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Proposte inedite per la realizzazione

d’importanti attività culturali.

2) ODORICO E LE VIE DELLA SETA

Obiettivi
- Favorire l’offerta culturale a Udine portandola a pari livello con le
città d’arte italiane.
- Incrementare in modo significativo il turismo in città, con beneficio
delle categorie economiche interessate.
- Creare nuova occupazione, autosostenibile, nella gestione dei beni
culturali.
Beato Odorico in Oriente
Studio preliminare per la realizzazione di una mostra a Udine
in occasione dei settecento anni dal compimento del suo viaggio

07. Aprile. 2019


A Udine pochi sanno che in Via Aquileia nella chiesa della Beata Vergine del Carmine c’è la splendida
arca trecentesca che custodisce le spoglie del Beato Odorico del Friuli o da Pordenone come è meglio
conosciuto, vissuto in gioventù a Udine e morto nella nostra città il 1331.

Odorico Matiuz o Matiussi nacque in provincia di Pordenone da una famiglia di origine boema nel 1280.
Si trasferì ancora adolescente a Udine dove divenne sacerdote francescano. La continuativa permanenza
nella nostra terra è documentata in quegli anni oltrechè a Udine abche a Gemona, Cividale, Porpetto.
Odorico divenne uno dei primi missionari voluti dal Concilio di Vienne. Nel 1318 partì per un lungo
viaggio durato diversi anni (almeno 5) per arrivare, appena dopo Marco Polo, alla corte di Kublai Khan a
Pechino. Nel viaggio di ritorno, pressappoco lungo la via della seta, visitò, primo europeo a farlo, Lhasa in
Tibet. Ha dettato il suo lungo straordinario viaggio ad un copista a Padova, un anno prima della sua morte
nel 1331. La Relatio di Odorico da Pordenone è, dopo il Devisement du monde di Marco Polo, il resoconto
di viaggio che ha conosciuto maggiore diffusione nel Medioevo. I codici medievali che tramandano la
Relatio o sue traduzioni sono oltre cento. Le ragioni di tale successo vanno ricercate anzitutto nel testo che
può essere letto in più modi. E’ infatti al tempo stesso un resoconto di viaggio, raccolta di mirabilia esotici
e apologia del francescanesimo orientale. Il suo stile piano e sobrio, il suo tessuto narrativo lineare e a
volte arricchito di aneddoti, i suoi toni appassionati e inclini alla meraviglia piuttosto che alla riflessione
concettuale, lo rendono adatto ad un racconto visivo odierno, che potrà essere costruito cercando di
esibire le meraviglie da lui viste settecento anni fa e allora sconosciute a tutti.

La celebrazione dei 700 anni trascorsi dal suo viaggio potrebbero essere
un’occasione imperdibile per costruire a Udine una mostra a lui dedicata.
Il viaggio di Odorico è iniziato nel 1318 . Nell’andata, principalmente per mare, ha toccato le coste del
Medio Oriente, India, Sri-Lanka, Indonesia, Filippine per raggiungere infine Khanbaliq, dopo circa 5 anni
cioè nel 1323. Nel viaggio di ritorno, di terra ripercorse la ancora incertaVia della Seta attraverso Tibet,
Afghanistan, Turkestan, Persia, Armenia. Non si conosce la data del suo ritorno a Padova, non la si ritiene
però possibile prima del 1329. Come si vede la “finestra” celebrativa di almeno 4/5 anni è talmente ampia
da consentire (dopo un tempestivo annuncio della sua realizzazione) una organizzazione della mostra con
relativa tranquilità.
Nessun evento espositivo è mai stato realizzato sull’argomento.

Due importanti mostre sono state fatte sulla via della seta. A Treviso, Casa dei Carraresi nel 2005 (alla
quale ho collaborato personalmente per lo studio delle tecniche espositive) e al Quirinale nel 2011. Nessuna
specifica su Odorico. L’anno scorso a Pordenone, la Parrocchia omonima di Odorico con il supporto
(scarso) del Comune di quella città (ricordiamoci che nulla lega Odorico a Pordenone, se non i suoi natali,
peraltro messi in discussione, mi sembra, da Franco Cardini con il suo Odoricus Boemus) ha inaugurato i
festeggiamenti in occasione del principio del viaggio del missionario con alcune micro-iniziative, assai
lodevoli e interessanti per gli studiosi storici e religiosi, ma che inevitabilmente, come già detto, non avendo
coinvolto la popolazione con lo strumento più efficace e attivo oggi impiegato nella divulgazione culturale,
una mostra dedicata, non hanno avuto il successo che indubbiamente meritavano. Anche UNIUD ha
ovviamente fatto la sua parte per le celebrazioni, invitando alcuni studiosi cinesi ad un interessante
convegno nell’ottobre dello scorso anno ma, in quanto tale, appettibile solo per gli studiosi dell’argomento.
…IL CONCEPT DELLA MOSTRA……………………………………………

Ecco come potrebbe essere costruita un’esposizione dove il necessario rigore scientifico sia accompagnata
da una fruibilità estetica contemporanea che consenta una lettura affascinante per tutti, didatticamente
interessante

A. SEZIONE STORICA: ODORICO a la sua vita a Udine e in Italia, filologia della Relatio.

Esiste in Italia una buona quantità di materiale espositivo, soprattutto manoscritti, per richiedere e ottenere
con facilità dei prestiti. Ecco le sotto-sezioni in cui si potrebbe organizzare:
Aa. Esposizione del materiale documentario sulla alla presenza di Odorico a Udine e la sua vita in Italia,
preferibilmente in originale ma anche in anastatica. Non dovrebbe essere di difficile reperimento negli
Archivi Udinesi.
Ab. L’esposizione attarverso una ricostruzione fedele dell’abbigliamento e delle attrezzature di un
missionario francescano dell’epoca. Riproduzione didattica di mappe antiche a sostegno dei viaggiatori
medievali.
Ac L’esposizione, attraverso prestiti, di materiale manoscritto riguardante il suo viaggio. Per citarne uno, il
BNF 2810 da cui ho tratto alcune immagini di questa presentazione. Non dovrebbe essere difficile ottenerne
il prestito dalla Francia. Molto materiale documentario potrebbe essere reperito a Padova.

Ad Valorizzare un percorso in città, extra mostra, che tocchi la splendida arca trecentesca di Filippo De
Sanctis, nella chiesa del Carmine in via Aquileia e gli affreschi della ex chiesa di San Francesco, sede
principale dei frati minori del Friuli, dove si formò Odorico. La chiesa oggi è adibita ad esposizioni
temporanee, di entità minori date le sue limitate dimensioni. Potrebbe comunque ospitare, almeno in parte,
proprio l’esposizione su Odorico, Un altro nucleo della mostra potrebbe essere ospitato nel piano terreno di
Palazzo Antonini in via Gemona, lasciando al piano nobile gli uffici di presidenza dell’università.
B. ILVIAGGIO DI ODORICO. Sezione archeologica, etnica, antropologica. ……………………….
Le antiche civiltà dei paesi che ha attraversato……………………………………………………… …..
La seconda sezione potrebbe essere la rivisitazione del viaggio organizzata esponendo reperti
archeologici richiesti in prestito ai musei delle nazioni odierne situati nelle regioni a suo tempo in cui
Odorico si è affacciato o ha attraversato. Non è arduo costruire una ampia scaletta di mataeriale espositivo
visto il grande numero di regioni visitate da Odorico. Prevedo una buona risposta da parte delle nazioni-enti
prestanti. Il segreto del successo consisterà nella logica organizzativa che non deve necessariamente
prevedere la corrispondenza del materiale esposto con il viaggio di Odorico, ma solo documentare il passato,
qualsiasi, di quella regione. Ecco alcuni esempi:

Ba. Esempio di legame Geografico fra il viaggio di Odorico e il reperto da esporre.

Recentissime ricerche timidamente edite, ritengono errata la identificazione nel racconto di Odorico della
città Cosan (Cossan, Cassan) con la città di Kosang. Si ipotizza si tratti di Hotan o Kotan ai margini del
deserto del Taklamakan lungo la via “bassa” della seta proprio a cinquanta giorni dai limiti occidentale
dell’allora Catai . Nella terra del mitico Prete Ioannis descritto anche da Odorico. Vicino alla prefettura di
Hotan, ai margini del deserto, negli anni ottanta del secolo scorso è stato ritrovato il famoso e enigmatico
Arazzo di Sampul in cui è rappresentato un guerriero (?) dai tratti caucasici con gli occhi azzurri. La
datazione è di gran lunga antecedente al passaggio di Odorico. Non ha importanza. La sua esposizione nella
mostra sarebbe giustificata per la semplice connessione geografica con il passaggio di Odorico anche un
legame preciso fra le due cose.
Bb. Esempio di legame Temporale fra il viaggio di Odorico e il reperto da esporre.

In Cina Odorico ha incontrato l’imperatore Buyantu Khan della dinastia Yuan. Ecco che l’esposizione di
ceramiche di quella dinastia (1279 – 1368), preziose ma non così rare da non riuscire a rintracciare alcune,
potrebbero giustificare il legame con il viaggio di Odorico.
Una intelligente costruzione “archeologico-geografica” porrà il comitato scientifico, curatore della mostra,
al riparo da eventuali rifiuti di prestiti di stati e/o musei, facilmente sostituibili con altre opportunità. L’alto
spessore del Comitato Scientifico sarà comunque la discriminante per il successo delle richieste.

Il racconto potrà essere arricchito da splendide immagini delle pagine ingrandite proprio del manoscritto
BNF 2810, del quale , si possono richiedere e facilmente ottenere i permessi di riproduzione delle sue
miniature che documentano, fra l’altro, le miabilia di Odorico.
NOTA AGGIUNTIVA…………………… ………………………………….

La notorietà di Odorico è tale da poter richiamare studiosi e visitatori da tutta Europa e dalla Cina. Un bel
romanzo biografico su di lui di Carlo Sgorlon, Il filo di seta, sarebbe ulteriore pretesto e occasione per
“agganciare” la mostra al premio letterario a lui intitolato, gestito dalla Società Filologica Friulana che
sopravvive con budget immeritatamente minore di quello di“Vicino – Lontano”. A titolo di cronaca informo
che la stragrande maggioranza di copie del libro è stata venduta tradotta in cinese. Ciò denota l’enorme
attenzione dei cinesi per i primi contatti che il loro paese ha avuto con la nostra civiltà.

- Infine come tutti sanno, Trieste diventerà il “capolinea” della rinata Via della Seta, di cui se ne parla in
questi giorni e molto più lo si farà nel prossimo futuro. Credo sia un’ulteriore opportunità per affiancare
Udine alle grandi e prossime iniziative commerciali di scambi con la Cina, con una iniziativa culturale
appropriata che potrà favorire:

- La visibilità della esposizione a livello internazionale, soprattutto in Cina.

- Il reperimento di sponsor fra le attive aziende friulane che potranno usufruire dei vantaggi offerti dalla
nuova Via della Seta.
IL COMITATO ORGANIZZAORE…… ………..

Potrebbe essere invitati a farne parte diversi enti pubblici e privati con caratteristiche diverse:

• Regione FVG
• Comune di Udine
• UNIUD
• Arcidiocesi di Udine
• Sponsor
• UDINEXPO (Direzione del comitato organizzatore)

Questi enti, e altri che si potrebbero includere (es Comune di Pordenone, Diocesi di Pordenone , CCIAA,
Confindustria ecc) saranno preliminarmenti invitati da UDINEXPO a partecipare a riunioni di verifica della
fattibilità di questo progetto. Ad ogni riunione si potranno progressivamente aggiungere altri enti o società
intenzionati a contribuire al progetto. Oltre alla preliminare analisi di fattibilità il Comitato Organizzatore
indicherà i temi e l’obiettivo della esposizione al Comitato Scientifico che la svilupperà.

La direzione del comitato organizzatore potrebbe essere affidata, appunto, alla neonata UDINEXPO,

IL COMITATO SCIENTIFICO………………………… ………………………

Il Comitato Organizzatore convocherà un Comitato Scientifico che si occuperà di studiare e indicare in


modo specifico l’esposizione in programma. La Direzione del Comitato Organizzativo riceverà quindi gli
input operativi per la sua realizzazione. Non è ovviamente qui possibile stabilire chi invitare nel comitato
scientifico. Molteplici situazioni e oppurtunità si potranno presentare al momento opportuno dopo una
preliminare analisi di fattibilità che verrà sottoposta a quaeto comitato. Per operare scelte agganciate al
territorio, autorevoli ma anche economicamente convenienti, mi sentirei di consigliare, fra le altre,
quantomeno due figure che ritengo importanti per il successo della mostra . Per quanto riguarda la sezione
“storica” la studiosa di Odorico della nostra università autrice recente delle edizione critica dell’Itinerarum
di Odorico, dottoressa Annalia Marchisio.

Per quanto riguarda la seconda sezione, consiglierei vivamente di affidare un incarico a Monsignor Alessio
Geretti. La incredibile esperienza che da anni a Illegio non finisce mai di stupirci, è senza dubbio garanzia
di successo per la mostra di Odorico qualora fosse da lui curata. Pur essendo un esposizione a carattere
“laico”, bisogna riconoscere che la maggior parte degli studi Su Odorico sono stati nel tempo promossi dalla
Chiesa Cattolica. Geretti idealmente garantirebbe la duplice competenza in quanto superbo promotore di
esposizioni di arte antica e come trait d’union con la Chiesa nel nome della quale il missionario e beato
Odorico ha compiuto il viaggio. Questo straordinario personaggio potrebbe essere di aiuto a UDINEXPO
per costituire una vera e propria “scuola” per i giovani collaboratori coinvolti.
LA SEDE ESPOSITIVA…………………… …………………………….

E’ di fondamentale importanza individuare uno spazio, un luogo dove fisicamente la mostra dovre avere la
sua sede aperta al pubblico. Ogni città d’arte e quante che ambiscono a diventare tali (Solo Trieste in
regione appartiene alle prime 100 in Italia), normalmente hanno due sedi distinte per le esposizioni
temporane, per l’ovvia diversità dei contesti necessari: L’Arte Moderna, e con casa Cavazzini Udine si
dichiara perfettamente adeguata e l’Arte Antica in cui Udine presenta le proprie iniziative in Castello, sede
adeguata ma non perfettamente fruibile dal pubblico. Credo che un indagine approfondita evidenzierebbe
che, nelle esposizioni passate, peraltro raramente di interesse internazionale a mia memoria, la difficile
accessibilità pedonale è stata elemento discriminante per la frequentazione. Ecco quindi che Palazzo
Antonini, il più bello delle nostra città, potrebbe essere il luogo perfetto per contenere mostre d’arte antica.
La sua passata destinazione, in quanto Banca inviolabile, grantisce ancora oggi il tema sicurezza delle opere
esposte senza onerosi interventi come quelli che si stanno compiendo a Casa Cavazzini. Lo splendore intatto
dei suoi interni sarebbe veramente una scenografia stupenda per questa esposizione. Con un po’ di buona
volontà UNIUD potrebbe veramente concedere, a titolo sperimentale, almeno il suo piano terra per questa
mostra. Ciò permetterebbe inoltre a tutti finalmente di fruire della bellezza di questo palazzo, orgoglio della
nostra città, durante una esposizione temporanea che, per definizione non supera mai i 3-4 mesi di apertura.
A UNIUD, in quanto facente parte del Comitato Organizzatore si chiederebbe pertano il solo contributo
della concessione gratuita dell’uso della sede.

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