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PROMESSI SPOSI

Capitolo XVII
Titolo:I Promessi Sposi

Autore:Alessandro Manzoni

Anno di pubblicazione:1827

Luogo di pubblicazione:Milano

Riassunto:Renzo si rimette in viaggio,evitando però di chiedere


indicazioni per paura di essere riconosciuto.Abbandona la via maestra
e prende una strada di campagna.Si ritrova in un bosco che lo
spaventa e per un attimo pensa di tornare indietro,ma il rumore delle
acque dell’Adda lo convincono a continuare.Arriva al fiume.Sa che è
troppo presto per trovare un pescatore che lo accompagni fino a
Bergamo,quindi decide di aspettare mezzogiorno,riposando in un
capanno visto poco prima.Non riesce a dormire per via delle figure che
gli riaffiorano in testa:Lucia,Agnese,Fra Cristoforo...Quando sente
l’undicesimo tocco delle campane si alza e si dirige nuovamente verso
l’Adda dove trova un pescatore al quale promette soldi in cambio di un
passaggio.Quest’ultimo,abituato ai banditi,si assicura che nessuno li
possa vedere e accetta di accompagnarlo.Salito sulla barca,il ragazzo
inizia a remare con maestria,impaziente di arrivare a Bergamo.Sulla
riva Renzo paga il suo accompagnatore e si dirige verso la città.Nel
cammino pensa a come sarebbe potuto vivere in quel posto e nel
mentre gli viene fame.Con i pochi soldi che ha entra in un’osteria e
quelli rimanenti li da a una famiglia che chiede l’elemosina.Arrivato a
Bergamo entra in un palazzo e chiede di Bortolo,suo cugino.Gli
racconta la vicenda e l’uomo,disposto ad aiutarlo,gli offre un lavoro e
un alloggio.

Passi importanti:Un passo molto importante è il discorso tra Bortolo e


Renzo.Bortolo si preoccupa delle condizioni del cugino e quando sa che
non ha soldi gli offre di utilizzare i propri “<e a danari come stiamo?>
Renzo stese una mano,l’avvicinò alla bocca,e vi fece scorrer sopra un
piccol soffio.<Non importa,>disse Bortolo <N’ho io:e non ci
pensare,che,presto presto,cambiandosi le cose,se Dio vorrà,me li
renderai,e te n’avanzerà anche per te>” (pag.292).Inoltre gli offre di
lavorare con lui e di ospitarlo, ma lo avverte che verrà chiamato
“baggiano” per via della sua appertenenza milanese.Dopo una lunga
discussione su quanto questo nome sia irrispettoso,lo accetta e
insieme vanno dal padrone.
Osservazioni personali:È strano il fatto che Renzo si offenda così
tanto per le parole del mercante,tanto che afferma che vorrebbe
averlo davanti per raccontargli la vera vicenda “pagherei qualche cosa
a trovarmi a viso a viso con quel mercante dell’Adda,e fermarlo,e
domandargli con comodo dov’abbia pescate tutte quelle belle
notizie...E imparate a parlare un’altra volta,principalmente quando si
tratta del prossimo” (pag.280-281).Inoltre,vede l’Adda e Bergamo
come un luogo dove può salvarsi.Infatti per tutto il viaggio si trova in
uno stato d’ansia,con la paura di essere scoperto,ma appena arriva a
Bergamo sembra quasi dimenticarsi di ciò che ha passato,pensando
soltanto a come avrebbe potuto vivere lì,coinvolgendo anche Agnese e
Lucia.”Lì i padroni fanno a gara per avere operai milanesi,che son quelli
che sanno bene il mestiere” “Vengono quelle due care donne:si mette
su casa.Che piacere,andar passeggiando su questa stessa strada tutti
insieme!Andar fino all’Adda in baroccio,e far merenda sulla riva...”
(pag.291)
Capitolo XVIII
Titolo:I Promessi Sposi

Autore:Alessandro Manzoni
Anno di pubblicazione:1827

Luogo di pubblicazione:Milano
Riassunto:Quel giorno arriva al signor podestà di Lucca un
espresso,dove gli viene chiesto di fare delle ricerche su un
uomo:Lorenzo Tramaglino.Don Rodrigo,aveva sentito della vicenda di
Renzo e,Attilio era partito per Milano per parlarne con un potente
parente.Lì va da un conte del Consiglio segreto,loro zio.Fatti i suoi
complimenti,spiega la vicenda all’uomo incolpando Fra Cristoforo di
volersi intromettere nella storia tra Rodrigo e i due promessi,per via
dell’affetto che aveva per Lucia alla quale aveva trovato
marito.Inoltre,quando nota che lo zio sa che suo nipote non è del tutto
innocente,afferma che la parentela di Rodrigo con il conte è un
incentivo per il frate.Lo zio accetta di aiutarli,dopodichè congeda il
nipote.Intanto Fra Cristoforo conduce delle ricerche su quello che è
accaduto a Lorenzo e quando incontra un pescatore diretto a Monza
gli chiede di salutare Agnese e Lucia,informandole che Renzo si trova
a Bergamo.Le due donne erano a conoscenza di ciò che era successo a
Milano e di conseguenza erano preoccupate per il ragazzo,ma appena
ricevono la notizia si tranquillizzano.Lucia è perennemente chiusa nel
Monastero e Gertrude spesso le fa delle confidenze,le quali non
vengono ricambiate dalla ragazza.Il pescatore torna una seconda
volta,ma poi non si fa più vedere per settimane e questo preoccupa
molto Lucia che chiede alla madre di tornare a Pescarenico.Il giorno
seguente Agnese va dal pescatore e gli chiede di portarla con se’ nel
viaggio di ritorno.Arrivata nel paese,vuole andare a salutare Fra
Cristoforo,il quale scopre essere partito per Rimini giorni prima.Don
Rodrigo, venuto a sapere che Lucia si trova nel Monastero di
Monza,pensa di abbandonare i suoi piani,dato che non sarebbe mai
riuscito ad espugnarlo.Spinto dalle canzonature di Attilio e non
volendosi arrendere,pensa di chiedere a un uomo rischioso ,il quale
avrebbe potuto aiutarlo.Quando scopre della partenza di Fra
Cristoforo e del ritorno di Agnese si convince di rivolgersi
all’Innominato.
Passi importanti: L’avvenimento più importante del capitolo è il dialogo
tra Attilio e il Conte Zio.Nella loro discussione,Attilio dipinge suo
cugino Rodrigo come un’innocente, dando la colpa a Fra Cristoforo
“<Signore Zio,in questo,è mio dovere di dirle che Rodrigo l’avrebbe
scansato,se avesse potuto.È il frate che l’ha con lui,che l’ha preso a
provocarlo in tutte le maniere>” “<Ora da qualche tempo>continuò
Attilio,<s’è cacciato in testa questo frate,che Rodrigo avesse non so
che disegni sopra questa...>”(pag.306-307).A queste parole,il Conte
non crede all’innocenza di suo nipote e Attilio continua a far ricadere
la colpa su Fra Cristoforo.Quando lo zio dice che immagina che il frate
non sia a conoscenza della loro parentela,Attilio ne approfitta e
afferma che proprio per questo motivo ci trova più gusto.Il conte
allora chiede il nome di questo e lo scrive nella sua agenda.Il nipote
insiste nel dire che Fra Cristoforo voglia maritare la ragazza con
Renzo e che per questo se la sia tanto presa con Rodrigo.Il conte poi
chiede come mai Rodrigo non si sia ancora rivolto a qualcuno che
avrebbe potuto aiutarlo e Attilio risponde che egli vuole avere
giustizia in modo legale.Infine lo zio licenzia suo nipote pomettendogli
di intervenire.

Osservazioni personali:La furbizia di Attilio è ammirevole.Lui incolpa


continuamente Fra Cristoforo dell’intero accaduto,ma lo zio non cede
“...Lo conosco anch’io Rodrigo;e ci vuol altro avvocato che
vossignoria,per giustificarlo in queste materie”(pag.306).Quando però
lo zio nomina la parentela,Attilio ne approfitta subito,dicendo che il
frate la vede come un incentivo “<Perché,e lo va dicendo lui,ci trova
più gusto a farla vedere a Rodrigo,appunto perché questo ha un
protettor naturale...>”(pag.307);sa che questo motiverà il conte ad
accettare la mansione.
Capitolo XIX
Titolo: I Promessi Sposi
Autore:Alessandro Manzoni

Anno di pubblicazione:1827

Luogo di pubblicazione:Milano

Riassunto:Il Conte Zio decide di aiutare Don Rodrigo chiedendo aiuto


al Padre provinciale.Egli allora lo invita a un banchetto con dei
commensali e poi lo prende da parte per parlargli della
questione.Subito il Conte gira intorno alla storia,parlando di Fra
Cristoforo come un uomo che crea guai,ma quando capisce che il Padre
provinciale non ha intenzione di punire il frate gli racconta che ha
avuto problemi con la sua famiglia e più specificatamente con
Rodrigo.Il Padre non vuole spostare Fra Cristoforo in un altro paese
perché in una situazione del genere sembrerebbe una punizione,ma alla
fine si lascia persuadere e manda l’obbedienza al frate di andare a
Rimini.La mattina seguente Cristoforo parte,preoccupandosi però della
sorte di Renzo,Lucia e Agnese,i quali quando torneranno non lo
troveranno più.Intanto Don Rodrigo si è convinto a rivolgersi
all’Innominato.Egli,come numerose storie raccontano,è un uomo che
non rispetta le leggi e aiuta chiunque si rivolga a lui minacciando o
uccidendo coloro che sono contro il suo cliente.Abita in un castello in
cui vive lui e i suoi sicari.Non è conveniente essergli contro,di
conseguenza tutti accettano di fare ciò che lui dice.Don Rodrigo cerca
di nascondere la sua amicizia con quest’uomo,dato che non sarebbe
stato motivo di vanto.Il castello non era lontano dalla dimora del Don e
un giorno, quest’ultimo si decide e parte scortato dai suoi bravi.

Passi importanti:Importante è la descrizione dell’innominato.Manzoni


lo descrive inizialmente come un uomo spregevole con il gusto di
comandare,servendosi anche di citazioni tratte da altri libri.”Fare ciò
che voleva vietato dalle leggi...Padrone negli affari altrui,senz’altro
interesse che il gusto di comandare”.Successivamente però evidenzia
il fatto che a volte aiuti anche i deboli “Accade qualche volta che un
debole oppresso,vessato da un prepotente,si rivolse a lui;e lui,
prendendo le parti del debole,forzò il prepotente a finirla,a riparare il
mal fatto o a chiedere scusa”;in questi casi dice che il suo nome viene
benedetto al posto di essere temuto.

Osservazioni personali:Secondo me è particolare il modo in cui il Conte


Zio studi in ogni dettaglio il suo incontro con il Padre
Provinciale.Egli,infatti,organizza un banchetto con molti commensali i
quali a ogni sua affermazione annuiscono.In questo modo rende
difficile non acconsentire a ogni sua parola, come dice anche nel testo
“I quali cominciando dalla minestra a dir sì,con la bocca,con gli
occhi,con gli orecchi,con tutta la testa,con tutto il corpo,con tutta
l’anima,alle frutte avevan ridotto un uomo a non ricordarsi più come si
facesse a dir di no”.Inoltre il pensiero e le parole del Padre Provinciale
sono molto diversi.Per esempio a pag.313 il provinciale pensa: “Colpa
mia;lo sapevo che quel benedetto Cristoforo era un soggetto da farlo
girare di pulpito in pulpito,e non lasciarlo fermare mesi in un
luogo,specialmente in conventi di campagna” ma poi lo difende davanti
al Conte “Oh!Mi dispiace davvero sentire che vostra magnificenza
abbia in un tal concetto il padre Cristoforo;mentre,per quanto ne so
io,è un religioso...Esemplare in convento,e tenuto in molta stima anche
di fuori”.

Capitolo XX
Titolo:I Promessi Sposi

Autore:Alessandro Manzoni

Anno di pubblicazione:1827

Luogo di pubblicazione:Milano
Riassunto:Don Rodrigo arrivato al castello lascia i suoi bravi con le
guardie,dopodichè si introduce nell’edificio e incontra l’innominato.Il
Don gli spiega la vicenda,l’amico gli chiede il nome della fanciulla e
infine lo congeda dicendo che gli avrebbe detto cosa fare
successivamente.L’innominato manda Nibbio a informare Egidio,il quale
abitava vicino al Monastero,della situazione.Quest’ultimo accetta,
ritenendo l’impresa molto facile,poi chiede che due o tre bravi lo
aiutino.Egidio ordina a Gertrude di far allontanare Lucia dal
Monastero.Ella prova in tutti i modi a liberarsi di questo compito,ma
alla fine accetta,dato che non vuole commettere omicidio (che è l’unica
strada per liberarsi di Egidio).Il giorno prestabilito si incontra con la
giovane e le chiede di andare dal padre guardiano per dirgli di venire
subito da lei,senza però fare il suo nome a nessuno.Lucia subito è
titubante perché dovrebbe mentire,ma alla fine accetta di aiutare
Gertrude.Arrivata in strada la ragazza incontra degli uomini che le
chiedono indicazioni.Questi sono i bravi dell’Innominato che la
rapiscono e la mettono nella carrozza con cui sono arrivati a Monza.Lei
cerca di fare resistenza,nonotante loro cerchino di rassicurarla che
andrà tutto bene,e sviene.Risvegliatasi,si abbandona a preghiere
finchè non arrivano al castello.L’Innominato,non volendo noie,pensa di
mandarla direttamente da Rodrigo,ma poi scaccia l’idea.Chiama la
vecchia del castello e le ordina di andare alla taverna prima che arrivi
la carrozza,per accogliere la giovane e rassicurarla.La donna si dirige
immediatamente nel posto assegnato.
Passi importanti:Uno dei passi più importanti di questo capitolo è la
richiesta di Gertrude a Lucia.Egidio,complice dell’Innominato,spiega la
situazione alla Monaca e le ordina di far uscire la ragazza,lei cerca di
liberarsi di tale carico senza però commettere omicidio,ma alla fine
ubbidisce.Il giorno prestabilito si incontra con Lucia e le chiede di
uscire dal Monastero per dire al Padre dei cappuccini di andare da
lei,ma senza mai nominarla.Lucia ha paura di accettare,dato che
dovrebbe uscire in un luogo sconosciuto e poi raccontare anche delle
bugie,ma alla fine accetta.Gertrude si sente subito in colpa e la
richiama ma poi la lascia andare.

Osservazioni personali:Secondo me è curioso il fatto che Gertrude


per tutto il romanzo abbia avuto un certo affetto e si sia confidata
con Lucia,ma che alla fine ubbidisca all’ordine di Egidio.Nonostante ciò
penso che se non l’avesse fatto ci sarebbero state gravi conseguenze
per lei.Inoltre è strano il modo in cui l’Innominato venga descritto
come un uomo a cui piace la vendetta,ma nonostante ciò in questo caso
pensa anche di liberarsi del problema mandando direttamente Lucia da
Rodrigo.Non cede a queste idee soltanto per mantenere la sua
reputazione.Infine reputo nobile il gesto di Lucia la quale,nonostante
non si sia mai confidata con Gertrude e sia sempre rimasta alquanto
diffidente,decide di accettare la richiesta della Monaca anche se
dovrebbe mentire.

La Strada
Titolo:La strada

Autore:Cormac McCarthy

Anno di pubblicazione:2006

Luogo di pubblicazione:America

Riassunto:A seguito di una catastrofe che ha ucciso la maggior parte


della popolazione,padre e figlio si trovano a dover sopravvivere in un
mondo sommerso dalla cenere causata dall’incendio della maggior
parte del territorio.Essi viaggiano verso sud,sperando di trovare un
po’ di tepore e altri sopravvissuti.Più volte sono a rischio di vita,ma
trovano sempre un modo per sopravvivere,saccheggiando case e
supermarket incontrati nel loro cammino.Si affrontano con altri
sopravvissuti che provano a rubare loro ogni provvista,ma si salvano
sempre grazie alla pistola che il padre porta con se’.Incontrano anche
persone bisognose,che aiutano soltanto sotto insistenze del
bambino.Quando arrivano alla loro meta rimangono delusi dallo stesso
clima.Lì vengono derubati da un ladro,ma lo inseguono e riprendono le
loro cose.Continuano poi il loro viaggio verso sud,ma il padre viene
colpito da una freccia e da quel momento c’è un suo declino
salutare.Alla fine muore,ma non riesce a uccidere il figlio quindi lo
convince ad andare avanti.Appena il bambino torna in strada, trova un
uomo il quale gli offre di andare con lui e una comunità di
sopravvissuti.

Passi importanti:I passi più importanti sono i punti di svolta del


romanzo che,a mio parere,sono 3:la scoperta del bunker,l’arrivo sulla
spiaggia e la morte del padre.Nel primo punto i due camminavano da
giorni senza cibo e stavano per morire.Trovarono una casa in cui però,
non venne scoperto nulla di utile.Nel giardino,il padre trovò una
botola.Subito il figlio era contrario ad aprirla per via delle vecchie
esperienze (la casa dei cannibali),ma dopo averlo calmato,l’uomo scoprì
un bunker caldo e pieno di provviste che li salverà per più giorni.Nel
secondo, arrivarono finalmente alla loro meta dopo un lungo viaggio,ma
vennero delusi:il clima era esattamente lo stesso e il mare era
grigio.Nonostante ciò,rimasero lì per più giorni.Scoprirono anche una
barca,dove il padre trovò un lanciarazzi.Nell’ultimo punto,dopo essere
andati via dalla costa ed essere tornati nella strada,trovarono un
paese abbandonato.All’interno di una casa c’era un uomo che,per
rubare le loro provviste,colpì il padre con una freccia alla gamba.Egli
però tirò fuori la pistola e lo uccise.Dopo questo il padre è sempre più
debole dato che la ferita continua a infettarsi e a perdere sangue,ma
decise di riprendere il viaggio verso sud.Mentre stanno camminando,
sentì di non riuscire più a continuare e lo disse al figlio.”Non ce la
faccio,disse.Va bene così”(pag.210).Il piccolo insistette per costruire
una tenda per proteggerlo dalla pioggia,che però non arrivò mai.A
questo punto,il padre sapeva di star per morire,dunque incoraggiò il
bambino a rimettersi in viaggio “L’uomo gli prese la
mano,ansimando.Devi andare avanti,disse.Io non ce la faccio a venire
con te.Ma tu devi continuare.Chissà cosa incontrerai lungo la
strada.Siamo sempre stati fortunati.Vedrai che lo sarai
ancora.Adesso vai.Non ti preoccupare”(pag.211).Il figlio continuò a
insistere per restare con lui e arrivò anche a chiedergli di ucciderlo
“Portami con te.Ti prego.” “Hai detto che non mi avresti mai
lasciato”(pag.212).Infine il padre lo convinse a continuare dicendogli
che,anche quando sarà morto potrà parlare con lui “Quando non ci sarò
più potrai comunque parlarmi.Potrai parlare con me e io ti
risponderò.Vedrai”(pag.212).A quest’affermazione il bambino accettò
di continuare nonostante avesse molta paura.

Osservazione Personali:Il libro è molto toccante.McCarthy crea due


personaggi molto diversi fra loro,ma che rispecchiano la ragione e
l’umanità.La prima,viene decisamente rispecchiata dal padre,il quale
pensa alla sopravvivenza sua e del figlio,non curandosi delle altre
persone.La seconda dal figlio che cerca sempre di convincere l’uomo a
donare delle provviste o a prendere con loro una persona che ha
bisogno d’aiuto.Un esempio può essere quando per la strada trovano il
vecchio.Il figlio vuole subito dargli qualcosa da mangiare,ma il padre
preferirebbe evitare.Alla fine accetta solo per far contento il
bambino. “Magari potremmo dargli qualcosa da mangiare
L’uomo rimase a osservare la strada.Maledizione,mormorò.Guardò il
vecchio.Forse si sarebbe trasformato in un dio,e loro in alberi.E va
bene,disse.”(pag.124).L’umanità del bambino si vede anche dal suo
disgusto sul cannibalismo.Tanto che,anche alla fine del romanzo,prima
di andare via con l’uomo sulla strada,gli chiede se lui e gli altri
sopravvissuti mangiano le persone “Voi non mangiate la gente
No.Non mangiamo la gente.
E posso venire con voi?
Sì che puoi.
Allora ok.”(pag.216)
Lo scrittore inoltre crea una situazione molto realistica,mostrando lo
spirito di sopravvivenza dell’uomo.I due protagonisti infatti conducono
un viaggio verso una meta non prestabilita,cercando un posto più caldo
e magari più abitato.Nonostante ciò,quando arrivano alla spiaggia non
sembrano delusi dal fatto che non sia come si immaginavano,perché
evidentemente se lo aspettavano.Inoltre i ricordi dell’uomo rendono
l’ambientazione ancora più triste,perché racconta di posti felici in cui
ancora tutto non era bruciato.I ricordi della moglie rendono la storia
ancora più infelice.Mccharty rende totalmente l’immagine del
sopravvissuto,infatti anche l’uomo alla fine del romanzo vuole che il
bambino dia loro tutto ciò che lui e il padre avevano.Nonostante
questo,mostra anche l’umanità dell’uomo nel far tenere la pistola al
bambino,come gli aveva detto il padre. “Il bambino fece per dargli la
pistola ma l’uomo non volle.Quella tienila tu” (Pag.216).

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