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VERDI NON OPERISTICO

Verdi compose anche musica sacra e strumentale, destinata per lo più alla locale Società filarmonica.
Ricordiamo di quel periodo (1836-1839) un Tantum ergo, che il compositore giudicò molto severamente
negli anni della propria maturità.[142][N 9] Dopo l'Oberto (1839), per oltre vent'anni tralasciò quasi del tutto
i generi non operistici, pur scrivendo musica da camera, fra cui alcune romanze per voce e pianoforte.
Nel 1862 compose, per l'Esposizione Universale di Londra, l'Inno delle Nazioni su testo
di Boito.[143] Molti anni più tardi scrisse una Messa di requiem per la morte di Alessandro
Manzoni (eseguita nella chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874). La genesi di questa
composizione risale alla morte di Rossini (1868), in seguito alla quale Verdi propose a undici
compositori italiani un Requiem, mai portato a termine, come omaggio collettivo al compositore
pesarese. Per sé aveva riservato l'ultimo brano, il Libera me, Domine, che avrebbe recuperato, con
alcuni cambiamenti, per il suo Requiem.[144]
Verdi compose inoltre un Pater noster su testo di Dante (in volgare), che fu pubblicato nel 1880 e
diretto per la prima volta il 18 aprile dello stesso anno da Franco Faccio al Teatro alla Scala, e Quattro
pezzi sacri: Ave Maria, Stabat Mater, Laudi alla Vergine e Te Deum, composti nella tarda maturità e
pubblicati nel 1898.[145]
Verdi scrisse, soprattutto nel periodo giovanile, anche musica da camera, di cui possiamo ricordare
le Sei romanze (1838), Album di sei romanze (1845) per voce e pianoforte e il Quartetto per archi in mi
minore (1873). Nel 1859 compose anche il Valzer in fa maggiore per pianoforte, che poi sarà
orchestrato da Nino Rota per la colonna sonora del film Il Gattopardo.

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