Esperimentazioni II corso B A.A.

2018/19
Modulo 1 – Prof. Argirò Università degli Studi di Torino

Diffrazione
Mattia Pavese, Gruppo 18

e-mail: mattia.pavese@edu.unito.it

Inviato 20/06/2019

Obiettivi misura
Obbiettivo della prima parte dell’esperienza è rilevare, tramite il software CALIENS, i minimi
della figura di diffrazione prodotta da una singola fenditura, ricavando tramite semplici
passaggi algebrici la misura della larghezza della fenditura a. Nella seconda parte, mediante
lo stesso software, si vuole invece osservare la figura di interferenza/diffrazione prodotta da
una doppia fenditura e, misurando i minimi di diffrazione e i massimi di interferenza, si
vogliono calcolare la larghezza a delle fenditure e la distanza d fra queste.

Parte 1. Fenditura singola a=(4.185±0.064)*10^(-4) m;

Elaborazione dei dati a=(4.399±0.067)*10^(-4) m;
Il set di dati relativo alla prima parte dell’esperienza è a=(4.399±0.068)*10^(-4) m;
consultabile in appendice, tabelle 1,2,3. Si tenga presente si procede ad una verifica della bontà della distribuzione dei
che D, distanza fra la fenditura e lo schermo sul quale è dati attraverso il criterio 3- σ, con deviazione standard
prodotta la figura di interferenza rilevata dal software, σ=0.080*10^(-4) m
risulta essere, assegnando un errore opportuno: e calcolando il valore medio dei dati ottenuti che risulta
D=(0.46±0.03)m essere
mentre la lunghezza d’onda della luce coerente incidente, amedio=4.353*10^(-4) m;
fornita dal costruttore con relativo errore, risulta si constata che tutti i valori ricadono all’interno
λ=(655±25)nm. dell’intervallo amedio±3- σ, e si procede quindi al calcolo della
Nelle tabelle sono riportati i valori di y, distanza tra il deviazione standard della media per associare un errore al
massimo centrale ed il minimo di ordine m, riportato a valore medio calcolato di a; si ottiene dunque, per la prima
fianco, indifferentemente per minimi a destra o a sinistra. fenditura considerata:
L’errore assegnato alla misura di y è 0.02 mm. Risulta amedio=(4.353±0.025)*10^(-4) m.
necessario individuare i minimi di diffrazione in quanto per Per la seconda fenditura il procedimento è del tutto
tale tipo di fenomeno si può ottenere, sulla base di analogo; i valori di a ottenuti sono i seguenti:
considerazioni qui tralasciate, la larghezza a della fenditura a=(3.964±0.061)*10^(-4) m;
mediante la formula a=(4.099±0.063)*10^(-4) m;
𝑚𝜆𝐷 a=(4.264±0.065)*10^(-4) m;
𝑎= a=(4.244±0.065)*10^(-4) m;
𝑦
con m ordine del minimo considerato e D come prima a=(3.913±0.060)*10^(-4) m;
enunciato. Si ottengono i seguenti valori di a per la prima a=(4.072±0.062)*10^(-4) m;
fenditura: a=(4.185±0.064)*10^(-4) m;
a=(4.304±0.066)*10^(-4) m; a=(3.913±0.060)*10^(-4) m;
a=(4.399±0.067)*10^(-4) m; si calcolano anche in questo caso valor medio e deviazione
a=(4.409±0.067)*10^(-4) m; standard del campione, ottenendo rispettivamente:
a=(4.367±0.067)*10^(-4) m; amedio=4.082*10^(-4) m;
a=(4.335±0.066)*10^(-4) m; σ=0.142*10^(-4) m;

Esperienza 1 1
Università degli studi di Torino, corso di laurea in Fisica
Esperimentazioni II corso B
Modulo 1 – Prof. Argirò
anche in questo caso si constata che tutti i valori ricadono
dell’intervallo amedio±3- σ, e si procede quindi al calcolo della
deviazione standard della media; il risultato finale può
dunque essere espresso come:
amedio=(4.082±0.045)*10^(-4) m.
Per la terza fenditura i valori di a ottenuti sono i seguenti:
a=(4.708±0.072)*10^(-4) m;
a=(4.185±0.064)*10^(-4) m;
a=(4.367±0.067)*10^(-4) m;
a=(4.264±0.065)*10^(-4) m;
a=(4.671±0.071)*10^(-4) m;
a=(4.072±0.062)*10^(-4) m;
a=(4.431±0.068)*10^(-4) m;
a=(4.565±0.070)*10^(-4) m;
reiterando l’analisi effettuata si ottengono:
amedio=4.408*10^(-4) m;
σ=0.230*10^(-4) m;
e si osserva che i dati sono distribuiti all’interno
dell’intervallo amedio±3- σ. Si esprime allora il risultato finale
calcolando la deviazione standard della media:
amedio=(4.408±0.073)*10^(-4) m.
Commenti e conclusioni
Come atteso, attraverso il software CALIENS è stata
osservata la classica figura di diffrazione prodotta da una
fenditura rettilinea. Nonostante questa risultasse parecchio
distorta, siamo riusciti a rilevare i minimi della figura e ad
utilizzarli per il calcolo della larghezza della fenditura. Si noti
che in generale non è stato possibile misurare oltre il terzo
ordine di minimo, in quanto la rappresentazione grafica non
risultava sufficientemente chiara. Non si hanno valori di
riferimento con cui confrontare i valori di a ottenuti.
Parte 1. Doppia fenditura.
A differenza di quanto appena detto per la figura di sola
diffrazione, la figura di interferenza/diffrazione risultava
estremamente distorta e risultava molto complicato capire
quale fossero i minimi della diffrazione. Per tale motivo è
stato studiato il fenomeno per due soli valori della distanza
d fra le fenditure, e non è stato in nessuno dei due casi
possibile rilevare i minimi della figura per poter calcolare la
larghezza a delle fenditure. Sono stati prelevati, seppur non
in abbondanza, i valori dei massimi di interferenza, in modo
tale da calcolare la distanza d fra le fenditure e confrontarla
con i valori di riferimento a disposizione. Non è stata d’aiuto
neanche la simulazione eseguita con il software, in quanto
non è stato possibile trovare una simulazione che facesse
combaciare i massimi di interferenza visualizzati con i
massimi di interferenza simulati.
I dati relativi alla seconda parte dell’esperienza sono
consultabili in appendice, tabelle 4,5.
Esperienza 1
Università degli studi di Torino, corso di laurea in Fisica
A.A. 2018/19
Università degli Studi di Torino
Elaborazione dei dati
Data una figura di interferenza prodotta da una doppia
fenditura è possibile calcolare il valore della distanza d fra le
fenditure, nel limite D>>d, tramite
𝑚𝜆𝐷
𝑑=
𝑥
dove x rappresenta il valore della distanza tra il massimo
centrale e il massimo di interferenza di ordine m, riportato
in tabella e a cui è assegnato un errore di 0.03mm a causa
dell’elevata distorsione della figura
Per la prima doppia fenditura il costruttore fornisce i
seguenti valori:
a = 0.5 mm; d = 0.15 mm.
Calcolando i valori di d tramite i massimi rilevati si
ottengono i seguenti valori:
d=(1.545±0.119)*10^(-4) m;
d=(1.449±0.114)*10^(-4) m;
d=(1.537±0.118)*10^(-4) m;
d=(1.449±0.114)*10^(-4) m;
Si calcola dunque il valore di medio di d, con relativo errore
calcolato mediante semidispersione, ottenendo:
dmedio=(1.495±0.163)*10^(-4) m;
si esegue un test di compatibilità con il valore di riferimento
riportato dal costruttore, ottenendo Z=0.031.
Per la seconda doppia fenditura si ottengono i seguenti
valori di d:
d=(1.871±0.146)*10^(-4) m;
d=(1.537±0.118)*10^(-4) m;
calcolando il valore medio con relativo errore calcolato
tramite semidispersione si ottiene:
dmedio=(1.704±0.332)*10^(-4) m;
tramite un test z saggiamo la compatibilità del valore
ottenuto con il valore di riferimento, che il costruttore
dichiara essere d=0.25mm. Si ottiene Z=2.394.
Commenti e conclusioni
Nonostante le difficoltà della presa dati si è riusciti, almeno
per la prima fenditura, ad ottenere un valore di d
compatibile con quello dichiarato dalla casa costruttrice. Per
la seconda fenditura, invece, i due valori non risultano
compatibili: tale risultato è ovviamente da attribuire alla
distorsione estrema della figura di interferenza/diffrazione
prodotta nel caso della seconda doppia fenditura, ben
peggiore che nel caso della prima. Si conclude dunque che, a
causa dei problemi relativi alla strumentazione, le finalità
della seconda parte dell’esperienza siano state raggiunte
solo in parte.
2
Esperimentazioni II corso B A.A. 2018/19
Modulo 1 – Prof. Argirò Università degli Studi di Torino

Appendice

Tabella 1 – fenditura singola 1 Tabella 4 – doppia fenditura 1

y[mm] ordine x[mm] ordine

0,70 1 1,95 1
1,37 2 2,08 1
2,05 3 1,96 1
0,69 1 2,08 1
1,39 2
Tabella 5 – doppia fenditura 2
0,72 1
1,37 2 y[mm] ordine
0,68 1 1,61 1
1,96 1
Tabella 2 – fenditura singola 2

y [mm] ordine
0,76 1
1,47 2
2,12 3
0,71 1
0,77 1
1,48 2
2,16 3
0,77 1

Tabella 3 – fenditura singola 3

y [mm] ordine
0,64 1
0,72 1
1,38 2
2,12 3
1,29 2
0,74 1
1,36 2
0,66 1

Esperienza 1 3
Università degli studi di Torino, corso di laurea in Fisica