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Sintesi: Narrate in capitoli paralleli, le vicende di Giocasta ed Edipo, fino al suicidio

e all’accecamento, e quelle dei loro figli nelle lotte di potere con Creonte, che qui
vedono però trionfare Antigone, che fa giustiziare lo zio e sale al trono dopo la morte
dei fratelli, mentre la sorella quindicenne Isy, la voce narrante, parte con il vecchio
tutore alla volta di Corinto, in cerca del padre Edipo.

Trama: Nel prologo a Tebe infuria la terribile punizione di Apollo, un morbo che
porta via a un uomo la moglie e la figlia, lasciandogli solo il figlio, Sophon.

Sessant’anni dopo, Isy è la figlia quindicenne di Giocasta ed Edipo, rimasta dopo la


morte della madre e la scomparsa del padre con lo zio Creonte, la sorella Ani
(fidanzata di Emone, figlio di Creonte) e i fratelli Polinice ed Eteocle. Isy si rifugia
spesso a leggere i papiri del vecchio tutore, il medico e dotto Sophon, nell’antico
deposito del ghiaccio del palazzo reale, ma un giorno, mentre ne esce, viene
accoltellata da un misterioso uomo mascherato e salvata dalle tempestive cure di
Sophon. Polinice ed Eteo si alternano al trono dopo la fine della reggenza dello zio,
nella speranza di smorzare la maledizione che grava sul sovrano di Tebe, ma tra loro
c’è rivalità, e Sophon mette in guardia Isy dalle oscure trame di palazzo, sostenendo
che Polinice intendeva minare la credibilità di Eteo con questo delitto. Un innocente
viene giustiziato per il tentato omicidio, e Isy riconosce poi nell’amico di Polinice il
vero responsabile. Dopo l’incoronazione di Polinice per il suo anno di regno, i fratelli
vengono tenuti prigionieri nel palazzo reale, finché Eteocle uccide Polinice per
difendersi dalla sua aggressione dopo averlo smascherato, e viene a sua volta ucciso
dalle guardie per ordine di Creonte. Lo zio non tarda a proclamarsi re, proibendo la
sepoltura di Eteocle e suscitando la ribellione di Ani che viene incarcerata, mentre Isy
compie la sua volontà seppellendo il fratello e poi va dalla sorella nella sua cella,
dove la trova che si sta impiccando, salvandola, e la sorella viene quindi acclamata
regina dal popolo, decidendo come prima cosa di condannare alla pena capitale
Creonte. Isy si avvia invece insieme a Sophon verso Corinto, in cerca del padre
Edipo.

Nell’altra linea narrativa, esposta a capitoli alterni, vediamo Giocasta, data in sposa
senza chiedere il suo consenso al vecchio Laio, offrire ad Artemide la sua bambola
pregandola di risparmiarla almeno dal contatto fisico con il futuro sposo. Con sua
sorpresa e sollievo, passa la notte delle nozze indenne, e il giorno dopo il re è partito
per una caccia al cinghiale, ma questo atteggiamento distaccato finisce per
indispettirla dopo nove giorni di regale assenza. Il servitore Oran le confida che il re
non è interessato alle donne, ma ai ragazzi, e che sebbene voglia un erede, non deve
essere necessariamente suo, anzi lo stesso Oran è stato designato per il compito, e
presto Giocasta resta incinta, conoscendo nel frattempo Sophon, l’uomo alla
bancarella dei papiri al mercato, che la aiuta e protegge. Subito dopo il parto Teresa,
cuoca e capa della servitù, le porta via il bambino, dato che una profezia ha
annunciato che la morte di Laio avverrà per mano del figlio. Giocasta non si riprende
dal trauma, e dopo diciassette anni diventa regina alla morte di Laio, continuando a
interrogare senza posa l’oracolo di Delfi sulla sorte del figlio che crede ancora vivo
da qualche parte. È lo stesso Edipo ad annunciarle la morte del marito, dicendo di
averne provocato accidentalmente la caduta fatale mentre lo difendeva dall’attacco
dei briganti di montagna (la Sfinge) e si propone come suo alleato contro i cortigiani
e poi come sposo grazie alla gloria conquistata sconfiggendo definitivamente la
banda di briganti. Dopo anni di matrimonio con Edipo e diversi figli, il morbo torna a
imperversare a Tebe, ed Euridice, la moglie di Creonte, ne muore dopo esser rimasta
chiusa fuori dalle porte della cittadella regale, così che Creonte incolpa Edipo e
Giocasta. Intanto cominciano a circolare voci sul fatto che Edipo è in realtà suo
figlio, e quando il morbo si ripresenta viene interpretato come una punizione divina
per l’incesto. Giocasta Manda quindi a cercare la vecchia Teresa, che conferma di
non averlo ucciso ma di averlo fatto crescere da persone ignare della sua origine.
Capendo di aver sposato il figlio, Giocasta si impicca, e credendola contagiata dal
morbo, viene sepolta nella fossa comune, e quando Edipo si ribella viene accecato da
Creonte, che non ha dimenticato la morte di Euridice.

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