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GIOCHI PROPEDEUTICI AL

MINIVOLLEY
Breve…. premessa

Il Minivolley è un gioco-sport di situazione, caratterizzato da imprevedibilità o limitata prevedibilità, variabilità che


presuppone un costante adattamento delle tecniche alla situazione di gioco.

Per un/una bambino/a che cerca nel minivolley la gratificazione al gioco, la tecnica individuale (palleggio, bagher,
schiacciata), la lettura delle traiettorie, la padronanza dello spazio di gioco e la relazione con i compagni, può
risultare difficile. Per soddisfare tale gratificazione al gioco è necessario scomporre le tecniche individuali di gioco in
schemi motori di base semplificando le variabili tecniche.

Questi schemi fanno già parte del pacchetto genetico di ogni bambino, solo che la mancanza di opportunità
motorie ne determina la lenta ma inesorabile regressione dal punto di vista motorio. Il “risveglio” di queste
strutture e l’apprendimento di nuovi schemi andranno a far parte della memoria motoria. Queste abilità motorie
sono importanti perché facilitano l’innesto delle tecniche sportive migliorando di fatto la qualità dell’apprendimento.
Spesso, però, queste strutture sono sottovalutate. Si pensa, erroneamente, che siano di semplice ed immediata
acquisizione. Il bambino inizia a strutturarli già con i primi movimenti che compie dopo la nascita, ma può
svilupparli in modo corretto e approfondito tra i 6 -12 anni. Fino a trenta anni fa i bambini camminavano e si
spostavano quasi esclusivamente a piedi o in bicicletta, correvano e si rincorrevano, si arrampicavano sugli alberi,
lanciavano sassi, etc. Tutte queste attività quotidiane e spontanee erano situazioni profondamente allenanti. Oggi
la sfera della motricità umana è drasticamente diminuita in quanto la maggior parte degli stimoli provengono da
fonti virtuali, poco collegate al movimento, che favoriscono esclusivamente l’uso degli analizzatori ottici ed acustici,
escludendo gli altri canali di ricezione delle informazioni (vestibolare, propriocettivo, tattile). I giochi di strada che
animavano le giornate di intere generazioni di ragazzini sono stati sostituiti da giochi sempre più statici e da
videogiochi. I mezzi di trasporto personali hanno quasi eliminato le residue possibilità di movimento. Abilità manuali
come lanciare ed afferrare, oggi sono state sostituite dall’abilità di utilizzare velocemente la tastiera di un computer
o di un cellulare. Quindi, il compito degli insegnanti è quello di far recuperare agli allievi che si affacciano alla
pratica sportiva quel vasto patrimonio di esperienze perdute. Si dovrà dedicare grande importanza a forme di
movimento che favoriscano la strutturazione ed il consolidamento di una motricità di tipo generale e degli schemi
motori. Inoltre, il processo di apprendimento degli schemi motori è complesso ed in continua evoluzione. Ha
bisogno di essere rivisitato, in quanto la crescita fisiologica (variazione indici antropometrici in primis) impone
continui adattamenti. A volte ciò che sembrava acquisito a 8 anni può sembrare dimenticato a 11 anni.

Per concludere questa breve… premessa, si può senza dubbio affermare che la costruzione del patrimonio motorio
è sempre prioritaria rispetto alla costruzione delle gestualità tecniche, soprattutto nella fase iniziale di
apprendimento.

I giochi che seguono sono stati tratti dal vademecum approntato dal C.P.S.G. di Vicenza.

I giochi sono stati scelti tenendo in considerazione:

L’età dei bambini (Babyvolley – Giocovolley)


Gli spazi a disposizione nelle palestre per poter svolgere più giochi in contemporanea passando da un gioco
all’altro, alla fine dello stesso o alla fine di un tempo stabilito.

Enzo Tarascio

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