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Judith von Halle

I MISTERI
DELLA VIA CRUCIS DEL CRISTO
E DEL SANGUE DEL GRAAL

Il Mistero della metamorfosi

CambiaMenti
© 2016 EDITRICE CAMBIAMENTI

I EDIZIONE
ISBN 9788896029244

Judith von Halle, Von den Geheimnissen des Kreuzweges und des Gralsblutes,
Beiträge zum Verständnis des Christus-Ereignisses, Mysterium der Verwandlung.
BAND II Verlag für Anthroposophie, Ch 4143 Dornach (Schweiz)

(contributi alla comprensione dell’evento del Cristo, volume II)

EDITRICE CAMBIAMENTI sas


40125 Bologna – Via A. Quadri, 9
www.cambiamenti.com
cambiamenti@cambiamenti.com

Traduzione di Alberto Avezzù


Figure rielaborate da Lionella Biancon e Alessandro Avezzù
Revisione a cura di
Giordana Rossetti

Copertina ed editing
Giuseppina Pistillo

Tutti i diritti di riproduzione, di traduzione


o di adattamento cine-radio-televisivo-teatrale
sono riservati per tutti i Paesi.
È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa
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L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con


i quali non è stato possibile comunicare,
nonché per eventuali inesattezze od omissioni
nella citazione delle fonti.
Coloro che vanno per la propria strada,
come faccio io, saranno certamente soggetti
a molte incomprensioni.

Rudolf Steiner
INDICE

Introduzione pag. 9

Prefazione. La questione del Cristo eterico pag. 15

I. Il Mistero del Golgota e la formazione del corpo di resurrezione pag. 21

L’evoluzione della figura fisico-spirituale originaria pag. 27

Il retroscena occulto delle tre scosse telluriche pag. 32

Sulla natura molteplice dei singoli arti costitutivi pag. 38

La terra quale corpo fisico dello Spirito del Cristo pag. 40

I segni della crocifissione e il rinnovamento dell’aura della Terra pag. 43

II. Il mistero del colpo di lancia e il sangue del Graal pag. 49

La testimonianza di Giovanni pag. 50

L’evoluzione e lo sviluppo superiore del corpo pag. 54

Il sangue eterizzato: il fondamento vitale rinnovato pag. 60

Il corpo fisico sul piano eterico pag. 63

III. La Via Crucis e le sette parole del Cristo sulla croce pag. 67

La sentenza: punto di partenza della Via Crucis pag. 68

Il sacrificio pag. 71

Le sette cadute pag. 74

Le sette parole sulla croce pag. 87


Judith von Halle

La metamorfosi del sangue del peccato pag. 97

Il corpo di Resurrezione - La prima forza formativa sul cammino pag. 106


verso l’Uomo-Spirito
Postfazione pag. 112

Indice delle opere di Rudolf Steiner citate nelle conferenze pag. 114

Indice delle figure


Figura 1: Lo spirito del Cristo pag. 32
Figura 2: Il corpo di Gesù pag. 33
Figura 3: Corpo di Resurrezione pag. 34
Figura 4: Il percorso dell’uomo e il percorso del Cristo pag. 42
Figura 5: Venerdì santo prima delle ore 15 pag. 44
Figura 6: Formazione del Corpo di Resurrezione pag. 46
Figura 7: La laringe quale testa dell’organizzazione del tronco pag. 56
Figura 8: Luna, Terra, Giove quali stadi planetari pag. 58
Figura 9: Il trasporto della croce pag. 74
Figura 10: Gerusalemme alla svolta dei tempi pag. 75
Figura 11: La Via Crucis pag. 78
Figura 12: Il sudario pag. 81
Figura 13: 7 cadute e 7 parole pag. 89
Figura 14: Schizzo sugli stadi planetari della Terra pag. 99

Figura 15: Ricezione ed effusione del Sangue pag. 104


Figura 16: Il Corpo di Resurrezione, primo passo verso la spiritualizza-
pag. 109
zione della corporeità

7
Judith von Halle

I Vangeli non riferiscono, che parzialmente, tutte le sofferenze


che il Redentore ha dovuto subire prima di essere infine
inchiodato alla croce.
Ci si può pertanto porre la domanda sul perché le stimmate
sono visibili sul Corpo di Resurrezione e non le tracce delle
terribili torture provocate dalla flagellazione e dalle cadute al
momento del trasporto della croce.

L’evoluzione della figura fisico-spirituale originaria

A riguardo non bisogna però partire dall’ipotesi, come si


proclama oggi dappertutto, che è il corpo fisico materiale
di Gesù di Nazareth a resuscitare il mattino di Pasqua.
Ricordiamoci inizialmente la natura di questo Corpo di
Resurrezione, che esce dalla tomba all’alba della domenica
di Pasqua, facendo una rapida ricognizione sui risultati della
ricerca di Rudolf Steiner a riguardo.
Il Corpo di Resurrezione che si configura durante la discesa
del Figlio di Dio nelle profondità della Terra, tra il Venerdì
Santo e la domenica di Pasqua, assume da una parte il suo
fondamento nello Spirito del Cristo che nasce per la Terra,
nello stesso istante in cui il corpo di Gesù muore.
D’altra parte, esso sorge anche dalla metamorfosi dei
componenti fisici ed eterici del Gesù nathanico (quello di Luca)3
che è morto in croce ed è accolto dalla Terra, tra il Sabato Santo
e la domenica di Pasqua. Il corpo di Resurrezione è intessuto
a partire da ciò che costituisce il corpo fisico dell’uomo, ma
compenetrato da uno Spirito divino che passa attraverso la morte
umana per vincerla. Che significa in questo contesto “vincere la
morte”? È un’allusione alla natura umana compenetrata dallo

3
Si veda ad esempio: Rudolf Steiner, Le guide spirituali dell’uomo e dell’Umanità, Ed.
Antroposofica Milano, O.O. 15.

27
spirito che un tempo fu inaccessibile alle forze del male, e che
può ridiventare tale. Rudolf Steiner qualificò la formazione
del corpo di Resurrezione come «il completo rinnovamento
dei perduti principi evolutivi dell’uomo»4. Se un tale principio è
stato “perduto” è perché esisteva precedentemente. Attraverso
il sacrificio del Cristo, l’organizzazione fisica dell’essere umano
è stata trasposta in uno stato simile a quello che essa aveva
prima delle influenze di Lucifero e Arimane.
L’uomo, in futuro, dovrà ridiventare fisicamente altrettanto
“puro” quanto lo era un tempo prima di essere cacciato
dal Paradiso: così com’era fisicamente un tempo, prima di
cadere nel mondo della materia, vale a dire prima che la sua
componente fisica divenisse materiale e, conseguentemente,
mortale. La sua natura fisica sarà simile a quella che era prima
della caduta quando lascerà nuovamente la Terra. È (anche)
questa la ragione per la quale Paolo parla della realtà del Cristo
risorto come di «un secondo Adamo» (I Cor. 15, 47).
Si potrebbe sollevare ora l’obiezione seguente: perché la
figura spirituale dell’essere umano avrebbe dovuto assumere
una forma materiale, e incontrare Lucifero e Arimane tanto
da far divenire l’uomo un essere mortale, se questi poi dovrà
tornare nuovamente a una condizione divina?
L’uomo ha dovuto lasciare il Paradiso perché le condizioni
in cui potrà nuovamente abbandonarsi al mondo spirituale
dovranno essere in futuro del tutto differenti da quelle nelle
quali lo ha lasciato. Scopo degli Dèi benevoli è che altri esseri,
ad esempio la razza umana, possano divenire Dèi. In verità,
può diventare veramente divino un essere che non ha bisogno
di essere guidato da Entità superiori; ed in vero, questo stato
di accompagnamento e di conduzione perpetua dell’essere

4
Nella conferenza dell’11 ottobre 1911, Da Gesù a Cristo, Ed. Antroposofica Milano, O.O.
131.

28
Judith von Halle

umano dipendente dal mondo degli Dèi era presente nei


tempi che si descrivono attraverso il concetto del Paradiso.
Per questo l’uomo dovette progressivamente disfarsi del suo
attaccamento viscerale al mondo dello spirito e di conseguenza
della sua naturale chiaroveggenza. Per conquistare la sua
indipendenza ha dovuto dimenticare tutto, allontanarsi dalla
sua relazione con il Mondo spirituale che gli era stato donato
da Dio, e offrirsi alla materialità inizialmente per giungere alla
conoscenza di sé e, in seguito, alla formazione del suo Io. Perciò
si può dire, a riguardo, che l’opera di Lucifero e Arimane in
epoca precristiana è stata fino ad un certo grado utile all’uomo
per acquisire la propria coscienza; e questo con l’approvazione
delle alte Gerarchie spirituali.
Giunse però il momento in cui l’influenza delle forze malefiche
si fece troppo intensa. L’Io inizialmente presente come germe
- offerto dagli Elohim agli uomini unicamente sulla Terra - non
fu più in grado, sotto il forte influsso di Lucifero, di dominare
il corpo astrale che l’uomo si era formato durante l’epoca
lunare. Ne seguì un’involuzione decadente. Il corpo astrale
luciferico cominciò ad influenzare il corpo eterico, e questi
cominciò a sclerotizzarsi e, con esso, anche il corpo fisico.
Questa involuzione era già visibile alla Svolta dei tempi in certe
individualità, nei lineamenti del viso o della figura. Uomini che
erano molto poco evoluti, o quanto meno non del tutto evoluti,
cominciarono ad “animalizzarsi”.
Questa espressione non si riferisce al regno animale come lo si
conosce. L’uomo deve agli animali la sua umanizzazione, perché
essi sono rimasti ad un gradino inferiore dell’evoluzione per
favorire il progresso del divenire umano5. L’animale è giunto
fino allo stadio di formazione del corpo astrale.

5
Cf. ad esempio la conferenza del 29 gennaio 1906, O.O. 96.

29
Quindi si comporta in modo essenziale, naturale con i suoi
tre arti corporei nel mondo. L’Io non è stato dato loro. Ma se
ora l’uomo, che ha ricevuto la capacità di agire con il suo Io,
ricadesse in una condizione animale – quella del corpo astrale
– ciò rappresenterebbe un regredire dell’uomo superiore.
Con il grado di coscienza che ha potuto acquisire grazie
alle disposizioni del suo Io, egli fu già in epoca precristiana
responsabile delle sue azioni fino ad un certo punto. L’uomo
dotato di Io può causare infinitamente più male, mettendo in
opera l’egocentrismo degli istinti del suo corpo astrale, rispetto
a quanto potrebbe fare un animale. È quanto cominciò a
presentarsi alla Svolta dei tempi e si possono vedere già lì, nella
fisionomia dei mercenari che torturarono il Redentore, negli
uomini al servizio della custodia del Tempio di Gerusalemme
o nell’armata romana, i segni d’una decadenza di questo tipo.
Nel Rinascimento, all’inizio dell’epoca dell’anima cosciente,
questi distintivi e deformi segni fisionomici sono stati ripresi
da alcuni pittori, nelle scene della flagellazione o del trasporto
della croce.
Quando l’uomo alla Svolta dei tempi andava verso la morte,
riconosceva la potenza incondizionata di Arimane e doveva
lasciare nel suo regno una parte del proprio essere. Questa
potenza arimanica dall’altro lato della soglia, la potenza di
Arimane sulle anime tra la morte e una nuova nascita, spinse
l’essere del Cristo a procedere lui stesso attraverso la morte, a
discendere negli inferi per correggere questa condizione per
l’Umanità. Arimane non poteva essere messo in catene che
laggiù, nel regno della Morte. Dio stesso dovette discendervi
per soccorre l’Umanità. Durante la sua vita sulla Terra, nel
corpo di Gesù, il Cristo non avrebbe potuto fare questo.
Fu così che l’uomo della Svolta dei tempi fu lasciato più che
mai in balia di Lucifero e Arimane. Rudolf Steiner ha descritto

30
26
Giacomo Jaquerio: Traslazione alla croce (particolare), 1440. San Antonio, Raverso
Judith von Halle

più volte come gli Iniziati di quel tempo sapessero e avvertissero


che le Guide superiori, verso le quali si erano orientati fino a quel
momento, non avrebbero potuto far nulla per aiutare l’essere
umano, per farlo accedere ad un vero processo di risanamento.
Fondamentalmente: era necessaria la venuta di un Essere divino
che potesse aiutare l’Io dell’uomo a nascere veramente. E questo
non si sarebbe ottenuto a meno che Dio stesso non fosse divenuto
uomo, se un Dio, per puro amore verso la razza umana, non avesse
assunto un’esistenza fisica e materiale senza temere la morte. Un
Essere divino venne e frenò le influenze di Lucifero sull’uomo nella
vita terrena, instillando la sua divinità nell’organizzazione umana,
e ostacolando la potenza di Arimane sull’uomo dall’altro lato della
soglia, lasciando scorrere la propria divinità nelle profondità della
morte.
Questo essere fu il Cristo. Al sacrificio d’amore del Cristo è legato
il fatto che ogni uomo – contrariamente ai tempi precristiani in cui
l’Iniziato rappresentava il popolo – ha d’ora innanzi la possibilità
di liberarsi dalla stagnazione presente nell’evoluzione e immergersi
in una relazione diretta e individuale con il Mondo spirituale.
All’uomo è stata offerta così la possibilità di elevarsi nuovamente
al livello del divino, al livello di una spiritualizzazione; ma ora per
propria volontà, per propria aspirazione. L’abito adatto che egli
indossa per questo, il nuovo involucro fisico e spiritualizzato, è il
Corpo di Resurrezione.
Ci avviciniamo in questo modo alla comprensione della
particolare qualità del Corpo di Resurrezione: dalla Svolta dei
tempi, ogni uomo che si volge all’essere del Cristo se ne può
“rivestire”, almeno per incominciare6. Il resoconto sul colpo di
lancia sarà un’altra tessera del mosaico che aggiungeremo per la
comprensione di questa particolare corporeità.

6
Cf. le conferenze di Rudolf Steiner nell’opera citata in nota 4.

31
Il retroscena occulto delle tre scosse telluriche

Vediamo sul Corpo di Resurrezione del Cristo le quattro


stimmate della crocifissione, così come la ferita del colpo di
lancia, eppure nulla delle incalcolabili lesioni che vennero
provocate dalla tortura e dalle cadute. Perché le une apparvero
e le altre no? Possiamo e dobbiamo anche porci interrogativi
di questo genere. È quando l’uomo si pone degli interrogativi
che può giungere col tempo ad una vera conoscenza.
Per comprendere ciò che si è compiuto nel mistero del colpo
di lancia, poniamo inizialmente il nostro sguardo su alcuni
particolari fenomeni naturali che si sono prodotti tra il Venerdì
Santo e la Domenica di Pasqua. Queste manifestazioni naturali
furono processi occulti connessi all’altro lato della soglia, quali
espressioni prodotte dalla Terra percepibili ai sensi dell’uomo.
Venerdì santo ore 15

Lo spirito del Cristo

Figura 1

32
Judith von Halle

Si produssero tre scosse, con un certo ritmo, nel corso del


Mistero del Golgota7. La prima venerdì verso le 15 ora locale,
al momento della morte di Gesù. È allora che la Terra prese
in sé lo Spirito del Cristo. Il corpo di Gesù muore, mentre
contemporaneamente lo Spirito del Cristo discende negli
abissi, per rinnovare il corpo della Terra.
La seconda nella notte da sabato a domenica, verso le 2.
Ancora la Terra prese nuovamente qualcosa in sé – si trattò
in questo caso della spoglia di Gesù che, abbandonata dallo
spirito rimase inizialmente sulla croce, per essere poi deposta
nel sepolcro della grotta: in quest’ora della notte, essa si inabissa
in un crepaccio della roccia; è questa la ragione per cui, all’alba,
le donne trovarono la tomba vuota.
La notte di domenica ore 2

Il corpo di Gesù

Figura 2

Una terza volta la Terra tremò e si aprì, non per prendere


qualcosa come prima, – il venerdì, lo spirito del Cristo e, nella

7
Si sono presentate queste problematiche nel libro citato in nota 2.

33
notte di domenica, il corpo di Gesù –, ma per liberare qualcosa.
La terza scossa si produsse nel momento della Resurrezione, la
domenica mattina, verso le 6, quando il Corpo di Resurrezione
del Cristo si sollevò dalla Terra.
Mattino di Pasqua

Corpo di Resurrezione

Figura 3

Per comprendere le considerazioni che seguono, relative


al mistero delle piaghe, bisognerà guardare più da vicino il
secondo terremoto, che si presenta come una scossa potente ed
estremamente breve nella notte che precede la Resurrezione.
La roccia della grotta che serviva da sepolcro si fende, prende
la spoglia e si richiude su di essa. Questo avvenimento esteriore
si svolge in un momento come al di fuori del tempo e, nei suoi
passaggi, con una particolare simultaneità. L’apertura e la
chiusura della roccia avvengono di colpo, come nel medesimo
istante. Il corso del tempo terrestre si spezza e ciò ha come

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Judith von Halle

conseguenza, tra l’altro, lo svenimento delle guardie; perché,


quando l’uomo non iniziato procede nell’Aldilà, vale a dire
nell’intemporalità, è strappato dalla sua consueta coscienza.
Questa interruzione del tempo terrestre si pone in relazione
con un processo occulto particolare che ora esamineremo.
Al momento dalla morte di Gesù, lo spirito del Cristo si
era legato alla Terra. Cominciava ormai quel processo che
si qualifica come discesa negli abissi della Terra o discesa
agli Inferi. Laggiù, lo Spirito del Cristo liberò dalla potenza
mineralizzante di Arimane le anime che erano trapassate prima
dell’Evento del Cristo. Queste anime, grazie alla liberazione,
per la prima volta poterono vivere l’espansione del loro Io
nella condizione dell’Aldilà della soglia e, per la prima volta
dall’inizio del mondo terrestre, poterono afferrare le relazioni
karmiche.
Poterono, per la prima volta, operare sul loro destino aldilà
della soglia.
Grazie a queste acquisizioni, percorsero grado a grado gli strati
terrestri, gli uni dopo gli altri, elevandosi progressivamente dal
mondo sotteraneo8, per poi espandersi nelle sfere planetarie
cosmiche. Ma sul loro cammino incrociarono la superficie della
Terra e gli ambiti nei quali erano accadute la Flagellazione, la
Via Crucis e la Crocifissione. Così, nella propria espansiva
effusione, l’essere di ciascun defunto attraversò quei luoghi
impregnati di sangue, e ci fu anche la coscienza di un vissuto,
in diretto contatto con la sofferenza e dunque con il sacrificio
del Cristo, sebbene durante l’accaduto il defunto non fosse
incarnato. Questo transito nei luoghi della Passione del Cristo,
compiuto dalle anime che risalivano dal mondo sotterraneo,
avvenne durante la seconda scossa.

8
Si veda la figura nel libro cit. in nota 2.

35
Con il secondo terremoto e con la sua scossa, quando la Terra
sì aprì e la spoglia scivolò in essa, accadde tuttavia qualcosa che
non si può ritrovare negli avvenimenti descritti in uno svolgersi
storico percepibile ai sensi; tale evento non è visibile che all’occhio
interiore, ma fu per altro anche un elemento storico – un elemento
storico occulto: le anime liberate dallo Spirito del Cristo si trovarono
nel loro cammino, attraversando i luoghi sacri sulla superficie
della Terra, di fronte alle Gerarchie spirituali venute loro incontro.
Queste ultime discendevano verso quei luoghi della Terra.
Questo andare e venire di esseri spirituali che salgono e
discendono contemporaneamente deve essere posizionato nel
medesimo contesto dell’apertura e della chiusura “intemporale”
della roccia. Tutto ebbe luogo nelle profondità prima della
seconda scossa terrestre, ma ancora una volta tutto si produsse nel
medesimo tempo: nell’istante della scossa.
Quanto si svolge ora e viene ad essere descritto, si può certamente
porre in un ordine temporale con il pensiero umano ordinario,
ma solamente perché una delle cose risulta conseguente all’altra.
Diversamente, le relazioni interiori come il principio di causa
ed effetto aldilà della soglia non sono costrette in una cornice
temporale perché il tempo, così come regna sulla Terra, là non
esiste. È vero allora che le azioni degli esseri delle Gerarchie,
che si sono condotte nei luoghi delle torture del Cristo Gesù,
rappresentano la condizione preliminare all’apertura della roccia
del sepolcro e all’accoglimento della spoglia; tuttavia, in questo
caso, considereremo l’intervento del mondo spirituale nel mondo
terrestre non collegato allo svolgimento continuo del tempo, alla
legge che vuole la causa precedente l’effetto. Tutto è accaduto in
un unico momento intemporale: un’intemporalità circondata di
tempo.
Quale fu l’azione delle Gerarchie? Questi Esseri spirituali - che
vorrei chiamare i Servitori, il seguito delle Exusiai, degli Elohim [le

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Judith von Halle

Potestà cristiane, n.d.T.] - raccolsero in un atto sacro tutte le sostanze


perdute dal corpo di Gesù, a seguito delle torture e delle cadute,
che erano rimaste nelle differenti stazioni della Via Crucis a causa
di tutte le gravi ferite subite. Non era sostanza fisica che raccolsero,
ma la sostanza eterica di queste secrezioni che si trovavano nella
pelle lacerata, nel sangue, nel sudore e in tutte le sostanze fisiche
cadute a terra in forma di gocce, e precedentemente appartenute
al corpo di Gesù.
Nell’istante in cui si produsse la seconda scossa, quando
il corpo martirizzato fu accolto nella Terra, le Gerarchie
integrarono queste sostanze eteriche in quel corpo. Queste
sostanze aggiunte ‘rimossero’ le piaghe dovute alle torture.
La ricerca sacra delle sostanze eteriche perdute dal corpo di
Gesù era terminata nel momento in cui la scossa si produsse: la
spoglia mortale poteva allora entrare nella Terra, perché adesso
era etericamente completa.
Le sostanze perdute dovettero essere restituite al restante
corpo eterico di Gesù ed essere integrate con lui al corpo
eterico della Terra, affinché la trasformazione della Terra
potesse compiersi completamente. Esse sono divenute i germi
delle nuove forze eteriche della Terra. Questo non è altro che
il fine di una parte del corpo eterico di Gesù, perché esso in
seguito doveva anche partecipare alla metamorfosi della natura
umana legata al Corpo di Resurrezione.
Se si considerano adesso questi processi storici occulti più
da vicino, si accede a un ambito che senza alcun dubbio può
essere accostato esclusivamente con i mezzi della Scienza dello
spirito, fatta eccezione per un’eventuale spontanea intuizione.
Ma i risultati, anche se non si utilizzano personalmente i mezzi
di questa ricerca, possono essere perfettamente afferrati se si
dispone di una sana capacità di comprensione o di una certa
conoscenza dell’Antroposofia.

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