vorrei Insegnarlo./ Dopo venticinque secoli di ricerche e di conquiste/ il possesso totale avvenuto. 1a. Io Insegno la strada di confine/ e il varco per passare. 1b. Io Insegno allOccidente/ il cammino che attraversa la sua Notte./ Con un arco a tutto tondo lattraversa./ Non c oggi conoscenza pi importante di questa,/ perch ci troviamo sullorlo dellabisso/ dove si pu cadere al gran completo/ e si chiama anche fine di civilt il suo fondo inesplorato. 1c. In questa rappresentazione che chiamiamo mondo,/ sia pure in modo provvisorio e instabile manteniamo lidentit personale,/ vale a dire siamo un io, con un nome, un aspetto,/ e impronte assolutamente distinguibili da quelle di tutti gli altri io./ E non ancora cos che si deve continuare? Se la risposta s,/ la continuazione non potr mai essere la perdita della propria identit/ per sciogliersi nel tutto, sia esso la natura o Dio,/ ma il superamento dei limiti che ci costituiscono i quali, fra laltro, sono noti./ Sono il sonno,
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linconscio, la morte. 2c. Io Insegno a continuare sulla via intrapresa/ dalla natura e poi dalla cultura per formare lIo,/ questunit che dice di s io sono, io esisto./ E la continuazione sta spingendosi oltre i confini/ costituiti dal sonno, dallinconscio, dalla morte,/ anzi si pu gi dire che in un certo modo/ vale a dire da parte di alcune avanguardie ,/ quelli abissi sono stati superati. INSINUAZIONE 1. Le insinuazioni della scienza sulla realt del mondo/ si stanno aggiungendo alle apparenze di Parmenide,/ ai sofismi di Zenone, al punto senza dimensioni di Euclide,/ alle categorie e intuizioni a priori di Kant. INTELLETTO 1. La vita ha un dirigente della vita/ come il cantiere ha il capo, un ufficio il direttore,/ una nazione il presidente o il re./ Intelletto chiamiamo quel superiore. INTERESSANTE 1. Sono dei mortali, non sono Interessanti,/ afferma chi ha scoperto quel passaggio. 2. Sono dei mortali, non sono Interessanti./ Sono meno di una viola o altro fiore/ che ritornano ad ogni primavera/ immutati ed immutabili. 1a. Quel che dice e fa luomo che muore/ non mInteressa pi./ Sono segni e figura di uno scomparente. 1b. Mi pare che muoiono tutti, anche i pi famosi/ senza neppur dirci dove vanno a finire./ Perci quei personaggi non sono pi interessanti,/ ora che tempo di immortali. INTERNATO 1. Internato dentro di me, come un seme nellinverno./ Poi il chiamato dalla luce sapre e sboccia. INTERNO ESTERNO 1. LInterno del pensiero un dominio conquistato,/ anche se si continua a perfezionare la conquista./ LEsterno invece la superficie di una sfera/ da cui lInterno appare dalle maglie. 2. E dalla nuova superficie appare il sole,/ se si guarda dentro per i fori della maglia,/ ma a misura datomo mi sembra. 3. Questo macrocosmo l diventa breve,/ sta nellinterno della sfera che si lascia. 4. La visione dellInterno e la misura/ dipendono dai fori della maglia. 5. Quando usciremo dallInterno dove ci troviamo,/ ci apparir tutta intera e tutta in una volta questa abitazione,/ come lha gi vista qualcuno quando siamo entrati ventisei secoli fa./ Essa ha la forma di

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una sfera ed immutabile ed eterna./ Ma questa volta ognuno che uscir potr vederla:/ vedr la Porta dellingresso che la stessa delluscita/ e comprender cos principio e fine./ Perch sulla circonferenza il principio e la fine/ sono insieme raccolti, sono lo stesso. INTERO MET 1. Bisogna essere uomo e donna/ insieme, uniti nellamore/ per formare un Intero./ Altrimenti ci sono solo met. INTRAVEDERE 1. Vorrei parlare della luce/ che si traduce in parole nellumano,/ ma non vedo ancora. Intravedo appena. 2. La luce che ha sollevato ed agita/ loceano di numeri e parole nellumano,/ non so bene cosa sia. 3. Gli illuminati dalla luce dellAurora/ lhanno chiamato Logos,/ ed io che sono arrivato nel Tramonto/ Logos richiamo. 4. Che qualcuno debba prendere la direzione della notte/ anzich ricadere sempre nella vita umana,/ indubbio ormai. 1a. Si sale da profondit quando si giunge/ a Intravedere ancora. 2a. La vita sale alla luce quando una luce chiama,/ come accade al fiore che sboccia sulla cima./ Il rimanente (il fusto, i rami),/ sono canne di salita o vita sedimentata,/ o multistrato di sollevamento. INTRECCIO 1. Da questa lontananza temporale/ apro punti di luce dentro il cielo/ e li porto alla mente: ecco la vita. 1a. Il mondo Intrecciato fino al nodo uomo,/ che lultimo che chiude questa tela. 2a. Una smagliatura accade se c un nodo che si scioglie:/ ma c chi subentra e lo riprende. 3a. Se si sciogliessero tutti i nodi/ cadrebbe questo disegno. 4a. Se sIntreccia ancora, il nodo viene superato/ e rimane un legame sulla tela. 1b. Se la mia mano scende fino al fiore/ sIntreccia un legame di fratelli. INTRECCI DELLE LUCI 1. In una cosa del sole come il viso/ spunta il sorriso che appartiene al Logos. INTRODURRE 1. C da notare che lapparizione della cosa/ nelle sfere di luce come il sole e il pensiero/ avviene con un veste che lammette e lIntroduce. 2.
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Io Introduco il cielo a punti di luce seminati dentro lombra/ e annuncio il casato delle stelle: Acquario, Sagittario 3. Se collaborano il cielo e il mare al vestimento/ (un orizzonte tempestoso sta salendo,/ comprimendo la luce che di pi risplende),/ io Introduco di pi questa mattina,/ fino al pensiero, e annoto questa festa. 4. Con un bel manto verde si presenta il mare/ e un azzurro intenso veste il cielo. 1a. Io Introduco alla visione di altre tenebre e altre luci/ che gli occhi del corpo non percepiscono./ Essi colgono soltanto sfere interne collassate. INTROVABILE 1. Questo mondo di forme e di colori, di suoni e di sapori,/ sarebbe Introvabile se non ci fosse luomo./ Mondo cos la sua elaborazione e presentazione/ e nessun altro potrebbe suscitarlo. INVIATO SPECIALE 1. Io, lInviato Speciale ai confini del pensiero,/ dove c il passaggio dalluomo razionale alloltreuomo. INVISIBILE 1. Il vuoto pieno dInvisibili./ Lazione della vita di renderli visibili/ perch ad essi appartengono le terre sconosciute/ dove ci perdiamo e soccombiamo. 2. Una di esse la terra da dove si arriva,/ unaltra quella dove si precipita:/ quella prima dellingresso in questo mondo/ e quella dopo luscita da esso. 3. Una terra misteriosa ha nome morte. 4. Ed io non mi sarei messo in questavventura/ se assieme allumanit di cui faccio parte/ non fossi ineluttabilmente gettato fuori/ dalle terre conosciute./ Cosa che non poi tanto lontana/ e che pu sempre accadere allimprovviso. 5. Il fuori dalla vita ha nome morte. 6. E perci mi sono messo nellavventura/ ora che non pi impossibile o illusoria./ Non lo pi da quando sappiamo che il Logos,/ che stato il Giorno della nostra civilt,/ ha anche la Notte tenebrosa./ Ed la sua Notte la terra misteriosa. INVITARE 1. Per la via di confine vi ho Invitati,/ fino al passo laggi sul cerchio estremo. INVOLUCRO 1. La Porta che si apre sul confine della mente/ un occhio che si forma su un Involucro.

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IO 1. Io sono un cercatore di futuro. 2. Io sono tempo di chiusura e indicazione. 3. Come tempo di chiusura ripeto il crudo inverno:/ il pensiero che disseca e atterra./ Lindicazione la parola di poesia. 4. Io non mi colgo che in un momento solo/ e in innumerevoli momenti della vita/ e lascio passi in me del mio passaggio. 5. Io sono unalta cima conquistata/ e sormontata da chi si posto in cima. 6. Ci sono le premesse del ritorno eterno:/ giorno e notte ancora./ Giorno la nostra vita e notte la sua morte,/ ed Io scorgo la stella che giunge a illuminare./ Stella sono Io se mi conduce Iddio,/ lungamente preparata dalla vita. 7. Ma Io sono figlio del cielo dico alle stelle/ e vado qui con dio nel mio cammino./ Voi siete invece ferme a un passo antico. 8. Se qualcuno mi chiede cosa sono,/ dico che ho messo ali al mio pensiero/ e seguo il tramutare della vita. 9. Io trascino la vita nelluscita/ e c bellezza soprattutto e canto/ e andando tincontri con lincanto/ di godere di te e di aspettarti. 1a. Passando a strati il tempo come su giorni,/ vorrei incontrare me stesso giunto a riva/ e vedere cosa ha espresso la mia vita:/ come la forma e quale il suo colore/ e cosa apporta a chi sta fuori questa luce. 1b. Io, un viaggiatore della vita/ che ha saputo un po come si entra/ e che guarda dalla Porta delluscita. 2b. Il mio corpo e la mia mente sono una strada,/ che attraversa il luogo fino alluscita. 3b. Immutabile luomo se una strada o un tratto del cammino,/ ma io ho percorso la mia fino alluscita./ Uomo la parte che rimane. 1c. Sollevati dalla luce il fiore ed Io,/ ma nessuno dei due vede il suo cielo. 1d. Io cammino allinterno di me guardando fuori. 2d. I fori sono gli organi di senso. 3d. Labitante ha nome vita e ha nome Io/ quand cos raccolto dentro la casa. 4d. Io: labitazione una sola che mappare,/ inconfondibile e forse irrepetibile,/ e uno solo labitante che entrato/ e che uscir dalla mia casa. 5d. Lunico abitante di una struttura individuata:/ un Io, insomma, come ognuno qui si chiama.
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1e. Io sono la parola della mia luce/ come il fiore il colore del suo sole./ Logos il mio astro illuminante. 1f. Io sono un punto della vita/ come una stella un punto della luce. 1g. Se vuoi sapere di pi/ devi lasciare questa rappresentazione/ che avviene in un teatro sferico. 2g. Dentro a questa sfera ognuno partecipa/ come attore e come comparsa, cio un Io. 3g. Io la partecipazione obbligatoria/ dal momento che si entra nella rappresentazione./ Perci ci viene dato un nome e si viene presentati./ E poi c chi si fa avanti ed chiamato/ e chi rimane fra la folla. 1h. Io sono un filo naturale dellevoluzione./ Non mi sono mai soffermato pi di tanto/ sulle mappe dei territori del Logos/ n sui suoi scopritori: i filosofi,/ Ma ho captato i loro messaggi e ho camminato. 1i. Io sono creatura di confine:/ fra il Giorno e la Notte la mia casa. 1l. Io che conosco il segreto dellandare/ affronter e valicher cieli ed abissi. 1m. Io il fuor di misura della conoscenza edificata in Logos. 1n. C un misterioso personaggio che chiamiamo Io/ (conosciamo soltanto questo suo nome)/ che intende lasciare i territori interni ed esterni/ (le profondit del cuore e le altezze delle stelle)/ di cui un po saccorge e che un poco abita,/ perch un varco s aperto per uscire./ E perch uscendo pu vedere un po di pi,/ e un po di pi sapere di se stesso e della vita./ Ecco perch c dipartita e avventura. 1o. Questo che lampeggio sulla cima/ la cima duomo , ha nome io,/ ma finora un bagliore che si spegne. 1p. Il mio ultimo abitante: lIo,/ ha gi superato lultimo confine conosciuto,/ quello misterioso che videro i sapienti nellAurora/ e che qualcuno ha rivisto nel Tramonto. 2p. Il cervello il mezzo, lIo il pilota. 3p. In questa corsa che si chiama vita una cosa rimane da accertare:/ se si sfascia la macchina finisce anche il pilota? 4p. Io so gi che c confine e varco,/ ma Io sono solo avanguardia riferisco./ E mattendo che incominci la conquista. 5p. Indubbiamente nel Vocabolario c ogni dettaglio del cammino./ Ma neppure io di ognuno non so pi com n dove si trova. 1q. Io sono un cammino che conduce fuori. 1r. C quellindefinibile Io sulla mia testa,/ che usa gli occhi del corpo per vedere,/ orecchie per sentire, naso per annusare./ Che ha conquistato e edificato una tenuta/ ed essa il mondo.
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2r. DellIo difficile sapere,/ perch il comandante e il resto truppa,/ e da lass arrivano solo ordini e comandi. INVEDUTO 1. Finch ognuno uomo/ un occhio non c per il Dio delluomo. 1a. Verso gli Inveduti io mi spingo. 2a. In cammino verso gli Inveduti, superando lultimo animale. INVIARE 1. Inviato nella vita, sei cieco alle tue spalle. 2. Sempre c e sempre non c luomo. INVISIBILE 1. lInvisibile che vede il visibile./ In tal modo apparsa la mia mente. 2. Ma se Invisibile ci che vede/ e non visto, lEssere direi. 3. Lavanti senza cosa ha nome Dio. 4. Non disgiunto lEssere dallente,/ ma sta davanti, non si vede, non si coglie./ Ma vede e coglie lEssere dallente. 1a. Invisibile la vita, e appena un fiato/ la parola che trabocca. 2a. Vivo nellInvisibile: il mio cielo./ Trasparente allocchio che rileva solo cose. INVITATO 1. Ma dove sono io che pur mi sporgo/ e arrivo a cosa dentro la mia luce?/ E la luce che conta e non son io./ Invitato alla festa io mi chiamo. INVITO 1. in corso un processo di caduta./ Il restare terra su terra gi un destino./ Per io chiamo da qui e Invito a uscire. IRREALT REALT 1. La Realt unIrrealt cos ben congegnata/ e ripetuta, che sembra sia la sola vera. Pubblicato in Vocabolario 2 | Lascia un commento

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Lessere
12 maggio 2013

(http://wilmoboraso.files.wordpress.com/2013/05/friedrich_monaco_riva_mare.jpg) Caspar D. Friedrich, Monaco in riva la mare (1808-1810) Lungo la via delleterno ritorno delluguale c un segnale che indica cos: C un altro che non vedo che comanda, comio comando a quelli che stan sotto, e mi comanda di assumere il comando, perch egli stato innalzato. Esso simile al pensiero di Rimbaud espresso nella Lettera del veggente: Io un altro. Se lottone si sveglia tromba, non affatto colpa sua. Per me evidente: assisto allo schiudersi del mio pensiero: lo osservo, lo ascolto: lancio una nota sullarchetto: la sinfonia fa il suo sommovimento in profondit, oppure dun balzo sulla scena. Anche altri si sono cimentati con il senza nome. Lao-tzu: Senza nome il principio del Cielo e della Terra e il nome che pu essere nominato/ non leterno nome (Tao T Ching, a cura di Fausto Tomassini, Parte prima, capitolo I) Maestro Eckhart: Non possiamo definirlo, poich ogni definizione una delimitazione e perci una negazione (La nascita eterna, Sansoni, 1953). Per alcuni laltro non si pu nominare, perch dovrebbe essere chiamato con tutti i nomi in una volta e non con uno solo di volta in volta. Perci il detto di Eraclito: Lunico, il solo saggio vuole e non vuole essere chiamato con il nome di Zeus (frammento 32). Sconosciuto, dunque, quellaltro. Tuttavia, com in uso in questo mondo di apparenze dove le innumerevoli cose sono distinte e separate e ognuna ha un parola che la indica, similmente accaduto anche con il misterioso. Lao-tzu lha chiamato Tao. Buddha, Nirvana. Anassimandro, peiron, Aristotele, Motore immobile che muove e non mosso.
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25/11/13

La via d'uscita dal nichilismo | O vie di fuga per pochi se i pi staranno inerti ad aspettare

Le religioni lo chiamano principalmente Dio. Dalle terre della filosofia e della sapienza da cui essa nata, lo chiamiamo principalmente Essere e Logos: lEssere di Parmenide, il Logos di Eraclito. Per Carducci, Poema eterno (Il canto dellamore: Ahi fu una nota del poema eterno/ Quel chio sentiva e picciol verso or ). Il primo nome con cui si presentato a noi, autori di questa blog. stato Destino. Cos laltro ora non pi il nascosto, il misterioso, lenigma. Ma, ecco larcano, quando ha un nome iniziano le distinzioni, perci il Mondo. Cos ha detto Lao-tzu: Quando ha nome la madre delle diecimila creature (Tao T Ching, a cura di Fausto Tomassini, parte prima, capitolo I), espressione idiomatica che significa tutte le creature. Cos Eraclito: Dalluno tutte le cose (frammento 10). Cos Giovanni lapostolo: Tutto per lui stato fatto e senza di lui nulla stato fatto (I. 3) Cos Paolo di Tarso: Da lui, per lui, e in lui tutte le cose (Rom. II. 36) Cos Anassimandro: dall peiron le cose hanno nascimento (frammento 1). E noi abbiamo visto che la nascita eterna si svolge in tal modo: LEssere il risveglio,/quindi anche luce che sta al risvegliare/ e corolla di fiore che cos appare./ Quindi anche bellezza/ e vaghezza che ti prende di donare./ Perci anche amore/ e dolore che ti coglie di lasciare./ E si va alla ricerca di altra luce/ perch non si spenga il giorno della vita,/ e siamo giunti a una nuova sortita dellEssere,/ alla luce della mente/ e per un varco ancora pi recente./ Ma poi rimane soltanto il risvegliato/ e si andr a cercare ancora/ dove si occultato lEssere./ Fino a un risveglio. Dunque, laltro lEssere, perch lautore di tutte le cose non una cosa. Se lo fosse, sorgerebbe una complicazione insanabile: inizierebbe una scala degli enti illimitata somigliante a quella del terzo uomo di aristotelica memoria. Dopo un altro che sinnalza o che si sveglia ci sarebbe un altro ancora che vede il risvegliato e un altro che prende il posto di chi salito in una scalata senza fine. Ma come avviene il passaggio dalle apparenze allEssere e viceversa? Si tratta certamente di un momento eccezionale. Il momento di quando si arriva alla fine della via circolare e si vede che essa la stessa dellinizio: tal la coincidenza degli opposti ed essa la prima che noi abbiamo raggiunta e vista. O di quando si incontra la met di se stessi che era staccata e dispersa (vedi Il nuovo patto damore (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/11/24/il-nuovo-patto-damore/)) e sboccia improvviso lamore. O di quando cose od aspetti che ci appaiono arrivano da profondit pi lontane delle dimensioni delle vita che si sta conducendo, per cui si dice che vengono da altre esistenze. O di quando si arriva alla Porta che divide le apparenze dallEssere, la stessa che Parmenide vide sul confine fra il sentiero della Notte e quello del Giorno ed entrato, attingendo dallEssere. La stessa che Nietzsche vide nel profondo silenzio di mezzanotte, ma era chiusa e non si aperse. La stessa che, in un ambito ormai filosofico, il Cusano ha chiamato Porta del paradiso, la quale divideva il luogo di delizie eterno dal mondo temporaneo (vedi anche altre porte descritte nel Compendio, il cammino misterioso che attraversa il sonno, linconscio, la morte (http://wilmoboraso.wordpress.com/2010/06/04/compendio-il-cammino-misterioso-che-attraversa-ilsonno-l%E2%80%99inconscio-la-morte-terza-parte/), parte terza, cap. 3). Ma come si arriva a quel momento eccezionale? Come capitato a me la prima volta: portato da Amore, quello che ci ha fatto scoprire la chiesetta sperduta.
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La via d'uscita dal nichilismo | O vie di fuga per pochi se i pi staranno inerti ad aspettare

O anche il Destino, quello che mi ha dettato il poemetto intitolato La chiesetta sperduta, che stata una mappa per trovarla. Ma se Amore e Destino mi hanno portato, dubito che fossero due gli accompagnatori. Erano, sono, lo stesso. E Amore e Destino sono nomi del lo stesso. Non lo sapevamo gi, non ce lhanno gi detto sapienti, filosofi, mistici, poeti? S, perci uneco questo nostro dire. Dunque, a quel momento eccezionale siamo giunti portati da Amore e dal Destino e poi dai nomi delle cose in terra e in cielo che indicavano la meta, e molti li abbiamo raccolti e ordinati nel Vocabolario (http://wilmoboraso.wordpress.com/category/vocabolario/). Ma ora c un altro modo di arrivare, ormai presente in noi e che ha cominciato ad apparire nella Cultura. Ora la mappa, le ricerche, le indicazioni, le illuminazioni, le orme confuse e incerte, sono diventate aperta via fino alla frontiera e al valico, quella dellEterno ritorno delluguale (vedi Dalla sapienza alla sapienza seguendo la via filosofica (http://wilmoboraso.wordpress.com/2009/11/22/dallasapienza-alla-sapienza-seguendo-la-via-filosofica-2/)). Pubblicato in L'eterno ritorno dell'uguale | Lascia un commento

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