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Automotivazione dinanzi alle difficoltà, alla fatica, al disagio, ai

dolori. L’automotivazione produce impegno,


Il termine motivazione deriva dal latino “motus”, impegnandoci diventiamo più bravi e aumentiamo
ovvero movimento ed indica il muoversi di un il senso di competenza/autoefficacia; sentirsi
individuo verso un qualcosa di desiderato, un competenti è fonte di piacere e di emozioni
obiettivo. Questa spinta all’azione è caratterizzata positive. Questo piacere stimola livelli più elevati
da due componenti: direzione ed intensità. Si di impegno che porterà a sviluppare nuovi
intende con direzione la meta verso cui è apprendimenti e ad accrescere il senso di
orientata l’azione, il fine ultimo; per intensità si autoefficacia, generando nuovamente piacere.
intende l’impegno e lo sforzo profuso nel
cominciare e nel portare avanti una certa azione.

La motivazione influisce sulla scelta delle attività


praticate (come il grado di difficoltà, o livello degli
avversari con cui gareggiare), sull’impegno messo
per raggiungere gli obiettivi (frequenza ed
intensità degli allenamenti), e sulla resistenza di
fronte ai fallimenti e alle difficoltà.

Il processo motivazionale che si genera


nell’’individuo non è osservabile
Come allenare l’automotivazione?
concretamente; per cercare di comprenderla ci si
basa sui comportamenti agiti, tuttavia bisogna
Bisogna comprendere, in primo luogo, le
tener conto che: uno stesso motivo può essere
motivazioni che spingono all’attività sportiva
espresso attraverso comportamenti differenti
considerando e i fattori interni alla persona e quelli
(posso essere aggressivo sia affrontando
esterni. È importante, poi, conoscere gli stili
l’avversario che ignorandolo) o, al contrario,
attributivi degli atleti, ossia in che modo si
motivazioni tra loro eterogenee possono essere
danno spiegazione del successo o del fallimento
espresse con uno stesso comportamento (posso
in termini di stabilità delle cause, di locus of
praticare uno sport sia per tenermi in forma sia
control e di controllabilità da parte del soggetto.
per divertirmi).
Un atleta che spiega il suo fallimento come dovuto
Sono state individuate, mediante diversi studi, ad una sua mancanza di abilità stabile, interna e
differenti tipologie di motivazione: alla riuscita e ad non migliorabile tramite l’allenamento e l’impegno,
evitare l’insuccesso (Murray, McClelland e non sarà motivato a proseguire in quella pratica
Atkinson); primarie e secondarie (Antonelli e sportiva. Per contro, uno sportivo che vede una
Salvini); orientata al compito ed orientata al Sé sconfitta causata da una momentanea
(Nicholls); alla competenza (Harter); distrazione, o da scarsi allenamenti o
psicofisiologiche-psicodinamiche-psicosociali dall’ambiente di gara particolarmente ostile, sarà
(Mismetti); tuttavia la distinzione più comune è tra portato ad impegnarsi di più in vista dei prossimi
motivazione intrinseca e motivazione estrinseca: incontri o semplicemente accetterà il fatto che non
c’erano le condizioni giuste per eccellere in quella
- intrinseca, quando la spinta ad agire deriva da situazione.
stimoli interni, dal piacere, dal divertimento
personale, dalla voglia di mettersi in gioco, di Dalla parte del coach.
migliorare, e così via. Le attività motivate
intrinsecamente sono autonome e
autodeterminate; Un modello di riferimento utilizzato per
l’incremento della motivazione è il modello
- estrinseca, quando si è spinti da incentivi
“TARGET”, che lavora sulla motivazione
esterni, premi, remunerazioni, dalla possibilità intrinseca e orientata alla competenza:
di ricevere lodi e elogi.

La motivazione intrinseca, o automotivazione,  T-Task (compito): puntare ad assegnare


legata al senso di competenza, al gioco, al compiti diversi o aspetti diversi di uno
stesso compito, rende meno dipendenti
divertimento è l’unica garanzia per non bloccarsi
dal confronto sociale e più orientati
all’acquisizione di competenza personale.
 A–Authority (autorità): coinvolgimento
degli atleti nelle scelte.
 R–Recognition (riconoscimenti):
esprimere apprezzamenti ed
incoraggiamenti, rinforzare gli
atteggiamenti e i comportamenti positivi.
È importante che essi siano espressi in
modo realistico e non come pure
formalità. Meglio se esternati all’atleta in
privato, piuttosto che pubblicamente.
 G–Grouping (gruppi): utilizzare il lavoro di
gruppo, favorire la collaborazione e la
cooperazione. creare gruppi eterogenei e
con criteri flessibili, in modo che a
seconda del compito richiesto i soggetti
possano facilmente passare da un gruppo
all’altro. Si evita il formarsi di gruppi
stabili, che potrebbero competere tra loro.
 E–Evalutation (valutazione): fornire
indicazioni, giudizi e critiche. Le
valutazioni devono rispecchiare criteri
individuali, personalizzati per ciascun
atleta. Tengono conto dei miglioramenti,
della partecipazione e dell’impegno.
 T–Time (tempo): stabilire e considerare
tempi diversi, personalizzati per ciascun
atleta. Alcuni necessitano di un tempo
maggiore di altri per apprendere.

Dalla parte dell’atleta.


Prova questo esercizio.

- Individua e scrivi almeno 5 aspetti positivi


dell’attività sportiva che pratichi;
- individua e scrivi almeno 5 vantaggi che ti
porterà nel breve, medio e lungo termine;
- trova una foto, o disegna, uno dei ricordi
più belli vissuto praticando il tuo sport e
richiama alla mente le sensazioni vissute;
- integra il tutto e degli forma nella tua
mente, arricchendolo con descrizioni,
sensazioni ed emozioni.

Questo esercizio ti aiuterà a vedere, e tenere a


mente, tutti i motivi piacevoli, entusiasmanti e
positivi che ti spingono a praticare l’attività
sportiva che hai scelto.

“Per motivare qualcuno fate in modo che provi


qualcosa, che senta qualcosa, insomma che
abbia qualche sensazione positiva.”

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