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Gli strumenti usati nelle cerimonie vengono ancora oggi ritenuti sacri dalla
popolazione della tribù perché essi vengono usati solamente per la
comunicazione con i poteri superiori dell'Universo. Questi strumenti, sia i
tamburi che gli altri, vengono creati e mantenuti con molto rispetto usando
rituali particolari. La pelle dei tamburi indiani vengono strutturati con una
cornice di legno creata scavando una intera serzione di albero giovane che
darà una particolare intonazone al tamburo oppure usando contenitori di
argilla o metallo parzialmente riempiti di acqua e coperti con pelle animale,
tamburi che verranno suonati mediante l'uso di un batacchio o bastone con
una sfera terminale fatta di materiali vari ricoperta di solito di pelle che darà la
giusta battuta. I sonagli possono essere costruiti con oggetti cavi di vario
genere come zucche, bastoni forati, gusci di tartaruga pieni di ciottolini o semi
particolari, oppure vengono usati ancora oggi zoccoli di cervo o conchiglie
messe assieme.
Anche la voce viene usata per accompagnare i riti tramite canti vocalici o
come sfondo all'armonia della musica o con canzoni sacre. Il canto era usato
in ogni occasione della giornata ad esempio se una donna cantava mentre
macinava il mais poteva essere una canzone per invocare la pioggia o un
buon raccolto, una ninna nanna per gli indiani americani non era solo una
canzone tesa a rilassare il bambino che aveva difficoltà ad addormentarsi ma
usava le parole per portare il potere del sonno, così come esistevano canzoni
adatte per invocare una buona caccia o la guarigione di qualcuno, in pratica
l'abbondanza di canzoni aventi un dato significato di fondo predominante
rispetto a tutto era causato ad esempio dalle situazioni di vita giornaliere così
chi abitava vicino alla costa invocava acque calme e pesca abbondante, chi
viveva nei Pueblo invocava spesso la pioggia, eccetera.