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18 MARZO 1314
La data in cui si estingue l’Ordine dei Cavalieri
Templari con la messa al rogo dell’ultimo Gran
Maestro Giacomo di Molay.

18 MARZO 2004
18° giorno del 3° mese del 690° anno della
messa al rogo del G.M. Giacomo di Molay, il
Nocchiere del Capitolo Generale decreta la
nomina a Gran Maestro di Leonardo B.
Romano e nasce cosi’ :
l’ “Ordine Ortodosso degli Odierni
Cavalieri Templari”.

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O.O.D.O.C.T.

Ordine Ortodosso degli Odierni Cavalieri Templari


Commanderia Generale
G. M. Leonardo B. Romano

COMUNICATO DELLA COMMANDERIA GENERALE RIVOLTO AI PROFANI E AGLI


ASPIRANTI CAVALIERI

Cavalieri Templari Oggi, perché?


Questa è la domanda che molti si porranno e ci porranno, e noi odierni cavalieri Templari
dobbiamo dare risposte esaustive e convincenti.

E' molto semplice, facile e poco impegnativo definirsi "Cavalieri Templari" appoggiandosi
alla storia e alle leggende dei mitici cavalieri che fecero le crociate.

E' comodo fare riferimento ai nove Cavalieri che partirono per la Terra Santa e iniziarono
l'impresa.

Definirsi discendenti di quei mitici personaggi è una presunzione che oggi non ha alcun
fondamento, non vi sono più i presupposti per definirsi cavalieri eredi di quelle motivazioni
che spinte da ragioni politiche e religiose, indussero a intraprendere quelle imprese titaniche
così piene di spinte endogene da caratterizzare un'epoca che a tutt'oggi non si riesce a
discernere i fatti storici dai fatti leggendari e così pieni di mistero da indurre e affascinare
miriadi di scrittori a versare fiumi di inchiostro sull'argomento.

Quello che è stato scritto, che si potrà ancora scrivere sui "Cavalieri Templari" a Noi odierni
Cavalieri Templari, che ci consideriamo soltanto ed esclusivamente acquisitori di loro alcuni
basilari principi e regole, ci può interessare come fatto storico e non di appartenenza.

Noi ci rifaremo, poichè ci identifichiamo ai Cavalieri Templari scampati alla persecuzione, ai


loro nuovi principi di essere Cavalieri Templari e cercheremo con tutti i nostri mezzi di
mettere in atto tali principi in seno a questa società di oggi.

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Chi ignora la storia è condannato a ripeterla.
Georg W. F. Hegel

Nel terzo millennio l'esoterismo, anche se siamo immersi in un universo razionalizzato e


tecnologicamente avanzato, occupa uno spazio ampio e prestigioso.

E chi meglio dei Cavalieri Templari, in questi sette secoli, è stato in grado di trasmetterci un
bagaglio così ampio di cultura ed esperienze esoteriche.

Chi si accosta all'esoterismo, che è un sapere complesso, è indotto a riflettere sull'unità e sulla
coerenza di questo sapere, poichè le vie per accedervi (sul piano storico, metodologico,
sematico…) sono infinite, ma in ciascuna di esse si intravede l'espressione peculiare di una
vocazione all'universale.

La scienza esoterica è orientata verso il sacro, ingloba i messaggi delle mitologie, dei testi
sacri, delle religioni e delle rivelazioni.

Comprende i più svariati aspetti della ricerca metafisica e della individuazione interiore.

I concetti come karma, chakcra, mandala, cabala, gerarchia…hanno un significato ed


un'origine storica ben delineata, ma che nell'esoterismo vengono utilizzati anche al di fuori e
al di là della Tradizione che li ha generati.

Prima di intraprendere il nostro cammino esoterico è indispensabile soffermarci sulle due


figure umane, l'Uomo e la Donna, che sono al centro di tutta la disquisizione che ci porterà a
comprendere meglio il nostro operare per la realizzazione della "Grande Opera".

L'Uomo oltre ad essere uno degli esseri sessuati della creazione, un principio universale,
chiave di volta del mondo, testimone della creazione è destinato a regnare su di essa.

In tutti i casi l'Uomo è contemporaneo degli angeli, e poiché è detentore della scienza ed è
stato creato a immagine di Dio, gli angeli si prosternano davanti a lui.

L'Uomo appare così al contempo un polo teogonico, una tappa della manifestazione del Sacro
e il paradigma delle cosmogonie.

Da qui le due figure antropologiche, del Padre, analogo a questo punto al Dio supremo, e del
Figlio, attraverso cui la spiegazione si dispiega.

In quanto Padre, egli è il vivente dell'Apocalisse, cioè l'Anziano il cui ruolo è quello di
Maestro.

Così il Figlio dell'Uomo non è che l'espressione di ciò che è al contempo il primo momento
dell'espressione del Padre, ma che è anche il niente (En).

Il Figlio mostra il Padre, ed il Padre si rivela solo attraverso di Lui.

In quanto logos, egli è la luce prodotta dalla lampada dell'Anziano, il Cristo Solare dei
Cabalisti cristiani, la potenza del Verbo si identifica così con Hochma, la seconda Sefirot
dell'Albero della Vita.

è ancora Vishnu che protegge la creazione e invia i suoi avatar alla fine del ciclo.

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L'Uomo disinteressato, umile di cuore, dall'amore universale è al tempo stesso la chiave di
volta del mondo.

"Tutto il potere gli è stato dato sul Cielo e sulla Terra", perché egli è in relazione con il Padre
all'inizio della creazione mediante l'espressione : "Io sono l'alfa e l'omega, dice il Signore Dio,
egli è, era e viene, il Maestro di tutto" (Giovanni Apocalisse, 1 - 8 ), alla fine dei tempi per il
fatto di essere anche l'omega della parusia, chiude così l'alfabeto del mondo.

Vita di principio, principio dell'essere, l'Uomo è anche l'unità di due polarità che muovono i
mondi.

La perdita di questa unità è una delle ragioni del persistere dei miti della caduta, della discesa,
che ricompaiono nelle antropogenesi insieme ai loro corrispettivi, i miti della redenzione e
dell'ascensione.

Dopo l'espulsione dell'Eden, l'Uomo e la Donna sono destinati a fare l'esperienza della
contraddizione, cioè della dualità in atto.

Nei primi tre versetti della Genesi leggiamo in filigrana l'indicazione per l'itinerario della
risalita. (Dio disse "Ecco che l'Uomo è divenuto come uno di noi per conoscere il bene e il
male" Genesi 3 - 22), si tratta dunque di recuperare l'Albero della Vita attraverso un percorso
che all'Uomo verrà indicato .

L'unità perduta infatti è cominciata, sul piano dell'antropogenesi, con la polarizzazione voluta
da Dio dell'Uomo universale.

In un primo tempo egli lo aveva creato a sua immagine e somiglianza, il testo aggiunge "li
creò Uomo e Donna", appena creata la Donna la coppia viene chiamata all'esperienza del
male, del peccato e dell'esilio.

Dopo la tentazione simbolica del serpente, l'Uomo si trova davanti a forze cosmiche tentatrici
di cui è costretto a lottare per ritrovare l'equilibrio del Sé, requisito indispensabile per ogni
iniziazione.

Questa risalita è il processo di tutte le reintegrazioni dell'Uomo nella sua regalità e di tutte le
nozze, è il ritrovamento della sua condizione di androgino, tappa capitale delle iniziazioni, la
figura ultima dell'Uomo universale, prima della sua manifestazione fisica.

E’ anche la trasfigurazione dell'Amore, l'unione cosmica dello Spirituale con il Creatore,


l'Uomo è allora sulla via della regalità spirituale, le grandi figure teofaniche associano le
alleanze al divino.

L'Uomo rigenerato, solare, fa allora da intermediario tra il modello angelico, quello delle
gerarchie celesti, è la terra degli Uomini, che non è ancora una "terra di viventi", per questo
occorre che l'Uomo sia ridiventato il Tempio stesso di Dio.

Quanto abbiamo illustrato prima in sintesi è per l'Uomo, in quanto alla Donna essa
nell'esoterismo ha sempre avuto una triplice funzione :

Iniziatrice, Tentatrice e Madre Divina.

Essa è l'iniziatrice che dà accesso al sapere, le nove Muse ispiratrici di Esiodo illustrano il
carattere femminile del sacro.

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Iside svelata è la verità nuda che si mostra soltanto ai Maestri, la Sefira Binah nell'albero
cabalistico ha il ruolo di matrice dell'universo, ma anche di una porta stretta tra le sue
cinquanta porte, quella del destino e della legge, da cui dipendono il giudizio, la vita e la
morte.

La purezza è la base di ogni iniziazione che l'accesso al regno stabile della divinità è possibile
solo attraverso la prova di tale purezza.

La Donna ha questa funzione iniziatrice solo perché è una polarità dello stesso Dio, e a tale
titolo è una struttura dotata di una essenza del mondo divino, esattamente come lo è l'Uomo.

Le trinità delle teosofie esoteriche, fondamenti di tutte le cosmogenesi, vedono nella loro terza
persona la madre che regge la ruota cosmica del tempo.

La caduta dell'umanità è cominciata dalla seduzione della Donna, e l'umanità conoscerà la


redenzione finale attraverso la Donna.

"Essa ti schiaccerà la testa e tu gli ferirai il tallone”( Genesi 3 - 16 ) e fino a quando non ci
sarà la redenzione il serpente ferirà il suo tallone.

E’ questa la seconda funzione della Donna, associata alle catene simboliche della caduta, della
discesa, della materia e del male.

Si tratta del processo necessario dell'involuzione dello spirito, il serpente, dai molteplici
adattamenti, rappresenta in questo caso l'energia cosmica, la ruota dello zodiaco che ferisce il
tallone, ciò fa della Donna l'umanità, la vittima di energie che essa non sa controllare e la cui
futura padronanza è pegno di salvezza.

Nel tantrismo gli obbiettivi sono precisamente la trasformazione della sessualità attraverso il
risveglio e l'ascesa di Kundalini-Shakti, il Chakra coronario, chiamato Sahasrara.

Le nozze di Cana in cui l'acqua viene trasformata in vino, il Sigillo di Salomone che unisce il
triangolo maschile al triangolo femminile, e l'ottenimento del Mercurio filosofale il cui segno
planetario esprime l'unione del sole maschile con la luna femminile, l'eucarestia celebrata
sotto le due specie del pane e del vino, mostrano che la scienza dei due principi è il filo di
Arianna della tradizione esoterica.

Applicata alla creatura umana, tale scienza esoterica, fa dunque delle nozze spirituali,
alchemiche, al fine dell'evoluzione: lo stato androgino dei simbolismi, sono espressioni, ai
diversi livelli di coscienza, dell'evoluzione umana.

La Donna è dunque un principio cosmico ed antropologico.

L'iniziazione comincia come l'involuzione ed attraverso di lei, si tratta di fare il cammino a


ritroso.

Si spiega così il duplice volto della Donna: Afrodite volgare e celeste per Platone, le tenebrose
versioni occulte (Lilith ed Ecate), ma anche la loro antitesi magnificata nella vergine Iside.

Gli Dei hanno le loro paredre che traducono la loro potenza nell'ordine della manifestazione,
le Sefirot stesse sono positive e femminili.

L'Uomo, archetipo al divino trascendentale, è analogo al Tutto in due sensi: in primo luogo
perché è la vita del Tutto, poi perché ne esprime la Saggezza.

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La risalita spirituale esige quindi il dominio del serpente e il senso di questo rinnovamento
deve porsi sotto l'egida femminile.

La tradizione, così come il poeta, simboleggiano i tempi nuovi :

"la Donna è l'avvenire dell'Uomo".

Il Carattere Esoterico dei Cavalieri


Templari
L'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone sorse a Gerusalemme ai
tempi della Prima Crociata tra il 1118 e il 1119 e fino al 1128 i Cavalieri non presero parte ad
alcun scontro di rilievo, evidentemente occupati in altre faccende.

Ricorderemo che prima di costituire l'Ordine Hugue de Payns, suo fondatore, aveva effettuato
due misteriosi viaggi a Gerusalemme, accompagnato dal cugino Hugue de Champagne.

Risulta assai difficile poi credere che i nove Cavalieri del nucleo iniziale dell'Ordine fino al
1128 non si fossero preoccupati di aumentare le proprie fila per proteggere i pellegrini in
Terra Santa.

Noi riteniamo, dai riscontri storici, che il motivo della loro aggregazione fosse un altro.

I primi nove Cavalieri furono ricevuti da Re Baldovino II di Gerusalemme nel 1119, appena
arrivati nella Città Santa chiesero come sede il Monte Moriah ove si trova il tempio del
Signore, dove il re aveva da poco trasformato la moschea di Al-Aqsa in palazzo reale.

Baldovino acconsentì, concedendo loro gran parte dell'antica moschea che divenne presto un
cantiere aperto per le grandi opere di trasformazione e logistiche che subì in breve tempo.

Da quel momento i Cavalieri vissero, mangiarono, dormirono e lavorarono in questo luogo.

Anzi, per quasi sette anni, non uscirono quasi mai e non lasciarono entrare alcun estraneo.

La loro chiusura all'interno del Monte Moriah - e la loro determinazione a volerlo come sede
della Milizia - fa supporre che il loro obbiettivo fosse proprio quel luogo.

Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che nel corso della loro permanenza i nove cavalieri vi
effettuarono scavi piuttosto imponenti, cosa cercavano?, secondo molti l'Arca dell'Alleanza.

La vera funzione dei Cavalieri dunque era quella di effettuare ricerche per trovare reliquie e
manoscritti che potessero contenere l'essenza delle tradizioni segrete del giudaismo e
dell'antico Egitto.

Non vi è dubbio che essi riuscirono a portare a termine questa particolare missione e che le
loro scoperte furono riportate nella tradizione orale dei circoli segreti dell'Ordine,
l'architettura gotica che improvvisamente appare dopo il 1130 è il risultato tangibile delle loro
ricerche.

Il profondo significato esoterico dell'Ordine è da ricercare nei sette anni di permanenza dei
nove cavalieri in Terra Santa e nei due precedenti viaggi effettuati da Hugue de Payns, ed è
colto proprio in questo periodo, in cui vi fu un intenso scambio culturale anche con gli Arabi
ed in particolare con le loro istituzioni iniziatiche (Sufi e Assassini).

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Grazie al loro isolamento, sorsero in seno all'Ordine orientamenti di origine cabalistica,
gnostica ed alchemica, che arricchirono sempre più il loro patrimonio esoterico, consacrando i
Templari come il supporto visibile della tradizione iniziatica in occidente.

Influenze alchemiche, d'altronde, si possono riscontrare nel carattere più appariscente


dell'Ordine del Tempio, la simbologia.

Lo stendardo di combattimento dei Cavalieri, il baussant, ad esempio, era composto di tre


colori, a tutti noti: il bianco (Albendo), rappresenta la purezza oppure (in chiave alchemica) lo
stadio di risveglio alla luce; il nero (Nitrendo), la forza oppure l'anima addormentata; la croce
di colore rosso (Rubendo), indicante la vita oppure la conquista dell'illuminazione interiore.

Concludendo la sintesi,ricordiamo l'Ordine del Tempio come l'antesignano dei movimenti


iniziatici moderni.

Il Cavaliere Templare basato sulla figura del monaco guerriero, assommava poteri temporali
e spirituali, proponendo l'esempio di una organizzazione soprannazionale ed aristocratica,
richiamandosi alla biblica figura di Melchisedek, re e sacerdote allo stesso tempo.

Il Cavaliere Templare non è scomparso il 18 Marzo del 1314, egli è sopravvissuto occultandosi
sotto vesti diverse e anche se ha continuato a operare secondo i dettami ortodossi dell'Ordine
in seno a società mutanti è riuscito a tramandare lungo i secoli e sino ai nostri giorni quella
scienza che nessuna inquisizione, sia religiosa che politica, è riuscita ad annientare.

Noi dimostreremo in maniera sintetica e semplice che gli insegnamenti dei Cavalieri del
Tempio sono tutt'oggi validi ed applicabili a società tecnologicamente avanzate, la ricerca di
una maturazione interiore consente all'Uomo un raggiungimento di uno stato spirituale tale
da avvicinarlo sempre di più verso il Padre.

Il Percorso di un Cavaliere Templare


Sentirsi e operare da Cavaliere Templare è una libera scelta, oggi il Templarismo è uno stato
interno dell'anima, è la decisione ponderata e accettata di vivere la propria vita in funzione di
certe regole di tipo ortodosso che ci sono state tramandate da un'Ordine che è sopravvissuto
nei secoli a glorie e persecuzioni feroci, è una libera scelta che fa di un individuo un Uomo che
sente il bisogno di avvicinarsi verso il Padre, spogliandosi di tutti quegli orpelli che possano
intracciare il suo cammino verso la purificazione di se stesso.

Per far ciò è necessario comprendere le scienze esoteriche ed addentrarsi nei misteri che
governano e dirigono i destini dell'Uomo cosmico.

L'alchimia potrebbe essere una di queste strade che è necessario percorrere per sviluppare in
associazione in uno stesso processo una cosmologia e una spiritualità attive: la trasformazione
della coscienza dell'adepto nei suoi rapporti con le forze dell'universo è unita a una pratica
concreta mediante la quale l'alchimista cerca di realizzare nel regno della natura, ma
perfezionandolo, il processo di putrefazione e di rigenerazione che accompagna la vita stessa.

La Grande Opera (Magnum Opus ) alchemica è quindi la duplice realizzazione della


purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale.

Esiste dunque una alchimia intellettuale, morale, sociale, fisiologica, astrale, animale, vegetale,
ed altro ancora.

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Ma l'alchimia spirituale resta il modello, la chiave la ragione delle altre.

La Grande Opera fisica e la Grande Opera Mistica sono analoghe, ma nient'affatto identiche.

Aver realizzato la seconda vuol dire realizzare sovranamente la prima, aver realizzato la
prima vuol dire sapere quale cammino può condurre alla realizzazione della seconda,ma non
significa necessariamente aver percorso quel cammino.

E’ una differenza che ha un'importanza capitale, infatti questa differenza consiste nel dare,
nella pratica alchemica, la priorità alla rigenerazione spirituale (ergon) in quanto chiave della
trasmutazione dei metalli (parergon).

Ancora questa differenza e ciò che permette di distinguere l'alchimia , da , tutte le pratiche
metallurgiche, spargiriche, alchimiche, anch'esse note fin dalla più remota antichità, ma
operanti su minerali o piante senza tener conto di tutta la dimensione esoterica o sacra
proprio dell'alchimia.

L'alchimia è, innanzi tutto, un'arte divina, ed è errato supporre che è un'antenata della
chimica.

Fulcanelli, maestro esoterico del XIX secolo, dimostra che la vera antenata della chimica è
l'antica spagirica, e non la scienza ermetica stessa.

Nell'alchimia il sacro ha un ruolo preponderante, che può essere rilevato o trasmesso solo in
linguaggio in codice: l'alchimia è una scienza gaia, non un insieme di ricette empiricamente
definite.

L'alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto.

Questo segreto è velato da una terminologia che dissimula i suoi oggetti dietro concetti
provenienti da vari registri simbolici di cui deve essere di volta in volta determinata la
corrispondenza.

L'alchimia è dunque a questo titolo una cabala ermetica fornita di quella che gli antichi
chiamavano la lengua general (universale) perchè cela un duplice significato corrispondente a
una duplice scienza, l'una manifesta, l'altra profonda.

Scienza esoterica, scienza simbolica che è più vicina alla storia delle religioni che alla chimica,
l'alchimia pone come pietra angolare la questione della materia da cui conviene iniziare
l'Opera.

Il successo dell'impresa sta potenzialmente nella scoperta di questo primo segreto della
natura, di questa Materia dalle molteplici denominazioni.

La difficoltà interpetrativa deriva dal fatto che la Materia dell'Opera ha tanto il valore di un
principio cosmologico quanto quello di un materiale specifico.

Per compiere la Grande Opera il drago deve, innanzi tutto, morire, la prima operazione è
quella della morte di uno stato chimico per soluzione o liquefazione.

Dopo la triturazione, la triturazione della materia, l'Opera Nera (Nitrendo), viene l'Albendo o
Opera Bianca.

Essa comincia con un processo di sublimazione, per mezzo del quale, sotto il segno di Giove,

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l'anima del corpo, la terra in cui essa si trovava, si è trasformata nella fiala in acqua e aria.

L'Uovo filosofico, il globo di cristallo ermeticamente chiuso, viene rinchiuso nell'athanor, il


fornello che l'alchimista usa per una combustione lenta e controllata.

Quest'uovo è al tempo stesso il simbolo dell'Uovo del Mondo, in cui tutto si separa
pazientemente, in modo immanente e segreto.

Continuando a riscaldare durante la fase lunare, si porta a compimento la colorazione bianca.

Il Mercurio una volta sublimato, appare di una colorazione bianca di un biancore puro come
la neve di alta montagna, dotato di uno splendore cristallino.

è la realizzazione del 'magistero minore, dell'elisir di lunga vita dalle proprietà medicinali
della rigenerazione cellulare:

viene chiamato anche l'oro potabile, la panacea.

è l'opera di resurrezione che ha dato origine a molteplici allegorie, virginali, incestuose


perfino, laddove il figlio deve fecondare la madre che lo ha generato: denominate acque
mercuriali, tutte significa che sono state ottenute con un moto ascensionale (liquefazione,
sublimazione, purificazione); il grande magistero, l'altro moto discendente (Venere - Marte -
Sole) avrà ora inizio, e con esso l'incarnazione dello spirito.

Vi sono ulteriori fasi che sarebbe lungo descrivere e tediose per il profano, infine la fase Solare
vede la comparsa del colore rosso, la rubificazione avviene dopo che la pietra cuocendo è
passata attraverso tutti i colori dell'iride.

La proiezione di una piccola quantità di questa polvere basta allora a trasmutare il corpo vile
in oro.

Il riassunto delle principali tappe non può essere che simbolico, come simbolica è la maggior
parte delle indicazioni date dagli alchimisti.

L'alchimia è fra le scienze esoteriche quella che ha maggiormente conservato il suo carattere
ermetico: in primo luogo nel senso storico del termine, perchè essa è sotto la protezione di
Ermete Trismegisto, il personaggio leggendario greco, corrispondente all'egiziano Toth la cui
dottrina sacra è riassunta nella Tavoletta di Smeraldo;in secondo luogo nel senso della
specificità e della difficoltà propria dell'interpetrazione dei suoi concetti, a causa del carattere
altamente iniziatico dell'Opera: l'unione di Cielo e Terra, la materializzazione soggettiva e
oggettiva dello spirito e la sottilizzazione della materia.

Il caduceo, riferito sempre a Ermete (Mercurio), sintetizza la Scienza Sacra, ciò spiega la sua
costante presenza nelle correnti esoteriche di tutte le religioni, se ne trova la rappresentazione
sulla coppa del re Lagash, del 2600 a.c., sulle tavolette di pietre indiane nagakals.

Esso costituisce al tempo stesso un simbolo vivente e una struttura universale, è la chiave che
permette di decifrare il senso delle corrispondenze tra cielo, mondo e uomo.

Possedere il caduceo è possedere la bacchetta magica e aver compiuto la Grande Opera.

Non si può supporre di entrare nella scienza esoterica se non si studia la cabala.

La cabala è in primo luogo l'esoterismo del pensiero e della religione ebraica.

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Il carattere orale di tale tradizione fissa sia la modalità sia la natura della trasmissione.

La cabala realizza in se stessa, e da sempre, la coincidentia oppositorum dei due mondi, quello
della rivelazione e quello della profezia.

E' per questo che essa ha potuto al tempo stesso confortare gli ambienti cabalistici
conservatori o tradizionalisti, e confermare la concezione cristiana dell'alleanza tra Antico e
Nuovo Testamento, offrendo agli esoteristi cristiani la chiave per decifrarla.

La teofania, la sua antropologia e la sua cosmologia, fanno da supporto teorico all'insieme


delle scienze occulte, rivelando in tal modo tutta la sua portata pratica.

Attraverso l'universalizzazione del campo d'indagine, è stata confermata la sua vocazione


primaria di ermeneutica delle manifestazioni simboliche del Sacro.

La sua prossima forma potrebbe allora coincidere con la dimostrazione del suo potere nella
vita.

Non ci si può definire esoterici se non si prendono anche in considerazione i Chakra che sono i
centri di energia psichica e cosmica presenti nel corpo umano.

Il risveglio duraturo dei Chakra consiste in una risalita cosciente e volontaria di Kundalini
dalla base della colonna vertebrale al sommo della testa, al momento del suo passaggio in
ciascuno di tali centri, vengono liberati i poteri specifici dell'essere umano.

L'obbiettivo ultimo del risveglio dei Cakra si distingue dunque dall'idea riduttiva di uno
sviluppo personale.

Si tratta del risveglio di un potere universale, creatore delle forme, attraverso cui la coscienza
finita si trasforma nel Sè trascendente.

Il corpo è così abituato, vivificato, nimato, trasmutato, ma non negato o martirizzato.

Si segnala quindi l'esistenza di una filosofia esoterica del corpo, di un corpo di luce,di un
corpo glorioso e in tale prospettiva il corpo non è riducibile a un insieme di funzioni o di
organi.

La morte, non è un fatto ma uno stato, differente da quello della vita.

E' lo stato di metamorfosi della crisalide che precede il volo della farfalla, la morte è morte al
mondo ma libera l'Uomo dell'impaccio del corpo.

Gli insegnamenti esoterici pongono la morte in un rapporto dialettico con la vita.

Il discorso sulla morte è dunque una trasposizione linguistica di quello sulle forme della vita.

Il fondamento della dialettica esoterica della vita e della morte và nondimeno al di là della
somiglianza delle immagini, rivelando che il problema della morte, legato a quello della vita,
equivale al problema stesso del mondo e dell'uomo.

E' l'esperienza della morte che rende intelligibile l'idea di spirito e di esseri spirituali, in essa
si gioca un'altra figura del senso, quella della decomposizione che favorisce la germinazione.

La fenice rinasce dalle proprie ceneri, come la pietra filosofale presuppone la coincidentia
oppositorum.

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Per l'antropologia iniziatica la morte resta il modello di qualsiasi itinerario delle risalite e
delle redenzioni.

Il principio esoterico della morte non stabilisce i propri principi su una credenza, esso è un
pensiero della contraddizione, che sancisce l'unità dei due contrari.

Nasce così dalle immagini, dalle idee e dalle esperienze relative alla morte tutta una nuova
epistemologia della contraddizione, di cui non possono fare a meno nè la pratica aleatoria di
uno spiritismo selvaggio, nè un'indagine parapsicologica che voglia procedere a una revisione
di categorie logiche che sono inadatte a questo livello di intelligibilità dell'uomo e del mondo.

Abbiamo parlato sinteticamente della morte, ma ci chiediamo essa è una fine o un principio,
ogn'uno di noi cerca le sue risposte nella fede che sceglie, ma siamo certi, che in qualunque
parte uno si giri, il fine ultimo sarà sempre lo stesso, resta il fatto che in tutte le le cose la
soluzione e’ semplice e si potrebbe toccare con mano,se le nostre menti contorte,non venissero
deviate da ragionamenti distorti.

La reincarnazione e’ una delle chiavi della filosofia esoterica,rivela l’intelligibilita’ del mondo
e dell’esistenza,che essa fonda cosi’ sulla relazione di causa ed effetto delle azioni in grado di
continuare a sussistere da una vita all’altra.

Essa non e’ oggetto di credenza,ma un’ipotesi di lavoro,tale da orientare il pensiero verso


un’interpetrazione nel senso degli avvenimenti e della logica del loro concatenamento.

L’azione del soggetto si trova cosi’ illuminata e integrata in un mondo di analogie e di


simboli,in definitiva in un cosmo.

La spiritualita’ sottesa alla reincarnazione,li motiva,informandoli del significato ultimo del


cammino e degli ideali dell’umanita’.

Non possono esistere liberazioni e perfezionamento spirituale senza una parallela


realizzazione collettiva e quindi politica di una fratellanza umana.

E’ cosi’ che la reincarnazione acquista in pieno il suo senso : essa e’ al tempo stesso una chiave
che apre al pensiero i misteri dell’intelligibilita’ del mondo e la legge della giustizia propria
dell’azione,poiche’ le diverse concezioni relative fanno sempre dell’Uomo la causa e l’effetto
del suo Karma,delle azioni da lui compiute nel corso delle sue esistenze.

Non possono esserci osservanze ortodosse se non si rispettano le regole della Tradizione.

La Tradizione implica la trasmissione di un sapere e il carattere fondante di tale sapere per


quanto riguarda gli sviluppi di una cultura, di una religione, di una iniziazione.

La Tradizione è il campo esoterico dell'emergere del contenuto dottrinale di una civiltà e


pensiero operativo per l'interpretazione della storia.

La Tradizione fa da riferimento all'ermeneutica e da supporto all'iniziazione.

In quanto campo dei simboli e di strutture dell'antropologia, della teogonia e della


cosmologia, essa è la fonte di tutte le positività storiche.

La Tradizione esoterica articola dunque la storia e il simbolismo, chiarendo questo con quella.

La Tradizione dunque può apparire come una dottrina dogmatica o come una griglia

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suscettibile di perfezionamento, come un sistema da decodificare.

La Tradizione ha dunque radici profonde nei piani sottili dell'essere, essa fa intravedere
innumerevoli vie e si offre a noi sotto i profili dell'Amore, della Saggezza e della Verità.

Non può esistere un'Ordine se non si identifica nella Tradizione dell'esperienza dei propri
saggi, dei propri iniziati e dei propri Maestri.

Prima di addentrarci oltre è necessario effettuare un salto indietro nel tempo e parlare di una
pietra miliare che fa dei Cavalieri Templari il fulcro di tutte le scienze esoteriche.

Questo manufatto, di cui ora parleremo, racchiude in se tutto il simbolismo dei Cavalieri
Templari, esso è un'enciclopedia in pietra, monumento all'esoterismo che ha tramandato fino
a noi tutto quanto i primi nove cavalieri avevano scoperto in Terra Santa.

Questa opera di altissimo valore architettonico, storico ed esoterico è La Cappella di Rosslyn


che si trova in Scozia nei pressi del paese di Roslin distante 16 Km. da Edimburgo.

Già il suo nome è indice di ciò che ci si vuol tramandare, infatti il toponimo tradotto dal
gaelico significa: "Antico sapere tramandato di generazione in generazione" e ciò è molto
significativo per gli addetti ai lavori.

Detta Cappella venne fatta costruire dal conte WILLIAM SAINT CLAIR tra il 1446 e il 1450
in soli 4 anni.

Il conte era un discendente di Sir Henry Saint Clair che partecipò alla prima crociata (era uno
dei nove cavalieri) nel 1100 assieme ad Ugo de Payns, fondatore dell'Ordine dei Templari, il
quale nel 1101 sposò Cateherine Di Saint Claire.

Sulla Cappella di Rosslyn sono stati effettuati vari studi e ricerche i cui esiti si basano su varie
ipotesi, tra le quali suscitano particolare interesse quelle che si rilevano da due pubblicazioni:
La Chiave di Hiram e il Secondo Messia scritti dai fratelli massoni Crhistopher Khight e
Robert Lomas.

I due Fratelli studiosi sostengono che nelle fondamenta della Cappella di Rosslyn sono
nascosti alcuni manoscritti , della comunità di Qmran, riguardante la dottrina cristiana.

La pianta della Cappella di Rosslyn corrisponde a quella del Tempio di Erode realizzato al
tempo di Gesù Cristo sul Monte Moria nella città di Gerusalemme laddove, 3000 anni prima,
venne costruito il tempio di Salomone.

L'atrio della Cappella è ornato da 14 colonne, due delle quali hanno la stessa collocazione
delle colonne principali Boaz e Jachim del tempio di Erode, mentre la struttura sovrastante il
pianterreno riporta una rappresentazione della "Gerusalemme Celeste".

Tale disegno proviene dalle volte del Tempio di Erode e venne portato alla luce, nel corso degli
scavi archeologici intrapresi intorno al 1119 da Ugo di Payns e altri otto templari, con alcuni
manoscritti segreti della comunità di Qmran.

I documenti portati nella città natale da Geoffrey di Saint-Omer (braccio destro di Ugo di
Payns) furono in parte decifrati da un anziano religioso di nome Lambert di Saint-Omer.

L'erudito decifrò una parte degli scritti, poichè morendo nel 1121 non riuscì a portare a
termine l'incarico.

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Lambert riuscì a copiare,tra le altre cose, la raffigurazione della "Gerusalemme Celeste" che
riporta oltre alle due colonne altri simboli massonici quale la squadra e il compasso.

Nella copia del disegno Lambert indicò col nome di Giacobbe le due colonne e con
l'appellativo di Sion l'arco.

Sotto le colonne gemelle vi sono tre squadre ciascuna sormontata da un compasso, la posizione
in cui si trovano le tre squadre rispetto alle due colonne, ovvero in basso a queste ultime,
sarebbe a significare che dopo la scomparsa di Gesù, fu Giacomo il capo della chiesa di
Gerusalemme e non Pietro.

Gli elementi decorativi che si riscontrano all'interno e all'esterno rappresentano simboli


connessi all'esoterismo massonico, oltre ad altri elementi che ci fanno dubitare,
sull'antecedenza dei fatti, che i Cavalieri Templari conoscessero le terre americane prima del
1492.

Infatti, sulle altre due colonne delle 14 menzionate, risultano scolpite pannocchie di mais e
foglie di aloe, piante di origine americana sconosciute al tempo della costruzione della
Cappella che data tra i dieci e i venti anni prima della scoperta dell'America.

Questo fa supporre che un gruppo di Cavalieri Templari, per sfuggire alla persecuzione da
parte della Chiesa e da Filippo il Bello, con una flotta avrebbe raggiunto attraverso il Nord-
Ovest la Nuova Scozia (Canada) nel 1398 stabilendo il nuovo presidio nel Castello di New Poss
a 23 miglia dalla costa di Oak Island dove si ritiene siano nascoste altre verità scoperte dai
Templari.

In detta cappella sono sepolti Sir Henry St.Claire e il conte William St.Claire, nonno e nipote.

Le pietre e le sculture della Cappella nascondono un antico sapere, forse anche un tesoro.

Di sicuro la Cappella nasconde mille richiami a riti di culti babilonesi ed egiziani, riferimenti
celtici e scandinavi, mistica ebraica e cristiana.

La prima cosa che si nota come simbolismo di gran pregio è la "Colonna dell'Apprendista",
qui vediamo la più bella e raffinata raffigurazione dell'Albero della Vita della tradizione
biblica, raffigurazione integrata da alcuni riferimenti pagani come i draghi (figure sconosciute
dalla mitologia ebraico-cristiana) posti alla base.

Dalle fauci fuoriescono viti rampicanti che si estendono per tutta la lunghezza della colonna.

Alcuni vedono in questo un legame con la mitologia nordica, secondo la quale un drago
rosicchia le radici dello Yggdrasil, il grande albero cosmico che sostiene l'Universo.

Alcune teorie, inoltre, suggeriscono che questa colonna possa contenere uno scrigno di piombo
in cui è nascosta la leggendaria coppa usata da Gesù in occasione dell'Ultima Cena e
successivamente usata per raccogliere il suo sangue, il Santo Graal.

Questa colonna è anche importante perchè sembra legare, già dal proprio nome il mito
fondatore della Massoneria, con i Templari e con il mito della Cappella stessa. Il soffitto della
Cappella è ricco di riproduzione di stelle, gigli e rose.

Le stelle e le rose tradizionalmente facevano parte della decorazione dei templi dedicati alla
dea babilonese Ishtar e a suo figlio che risorge, Tammuz.

I gigli invece erano scolpiti sopra le due colonne di Boaz e Jachim nel tempio di Gerusalemme.

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Al centro della navata, a metà tra la quarta colonna di destra e di sinistra, starebbe il centro
di una ideale stella a sei punte, un punto che nel tempio originario corrispondeva al punto in
cui era custodita l'Arca dell'Alleanza.

Gli Odierni Cavalieri Templari vantano un fatto indiscutibile, le tracce di una presenza
templare posteriore al 1314 in Scozia e nei dintorni di Rosslyn, nonchè la presenza in maniera
massiccia dell'emblema delle croci templari.

Tutti gli studi esoterici, tendenti all'elevazione spirituale dell'Uomo, portano ad un unico e
solo risultato, poiché tendono a convergere verso un unico epicentro, che è il punto d'incontro
e la conclusione ultima di tutte le sperimentazioni e le speculazioni del pensiero.

Quando l'Uomo avrà raggiunto tale punto avrà completato la "Grande Opera" e sarà
Maestro di se stesso poiché siederà alla destra del Padre.

Noi ora continueremo questo breve cammino speculativo per cercare di far comprendere gli
ultimi punti essenziali di questo nostro sintetico e poco sviscerato viaggio esoterico.

Ogni persona che si accinge a intraprendere le vie esoteriche sappia che sono vie difficili,
perigliose, lunghe, pieni di insidie nonché faticose, e la maggior parte delle volte il traguardo
non viene raggiunto, poiché lungo il cammino è sola con se stessa e nessuno è in grado di
aiutarla.

Proseguendo il nostro cammino esoterico non possiamo ignorare gli argomenti che seguiranno
che saranno propedeutici per coloro i quali vorranno accostarsi alla vita di Cavaliere
Templare secondo la Tradizione.

Tutto ciò che vive si evolve, a ritmo diverso, il che definisce e delimita i campi o i regni propri
della natura, pur non escludendo la ricerca di un perfezionamento continuo.

Ciò che non si evolve ristagna e finisce per regredire e scomparire.

E' accaduto nell'esoterismo, agli esseri che, non avendo sviluppato le nuove facoltà
simboleggiate dalle nuove razze, rappresentano le ultime tracce dell'umanità degli anni
passati.

Sono tali i popoli arcaici, che l'assenza di storia e tradizioni predispone non già alla felicità,
ma a un ripiegamento, se non addirittura a una crudele liquidazione.

Anche se lo spirito trasforma la materia, ci vuole sempre una materia, un condensato dello
spirito, che si riconosce come tale, al punto di essere sublimata dal fuoco interiore.

Se l'involuzione precede l'evoluzione nella prospettiva a venire di una eternità ritrovata ma


magnificata, si deve quindi dire che la legge cosmologica dell'articolazione dell'involuzione
dello spirito e dell'evoluzione delle forme definirà gli obbiettivi della risalita spirituale, al
prezzo però di una inversione che rivela al tempo stesso l'identità delle strutture dall'alto in
basso, la somiglianza di Dio e dell'Uomo e la loro differenza.

Perché se "ciò che è in alto è come ciò che in basso", come ci dice la Tavoletta di Smeraldo,
l'analogia riguarda i loro rapporti ed esclude l'identità.

L'Uomo appare come un individuo fatto di polvere accompagnato da una Donna, il quale
dopo l'esperienza del frutto proibito, come dice la Bibbia, apre gli occhi.

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La differenza tra principio e particolarità da come risultato l'involuzione, che con la
reintegrazione diventa il campo da restringere.

L'evoluzione consiste quindi in una inversione delle prospettive involutive, nella


spiritualizzazione della materia, nella sua trasfigurazione in un corpo di gloria, quello di tutte
le fisiologie sottili che accompagnano i mistici della rinascita spirituale, la seconda nascita,
dall'acqua e dallo spirito, quella dei resuscitati in vita, che possiedono un corpo di diamante.

L'evoluzione, lungi dall'essere lineare, conosce dunque crisi e mutazioni, in ogni ritorno
ciclico di una storia che spezza la circolarità dei ritorni stessi per dare origine a possibilità
nuove di nozze mistiche dell'Uomo e del Sacro.

Tutto ciò mostra anche l'esistenza di un duplice rapporto, nell'esoterismo, tra l'Uomo e
l'evoluzione.

Un rapporto creativo in seguito, iniziatico, quello dei Maestri, che liberi da ogni
preoccupazione per la loro evoluzione personale, partecipano al consiglio degli dei, per
orientare il cammino dell'umanità.

Ora accenneremo all'iniziazione che è al contempo un'inizio e una fine: colui che viene iniziato
si è elevato ad un altro livello di coscienza e di percezione che è il germe di tutti gli sviluppi
futuri.

L'iniziazione si ottiene tramite un Maestro.

L'iniziazione è un dono, si ricollega alla rivelazione, con la differenza che riguarda in primo
luogo una data persona, un adepto.

E come dire che ciò a cui il discepolo viene iniziato lo riguarda personalmente; ma la dottrina
trasmessa, il mistero svelato, rivelano al tempo stesso l'universalità del messaggio e il potere di
chiave per il singolo adepto.

Attraverso l'iniziazione, la coscienza sulla via della rigenerazione si riappropria del sapere, il
quale cessa di essere una questione di opinione, per assurgere ad esperienza dei rapporti tra il
Sè, il Sacro ed il mondo; la coscienza fa sua la chiave che rivela rispettivamente l'anima e lo
spirito, nella loro infinita e eternità.

Iniziazione vuol dire inaugurare un nuovo modo di essere, nuova nascita, quella vera, perchè
nascita a se stessi.

Sta all'adepto dar ragione al suo genitore spirituale, cioè essere in saggezza, giustificando il
dono della vita che ha fatto di lui una creatura nuova.

Come si nasce fisicamente in una famiglia, così l'iniziazione viene al mondo, un mondo
angelico e divino, all'interno di una scuola spirituale, di una congregazione, di
un'associazione, di una loggia, una fraternità.

Simultaneamente si pone il delicato problema dei criteri delle iniziazioni e degli iniziatori, e
quello del carattere tradizionale dell'iniziazione dell'esoterismo.

Simili problemi si pongono a colui che si ritira dal mondo, colui per cui l'azione stessa
proviene dal livello simbolico che lega la coscienza al suo destino.

Il senso dà priorità all'azione.

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Qualsiasi pratica centrata sulla decifrazione dei simboli, sulle ermeneutiche contemporanee
dall'esegesi alla psicoanalisi, riceve parte del suo potere dal rapporto con la sua funzione
iniziatica, anche qualora essa lo negasse, o apparisse agli occhi degli esoteristi come una
controindicazione.

Nell'iniziazione esiste una maieutica simile ad un trasfert spirituale: i lunghi silenzi della
ricerca, le sue notti oscure, i suoi dialoghi interiori, fanno dell'iniziazione un travaglio, che ha
come meta il risveglio.

Dato che l'iniziazione implica superamento, ma anche apertura, la questione del Maestro che
permette tali aperture, e spesso impone, se non propone, gli ostacoli da superare, sorge dal
momento stesso in cui l'adepto deve offrire la sua fiducia per affinare il suo discernimento.

I tre criteri abituali dell'iniziazione, la qualificazione del discepolo, la catena dei Maestri e la
presenza dei riti, devono essere estesi, nel senso che non devono escludere i candidati alla
evoluzione e neppure immobilizzare il rinnovamento delle forme di trasmissione del Sacro.

Anche se è un risveglio, una rivelazione, l'iniziazione associa due poli di una relazione e il
discepolo come il Maestro sono impegnati in un processo che sollecita lavoro dall'uno e
contributi dall'altro.

La ricerca del Sè, la decifrazione delle lingue simboliche, la pratica dei riti saranno sempre
più integrati alla nostra vita quotidiana, restituita alla sua vocazione primaria, quella di
riflesso dell'Altissimo, che una conversione dello sguardo sembra poter ricollegare in
coscienza all'Albero della Vita.

Non si potrà esaurire sinteticamente il discorso sull'iniziazione se non si parla del Telesma e
dei Maestri.

Il Telesma è, secondo la Tavoletta di Smeraldo, la forza forte di tutte le forze.

E' la quintessenza presente ovunque nell'Universo, che vivifica e giustifica le analogie tra i
mondi.

Se ciò che è basso è come ciò che è in alto e ciò che in alto è come ciò che in basso, è perché
tutto proviene dall'Uno, per adattamento.

Il Telesma riveste così una tripla dimensione: teofania, antropologica, e cosmologica, come
dichiara la triplice affermazione della sua veridicità: "è vero, senza menzogna, autentico".

In quanto principio spirituale o divino, il Telesma è la vita del Figlio: simboleggia al tempo
stesso la luce del mondo, il verbo, il cammino, la verità e la via.

La conoscenza del Telesma esige simultaneamente la sua ricerca pratica, quindi una triplice
iniziazione, a immagine di colui che è diventato tre volte Maestro

La separazione del sottile dallo spesso e la coagulazione del volatile si fondano sull'esistenza di
due processi che accompagnano la genesi dei mondi : involuzione e condensazione dello
spirito, evoluzione e spiritualizzazione della materia.

Il Telesma è quindi la chiave dell'Universo, i simboli sono dunque carichi della stessa funzione
sintetica, unitaria: il serpente che morde la coda, l'uroboro, il Caduceo di Ermete, il cerchio e
il punto operazione del sole, la bacchetta magica.

Si tratta di strutture che rivelano la presenza del Telesma a tutti i livelli della manifestazione

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dell'uomo, del mondo e del sacro.

Il Telesma è anche presente nel drago e in tutto il bestiario ermeneutico che è la storia occulta
delle sue metamorfosi, secondo i momenti dell'opera spirituale e fisica in cui la coscienza
dell'adepto è riuscita ad identificarlo.

Tutti gli insegnamenti esoterici insistono sull'impronta del Maestro per la disciplina, eppure
subordinano strettamente l'evoluzione spirituale del discepolo alla sua iniziativa, alla sua
pratica, ai suoi sforzi quale che possa essere per il resto l'azione esercitata su di lui dal
Maestro.

Da qui la reale necessità di un Maestro, unita a quella dei criteri della sua identificazione per
il discepolo e da parte del discepolo.

E' quindi necessario che il discepolo sia già l'iniziato in potenza che va in cerca del proprio
Maestro, se lo riconosce come tale.

La determinazione di concetto di Maestro consiste nella padronanza di se, un requisito


necessario per qualsiasi azione cosmica dell'iniziato.

Il Maestro è un essere che è riuscito a controllare, a dominare i suoi pensieri, i suoi sentimenti
e i suoi atti…

Dominare i propri pensieri, i propri sentimenti, i propri atti presuppone una metodica, una
disciplina speciale, un sapere profondo in relazione alla struttura dell'essere umano, alle forze
che circolano in lui, alle corrispondenze esistenti tra tutto il suo essere e i vari domini della
natura.

Essere Maestro presuppone la conoscenza delle entità del mondo invisibile e della struttura
dell'Universo intero.

La vita del Maestro è infine trasmutazione permanente del profano in sacro: teofania in atto e
costantemente rinnovata.

E' per tale ragione che l'opera dei Maestri è un lavoro di creazione spirituale, che presuppone
il risveglio e la padronanza della coscienza superiore di sé, la capacità di decifrare il
linguaggio simbolico della natura vivente e l'armonia permanente con il Tutto, per questo il
Maestro è l'unità di una collettività.

Così la qualità di Maestro proviene dalla natura trasmutata di colui che ha compiuto la
Grande Opera sotto diverse forme, non dalla sua attribuzione da parte del discepolo.

Per concludere questa breve dissertazione esoterica accenneremo al Sacro Graal e alle nostre
conclusioni su di esso.

Il senso del Graal non si riduce tuttavia alle sue tradizionali interpretazioni.

Noi non ci accingeremo a cercare il Graal nel mondo e nelle pieghe della storia, nè tanto meno
ci soffermeremo alle sue svariate forme simboliche, per noi Odierni Cavalieri Templari, a
conclusione delle nostre conoscenze, esso è dappertutto, vi è sempre stato e vi sarà sempre.

Il Graal è il punto di incontro di tutte le iniziazioni, di tutte le tradizioni.

Il vero Graal non ha una esistenza materiale, è un segreto che ha che fare con la vita eterna
dell'anima…

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E' il segreto della comunicazione con lo spirito divino e di conseguenza della liberazione della
terra.

Il Graal è la culla di incubazione dell'Uovo Cosmico, è l'eterno femminino ed è per questo che
trovasi in mezzo a noi quotidianamente, è un segreto tanto palese che nessuno è in grado di
cogliere.

Esso consente che il moto perpetuo della discesa del Padre e la risalita del Figlio, nel ciclo di
purificazione si perpetui all'infinito, per questo la natura maschile è raffigurata da un
triangolo con la punta in alto sovrapposto alla natura femminile raffigurata da un triangolo
con la punta in basso, ottenendo così la figura della stella a sei punte famosamente nota come
il "Sigillo di Salomone".

Il Graal non cesserà mai di essere cercato, perché apre la storia umana alla teofania.

Il Graal quindi è il sigillo del nostro presente, la chiave ermeneutica del nostro futuro.

Per concludere diciamo che noi non abbiamo avuto la più larvata intenzione di insegnare
alcunchè, abbiamo solo espresso i nostri sintetici pensieri e le nostre linee in cui intendiamo
mantenerci per effettuare il nostro cammino esoterico di Odierni Cavalieri Templari.

I discepoli o chi intende intraprendere questo cammino esoterico potrà ricevere soltanto da
noi generici indirizzi o suggerimenti, la libera scelta e il loro libero arbitrio nonché la loro
maturazione interiore: saranno le spinte che li orienteranno verso la luce ed a compiere la
Grande Opera.

18 marzo 2004

18° giorno del terzo mese del 690° anno della messa al rogo del G.M. Giacomo di Molay
dalla Commanderia Generale
G.M. Leonardo B. Romano

COMUNICATO AGLI INTERESATI :

Chi e’ interessato e desidererebbe aderire a questo


ORDINE ORTODOSSO DEGLI ODIERNI CAVALIERI TEMPLARI
puo’ richiedere maggiori delucidazioni in merito inviando una E-mail a :
templatecavalieri@libero.it
oa
leonpoeta@libero.it

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