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Metallurgia e saldabilità

TRATTAMENTI TERMICI
DEI MATERIALI BASE
E DEI GIUNTI SALDATI

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ENTE MORALE
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Introduzione e classificazione dei trattamenti termici


Nella produzione dei materiali base e nella realizzazione di una costruzione saldata può essere
prevista l’adozione di un opportuno trattamento termico, in relazione ai requisiti finali che il
materiale o il giunto devono presentare: al materiale o al giunto saldato, cioè, viene imposto un
valore della temperatura variabile nel tempo secondo una “legge oraria” definita.
Il trattamento termico può essere effettuato con differenti finalità: in generale, durante il
trattamento viene modificata la microstruttura iniziale del materiale base o del giunto saldato
(dimensioni e forma dei grani, composizione e tipologia delle fasi presenti), in modo tale che il
materiale o il giunto siano idonei all’utilizzo previsto.
In questa lezione verranno esaminati, in particolare, i più comuni trattamenti termici utilizzati
per gli acciai, dal momento che, nell’ambito del corso, la trattazione di tutte le possibili tipologie
di materiale sarebbe eccessivamente vasta.

Una possibile classificazione dei trattamenti termici può essere stilata in relazione alla
temperatura massima che viene raggiunta durante il trattamento stesso:
• trattamenti durante i quali la temperatura massima raggiunta è superiore ad Ac3 (ricottura,
normalizzazione e tempra);
• trattamenti durante i quali la temperatura massima raggiunta è inferiore ad Ac1
(distensione e rinvenimento).

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La classificazione deve essere completata da due ulteriori gruppi, che


comprendono:

• trattamenti termici particolari (tempra di soluzione, tempra superficiale,


ricottura di coalescenza);
• trattamenti termochimici di diffusione (cementazione e nitrurazione).

In questa lezione viene proposta una descrizione di carattere generale dei principali
trattamenti termici; in particolare, verranno definiti:

• le modalità con le quali il trattamento termico viene effettuato;


• gli effetti che il trattamento termico induce sul materiale base o sul giunto
saldato.

La discussione dei trattamenti termici su materiali base e giunti saldati verrà


completata da alcuni rapidi cenni sulle caratteristiche delle attrezzature utilizzate
per l’esecuzione del trattamento.

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Ricottura

TEMPERATURA
Ricottura completa
Austenite
La ricottura completa viene effettuata per
TA
annullare o attenuare gli effetti di trattamenti Ac3
o lavorazioni (a caldo e a freddo) precedenti. Ferrite α e Austenite Ac1
Le modalità di esecuzione sono evidenziate
nei diagrammi a lato. La temperatura Ferrite α
aumenta progressivamente fino al valore
TA≅T(Ac3)+50°C; il valore TA viene
TA TEMPO
mantenuto fino a che la temperatura è
Ac3

TEMPERATURA
uniforme in tutti i punti del materiale e la Ac1
trasformazione della ferrite austenite è A.+F.
Austenite A.+F.+P.
completa; infine il materiale viene raffreddato
lentamente in forno, in modo tale da Ferrite e
A. + Bainite perlite
ottenere, come è possibile notare nel
diagramma CCT, una struttura finale
A. + Martensite
ferritico-perlitica. La struttura finale, a
grano “grosso”, è caratterizzata da notevole Martensite
duttilità, dolcezza e lavorabilità. log(t)

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TA

TEMPERATURA
Ricottura isotermica Ac3
Ac1
Nella ricottura isotermica, la variazione nel TB
tempo della temperatura viene definita in A.+F.
relazione alle curve TTT del materiale, A.+F.+P. Ferrite
Austenite e perlite
come indicato nel diagramma a lato:
• in una prima fase, il materiale portato
alla temperatura massima di A. + Martensite
A. + Bainite
trattamento secondo le medesime
modalità previste nella ricottura Martensite
completa; log(t)
• dopo la fase di permanenza alla temperatura di ricottura, il materiale viene
rapidamente portato alla temperatura TB inferiore a T(Ac1);
• la temperatura TB viene mantenuta fino alla completa trasformazione
dell’austenite in ferrite e perlite;
• completata la trasformazione, il materiale viene rapidamente raffreddato in aria
fino alla temperatura ambiente.
Rispetto alla ricottura completa, la ricottura isotermica consente una riduzione
significativa dei tempi di trattamento ed un affinamento del grano (e, quindi, una
migliore lavorabilità alla macchina utensile con asportazione di truciolo).

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Normalizzazione
Il trattamento termico di normalizzazione viene effettuato per ridurre le dimensioni
del grano, ed ottenere, nel contempo, un materiale più omogeneo.
Le fasi principali del trattamento sono evidenziate nel prospetto seguente:
• il materiale viene portato ad una temperatura TA≅T(Ac3)+70°C; la temperatura
TA viene mantenuta fino alla completa trasformazione della ferrite e della perlite
in austenite;
• terminata la permanenza a TA, il materiale viene raffreddato rapidamente, in aria
calma.
La variazione di temperatura deve essere uniforme in tutti i punti del materiale. La
velocità di raffreddamento è un parametro molto importante:
• un raffreddamento troppo lento può causare la formazione di microstrutture simili
a quelle ottenute con il trattamento di ricottura;
• un raffreddamento troppo veloce può causare la formazione di microstrutture
bainitiche o martensitiche, caratterizzate da elevata durezza e fragilità.
La struttura finale presenta un grano molto fine e regolare; la resistenza
meccanica e il carico unitario di snervamento sono significativamente superiori
rispetto allo stato ricotto.

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TA
Tempra

TEMPERATURA
Ac3
Nei diagrammi a lato sono rappresentate le Ac1
A.+F.
variazioni della temperatura nel tempo che Austenite A.+F.+P.
caratterizzano due differenti trattamenti Ferrite e
termici di tempra: A. + Bainite perlite
• la tempra differita martensitica o scalare
prevede, dopo la completa austenitizzazione A. + Martensite
del materiale, un raffreddamento rapido fino
Martensite
alla temperatura “martensite start”, seguito
da un breve “mantenimento”, per ottenere log(t)
l’equilibrio termico nel pezzo. Il

TEMPERATURA
raffreddamento viene quindi completato Ac3
ottenendo una struttura finale Ac1
completamente martensitica;
A.+F.
• la tempra bainitica, dopo il raffreddamento A.+F.+P. Ferrite
rapido iniziale, prevede un “mantenimento Austenite
e perlite
isotermo” ad una temperatura di poco
superiore a “martensite start”, in modo tale
A. + Martensite
da attraversare il campo bainitico; la struttura A. + Bainite
finale è quindi prevalentemente bainitica o
Martensite
bainitico - martensitica.
log(t)
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L’austenitizzazione del materiale viene effettuata ad una temperatura


TA≅T(Ac3)+50°C, per evitare un eccessivo ingrossamento del grano.
Il mezzo temprante deve garantire la corretta velocità di raffreddamento. Nella
tabella seguente sono indicate le velocità di raffreddamento ottenibili con l’utilizzo di
differenti mezzi di tempra, rapportate a quella consentita dall’acqua a 20 °C (posta
convenzionalmente pari a 1).
Mezzo di tempra Velocità di raffreddamento
Acqua a 20°C 1.00
Acqua a 80°C 0.20
Soluzione di NaCl al 6% a 20°C 1.16
Alcool etilico a 20°C 0.12
Oli vegetali a 20°C 0.20 - 0.42
Oli minerali a 20°C 0.15 - 0.35
Il raffreddamento del materiale è più rapido in superficie e più lento al cuore; inoltre,
la formazione della martensite (che comporta un aumento di volume) all’interno del
materiale è ostacolato dalla martensite già formatasi sulla superficie del pezzo. La
definizione della velocità di raffreddamento deve quindi essere definita in relazione
alla profondità di tempra desiderata.

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Struttura del materiale dopo la tempra: il trattamento di rinvenimento


La struttura martensitica ottenuta con la tempra è particolarmente dura e fragile. Una elevata
durezza superficiale è necessaria per particolari meccanici soggetti ad usura; in altre
applicazioni, tuttavia, può essere opportuno ridurre la durezza ed incrementare la tenacità del
materiale con un trattamento termico di rinvenimento. Il materiale viene mantenuto, per un
opportuno intervallo di tempo, ad una temperatura compresa tra 400°C e 740°C; il valore della
temperatura è legato alla tipologia del materiale, e, in ogni caso, non deve superare T(Ac1).
Durante il rinvenimento si verificano le trasformazioni seguenti:

• precipitazione di carburi: le dimensioni dei carburi tendono ad aumentare con


l’incremento della temperatura di trattamento;
• trasformazione della martensite: con la formazione dei carburi diminuisce il tenore del
carbonio in soluzione sovrassatura nella martensite, che tende quindi ad assumere una
forma più stabile (martensite rinvenuta).

La formazione dei carburi ha una notevole influenza sulla tenacità del materiale. Una eccessiva
coalescenza o, al contrario, la formazione di carburi finemente dispersi non consentono il
raggiungimento dei valori di tenacità ottimali. È quindi necessario valutare con attenzione le
temperature di trattamento e i tempi di mantenimento.
La tempra ed il successivo rinvenimento costituiscono il trattamento termico
di bonifica.

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La formazione di strutture di tempra durante la saldatura


A causa della particolare severità del ciclo termico, nella zona fusa e nella zona
termicamente alterata del giunto saldato può verificarsi la formazione di strutture di
tempra anche se il materiale base è costituito da un acciaio non legato o
bassolegato. La presenza di fasi fragili può causare la formazione di cricche a
freddo e incrementare il rischio di rottura fragile. Quando l’eventualità che questi
fenomeni si verifichino è probabile, l’adozione di un trattamento termico di
rinvenimento è una precauzione necessaria.
Il trattamento termico di distensione [MPa]
500
Il trattamento termico di distensione viene RESISTENZA A TRAZIONE

utilizzato per ridurre le tensioni residue 400

indotte dalle operazioni di saldatura. La


300 CARICO DI SNERVAMENTO
riduzione delle tensioni residue è resa
possibile dalla diminuzione del carico 200
unitario di snervamento con l’aumentare
della temperatura, come è possibile 100
notare nel diagramma a lato.
0
0 100 200 300 400 500 600 700 800
Temperatura [°C]

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Il decremento con la temperatura del carico unitario di snervamento consente, con


microdeformazioni plastiche, una ridistribuzione e una complessiva riduzione delle
tensioni residue.
Le finalità del trattamento termico di distensione
• per elementi strutturali per i quali è critica la stabilità dell’equilibrio;
• quando le condizioni di servizio del componente rendono significativo il rischio
di rottura fragile (elevati spessori delle membrature e basse temperature);
• quando sono previste, sul componente T
saldato, successive lavorazioni alla Tmax
macchina utensile con asportazione di
truciolo, che possono indurre deformazioni
non previste a causa della variazione dello
stato tensionale;
• quando il componente è sottoposto a t
sollecitazioni di fatica: alcuni codici di
calcolo consentono di ridurre la severità 6000  °C  °C
vrisc = (max ~ 200 )
delle verifiche nel caso in cui sia stato s  h  h
effettuato un trattamento termico di
tmantenimento = 2 ⋅ s min. (min ~ 30min.)
distensione.
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Modalità di esecuzione del trattamento termico di distensione


Il trattamento termico di distensione prevede il riscaldamento del giunto fino ad un
opportuno valore della temperatura, in ogni caso inferiore a T(Ac1), per impedire che
si verifichi la trasformazione α → γ. Durante la permanenza alla temperatura di
trattamento, viene effettuato anche il rinvenimento di eventuali strutture
martensitiche o bainitiche, caratterizzate da elevata durezza.
La temperatura di trattamento Td è correlata alla tipologia del materiale base:
• Per acciai al carbonio e al carbonio-manganese Td=550°C-600°C;
• per acciai al cromo-molibdeno, Td può variare da 630°C a 780°C; il valore
ottimale aumenta con l’incremento del tenore degli elementi di lega;
• per acciai al nichel* (utilizzati per basse temperature di servizio) Td=530°C-
580°C.
Il tempo di permanenza deve essere determinato in relazione allo spessore delle
membrature. Per i recipienti a pressione la “Raccolta S” riporta le prescrizioni
relative alla temperatura e ai tempi di trattamento per ciascun gruppo di materiali
(Capitolo S8, Tabella S8).
* nel caso in cui sia stato utilizzato materiale d’apporto austenitico, non è in generale previsto il
trattamento termico post-saldatura.

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Impianti ed attrezzature per l’esecuzione dei trattamenti termici


Forni
Tra i forni utilizzati per il trattamento termico possono essere individuate alcune
tipologie principali:
• forni a camera: consentono la regolazione “in continuo” della temperatura e una
notevole versatilità d’uso sia nei confronti della dimensione dei pezzi sia nei
confronti del tipo di trattamento; se l’atmosfera non è controllata, però, sulla
superficie del pezzo si verificano reazioni di ossidazione, carburazione e
decarburazione;
• forni ad atmosfera protettiva: l’atmosfera protettiva è costituita, nei casi più
comuni, da azoto, da gas nobili o da prodotti controllati della combustione di
idrocarburi. Questi impianti consentono di limitare i fenomeni di degrado delle
superfici e di controllare, in base al tenore di carbonio dell’atmosfera protettiva, il
tenore di carbonio nell’acciaio;
• forni a bagno di sale: garantiscono uno scambio termico ottimale, e consentono
di effettuare trattamenti termici parziali o superficiali. Tuttavia lo smaltimento dei
sali è molto oneroso ed è necessario pulire a fondo la superficie dei pezzi dopo il
trattamento.

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Attrezzature per il trattamento termico locale di giunti saldati


Quando il trattamento termico in forno dei giunti saldati di un manufatto non è possibile (ad
esempio nella saldatura di tubazioni in cantiere) è necessario adottare attrezzature che
consentano un trattamento termico locale dei giunti stessi.
In questi casi è possibile
utilizzare resistenze elettriche
a bassa tensione, che possono
essere posizionate direttamente
sul giunto saldato.

Resistenze elettriche flessibili: possono essere


adattate a giunti saldati di forma particolare
Resistenze elettriche rigide, con possibilità di
regolazione del diametro (trattamento termico di giunti
testa a testa di tubazioni)

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Attrezzature per il controllo della temperatura durante il trattamento termico


Per una corretta esecuzione del trattamento termico, il controllo della temperatura è
essenziale: un ciclo termico errato può vanificare l’esito del trattamento e, talvolta, comportare
un degrado delle prestazioni del materiale o del giunto saldato.
La pirometria, cioè la misura delle temperature durante il trattamento, è basata su principi
fisici differenti:
• pirometria termoelettrica: consente la determinazione della temperatura grazie alla
misura della differenza di potenziale indotta dalla variazione di temperatura tra due punti di
un opportuno conduttore (termocoppia);
• pirometria di irraggiamento: è basata basa sulla misura dell’intensità delle radiazioni
elettromagnetiche emesse dal materiale in esame (proporzionale alla quarta potenza della
temperatura). La radiazione viene focalizzata da una lente su un elemento sensibile,
costituito da una piccola termocoppia;
• pirometria ottica: la misura delle temperature è resa possibile dal confronto tra la
brillanza del materiale (correlata alla temperatura) e la brillanza di un filamento reso
incandescente dal passaggio di corrente elettrica.
Un metodo semplice per misurare la temperatura, utile soprattutto durante l’esecuzione di
preriscaldi, è costituito dall’utilizzo di termocolori: con particolari matite viene depositato sul
materiale uno strato di cera che, raggiunto un determinato valore della temperatura, fonde e
cambia colore.

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Alcune immagini di impianti utilizzati per il trattamento termico di apparecchi


in pressione:

Impianto per il trattamento di


tempra - Diametro della virola 5000
mm

Forno per trattamenti termici:


• dimensioni 6000x6000x16000 mm
• capacità 200 tonnellate
• equipaggiato con strumentazione
elettronica per il controllo del ciclo
termico

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Conclusioni
I trattamenti termici dei materiali base e dei giunti saldati vengono utilizzati per
ottenere un incremento delle proprietà di un manufatto (resistenza meccanica,
tenacità, durezza superficiale, resistenza alla corrosione) che ne determinano
l’idoneità ad un determinato utilizzo.
In alcuni casi, ad esempio nel trattamento termico post-saldatura di apparecchi a
pressione, la necessità del trattamento è esplicitamente prescritta dalla normativa
adottata per la progettazione e la costruzione, che fissa anche le modalità di
esecuzione del trattamento stesso.
Le modalità di esecuzione del trattamento ed, in particolare, la corretta definizione
del ciclo termico imposto al materiale trattato sono elementi fondamentali per
l’esito dell’operazione. Un trattamento termico errato può compromettere
severamente, ed in alcuni casi in modo irreversibile, le caratteristiche del manufatto.
Per una esecuzione ottimale del trattamento termico, sono necessarie attrezzature
idonee: forni di capacità adeguata (in relazione al peso e alle dimensioni del pezzo
trattato), sistemi di controllo della temperatura, apparecchiature per l’esecuzione di
trattamenti localizzati.

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