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CONSIDERAZIONI SUL LAVORARE INSIEME

Vorrei dare una definizione diversa del “lavorare insieme”. Ritengo sia un termine molto
sottovalutato. Quando si dice “Questo club ha vinto la partita” si pensa solamente ai
giocatori e all’allenatore. Ma la verità è che non è per niente così. La partita è stata vinta
perché c’è stato un lavoro di tutto il club, di tutti tecnici anche da un punto di vista economico
da non trascurare assolutamente (l’essere riusciti a potersi permettere determinate
strutture). È solo l’allenatore che si prende cura della squadra? No, ci sono molte personalità
dietro che aiutano a preparare programmi di allenamento per migliorare il rendimento
muscolare e mentale degli atleti cercando di accrescere le condizioni sportive e lo stato di
benessere. Un esempio è la figura del manager sportivo è sicuramente essenziale, pianifica,
gestisce i progetti, le condizioni di lavoro e sicuramente definisce un piano per il futuro del
club, piano che viene valutato, monitorato ed analizzato. La gestione dei tempi di recupero
tra una partita e l’altra, con che intensità allenarsi o con che intensità NON allenarsi, per un
giocatore giovane diventa difficile trovare risposta a questi interrogativi ed è qui che entrano
in gioco figure come il fisioterapista, il nutrizionista ecc. Il periodo della vita di un atleta in cui
questi soggetti diventano protagonisti della sua vita è il periodo dilettantistico/agonistico in
cui il giovane impara routine, procedure e prende consapevolezza degli stili di vita che
favoriscono le prestazioni sportive. Ho deciso di creare un più che un esercizio, una
strategia che porti al capire con la pratica cosa significa lavorare insieme, nel quale tutti gli
allenatori, chinesiologi, fisioterapisti, motivatori psicologi, nutrizionisti siano coinvolti.
Comprensione, apprendimento ed esecuzione devono essere al centro di questo metodo.
Presentare tutti i tecnici creando dei piccoli stand (bastano anche due sedie con un tavolino)
nei quali ogni atleta dovrà interagire obbligatoriamente con il professionista. È necessario
svolgere questa attività con regolarità (una volta al mese). Perché proprio questo? Si
conosce tutto il personale, si sviluppa fiducia, partecipazione, voglia di confrontarsi con
professionisti del settore e abilità nell’interagire. Sembra una strategia comune ma la
maggior parte dei club sportivi dilettantistici non presenta nemmeno tutte queste figure e in
caso ci fossero molti degli atleti non sarebbero consapevoli delle loro potenzialità. Questa
strategia aumenta la consapevolezza di ogni allievo che la squadra non è composta solo dai
compagni e l’allenatore ma da tutto l’ambiente circostante e che si può migliorare veramente
solo lavorando insieme.

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