Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LA CANAPA
La Gramola. È costituita da due tavole fisse entro le quali si inseriva, abbassandola, una
tavola mobile. La canapa era posata sulle tavole fisse e la tavola mobile, abbassandosi,
frantumava gli steli resi fragili dalla marcitura, e liberava così le fibre.
Foto Mario Rosellini. Archivio privato Diritti riservati
La fibra “pettinata” che rimaneva era lunga, dritta e liscia, ed era destinata
principalmente alla fabbricazione delle corde.
Rocche e Fusi
per filare a mano.
Le fibre più corte che rimanevano come “cascame” erano a loro volta
utilizzate in molti altri modi: filate con la rocca ed il fuso dalla donne
anziane delle famiglie contadine, davano un filo sottile e resistente destinato
ad essere tessuto per ricavarne lenzuola, federe e tovaglie per il “corredo”
delle spose ed altri usi familiari.
Allo stato naturale i cascami erano utilizzati ancora per sigillare le giunzioni
a vite dei tubi ed anche, introducendone un batuffolo nel collo come
assorbente, per “levare l’olio” dai fiaschi del vino.
I CORDAI
Dopo il 1954, quando la canapa non fu più disponibile, vennero usate fibre
vegetali provenienti da paesi tropicali, quali la “sisal” e la “manila”, ma ben
presto le fibre sintetiche presero il sopravvento: l’uso delle macchine per la
fabbricazione delle corde fece il resto. Alcuni cordai operavano ancora negli
anni 1960, ma oggi il mestiere si può considerare completamente estinto.
La Ruota del cordaio. Veniva girata a mano con una manovella, e faceva girare
velocemente i “fusi” ai quali si attaccavano i fili o le corde da torcere.
Modello ricostruito a scopo didattico
Immagine dal sito www.gondrano.it per gentile concessione del titolare Prof. Gigi Rizzo
La Ruota del cordaio: ai fusi, trascinati in veloce rotazione dalla ruota, venivano fissati i fili
da filare, o già filati, da torcere per formare la fune.
La corda a destra funge da “tendicinghia”: se arrotolata, spostava verso destra il sostegno dei
fusi e tendeva le corde che hanno funzione di cinghie di trasmissione. Modello ricostruito a
scopo didattico
Immagine dal sito www.gondrano.it per gentile concessione del titolare Prof. Gigi Rizzo
Come si può vedere nelle foto, la macchina per fare le corde era costituta da
una ruota realizzata scheletricamente in modo molto alleggerito: aveva un
diametro di circa un metro e poteva essere fatta ruotare da una persona
mediante una manovella. Era posta ad una estremità dello spazio dove
sarebbe stata fabbricata la corda.
Sulla ruota erano avvolte delle corde che erano avvolte anche su dei “fusi”
fissati ad un “giratoio”. Girando la ruota, i fusi giravano velocemente.
Sulla parte anteriore del fuso era presente una anello al quale venivano poi
fissati i fili e le funi da torcere.
Allontanandosi dalla ruota, per mantenere i fili separati tra loro e per tenerli
sollevati da terra dovevano essere posti dei cavalletti a distanza di 5 o più
metri tra loro, a seconda della grossezza della corda. I cavalletti, nella
conformazione più semplice, erano costituiti da un paletto di legno lungo
circa un metro ed appuntito per piantarlo stabilmente in terra: alla sommità
era fissata una traversa di legno che portava dei tondini di ferro disposti a
pettine, che avrebbero mantenuto separati i fili poggiati sul cavalletto.
Un uncino, che poteva ruotare, era tenuto da una persona che normalmente
lo fissava ad una cintura intorno alla vita: all’uncino venivano fissati i fili o
la corda alla estremità opposta alla ruota.
Ultimo attrezzo necessario era un blocchetto di legno, grande da poter essere
manovrato con una mano: sul blocchetto erano praticate scanalature nelle
quali scorrevano i fili che costituivano la corda nel punto in cui avveniva la
loro unione, guidando e regolando in tal modo la cordatura .
LE CORDE - Filatura
I filatori, allontanandosi a ritroso dal fuso, collegavano altre fibre al filo che
si andava formando e che diventava così sempre più lungo.
La regolarità e la grossezza del filo dipendevano dalla velocità costante della
ruota e dalla esperienza del filatore.
Una volta fabbricati i fili della lunghezza voluta se ne fabbricavano altri,
tenendoli separati tra loro in sommità dei cavalletti.
Quando erano stati fatti fili in numero sufficiente si passava alla cordatura.
LE CORDE - Cordatura
Gli otto fili saranno fissati ai fusi: alla altre estremità saranno invece passati
nelle scanalature del blocchetto di legno e quindi legati tutti assieme
all’uncino girevole.
Una persona terrà l’uncino girevole tirando il tutto per tenere tesi i fili:
un’altra persona, il cordatore, terrà il blocchetto di legno facendo attenzione
che i fili restino ben separati: poi griderà “gira la ruota” e la cordatura avrà
inizio.
Inizialmente la rotazione dei fusi provocherà maggiore torsione dei fili:
quando questa sarà cresciuta a sufficienza, l’uncino inizierà a girare ed il
cordatore, con moto molto regolare, allontanerà il blocchetto scanalato
dall’uncino permettendo così ai fili di formare la corda. La torcitura della
corda dipenderà dalla velocità di spostamento del blocchetto scanalato.
Una volta cordati i fili per la loro lunghezza, la corda verrà prima legata ad
un unico fuso che sarà fatto girare all’indietro per togliere l’eccesso di
torcitura e rendere più morbida la fune.
Cordai al lavoro sugli spalti delle mura di Lucca. Foto degli anni 1940 dall’Archivio
Fotografico Lucchese del Comune di Lucca Fondo Eugenio Ghilardi, per gentile
concessione del titolare
Per ottenere una corda a più capi si opera nel modo appena descritto ma
utilizzando corde (una ogni capo) anziché fili.
Già molto tempo fa Leonardo da Vinci aveva disegnato delle macchine che
servivano per filare ed anche per fabbricare le corde, ma questi progetti non
ebbero certamente molto successo pratico, poiché per molti secoli ancora i
fili e le corde furono fabbricati in modo tradizionale.
Poi, a metà del 1900, arrivarono le macchine che, partendo dal filo, facevano
la cordatura dei capi anche a molti fili e contemporaneamente formavano la
fune definitiva, cordando i capi tra loro. E lo facevano in uno spazio molto
Oggi ci sono funi anti-torsione, funi che hanno all’interno fibre molto
resistenti ed all’esterno una copertura antiusura “a calzetta” , e funi che sono
dei nastri.