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ATTIVITÀ MOTORIA DI BASE, parte IIª.

Una corretta e auspicabile impostazione dell’attività motoria giovanile dovrebbe vedere realizzata
una fattiva collaborazione tra scuola e società sportiva; la prima dovrebbe occuparsi (nella fascia
della scuola elementare) soprattutto del raggiungimento degli obiettivi generali (indiretti)
dell’educazione motoria quali lo sviluppo del senso percettivo, lo sviluppo neuro muscolare e
coordinativo, lo sviluppo della condizione fisica e quello dell’espressività e del linguaggio non
verbale. La società sportiva, invece, si dovrebbe interessare, per ragioni di tempo, di competenze e
di ruolo, del raggiungimento degli obiettivi specifici (diretti) relativi alla disciplina sportiva
praticata, nel nostro caso il calcio. Questi obiettivi saranno il dominio della palla, il calciare, guidare
e ricevere la palla, il colpo di testa e la rimessa laterale. Tutti questi obiettivi sono ovviamente
correlati tra loro nel senso che il raggiungimento dei primi, quelli generali, faciliterà il
conseguimento dei secondi, quelli specifici, e viceversa. Così come il mancato, o parziale,
raggiungimento degli uni condizionerà il livello degli altri. Gli elementi su cui lavorare
nell’allenamento del calcio devono riguardare: a) le capacità fisiche; b) l’acquisizione e
l’elaborazione delle informazioni dall’ambiente; c) il perfezionamento del controllo sulla
realizzazione dei movimenti. Il calcio è essenzialmente un’attività dove è richiesto un importante
intervento mentale, affettivo e motorio. Un’azione di gioco, per quanto complessa, si conclude
sempre con una soluzione motoria nella quale sono presenti elementi tecnici, coordinativi e
condizionali; ma prima dell’azione finale, in altre parole prima di ogni controllo, passaggio ad un
compagno o dribbling sull’avversario, il giocatore prevede delle soluzioni, sceglie e decide cosa
fare. Questo processo però non sempre è seguito così rigidamente nella sua sequenza. Le diverse
condizioni, le pressioni esterne, la stanchezza e le differenti motivazioni possono alterare la corretta
esecuzione delle soluzioni tecnico - tattiche. Ecco allora che oltre alla perfetta padronanza della
tecnica per realizzare con successo un’azione, sarà necessario conoscere anche l’obiettivo
dell’azione stessa e le fasi indispensabili per la sua realizzazione. Nella fase prepuberale i ragazzi
non dimostrano un apprendimento particolarmente efficace. Le ricerche effettuate dimostrano,
infatti, che il soggetto più è giovane e meno apprende abilità nuove. Il vantaggio che si osserva, per
quanto concerne l’acquisizione delle abilità sportive, è legato piuttosto a situazioni che riguardano
soprattutto le disponibilità psicologiche (la maggiore disponibilità ad accettare rischi corporei, la
motivazione, o una facilitazione dovuta, in una certa misura, anche a caratteristiche morfologiche
proprie del periodo prepuberale) (Durand 1987). Rispetto all’adulto, i ragazzi fino a circa 12 anni
assimilano ed elaborano le informazioni con maggiore lentezza ed in numero minore. Questa
capacità migliora con l’età: secondo dati riportati dallo stesso Durand (1987) Sugden ha dimostrato
che la capacità di trattamento dell’informazione è di 10,1 bit/s a 6 anni, di 13,33 bit/s a 8 anni, 14,93
bit/s a 10 anni, e 31,25 bit/s a 12 anni. Non solo, tale elaborazione avviene prevalentemente in serie
(vale a dire una dopo l’altra), a differenza dell’adulto che può trattare le informazioni in parallelo
(vale a dire contemporaneamente). Ne consegue che i bambini risolvono i problemi con efficacia
quando il compito è semplice, in modo meno efficace quando il compito è complesso. Allora per
arrivare alla padronanza di un gesto o di un movimento occorre un processo di apprendimento che
si protrae per un lungo periodo. Per questo la ripetizione dei gesti assume un’importanza
fondamentale. Non si apprende senza molte ripetizioni! In sintesi sono necessarie grande attenzione
verso l’esecuzione e verso il tipo di decisione tattica che si assume. Queste due strategie non
devono essere alternative, bensì complementari tra loro. Nella metodologia dell’allenamento,
quanto esposto fa parte delle nozioni generali legate alla tecnica e alla tattica sportiva. Allora la
maestria nell’eseguire determinati movimenti, che servono a risolvere in modo efficace un compito
motorio, costituirà la cosiddetta tecnica. La tecnica quindi, si adatta alle condizioni e alle situazioni
di gioco, risolvendo razionalmente ed economicamente (in pratica con il minimo dispendio
energetico) il compito di movimento che si pone. In funzione di questi obiettivi si stabiliscono le
attività. Queste riguardano, le operazioni e le procedure messe in atto per raggiungere gli obiettivi e
per realizzare un cambiamento nella capacità di prestazione dell’individuo. Vediamo in pratica
come possiamo affrontare l’organizzazione di un’attività avente come obiettivo lo sviluppo
integrato degli schemi motori di base.

Figura 1

1) In fila uno dietro l’altro. Spostarsi camminando intorno alla zona delimitata mantenendo le
posizioni.

Figura 2

2) In fila uno dietro l’altro. Al segnale accovacciarsi, mezzo giro e fermarsi, correre lentamente,
correre veloci sul posto.
Figura 3

3) Per due, uno di fronte all’altro tenendosi per mano o appoggiati contro un muro. a) salire sulle
punte dei piedi; b) accovacciarsi divaricando leggermente le ginocchia e mantenendo il busto
eretto; c) ritornare alla stazione eretta sulla punta dei piedi; d) ritornare con i talloni al suolo.

Figura 4

4) In decubito supino, braccia lungo il corpo, gambe piegate. Sollevare alternativamente la gamba
destra e la gamba sinistra, mantenendo sempre le ginocchia flesse.
Figura 5

5) Dalla stazione eretta, con un saltello divaricare le gambe e portare le braccia in fuori parallele al
suolo, quindi ritornare ala posizione di partenza.

Figura 6

6) Dalla stazione seduta, mani poggiate sulle ginocchia, flettere ed estendere la colonna vertebrale.
Figura 7

7) Sprint su una distanza di 10, 15, 20 metri. Partire dalla posizione in piedi, proni, supini, etc.

Figura 8

8) Staffetta; un concorrente corre a posare una pietra in una scatola e l’altro corre a riprenderla.
Figura 9

9) Manipolare una pallina passandola da una mano all’altra intorno al bacino dalla stazione in
ginocchio. Lo stesso dalla stazione eretta fra le gambe (disegnando un otto in entrambi i sensi).

Figura 10

10) Manipolare una pallina passandola da una mano all’altra intorno al bacino sia in stazione eretta
sia seduti.
Figura 11

11) In quadrupedia, mani e piedi a terra; sollevare le mani simultaneamente, riportarle al suolo e,
rimanendo bene in appoggio sulle braccia, sollevare i piedi tipo calcio di un cavallo.

Figura 12

12) In quadrupedia, ginocchia a terra, sollevare il bacino ed estendere gli arti inferiori, senza
spostare i piedi.
Figura 13

13) In quadrupedia, avanzare senza appoggiare le ginocchia a terra.

Figura 14

14) In quadrupedia, seguire un compagno che arretra camminando.

Enrico Talpo
allenatore di base, maitrise STAPS
Bibliografia di riferimento:
1 C. Vittori – L’allenamento della condizione fisica del calciatore – Centro Promozione Immagine
Editore 1988.
2 J. Weineck - La preparazione fisica ottimale del calciatore – Calzetti, Mariucci 1994.
3 V.S. Farfel – Il controllo dei movimenti sportivi – Società Stampa Sportiva 1988.
4 Arcelli, Ferretti – Calcio preparazione atletica – Edizioni Correre 1993.
5 K. Mainel – Teoria del movimento – Società Stampa Sportiva 1984.
6 M. Marella, I. Nicoletti, A. Salvini, A. Dal Monte, M. Faina, R. Manno, C. Morino, F. Merni,
G. Carbonaro – Nuovi orientamenti per l’avviamento dei giovani allo sport – Società Stampa
Sportiva 1984.
7 Robert N. Singer – L’apprendimento delle capacità motorie – Società Stampa Sportiva 1984.
8 P. Sotgiu, F. Pellegrini – Attività motorie e processo educativo – Società Stampa Sportiva 1989.
9 E. R. Kandel, J. H. Schwartz, T. M. Jessel – Principi di Neuroscienze – Casa Editrice
Ambrosiana.

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