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LETTERA AGLI EBREI IntroduzioneAnni tra il 63 ed il 64 d.C. Dall'Italia.

Capitolo 1
Gesù Cristo è superiore agli Angeli. 1 - Dopo aver Iddio in antico, a più riprese e in molte guise,
parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi tempi parlò a noi a mezzo del Figlio
suo, ch'egli costituì erede di ogni cosa, per mezzo del quale creò anche i secoli. 3 Questo Figlio,
essendo il riflesso della gloria di Dio e l'impronta della sua sostanza, e tutto sostenendo colla parola
della sua potenza, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, si assise alla destra della Maestà
divina nel più alto de' cieli, 4 diventato così tanto superiore agli angeli quanto più alto nome
ereditò in comparazione di loro. 5 Difatti, a qual mai degli angeli disse Iddio: «Figlio mio sei tu,
oggi ti ho generato?» e di nuovo: «Io sarò a lui come padre, ed egli sarà a me come figlio?». 6 E
quando altra volta introduce il primogenito nel mondo dice: «E s'inchinino a lui tutti gli angeli di
Dio». 7 E rispetto agli angeli dice: «Colui che fa suoi angeli i vènti e suoi servi i fuochi
fiammanti». 8 Invece rispetto al figlio: «Il tuo trono, o Dio, è eterno» e: «La verga della rettitudine
è scettro del tuo regno»; e: 9 «Tu hai amato la giustizia e odiato la iniquità; per questo ti unse
Iddio, il Dio tuo, dell'olio dell'allegrezza ben più che i tuoi compagni»; 10 e: «Tu da principio, o
Signore, hai fondato la terra, e opera delle tue mani sono i cieli; 11 essi periranno, ma tu rimarrai,
tutti invecchieranno come un vestito, 12 tu li rivolterai come un mantello, ed essi saranno rivoltati,
ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non verranno meno». 13 A qual degli angeli disse mai:
«Siedi alla mia destra infino a che io faccia de' tuoi nemici lo sgabello de' tuoi piedi?». 14 Non
sono tutti spiriti al servizio [di Dio], inviati a cagione di quelli che devono ricevere l'eredità della
salvezza?
Capitolo 2
Applicazione pratica. 1 - Per questo bisogna che noi tanto più ci atteniamo alle cose udite, per
evitare che per avventura ci avvenga di fuorviare. 2 Poichè se la parola proclamata per mezzo
d'angeli ha avuto la sua sicura conferma, e ogni trasgressione e disobbedienza ha avuto una giusta
retribuzione, 3 come scamperemo noi trascurando una cosiffatta salvezza, che annunziata prima
dal Signore, è stata in noi confermata da quelli che l'avevano udita, 4 rendendo insieme
testimonianza Iddio con segni e prodigi e ogni sorta di miracoli, e con i doni dello Spirito Santo
distribuiti secondo la sua volontà? 5 Difatti non agli angeli sottopose Iddio il mondo a venire di cui
parliamo. 6 E lo attestò qualcuno dicendo in un luogo: «Che cosa è l'uomo che tu ti ricordi di lui?
O il figliuol dell'uomo, che tu ne prenda cura? 7 Tu l'hai fatto un poco inferiore agli angeli; di
gloria e di onore lo hai coronato; e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani. 8 Ogni cosa hai
posto sotto i suoi piedi». Nel sottoporgli tutte le cose nulla lasciò che non fosse sottoposto. Ma per
ora non vediamo ancora gli siano sottoposte tutte le cose; 9 bensì quel Gesù che è stato fatto un
poco inferiore agli angeli, noi lo vediamo, per via della morte patita, coronato di gloria e d'onore,
affinchè per la grazia di Dio a favor di tutti subisse la morte. 10 Giacchè ben si conveniva a colui,
per mezzo del quale e a cagione del quale ogni cosa è, volendo condurre alla gloria molti figliuoli,
render perfetto per via di patimenti l'autore della salvezza. 11 Poichè e chi santifica e i santificati
provengono tutti da uno; gli è per questo che non ha scrupolo di chiamarli fratelli dicendo: 12
«Annunzierò il tuo nome a' miei fratelli; in mezzo all'assemblea ti loderò».13 E di nuovo: «Io
metterò la mia fiducia in Lui», e ancora: «Eccomi, io e i figliuoli che Dio m'ha dato». 14 Poichè
dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch'egli ugualmente ne ebbe parte, affinchè
per mezzo della morte annientasse colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo, 15 e liberasse
tutti quelli che, per paura della morte, durante tutto il loro vivere erano soggetti a schiavitù. 16
Giacchè non certo ad angeli Egli viene in aiuto, ma viene in aiuto al seme di Abramo. 17 Ond'è
ch'egli doveva in tutto essere fatto simile a' suoi fratelli, per diventare misericordioso e fedele
sacerdote nelle cose divine, affinchè fossero espiate le colpe del popolo. 18 Poichè appunto per
essere stato provato lui e avere sofferto, per questo può venire in aiuto a quelli che sono nella prova.
Capitolo 3
Gesù Cristo è superiore a Mosè. 1 - Voi dunque, fratelli santi, che siete partecipi alla celeste
chiamata ben considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra fede, Gesù; 2 il quale è
fedele a colui che l'ha costituito, come anche Mosè fu [fedele] in tutta la casa di Lui. 3 Giacchè
Gesù è stato fatto degno di tanta maggior gloria in confronto di Mosè, quanto maggior onore ha, in
confronto a una casa, chi l'ha costruita. 4 Poichè ogni casa vien costruita da qualcuno e chi ha
costruito ogni cosa è Dio. 5 Ora Mosè fu sì fedele in tutta la casa di Dio come servitore, a
testimonianza delle cose che sarebbero state annunziate, 6 ma Cristo fu, come figlio, soprastante
alla propria casa e la sua casa siamo noi, a condizione che manteniamo salda sino alla fine la sicura
fiducia e la speranza di cui ci gloriamo. Bisogna perseverare nella fede di Cristo. 7 Perciò, come
dice lo Spirito Santo: «Oggi, se voi udite la sua voce, 8 non indurite i vostri cuori come al tempo
della contesa, nel giorno della tentazione nel deserto, 9 quando mi tentarono i vostri padri nella
prova. E videro le opere mie 10 per quarant'anni; per cui mi irritai con questa generazione, e dissi: -
Sempre si sviano nel cuor loro, e non hanno conosciuto le mie vie -; 11 sicchè io giurai nell'ira mia:
- Non entreranno nel mio riposo -». 12 Badate, o fratelli, che non vi sia in alcuno di voi un cuor
malvagio ed incredulo, sì da scostarsi dal Dio vivente, 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, fino
a che si può dire «oggi», affinchè non «s'indurisca» qualcuno di voi per l'inganno del peccato; 14
poichè noi siam partecipi di Cristo alla condizione che manteniamo salda sino alla fine la fiducia
che avemmo a principio 15 quando si diceva: «Oggi se udite la voce di Lui, non indurite i vostri
cuori come al tempo della contesa». 16 E chi furono quelli che ascoltata la sua voce contesero con
Lui? non forse quelli tutti che erano usciti dall'Egitto per opera di Mose? 17 E contro chi s'irritò nei
quarant'anni? non con quelli che avevano peccato, i cui cadaveri giacquero nel deserto? 18 A chi
giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo se non a quelli che non avevan creduto? 19 E noi
vediamo che non poterono entrare per la loro incredulità.
Capitolo 4
1 - Temiamo dunque, non avvenga, che sussistendo ancora la promessa del poter entrare nel riposo
di lui, qualcuno di voi sembri esser giunto troppo tardi. 2 Poichè la buona novella è stata
annunziata a noi come a loro, ma a nulla giovò la parola udita da loro, non essendosi insinuata colla
fede negli ascoltatori. 3 Invece noi entriamo «nel riposo», noi che abbiamo creduto, secondo disse:
«Così giurai nell'ira mia: - Non entreranno nel mio riposo! -». E disse così, sebbene fossero già
terminate le sue opere da quando ebbe creato il mondo. 4 Difatti in qualche luogo ha detto del
settimo giorno così: «Dio nel settimo giorno si riposò da tutte l'opere sue». 5 E qui di nuovo: «Non
entreranno nel mio riposo». 6 Or poichè è concesso ad alcuni di entrarvi, e quei che prima
ricevettero la buona novella non vi entrarono per la loro disobbedienza, 7 di nuovo fissa un giorno
«oggi» dicendo in David, dopo tanto tempo, come s'è visto sopra: «Oggi, se udite la voce di lui, non
indurite i vostri cuori». 8 Poichè se Giosuè avesse loro dato il «riposo», David non avrebbe dopo
ciò parlato di un altro giorno. 9 Adunque è riserbato un giorno di riposo al popolo di Dio. 10
Poichè chi è entrato nel riposo di lui, anch'egli si riposa dalle opere proprie, come Iddio dalle sue.
11 Affrettiamoci dunque di entrare in quel riposo, perchè non avvenga che qualcuno cada dando lo
stesso esempio di disobbedienza. 12 Poichè viva è la parola di Dio, ed efficace, e più tagliente di
una spada a due tagli, e penetrante sino a dividere l'anima e lo spirito, e le giunture e le midolle, e
scrutatrice dei sentimenti e dei pensieri del cuore; 13 e non v'è creatura che rimanga nascosta
davanti a Lui, ma tutto è nudo e palese agli occhi suoi, e a Lui noi dobbiamo render conto. Gesù
Cristo è sommo sacerdote. 14 Avendo dunque un grande Sommo Sacerdote che ha traversati i
cieli, Gesù figlio di Dio, rimaniamo fermi nella professione di nostra fede. 15 Non abbiamo infatti
un sommo sacerdote che non possa compatire le nostre debolezze, ma invece è stato provato in tutto
a somiglianza di noi, salvo il peccato. 16 Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia, per
ottenere misericordia e trovar grazia per opportuno soccorso.
Capitolo 5
1 - Ogni sommo sacerdote, proveniente dagli uomini, è costituito a vantaggio degli uomini per i
loro rapporti con Dio, allo scopo di offrire oblazioni e sacrifizi per i peccati; 2 egli può essere
indulgente verso gli ignoranti e i traviati, 3 poichè anch'egli è soggetto a debolezza, e per questo
deve, come per il popolo, così per se stesso soffrire sacrifici in espiazione dei peccati. 4 E non v'è
alcuno che assuma da sè la dignità, ma vi è chiamato da Dio, com'è il caso di Aronne. 5 Così anche
Cristo non s'arrogò da sè la gloria di diventare Sommo Sacerdote, ma gliela diede Colui che disse:
«Tu sei figlio mio, oggi io ti ho generato»; 6 come anche in altro luogo dice: «Tu sei sacerdote in
eterno secondo l'ordine di Melchisedec». 7 Egli nei giorni della sua vita nella carne, avendo con
forti grida e lagrime, presentato preghiere e supplicazioni a chi lo poteva salvare dalla morte; ed
essendo stato esaudito a cagion della sua pietà, 8 pur essendo Figlio, imparò da quel che sofferse a
obbedire, 9 e giunto alla perfezione, divenne per tutti quelli che gli obbediscono, cagione di eterna
salvezza, 10 proclamato da Dio Sommo Sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. 11 Intorno a
ciò è lungo il mio discorso e difficile a spiegare, perchè voi siete diventati lenti a capire. 12 Poichè
mentre per il tempo dovreste essere maestri, avete ancora bisogno vi s'insegnino i primi elementi
della parola di Dio, e siete diventati bisognosi di latte piuttosto che di nutrimento solido. 13 Chi
prende ancora latte, non ha esperienza del discorso della giustizia, essendo ancora bambino; 14 il
cibo solido è solo quello degli uomini fatti, cioè di quelli che per la pratica hanno le facoltà
esercitate al discernimento del bene e del male.
Capitolo 6
1 - Perciò lasciando da parte l'insegnamento elementare di Cristo, solleviamoci all'insegnamento
perfetto, senza affermare di nuovo i principi fondamentali del ravvederci dell'opere morte e della
fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti,
e del giudizio eterno. 3 Faremo anche questo se Dio lo permetterà. 4 Poichè è impossibile che
quelli che furono una volta illuminati, quei che hanno gustato il dono celeste, e son diventati
partecipi dello Spirito Santo, 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo a
venire, 6 [è impossibile] se un'altra volta cadano, ricondurli a penitenza, ricrocifiggendo essi per
conto proprio il Figlio di Dio ed esponendolo all'infamia. 7 La terra quando si imbeve della
pioggia che su lei spesso cade, se produce erbe utili a quelli per opera dei quali è coltivata essa ha
parte alla benedizione di Dio; 8 ma se non produce che spine e triboli, non gode stima, quasi quasi
è maledetta, e la sua fine è il fuoco. 9 Ma rispetto a voi, o diletti, se anche parliamo così, noi
abbiam fiducia in cose migliori, che menino alla salvezza. 10 Non è infatti ingiusto Iddio da
dimenticarsi delle opere vostre e dell'amore che mostraste al suo nome, avendo reso servigi ai santi
e tuttora rendendone. 11 E desideriamo che ciascuno di voi dimostri la stessa diligenza a
conservare la più intera fiducia sino alla fine, 12 affinchè non vi facciate pigri, ma siate imitatori di
quelli che per la fede e la perseveranza si fanno eredi della promessa. 13 Iddio quando fece la
promessa ad Abramo, poichè non aveva da giurare per uno più grande di se stesso, giurò per se
stesso, 14 dicendo: «Sì certo, ti benedirò e ti moltiplicherò». 15 Così avendo Abramo perseverato
nella fede, ottenne si effettuasse la promessa. 16 Gli uomini infatti giurano per uno più grande di
loro, e il giuramento come garanzia è fine a ogni disputa. 17 E Dio volendo più che mai mostrare
agli eredi della promessa l'immutabilità della sua risoluzione, intervenne con un giuramento, 18
affinchè per via di due cose immutabili, nelle quali è impossibile c'inganni Dio, noi avessimo un
vivo conforto, noi che ci eravamo rifugiati nell'attenerci stretti alla promessa postaci dinanzi; 19 la
quale speranza noi teniamo, àncora dell'anima, sicura e salda; la quale penetra di là dal velo, 20
dove, precursore per noi, entrò Gesù, fatto Sommo Sacerdote in eterno secondo l'ordine di
Melchisedec.
Capitolo 7
Gesù Cristo è Sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. 1 - Questo Melchisedec, re di Salem,
sacerdote del Dio altissimo, colui che mosse incontro ad Abramo quando tornava dalla sconfitta dei
re, e lo benedisse, 2 a cui Abramo fece anche parte della decima d'ogni cosa, colui il cui nome fu
interpretato «re di giustizia» e poi anche «re di Salem» ossia re della pace, 3 colui che è senza
padre e senza madre, senza genealogia, e che non ha nè principio di giorni nè termine di vita - così è
fatto simile al figlio di Dio, - colui rimane sacerdote in eterno. 4 Considerate quanto è grande
colui, a cui il patriarca Abramo diede le decime del miglior bottino. 5 I discendenti dai figli di
Levi, che ricevono il sacerdozio, hanno, secondo la Legge, l'ordine di prender le decime dal popolo,
ciò è a dire, dai fratelli propri, sebbene usciti dai lombi di Abramo; Costui invece, che pure non è
iscritto nelle loro genealogie, ha prelevato la decima su Abramo e ha benedetto colui che aveva le
promesse. 7 Or senza alcuna possibilità di contraddire, è l'inferiore che riceve la benedizione del
superiore. 8 E qui uomini mortali ricevon le decime, là invece le prende uno di cui si attesta che
vive. 9 E (per così dire), Levi stesso che prende le decime, nella persona di Abramo ha ceduto le
decime 10 poichè era ancora nei lombi del padre quando lo incontrò Melchisedec. 11 Se dunque la
perfezione avesse potuto aver luogo per via del sacerdozio levitico (poichè sotto di esso ricevette il
popolo la sua legislazione), che bisogno c'era ancora sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di
Melchisedec, e non si dicesse secondo l'ordine di Aronne? 12 poichè mutato il sacerdozio, di
necessità avviene anche il mutamento della legge. 13 Poichè colui rispetto al qual si dice questo,
appartenne a un'altra tribù, dei cui discendenti nessuno fece servizio all'altare; 14 giacchè è certo
che il Signor nostro è sorto dalla tribù di Giuda, rispetto alla quale Mosè non disse nulla di relativo
a sacerdoti. 15 E molto più evidente ancora si fa la cosa quando si vede sorgere un altro sacerdote
secondo la somiglianza di Melchisedec, 16 il quale sacerdote venne a essere non secondo la legge
d'un ordine carnale ma in virtù d'una vita imperitura. 17 Difatti l'attestazione è: «Tu sarai in eterno
sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec». 18 Così ha luogo l'abrogazione di una legge per quel
che v'è di debole e d'inutile, 19 - poichè la Legge non ha portato nulla a perfezione - e v'è
l'introduzione di una miglior speranza per cui ci accostiamo a Dio. Altre prerogative del
sacerdozio di Gesù. 20 E come ciò avvenne non senza un giuramento (quegli altri senza
giuramento sono stati fatti sacerdoti, 21 ma Egli con giuramento per via di chi gli disse: «Giurò il
Signore, e non se ne pentirà: - Tu sarai sacerdote in eterno -»), 22 così d'un patto anche migliore del
precedente s'è fatto garante Gesù. 23 Inoltre, quelli erano sacerdoti in molti perchè dalla morte
erano impediti di perdurar tali; 24 ma Egli rimanendo in eterno, ha un sacerdozio che non si
trasmette; 25 ond'è ch'Egli può anche salvar perfettamente coloro che per via di lui si accostano a
Dio, sempre essendo vivo sì da poter intercedere in loro favore. 26 Tale era infatti il Sommo
Sacerdote che a noi conveniva, santo, innocente, senza macchia, staccato dai peccatori, ed elevato al
di sopra dei cieli; 27 il quale non ha bisogno, giorno per giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di
far sacrifizi prima per i propri peccati, poi per quelli del popolo, poichè questo lo fece per una volta
tanto offrendo se stesso. 28 Poichè la Legge costituisce sacerdoti uomini soggetti a ogni debolezza,
e la parola del giuramento posteriore alla Legge pone un Figliuolo che è perfetto in eterno.
Capitolo 8
Gesù Cristo è mediatore della nuova Alleanza. 1 - Un punto capitale in quel che stiamo dicendo
è questo che noi abbiamo un Sommo Sacerdote tale che si è posto a sedere alla destra del trono
della Maestà [divina] nei cieli, 2 qual ministro del santuario e del tabernacolo vero, cui eresse non
un uomo ma il Signore. 3 Ogni sommo sacerdote è posto per offrire doni e sacrifizi; onde è
necessario che anche egli abbia qualcosa da offrire. 4 Or se egli fosse sulla terra, non sarebbe
neppur sacerdote, essendovi già di tali che offrono doni secondo la Legge; 5 i quali attendono a un
servizio divino che è copia e ombra delle cose celesti, secondo che n'ebbe divino avviso Mosè
nell'atto d'innalzare il tabernacolo; «Bada, dice, tu farai ogni cosa secondo il modello che ti è stato
additato sulla montagna». 6 Ma ora Gesù ha ottenuto un servizio divino tanto più alto quanto di
miglior patto egli è mediatore, patto fondato su migliori promesse. 7 Se quel primo patto fosse
senza difetti, non vi sarebbe stato il caso di porne un secondo. 8 Giacchè gli è biasimo quello che il
Signore espresse dicendo: «Ecco i giorni vengono, dice il Signore, in cui contrarrò un nuovo patto
colla casa d'Israele e con quella di Giuda; 9 non come il patto che feci coi padri loro nel giorno in
cui li presi per mano per condurli fuori dalla terra di Egitto; perchè essi non rimasero fermi al patto
mio, e io non mi curai più di loro, dice il Signore. 10 Or questo è il patto che io stringerò colla casa
d'Israele; dopo quei giorni dice il Signore: - Metterò le mie leggi nell'intelligenza loro, e sui loro
cuori le scriverò, e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E non avranno più da
ammaestrare ciascuno il proprio concittadino e il proprio fratello dicendo: "Conosci il Signore",
perchè tutti mi conosceranno dai piccoli ai grandi di loro; 12 io perdonerò alle iniquità loro e dei
loro peccati non mi ricorderò più-». 13 Parlando così di un patto nuovo, ha reso antico quel di
prima; e ciò che è fatto antico ed è invecchiato, è vicino a scomparire.
Capitolo 9
Il sacrificio levitico e il sacrificio di Gesù. 1 - Anche il primo patto aveva le sue norme di culto e
il santuario terrestre. 2 Infatti fu costruito un tabernacolo con una parte anteriore in cui era il
candeliere e la tavola e l'esposizione dei pani che si dice «il santo»; 3 e dietro un secondo tendone
eravi il tabernacolo detto «Santo dei Santi» 4 contenente un turibolo d'oro, in cui v'era una tazza
d'oro contenente la manna, e la verga d'Aronne che aveva fiorito, e le tavole del patto. 5 Sopra di
essa arca, v'erano i Cherubini della gloria, facenti ombra al propiziatorio. Ma di tali cose non è il
momento di parlare ora dettagliatamente. 6 Essendo le cose così disposte, nella parte anteriore
entrano in qualunque momento i sacerdoti per compire il loro servizio, 7 ma nella parte seconda
solo il sommo sacerdote entra una volta all'anno, e non senza sangue che egli offre, per se stesso e
per i peccati del popolo; 8 questo volendo significare lo Spirito Santo; che non era ancora aperta la
via al Santo dei Santi, finchè sussisteva il tabernacolo anteriore; 9 il che è figura da riferirsi al
tempo presente, in quanto che s'offrono doni e sacrifizi non capaci, secondo coscienza, ad elevare
alla perfezione chi presta questo culto; norme soltanto carnali oltre quelle che si riferiscono ai cibi,
alle bevande, 10 alle diverse abluzioni, norme imposte soltanto fino al tempo della riforma. 11 Ma
invece Cristo venuto come Sommo Sacerdote dei beni avvenire, attraverso un più grande e più
perfetto tabernacolo, non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione [terrestre], 12 nè per
il sangue di capri e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, entrò una volta per sempre nel
Santuario, ottenendoci una redenzione eterna. 13 Se il sangue di capri e di tori, e la cenere d'una
giovenca, sparsa su quelli che sono immondi, li santifica rispetto al procurare la purità della carne,
14 quanto più il Sangue di Cristo, il quale per via dell'Eterno Spirito offrì se stesso immacolato a
Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perchè rendiamo culto al Dio vivente? 15
Per questo Egli è mediatore d'un nuovo patto, affinchè, avvenuta la sua morte allo scopo di redimere
i trascorsi commessi sotto il patto di prima, i chiamati ricevano l'eredità eterna loro promessa. 16
Infatti dove c'è un testamento, bisogna intervenga la morte del testatore, 17 poichè un testamento è
valido solo se trattasi di morti, nè ha forza alcuna finchè vive il testatore. 18 Ond'è che neppure il
primo patto potè senza sangue essere rinnovato. 19 Infatti, quando Mosè ebbe esposti al popolo
tutti i precetti secondo la legge, preso del sangue di vitelli e di capri, con acqua e lana scarlatta e
issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: «Questo è il sangue dell'alleanza che ha
stretto con voi Iddio». 21 E parimenti col sangue asperse il tabernacolo e tutti gli arredi del culto;
22 e secondo la legge quasi ogni cosa si purifica nel sangue, e senza spargimento di sangue non si
dà perdono. 23 Era dunque necessario che i simulacri delle cose che son nei cieli fossero purificati
in questo modo, e le cose celesti stesse lo fossero con sacrifizi superiori a questi. 24 Cristo non
entrò in un santuario manufatto, immagine di quello vero, ma entrò nel cielo stesso, per apparire
davanti al cospetto di Dio, per amor nostro; 25 non già per offrire tante volte se stesso come il
sommo sacerdote entra nel santuario ogni anno con un sangue che è d'altri; 26 poichè altrimenti
molte volte avrebbe dovuto patire dal tempo della creazione; invece egli per una sola volta, al
compirsi dei secoli, si manifestò, allo scopo di annullare il peccato per mezzo del sacrificio di se
stesso. 27 E siccome è destino dell'uomo morire una sol volta, e che dopo la morte ci sia il giudizio,
28 anche il Cristo dopo essersi offerto una volta per togliere i peccati di molti, apparirà una
seconda volta, non più col peccato, per dar la salvezza a quelli che lo aspettano.
Capitolo 10
Inefficacia del sacrificio levitico ed efficacia del sacrificio di Gesù Cristo. 1 - La Legge non
avendo che un'ombra dei beni futuri, e non l'immagine essa stessa delle cose, non può mai, pur con
codesti sacrifizi, sempre gli stessi anno per anno che perpetuamente offrono, condurre alla
perfezione quei che accedono [all'altare]. 2 Altrimenti, non avrebbero essi cessato dall'essere
offerti, dato che quei che rendono questo culto, una volta purificati, non avrebbero più alcuna
coscienza dei loro peccati? 3 Invece per tali sacrifici il ricordo dei peccati d'anno in anno si
rinnova, 4 poichè è impossibile che sangue di tori e di capri tolga le colpe. 5 Ecco perchè,
entrando nel mondo, [dice Cristo]: «Tu non hai voluto sacrifizio nè offerta, ma mi hai preparato un
corpo; 6 olocausto anche per il peccato tu non gradisti: 7 allora dissi: - Ecco io vengo - (giacchè
di me si parla nel rotolo del libro) - per compiere, o Dio, la tua volontà -». 8 Avendo detto prima:
«Non hai voluto nè gradito sacrifizi e offerte e olocausti per il peccato» e son le offerte secondo la
legge; 9 appresso disse: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà», annulla quel di prima perchè
rimanga in piedi il secondo punto. 10 E in questa volontà noi siamo stati santificati per l'offerta del
corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. 11 Ed ogni sacerdote sta su ogni giorno per il servizio
di culto, e offre tante volte gli stessi sacrifizi, i quali non possono mai levar di mezzo il peccato. 12
Questi offrendo unico sacrifizio per i peccati, si assise per sempre alla destra di Dio, 13 attendendo
oramai che i suoi nemici siano posti «come sgabello de' suoi piedi». 14 Poichè con una unica
offerta ha perfezionato per sempre quelli che son santificati. 15 A noi lo attesta anche lo Spirito
Santo; chè dopo aver detto: 16 «Questo è il patto che io patteggerò con loro dopo quei giorni, dice
il Signore; mettendo le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nel loro pensiero, 17 e dei loro peccati
e delle iniquità loro io non più mi ricorderò». 18 Or dov'è remissione dei peccati, non v'è più
offerta per il peccato. Bisogna perseverare nella fede di Gesù Cristo. 19 Avendo dunque, o
fratelli, in virtù del sangue di Gesù, piena facoltà d'ingresso nel Santuario 20 per quella via nuova e
vivente che egli inaugurò per noi a traverso il tendone, cioè traverso la carne sua, 21 e avendo un
grande Sacerdote sulla casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in pienezza di fede,
purificati i cuori da ogni mala coscienza, e lavati il corpo con acqua pura; 23 manteniamo ferma la
professione della nostra speranza poichè fedele è Chi ha promesso; 24 e a vicenda usiamoci
vigilanza per eccitarci all'amore e alle opere buone, 25 non abbandonando le nostre adunanze,
com'è costume di fare per alcuni, ma esortandoci, tanto più in quanto vedete che s'avvicina il
giorno. Severo giudizio di Dio contro gli apostoli. 26 Poichè se volontariamente manchiamo dopo
aver avuto la notizia della verità, non riman più alcun sacrifizio per i peccati, 27 e vi sarà una
terribile attesa di giudizio, e la vampa d'un fuoco che sarà per divorare i ribelli. 28 Uno che abbia
violato la legge di Mosè, senza pietà, in forza di due o tre testimonianze, muore; 29 di quanto più
severo castigo pensate sarà per esser giudicato degno chi si sarà messo sotto i piedi il figlio di Dio, e
avrà stimato vile il sangue del patto nel quale fu santificato, e avrà oltraggiato lo spirito della
grazia? 30 Sappiam bene chi ha detto: «A me la vendetta, io ripagherò!»; e di nuovo: «Il Signore
giudicherà il suo popolo!». 31 È terribile il cadere nelle mani del Dio vivente. Costanza mostrata
in altre persecuzioni. 32 Richiamate alla memoria i giorni di prima, in cui dopo essere stati
illuminati, doveste tollerare grande lotta di sofferenze, 33 da una parte esposti come a spettacolo a
oltraggi e tribolazioni, dall'altra accomunandovi voi con quelli che così erano maltrattati. 34 E
difatti voi soffriste insieme coi carcerati e la confisca delle vostre sostanze accoglieste con gioia,
sapendo di avere per voi una ricchezza migliore e durevole. 35 Non rinunziate dunque alla vostra
ferma fiducia, la quale ha una sicura ricompensa. 36 Poichè di costanza avete bisogno, affinchè
facendo la volontà di Dio possiate conseguire la promessa. 37 Poichè ancora «un po' di tempo,
poco dopo; e chi viene verrà e non tarderà; 38 e il giusto mio vivrà per la fede; ma se indietreggia,
non ha gradimento in lui l'anima mia». 39 Ma noi non siamo quei della ritirata che porta alla
perdizione, bensì della fede per la salvezza dell'anima.
Capitolo 11
Splendidi modelli di costanza nella fede. 1 - La fede è realtà di cose sperate, e convincimento di
cose che non si vedono. 2 In questa gli antichi ricevettero buona testimonianza. 3 Per fede noi
pensiamo che il mondo è stato formato dalla parola di Dio, in modo che ciò che si vede non è sorto
da cose che già apparivano.- 4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrifizio più eccellente che quel di
Caino, e per esso ebbe la testimonianza di essere giusto, attestandolo Dio stesso col gradire le
offerte di lui, e per via della fede, essendo morto, parla ancora.- 5 Per la fede Enoc fu trasportato
sì che non vedesse la morte e non si trovò più perchè Dio l'aveva portato via, ma prima della
sparizione ricevette la testimonianza di essere piaciuto a Dio. 6 Or senza fede non è possibile
piacere a Dio, poichè chi s'accosta a Dio, deve credere che Egli esiste, e che Egli è rimuneratore di
quelli che lo cercano.- 7 Per la fede Noè divinamente avvisato di cose ancor non visibili, con pia
cautela costruì un'arca per la salvezza della sua casa, e per essa condannò il mondo e divenne erede
di quella giustizia che si ottiene secondo la fede.- 8 Per la fede Abramo chiamato a partire per un
luogo che doveva ricevere in eredità, obbedì, e partì senza sapere dove andava. 9 E per la sua fede
venne a stanziarsi nella terra promessa come in terra straniera abitando nelle tende, insieme con
Isacco e Giacobbe, eredi con lui della medesima promessa; 10 poichè egli attendeva la città fornita
di solide fondamenta, di cui architetto e costruttore è Iddio.- 11 Per la fede la stessa Sara ricevette,
oltre il limite dell'età, la virtù di dare in luce una creatura, poichè stimò fedele chi l'aveva promesso.
12 E però da uno solo, e da uno già decrepito nacquero tanti di numero quante sono le stelle del
cielo e i granelli di sabbia presso la riva del mare, che sono innumerabili.- 13 Nella fede morirono
tutti costoro senza aver conseguito la terra che era stata promessa, ma vedendola di lontano, e
abbracciandola, e confessando di essere forestieri e di passaggio sulla terra. 14 Chi dice così mostra
chiaramente che è in cerca di una patria. 15 Se avessero avuto in mente quella onde erano usciti,
avrebbero avuto tempo di ritornarvi, 16 invece aspirano ad una migliore e vale a dire a una patria
celeste. E però Dio non si vergogna di essere chiamato il Dio loro, poichè preparò loro una città.- 17
Per la fede Abramo messo alla prova offrì Isacco, l'unico suo figliuolo, egli che aveva ricevuto le
promesse, 18 e gli s'era detto che «per via di Isacco una discendenza sarebbe chiamata col suo
nome», 19 egli faceva conto che Dio può anche risuscitare da morte; ond'è che lo riebbe come in
figura.- 20 Per la fede Isacco benedì Giacobbe ed Esaù, in cose avvenute.- 21 Per la fede Giacobbe
morendo benedì ciascuno dei figli di Giuseppe, e «appoggiato al sommo del suo bastone
s'inchinò».- 22 Per la fede Giuseppe morendo rammentò l'esodo dei figli d'Israele, e diè degli ordini
relativamente alla sua salma.- 23 Per la fede Mosè appena nato rimase nascosto tre mesi per opera
de' suoi genitori, perchè videro che il bambino era bello e non si lasciarono spaventare dall'ordine
del re.- 24 Per la fede Mosè, fatto grande, rifiutò di esser detto figlio di una figlia di Faraone, 25
preferendo essere maltrattato insiem col popolo di Dio, che avere il godimento momentaneo della
colpa, 26 e stimando maggior ricchezza dei tesori egiziani l'obbrobrio di Cristo, poichè aveva lo
sguardo rivolto alla ricompensa.- 27 Per la fede lasciò l'Egitto, non temendo l'ira del re, perchè
come se vedesse l'invisibile, tenne duro.- 28 Per la fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del
sangue, perchè lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quei di loro [Israeliti].- 29 Per la fede
passarono il Mar Rosso come su terra asciutta, della quale avendo fatto la prova, gli Egiziani furono
ingoiati.- 30 Per la fede caddero le mura di Gerico: fattone il giro per sette giorni.- 31 Per la fede
Raab la cortigiana, non perì coi ribelli, avendo accolto le spie con benevolenza.- 32 E che dirò io
ancora? mi mancherebbe il tempo a parlare di Gedeone, di Barac, di Sansone, di Jefte, di David e
Samuele e dei profeti; 33 i quali per la fede conquistarono dei regni, esercitarono la giustizia,
conseguirono le cose promesse, chiusero le gole dei leoni, 34 spensero la forza del fuoco,
scamparono al taglio della spada, ricevettero forza quando s'erano infiacchiti, diventarono valenti in
guerra, misero in fuga eserciti stranieri. 35 Delle donne riebbero i loro morti per risurrezione; altri
furono messi alla tortura, non accettando la liberazione per ottenere una risurrezione migliore, 36
altri ebbero a provare scherni e sferze, e anche ceppi e prigione; 37 furon lapidati, sottoposti a dure
prove, segati, morirono di spada, andarono in giro in pelli di capra, mancanti di tutto, perseguitati,
maltrattati. 38 Di essi non era degno il mondo, e andavano errando per i deserti e i monti e le
caverne e spelonche e le grotte della terra. 39 Ebbene anche costoro pur ricevendo testimonianza
per la fede non conseguirono l'oggetto della promessa, 40 Dio avendo in vista qualcosa di meglio
per noi, perchè non arrivassero alla perfezione senza di noi.
Capitolo 12
L'esempio di Gesù Cristo. Le tribolazioni segno dell'amor di Dio. 1 - Adunque anche noi,
circondati come siamo da sì gran nuvolo di testimoni, facendo getto di ogni impedimento e del
peccato che sì ci avvolge, con costanza corriamo l'agone che ci è proposto, 2 guardando al duce e
perfezionatore della fede Gesù, il quale in luogo della gioia che gli si parava innanzi, sostenne il
supplizio della croce disprezzandone l'ignominia, e si assise alla destra del trono di Dio. 3 Or
considerate chi ha sopportato una tale opposizione contro la propria persona da parte dei peccatori,
perchè non vi stanchiate perdendovi d'animo. 4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue
lottando contro il peccato, 5 e vi siete scordati dell'esortazione che a voi, come a figliuoli, dice:
«Figlio mio, non far poco caso della disciplina del Signore, e non ti scoraggiare quando sei da lui
ripreso; 6 poichè il Signore castiga chi ama e sferza ogni figliuolo che accoglie». 7 Perseverate
nella disciplina; come figliuoli vi tratta Iddio; qual figlio c'è che il padre non corregga? 8 Se siete
fuori di disciplina, di cui tutti sono partecipi, siete bastardi, non figli legittimi. 9 E poi, i nostri
padri della carne noi li avevamo castigatori, e pur li rispettavamo; non dovremo tanto più sottoporci
al padre degli spiriti, per aver la vita? 10 Quelli ci castigavano secondo quel che pareva loro per
pochi giorni; Dio lo fa per nostro vantaggio, affinchè partecipiamo alla santità di lui. 11 Ogni
castigo non sembra lì per lì esser di gioia, bensì di dolore; ma più tardi porta a chi è per via di esso
esercitato, pacifico frutto di giustizia. 12 Perciò «rilevate le mani cascanti e le ginocchia sciolte»,
13 è «sentieri diritti fate per i vostri piedi», affinchè lo zoppo non si svii ma anzi risani. Virtù da
praticarsi dai fedeli. 14 Cercate sempre la pace con tutti, e la santità, senza la quale nessuno vedrà
il Signore, 15 badando che nessuno si scosti dalla grazia di Dio; che nessuna radice di amarezza,
mettendo su germogli, disturbi, e ne siano infetti i molti; 16 che nessuno sia impuro o profano,
come Esaù, che per un sol cibo cedette la sua primogenitura. 17 Voi sapete che anche dopo,
volendo ereditare la benedizione [paterna], fu respinto, perchè non trovò modo di farlo mutar di
sentimento, per quanto la sollecitasse colle lagrime agli occhi. 18 Poichè voi non vi siete accostati a
cosa tangibile nè a fuoco ardente, nè a nuvole, nè a tenebre, nè a tempeste, 19 nè al suon della
tromba, nè alla voce parlante che chi l'udì, richiese non s'aggiungessero più discorsi, 20 poichè non
tolleravano quel divieto «anche se una bestia tocchi il monte sarà lapidata» 21 e lo spettacolo era sì
terribile che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo tutto!», 22 ma voi vi siete accostati al monte
Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste, e alle miriadi di angeli, adunata 23 e
assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, e agli spiriti dei giusti arrivati
alla perfezione, 24 e a Gesù mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione che parla meglio
di quello d'Abele. 25 Badate a non dispensarvi dall'ascoltar chi parla; poichè se quelli [gli Israeliti]
non scamparono avendo negato di dar ascolto a chi sulla terra pubblicava i suoi oracoli, molto meno
scamperemo noi se voltiam le spalle a chi parla dai cieli. 26 La sua voce allora scosse a terra, ora
ha promesso dicendo: «Ancora una volta io scuoterò non solo la terra ma anche il cielo». 27 Or
questo «ancora una volta» indica il passaggio delle cose che possono essere scosse come cose
create, affinchè sussistan sempre le cose che non possono essere scosse. 28 Perciò ricevendo noi un
regno non scotibile, siamone grati, e colla gratitudine rendiamo a Dio un culto nel modo a lui
gradito, con pietà e timore. 29 Poichè il nostro Dio è anche «un fuoco che divora».
Capitolo 13
1 - L'amor fraterno rimanga fra voi. 2 Non dimenticate l'ospitalità, poichè per via di essa alcuni
ospitarono, senza saperlo, degli angeli. 3 Ricordatevi dei carcerati, come se foste compagni del
carcere, e dei tormentati, pensando che anche voi avete un corpo. 4 Siano onorate le nozze in tutto,
e il talamo sia senza macchia; gli impuri e gli adulteri Dio li giudicherà. 5 Senza avidità di danaro
sia la vostra condotta, contentandovi di ciò che avete; poichè egli disse: «Io non ti lascerò, nè
abbandonerò»; 6 talchè con piena fiducia possiamo dire: «Il Signore mi è di aiuto, io non temerò
nulla; che male può farmi un uomo?». 7 Ricordatevi di quelli che sono stati a voi preposti, i quali
vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando l'esito del loro tenor di vita, imitatene la fede.
8 Gesù Cristo è il medesimo ieri e oggi, ed è anche per i secoli. 9 Non lasciatevi trascinare da
dottrine diverse e forestiere, poichè è bene che il cuore sia rinsaldato dalla grazia, e non da pratiche
circa gli alimenti, che in nulla giovarono a chi le osservava. 10 Abbiamo un altare da cui non han
diritto di trar cibo quelli che seguono il culto del tabernacolo. 11 Poichè i corpi delle vittime il cui
sangue portato nel santuario si offre dal sommo sacerdote per i peccati, tali corpi son bruciati fuori
del campo. 12 Gesù per santificare col suo sangue il popolo soffrì fuori della porta. 13 Usciamo
dunque verso lui fuori del campo, portando gli oltraggi di lui, 14 poichè non abbiamo qui una città
permanente, ma cerchiamo quella avvenire. 15 Per lui dunque offriamo continuamente a Dio un
sacrifizio di lode, cioè il frutto di labbra confessanti il suo nome. 16 E non dimenticatevi di far del
bene e di partecipare [il vostro ad altri]; poichè di tali sacrifizi Dio si compiace. 17 Obbedite ai
vostri capi e siate sottomessi, giacchè essi vegliano per le anime vostre come ne devano render
conto, affinchè con gioia lo facciano, non gemendo e sospirando, chè questo sarebbe senza alcun
utile per voi. Ultime raccomandazioni e saluti. 18 Pregate per noi, poichè crediamo di avere una
buona coscienza, volendo in ogni cosa condurci onestamente. 19 Sopratutto vi esorto a pregare
affinchè al più presto io vi sia restituito. 20 E il Dio della pace che in virtù del sangue dell'eterno
patto, ha risuscitato dai morti il gran pastore delle pecore, il Signor nostro Gesù, 21 vi renda atti a
ogni opera buona sicchè possiate fare la sua volontà, operando egli in noi ciò che è gradito a' suoi
occhi, per opera di Gesù Cristo a cui sia gloria nei secoli de' secoli. Amen. 22 Vi prego, o fratelli,
prendete in buona parte il discorso di esortazione, poichè vi ho scritto brevissimamente. 23
Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato rilasciato; se egli verrà presto, io verrò a vedervi con
lui. 24 Salutate tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano i fratelli d'Italia.
25 La grazia sia con voi tutti.

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